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Vincitori Premio Asimov Edizione X 2024 - 2025








Più in alto degli dei


      Attisani Andrea Liceo Scientifico A. Volta ( Reggio Di Calabria, Calabria )

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Potrebbe sembrare l'ennesimo libro di divulgazione scientifica con un titolo accattivante, invece si rivela un saggio quasi impossibile da catalogare e da racchiudere dietro una sola, semplificante etichetta, anche se forse l'aggettivo più calzante per definirlo potrebbe essere "disturbante" o "perturbante", se preferite, nella accezione di un qualcosa che scalza e sovverte buona parte di ciò che si dava per scontato, che si reputava un dato acquisito, ma che, in realtà, non lo è mai stato.
"Memento mori", dicevano i latini riferendosi alla caducità della vita e l’autore, Marco Crescenzi, cerca di farci comprendere le basi della biotecnologia e le future implicazioni dei progressi scientifici in questo campo, ripercorrendo in sintesi la storia della biologia molecolare, ma esordendo proprio con l’affermazione che la tragica grandezza dell’essere umano sta nella consapevolezza della sua mortalità.
E ciò perchè, nonostante i tentativi dell’uomo di allontanare il pensiero della morte, la rimozione non funziona mai perfettamente e allora l’essere umano, laicamente, si ribella alla intrinseca assurdità di un evento che vanifica ogni progetto, che rende incompiuta ogni esistenza e, lasciandosi sedurre dall’irresistibile fascino dell'immortalità, e dal comprensibile e correlato bisogno del massimo benessere possibile, scientificamente, arriva a prefissarsi una nuova missione: non morire. Mai.
E ci stiamo andando vicino.
Stiamo provando davvero a vivere per sempre, e siamo già riusciti ad arrivare ad un “editing” del genoma umano tale da consentire di correggere migliaia di varianti genetiche associate a malattie umane anche gravissime, ma l’autore cerca di farci andare sotto la superficie di quello che potrebbe sembrare un traguardo straordinario per capire le implicazioni più profonde, di ordine etico e morale, di una scelta del genere, perché il passaggio successivo, troppo spesso automatico ed inconsapevole, è quello di travalicare nell’eugenetica e nella sperimentazione sugli embrioni.
L’intero saggio, infatti, senza mai perdere il senso generale di un’opera rigorosamente scientifica e nonostante i pochi paragrafi dedicati ad un racconto che meriterebbe, invece, un’enciclopedia per quanto è denso di richiami e spunti, diventa una riuscitissima e avvincente meditazione, anche per i non addetti ai lavori, sul prezzo da pagare per “rinviare la morte”.
Anche la conclusione dell’opera, con il riferimento ad un novello Icaro, coglie il segno ed è talmente bella che mette i brividi, perché scuote ogni nostra certezza e ci fa riflettere sul fatto che, se, come diceva Epicuro, “è sciocco chiedere agli dèi quello che si è in condizione di procurarsi da sé stessi”, è assolutamente indispensabile che tutti gli interlocutori di questo dibattito, scienziati, istituzioni, governi e società civile si confrontino in maniera trasparente per provare a strutturare un quadro normativo che sia in grado di stare al passo con questi epocali cambiamenti, senza, però, scendere a compromessi con quei principi di equità e sicurezza che, soli, possono bilanciare opportunità e rischi in maniera consapevole.
Perchè se è vero che “senza la tecnologia saremmo degli animali molto fragili”, una nostra altera tracotanza in questa materia potrebbe risultare fatale, poiché, come diceva Friedrich Schiller (e come dirà lo stesso Asimov in uno dei suoi romanzi più acclamati) “neanche gli dei contro la stupidità possono nulla”.

      Citino Ottavio Maria Iis Marconi Guarasci ( Cosenza, Calabria )

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Titolo: Più in alto degli dei
Autore: Marco Crescenzi
Genere: Saggio divulgativo scientifico
Più in alto degli dei è un'opera che si colloca tra divulgazione scientifica e riflessione filosofica. Marco Crescenzi, con una prosa chiara e coinvolgente, ci illustra attraverso le più recenti scoperte della biologia molecolare, esplorando le potenzialità e i rischi che queste tecnologie comportano per il futuro dell'umanità. Il libro si pone come un'indagine sulle frontiere della scienza ma anche come un invito a riflettere sul significato di essere umani e sulle responsabilità che derivano dal nostro potere di modificare
Il centro del libro è dedicato all'esplorazione delle tecnologie di potenziamento genetico. Crescenzi descrive in dettaglio esperimenti condotti su animali, in cui la manipolazione del DNA ha portato a risultati sorprendenti, come l'aumento della massa muscolare o il miglioramento delle capacità cognitive. Questi esempi servono a illustrare le potenzialità della biologia molecolare, ma anche a sollevare interrogativi sulle implicazioni etiche di questo interventi.
L'autore non si limita a descrivere le scoperte scientifiche, ma le inserisce all'interno di un dibattito più ampio sul futuro dell'umanità. Crescenzi affronta temi come la possibilità di curare malattie genetiche, il prolungamento della vita e il potenziamento delle capacità umane. Tuttavia, sottolinea che queste tecnologie sollevano questioni complesse, che vanno oltre l'ambito scientifico.
Uno dei punti di forza del libro è la capacità di Crescenzi di rendere accessibili concetti scientifici difficili. L autore utilizza un linguaggio chiaro e privo di termini tecnici eccessivi, rendendo la lettura piacevole e coinvolgente anche per chi non ha una formazione scientifica. Inoltre, illibro è ricco di esempi e aneddoti che aiutano a comprendere meglio i concetti presentati.
Crescenzi dedica ampio spazio alla discussione delle implicazioni etiche del potenziamento genetico. L'autore solleva domande sulla possibilità di creare una umanità potenziata in cui alcune persone avrebbero accesso a tecnologie che migliorano le loro capacità fisiche e cognitive, mentre altre ne sarebbero escluse. Questo scenario solleva questioni di equilibrio e giustizia sociale, ma anche interrogativi sul significato di essere umani.
L'autore esplora anche i rischi connessi all'uso delle tecnologie di potenziamento genetico. Crescenzi sottolinea che la manipolazione del DNA può avere conseguenze imprevedibili, e che è necessario procedere con cautela per evitare di creare danni irreparabili. Inoltre, l'autore mette in guardia contro il rischio di un uso distorto di queste tecnologie, ad esempio per scopi militari o per creare super-soldati.
"Più in alto degli dei" è un libro che personalmente ha colpito per la sua capacità di unire rigore scientifico e riflessione filosofica. Marco Crescenzi è un autore che sa comunicare la sua passione per la scienza, ma anche la sua consapevolezza delle responsabilità che essa porta. Il libro è un invito a riflettere sul futuro dell'umanità, anche un monito a non lasciarsi accecare dalle promesse della tecnologia.
Consiglio questo libro a chiunque potrebbe essere interessato al futuro della scienza e dell'umanità. La lettura Più in alto degli dei offre punti di riflessione importanti e invita a un confronto aperto sulle sfide e le opportunità che ci attendono.

      Marafioti Daniele Martino Liceo Scientifico Statale " G. Berto " ( Vibo Valentia, Calabria )

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"Più in alto degli dèi. L'ingegneria genetica dell'uomo prossimo venturo" è un saggio che si propone di avvicinare il grande pubblico al mondo tanto affascinante quanto controverso degli studi genetici. Marco Crescenzi accompagna il lettore in un viaggio che parte dalle basi della biologia e della genetica molecolare per arrivare, attraverso un percorso chiaro e progressivo, a discutere delle questioni etiche e delle possibili conseguenze dell’avanzamento dell’ingegneria genetica.
Fin dalle prime pagine, emerge la volontà dell’autore di fornire una trattazione accessibile, senza però semplificare eccessivamente concetti che meritano di essere affrontati con il giusto rigore. Questo equilibrio è ottenuto grazie a uno stile di scrittura fluido e accattivante, che si avvale di metafore efficaci per rendere più comprensibili anche i passaggi più tecnici. Non manca un tocco di ironia che alleggerisce la lettura e rende il testo piacevole, senza tuttavia intaccare la serietà dell’argomento trattato.
Un valore aggiunto del libro è la presenza dei "box" di approfondimento, che permettono di soffermarsi su concetti chiave o di approfondire le tematiche trattate in maniera più dettagliata. Inoltre, Crescenzi non si limita a esporre le informazioni in modo statico, ma inserisce costanti riferimenti a fonti e risorse esterne, invitando il lettore a proseguire l’indagine anche al di fuori del testo. Questo approccio rende il libro particolarmente stimolante, poiché non si limita a trasmettere conoscenza, ma promuove un atteggiamento critico nei confronti di una materia che avrà un impatto sempre più profondo sulla società.
Uno degli aspetti più interessanti del saggio è l’imparzialità dell’autore. Crescenzi evita posizioni estreme: non si abbandona a un entusiasmo ingenuo per le promesse della genetica, né cade nella facile tentazione di demonizzarne i rischi. Al contrario, il suo intento è quello di analizzare la questione in modo oggettivo, fornendo al lettore gli strumenti per farsi un’opinione consapevole. Viene sottolineato come l’ingegneria genetica rappresenti una delle più grandi rivoluzioni scientifiche della nostra epoca, capace di aprire orizzonti impensabili fino a pochi decenni fa. Tuttavia, questo progresso porta con sé interrogativi etici e pratici che non possono essere ignorati: fino a che punto possiamo o dovremmo spingerci nella manipolazione genetica? Quali potrebbero essere le conseguenze a lungo termine di interventi sempre più invasivi sul codice genetico umano?
Proprio per questo, il saggio non è solo un’opera di divulgazione scientifica, ma anche un invito alla riflessione. La scienza avanza, che lo vogliamo o meno, e sarebbe un errore ignorare o rifiutare il dibattito. È necessario che il pubblico, le istituzioni e gli scienziati lavorino insieme per tracciare un percorso che bilanci il desiderio di progresso con il dovere di preservare l’etica e la giustizia sociale.
In definitiva, Più in alto degli dèi è un libro che unisce rigore e leggibilità, capace di affascinare sia gli appassionati di scienza sia chi si avvicina per la prima volta a questi temi. Crescenzi ci conduce in un viaggio attraverso le meraviglie e le insidie della genetica, lasciandoci con una domanda fondamentale: quale futuro vogliamo costruire con le conoscenze di cui disponiamo?

      Muoio Francesco Liceo Scientifico Fermi Polo Tecnico Brutium ( Cosenza, Calabria )

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Mirabile dictu! (“Meraviglioso a dirsi”dal latino)
Cosa accade quando l’uomo smette di essere il prodotto della propria storia evolutiva e diventa artefice della propria trasformazione? Marco Crescenzi risponde a questa domanda con una lucidità spiazzante in “Più in alto degli dèi”, un libro che non si limita a informare, ma scuote, interroga e, forse, inquieta.
Dimenticate i mondi perfetti alla Brave New World o i racconti di fantascienza sulla manipolazione genetica, Crescenzi, non scrive per intrattenere, ma per portare il lettore dentro un dibattito scientifico che sta già plasmando il nostro presente. L’ingegneria genetica non è più una possibilità remota, né una speranza esclusiva della medicina rigenerativa: è una realtà concreta, con esperimenti che vanno oltre la cura delle malattie e aprono scenari fino a ieri impensabili. L’autore esplora un panorama in continua evoluzione, in cui la biotecnologia non è solo una promessa per il trattamento delle patologie, ma una vera e propria chiave di accesso alla trasformazione dell’essere umano stesso.
Attraverso una scrittura rigorosa ma accessibile, l’autore ci conduce tra i successi e i dilemmi dell’editing genetico, dalle prime sperimentazioni su animali fino alle implicazioni dell’uso di CRISPR() nell’essere umano. Il tono non è mai sensazionalistico, ma il contenuto è rivoluzionario. Crescenzi non si chiede se l’umanità supererà i propri limiti biologici, ma quando e a quale prezzo. La velocità dei progressi scientifici, unita alla potenza delle tecnologie emergenti, obbliga la società a confrontarsi con scelte epocali, e la sua indagine sfida il lettore a interrogarsi sul vero significato di “essere umano”.
La grande forza del libro sta nel non offrire risposte preconfezionate. Ogni capitolo è una finestra su un futuro che appare tanto promettente quanto inquietante: allungare la vita umana, potenziare l’intelligenza, eliminare la vulnerabilità alle malattie ereditarie… ma chi deciderà quali caratteristiche saranno migliorabili? Esisterà un confine tra terapia e potenziamento? La scienza sta costruendo un nuovo Olimpo, saremo dèi o loro semplici creazioni? È una riflessione che coinvolge non solo i ricercatori, ma tutti noi, in quanto partecipi di un mondo che si sta avvicinando velocemente a queste realtà.
Le implicazioni etiche di tale potere sono enormi e spesso irrisolte. Crescenzi esplora anche le preoccupazioni legate alla disuguaglianza che potrebbe derivare da un accesso disomogeneo alle nuove tecnologie genetiche, rendendo ancora più marcate le disparità tra ricchi e poveri, tra nazioni avanzate e quelle in via di sviluppo. Il potenziale di trasformare l’essere umano potrebbe, infatti, portare a nuovi conflitti sociali, razziali e geopolitici, ampliando la frattura tra chi ha accesso a queste tecnologie e chi non può permetterselo.
La lettura lascia un senso di vertigine. È il tipo di libro che non permette distrazioni, che costringe a riflettere su ciò che sta già accadendo nei laboratori di tutto il mondo e che spinge a domandarsi in quale direzione vogliamo andare. Un libro necessario, che dovrebbe essere letto non solo da scienziati e filosofi, ma da chiunque abbia il coraggio di guardare in faccia il futuro.

      Nicoletti Fabio Iis Marconi Guarasci ( Cosenza, Calabria )

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Più in alto degli Dèi di Marco Crescenzi è un saggio che offre una riflessione profonda e stimolante sul futuro dell'umanità, prendendo in considerazione le incertezze e le opportunità che le tecnologie emergenti, come la genetica e l’intelligenza artificiale, potrebbero portare. In un mondo in cui le scoperte scientifiche e le innovazioni tecnologiche avanzano a ritmi mai visti prima, Crescenzi si interroga su come l’ingegneria dell’uomo, ovvero la capacità di manipolare la biologia e la mente umana, possa cambiare non solo la nostra fisiologia, ma anche la nostra identità e i valori fondamentali che ci definiscono.
Una delle cose che mi ha colpito maggiormente di questo libro è la sua capacità di spingere il lettore a guardare oltre i progressi tecnologici e a considerare le implicazioni più ampie che questi hanno sul nostro modo di vivere. Crescenzi non si limita a elogiare i potenziali benefici delle innovazioni, ma esplora anche le ombre che queste potrebbero proiettare sul nostro futuro, come il rischio di disuguaglianze ancora più profonde, il controllo sociale o la perdita di una dimensione autenticamente umana.
Il saggio affronta anche una domanda cruciale: fino a che punto possiamo spingerci nell’influenzare la nostra evoluzione? Crescenzi riflette sulle possibilità che l'ingegneria genetica offre, come la possibilità di curare malattie genetiche o migliorare le capacità cognitive, ma allo stesso tempo avverte dei pericoli di una possibile "perdita dell’anima" dell’essere umano. Se, da un lato, possiamo sentirci attratti dalla possibilità di superare i limiti biologici, dall'altro sorgono interrogativi sull’etica di queste scelte e sul rischio che ciò porti a un'umanità sempre più distante dalla sua natura originaria.
Crescenzi intreccia scienza e filosofia in un modo che rende il libro accessibile anche a chi non è esperto in materia. La chiarezza delle sue argomentazioni, unite a una narrazione che stimola il pensiero critico, fa sì che Più in alto degli Dèi non sia solo un saggio per appassionati di tecnologia, ma una lettura che offre spunti anche per chi è interessato a riflettere su come il progresso tecnologico possa ridefinire i concetti di libertà, identità e giustizia.
Un altro aspetto che mi ha entusiasmato è il fatto che il libro non offre risposte facili. Crescenzi non ci dice cosa sia giusto o sbagliato, ma ci mette di fronte a domande difficili e ci sfida a immaginare un futuro in cui la scienza diventa sempre più un elemento centrale nelle nostre vite. Cosa succederebbe se l'umanità si trovasse a dover affrontare un mondo in cui le differenze biologiche tra le persone siano manipolate e perfettamente controllabili? In che modo la nostra percezione di noi stessi e degli altri cambierebbe se l’ingegneria umana raggiungesse nuove vette?
In sintesi, Più in alto degli Dèi è un saggio che non solo fornisce informazioni tecniche e teoriche sul futuro dell'ingegneria genetica e delle tecnologie avanzate, ma ci costringe a riflettere su chi siamo, cosa vogliamo diventare e quali rischi siamo disposti a correre nel nome del progresso. È un libro che stimola un dialogo profondo su ciò che potrebbe accadere quando la scienza e la tecnologia, anziché limitarsi a migliorare la vita, decidono di ridefinire ciò che significa essere umani. Se siete alla ricerca di una lettura che vada oltre la superficie e vi spinga a pensare al futuro in modo critico e consapevole, questo libro è una lettura imprescindibile.

      Acanfora Antonio Liceo E.pascal ( Pompei, Campania )

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“Più in alto degli dèi” di Marco Crescenzi è un libro dai temi forti che fin da subito mi hanno fatto riflettere sul futuro dell’umanità. L’autore esplora l’ingegneria genetica e come questa potrebbe potenziare l’essere umano, rendendolo più forte, più intelligente e più longevo. Ma la domanda di fondo è: tutto questo progresso è davvero un bene?

Mentre riflettevo sulla domanda che mi ero posto, ho pensato subito a Nietzsche e alla sua idea del Superuomo, un essere che supera i limiti umani grazie alla sua volontà di potenza. Crescenzi sembra portarci proprio in quella direzione: con la genetica, potremmo diventare “oltre-umani”. Però c’è un dubbio che mi è venuto: se ci potenziassimo solo geneticamente, stiamo davvero superando noi stessi o stiamo solo modificando il nostro corpo? Nietzsche parlava di una crescita interiore, di una trasformazione dell’anima, non solo del fisico. E secondo me, l’autore di questo libro ci sta mettendo in guardia proprio da questo: rischiamo di diventare più forti senza diventare migliori come persone.

Un altro collegamento pertinente l’ho trovato con Kant. Kant credeva che ogni persona avesse un valore unico, una dignità, una caratteristica ontologica che non dipende da quanto è forte o intelligente, ma dal semplice fatto di essere umano, l’essere animale razionale. Se iniziassimo a migliorare geneticamente le persone, non rischiamo di creare una società dove chi non è “potenziato” vale di meno? inoltre, Non rischiamo di trattare gli esseri umani come prodotti da perfezionare, violando proprio quel principio di dignità umana di cui parlava il filosofo? A ciò si aggiunge il fatto che si creerebbero, inevitabilmente, delle disparità, delle ingiustizie dovute proprio al fatto sopracitato: chi non riesce a “potenziarsi” verrebbe ignorato e quasi “scartato” dalla società.

Una cosa che ho apprezzato molto di questo libro è che Crescenzi non dà risposte facili. Non dice che l’ingegneria genetica sia solo buona o solo cattiva. Mostra le potenzialità incredibili, come curare malattie oggi incurabili, ma mette anche in luce i rischi enormi, come creare nuove disuguaglianze sociali, appunto.

Personalmente, trovo affascinante l’idea di poter migliorare l’essere umano, ma mi spaventa pensare a come potrebbe cambiare il nostro modo di vedere noi stessi e gli altri. Se diventiamo troppo concentrati sul potenziamento, rischiamo di dimenticare ciò che ci rende umani, cioè le nostre imperfezioni, le nostre debolezze, quelle stesse fragilità che ci rendono unici e ci spingono a crescere e a migliorare come persone, non solo come macchine perfette o robot.

Insomma, “Più in alto degli dèi” è un libro che ti fa pensare e che ti rimane in testa anche dopo averlo finito. Mi ha fatto riflettere su cosa significhi davvero migliorarsi e su quanto siamo disposti a pagare per superare i nostri limiti. Lo consiglio a chiunque sia interessato non solo alla scienza, ma anche alle grandi domande filosofiche sul futuro dell’umanità. È un libro che ti fa venire voglia di discutere e di confrontarti con gli altri, ed è proprio questo il bello.

      Alvino Alberto Is V. De Caprariis ( Atripalda, Campania )

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Cosa significa davvero essere umani? E se la scienza ci permettesse di superare i limiti del nostro corpo e della nostra mente, fino a diventare qualcosa di nuovo? Più in alto degli dèi di Marco Crescenzi non è solo un libro sulla genetica, ma un viaggio tra le scoperte che stanno ridisegnando il nostro futuro e le domande etiche che inevitabilmente ne derivano.

Crescenzi ci porta nel cuore della rivoluzione biotecnologica, spiegando in modo chiaro e coinvolgente come oggi siamo già in grado di modificare il DNA, correggere malattie ereditarie e persino potenziare alcune capacità biologiche. Ci racconta di esperimenti che sembrano usciti da un film di fantascienza: animali con muscoli ipersviluppati, cellule umane ringiovanite, geni riscritti come fossero linee di codice. Ma il punto centrale del libro non è tanto cosa possiamo fare, quanto fino a che punto vogliamo spingerci.

Ed è qui che il libro diventa davvero interessante. Crescenzi non si limita a esporre i fatti, ma ci coinvolge in una riflessione profonda. Se un giorno potessimo vivere 150 anni o migliorare la nostra intelligenza con un intervento genetico, sarebbe un passo avanti o una deriva pericolosa? E chi avrebbe accesso a queste possibilità? Potremmo trovarci in un mondo dove alcuni, grazie alla scienza, diventano “migliori” degli altri?

Lo stile dell’autore è diretto e appassionato, mai freddo o accademico. Le spiegazioni scientifiche sono accessibili a tutti, ma quello che colpisce di più è il tono quasi da conversazione, che spinge il lettore a porsi domande senza mai dare risposte preconfezionate. Crescenzi non è un profeta del transumanesimo né un catastrofista: il suo obiettivo non è dirci cosa pensare, ma aiutarci a capire che il futuro della genetica non riguarda solo laboratori e scienziati, ma ciascuno di noi.

Più in alto degli dèi è una lettura che apre gli occhi, che stimola il dibattito e che lascia un senso di meraviglia mista a inquietudine. Non è solo un libro sulla scienza, ma una finestra su un domani che sta arrivando più in fretta di quanto immaginiamo.

      De Maria Michele Is V. De Caprariis ( Atripalda, Campania )

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Il libro di Marco Crescenzi, Più in alto degli dèi. L’ingegneria dell’uomo prossimo venturo, si approccia come un'opera che esplora le sfide e le potenzialità dell'ingegneria e della tecnologia nel formare l'uomo del futuro. Crescenzi affronta un tema affascinante e allo stesso tempo delicato: la trasformazione dell'essere umano attraverso l'ingegneria, da una prospettiva scientifica ma anche etica e filosofica.
Il titolo stesso rimanda a una tensione tra l’uomo e le sue ambizioni più alte, che sembrano sfidare le leggi della natura e addirittura degli dèi. Crescenzi non si limita ad unavisione superficiale di questi temi, ma entra nel cuore delle questioni che riguardano la tecnologia, l’intelligenza artificiale, la biotecnologia e la genetica, in particolare come queste possano influire sulla condizione umana. Il testo si sviluppa tra teorie, anticipazioni e riflessioni che spaziano da scenari futuri altamente innovativi a preoccupazioni legate alle implicazioni morali e etiche di tali avanzamenti.
Un aspetto rilevante del libro è la capacità dell’autore di riuscire a mettere in luce sia gli aspetti positivi che le criticità di un mondo in cui la tecnologia potrebbe sia migliorare la qualità della vita ma anche sollevare dilemmi esistenziali e sociali. Crescenzi invita il lettore a riflettere sull’umanità e sui suoi limiti, sfidando la concezione tradizionale di "natura" e di "identità" umana. In questo senso, l’opera si distacca dal semplice approccio tecnico per aprirsi a un discorso più ampio che coinvolge l’individuo nella sua totalità, prendendo in considerazione la dimensione sociale, politica e psicologica.
Uno dei temi che emerge in modo prepotente è quello della "post-umanità", un concetto che Crescenzi esplora approfonditamente, facendo leva su una visione utopica che, seppur intrigante, può risultare disturbante. La possibilità che l'uomo diventi qualcosa di più o di diverso attraverso l’ingegneria genetica, l’intelligenza artificiale o altre forme di potenziamento, porta con sé interrogativi legati all’autenticità dell’essere umano, alla sua libertà e alla sua sovranità.
Il libro si avventura anche nella previsione di scenari futuri in cui la tecnologia potrebbe non solo migliorare le prestazioni fisiche e mentali dell’uomo, ma modificarne l’essenza stessa. Crescenzi non si ferma a una mera esposizione dei progressi tecnologici, ma cerca di esplorare le implicazioni etiche e i pericoli legati a un possibile abuso di queste innovazioni, come la disuguaglianza sociale che potrebbe emergere da un accesso disomogeneo alle tecnologie avanzate.
Il linguaggio utilizzato dall’autore è tecnico ma allo stesso tempo accessibile e Crescenzi riesce a mantenere un equilibrio tra il rigore scientifico e la riflessione più profonda. La sua capacità di sintetizzare concetti complessi in modo chiaro e coinvolgente è sicuramente una delle forze del libro.
In conclusione, Più in alto degli dèi rappresenta un’interessante riflessione su come la tecnologia e l’ingegneria possano ridefinire l’essere umano del futuro, ma anche sulle sfide etiche, morali e sociali che essa porta con sé. Crescenzi riesce a stimolare il lettore a ponersi domande fondamentali sul rapporto tra scienza, natura e umanità, facendo di questo libro una lettura accattivante per chiunque sia interessato alle tematiche del progresso tecnologico e del futuro dell’uomo.

      Buccarelli Pietro Liceo Copernico ( Bologna, Emilia-romagna )

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Pubblicato nel 2024, "Più in alto degli dei. L'ingegneria genetica dell'uomo prossimo venturo" è un saggio che affronta con rigore scientifico e profondità filosofica uno dei temi più controversi e affascinanti del nostro tempo: l'ingegneria genetica applicata all'essere umano. L'autore, Marco Crescenzi, medico e ricercatore presso l'Istituto Superiore di Sanità, è una delle voci più autorevoli nel campo della medicina rigenerativa e della biotecnologia. Con questo libro, egli offre un'analisi dettagliata delle tappe fondamentali che hanno portato la genetica a diventare una disciplina chiave per il futuro dell’umanità.
Il viaggio inizia con gli studi di Gregor Mendel, il padre della genetica moderna, e prosegue attraverso le scoperte più significative del XX e XXI secolo, fino alle recenti tecnologie di editing genomico come CRISPR-Cas9. Crescenzi non si limita a una semplice esposizione storica, ma approfondisce il contesto scientifico e le implicazioni pratiche di queste scoperte, rendendo il testo un ottimo equilibrio tra divulgazione e approfondimento specialistico.
Uno degli aspetti più interessanti del libro è la domanda centrale che lo attraversa: fino a che punto possiamo manipolare il nostro patrimonio genetico senza alterare l'equilibrio naturale? L'autore si interroga su quanto l'uomo possa realmente superare i limiti imposti dalla natura, e se il progresso tecnologico sia sufficiente per garantirci un controllo assoluto sulla nostra evoluzione. Da qui nasce il titolo Più in alto degli dei, che suggerisce la tensione tra il desiderio umano di dominio sulla biologia e la complessità etica e filosofica di questa ambizione.
La narrazione è avvincente e ben strutturata: Crescenzi riesce a intrecciare con grande coerenza il racconto storico con la trattazione tecnica, senza appesantire la lettura. Tuttavia, alcune sezioni particolarmente tecniche potrebbero risultare ostiche per un lettore senza una base scientifica, soprattutto quelle che trattano i meccanismi molecolari dell’editing genetico e le sue applicazioni in ambito medico.
Se c’è un aspetto che avrei voluto vedere approfondito maggiormente è quello degli esperimenti condotti nella storia. Mentre il testo offre un’ampia panoramica sugli studi sugli animali, l’analisi degli esperimenti sull’uomo è relegata solo alle ultime pagine, e sarebbe stato interessante un maggiore approfondimento di questo tema.
Ciò che colpisce di più, però, è lo sguardo insolito con cui Crescenzi affronta la figura dell’essere umano: non più un individuo isolato, ma un tassello all’interno di un disegno più grande, quello dell’evoluzione della specie. Questo approccio quasi "distaccato" fa emergere una visione inedita dell’uomo, non più padrone assoluto del proprio destino, ma parte di un meccanismo regolato da leggi naturali che potrebbe non essere in grado di sovvertire completamente. Questo provoca nel lettore un effetto di straniamento, portandolo a riflettere su quanto realmente siamo diversi dalle altre specie animali e se il progresso scientifico possa realmente affrancarci dai limiti biologici che la natura ci ha imposto.
In definitiva, Più in alto degli dei è un libro che offre un’interessante sintesi tra divulgazione scientifica, storia della genetica e riflessione filosofica. L'analisi lucida e ben documentata di Crescenzi fa di questo saggio una lettura imprescindibile per chiunque sia interessato a comprendere le sfide e le opportunità della biotecnologia moderna.

      Madrid Zuniga Lorenzo Joaquin Liceo Luigi Galvani ( Bologna, Emilia-romagna )

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Marco Crescenzi, medico e ricercatore di fama internazionale, sfida il lettore a contemplare un futuro in cui l’uomo, armato di CRISPR e di ambizione prometeica, riscrive il proprio destino biologico in Più in alto degli dèi. L’ingegneria genetica dell’uomo prossimo venturo (Mondadori, 2023). Il saggio si colloca tra divulgazione scientifica e riflessione filosofica, esplorando con rigore le potenzialità — e i pericoli — dell’ingegneria genetica. Fino a dove osare nel modificare l’essenza della vita?

Il libro si apre come un atlante delle meraviglie tecnologiche: dalla scoperta della doppia elica del DNA agli strumenti di editing genetico, Crescenzi traccia una mappa delle conquiste che permettono di manipolare il codice della vita. Esperimenti emblematici — topi con muscoli ipertrofici grazie all’Igf-1, vermi planari capaci di rigenerare organi — mostrano come la natura offra già modelli di “perfezionamento” che la scienza potrebbe replicare. Non mancano riferimenti alla fantascienza, come Le particelle elementari di Houellebecq, dove l’immortalità genetica segna l’obsolescenza dell’umanità.

Tuttavia, l’autore non indulge nel techno-entusiasmo. Con occhio clinico, smaschera i paradossi della biologia: perché gli elefanti, dotati di venti copie del gene TP53, sfuggono al cancro, mentre l’uomo ne è vulnerabile? Perché la selezione naturale ha favorito geni vantaggiosi in certe condizioni ma letali in altre? Il saggio diventa così un’indagine sui compromessi dell’evoluzione.

La parte finale solleva interrogativi etici: modificare la linea germinale significherebbe ereditare errori irreversibili? L’aspirazione a “migliorare” l’uomo non rischia di creare nuove disuguaglianze? Crescenzi non dà risposte definitive, ma invita alla prudenza: “Modificare il genoma è un atto di potere. Decidere come usarlo, un atto di saggezza”. Il genoma, infatti, non è un codice da hackerare, ma un palinsesto da interpretare con umiltà.

Crescenzi eccelle nel rendere accessibili concetti complessi senza banalizzarli. La prosa, elegante e ricca di riferimenti culturali, ricorda il miglior Eco nel fondere erudizione e narrazione. Particolarmente efficace è l’analogia tra il DNA e un “libro” le cui pagine, ora corrette con forbici molecolari (CRISPR), ora riscritte con inchiostro epigenetico, rivelano la doppia natura della genetica: scienza e arte.

Se i capitoli iniziali brillano per chiarezza, le sezioni etiche risultano più frammentarie. Il tema delle disuguaglianze legate al potenziamento genetico, ad esempio, meriterebbe maggiore approfondimento.

Il vero pregio del libro è l’equilibrio tra ottimismo e scetticismo. Crescenzi non condanna la tecnologia, ma ne rivela il volto gianoico: la stessa telomerasi che allunga la vita delle cellule è complice della loro trasformazione cancerosa. Questo dualismo trasforma il saggio in un dialogo tra Icaro e Dedalo.

Tra i punti di forza spiccano la chiarezza espositiva e l’interdisciplinarità, con la genetica che dialoga con filosofia, storia e letteratura. Alcuni passaggi tecnici, però, risultano ridondanti, e il registro oscilla tra divulgativo e specialistico, rischiando di disorientare i lettori meno esperti.

Più in alto degli dèi è un saggio indispensabile per navigare il labirinto della genetica moderna. Crescenzi non fornisce mappe definitive, ma una bussola per interrogarsi su cosa significhi essere umani in un’epoca di biotecnologie senza confini.

      Pari Federico Liceo Scientifico Albert Einstein ( Rimini, Emilia-romagna )

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L’evoluzione della specie umana sarà soggetta per sempre al solo caso di un processo naturale? La biotecnologia sta ridefinendo i confini della nostra identità. Questo è il tema centrale di “Più in alto degli Dei. L’ingegneria genetica dell’uomo prossimo venturo”, saggio scientifico scritto da Marco Crescenzi e pubblicato da Mondadori nel 2024. L’opera, composta da 176 pagine suddivise in otto capitoli, esplora con rigore scientifico e un tocco speculativo le implicazioni dell’ingegneria genetica sulla società del futuro.
Il titolo del libro è in grado di sintetizzare perfettamente la domanda centrale a cui il saggio cerca di rispondere: attraverso l’ingegneria genetica possiamo davvero arrivare “più in alto degli dei”? Una provocazione che riflette il cuore del dibattito: la genetica ci darà il potere di trascendere la nostra condizione o finirà per ridisegnare in modo irreversibile ciò che significa essere umani?

Il libro non si limita a un’esposizione puramente tecnica, ma propone una nuova visione sulla concezione che abbiamo dell’essere umano, affrontando dilemmi etici, sociali e biologici che scaturiscono dall’impiego dell’ingegneria genetica. Crescenzi analizza il tema bilanciando dati concreti e riflessioni, dando al lettore una panoramica completa e curiosa sul futuro della genetica applicata all’uomo.
In opere come queste uno degli aspetti più rilevanti non può che essere il linguaggio adottato. Il saggio, pur non essendo destinato a un pubblico di neofiti, evita un’eccessiva tecnicità, limitandosi a usare terminologia specialistica solo in situazioni di necessità. Quando la narrazione si fa più complessa, l’autore fa ampio uso di esempi chiari e spiegazioni che ne facilitano la comprensione, oltre a un glossario consultabile per afferrare al meglio il lessico adoperato. Le affermazioni di carattere scientifico sono sempre supportate da fonti verificabili, un aspetto che rafforza la credibilità dell’opera e permette ai lettori più curiosi di approfondire gli argomenti trattati.
La struttura dell’opera è organizzata in modo sistematico, con capitoli dai titoli via via sempre più intriganti che stimolano il porsi domande e la curiosità generale del lettore, ma l’inserimento di box di approfondimento all’interno dei capitoli stessi, pur arricchendo il contenuto, talvolta interrompe il ritmo della lettura. Tuttavia questi approfondimenti offrono spunti interessanti su tematiche complementari agli argomenti trattati. Un altro elemento di supporto è la presenza di immagini distribuite lungo la narrazione, che aiutano la visualizzazione di processi complessi, dando un volto ai temi discussi. Questo concorre ad una lettura più scorrevole e intuibile, specialmente per chi non ha una preparazione pregressa sulla tematica.

Nel complesso Più in alto degli Dei è un’opera di grande valore per chi è interessato ai temi della biotecnologia e della bioetica. La capacità divulgativa lo rende un testo stimolante, anche se alcune parti potrebbero risultare più ostiche per chi non ha una conoscenza di base della materia.
Dove si trova il confine tra il progresso e l’etica? Cosa significa davvero essere umani in un’epoca in cui il nostro stesso codice genetico diventa un terreno di sperimentazione? Crescenzi non offre risposte preconfezionate, ma accompagna il lettore in un viaggio tra possibilità straordinarie e dilemmi ineludibili.

      Tonetti Filippo I.s.i.s. Arturo Malignani ( Udine, Friuli-venezia-giulia )

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Marco Crescenzi nasce a Roma nel 1958. Laureato in Medicina, è dirigente di ricerca presso l'Istituto Superiore di Sanità e docente di metodologia della ricerca all'Università di Tor Vergata. Con il saggio Più in Alto degli Dèi, mette a frutto le sue competenze per esplorare e descrivere, sia dal punto di vista tecnico che etico-morale, una delle discipline scientifiche più rivoluzionarie dell’ultimo secolo: l’ingegneria genetica.
Sin dalle prime pagine, l'autore accompagna il lettore attraverso le basi teoriche dell'ingegneria molecolare, illustrando come sia possibile manipolare atomi e molecole per creare materiali, dispositivi e persino strutture biologiche con precisione. Grazie a uno stile chiaro e coinvolgente, anche concetti complessi come i nanorobot, le macchine molecolari e le loro applicazioni mediche diventano accessibili a un pubblico non esperto.
Tuttavia, il cuore del libro risiede nella riflessione filosofica ed etica che accompagna l’analisi scientifica. L’autore si interroga su quali siano le conseguenze di un controllo quasi divino della materia: stiamo oltrepassando un confine naturale ed entrando in un territorio inesplorato, dove il potere di creare comporta enormi responsabilità? Il titolo stesso, Più in Alto degli Dèi, richiama la sfida prometeica che l’ingegneria molecolare rappresenta: una disciplina che, da un lato, promette di sconfiggere malattie e affrontare crisi globali, ma che, dall’altro, solleva interrogativi sui rischi ambientali, sulle disuguaglianze sociali e sugli abusi che potrebbero derivare da un uso incontrollato della tecnologia.
Uno dei punti di forza del libro è la capacità dell’autore di bilanciare ottimismo e cautela. Crescenzi non si limita a celebrare i progressi scientifici, ma invita il lettore a riflettere sui limiti etici, sui dilemmi morali e sugli scenari distopici che potrebbero emergere da un uso incontrollato delle nuove scoperte.
Un altro aspetto interessante è il richiamo all’interdisciplinarità: l’autore evidenzia come il progresso in questo settore richieda la collaborazione tra chimici, fisici, biologi, informatici ed esperti di etica. Questo scambio tra diverse discipline non è solo una necessità pratica, ma simboleggia anche il potenziale della scienza nell’unire prospettive differenti per affrontare le grandi sfide del futuro. Tuttavia, alcuni lettori potrebbero considerare il testo eccessivamente ambizioso in alcune delle sue previsioni. L’idea di controllare la materia a livello atomico e di rivoluzionare la medicina, l’energia e l’ambiente potrebbe sembrare più vicina alla fantascienza che alla realtà attuale, sebbene Crescenzi sostenga ogni affermazione con dati scientifici e ricerche concrete.
In conclusione, Più in Alto degli Dèi è un’opera che intreccia divulgazione scientifica, riflessione filosofica ed etica, offrendo al lettore non solo una visione del futuro dell’ingegneria molecolare, ma anche una consapevolezza più profonda delle sfide che ci attendono. E’ un testo che non si limita solo ad informare, ma stimola domande fondamentali sul rapporto tra tecnologia e umanità, rendendolo una lettura imprescindibile per chiunque desideri comprendere come la scienza possa plasmare il nostro domani.

      Corbellini Marta Istituto Istruzione Superiore A. Volta ( Lodi, Lombardia )

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Gli dei siamo noi
Vi piacerebbe l’idea, un giorno, di poter andare dal vostro medico di base per chiedergli di prenotarvi un intervento di ingegneria genetica al fine di modificare il vostro genoma per sempre? Ebbene, sappiate che questa non è solamente una possibile trama di un film di fantascienza, ma potrebbe veramente diventare uno dei possibili futuri per il genere umano grazie alle ricerche e agli studi in corso nel campo dell'ingegneria genetica, i quali sono stati approfonditi e ampiamente spiegati dal libro “Più in alto degli Dèi. L’ingegneria dell’uomo prossimo venturo" di Marco Crescenzi.
All’interno di questo libro sono stati affrontati diversi temi riguardanti l’ingegneria genetica tra cui, per l’appunto, un accenno ai possibili cambiamenti nel nostro stile di vita e nell’organizzazione della nostra società causati dal progresso nella ricerca in questo campo delicato. Lo chiamo delicato in quanto è probabile che esso non porterà solo sviluppi positivi, infatti una delle ipotesi in analisi è quella secondo cui questo progresso ci spingerà verso un’ulteriore suddivisione in classi dettate puramente dalla possibilità economica di sottoporsi a un intervento di questo tipo. Le problematiche di natura etica sono effettivamente innumerevoli quando si tratta di questo argomento. C’è chi mette in discussione la decisione di modificare a piacimento gli individui, attribuendosi così qualità che normalmente appartengono alle divinità, chi teme un abuso di queste opportunità e la creazione di una specie ancora “superiore” a noi, o anche chi prova compassione o rammarico per quei bambini che nasceranno con mutazione genetiche volute dai genitori e che magari loro stessi non apprezzeranno.
Ma detto ciò, che cosa sappiamo veramente oggi delle possibili modifiche attuabili sul genoma?
Dalla scoperta della struttura del DNA a oggi la scienza ha fatto enormi progressi nello studio di questa molecola e del suo funzionamento. Siamo riusciti a sequenziare tutto il genoma di diverse specie animali, compresi gli uomini, e attraverso gli studi su di essi siamo riusciti a capire da cosa sono dovuti alcuni tratti caratteristici di certi animali, ad esempio l’incredibile resistenza degli elefanti verso il cancro, e abbiamo anche scoperto dei possibili i punti di miglioramento nel genoma umano. Sono già stati fatti diversi studi, soprattutto sui topi, cercando di modificare il loro genoma e osservarne gli effetti, e sappiamo che sarebbe possibile fare lo stesso anche con noi, anche se spesso ci sentiamo bloccati da problemi etici e morali. Dopo tutto, chi siamo noi per attribuirci il diritto di modificare a nostro piacimento la vita di altri esseri viventi ignari, anche se a favore della ricerca scientifica?
Da tutto ciò si può concludere che noi non siamo davvero così perfetti come crediamo, nonostante abbiamo persino creato una sorta di scala sociale con il regno animale mettendoci in cima, perché diamo per scontato che la nostra caratteristica distintiva, l’intelletto superiore, sia la più utile e desiderabile quando in realtà ne esistono molte altre che sicuramente ci farebbe piacere avere ma che tuttavia non possediamo, come per esempio la capacità di rigenerare delle parti amputate del corpo o la resistenza all’invecchiamento e alle malattie che esso porta.
Questo libro mi ha ispirato a riflettere su temi per me nuovi ma decisamente importanti, e sono curiosa di scoprire come si evolverà e che impatto avrà l'ingegneria genetica nel nostro futuro.

      El Gallad Raghda Liceo Scientifico Linguistico Statale Paolo Giovio ( Como, Lombardia )

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Con rigore scientifico e perfetta comprensibilità Marco Crescenzi supera il pregiudizio antropocentrico: si è sempre creduto che l’essere umano fosse alla pari, se non superiore alle altre specie per via della sua intelligenza, tuttavia questa non porta sempre così grandi vantaggi, senza la tecnologia l’uomo sarebbe un animale alquanto fragile. Diverse ricerche hanno dimostrato che la specie umana è infatti maggiormente predisposta ai tumori rispetto ad altri animali e ne risente più gravemente; moltissime specie hanno l’abilità di riprodurre qualunque parte del loro corpo e di riparare qualunque ferita che non sia mortale, mentre l’essere umano è geneticamente più debole. Per quanto riguarda la senilità, grande mistero della biologia, il modo di invecchiare della nostra specie si colloca all’estremo più sfavorevole della vasta gamma di possibilità di completamento del ciclo vitale, l’invecchiamento per l’appunto non cambia la qualità della vita nello stesso modo in tutti gli animali. L’autore evidenzia in tal modo come l’essere umano non sia una macchina biologica perfetta, anzi è piena di errori e debolezze, pertanto illustra la possibilità di potenziare la nostra essenza biologica con la genetica molecolare. A seguito di esperimenti svolti su alcune specie da laboratorio, si è giunti alla conclusione che è possibile intervenire sul genoma umano in modo da modificare in meglio le sue caratteristiche biologiche: incrementare la forza, la resistenza alle patologie e all’ambiente, la longevità e le capacità cerebrali, come la memoria; arrivando così “Più in alto degli dei”. Il testo non si limita solo a presentare i progressi della genetica, ma invita il lettore a interrogarsi sulle conseguenze etiche e i rischi fisici. Da una parte si arriverebbe a creare superuomini, ma dall’altra bisogna considerare l’irreversibilità delle modifiche genetiche e gli effetti collaterali, come l’introduzione di altre mutazioni non pianificate, e non si possono trascurare le implicazioni di una società in cui l’ingegneria genetica diventi la norma. Si tratta quindi di un testo che non solo informa, ma stimola una profonda riflessione, lasciando il lettore con una nuova consapevolezza sulle sfide che il progresso scientifico porta con sé.

      Festari Matilde Sofia Liceo Scientifico Statale G.b. Grassi ( Saronno, Lombardia )

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Che cosa c’è di più umano del desiderio di migliorarsi costantemente? E se con l’avanzamento delle tecnologie e le recenti scoperte in ambito medico e scientifico fossimo in grado di far diventare realtà quello che da sempre vediamo solo nei film di fantascienza?
Marco Crescenzi con il suo recente libro “Più in alto degli dei” ha cercato di spiegare come l’uomo sia ad un passo dal superare i propri limiti biologici, sfruttando le potenzialità dell’ingegneria genetica. Il suo saggio è un viaggio nel tempo che ripercorre le tappe più importanti della storia della genetica, a partire dagli esperimenti sui piselli odorosi di Mendel, fino alle più recenti tecniche di manipolazione del DNA. Si sofferma ad analizzare le diverse tematiche, fornendo esempi concreti, non solo dell’ambito scientifico, ma anche della vita di tutti i giorni, facendo in modo che il lettore possa immedesimarsi. Spiega approfonditamente le tecnologie più avanzate che sono in grado di intervenire direttamente sul genoma umano, come la CRISPR. La Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats è un meccanismo di immunità acquisita, ovvero un sistema di difesa che si manifesta quando un essere vivente si imbatte in un patogeno ed è in grado di annientarlo, perché ha imparato a fronteggiarlo grazie ad un precedente incontro. Il sistema CRISPR è in grado di correggere malattie ereditarie, come la fibrosi cistica e l’anemia falciforme, ed è usato anche in studi sulle cure di malattie complesse, come il cancro, o terapie per malattie virali come HIV ed epatite b.
Il fascino di questo testo divulgativo sta anche nella capacità dello scrittore di affrontare tematiche di tipo etico non indifferenti. Infatti la possibilità di una vita più longeva, di potenziamenti a livello fisico e resistenza alle malattie non sono più fantasie, ma questo cosa comporta? Quali sono gli effetti sul nostro corpo? Si tratta solamente di miglioramenti? Come questo può impattare sull’equilibrio naturale delle cose?
Il professor Crescenzi evidenzia inoltre quanto sia rischioso ricorrere a manipolazioni genetiche perché esse possono portare a cambiamenti genetici accidentali non desiderati, che potrebbero essere selezionati positivamente e quindi trasmessi senza controllo alle generazioni future. Si concentra anche sulla spiegazione di come certe manipolazioni siano vantaggiose solo in habitat specifici, una volta che l’ambiente viene cambiato le stesse manipolazioni potrebbero trasformarsi in ostacoli. Un altro problema sarebbe l’impossibilità di una parte della popolazione, quella colpita dalla trasformazione, di non potersi riprodurre con la restante, definendo così una nuova specie.
Molte domande vengono sollevate dall’autore che si cimenta nel trovare una delle infinite risposte possibili, egli però incita il lettore a trarre le proprie conclusioni grazie alle informazioni apprese. Gli argomenti vengono affrontati uno alla volta, spesso con approfondimenti o immagini esplicative, e descritti in maniera chiara, attraverso un linguaggio scientifico non particolarmente difficile o tecnico, cosa che rende il testo accessibile a diverse fasce d’età, più o meno specializzate. E’ un piccolo passo per chi voglia avvicinarsi al mondo della genetica e desideri essere aggiornato sui recenti studi e progressi. Il professor Crescenzi riesce a catturare da subito l’attenzione del lettore mettendolo faccia a faccia con la realtà che lo circonda e in guardia sul futuro più prossimo del genere umano.

      Migliorini Riccardo Iis Ludovico Geymonat ( Tradate, Lombardia )

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Che cos’è la genetica? Che cos’è il DNA? Quanto ne sappiamo e, soprattutto, fino a che punto possiamo modificarlo per migliorare la specie umana? Ma è davvero giusto farlo?
Sono queste le domande a cui Marco Crescenzi cerca di rispondere nel suo libro Più in alto degli dèi, un saggio scientifico che esplora le potenzialità dell’ingegneria genetica e il suo impatto sul futuro dell’umanità.
L’autore introduce il lettore alle antiche aspirazioni dell’uomo verso l’automiglioramento: il desiderio di volare, di essere immuni alle malattie o di potenziare le proprie capacità. Ambizioni che, oggi, potrebbero diventare realtà grazie alle tecnologie genetiche.
Crescenzi spiega in modo chiaro e dettagliato i concetti fondamentali della biologia molecolare, illustrando cosa siano gli acidi nucleici, in particolare il DNA, e come avvenga l’espressione genica. Inoltre, approfondisce le tecniche con cui possiamo manipolare il DNA attraverso strumenti artificiali.
Nonostante l’argomento complesso, il libro mantiene un linguaggio tecnico ma accessibile, reso più comprensibile grazie a un glossario che fornisce definizioni chiare dei termini scientifici. Questo aspetto rende il saggio fruibile non solo agli esperti, ma anche ai lettori curiosi di comprendere meglio il tema.
Successivamente, l’autore entra nel cuore dell’ingegneria genetica, spiegando le modalità con cui è possibile modificare i geni e le possibili conseguenze di tali interventi sull’essere umano. Porta esempi concreti, descrivendo esperimenti condotti sugli animali e illustrando i potenziali benefici di queste modifiche, come l’immunità al cancro o la capacità di rigenerare parti del corpo.
A questo punto sorge spontanea una domanda: è possibile perfezionare Homo sapiens? La risposta è un incerto “sì”, ma con una riflessione profonda sulle implicazioni etiche. Creare esseri umani con capacità superiori potrebbe portare a disuguaglianze ancora più marcate e sollevare questioni morali sulla modifica del genoma di individui non ancora nati. La possibilità di un’umanità geneticamente potenziata apre scenari affascinanti ma anche inquietanti, su cui il libro invita a riflettere con senso critico.
Il saggio riesce a bilanciare perfettamente rigore scientifico e divulgazione, rendendo più semplice la comprensione di alcuni argomenti, come la tecnologia CRISPR, che avevo già incontrato in altri articoli scientifici.
Lo stile di scrittura è lineare e la lettura risulta molto piacevole nonostante la complessità degli argomenti trattati. L’autore è riuscito a rendere accessibile il tema, facendomi appassionare ancora di più a questo ramo della biologia molecolare.
Ho apprezzato particolarmente i numerosi riferimenti a fonti esterne e le diverse citazioni bibliografiche. Per questo motivo, consiglio Più in alto degli dèi a chiunque sia appassionato di genetica e biologia, o semplicemente a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco e imparare qualcosa di nuovo su questo affascinante campo scientifico.
Nel complesso, Più in alto degli dèi non è solo un saggio sulla genetica, ma un invito a riflettere su quanto siamo disposti a spingerci oltre i limiti della nostra natura. Il libro stimola un dibattito etico e filosofico che riguarda tutti noi, perché le scelte che faremo oggi influenzeranno il futuro dell’umanità. È una lettura che apre la mente e lascia il lettore con più domande di quante ne avesse all’inizio, e forse è proprio questo il suo più grande merito.

      Quagliarella Sergio Iis Galilei ( Voghera, Lombardia )

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Il progresso scientifico ha da sempre ridefinito i confini dell’esistenza umana, ma poche discipline hanno il potenziale di trasformare l'umanità come l'ingegneria genetica. In “Più in alto degli dei”, Marco Crescenzi esplora con competenza e rigore il futuro prossimo dell’essere umano, dipingendo le sue opportunità straordinarie e le inquietanti implicazioni dell’editing genetico. Il punto di partenza del libro è costituito da una semplice idea. A differenza di quanto spesso dimostriamo di credere, l’uomo non è affatto una macchina unica e irripetibile, bensì un organismo fragile e migliorabile. La genetica moderna ci ha già dimostrato che è possibile intervenire sul DNA per curare le malattie ereditarie, per aumentare sia la nostra resistenza fisica sia risolvere eventuali problemi genetici che riguardano le capacità di pensiero. Grazie agli esperimenti sugli animali geneticamente modificati e a progetti già realizzati, Crescenzi espone mozioni per dimostrare quanto presto anche l’uomo potrà essere curato.
La chiarezza con cui spiega concetti complessi da comprendere immediatamente è uno dei punti di forza del libro. Dalla struttura del DNA alla rivoluzione CRISPR, l’autore guida il lettore nella comprensione delle basi della genetica molecolare, rendendo più chiari perfino i meccanismi tecnici dell’ingegneria genetica più sofisticati. Il linguaggio, seppur scientificamente preciso, non è mai esageratamente tecnico e questo rende il lavoro fruibile da un pubblico non esperto o preparato. Tuttavia, Crescenzi espone le enormi possibilità offerte dalla genetica insieme a un’esposizione critica delle relative implicazioni etiche e sociali. Le questioni sollevate dalla modifica genetica del patrimonio umano sono numerose, articolate, complesse e profonde: chi avrà accesso a queste tecnologie? Creerà nuove disuguaglianze? Potrebbe esistere un mondo con forme di vita “superiori” e “inferiori”?
L'autore non è capace di dare risposte definitive a tali domande, ma l’opera invita ad aprire nuovamente il dibattito facendo notare quanti rischi si nascondino nell’esecuzione di una corsa all'arricchimento della biologia. Gli ultimi capitoli del libro riflettono sullo stato di alcune ricerche e possibili applicazioni. Crescenzi dimostra che, anche se è difficile, a tratti moralmente sbagliato e pericoloso, il percorso della manipolazione genetica è ormai in atto. La visione del futuro delineata è altrettanto affascinante e scioccante, allo stesso tempo: la genetica potrebbe diminuire il numero di patologie e limitazioni fisiche, ma anche ridefinire l’umanità stessa.
Concludendo, ”Più in alto degli dei” è un saggio di ispirazione che tratta una delle questioni più importanti della nostra epoca. Sarebbe un libro ideale per tutti coloro che aspirano a una prospettiva riguardo ai metodi con i quali la scienza trasforma costantemente la nostra visione dell’humanitas e i molteplici problemi che gli uomini tutti dovranno affrontare insieme negli anni a venire.

      Binci Federico Iis Varano - Antinori ( Camerino, Marche )

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Da quando è comparso sulla Terra, precisamente in Africa, ben 75 mila anni fa, Homo Sapiens è stato rispetto a tutta la restante parte del Regno Animale, sempre più debole, lento ad acquisire indipendenza dai propri genitori, suscettibile a innumerevoli patologie, tumori e soprattutto all'invecchiamento. Tuttavia ad esso è stato concesso dall’Evoluzione un immenso privilegio, che è allo stesso tempo il suo più grande fardello: l’intelletto. Quest’ultimo gli ha dato per primo il pensiero astratto e quindi la comprensione della morte come evento ineluttabile e poi la coscienza della sua condizione di precarietà e vulnerabilità che lo portano sin da tempi remoti a superare i suoi limiti e a cercare l’immortalità. L’ingegno è anche l’unico fattore che nel corso di migliaia di generazioni gli ha permesso di sopravvivere e di accumulare un sapere tecnologico e scientifico vastissimo in ogni campo. In particolare le recentissime scoperte sulla biologia molecolare e sull’ ingegneria genetica hanno consentito all’uomo di affinare le capacità e le conoscenze per sanare le sue imperfezioni ed elevarsi ad uno stadio superiore.
Nel suo libro “Più in alto degli Dei: l’ingegneria genetica dell’uomo prossimo venturo” il medico e fisiopatologo romano Marco Crescenzi espone con rigore scientifico e metodologico, prima, la serie di scoperte iniziate nei primi del Novecento che hanno portato alle conoscenze attuali, in seguito una serie di esperimenti condotti su animali che dimostrano sia le fragilità dell’uomo ma allo stesso tempo anche come esso sia teoricamente migliorabile a livello genetico. Tuttavia l’autore ci conferma che generare “trans-umani” comporta immancabilmente numerosi problemi logistici, danni inevitabili e dilemmi etici e morali irrisolvibili. In particolare la modifica della linea germinale andrebbe effettivamente a creare una vera e propria nuova specie di Homo, generando di fatto una specie “superiore” in grado di assoggettare quella “inferiore”. Molti potrebbero pensare che quella di terapia genica sia una pratica ancora poco utilizzata ma in realtà già da decenni viene ampiamente effettuata in primis per sperimentazioni (su topi), per produrre medicinali (sfruttando batteri) e la strada della modifica umana è già stata effettuata, più volte, a partire dal 2015 quando un ricercatore cinese aveva modificato uno zigote umano dando vita a due gemelle geneticamente modificate.
La mia lettura vorace di questo libro ha suscitato in me un grandissimo interesse sul tema dell’ingegneria genetica e sono rimasto affascinato e nello stesso tempo perplesso dai possibili scenari che si potrebbero aprire all’umanità in un futuro prossimo.
Ho finalmente trovato un autore, chiaramente uomo devoto alle scienze e alla ragione, che espone il complesso e “oscuro” tema dell’ingegneria genetica applicata all’uomo al grande pubblico in maniera, a mio parere, perfettamente chiara, semplice e oggettiva.Ho apprezzato ampiamente questo libro proprio perché ha il solo scopo di informarci su una materia, a lungo considerata lontana e impossibile ma più attuale che mai, senza dare alcun tipo di sentenza, lasciando a noi il compito di riflettere, valutare liberamente e di trarre le nostre conclusioni. Consiglio vivamente la lettura di questo libro che non abusa mai di termini troppo tecnici e che spiega ogni dettaglio in maniera esaustiva e che può essere letto su più livelli e di conseguenza è accessibile a tutti: da semplici curiosi dell’argomento ad esperti.

      Brunetti Gabriel Liceo Statale Enrico Medi ( Senigallia, Marche )

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‘’Più in alto degli dèi’’ non è il classico libro didascalico di biologia molecolare e genetica riservato ad un lettore preparato nel campo delle scienze, ma l’autore Marco Crescenzi pone in esame una questione etica analizzandola da un punto di vista scientifico e utilizzando un linguaggio forbito e semplice, pur mantenendo un certo rigore nella terminologia e nel linguaggio specifico, che viene sempre spiegato e approfondito attraverso ‘’box’’ di approfondimento e un glossario illustrativo; il prodotto finale è dunque un libro di scienza dell’etica aperto ad un pubblico che vuole ‘’nutrirsi’’ di curiosità: il prerequisito fondamentale non è di tipo nozionistico, ma riguarda la volontà di avventurarsi in una nuova tematica a stampo scientifico. Crescenzi confronta l’uomo, considerato come una ‘’macchina biologica perfetta’’, con gli altri esseri viventi, dimostrando quanto sia fragile: ad esempio alcuni animali, come l’elefante, sviluppano raramente tumori; altri, come l’idra, invece sono capaci di rigenerare parti del corpo perdute, o addirittura animali come il cigno mantengono costanti fertilità e mortalità nel tempo, cioè non aumenta la probabilità che questi muoiano o diventino meno fertili con la loro età. Tuttavia, la genetica molecolare potrebbe essere utilizzata già oggi per trasformaci in ‘’superumani’’ più longevi e resistenti e Crescenzi lo dimostra: spiega una serie di esperimenti che hanno potenziato geneticamente alcuni animali e che si potrebbero applicare anche all’uomo, ma l’autore precisa che in natura le modifiche del genoma di un essere vivente avvengono molto lentamente, quindi accelerare e rendere istantanea questa mutazione del genoma porterebbe solo a risultati negativi. Crescenzi conclude il libro con la questione CRISPR che, in una decina di anni, dall’essere il sistema di difesa dei batteri è diventata una terapia per l’anemia falciforme e la beta-talassemia, il che lascia il lettore con una domanda:<<L’uomo è disposto a modificare il proprio genoma per arrivare più in alto degli dèi?>>. È una questione etica ancora aperta, ma di fatto il futuro è già stato segnato dall’uomo e ‘’forse è già troppo tardi per tornare indietro’’.

      Piermattei Camilla Liceo Scientifico Marconi ( Pesaro, Marche )

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L’uomo non è perfetto. Non è la punta del triangolo dell’evoluzione, l’essere vivente che supera tutti gli altri solo per la capacità di gestire ciò che la terra gli dà per trarne vantaggio. E non è nemmeno invincibile. C’è un modo per renderlo migliore? Modificare la natura è possibile?
Questa è la premessa con cui Marco Crescenzi comincia il suo libro “Più in alto degli dei”. Come suggerisce il titolo, da millenni gli uomini sognano creature a loro immagine e somiglianza che abbiano tutto ciò che si possa desiderare, da una forza eccezionale all’immortalità. Forse diventare imbattibile è una prospettiva che non può essere contemplata dall’uomo, ma avvicinarsi ad un risultato “divino” si fa sempre più possibile.
Il libro ci spiega infatti che, attraverso la modificazione genetica, cambiare l’essere umano è possibile, oggi più che mai, ma non è detto che le modifiche vengano eseguite "in meglio"; sappiamo già che modificando una caratteristica per renderla più efficace in un certo campo provocherebbe degli effetti collaterali, come l’inevitabile disadattamento ad altre situazioni che potremmo dover affrontare in futuro. Senza tenere conto poi degli effetti indesiderati all’organismo modificato che gli scienziati non possono prevedere.
Bisognerebbe pensare anche ai problemi etico-politici, sociali e religiosi che sorgerebbero dalla ovvia differenza tra gli individui geneticamente modificati, detti “transumani”, e quelli preesistenti in natura. Non è difficile immaginare in quali difficoltà potremmo imbatterci nel caso in cui dovessimo modificare l’uomo per il meglio: già da secoli ci inventiamo troppi problemi riguardo a chi è “superiore” tra gli altri, non abbiamo bisogno che la scienza dia anche delle motivazioni scientifiche per farlo.
Ignorando le varie sfide che ci rallentano, anche con l’avanzata tecnologica caratteristica degli ultimi secoli ci vorranno anni prima che si possa modificare il genoma umano, in meglio o in peggio che sia. I periodi di osservazione per un organismo longevo come l’uomo sono molto lunghi, soprattutto perché non tutti gli effetti delle modifiche sono immediatamente visibili all’occhio, anche attraverso il microscopio.
L'autore affronta ogni sfaccettatura importante del tema e delle conseguenze che arrecherà alla nostra società e quella futura utilizzando termini scientifici, ma concetti semplificati che rendono la lettura più agevole per i lettori, soprattutto se non si possono considerare esperti a riguardo.
Fa uso di molti esempi in cui parla di esperimenti svolti in precedenza in laboratorio e dei loro risultati e, anche se li ritenevo troppo numerosi e superflui per comprendere il concetto, devo dire che mi hanno aiutata molto a capire al meglio la spiegazione. Similmente, l’ho trovato in alcuni punti un po’ ripetitivo, però credo che a volte ribadire un concetto sia utile ad aumentare l’impatto che ha sul lettore e sulla sua memoria.
Si capisce che dietro ogni nozione c’è stata un’accurata ricerca, provata dalla sitografia (e dai molteplici esempi) ma soprattutto si nota subito l’interesse con cui l’autore discute dell’argomento.
“Più in alto degli dei” è il primo libro di argomento scientifico che abbia mai letto e non sarà l’ultimo: sono stata intrigata dal tema e vorrei leggerne altri in futuro.
È un libro fortemente consigliato a chi, pur essendo alle prime armi riguardo all’argomento, abbia il desiderio di informarsi riguardo agli impatti che la biologia molecolare ha sulla nostra società.

      Pierpaoli Elisa Liceo Galilei Ancona ( Ancona, Marche )

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È davvero possibile migliorare gli esseri umani, ritenuti da tempo immemore l’apice dell’evoluzione, sia dal punto di vista psichico che fisico, arrivando anche ad allungarne la vita? Marco Crescenzi, nel libro “Più in alto degli dèi” affronta con profondità le sfide e le possibilità che le scoperte nel campo della biologia molecolare offrono. Tra le più sorprendenti l’autore cita la mappatura del genoma umano, il sequenziamento del DNA e la modifica dell’attività dei geni così da comprenderne le funzioni e le patologie causate dalla mancanza di essi, arrivando a correggerle sperimentalmente su animali.
Nonostante queste prospettive straordinarie che tale relativamente giovane scienza offre, l’autore sottolinea come essa porti con sé anche pericoli gravissimi e profondi problemi etici, quali ad esempio l’impatto sui nuovi nascituri, che non hanno potere decisionale in quanto non ancora nati, della modifica delle linee germinali, o la scelta di cambiamento genetico che può essere benefica in un determinato ambiente e comportare svantaggi in condizioni diverse.
Questo argomento delicato è affrontato dall’autore con un linguaggio chiaro e comprensibile, scientifico e filosofico allo stesso tempo che unisce in maniera accattivante paragrafi narrativi e teorici, come l’avvicendarsi delle scoperte nel campo della biologia molecolare ed i fondamenti teorici alla base di esse.
Ciò, insieme all’ausilio del glossario finale, di immagini con spiegazioni annesse e schemi semplificati, e l’utilizzo di similitudini per analizzare fenomeni complessi, come la sintesi di proteine assimilata alle parole di un grande libro, tutte della stessa lunghezza, facilita la comprensione di temi e lessico complessi anche qualora il lettore non abbia una formazione scientifica avanzata.
Inoltre, Crescenzi fornisce al lettore strumenti che lo aiutano a delineare un proprio pensiero critico sull’argomento: ho apprezzato come l’autore sollevi al termine di ogni paragrafo interrogativi fondamentali che spronano il lettore ad interagire con il testo in maniera attiva in quanto non vi è soluzione ad essi. Ciascuno deve infatti interrogarsi sugli aspetti positivi che tali modifiche e miglioramenti apportano alla specie umana, come la cura di patologie, tenendo però in considerazione anche le criticità e le controparti negative, come nuovi conflitti dovuti alla compresenza di diverse specie di homo incompatibili fra loro dal punto di vista riproduttivo in seguito a cambiamenti genetici.
L’autore, infatti, resta in equilibrio tra l’ottimismo e la preoccupazione verso queste nuove terapie geniche, e suggerisce al lettore che le biotecnologie, qualora vengano gestite in modo riprovevole, potrebbero creare nuove forme di disuguaglianze sociali e discriminazione.
Quindi definirei quest’opera di divulgazione scientifica ed in parte filosofica come attuale, in quanto tratta tematiche legate all’etica: ci pone davanti ai pericoli riguardanti le scoperte scientifiche e ci sprona a riflettere su quanto sia effettivamente giusto portarle avanti. Inoltre, credo che sia stata strutturata e successivamente elaborata in maniera eccellente, e che tutti coloro che volessero conoscere e comprendere il funzionamento della vita a livello molecolare e ottenere così strumenti per valutare le straordinarie e talvolta discutibili prospettive delle biotecnologie moderne, dovrebbero recuperarla e soffermarsi a riflettere su quanto sia giusto lucrare sul bene più prezioso che possediamo: la vita.

      Pierucci Paolo Liceo Scientifico Galileo Galilei ( Macerata, Marche )

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Potremo mai modificare il nostro destino? Saremo mai capaci di diventare dei superuomini, oppure
resteremo soltanto delle creature che aspirano a futuri impossibili e incredibili? È di tale natura il quesito
che il libro affronta e già dalla copertina – due eliche di un DNA che roteano su sé stesse verso l’infinito e
verso il futuro dell’umanità, pieno di possibilità che sfidano i confini delle “umane genti” – iniziamo a
pensare come, forse, per noi uomini il fato sia stato già scritto, ma non definitivamente! Il libro – una vera e
propria odissea nei mari della scienza – è portatore dell’idea che potremmo essere indirizzati verso sentieri
sconosciuti e tramutati in “Dèi”.
Marco Crescenzi – medico, ricercatore e biologo cellulare – ci parla infatti di come, grazie alle nuove
biotecnologie molecolari nonché ai numerosi studi ed esperimenti, potremmo diventare dei supereroi,
simili ai protagonisti della celebre serie di film fantascientifici “X-Men”. Sorge perciò spontaneo domandarci
se e quando arriverà questo distopico futuro: è proprio immergendoci nella lettura che possiamo capire la
sottile linea che separa naturale e artificiale e intuire se siamo già dentro a questo avvenire.
L’autore non si limita soltanto a elencarci le varie possibilità per giungere a tali condizioni né a spiegarci se
tutto questo sia giusto o meno e neanche a parlarci dell’intera ingegneria genetica, bensì esplora le tappe e
i risultati stupefacenti che la scienza ha raggiunto negli ultimi sessant’anni: una scienza che, di fatto, non è
soltanto “osservazione”, ma anche “creazione”. L’uomo, infatti, in quanto difettoso o, meglio, imperfetto,
non è assolutamente il traguardo ultimo dell’evoluzione, come viene ben illustrato con la rappresentazione
dell’albero della vita di Ernst Haeckel. Le nostre caratteristiche sono possedute, singolarmente, anche da
molti animali, ma in modo più efficace; ciò che, invece, distingue l’uomo dall’animale è la capacità di
pensiero, ma è in virtù di questo tratto distintivo che soltanto l’uomo, rispetto a tutti gli altri essere viventi,
“sa di dover morire”.
Questa lucida consapevolezza è il motore che spinge l’umanità a superare i propri limiti e a volersi
perfezionare, sconfiggendo, ad esempio, la sua suscettibilità ai tumori – da qui l’anelito a raggiungere la
condizione del capibara o del ratto-talpa, animale praticamente immune al cancro – o allungando il tempo
dell’invecchiamento, come accade a un particolare tipo di tartaruga che, col passare degli anni, vede
aumentare la sua capacità riproduttiva e – parallelamente – diminuire la probabilità di morire.
Il libro dispone di moltissimi riferimenti che spaziano dalla genetica alla filosofia, dai miti antichi alle
frontiere della bioetica… Il tutto è ben messo in risalto grazie a una scrittura rigorosa e limpida che, anche
se colma di tecnicismi scientifici, rende accessibile a tutti un argomento vasto e complesso.
Concludo perciò raccomandando vivamente questo libro a chiunque abbia l’interesse e il piacere di vagare
con la mente nel domani, perché il futuro è già qui! E perché Crescenzi non spiega solo cosa sta accadendo,
ma ci costringe a chiederci: siamo pronti a ciò che verrà?

      Tole Emanuela Iis Varano - Antinori ( Camerino, Marche )

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Affrontare un libro di divulgazione scientifica può sembrare un impresa alquanto difficile, non solo perché la materia presa in considerazione richiede un certo bagaglio culturale, ma anche perché la lettura può risultare piuttosto noiosa. Questo non è sicuramente il caso del libro Più in alto degli dei scritto da Marco Crescenzi, pubblicato nel 2024.
Il manoscritto racconta la storia della genetica e della biologia molecolare, il punto di partenza è Mendel e il suo esperimento con la pianti di piselli fino ad arrivare alle numerose mutazioni genetiche effettuate su topi e, in alcuni casi, su veri e propri essere umani.
Crescenzi espone una certezza: al giorno d'oggi siamo accompagnati da un idea, quella di essere gli esseri viventi privilegiati del pianeta, coloro che hanno il potere sul mondo e tutto ciò che li circonda. Questa filosofia antropocentrica ha sempre accompagnato l’uomo ma, da qualche secolo a questa parte le cose sono cambiate, il grande scienziato Charles Darwin affermava: «l'uomo è un prodotto casuale assieme alle altre creature che convivono con noi nel nostro pianeta.»
Darwin, insieme ad altri suoi contemporanei, è riuscito così a rivoluzionato l'idea che abbiamo del genere umano perché, come afferma Crescenzi, l’uomo non possiede quella superiorità che crede di avere. Infatti sono centinaia gli animali che non contraggono tumori, che riescono a far crescere i propri arti altri e che vivono una vita più longeva!
L’uomo osserva con fascino, ma vuole sempre di più, vuole diventare perfetto! Questo desiderio non è certo una novità, già le divinità antiche, con i loro poteri straordinari, ma anche i supereroi moderni, hanno espresso un desiderio radicato nell'umanità: l’immortalità.
La morte è qualcosa che logora l'interiorità umana. Come afferma Crescenzi l’uomo è l’unico essere che sa di dover morire, la consapevolezza è potenza ma allo stesso tempo maledizione. La conoscenza di un inevitabile destino continua a condizionare l’uomo ed è proprio questa condizione che lo ha spinto a desiderare di cambiare l’umano da “dentro” per cercare in tutti i modi di posticipare l’unica vera nemica: la morte.
Rimane lecito domandarsi se ciò che sta accadendo segua quella etica morale così difficile da spiegare ma alquanto radicata in noi, è veramente giusto spingersi come afferma l'autore, “ più in alto degli dei”?
Non esiste una risposta univoca, ma ciò che mi auguro è un uso consapevole e responsabile di quelle conoscenze che sono più grandi di noi affinché non si perda ciò che rende l'uomo umano: i sentimenti che prova, le abitudini e tutte le imperfezioni che la vecchiaia porta con sé. Rimane dunque un solo principio da conservare, che caratterizza la nostra specie e distingue il senso della nostra esistenza da quella di altre: l'amore .

      Battisti Emanuele Liceo Galileo Ferraris ( Torino, Piemonte )

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Alzi la mano chi cambierebbe la propria vita con quella di una stella marina. Di certo nessuno rinuncerebbe alla condizione di essere umano, con quel meraviglioso bagaglio di intelligenza, di coscienza, di emozioni che rende unica la nostra specie.
Eppure la stella marina possiede qualcosa di sorprendente che l’uomo non ha: la capacità rigenerativa. Il che significa che, in caso di amputazione di uno o più bracci, è in grado di farli ricrescere e di tornare in breve tempo come prima. Alcune stelle marine possono addirittura rigenerare l’intero organismo partendo dal singolo braccio staccato. L’uomo no. Non vedrà mai ricrescere un proprio arto amputato. Proprio mai? Forse sarebbe meglio dire “per ora”.
L’essere umano non è in assoluto il migliore animale del creato: ci sono specie che lo superano in longevità, forza, velocità, resistenza alle malattie. Tuttavia, grazie all’intelligenza e ai progressi della tecnologia, è riuscito a rimediare a molte sue fragilità.
Negli ultimi decenni, con la nascita della biologia molecolare e dell’ingegneria genetica, sono stati fatti passi da gigante in campo medico-scientifico.
Grazie al sequenziamento del DNA e all’avvento della terapia genica, i segreti della vita sono stati svelati ed è divenuto potenzialmente possibile eliminare, sostituire o riparare geni difettosi responsabili di gravi patologie, come le malattie genetiche o i tumori.
Fondamentale è l’osservazione delle specie più “fortunate” della nostra e delle peculiarità che vorremmo imitare: organismi capaci di rigenerarsi, ma non solo. Animali resistentissimi al cancro, come l’elefante o il ratto-talpa; altri che non invecchiano mai, come il cigno o la cinciallegra; altri ancora incredibilmente longevi, come la tartaruga del deserto.
Ma è davvero possibile pensare di modificare l’essere umano con l’obiettivo - o la presunzione - di migliorarne le caratteristiche? Un organismo estremamente complesso come il nostro, frutto di milioni di anni di evoluzione? Il tutto senza rischiare di danneggiarlo o di comprometterne il delicato equilibrio?
È quanto si chiede in questo libro Marco Crescenzi, una vita dedicata alla ricerca scientifica in ambito genetico, autorità indiscussa a livello mondiale nel campo della medicina rigenerativa e della trasformazione tumorale. Con un linguaggio semplice e uno stile coinvolgente l’autore si rivolge al lettore e dichiara: “Sembra una storia complicata? Sì, la biologia lo è molto.”
Ebbene, nonostante le enormi difficoltà, la manipolazione del genoma umano oggi non è più un sogno irrealizzabile o un’ipotesi fantascientifica. Tecnicamente è già possibile.
Naturalmente c’è un prezzo da pagare. La sperimentazione sull’uomo comporta problemi etici quasi insormontabili, oltre a elevatissimi rischi in termini di sicurezza, poiché le alterazioni genetiche generano spesso effetti indesiderati o mutazioni imprevedibili.
Ciò nonostante si va avanti: le prime sperimentazioni sono già state avviate. Il potenziamento della specie umana è un obiettivo troppo ambizioso e affascinante per non tentare di raggiungerlo.
L’uomo del futuro potrebbe dunque vivere più a lungo, resistere meglio alle malattie, mantenere inalterate forza e fertilità in età avanzata. Anche la sfera cognitiva e quella psichica potrebbero essere incrementate: più intelligenza, più memoria, maggiore empatia e attitudini sociali.
La strada dei superpoteri e dell’immortalità è stata intrapresa. Porterà davvero l’uomo “più in alto degli dèi”?

      Boetti Villanis Audifredi Pietro Francesco Liceo Massimo D' Azeglio ( Torino, Piemonte )

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“Più in alto degli Dèi. L’ingegneria genetica dell’uomo prossimo venturo” è un saggio che affronta il tema dell’ingegneria genetica e delle sue possibili applicazioni sull’essere umano. L’autore è un esperto nel campo della genetica molecolare e guida il lettore attraverso una serie di esperimenti e scoperte scientifiche che stanno aprendo la strada a un futuro in cui le capacità umane potrebbero essere amplificate in modi infiniti e prima d’ora impensabili. Il libro si addentra nei meccanismi della biologia molecolare e nelle biotecnologie più avanzate, mostrando come la manipolazione del DNA possa già oggi modificare le sorti di molti organismi viventi.
Vengono analizzati esperimenti che sono stati condotti su animali, dimostrando come sia possibile potenziarne, eliminarne o limitarne determinate caratteristiche, attraverso interventi mirati. Si passa da topi più longevi e resistenti alle malattie a scimmie geneticamente modificate, e ogni capitolo racconta delle scoperte che stanno rivoluzionando il panorama scientifico. L’autore non si limita a presentare a un lettore passivo i successi della ricerca, ma affronta, e fa sorgere in noi, anche domande che inevitabilmente sorgono quando si discute della possibilità di applicare simili tecnologie sull’uomo: “Quali sono i limiti etici della manipolazione genetica?” “È giusto intervenire sul DNA umano per migliorare le capacità cognitive, fisiche o la durata della vita?” L’autore pone queste domande senza pregiudizi, lasciando spazio a una riflessione più ampia, che si spinge sul destino dell’umanità.
Lo stile adottato è chiaro e accessibile, evitando tecnicismi eccessivi e rendendo il testo piacevole anche per chi non possiede una preparazione scientifica avanzata. Le spiegazioni scientifiche sono supportate da esempi concreti, cosicchè la narrazione scorre fluida, quasi come se fosse un romanzo, e tenendo alta l’attenzione del lettore. Nel libro ci si sofferma, oltre che sugli aspetti più tecnici, sulle implicazioni sociali e filosofiche di un futuro, non poi così lontano, in cui la modifica genetica diventa una pratica diffusa. L’ingegneria genetica, infatti, non riguarda solo la scienza, ma tocca profondamente i concetti stessi di umanità e di identità individuale.
Interessante e ammirevole è la capacità dell’autore di mantenere un equilibrio tra l’entusiasmo per le nuove e incredibili possibilità offerte dalla scienza, e la consapevolezza dei rischi, sconosciuti, che ne derivano. Viene inoltre affrontato il tema delle disuguaglianze che potrebbero emergere in una società in cui solo alcuni individui abbienti possono permettersi modifiche genetiche avanzate, e delle possibili conseguenze che si avrebbero sul piano evolutivo con l’unirsi delle modifiche genetiche naturali e artificiali. Il libro invita quindi a una riflessione ampia e articolata, spingendo il lettore a interrogarsi non solo su cosa sia possibile, ma anche su cosa sia eticamente giusto fare.

      Sorgon Simone Liceo Massimo D' Azeglio ( Torino, Piemonte )

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“Se decideremo di intraprendere questo cammino, forse Icaro non avrà bisogno della cera, per mettere le ali".
Icaro simboleggia la volontà, il desiderio e forse la fisiologica necessità dell'uomo di superare i propri limiti, di diventare altro da sé, superuomo. Il “cammino” di cui Crescenzi parla in “Più in alto degli dei” rappresenta il percorso che l'uomo dovrà compiere per soddisfare questa insaziabile ambizione, e che si concretizza nell’ingegneria genetica e nelle biotecnologie.
L'autore esamina dunque le potenzialità di queste nuove frontiere scientifiche e tecniche, presentandone al lettore le radici e la storia in modo completo, efficace e scorrevole, dagli inizi alle tecnologie più recenti come CRISPR. Si passano in rassegna diverse specie animali dalle capacità straordinarie, messe a confronto con le imperfezioni e i limiti biologici dell'uomo che dimostrano l'assurda supponenza della “concezione antropocentrica". Da questa conclusione l'autore indaga la possibilità di migliorare l'uomo attraverso la genetica, ad esempio per combattere i tumori o le malattie genetiche, ma anche per estendere la durata di vita o potenziare l'intelligenza, senza trascurare i problemi morali, le difficoltà e i pericoli di queste prospettive.
Nonostante il titolo del libro possa far pensare a un “delirio di onnipotenza" o a un elogio cieco al transumanesimo, elogio che prospetta e auspica scenari degni di opere di fantascienza, l'autore, in realtà, non si limita a contemplare la possibilità tangibile di realizzazione dei progetti biotecnologici (che sono stati già realizzati) ma analizza con spirito critico e argomentativo i rischi e le problematiche di questo “cammino", non solo morali ma anche sociali, economici ed esistenziali. Non è dunque un saggio solamente scientifico-tecnico, ma anche e soprattutto filosofico, etico e morale. Crescenzi riesce a mantenere un equilibrio tra l'entusiasmo per le innovazioni e le possibilità divulgate, e la consapevolezza delle complesse conseguenze che queste avranno sul destino dell'uomo. Un destino che tuttavia non è un indefinito e ovattato futuro, ma un vicino e chiaro presente. Il saggio, dunque, si configura come un richiamo urgente alla consapevolezza, e in quanto tale si dimostra molto efficace. Il lessico infatti risulta accessibile, tuttavia non generico o inaccurato scientificamente, ma privo di eccessivi virtuosismi tecnicistici. La trattazione teorica è accompagnata da sezioni di approfondimento e corredata di un utile glossario. La lettura è scorrevole e gradevole, i numerosi esempi ed esperimenti sono narrati in modo coinvolgente e si incastrano in modo coerente e naturale con il corpo centrale dell'argomentazione. Le riflessioni sono puntuali e profonde e considerano molte ipotesi e tematiche. Tuttavia, un limite evidente della trattazione è la mancanza di considerazione delle problematiche religiose legate alla manipolazione del genoma umano, che avrebbero potuto arricchire ulteriormente il dibattito etico.
In conclusione, "Più in alto degli dèi" offre una riflessione lucida sul potenziale dell’ingegneria genetica e le sue implicazioni per il futuro dell’umanità. L’autore intraprende un percorso affascinante tra scienza ed etica, senza mai trascurare i dilemmi morali che emergono da quanto trattato. Crescenzi invita il lettore a confrontarsi con il delicato equilibrio tra ambizione e responsabilità, offrendo una narrazione stimolante che invita a riflettere sul destino dell’uomo.

      Pisani Alessio Iiss Galileo Ferraris ( Molfetta, Puglia Nord )

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Hai mai sognato di volare?
Di vivere mille anni? Di sparare laser dagli occhi? di diventare un supereroe o un super dio? Se la tua risposta è affermativa, probabilmente hai bisogno di leggere questo libro, che dimostra, attraverso un linguaggio semplice e immediato, che si può; si deve; e si fa.

“L’uomo è su un cavo teso tra la bestia e il superuomo, un cavo al di sopra di un abisso”. Sono queste le splendide parole del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, che richiamano incessantemente la natura umana e il suo voler cambiare, esplorare le zone più ignote della realtà, migliorare…
E’ un obiettivo unico e intrigante, proprio come questo saggio scientifico di Marco Crescenzi che, non a caso, è intitolato “Più in alto degli dei”.

Viviamo, dunque, l'ottavo giorno della creazione non più da lontano, attraverso le lenti di un binocolo, ma più vicino che mai. Ciò è stato reso possibile grazie all’incessante sviluppo della moderna biologia molecolare che, partendo dalla teoria relativistica di Albert Einstein e dallo studio di particelle microscopiche, ha inaugurato l’analisi di complessi processi molecolari (come la sintesi proteica), di delicatissime tecniche di sequenziamento e di sistemi di ingegneria genetica (come il CRISPR) in modo da svelare il "segreto della vita": il DNA.

Ma perché cambiare? E’ inevitabile pensare. Pensare che l’uomo ha da tempo raggiunto i confini del sapere, le conoscenze che gli hanno permesso di primeggiare sulla Terra, di dominare le altre specie viventi, di torturare la Natura. Insomma abbiamo raggiunto un benessere quasi esagerato...
Cos’altro desideriamo di più?

Le apparenze ci hanno ingannato per anni e le motivazioni che spingono l’uomo nel proseguire il suo percorso conoscitivo sono numerose: siamo la specie più colpita da eventi tumorali, dall’invecchiamento precoce, da patologie e problemi di tutti i generi. Insomma siamo un animale più che imperfetto, che ha sfiorato per poco l’estinzione!
Siamo un ente naturale radicato e gettato nel mondo.
Siamo l’Homo sapiens humilis.

E siamo forse un pericolo?

La vita ci ha donato, però, un potere straordinario, con il quale ci siamo distinti sin da subito: l’intelligenza!
C’è chi ha già in mente l’utilizzo delle nuove tecnologie per amplificare i sensi (è meraviglioso l’esempio di Neil Harbisson, che si è letteralmente impiantato nella corteccia cerebrale un’antenna!); C’è chi, invece, è scettico per alcune conseguenze collaterali di tali pratiche.
C’è chi non rinuncia a studiare i super poteri del mondo animale e gli effetti che alcuni esperimenti procurano loro (come il topo Doogie o INK-ATTACK, le cavie preferite dai biologi) in modo da imitarli. C’è chi presume la creazione di una nuova specie umana o chi per questioni etiche e religiose preferisce astenersi.

Insomma, il vaso di pandora è ormai stato aperto; Ma a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità…
La nostra curiosità e creatività saranno in grado di farci trasumanare? di “migliorare” l’ormai vecchio homo sapiens sapiens?

      Storelli Federica Liceo Scientifico Statale " A. Scacchi " ( Bari, Puglia Nord )

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L’uomo, spinto dal suo delirio di onnipotenza e dalla consapevolezza della propria fragilità, ha sempre cercato di emulare l’eternità degli dèi. È vero: la sua intelligenza lo ha eletto fra gli esseri senzienti, permettendogli di raggiungere traguardi impensabili. Negli ultimi centocinquant’anni, l’umanità è passata da una condizione di estrema arretratezza a una realtà degna del miglior romanzo di Isaac Asimov. Tuttavia, questo progresso non può far dimenticare che la stessa mente che lo ha portato a simili conquiste è anche la mente che lo ha quasi condotto all’autodistruzione. Due guerre mondiali, stermini di massa, proliferazione di armi atomiche: l’uomo ha sterminato la propria specie con una freddezza che nessun altro essere vivente avrebbe concepito. Questa breve analisi storica ci pone davanti a un quesito cruciale: sarà mai in grado l’uomo di gestire il progresso tecnico-scientifico per il bene della sua specie? O la sua presunzione, il desiderio quasi divino di superare ogni limite, lo porterà oltre il punto di non ritorno, fino a spazzarlo definitivamente da questa terra? Le sue ceneri diventeranno il monito e il fondamento per la nascita di una nuova specie, meno arrogante e meno convinta di poter piegare l’universo alla propria volontà? Marco Crescenzi affronta questi interrogativi in “Più in alto degli dèi L’ingegneria genetica dell’uomo venturo”, un saggio che analizza il potere crescente dell’uomo sulla propria natura e sulle leggi della vita stessa. Se da sempre l’umanità ha cercato di cambiare il proprio destino, oggi la scienza gli offre uno strumento che sembra rendere questa ambizione realtà: la possibilità di riscrivere il codice genetico, di modellare corpo e mente a piacimento, di scegliere la propria eredità biologica. Ma è davvero possibile sfuggire al proprio destino? L’uomo nasce con un futuro già scritto nei suoi geni, la sua esistenza è segnata fin dal primo giorno di vita: ogni istante che passa è un passo in meno verso il suo termine. Senza la capacità di immaginare, l’uomo sarebbe l’essere vivente più fragile sulla Terra. Ed è proprio la sua immaginazione a spingerlo a cercare rimedi per sconfiggere la morte. La sua intelligenza gli permette di ingannare la nera signora, di ritardare il suo abbraccio, ma non di sfuggirle. E qui sorge il dilemma: l’ingegneria genetica sarà davvero il mezzo per trascendere la condizione umana o non farà altro che prolungare un’illusione? Crescenzi affronta questi temi con un approccio che unisce scienza, filosofia e storia, senza mai cadere in facili entusiasmi o cupe profezie. “Più in alto degli dèi” è un libro che obbliga il lettore a riflettere sul futuro dell’umanità e sulle implicazioni profonde del progresso tecnologico. Se l’uomo sarà in grado di superare il proprio limite o se finirà per esserne vittima, resta una domanda aperta. Ma una cosa è certa: nel suo tentativo di raggiungere l’eternità, il rischio più grande è quello di perdere se stesso.

      Zuccaro Francesco Liceo Scientifico Statale " A. Scacchi " ( Bari, Puglia Nord )

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Attraverso l’opera “Più in alto degli Dei. L’ingegneria dell’uomo prossimo venturo” dell’italiano Marco Crescenzi, ci si proietta in un futuro dove l’uomo non è più semplicemente quello prettamente biologico, ma una creatura potenziata e manomessa dalla tecnologia. Crescenzi, ci fa riflettere sull’evoluzione della figura dell’uomo e sulle ripercussioni etiche, filosofiche e sociali di una tecnologia dalla capacità di mutare l’essenza stessa della natura umana.

Il libro si apre con un’introduzione all’ingegneria del futuro e allo stesso tempo studia il futuro dell’ingegneria. Crescenzi tratta il campo da una prospettiva multidisciplinare, combinando scienza, filosofia, ed etica. Il libro non si limita a suggerire come cambieranno le cose nel campo tecnologico, ma chiede inoltre come tali cambiamenti influenzeranno la nostra identità, le nostre relazioni sociali e il concetto di nascere “umani”.
“Più in alto degli Dei” vuole dire vuole dire abbattere il confine tra l’uomo e il Divino, elevando le nostre vite a un nuovo ordine di grandezza, quasi divinizzandoci attraverso la tecnologia.

Crescenzi analizza lo sviluppo della biotecnologia, che ci permetterà di correggere difetti genetici o allungare la vita, e persino neuroscienze, che forse un giorno potrebbero decentrare il potenziamento cognitivo.
Crescenzi considera anche un’opzione in cui l’intelligenza artificiale viene integrata nel corpo umano, portando l’uomo ad un grado di simbiosi perfetta con la macchina. Ma la simbiosi non riguarda solo la componente fisica: l’autore riflette anche sul lato spirituale e psicologico, su come una persona “potenziata” può affrontare la sua esistenza ed emozioni in un mondo in cui la mortalità e limitazione biologica dipendono dall’uomo.

Il libro mette in discussione il concetto di “umanità”. L'autore ci spinge a immaginare una società in cui la tecnologia è parte integrante della nostra identità, e non più un semplice strumento.
Nonostante ciò, il libro presenta alcune ambiguità. Crescenzi scruta a fondo le straordinarie potenzialità del progresso tecnologico, ma non trascura nemmeno le sfumature tecniche di un futuro che potrebbe facilmente sfuggire di mano.

Leggendo il libro, il lettore si trova a porsi molte domande, non solo in merito alle scelte morali dell’autore, ma anche sui temi più ampi, quali la libertà umana, la responsabilità sociale e le disuguaglianze che potrebbero essere provocate da uno sviluppo tecnologico incontrollato.

In conclusione, “Più in alto degli Dei” mi ha colpito molto perché è un’opera che unisce scienza, filosofia e riflessione sociale in un modo avvincente e stimolante. Marco Crescenzi ci dona un libro che non solo stupisce sulle potenzialità del futuro tecnologico, ma è incentrato sulla possibilità e sull’importanza delle scelte che faremo come società o come esseri umani.

      Cigarini Alessandro Liceo Scientifico " C. De Giorgi " ( Lecce, Puglia Sud )

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Questo libro è ben più di quello che leggerete.
“Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.”
Nel suo saggio “Più in alto degli dei”, l’autore Marco Crescenzi, già stimato medico ricercatore e dirigente presso l’Istituto Superiore di Sanità, ci prende per mano accompagnandoci in un viaggio straordinario che parte dagli albori della ricerca genetica. Grazie alla sua penna, così attenta e competente ma che strizza l’occhio anche ai non esperti, Crescenzi ci racconta cento anni di ricerche, di scoperte, di pionierismo scientifico che hanno portato a risultati rivoluzionari e a volte sconvolgenti. Dai primi articoli di Einstein sull’atomo (1905) e la teoria della relatività (1916), in meno di un secolo siamo arrivati alla scoperta del DNA e della sua struttura. Che si sia pratici di genotipi e fenotipi, di eliche complementari e sintesi proteiche o meno, con le sue spiegazioni, l’attenta cronologia dei fatti, esempi semplici e di quotidiana osservabilità, l’autore ci guida in un sentiero di sapere e consapevolezza che spalanca poi le porte a ragionamenti e considerazioni che i limiti della carta non possono contenere.
“…potrai mangiare di tutti gli alberi…ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente ne moriresti” disse Dio all’uomo consegnandogli il giardino dell’Eden. Tutti sanno come andò a finire, non serve essere credenti per conoscere il finale della storia. Ciò che rende l’uomo il primo tra gli esseri viventi infatti, non è di sicuro la forza fisica, né la resistenza e neanche l’immunità alle malattie, ce lo spiega molto bene Crescenzi; no, quello che ha reso l’uomo unico è la curiosità, capace di innescare la scintilla che ha acceso quel fuoco chiamato intelligenza. Dalla prima selce scheggiata milioni di anni fa, alla manipolazione genetica oggi, l’uomo ha da sempre cercato la “conoscenza” per avvicinarsi all’idea stessa di Dio: quell’ “ignoto”, che una volta svelato, dà accesso al potere del bene e del male. Oggi abbiamo in mano il potere di Dio e siamo in grado di manipolare una vita ancor prima che “ci sia vita”. Conoscendo la materia, la sua origine, la sua mutabilità è possibile “fare e disfare” per creare esseri sempre migliori e assicurare al genere umano un posto lassù, nell’Olimpo, “più in alto degli dei”. Ma è giusto farlo? E’ etico manipolare la casualità con cui Madre Natura ha trasformato quell’ominide nell’individuo che oggi le ha strappato le chiavi della vita? E se sbagliassimo “la ricetta”? Se oltrepassassimo il confine dell’etica creando dei bellissimi, intelligentissimi e immortali super-uomini, saremmo finalmente felici? L’appiattimento di una perfezione totale, non potrebbe essere una condanna a una vuota eternità? E se dovessimo trovare la ricetta perfetta, saremmo in grado di gestirla in modo responsabile facendone un bene comune? Se la “perfezione genetica” fosse un bene per pochi, la terra non rischierebbe di ritrovarsi popolata da superuomini perfetti e dai loro “schiavi” dal patrimonio genetico “ordinario”? Sarebbe il caos. Questa prospettiva, così anti-etica e distopica è aberrante! Riflettiamo attentamente prima di oltrepassare quel confine. E’ la nostra coscienza a suggerircelo. Non cediamo con leggerezza alla nostra curiosità. Quello che c’è al di là potrebbe non piacerci. Peggio ancora! Potrebbe non esserci ritorno.

      Frisenda Ludovica Liceo Scientifico " C. De Giorgi " ( Lecce, Puglia Sud )

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“Quando vedi qualcosa che è tecnicamente attraente, procedi e la fai, e discuti su come gestirla solo dopo aver ottenuto il tuo successo tecnico.” Queste sono parole del fisico americano J.R. Oppenheimer, globalmente noto come il padre della bomba atomica. Un secolo dopo, la brama di onnipotenza che caratterizza la nostra specie continua ad ardere imperterrita, incurante degli errori passati: il vaso di Pandora è stato scoperchiato ancora una volta. Al contrario della bomba atomica, ordigno devastante di morte e distruzione, l’ingegneria genetica punta a un decisivo miglioramento delle condizioni di vita umane, ma vi è una diffidenza generale sugli effetti che un tale “salto nel vuoto” potrebbe comportare. Sia che la millenaria ricerca della chiave per l’immortalità sia il vostro Sacro Graal, o che semplicemente vi chiediate quali siano i progressi scientifici nel campo della telecinesi, concorderete sul fatto che “Più in alto degli dèi: L’ingegneria genetica dell’uomo prossimo venturo” possa essere la via per placare la vostra sete di conoscenza. Il rinomato ricercatore Marco Crescenzi, con la sua opera divulgativa “Più in alto degli dèi: L’ingegneria genetica dell’uomo prossimo venturo”, pubblicata nel 2024 dalla casa editrice “Mondadori”, tratta una delle questioni bioetiche più spinose del nostro secolo: il vertiginoso progresso della Scienza nel campo genetico e i suoi effetti, che si prospettano nettamente determinanti per il nostro futuro in quanto Specie Umana. La disinformazione delle masse su tale argomento è lampante: i margini tra realtà e fantascienza sono terribilmente sfocati, ed è nostra responsabilità informarci su un tema che riguarda ognuno di noi in prima persona. Quest’opera divulgativa annienta la visione antropocentrica del lettore, mettendolo davanti ai limiti biologici che risultano fatali per l’umanità intera: l’invecchiamento, una ridotta capacità di rigenerazione, un’elevata tendenza a sviluppare tumori. Questi terribili fattori ci inchiodano a un tragico destino di sofferenza e mortalità, davanti al quale il nostro spiccato intelletto ha potuto a malapena ribellarsi nel corso di secoli di evoluzione. In fondo, è una ben magra consolazione la “straordinaria” intelligenza umana se comparata alla relativa immortalità di tanti altri esseri viventi. A che fine siamo stati dotati della Ragione, se non per farci disperare per la nostra precarietà esistenziale? L’ingegneria genetica nasce dalla nostra volontà intrinseca di riscattarci come specie, spingendo al limite le nostre condizioni esistenziali pur di sopravvivere. Citando lo stesso Crescenzi, usare la genetica “sarebbe ancor più che alleviare le sofferenze: significherebbe creare un nuovo modo di esistere”. Naturalmente è impossibile tralasciare i problemi etici della questione, come gli enormi pericoli che la manipolazione genetica comporta. “Più in alto degli dèi” è adatto a chiunque, in particolare a coloro che si affacciano per la prima volta al mondo dell’ingegneria genetica: ogni argomento viene spiegato più che esaustivamente attraverso grafici, vivide immagini a colori e uno stile accattivante. Qualora si volesse ulteriormente approfondire un aspetto trattato, a fine libro sono presenti: un ampio glossario, i riferimenti bibliografici e le fonti iconografiche. Se desiderate avere un’anteprima su una delle rivoluzioni scientifiche che a brevissimo renderà ognuno di noi protagonista, l’opera divulgativa di Crescenzi è per voi una lettura d’obbligo.

      Hoxha Amela I.i.s.s. " Leonardo Da Vinci " ( Maglie, Puglia Sud )

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E se potessimo diventare qualcosa di più che semplici esseri umani? E se la scienza ci offrisse il potere di riscrivere il codice della vita, trasformando i nostri limiti in possibilità straordinarie? “Più in alto degli dèi” di Marco Crescenzi è un viaggio nell’universo dell’ingegneria genetica, dove i confini tra scienza e fantascienza si confondono. L’autore esplora le possibilità offerte dalla genetica molecolare, analizzandone i successi, le potenzialità e i rischi etici. Il libro si articola in otto capitoli, ognuno dei quali approfondisce aspetti fondamentali della biologia molecolare e delle sue implicazioni. La prima parte introduce il desiderio umano di trascendere i limiti biologici, richiamandosi a opere letterarie come “Le particelle elementari” di Houellebecq e “L’Epopea” di Gilgamesh. Crescenzi cita, inoltre, “Cuore” di Edmondo De Amicis per sottolineare quanto i progressi medici abbiano trasformato la vita umana negli ultimi due secoli: “Da bambino, leggendo il libro Cuore, mi chiedevo come mai tutti si allarmassero così tanto se uno degli scolari rimaneva a casa con la febbre e perché potesse trovarsi addirittura ‘in pericolo di vita’. Non sapevo che fra la mia epoca e quella di De Amicis era intercorsa la rivoluzione degli antibiotici”. Questo confronto tra passato e presente evidenzia non solo l’impatto della medicina tradizionale, ma anche il potenziale della genetica nel trasformare la qualità della vita per le generazioni future. La sezione centrale analizza le scoperte scientifiche che hanno rivoluzionato la biologia molecolare: dalla scoperta della struttura del DNA nel 1953 all’invenzione delle tecniche di editing genomico, come CRISPR, che l’autore definisce “una tecnologia straordinaria per modificare i geni con semplicità e precisione disarmanti”. Questi progressi sono contestualizzati con esempi concreti, come i vaccini a RNA contro il SARS-CoV-2, la terapia genica per patologie genetiche come la distrofia muscolare di Duchenne e l’uso di batteri modificati per produrre farmaci essenziali. Un altro aspetto centrale è l’analisi dei limiti biologici dell’uomo e il confronto con altre specie, che spesso eccellono in caratteristiche come resistenza, longevità e capacità rigenerative.
Crescenzi sottolinea come la biologia molecolare potrebbe colmare queste lacune, permettendo di immaginare un futuro in cui l’uomo diventi “più forte, più longevo, quasi un superuomo”. Tuttavia, l’autore non nasconde i pericoli di tali sviluppi, dedicando un capitolo ai dilemmi etici e ai rischi ecologici e sociali, come le derive eugenetiche. Crescenzi alterna spiegazioni tecniche dettagliate, utili per i lettori con una base scientifica, a esempi concreti e riferimenti culturali che aiutano a rendere comprensibili anche i concetti più complessi. Citazioni di premi Nobel, esperimenti pionieristici e aneddoti storici arricchiscono il testo, rendendolo non solo informativo ma anche piacevole da leggere. “Più in alto degli dèi” è un libro stimolante che pone domande cruciali sul futuro dell’umanità e sul ruolo della scienza nel trasformare i nostri limiti in possibilità. La chiarezza espositiva di Crescenzi, unita alla sua vasta competenza scientifica, rende il testo un punto di riferimento per chiunque voglia comprendere il potenziale e le sfide della genetica molecolare. Un libro che non solo informa, ma invita a riflettere, spingendo il lettore a immaginare un futuro dove l’uomo possa effettivamente mirare “più in alto degli dèi”.

      Provenzano Clarissa Liceo Scientifico E Linguistico " G.c. Vanini " ( Casarano, Puglia Sud )

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La nostra mente è consapevole della fragilità e della provvisorietà del corpo fisico che ci ospita. È naturale, quindi, che l’uomo aspiri a trascendere i limiti biologici del proprio corpo. Oggi, grazie ai progressi scientifici, esistono opportunità che sembrano avvicinarsi a questa possibilità, come la creazione di facoltà straordinarie, superpoteri o longevità. Una di queste opportunità si trova nelle tecnologie basate sulla moderna biotecnologia molecolare, che offre prospettive straordinarie ma comporta anche gravi pericoli e problematiche. Tra le innovazioni più rilevanti c’è la tecnologia del DNA ricombinante, che permette di prelevare segmenti di DNA da fonti diverse e di ordinarli, per offrire la possibilità di eliminare le malattie ereditarie. Questa tecnologia potrebbe aprire nuove strade in biomedicina, ma solleva anche notevoli preoccupazioni. La possibilità di eliminare le malattie genetiche , attraverso approcci come la terapia genica, potrebbe ridurre drasticamente la sofferenza umana ma se abusata da malintenzionati potrebbe creare seri problemi all’umanità . Il libro è un’opera letteraria che affronta queste tematiche particolarmente complesse come la ricerca della perfezione e gli effetti della manipolazione genetica sull’umanità. Con una narrazione coinvolgente e ben costruita, Crescenzi esplora la vulnerabilità dell’uomo, le sue aspirazioni più intime, e le domande esistenziali che ci riguardano tutti, invitando il lettore a confrontarsi con le proprie convinzioni sulla vita, sulla scienza e sulla natura dell’essere umano. Al centro della scena c’è la questione più discussa dei nostri tempi : cosa potrebbe determinare una modifica al nostro DNA. L’opera non racconta una storia di fantascienza, ma presenta esperimenti concreti e solleva interrogativi morali, filosofici ed etici, invitando il lettore a riflettere sul futuro dell’umanità in un’era in cui la biotecnologia è in continua evoluzione e riesce a intervenire e trasformare la natura umana. L’autore si chiede se l’uomo sia pronto per assumersi questa enorme responsabilità che deriva dal poter modificare la propria genetica, alterando così i tratti che ci definiscono esseri viventi. Descrive un futuro in cui gli uomini sono capaci di oltrepassare la loro condizione di esseri mortali, diventando creature trasformabili , progettate in laboratorio. In tale contesto,l’individuo perderebbe la sua libertà di autodeterminazione e sarebbe costretto a vivere in una società dove il valore di una persona dipende dalla sua struttura genetica. Il suo lavoro ci invita a guardare oltre, a prendere sempre in considerazione le conseguenze e le ripercussioni legate alle decisioni scientifiche che l'umanità sta affrontando. La manipolazione genetica, tema centrale dell’opera, ci spinge a riflettere sul futuro e sulla capacità di governare il nostro destino senza compromettere ciò che rende unica la nostra natura biologica e sociale. Con una scrittura profonda e meditativa, l’autore ci sollecita a non dare nulla per scontato e a porre attenzione alle scelte che stanno definendo il nostro percorso, sia come individui che come collettività. Alcuni ritengono che la manipolazione degli esseri viventi sia una pericolosa aberrazione e che dovremmo evitarla a tutti i costi. Nel libro, infatti, sono presenti i più importanti esperimenti discussi al vertice internazionale sulle modifiche genetiche umane. Progresso o follia?

      Alberghina Viola Liceo Scientifico A.pacinotti ( Cagliari, Sardegna )

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Esistono numerosi libri e film nei quali viene scoperto il segreto dell’immortalità o dell’invincibilità, come ottenere una forza fuori dal comune o un’intelligenza sopra la media. Molti credono che abbiano perso il loro fascino e perciò hanno smesso di guardarli. E se invece scoprissimo che tutto ciò potrebbe essere possibile in un futuro prossimo? Il libro dello scrittore Marco Crescenzi “Più in alto degli dei” (pubblicato nel 2024 da Mondadori) tratta questi e altri temi attuali e controversi. L’argomento è l’ingegneria genetica, una scienza relativamente recente e inesplorata che si basa sullo studio del DNA e dei geni, per riuscire a mutarne le caratteristiche e conferire nuove qualità alle cellule in cui vengono inseriti. Nonostante ad un lettore inesperto questi temi possano sembrare ostici e poco interessanti, l’autore riesce a renderli accattivanti perchè fornisce spiegazioni chiare e coincise, accompagnate da immagini esplicative che consentono di comprenderne il contenuto, anche laddove utilizza un linguaggio scientifico. La mente umana è l’unica in grado di concepire la morte non come un’opzione, bensì come una certezza, e poichè siamo consapevoli del nostro destino è naturale che l’essere umano aspiri sempre a migliorarsi valicando i limiti del proprio organismo. Gli scienziati hanno scoperto il “segreto della vita”, ossia il DNA e hanno anche capito come cambiarlo a proprio piacimento. È davvero possibile migliorare il corpo umano, quel corpo che riteniamo perfetto, superiore a quello di qualsiasi altro essere vivente, che è frutto di un’evoluzione durata milioni di anni? In realtà non siamo migliori degli altri esseri viventi e anzi, molte delle nostre caratteristiche potrebbero essere migliorate imitando le specie animali che possiedono le peculiarità che ci mancano, ad esempio l’immunità ai tumori o alle malattie ereditarie, un’aspettativa di vita, una forza, una memoria, un’intelligenza maggiori. Ma fino a dove possiamo spingerci? Se vi state immaginando un mondo nel quale l’uomo sarà veramente perfetto grazie ai miglioramenti genetici, purtroppo tutto ciò è ancora lontano. L’autore, infatti, espone i vantaggi che l’ingegneria genetica potrebbe fornirci, ma esamina anche gli eventuali pericoli, gli effetti collaterali per la salute o addirittura la creazione di una nuova specie, con conseguenti dilemmi etici, emarginazione sociale, disuguaglianze, divisione in caste e razzismo. Ci sono numerose incognite: se migliorare una determinata caratteristica significasse peggiorarne un’altra? Se modificassimo il nostro cervello potremmo mantenere la nostra identità? E se davvero riuscissimo a realizzare uomini perfetti, sarebbe davvero un miglioramento per la società o solo un delirio di onnipotenza? Forse i rischi sono superiori ai vantaggi che ne deriverebbero e ciò che adesso ci sembra una condizione favorevole potrebbe rivelarsi svantaggiosa in futuro. Crescenzi mostra al lettore anche l’altra faccia della medaglia, senza riportare un dipinto totalmente positivo, bensì il ritratto della realtà, con pregi e difetti. L’uomo ha davvero l’autorità di prendere una decisione che cambierà le sorti dell’umanità? Questo libro non fornisce le risposte a tutte le domande, poichè, come afferma l’autore:“la storia ci insegna che le previsioni sul futuro sono fallaci”, ma sicuramente stimola la nostra curiosità e il desiderio di conoscere. E perciò perché non leggerlo per saperne di più?

      Madedddu Aurora Liceo Classico E Scientifico Euclide ( Cagliari, Sardegna )

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“La creatura di Frankenstein non ci spaventa perché è pericolosa, lo fa perché non la conosciamo.”
Questa frase potrebbe riassumere l’approccio dell’essere umano nei confronti della modificazione del nostro genoma.
Effettivamente quando non si conosce qualcosa, tendiamo ad allontanarla perché partiamo dal presupposto che sia dannosa per noi, e questo la nostra specie lo ha confermato ampiamente durante il corso dei secoli.
Come ci spiega Crescenzi all’interno di questo libro, molte di quelle che sono le paure riguardo queste nuove tecnologie, sono remote, ma nonostante ciò, è chiaro che ci siano dei rischi da non sottovalutare.
Anche perché, se ci pensiamo bene, qualsiasi cosa nelle mani delle persone sbagliate e con un utilizzo errato può risultare nefasta, e questa nuova ingegneria genetica non si esime da ciò.
Se da una parte dobbiamo riferirci con cautela a queste nuove scoperte, d’altra parte esse potrebbero risultare un elemento fondamentale per l’evoluzione umana.
Basti pensare a quante malattie genetiche potrebbe risolvere la Crispr-CAS9, e far migliorare non solo la qualità di vita delle persone di oggi, ma anche quella delle generazioni future.
Nonostante ciò capisco perché ad oggi è vietato utilizzare la terapia genetica per modificare il DNA della linea germinale, ovvero le cellule che sono utilizzate per la riproduzione, si potrebbero infatti trasportare errori nell’utilizzo di queste nuove tecnologie a generazioni future andando inevitabilmente a modificare per sempre il genoma umano.
Questo causerebbe non pochi problemi di tipo etico o religioso, difatti con questo sistema si potrebbero anche decidere tutte le caratteristiche del nuovo nascituro, pensiero che ci attrae ma allo stesso tempo ci provoca un senso di inquietudine che ce ne fa allontanare.
“Vi piacerebbe vivere con la sicurezza di non divenire un giorno invalidi, e magari essere difesi da malattie di organi di importanza primaria?”
Ho pensato tanto alla risposta a questa domanda posta ai lettori del libro, e a primo impatto potrebbe risultare scontata.
Piacerebbe a tutti che in futuro si possa vivere lontani da queste malattie e in salute il più a lungo possibile, facendo riferimento anche ai nostri cari e a quanto li vorremmo tenere sempre vicino a noi.
Se invece pensiamo alla possibilità così lontana, ma allo stesso tempo così vicina di poter vivere per sempre non sono sicura di dare la stessa risposta, la vita è come un giro sulle montagne russe, bello e adrenalinico ma solo perché è relativamente breve.
Non mi piacerebbe vivere una vita infinita, credo che tolga proprio il senso di “cogliere l’attimo”, facendoci condurre un’esistenza perennemente vissuta con il sentimento di voler rimandare tutto poiché tanto il nostro tempo sarebbe infinito.
Oltretutto è chiaramente un argomento delicato, questa scelta non ricadrebbe solo su di noi ma anche sulle nostre generazioni future e dunque siamo così sicuri di voler prendere questa responsabilità immane?
Voglio assegnare a questo libro una valutazione di 9/10, tenendo conto del contenuto, che è spiegato in maniera minuziosa anche per chi non è esperto nel campo delle biotecnologie e della genetica, riuscendo così a comunicare un messaggio completo e chiaro.

      Putzu Giovanni Istituto Di Istruzione Superiore ' G.brotzu' ( Quartu Sant' Elena, Sardegna )

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“…possedendo la coscienza della fragilità e provvisorietà del proprio guscio, è naturale che la nostra mente aspiri da sempre a trascendere i limiti biologici del corpo che lo ospita…” Marco Crescenzi apre così il suo libro, un viaggio nel mondo della genetica e dell’ingegneria genetica. L’opera di Crescenzi offre un’analisi approfondita del potenziale della manipolazione genetica, soffermandosi sul dilemma della manipolazione del gene umano.
“Più in alto degli Dei, l’ingegneria dell’uomo prossimo venturo” può essere diviso in varie sezioni: in una prima parte viene raccontata la storia della genetica, dai primi esperimenti Mendeliani al complesso ed efficace sistema CRISPR per poi concentrarsi sul tema principale dell’opera ossia le applicazioni della genetica sull’uomo, analizzata da un punto di vista scientifico ed etico sociale.
Si può dire che il libro di Crescenzi non intende essere un elenco di risposte, bensì un’esplorazione di domande nelle quali vengono infatti messe in discussione le applicazioni dell’ingegneria genetica e le possibili conseguenze: È corretto modificare l’uomo per renderlo migliore? Quali sono i rischi nel limitare l’uso di queste tecnologie a pochi? Si creerebbero scontri e disparità? L’uso di queste tecnologie segnerebbe la nascita di una nuova specie umana? Il pieno controllo sulla nostra natura significherebbe la fine del concetto di essere umano? Queste sono solo alcune delle domande che il libro si pone di indagare, e che effettivamente affronta in modo chiaro, senza però dare a noi lettori risposte facili e scontate. L’intento dell’autore è un invito a riflettere su temi morali e sociali di notevole dimensione e importanza.
Dal punto di vista stilistico il libro è accessibile anche ai lettori meno esperti, pur trattando tematiche scientifiche complesse, grazie ad uno stile chiaro e per certi versi accattivante che si fonde con la tecnicità del linguaggio scientifico.
Proprio questa capacità espressiva rende possibile per l’autore conciliare gli argomenti strettamente scientifici ad analisi e riflessioni filosofiche, l’equilibrio tra questi due aspetti è ciò che rende questo testo affascinante e per la maggior parte della lettura scorrevole, per quanto alcuni passi richiedano comunque una certa attenzione per essere compresi pienamente.
Sono inoltre presenti diversi “box” che racchiudono la spiegazione di vari termini specifici utilizzati, ed un utile glossario alla fine del libro.
L’obiettivo a cui aspira Marco Crescenzi è di portare il lettore alla scoperta del mondo dell’ingegneria genetica senza mai sbilanciarsi troppo tra dialogo scientifico e filosofico, anzi riuscendo a mediare i due punti di vista, dando vita così a una lettura ottima per chi vuole approcciarsi all’argomento, ma non per questo meno dettagliata o curata. Rimane però il fatto che la serietà e la poca praticità (difatti a tutti i quesiti che ci vengono posti, le soluzioni pratiche che il libro dà non sono tante) potrebbero deludere un lettore in cerca di un testo leggero. In conclusione, sento di dover consigliare la lettura di questo libro a chiunque sia desideroso di fare un tuffo nel mondo della genetica, alla scoperta di tecnologie straordinarie e di teorie particolarissime che, per quanto possano sembrare fantascienza, non sono altro che figlie della moderna, strana eppure così importante scienza: la genetica.

      Bettega Simone Liceo Scientifico " Leonardo Da Vinci " ( Trento, Trentino-alto Adige )

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Più in alto degli dèi - L'ingegneria genetica dell'uomo prossimo venturo di Marco Crescenzi: da Mendel ai "superumani", siamo pronti a ciò che ci attende?
L'essere umano è l'unico animale consapevole della propria mortalità e, proprio per tale motivo ha sempre cercato un modo per sfuggire a questo terribile fato. L'ingegneria genetica e le di tecnologie sviluppate grazie a essa, rappresentano una delle frontiere più affascinanti e controverse di questa ricerca. Ma fino a che punto può spingersi la scienza? E, soprattutto, quali sono i risvolti etici nel farlo? Questi interrogativi sono al centro di : Più in alto degli dèi - L'ingegneria genetica dell'uomo prossimo venturo di Marco Crescenzi, un saggio che ripercorre l'evoluzione della genetica fino alle più recenti innovazioni nel campo delle biotecnologie.
Marco Crescenzi, l’autore del saggio, è laureato in medicina, ed è ricercatore nel campo della biologia molecolare, egli si dedica alla divulgazione con l'obiettivo di rendere comprensibili tematiche complesse a un pubblico più ampio, combinando conoscenze consolidate dalla ricerca ad un linguaggio preciso ma di fruizione comune.
L'autore guida il lettore in un viaggio che parte dagli esperimenti di Mendel fino alla rivoluzione del sistema CRISPR (elemento alquanto ricorrente all'interno del libro), spiegando in modo chiaro come la genetica abbia trasformato la nostra comprensione della vita. L'autore arricchisce la narrazione con box tematici, rendendo il testo più accessibile e più completo nel suo scopo divulgativo.
All' interno del saggio vengono inoltre analizzate le strategie adottate dalla natura per combattere le più svariate problematiche. Molti esempi sono tratti dal mondo animale, l’autore mostra come alcune specie possiedono caratteristiche incredibili, come la rigenerazione di arti, una straordinaria resistenza alle mutazioni e meccanismi di invecchiamento più efficaci.
L'ultima parte del libro affronta il tema del transumanesimo, esplorando tecnologie che potrebbero potenziare le capacità umane ed espandere i suoi orizzonti : dall'interfaccia neurale di Neuralink ai controversi esperimenti di He Jiankui. Crescenzi racconta queste innovazioni senza sbilanciarsi, lasciando spazio alla riflessione personale del lettore sui risvolti positivi e negativi di tali progressi. Non si tratta di un'esaltazione della biotecnologia né di una condanna allarmistica al progresso che avviene in maniera sempre più rapida in questo settore: l'autore presenta i fatti con precisione e invita il lettore a riflettere sulle possibili conseguenze future. Lo stile è chiaro e scorrevole, anche se in alcuni punti la terminologia scientifica può risultare complessa per chi non ha basi nel campo della biologia. In sintesi penso che questo saggio sia molto completo sia dal punto di vista divulgativo, che da un punto di vista prettamente intellettuale in quanto offre molti spunti e idee su cui il lettore è invitato a ragionare.

      Imperiale Samuele Liceo Andrea Maffei ( Riva Del Garda, Trentino-alto Adige )

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Marco Crescenzi, Più in alto degli dèi. L’ingegneria genetica dell’uomo prossimo venturo, Mondadori, Milano, 2024, pp. 176, € 24,00.
Marco Crescenzi, medico e ricercatore di fama internazionale, affronta nel suo saggio Più in alto degli dèi un tema di straordinaria attualità: l’ingegneria genetica e il suo impatto sul futuro dell’umanità. L’autore, grazie alla sua lunga esperienza nel campo della biologia molecolare e della medicina rigenerativa, guida il lettore attraverso le possibilità straordinarie che la scienza moderna offre per potenziare l'essere umano, rendendolo più forte, resistente alle malattie e persino più longevo. Tuttavia, Crescenzi non si limita a delineare un quadro ottimistico: il libro esplora anche i rischi etici, sociali e ambientali di questa nuova frontiera scientifica.
L’essere umano, fragile e imperfetto, si è sempre illuso di essere il culmine dell’evoluzione. Con Più in alto degli dèi, Marco Crescenzi demolisce questa visione antropocentrica, offrendo al lettore uno sguardo lucido e provocatorio sulle possibilità aperte dall’ingegneria genetica. Il tema centrale non è soltanto il miglioramento dell’uomo, ma la responsabilità di definire che cosa significhi “essere umano” in un’epoca di progresso scientifico senza precedenti.
Il libro è un viaggio che esplora il confine tra scienza e immaginazione, una frontiera dove il desiderio di superare i limiti biologici si intreccia con dilemmi etici e filosofici. Crescenzi, con uno stile semplice e accessibile, riesce a catturare l’attenzione del lettore attraverso aneddoti scientifici avvincenti e interrogativi universali. Tratta di esperimenti che sfidano i principi evolutivi darwiniani, tecnologie come CRISPR che promettono di riscrivere il codice genetico e la possibilità concreta di trasformare l’essere umano in qualcosa di “più alto degli dèi”.
Attraverso una panoramica sui successi della biologia molecolare e sulle sue applicazioni, Crescenzi conduce infatti il lettore tra esempi di animali potenziati e ipotesi di un futuro “superumano”. Tuttavia, ogni possibilità tecnologica è accompagnata da una problematica: la scienza, se mal gestita, rischia di amplificare le disuguaglianze sociali o di provocare danni irreparabili agli ecosistemi.
Il messaggio centrale emerge con forza: l’ingegneria genetica non è solo una questione tecnica, ma un processo che implica decisioni morali fondamentali. Qual è il limite tra progresso e arroganza? Quanto possiamo spingerci oltre senza perdere ciò che ci rende umani?
L’opera di Crescenzi si distingue per la capacità di coinvolgere un pubblico eterogeneo, dal curioso all’esperto. Ogni capitolo è una tappa di un percorso che unisce la scienza alla filosofia, stimolando riflessioni profonde. Con ciò, Crescenzi non si limita a raccontare la scienza, ma invita a guardare oltre, verso un futuro incerto e ancora da esplorare. Il tutto mantenendo uno stile conciso e comprensibile ove possibile.
Per il lettore che ama riflettere sul rapporto tra scienza e società, Più in alto degli dèi è un libro imperdibile. Non solo sfida le nostre certezze, ma ci invita a ripensare il concetto stesso di umanità. In un’epoca in cui le scoperte scientifiche avanzano più velocemente della nostra capacità di comprenderne le implicazioni, questo libro ci offre una bussola per orientarci in un mondo in rapida evoluzione.

      Povoli Adam Liceo Andrea Maffei ( Riva Del Garda, Trentino-alto Adige )

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Questo saggio non è facile a recensirsi. In primo luogo perché tratta un argomento oggetto di dibattito da alcune decine d’anni ormai, dove sono stati compiuti alcuni passi avanti in nome del progresso scientifico e biologico, ma su certi aspetti si è rimasti irremovibili. Credo però che questa sia una reazione naturale, in quanto esseri umani. È certo che siamo curiosi, altrimenti non saremmo dove siamo, ma proviamo ostilità per ciò che non conosciamo. Forse è proprio per questo che abbiamo l’incontenibile desiderio di cancellare i limiti, segnandoli però un poco più lontano, altrimenti sapremmo tutto. Ammetto che durante la lettura del saggio mi sono trovato talvolta affascinato e allettato dalle opportunità che l’ingegneria genetica può darci, invece in altri momenti inquietato dalla possibilità che certe manipolazioni così profonde e difficili da concepire fossero già state compiute. Ho apprezzato questo libro proprio per la sua capacità illustrativa che mi ha coinvolto appieno, ampliando gli orizzonti della mia visione e permettendomi di sviluppare un pensiero critico in materia.
Sicuramente lo sviluppo delle tecniche di manipolazione del genoma umano possono risultare veramente delle cure definitive alle malattie genetiche, contro cui non abbiamo nessun’altra arma efficace. Non posso però ignorare l’insegnamento che la Storia ci lascia, ossia che ogni cosa creata è usata nel bene e nel male. Basti pensare alla storia di Alfred Nobel, o a quella di Oppenheimer, citata puntualmente dall’autore. Il problema più grosso in un caso simile è la natura del cambiamento, che si può diffondere come un epidemia e creare persino una nuova specie “sovrumana”. Per questo credo, in accordo con alcuni dei miei familiari, con cui ho discusso dell’argomento, che uno strumento così potente debba essere utilizzato solamente in campo medico con la finalità di prevenire e curare certe patologie, in particolare quelle ereditarie, oltre a migliorare le condizioni delle persone, e non per diventare degli umani superiori. Un accadimento simile andrebbe a modificare non solo la natura degli individui coinvolti, ma anche la loro essenza, derivata dall’appartenere alla specie umana.
Confesso di non aver mai letto saggi di genetica, essendo solito ad informarmi in ambito informatico e fisico, perciò reputo quest’attività doppiamente arricchente: ho potuto approfondire le mie conoscenze e ho trovato un nuovo interesse!
Ci tengo a ringraziare l’autore per aver indagato in modo chiaro e approfonditamente documentato (come piace a me) un argomento in continua evoluzione e oggetto di aspra contesa sia etica che religiosa, portando tesi e antitesi senza propendere da una parte o dall’altra in modo eccessivo. Ho molto apprezzato anche i box esplicativi, precisi e accurati, che permettevano di avere una panoramica completa sul tema trattato. Non da meno è stata la capacità divulgativa dell’autore, di cui ho particolarmente gradito il tono entusiasta ma, dove necessario, prudente.
Spero vivamente che l’essere umano per una volta si guardi indietro prima di fare un altro passo, affinché non sia l’ultimo.

      Castrucci Diego Liceo Scientifico Statale Galileo Galilei ( Perugia, Umbria )

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Più in alto degli dei è un testo che accompagna l’immaginazione del lettore in una lunga riflessione sul futuro dell’uomo prossimo venturo, un futuro in cui l’evoluzione, che da sempre contraddistingue le specie del nostro pianeta, assume un nuovo volto, quello dell’ingegneria genetica, in un viaggio scientifico emozionante e a tratti inquietante che vede come protagonista una visione molto interessante. Il libro mette in evidenza i limiti fisici dell’essere umano, andando contro la credenza secondo la quale questo è “perfetto” così com’è. In realtà siamo molto più fragili di quanto pensiamo e una risposta a questa condizione potrebbe essere l’ingegneria genetica, una branca della scienza relativamente recente. Nel corso del libro si analizzano, attraverso una serie di esperimenti condotti su animali, le manipolazioni del DNA, che ci renderebbero capaci di potenziare mente e corpo, ma che sfidano le barriere etiche e morali che da sempre regolano la nostra esistenza e il nostro rapporto con la natura. Vi è un’importante dicotomia tra l’ipotetica promessa di una vita più lunga e dotata di capacità migliori e il rischio di perdere quella fragilità che contraddistingue l’uomo ma che forse ci dona una nostra unicità e impatta in maniera significativa sulle nostre scelte di vita. Secondo me è proprio qui che risiede la forza del libro, il saper conciliare gli aspetti teorici e tecnici (l’autore non risparmia i dettagli e le nozioni necessarie per comprendere la componente scientifica che regge il testo) e momenti di pura riflessione sull’esistenza. Questa doppia presenza di scienza e riflessione etico-morale trascina il lettore in una lunga serie di domande, per esempio: fino a che punto possiamo spingerci? O ancora: qual è il prezzo di un progresso che scavalca i limiti imposti dalla natura?
Il fattore che più mi ha fatto apprezzare questo libro e che mi porta a consigliarlo è proprio il dialogo tra scienza e etica, un dialogo che, personalmente, da giovane lettore mi ha spinto ad interrogarmi sul mio ruolo in un futuro in cui il confine tra possibile e impossibile va sempre di più ad assottigliarsi e in cui sempre più certezze stanno svanendo. Un altro aspetto che ha reso la lettura molto coinvolgente è che l’autore tratta delle tecnologie che non appartengono ad un futuro lontano e distopico, ma bensì provengono da ricerche già in corso. Questo elemento contribuisce ad aggiungere una nota di inquietudine alla lettura, che però non fa altro che aumentare la curiosità. Le possibilità descritte non riguardano un mondo fantascientifico, ma un domani sempre più plausibile e del quale iniziamo a intravedere luci e ombre. Lo stile narrativo è abbastanza coinvolgente e Crescenzi è capace di rendere accessibili dei concetti apparentemente complessi, senza far perdere l’interesse o rallentare il ritmo della lettura. Questa abilità rende il libro appetibile sia per gli esperti che per i lettori comuni, aprendo la possibilità di un dibattito che va ben oltre la scienza.
Per concludere, questo libro è un magnifico intreccio tra scienza e riflessione etica, che allo stesso tempo stimola il lettore, ma lo lascia con una punta di inquietudine. La visione che Crescenzi offre può sembrare audace, ma non così remota, una visione secondo la quale l’essere umano potrebbe essere abbastanza capace da riscrivere le regole stesse della natura e dunque dell’esistenza, una visione che ci lascia con una chiara domanda: siamo pronti a salire più in alto degli dei?

      Faqquseh Rania Liceo Renato Donatelli ( Terni, Umbria )

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"Più in alto degli dèi" di Marco Crescenzi è un saggio che cerca di comprendere uno degli argomenti più controversi ed intriganti della scienza contemporanea, cioè la capacità di modificare il genoma umano per potenziare le nostre abilità biologiche, cognitive e fisiche. Innanzitutto, l’autore intende condurre a tale argomento, illustrando la portata e la capacità dell’ingegneria genetica. Nell’analizzare i risultati conseguiti sia nel settore animale, che uomo, indica anche i rischi e gli svantaggi connessi alle suddette possibilità, soffermandosi in particolare sulle relazioni complesse tra genetica, etica e morale. Il vantaggio principale di Crescenzi è la capacità di illustrare i concetti complicati di una maniera chiara e affascinante. Lo stile dell’autore è preciso, ma allo stesso tempo, accessibile a tutti i lettori, anche quelli privi di specializzazione in biologia molecolare. Ogni capitolo è organizzato in maniera tale da condurre il lettore dallo sviluppo e dalle tecnologie dell’analisi del genoma umano, a delle ricerche contemporari in corso e i pericoli eventuali, morali e concreti, connessi alla loro applicazione. L’argomento in questione è di grandissima attualità, considerato lo sviluppo rapido del campo della genetica ed i risvolti che una simile possibilità potrebbero avere in età quotidianità, insieme con la salute nostra e dei nostri vicini. Il progetto stesso di tale saggio dimostra come l’idea in sé che l’umanità debba essere “riformata” sia allettante. Al contempo però, perfino nella prospettiva ignara di cosa in verità voglia dire una simile “riforma”, la prospettiva del superuomo, ci sono varie difficoltà etiche e pericoli concepibili. La discussione in questione offre un equilibrio considerevole tra tali differenze negative e la speranza di una visione ottimista del nostro avvenire, migliorante, grazie alla scienza.
Eppure, Crescenzi non ha mai voluto raccontare una sorta di distopia, quanto piuttosto condizionare il lettore a smartellarsi davanti le opportunità che la scienza odierna ci offre. Se vogliamo ridurre il rischio che qualcosa di brutto accada e valorizzare il patrimonio genetico che la scienza ci offre, dobbiamo rispondere con intelletto alle domande legate al limite etico. Non si può ignorare che la scienza non sia una semplice pratica di tecniche, ma coinvolga paradigmi filosofici. Ad esempio, Crescenzi analizza la possibilità di utilizzare le tecniche di ingegneria genetica per migliorare la salute umana, vivere di più e ridurre le dimensioni genetiche di alcune malattie come il cancro. Tuttavia, allo stesso tempo, questo cumulativo sarà uno strumento della divisione sociale, sottolineando l’enigma etico dell’applicazione. Sembra che Crescenzi sia in grado di trovare il giusto equilibrio tra rigorosità e trasparenza. Anche nell’essere convincente, ciò che è decisamente efficace per un pubblico che non è noto agli specialisti. Inoltre, con forza evidenzia cinismi, crea domande che trascendono la dimensione della scienza in sé e includono considerazioni etiche e filosofiche. In conclusione, "Più in alto degli dèi" non è solo un libro su ciò che viene offerto dalla genetica, ma un libro che condiziona a una riflessione critica sul utilizzo. La combinazione di riguardo, le ottime prestazioni organizzative e la capacità di combinare scienza e considerazioni etiche rendono il libro esaustivo e attuale.

      Moscato Gian Marco Liceo Renato Donatelli ( Terni, Umbria )

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"Più in alto degli Dèi. L’ingegneria dell’uomo prossimo venturo" di Marco Crescenzi mi è piaciuto moltissimo. È stato un libro che mi ha fatto riflettere profondamente sul futuro dell'umanità e su come la tecnologia, in particolare l’intelligenza artificiale, la biotecnologia e la genetica, stiano cambiando la nostra vita e ci stanno aprendo a nuovi orizzonti . Quello che più mi ha affascinato è il fatto che Crescenzi non si limita a raccontare scenari futuristici, ma ci mostra quanto tutto ciò sia già in atto, quasi sotto i nostri occhi, senza che ce ne accorgiamo.
Il titolo stesso, "Più in alto degli Dèi", mi ha immediatamente incuriosito, e mi ha fatto riflettere su cosa significhi davvero superare i propri limiti. Crescenzi ci presenta un futuro in cui l’uomo può vivere più a lungo, guarire malattie genetiche, migliorare corpo e mente e perfino sconfiggere la morte. Inizialmente mi sembrava un’idea impossibile, ma più leggevo, più mi rendevo conto che in effetti non è poi così distante dalla realtà. Mi ha sorpreso, ma anche affascinato, come l’autore esplori questa possibilità senza tralasciare le implicazioni morali ed etiche che ne derivano.
Un altro aspetto che mi ha colpito è l’approccio che Crescenzi ha nei confronti dell’etica: se l’uomo può migliorarsi, dove finisce la sua umanità? Questo libro mi ha fatto davvero riflettere su quanto sia giusto spingersi oltre, su come il desiderio di perfezione possa portarci a perdere la nostra essenza. Inoltre, la possibilità che solo alcuni possano accedere a queste tecnologie avanzate, creando un divario enorme tra chi può evolversi e chi no, mi ha messo di fronte a una riflessione molto forte.
Non è solo teoria futuristica, ma una realtà che sta già prendendo forma. Il libro esplora come tecnologie come le protesi bioniche, le terapie genetiche e l’intelligenza artificiale siano già presenti nella nostra vita, anche se a volte non ce ne rendiamo conto. La domanda che Crescenzi pone è inquietante e affascinante allo stesso tempo: “Se queste tecnologie sono già qui, cosa succederà nei prossimi anni?” Il futuro è davvero molto più vicino di quanto pensiamo, nei prossimi anni potremmo già teletrasportarci , ed è un cosa che fino a 20 anni fa neanche ci saremo mai immaginati ,in piu mi ha fatto pensare a come stiamo vivendo in un momento di grande cambiamento tecnologico, che forse non comprendiamo completamente .Mi ha anche fatto sorgere una domanda ... tutto ciò ha un limite ? fino a dove ci spingeremo ?
Mi ha anche sorpreso l’approccio storico del libro. Crescenzi ci fa viaggiare nel tempo, facendoci vedere come l’uomo, nel corso della storia, abbia sempre cercato di superare i propri limiti grazie alla scienza. Mi ha fatto riflettere su quanto l’evoluzione dell’essere umano possa essere guidata dalla tecnologia, ma anche su quali rischi potremmo correre nel farlo. La possibilità che un giorno possiamo diventare una sorta di “super essere” è affascinante, ma mi ha fatto anche chiedere cosa perderemmo nel farlo e cosa dovremmo fare per diventarci .
Questo libro mi ha aperto la mente e mi ha fatto scoprire cose che non avrei mai immaginato , mi ha fatto guardare la tecnologia e le scoperte in un modo che non avevo mai provato , consiglio questo libro a tutti poichè ti apre la mente e ti fa scoprire nuovi orizzonti .

      Benedetti Giovanni Liceo Scientifico Enrico Fermi ( Padova, Veneto )

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Più in alto degli dèi – L’ingegneria genetica dell’uomo prossimo venturo di Marco Crescenzi è un saggio che indaga la realtà delle biotecnologie, esplorando non solo la storia delle scoperte scientifiche, ma anche le implicazioni etiche e filosofiche derivanti dall’uso delle tecniche di manipolazione genetica. Crescenzi, dirigente di ricerca presso l’Istituto Superiore di Sanità, si propone di rispondere a una delle domande che da sempre affliggono l'umanità: è possibile superare, o almeno aggirare, i limiti biologici imposti dalla nostra natura? Una domanda che affonda le radici nel desiderio umano di sconfiggere la morte, o almeno, di modificarne il corso.
Il punto di partenza del libro è la consapevolezza della morte, un destino che ogni essere umano è l'unico a comprendere pienamente. L'umanità, infatti, è l'unica specie consapevole della propria finitezza, e questa consapevolezza ha portato alla ricerca incessante di modi per eludere o ritardare l'ineluttabile declino fisico e psicologico.
Il libro ripercorre quindi la storia delle biotecnologie, partendo dalla genetica di Mendel e arrivando alle tecnologie moderne come CRISPR, che oggi offrono la possibilità concreta di modificare il genoma umano. Crescenzi descrive come, fin dai primordi della scienza, l’uomo abbia cercato di modificare la natura, di alterare i propri limiti, utilizzando le conoscenze acquisite per migliorare le sue condizioni di vita. Il concetto di "superumano", reso possibile grazie alla scienza, è al centro della riflessione, e viene esplorato da Crescenzi non solo come una possibilità scientifica, ma come una realtà che solleva domande morali e sociali. Il desiderio di arrivare "più in alto degli dèi" non è più una mera aspirazione, ma una realtà che, con le moderne tecniche di editing genetico, è ormai a portata di mano.
Il libro analizza anche i progressi ottenuti nella modificazione genetica degli esseri viventi, citando numerosi esperimenti su animali che sono stati geneticamente modificati per migliorarne alcune caratteristiche: resistenza alle malattie, rigenerazione di arti, longevità, e la capacità di sopravvivere a condizioni estreme. Crescenzi esamina come molte di queste caratteristiche siano già presenti in alcune specie animali, e come la scienza cerchi di riprodurle nel genere umano, con l’obiettivo di creare un "superumano" in grado di superare le malattie, l’invecchiamento e altre problematiche biologiche.
Tuttavia, Crescenzi non si limita a illustrare i progressi scientifici, ma si sofferma anche sulle questioni etiche che la genetica solleva. È giusto intervenire sul genoma umano per migliorarlo? E se sì, fino a che punto? L'autore solleva la questione della manipolazione genetica non come un’opportunità tecnologica, ma come una sfida alle norme morali e sociali. Oggi, tecniche come CRISPR sono già utilizzate per trattare malattie genetiche come la beta-talassemia e l'anemia falciforme, ma l’idea di modificare il genoma umano per creare una nuova "specie" solleva preoccupazioni etiche che non possono essere ignorate. In conclusione, Più in alto degli dèi è un libro che non solo esplora i progressi della scienza e della genetica, ma invita anche a una riflessione profonda su dove stiamo andando come specie. È una lettura fondamentale per chi vuole comprendere le sfide etiche e morali del nostro tempo, e le possibilità e i pericoli che la scienza ci offre.

      Dante Angelica Istituto Di Istruzione Superiore Statale " A. Einstein " ( Piove Di Sacco, Veneto )

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L’essere umano ha da sempre sfidato i propri limiti. Dall’epoca delle caverne allo studio delle stelle e di ipotetici mondi lontani, l’uomo è stato tormentato dal conflitto tra la realtà che lo imprigiona e il sogno di ciò che potrebbe essere.

Oggi, con i colossali e fulminei progressi della tecnologia e dell’ingegneria genetica, quelle che un tempo erano solamente megalomanie utopiche, relegate alla sfera della fantasia, sembrano finalmente raggiungibili.
Mille anni fa sarebbe stato impensabile allungare i confini del giorno manipolando la luce; cento anni fa sarebbe stata pura follia credere di poter accedere a tutto il sapere umano o connetterci con chiunque nel mondo con un semplice click di un cellulare. Eppure, non basta che un battito di ciglia e il mondo è già cambiato, progredito verso il futuro in un’inesorabile ascesa.

Questa salita esponenziale non si è fermata alla creazione di tecnologie materiali. L’ondata di innovazione è andata ben oltre, permettendo di ipotizzare scenari che, poco tempo fa, sarebbero stati perfette trame per libri da fantascienza.
Questi scenari sono ora realtà, che stuzzicano le nostre aspirazioni e sfidano i confini dell’immaginazione. Presto la nostra vita potrebbe rivelarsi più sorprendente di quanto la mente possa anche solo lontanamente concepire.
Immaginate di non poter più solo modificare la realtà che ci circonda, ma anche alterare la nostra stessa realtà interiore. La possibilità di creare esseri superiori potrebbe ravvivare le disuguaglianze, creando una nuova divisione, addirittura una nuova specie. Eppure, che cosa accadrebbe se la perfezione non fosse solo un dono, ma una prigione da cui non possiamo più uscire?

Si parla di creare nuovi superumani: più longevi, più resistenti, più intelligenti, più prestanti. Confrontati con il frutto del progresso saremmo poco più che atomi di polvere gettati nel buio abisso di ciò che è ormai superato, obsoleto, arcaico.
E così, siamo i moderni uomini delle caverne.
Siamo Pandora, con il potere degli dei stretto tra le nostre mani. Spinti dalla curiosità e dall’irresistibile fascino del progresso abbiamo aperto il vaso, forse con troppa ingenuità. E ora ciò che ne verrà fuori sarà un incantevole miracolo o l’esordio della nostra rovina?

Come emerge in "Più in alto degli dei: l’ingegneria genetica dell’uomo prossimo venturo" non siamo più solo spettatori del futuro, ma gli artefici del nostro stesso destino. Stiamo riscrivendo le regole della vita, ridefinendo i confini dell’essere umano.
Ma se la speranza che stiamo riponendo nelle nostre mani non fosse che l’ultimo, dolce inganno?

Questo libro si è rivelato un’affascinante e scorrevole viaggio attraverso le più recenti innovazioni tecnologiche del decennio, arricchito con brillanti riferimenti a esperimenti e studi già consolidati. Le riflessioni etiche che ne scaturiscono sono profonde e mi hanno spinto a riflettere sul futuro del genere umano. Forse il progresso che stiamo inseguendo con tanto ardore non è altro che l’ennesima bomba atomica, creata per autodistruggerci.

      Graser Carlotta Liceo Scientifico Jacopo Da Ponte ( Bassano Del Grappa, Veneto )

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"Più in alto degli dei: L’ingegneria dell’uomo prossimo venturo" di Marco Crescenzi è un libro ambizioso e, a suo modo, provocatorio che delinea diversi problemi e sfide presenti nel complesso mondo emergente dell’ingegneria genetica. Con la sua penna acuta e la mente critica, l’autore unisce fatti scientifici con riflessioni filosofiche e sociologiche, offrendo al lettore un’immagine integrale di minacce e opportunità future.
L’opera è, pertanto, strutturata per guidare il lettore lungo un percorso che, a partire dalla base genetica, si spinge fino ai confini delle biotecnologie e delle potenzialità in esplorazione. Crescenzi utilizza uno stile chiaro e diretto, facendo spesso riferimento a casi di studio e ricerche recenti per supportare le sue argomentazioni. Questo approccio permette a persone che non hanno una specifica competenza scientifica un facile accesso alla lettura senza che la profondità analitica venga alterata.
Una delle tematiche centrali del libro è la questione dell'identità umana. Crescenzi, inoltre, si chiede cosa significhi essere umani quando la tecnologia ci consente di cambiare il nostro stesso codice genetico. Le domande sulla moralità della selezione genetica, sulla creazione di "esseri migliorati" e sulle potenziali disuguaglianze che ne deriverebbero sono affrontate con serietà e rigore. Lo scienziato non si limita a presentare le opportunità, ma mette in luce anche i rischi di una società in cui l'accesso a queste tecnologie potrebbe essere limitato a pochi privilegiati.
Ulteriormente, il libro invita a una riflessione critica sull'etica della scienza. Crescenzi pone domande scomode: “Chi decide quali caratteristiche sono desiderabili?” e “Quali conseguenze a lungo termine hanno le nostre scelte?”. La sua analisi va oltre, va ad indagare le implicazioni sociali e culturali delle biotecnologie. Esplora come il progresso della scienza genetica possa influenzare il modo in cui le persone interagiscono tra loro, la loro visione della famiglia e della comunità.
Crescenzi, inoltre, attinge a tradizioni filosofiche e culturali, accostando le sue riflessioni a quelle di altri pensatori come Nietzsche e Harari, in un tentativo di capire cosa significhi davvero “essere più in alto degli dei”. La sua ricerca del concetto di “hybris”, ovvero l’idea che gli esseri umani possiedano la presunzione di poter superare se stessi, rappresenta un utile strumento per interpretare alcune delle sfide etiche in arrivo.
In conclusione, “Più in alto degli dei” è un libro che informa e nello stesso tempo ci porta a riflettere seriamente sul nostro futuro. L’autore ci mette di fronte alle scelte che stiamo facendo e alle nostre direzioni. La sua opera è un invito al dibattito, un appello a guardare attenti alle innovazioni scientifiche e a confrontarci con le domande fondamentali sulla nostra identità e sul nostro posto nel mondo.
In un’epoca di inimmaginabile progresso tecnologico, questo libro ci spinge a chiederci chi siamo e chi dobbiamo diventare. La lettura di quest'opera è imprescindibile per chiunque sia interessato alle questioni etiche legate alla scienza e alle tecnologie del futuro.

      Pedron Nicolò Liceo Scientifico " E.curiel " ( Padova, Veneto )

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“Più in alto degli dèi", scritto da Marco Crescenzi, si presenta come un saggio ambizioso che indaga e giustifica in maniera approfondita, attraverso molteplici esperimenti scientifici, le straordinarie potenzialità dell'ingegneria genetica applicata all'essere umano, nonché le conseguenze che ne derivano. L'autore, che ricopre il ruolo di dirigente di ricerca presso l'Istituto Superiore di Sanità, utilizza la sua esperienza per presentare uno scenario nuovissimo in cui la genetica molecolare può essere impiegata per amplificare le capacità umane. Tale percorso potrebbe condurre, secondo Crescenzi, verso una nuova era in cui gli esseri umani potrebbero diventare più resilienti, longevi e in grado di contrastare con efficacia molte malattie. Infatti l’autore scrive: “Non parliamo-ancora?-di immortalità, ma della concreta possibilità di dotare gli esseri umani di facoltà inaudite, quasi di superpoteri”.
Attraverso una parte significativa del testo, l’autore descrive una serie di esperimenti condotti su animali geneticamente potenziati per dimostrare le possibili strade verso il miglioramento umano. Tuttavia, Crescenzi a mio parere si limita a una narrazione tecnica, dedicando poco spazio a riflessioni critiche sui rischi associati a tali pratiche e sulle delicate questioni etiche che inevitabilmente emergono quando si comincia a manipolare la natura stessa.
Tra i principali punti di forza del saggio spicca la straordinaria chiarezza con cui vengono affrontati i temi trattati. Nonostante la complessità delle argomentazioni e dei concetti scientifici presentati, il linguaggio utilizzato dall’autore è accessibile per un pubblico non esperto, ma che sicuramente deve essere interessato ad ambiti scientifici. Ció lo rende un libro molto fruibile per lettori curiosi e desiderosi di avvicinarsi a un tema tanto affascinante quanto complesso. Il libro offre inoltre una prospettiva aggiornata sulle scoperte più recenti e sulle applicazioni emergenti di questa disciplina.
Tuttavia, il saggio non è privo di alcune criticità che meritano di essere sottolineate. Da un lato, alcuni lettori potrebbero percepire un eccessivo ottimismo nell’approccio dell’autore. La sua visione appare orientata soprattutto alle potenzialità positive del progresso scientifico, senza concedere la giusta attenzione a scenari più problematici che potrebbero derivare dall’uso improprio di queste tecnologie. Dall'altro lato, l'analisi delle questioni etiche, pur presente, potrebbe risultare troppo superficiale per chi cerca un’esplorazione più profonda di queste questioni. Crescenzi si limita infatti a sollevare il tema, lasciando al lettore una certa autonomia nel trarre ulteriori conclusioni. "Più in alto degli dèi" rappresenta una lettura fortemente consigliata per coloro che nutrono interesse nei confronti delle prospettive future dell’ingegneria genetica. Il libro si rivolge in modo particolare a chi vuole esplorare come la scienza possa trasformare l’evoluzione umana.
In conclusione, l’opera riesce a offrire una visione coinvolgente delle possibilità presenti e future dell’ingegneria genetica, pur lasciando poco spazio a implicazioni etiche. Si tratta di un testo che spinge alla riflessione sul futuro dell’umanità e sul ruolo sempre più importante della scienza nel definirne il destino.

      Sernicola Pietro Liceo Duca Degli Abruzzi ( Treviso, Veneto )

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Più in alto degli dèi, pubblicato nell’aprile 2024 da Mondadori Libri, è il primo libro scritto da Marco Crescenzi, dirigente di ricerca presso l'Istituto Superiore di Sanità. Laureato in Medicina, ha lavorato come ricercatore specializzandosi nel settore della medicina rigenerativa.

Nel saggio Crescenzi spiega come l’ingegneria genetica, cioè l’intervento sul DNA di un essere vivente con lo scopo di modificarne alcuni attributi, possa perfezionare l’essere umano. Il titolo stesso esprime l’ambizione di superare i nostri limiti, compiendo un nuovo passo nell’evoluzione che apre la strada ad un uomo più forte, intelligente e longevo, capace di rigenerarsi e persino immune ai tumori. L’autore, partendo da solide basi scientifiche, accompagna il lettore in questo percorso, discutendo infine i dilemmi etici, gli aspetti controversi e gli esperimenti eseguiti in questo campo fino ad oggi.

Ottiene tale effetto guida avvalendosi di un linguaggio accessibile nonostante debba necessariamente inserire termini specifici della scienza in quanto l’ingegneria genetica è una materia estremamente complessa. Vi sono immagini che aiutano a rendere più agevole la comprensione e interessante la lettura, oltre ad alcuni riquadri a sfondo giallo che contengono approfondimenti dei temi trattati.
Tuttavia ho notato che alcune sezioni in capitoli diversi sono simili nel contenuto. Questo provoca un effetto di ridondanza fondato sul fatto che durante la lettura può sembrare di essere di fronte alla ripetizione dello stesso concetto, anche se in un contesto differente.
L’esposizione delle argomentazioni è chiara benché la posizione dell’autore sembri inizialmente promuovere l’applicazione delle scoperte ma, verso la fine del testo, si riveli un approccio più moderato e prudente.

La lettura mi ha richiamato alla mente dottor Curt Connors del film "The Amazing Spider-Man", un brillante genetista che studiava i rettili con lo scopo di rigenerare gli arti mancanti agli amputati. Il dottore finirà per testare su di sé il siero che riuscirà effettivamente a restituirgli il suo braccio amputato ma lo trasformerà in Lizard, un'enorme lucertola umanoide.
Crescenzi nel libro spiega molto chiaramente quanto la terapia genica sia rischiosa e vada applicata con molta attenzione. Ciò perché malgrado si possa essere attratti dai suoi grandi benefici, non ci si deve concentrare solo su questi ma si devono prima valutare tutti i possibili esiti, con le ripercussioni e le problematiche che ne potrebbero derivare.
Lo scenario di Lizard non è necessariamente da considerare qualcosa di fantascientifico poiché potrebbe non essere troppo lontano da un prossimo futuro. Infatti, come citato nel testo, “La storia dell’umanità insegna che una capacità tecnologica acquisita non rimane a lungo inutilizzata. Al contrario qualcuno, in qualche luogo, la metterà in pratica con uno scopo od un altro, legalmente o contro la legge e il volere comune. […] C’è sempre un interesse forte, una ragion di stato, una nobile causa o una forza sociale inarrestabile che porta a scoperchiare il vaso di Pandora”.
Questo saggio porterà pertanto il lettore a investigare quella che è la “scienza della fantascienza”, fornendogli un’adeguata comprensione di un campo che molto presto, sempre che non lo abbia già fatto, entrerà a fare parte della nostra vita in modo definitivo.

      Talleri Davide Liceo Scientifico Jacopo Da Ponte ( Bassano Del Grappa, Veneto )

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Marco Crescenzi è un ricercatore e divulgatore scientifico romano, laureato in medicina e chirurgia, con esperienze di ricerca in Italia e Stati Uniti, tra cui un periodo presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena.
Nella sua ultima opera “Più in alto degli dèi”, pubblicata nel 2024 da Mondadori, offre una vasta e completa riflessione sull’ingegneria genetica, toccandone gli aspetti più importanti, dall’evoluzione della biologia molecolare alle sue possibili applicazioni, fino a ragionare sulle conseguenze che questa può e potrà comportare con il progresso tecnologico e l’avanzare del tempo.
Il saggio è organizzato in otto capitoli, ciascuno focalizzato su un tema specifico riguardante l’ingegneria genetica. Nella parte iniziale dell’opera sono ricostruiti i passi e i progressi della biologia nel corso degli anni, dalle prime leggi sull’ereditarietà dei caratteri di Gregor Mendel, passando per la scoperta della struttura del DNA, fino agli strumenti utilizzati per tagliare, sostituire, modificare quest’ultimo. Successivamente sono trattate le cosiddette malattie genetiche e i loro possibili trattamenti. Dopo aver esaminato possibili rimedi a patologie umane, dunque in ambito di cura di pazienti già affetti, Crescenzi contempla la possibilità reale e concreta di utilizzare le moderne conoscenze scientifiche a livello genetico per migliorare l’essere umano, renderlo più efficiente come creatura. L’autore parte infatti dal presupposto che, a differenza di come spesso si sente dire in maniera retorica, superficiale e forse presuntuosa, l’essere umano non sia una macchina perfetta, prodotto finale e definitivo dell’evoluzione ma, rispetto a molte altre specie animali, sia assolutamente migliorabile in molti aspetti diversi. “Senza la tecnologia saremmo degli animali molto fragili”, afferma Crescenzi, smontando in maniera convincente l’antropocentrismo. Attraverso l’esposizione di diversi esperimenti genetici svolti principalmente su esemplari di topo, sono mostrate le potenzialità dell’ingegneria genetica per appunto “potenziare” gli organismi. Ovviamente l’autore, quando arriva a parlare di possibili applicazioni sull’uomo di tali tecnologie, non può sottrarsi dal riflettere e trattare il problema etico e le eventuali conseguenze che modifiche genetiche di vario tipo potrebbero avere sul singolo individuo, ma anche a livello di umanità intera, spiegando anche come, seppur apparentemente vantaggiose, queste pratiche non possono ancora, per adesso, essere testate sugli esseri umani senza incappare in ingombranti questioni etiche. Tuttavia nel finale del libro Crescenzi spiega come ci sia già stato chi abbia intrapreso questo tipo di esperimenti sull’uomo, incorrendo anche in problemi legali.
Nonostante il carattere puramente scientifico, l’opera risulta essere di facile e scorrevole lettura. I tecnicismi di linguaggio sono spiegati dall’autore e dunque il libro è comprensibile a chiunque sia interessato all’argomento. La lettura è ulteriormente piacevole e priva di intoppi se si conoscono le basi della biologia molecolare e della genetica, il che tuttavia non è necessario per la comprensione.
In conclusione, il libro offre stimolanti riflessioni su temi sempre attuali come il contrasto tra le aspirazioni totali dell’uomo e suoi limiti, la volontà di superare questi con la tecnologia e i problemi etici che incorrono in questi casi, che devono però fare i conti con l’inevitabile inarrestabilità del progresso scientifico.