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Vincitori Premio Asimov Edizione IX 2023 - 2024








Dieci cose che ho imparato


      Antoniciello Tomasi Emanuele Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci ( Pescara, Abruzzo )

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E’ incredibile, anche se lo stesso Alberto Angela ce lo aveva preannunciato nella prefazione, come nello scorrere le pagine del libro “Dieci cose che ho imparato” ci sembri di non aver mai abbandonato la nostra poltrona davanti alla TV per seguire, una volta ancora, il filo lucido e suadente del pensiero di Piero Angela, mentre attraversa la sempre più complicata realtà dei nostri giorni, solleticando domande e lasciando libero ognuno di darsi la propria risposta, non appoggiandone nessuna in particolare.
Mi pare ancora più incredibile che questa voce così limpida e forte si levi da un uomo di oltre novant’ anni che, a questa veneranda età, è stato capace di continuare ad elaborare progetti, in parte già attuati, come la sperimentazione al Politecnico di Torino, interrotta bruscamente dall’ arrivo del COVID, o le mini-puntate TV di “Prepararsi al futuro”, in parte ancora in nuce, come solo un animo nobile ed altruistico può fare, pensando sempre a cosa possa “servire” alle nuove generazioni.
Mi accorgo solo ora di non aver ancora ben presentato né il libro né l’autore, forse perché già dal mio incipit tutto, secondo me è apparso chiaro. Chi non conosce Piero Angela? Apprezzatissimo giornalista e conduttore prima radiofonico e poi televisivo, massimo divulgatore scientifico che è riuscito a far guadagnare un posto al sole a scienza e tecnologia, in un paese come l’Italia dalla radicata tradizione umanistica, fondamentale sì ma soffocante, come lui stesso fa presente, in questo momento storico. Illustre saggista e questo suo ultimo lavoro, pubblicato postumo, ne è un piccolo esempio, piccolo per brevità e per l’approccio, tramite un linguaggio semplice e diretto, a tratti in prima persona. Certamente non lo è piccolo per spessore, intensità ed intenti.
A questo punto, c’è da chiedersi quali siano le dieci cose che Piero Angela ha imparato nel corso della sua lunga vita. Si traducono in dieci aree tematiche di estrema attualità e criticità: il ruolo illusorio della politica; le fonti energetiche ed il cambiamento climatico; il ruolo dell’informazione ed in quest’ambito soprattutto della televisione, in quanto indiscusso uomo-RAI; i “tre grandi motori di crescita”, quali la scienza e la tecnologia a lui particolarmente care e l’educazione, a cui è collegato purtroppo l’impasse della nostra scuola sempre sotto la media OCSE; il crollo demografico; l’influsso dell’emotività ed il fascinoso cervello.
Alla fine, potrei dire che per quanto mi riguarda, il libro si potrebbe intitolare le “Dieci cose che ho insegnato” e a giudicare dalla ristampa, il messaggio sembra essere stato raccolto da molti. Quale messaggio? Quello dell’ultima pagina: la necessità di far spazio a conoscenze nuove integrate con il ricco patrimonio culturale già esistente nel nostro paese e di pari passo, la necessità di far avanzare valori quali correttezza ed onestà, insieme al riconoscimento del merito.
Grazie Piero!

      Auriti Giulio Istituto Omnicomprensivo Nicola Da Guardiagrele ( Guardiagrele, Abruzzo )

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“Troverete lo spirito del suo pensiero, del suo modo, semplice nelle parole e negli esempi, ma incredibilmente profondo nel ragionamento”, in questo modo Alberto Angela introduce, nella prefazione di “Dieci cose che ho imparato”, il libro scritto dal padre Piero Angela, giornalista, divulgatore scientifico e conduttore televisivo venuto a mancare nel 2022.
Quest’ultima opera raccoglie le sue personali riflessioni in merito a temi fondamentali come la politica, la scienza, la scuola, l’ambiente offrendo al lettore il suo ragionamento critico e analitico e la sua esperienza, capaci di esaminare i temi più complessi e renderli facilmente fruibili al lettore medio.
All’interno del libro ho notato che alcune parole vengono riprese più volte, in particolare la parola “eccellenza”, utilizzata da Piero Angela come mantra per i giovani che vengono fortemente spronati a ricercarla continuamente, anche all’interno di specifici centri di istruzione e formazione, cosicché possano ambire all’acquisizione di importanti conoscenze tecnologiche e scientifiche, ma anche umanistiche al fine di integrare queste due culture per la nascita di un pensiero “scientifico”, in termini di capacità di analisi da adattare ad ogni ambito specifico.
Piero Angela ci insegna l’importanza della lungimiranza nella visione politica ad esempio sugli investimenti, della tecnologia per sviluppare ogni settore produttivo e riflette egli stesso sulla smisurata velocità con cui, nel giro di sole due generazioni, è avvenuto il cambiamento passando dalla condizione di analfabetismo diffuso all’intelligenza artificiale, generando un difficile adattamento della società.
Egli si concentra poi sugli scarsi risultati ottenuti dagli studenti italiani rispetto a quelli del resto del mondo, soprattutto rispetto ai paesi asiatici come Cina e Giappone, in termini di prove di comprensione del testo, matematica e scienze per passare poi alla fuga italiana di cervelli verso l’estero.
È presente l’analisi delle varie forme di energia rinnovabili facendo riferimento all'importanza del tema ambientale, con l’invito a concentrarsi sulla ricerca che qui in Italia non è sempre agevolata, a causa degli investimenti che spesso mancano.
Alcuni punti chiave sono fondamentali nel libro: l’importanza della ricchezza “immateriale” quale è la conoscenza e le numerose metafore relative al gioco degli scacchi per parlare di “prossime mosse” e strategie.
Ci sono poi proposte per la riforma della televisione italiana al fine di favorire lo sviluppo di una mentalità “scientifica”. Innanzitutto utilizzare la chiarezza linguistica e la creatività anche per spiegare argomenti più complessi, con termini storici, scientifici ma accessibili come solo Piero Angela sapeva fare all’interno dei suoi programmi e di questo stesso libro.
Personalmente ho sempre ammirato sia Piero che Alberto Angela e sono state numerose le occasioni in cui tutta la famiglia era riunita davanti al televisore a guardare “Superquark”, “Ulisse: il piacere della scoperta” o alcuni dei 30 DVD della raccolta “Capolavori delle Grandi Civiltà” risalente al 2012, visti più e più volte e acquistati tutti dalla mia famiglia al tempo con l’uscita della Gazzetta dello Sport.
Consiglio vivamente questo libro al pubblico di ogni età per riflettere sulle situazioni attuali, per lo più italiane, da più punti di vista tramite l’aiuto di un grande uomo e pensatore quale è stato Piero Angela.

      Calzetta Irene Convitto Nazionale " D.cotugno " ( L' Aquila, Abruzzo )

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“Puntate sulle vostre qualità, cercate di portare avanti dei progetti con spirito di iniziativa. E, se possibile, inseguite l'eccellenza". Così si rivolge ai suoi cari lettori un divulgatore scientifico, giornalista, saggista e conduttore di programmi televisivi, come “Quark, dedicati alla scienza, alla storia e all’economia: Piero Angela, nato il 22 dicembre 1928 a Torino e scomparso il 13 agosto 2022 a Roma.
La frase citata precedentemente appartiene al suo ultimo libro, pubblicato dal figlio Alberto due mesi dopo la scomparsa del padre, dal titolo “Dieci cose che ho imparato”. Angela raccoglie alcune delle conoscenze che durante il corso della sua vita ha fatto proprie tramite conferenze, libri ed esperienze. Il testo è suddiviso in dieci capitoli e ognuno si focalizza su un argomento specifico. Traspare dalle pagine che lo scopo che sta più a cuore allo scrittore è sicuramente puntare l’attenzione del lettore sul perché, nonostante l’Italia sia un paese ricco di intelligenza e creatività, segnato da una storia straordinaria, sia oggi così in difficoltà. Piero Angela ci risponde che, secondo il suo pensiero, questo dipende da un ritardo culturale. Una frase del libro che mi ha colpito è questa: “Si dice spesso che la nostra è oggi una società di tecnici e scienziati. A dire il vero, è soprattutto una società di artisti e di intellettuali.” Lo scrittore infatti ci fa riflettere nel corso del libro su come in Italia non si dia abbastanza importanza alla scienza e alla tecnologia, che oggi invece sono la base dello sviluppo culturale di un paese. Quello che manca all’Italia sarebbe infatti “capire, per esempio, l’importanza di investire nella scienza e nella tecnologia, di preparare i giovani per questa nuova società”. Piero Angela critica anche il sistema scolastico italiano, riportando i dati dell’OCSE che ha sottoposto studenti delle maggiori nazioni industriali a una serie di test su varie materie come matematica, comprensione del testo e scienze. Nell’ultimo test fatto a Pisa nel 2018 l’Italia si è piazzata trentaduesima, risultando anche sotto la media.
Il libro mi è molto piaciuto, Piero Angela è infatti riuscito a descrivere problemi complessi della nostra società in modo semplice e chiaro, permettendoci di capire cosa in Italia deve cambiare e cosa dobbiamo fare noi per permetterlo. Dovremmo acquisire la stessa lungimiranza di un giocatore di scacchi che non ripone la speranza della vittoria nel vantaggio immediato di una singola mossa, ma posiziona i suoi pezzi nella visione lungimirante dei possibili sviluppi della partita. Nonostante tratti temi impegnativi, il libro è scorrevole e riesce a catturare l’attenzione del lettore con argomenti a cui non si dà oggi la giusta importanza. Anche se viene molto criticata l’Italia, capiamo quanto Piero Angela abbia amato il suo paese e quanta speranza riponga in esso per garantire a noi giovani un futuro migliore.

      Carretta Fabrizio Giuseppe Liceo Scientifico D' Ascanio ( Montesilvano, Abruzzo )

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“Mi chiedo spesso come mai un paese come l’Italia, pieno di intelligenze e creatività, con una storia straordinaria e unica, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci”. Sono queste le prime parole con cui Piero Angela ha deciso di aprire il libro, “10 cose che ho imparato”, scritto e redatto negli ultimi anni della sua vita. Giornalista, musicista e conduttore televisivo di programmi scientifici, come “Quark” o “Superquark”, egli lascia in eredità il suo ultimo pensiero in merito alle condizioni sociali, politiche ed economiche dell’Italia odierna: tema che viene esplicitato subito, nelle prime tre righe del testo, lasciando pochi dubbi al lettore sull’argomento centrale che verrà trattato nelle pagine seguenti. Da quello che si evince leggendo l’inizio di questa introduzione è l’obbiettivo posto da Angela di andare ad evidenziare le luci e le ombre del nostro paese, “pieno di intelligenze e creatività, con una storia straordinaria e unica, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà”, come dice lui stesso. Per lo scrittore, tuttavia, sembra che l’Italia “abbia perso le sue luci” senza riuscire a trovare un modo di rialzarsi. Sempre umile nella sua posizione, egli, nei dieci capitoli in cui si divide il libro, cerca di mettere in evidenza e affrontare una situazione problematica che sta portando sempre più in basso l’Italia, proponendo anche delle possibili soluzioni pratiche nei vari campi occupati, dalla scienza alla tecnologia, dalla scuola alla televisione e fino all’ambiente, passando per la società e la politica. “Troverete lo spirito del suo pensiero, del suo modo semplice delle parole negli esempi, ma incredibilmente profondo nel ragionamento” dice il figlio, Alberto Angela, nella prefazione del libro, il quale mette subito in evidenza la caratteristica principale del padre: la chiarezza espositiva che padroneggia andando da una facciata all’altra, senza mai avere un atteggiamento troppo serio e, allo stesso tempo, facendo comprendere quello che possiamo dire essere il suo pensiero profondo che ha trovato spazio in questo testo. Personalmente, ho avuto modo di sperimentare e apprezzare questo suo modo personale di scrivere che, alla fine, non ti lascia fino a quando non arrivi all’ultima pagina contenuta. Poi, chi ha visto, almeno una volta nella vita, un suo programma, alla fine non si stupisce: la sua abilità nel coinvolgere l’autore era chiara sia in televisione che adesso su carta stampata! Questa sua “caratteristica” che lo distingue da altri divulgatori, quale lui è stato, si mette in risalto anche quando deve illustrare tematiche complesse, come la politica, la società odierna, o ancora la scuola, la demografia e l’informazione, quindi la stampa: temi molto attuali che riguardano un po’ tutti quanti, e che quindi vanno approfonditi come giusto che sia. Delle pagine vengono anche riservate a tematiche che sono sempre interessanti, come il cervello e l’emotività: argomenti non leggeri ma che, se trattate bene, posso diventare agli occhi di una persona interessanti. Ovvio, questo non è l’unico testo che tratta queste tematiche attuali, poiché essi, anche se sparsi, possono essere ritrovati in diversi autori. Ma ciò che rende unico questo libro è che porta il nome di Piero Angela.

      D’orazio Chiara Liceo Scientifico " G. Galilei " ( Lanciano, Abruzzo )

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“Questo libro raccoglie tante cose che ho imparato in dieci anni di professione, di incontri, di esperienze, di libri letti e scritti, di speranze e delusioni…”. Così Piero Angela (che fu scrittore, giornalista e divulgatore scientifico) riassume e spiega la sua ultima fatica intitolata “Dieci cose che ho imparato”.
Il libro, pubblicato dopo la morte dell’autore nel 2022 dalla casa editrice Mondadori, è stato redatto dai figli Christine e Alberto Angela e da Lorenzo Pinna, suo storico collaboratore.
L'opera viene sviluppata intorno ad una domanda dello stesso Angela: “Com’è possibile che un paese come l’Italia, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci?”. Dall’indice si può evincere facilmente la grande eterogeneità dei temi trattati. La risoluzione al problema viene proposta in dieci capitoli, ognuno dei quali è incentrato su un provvedimento che l'autore consiglia di attuare quanto prima, in modo da risollevare il paese dallo stato di crisi in cui grava ormai da diversi anni.
Risultano temi molto importanti quelli della tecnologia e della scienza. Proprio quest’ultima, secondo il giornalista, rappresenta il più importante investimento che svolge un ruolo chiave nel consentire all’Italia di progredire. Lui, infatti, scrive: “Solo la scienza porta ad una conoscenza reale e permette di sapere il probabile dall’improbabile, il credibile dalla leggenda, il vero dal falso". Purtroppo, però, scienza e tecnologia vengono anche viste come portatrici di perturbazioni, distruzioni, inquinamento, di malattie e tanto altro, attribuendo loro responsabilità dovute al cattivo uso che noi uomini ne abbiamo fatto.
Altro tema che viene approfondito è quello dell’educazione e del suo rapporto con la scienza. Importanti per comprendere la qualità dell’apprendimento negli adolescenti sono i dati dell’OCSE emersi da test somministrati in diversi paesi. L’Italia in ogni disciplina non si colloca mai nelle posizioni di vertice, ma anzi consegue risultati inferiori alla stessa media OCSE.
Cosa può fare in concreto la scuola per far sì che si migliori la cultura scientifica delle nuove generazioni? L’arrivo del COVID-19 ha favorito lo sviluppo di nuove tecnologie e di piattaforme utili per la didattica digitale a distanza. Sono dunque stati promossi, grazie alle iniziative di Piero Angela, dei corsi per gli allievi di moltissime Università i quali hanno avuto l’opportunità di incontrare esperti di tanti campi differenti e, successivamente, di lavorare in gruppo tra di loro.
Il libro può essere considerato alla portata di tutti grazie all’utilizzo del linguaggio semplice. Il punto forte dell’opera, però, non si trova nelle parole ma nella narrazione in prima persona. Con l’impiego di questa tecnica, il lettore si sente un allievo del professor Angela che con le sue parole semplici riesce sempre a dare importanti informazioni. Complessivamente il voto è un otto e mezzo.
Le parole di Alberto Angela proferite nella prefazione contengono la volontà comunicativa dell’autore: “Si è in un certo senso seduto accanto ai suoi telespettatori, ai suoi amici, a voi, per raccontare ciò che ha capito nell’arco della sua esistenza. Questo [...] non è un libro come tutti gli altri che ha scritto: è un diario intimo del suo sapere, l’ultimo, che ha voluto regalarci prima di andarsene”.

      Di Biase Angelo Polo Liceale " R.mattioli " ( Vasto, Abruzzo )

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Dieci cose che ho imparato
Piero Angela. Milano, Mondadori Libri – Ottobre 2022 (135 pagine)
“Leggere le sue parole è stato come rincontrarlo dopo settimane di assenza… E immagino che lo stesso sarà per voi. Avrete davvero la sensazione che sia nuovamente al vostro fianco mentre vi spiega argomenti complessi”. Queste le parole di Alberto Angela, figlio di Piero Angela, che nella prefazione ci accompagna verso la lettura di quelle che sono considerazioni maturate in tanti anni. Parliamo di un giornalista e divulgatore scientifico, che nel corso della sua lunga carriera ci ha raccontato tanto nell’ambito di vari campi del sapere, in maniera originale e stimolante. E lo ha fatto con programmi televisivi (primo fra tutti Superquark), ma anche con i suoi libri. La novità di “Dieci cose che ho imparato” sta nel fatto che questa volta ci racconta ciò che ha imparato nelle sue esperienze di vita. Così, con professionalità, ma anche con umiltà e soprattutto con imparzialità di pensiero, l’autore ci porta a riflettere su cosa sia davvero importante per lo sviluppo di un paese come l’Italia (che vede un crollo delle nascite), in cui la produttività è cresciuta pochissimo negli ultimi anni. È ammirevole il suo accusare tutta la politica, in cui il confronto tra le parti è incentrato sulla distribuzione della ricchezza e non sulla produzione di quest’ultima. Il suo libro è un “viaggio” attraverso quelli che sono gli acceleratori di uno sviluppo, importanti nell’era moderna. Per cui ci parla di scuola, educazione, conoscenza, competenza, innovazione ed altro, toccando ambiti che spaziano dall’ambiente all’economia. Un punto importante è quello dell’energia, dall’idroelettrico al geotermico, dal solare all’eolico o ancora dalle biomasse al moto ondoso. Cruciale è il tema della scuola. Sottolinea il fatto che in Italia, rispetto al resto del mondo, le famiglie non danno tanta importanza all’educazione e allo studio dei propri figli. Non manca la sua idea in merito al fatto che la televisione oggi dovrebbe offrire gli strumenti per capire il mondo proprio perché, per la maggior parte degli italiani, rimane ancora l’unico legame forte con la realtà. Purtroppo però, in Italia, i programmi sulla conoscenza sono penalizzati. Da divulgatore scientifico è convinto che per comunicare è necessario sfruttare le emozioni oltre che la chiarezza espositiva: in questo modo passano contenuti anche meno facili e cresce la voglia di conoscenza. Grande spazio è dato anche allo scarso investimento nella ricerca in tutti i campi della scienza. Colpiscono le considerazioni dell’autore sul concetto di separazione della cultura umanistica da quella scientifica: la scienza ha bisogno della cultura umanistica per una gestione ottimale del sapere (e tutto questo passa per la scuola). Leggere queste pagine significa prendere consapevolezza dell’importanza dei valori e della conoscenza. Nella sua introduzione scrive: “La nostra tradizione umanistica, così ricca e preziosa, non può più illuminare e guidare il nostro tempo se non si integra con una nuova visione della realtà”. È un libro che vale la pena di leggere, è adatto a tutti per la sua chiarezza espositiva e per la presenza di esempi pratici e tangibili. Però, nonostante dia tante idee per “salvare il nostro futuro” tra le righe si legge una forte consapevolezza del fatto che un cambio di rotta sia quasi impossibile.

      Macciola Emanuele Liceo Scientifico D' Ascanio ( Montesilvano, Abruzzo )

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La vita è così grande / che quando sarai sul punto di morire / pianterai un ulivo / convinto ancora di vederlo fiorire". È così che Roberto Vecchioni, nella sua canzone "Sogna, Ragazzo, Sogna", descrive "quella piccola cosa che è la vita."
La vita è fugace, rapida, ma sa quando rallentare. Relazioni, esperienze, amori, gioie e dolori. Sofferenza. Sensazioni contrastanti, emozioni forti, gli esseri umani sono diversi, ma sono uniti, animali sociali, ma che non sanno vivere in società. Questo è uno dei problemi che Piero Angela ha riscontrato durante la sua vita, di come l'uomo abbia perso la capacità di comunicazione e di come egli stesso, nonostante sia a conoscenza di questa sua mancanza, non si metta in gioco per risolverla o migliorarla. Tuttavia, "Dieci cose che ho imparato" offre una visione più ampia di quella che è la storia dell'uomo la cui divulgazione scientifica sulla natura, sull'uomo e sull'universo, resta ancora oggi una delle più vaste mai conosciute. Quello che Piero Angela vuole comunicare attraverso il suo libro è più delle sue ultime volontà o delle sue esperienze. E' un caloroso benvenuto, un caldo abbracio paterno, che guida il proprio bambino a scoprire il mondo che sta "lì fuori", aiutandolo prima di tutto a diventare un uomo. L'autore questo cerca, si impersonifica nella nostra figura paterna e impartisce una lunga lezione di cosa sia la vita, di quali siano le istituzioni della nostra società, i problemi, le possibili soluzioni. Idee, pensieri, punti di vista totalmente nuovi e orginali, che solo l'esperienza potevano far nascere. L'intento pedagogico principale è un altro però. Viene da pensare come sia possibile che nell'arco di ben 93 anni, le cose che Piero Angela ha imparato siano solamente dieci. Assurdo no? Infatti, la scelta ricade nella volontà di celare spontaneante alcune delle sue conoscenze, affinchè noi possiamo sbagliare, errare, cadere ma soprattutto rialzarci e imparare, cosa che solo le parole non potrebbero mai fare. Non vuole cullarci e cantarci la favoletta dell"andrà tutto bene". No, al contrario, ci fornisce gli strumenti, le idee, i punti di partenza delle nostre originali riflessioni sulla vita e sul mondo, Vuole farci combattere con le unghie e con i denti per il nostro futuro, pone in noi giovani una fiducia inestimabile, grandissima, perché sa che non lo deluderemo, ma ovviamente, ci fornisce tutto il necessario per prepararci a quell'avventura che è la vita. Desidera piantare un seme, desidera vederlo crescere, anche se sa che con gli occhi non lo vedrà mai fiorire, tuttavia il suo cuore ha già davanti a sè un maestoso ulivo. La vita è così grande quanto fragile come un bambino. È perciò compito di tutti noi di cullare questo infante, fino a quando un giorno non saremo noi a impartire insegnamenti ai più giovani.

      Macino Benedetta Liceo Scientifico " Galileo Galilei " ( Pescara, Abruzzo )

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Garantire professionalità e rigore scientifico all’interno di un saggio, fornendo, allo stesso tempo, aneddoti autobiografici e personali, non è sicuramente cosa da poco.
Eppure, nel libro “Dieci cose che ho imparato”, il giornalista e comunicatore scientifico Piero Angela è stato straordinariamente brillante nel bilanciare questi due aspetti, offrendo ai lettori due dimensioni nelle quali potersi immergere: una dimensione prettamente scientifica che consente di acquisire familiarità con quelli che sono i temi attuali che più necessitano di attenzione ed una dimensione maggiormente personale e privata che permette di entrare nella grandiosa vita di quest’uomo, una vita che si è recentemente purtroppo spenta.

Come evidenziato dal figlio Alberto nella prefazione, ciò che più affascina di questo libro è la sorprendente capacità che ha Angela nel mettere a disposizione di tutti, in modo chiaro ed imparziale, la sua saggezza, una saggezza che sembra non conoscere limiti, frutto di una vita vissuta all’insegna del sapere, della scoperta e della scienza.
E’ stato forse questo ciò che ha permesso all’autore di non sbilanciarsi mai tra quello che poteva essere un saggio specifico, dettagliato ed elitario oppure un racconto unicamente autobiografico: il fatto che la scienza sia stata parte integrante non solo della sua vita, ma della sua persona.
Questo lo dimostra il fatto che ogni esperienza personale raccontata in queste pagine funge esclusivamente da evidenza alle argomentazioni da lui portate, la sua vita è dato statistico a testimonianza di ciò che spiega.
Con estremo rigore scientifico, ove non è la sua vita a dimostrarci la tesi portata, lo faranno grafici, testimonianze di altri studiosi, esempi della storia, numeri o classifiche.

Come suggerito dal titolo, sono dieci le tematiche affrontate all’interno di questo saggio, tematiche diverse, ma profondamente interconnesse tra loro.
L’obiettivo che Piero Angela aveva mentre si dedicava alla scrittura di queste pagine risulta essere lampante: smuovere l’animo dei lettori facendo aprire loro gli occhi riguardo quella che è la nostra situazione, la situazione italiana.
Sebbene l’Italia sia famosa ed invidiata in tutto il mondo per la sua cultura classica, l’autore individua in quest’ultima la causa più radicata e profonda dell’arretratezza che la nostra nazione presenta rispetto ad altri paesi.

Si tratta infatti di una cultura che non è ancora in grado di comprendere il ruolo fondamentale che la tecnologia ha nella vita quotidiana;
mentre quest’ultima continuamente si trasforma e progredisce, la nostra cultura rimane indietro, non riesce ad evolversi.
La distanza creatasi tra queste due parti viene riconosciuta nel libro come la causa principale di quelli che attualmente sono i problemi con cui l’Italia si trova costretta a scontrarsi: l’idea sbagliata che c’è della ricchezza, il fenomeno della “fuga dei cervelli”, la bassa crescita della produttività italiana, l'inefficienza delle scuole, mezzi di divulgazione inconcludenti, i problemi ambientali, il crollo demografico…

Alla conclusione di questa lettura le domande che sorgono, specialmente in un lettore giovane, sono molte: Cosa ne sarà del nostro futuro? Come sarà la società in cui vivremo? Sarà ancora possibile vivere in Italia?
Allo stesso tempo però la voglia di combattere per difendere un “futuro invisibile” è tanta, così come la speranza che effettivamente non sia mai troppo tardi.

      Manuele Claudia Iis A. D' Aosta ( L' Aquila, Abruzzo )

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Il libro "Dieci cose che ho imparato" di Piero Angela è un'opera completa e coinvolgente che offre al lettore un viaggio attraverso le conoscenze scientifiche più significative dell'umanità. Affronta temi che vanno dall'origine dell'universo all'evoluzione della vita sulla Terra, dalla teoria della relatività al funzionamento del cervello umano. Oltre a fornire una panoramica dettagliata degli argomenti trattati, il libro stimola la riflessione su questioni etiche, sociali e filosofiche. Ciò che ci lascia in particolare è la volontà del celebre divulgatore scientifico, giornalista, conduttore televisivo e saggista italiano, di farci conoscere e valorizzare scienza e tecnologia attraverso una piacevole e scorrevole lettura, divisa in dieci capitoli distinti, con una scrittura facilmente leggibile e lineare, che ricorda anche il modo in cui l’autore conduceva i suoi numerosi programmi tv. La terminologia non è troppo specialistica né complessa e ogni parola che può causare incomprensioni viene opportunamente spiegata, il che rende la lettura adatta anche ai non esperti.
Se prendiamo come esempio il primo capitolo, Piero Angela esplora l'origine dell'universo, analizzando le varie teorie cosmologiche che cercano di spiegare il suo inizio e la sua evoluzione. Parla della teoria del Big Bang e delle scoperte più recenti sull'espansione accelerata, guidando il lettore in un viaggio affascinante attraverso il cuore dell'Universo e fornendo una comprensione più approfondita delle leggi fisiche che regolano il nostro mondo. Qui è presente una delle citazioni più significative del libro: "Il Big Bang, che è alla base di tutto quello che vediamo intorno a noi, fu un'esplosione non solo di materia, ma anche di spazio e tempo". Essa infatti, sottolinea l'importanza di capire le leggi fisiche che governano l'universo e la sua evoluzione nel corso del tempo.
Nei capitoli successivi, l’autore procede poi ad esplorare argomenti come l’evoluzione della vita sulla terra esaminando le prove fossili, genetiche e geologiche che ci permettono di tracciare la storia sul nostro pianeta, la struttura dell'atomo, il funzionamento del cervello umano, la natura della materia e dell’energia, la teoria della relatività di Einstein in cui mette in luce la rivoluzionaria visione della fisica proposta dallo scienziato e le sue conseguenze per la nostra comprensione dell'universo, oppure ancora il funzionamento del cervello umano dove offre una riflessione sulle implicazioni delle neuroscienze per la nostra comprensione della mente umana.
Angela offre spesso suggerimenti sulle nuove direzioni della scienza e della tecnologia, invitando il lettore a interrogarsi sulle implicazioni dei progressi scientifici per la società e per il futuro dell'umanità. Questo approccio non solo educa e informa, ma alimenta anche la curiosità e invita alla riflessione su tematiche fondamentali della scienza e della conoscenza umana.
Il libro "Dieci cose che ho imparato" è straordinario nel suo modo coinvolgente di trasmettere la bellezza e la complessità del mondo scientifico. Grazie alla sua chiarezza espositiva, la vasta conoscenza, l’approccio interdisciplinare e la narrazione avvincente ricca di citazioni significative, rappresenta un'opera indispensabile per chiunque desideri approfondire la propria comprensione del mondo che ci circonda.

      Nanni Nora Convitto Nazionale " D.cotugno " ( L' Aquila, Abruzzo )

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“E’ come in una partita a scacchi: anche sulla scacchiera il futuro non è prevedibile, nessuno può sapere come si presenterà dopo quindici mosse. Un buon giocatore, però, sa che non deve lasciarsi tentare da un vantaggio immediato: deve invece impostare le sue mosse per vincere la partita in prospettiva, disponendo i suoi pezzi nel modo migliore”. Questa è la riflessione che Piero Angela scrive nelle conclusioni del suo libro intitolato "Dieci cose che ho imparato" edito da Mondadori e pubblicato nel 2022: sintetizza così la sua visione su ciò che siamo chiamati a fare per il nostro futuro collettivo. L’autore, che nel corso della sua vita si è sempre occupato di scienza e tecnologia, ci presenta in questo libro il suo punto di vista sulle problematiche attuali. In 10 capitoli Piero Angela non solo ci offre un quadro dei problemi della nostra società ma, con il suo grandissimo bagaglio culturale, cerca anche di fornirci delle soluzioni da applicare. Vengono affrontate numerose tematiche che riguardano la nostra quotidianità, come: la politica, la scuola, la cultura, la demografia. Sono proposti molti spunti utili per farci riflettere, come nel primo capitolo in cui si parla della “brevimiranza” della nostra politica che, promettendoci di tutto e di più per l’immediato, alla fine ci lascia a mani vuote. Interessante poi è soprattutto l’argomentazione sulla tecnologia, che viene vista da due fronti opposti: quello positivo e quello negativo. Da un lato, infatti, Piero Angela ci spiega quanto la tecnologia sia stata ed è ancora importantissima per dare vita a una società più avanzata e dinamica; all’altro lato ci dimostra, però, anche quanto sia “pericolosa” se non gestita in modo adeguato. Negli ultimi anni, infatti, molti settori hanno perso lavoratori proprio perché sostituiti da macchine e a questo proposito Piero Angela scrive nell’ottavo capitolo: “il nostro cervello si trova quindi, paradossalmente, in competizione con le macchine che lui stesso ha creato”. Una riflessione quanto mai attuale se pensiamo agli effetti sempre più impattanti che l’Intelligenza artificiale avrà sulla produttività di diversi settori, compreso quello agricolo. Ci sarebbe tanto da dire su questo libro che mi ha notevolmente sorpreso nonostante io non prediliga questo genere letterario. Vorrei però soffermarmi sul fatto che l’autore abbia voluto donarci quest’ultimo, significativo, contributo come una sorta di eredità, per metterci in guardia sul futuro e per farci aprire gli occhi su aspetti che probabilmente all’inizio neanche consideravamo. Suo figlio Alberto nella prefazione definisce il libro come un “diario intimo del suo sapere” che ha voluto regalarci prima di andarsene e sinceramente non saprei trovare parole più esatte per descriverlo. Consiglio fortemente quest’opera che tratta tematiche importanti con un lessico semplice, lineare e accessibile. La consiglio soprattutto a chi non vuole mai smettere di imparare.

      Oddi Eleonora Iis “torlonia-bellisario " Liceo Classico ( Avezzano, Abruzzo )

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"Dieci cose che ho imparato" è un libro scritto da Piero Angela e pubblicato nel 2022 da Mondadori. Si può considerare questa opera come un lascito da parte dell’autore, che con la sua opera di divulgazione ha saputo avvicinare tutti alla cultura scientifica, e in questo libro mette a disposizione del lettore tutta la sua esperienza in diversi ambiti, maturata a seguito di una lunga carriera. Lo fa innanzitutto chiedendosi come l’Italia sia arrivata a trovarsi in una situazione così critica, perché abbia “perso le sue luci”. Il presupposto di partenza è che nel nostro Paese è radicata una cultura prevalentemente umanistica, che però, se non integrata ad una visione più moderna e scientifica della realtà, impedisce all’Italia di modernizzarsi.
Attraverso un ragionamento deduttivo ed estremamente logico l’autore analizza in dieci capitoli dieci aree critiche proponendo spiegazioni e soluzioni a problemi che spaziano dalla politica, alla scuola, all’informazione, alla demografia. L’obiettivo principale di questi capitoli è quello di far comprendere al lettore quanto la scienza intesa come conoscenza sia trascurata nel nostro Paese. Viene trascurata dalla politica, che non ha una visione a lungo termine. Viene trascurata dalla scuola, dove allo sviluppo di un pensiero e di una mentalità scientifica si preferisce lo studio settoriale delle materie.
Si pone poi l’accento sulla necessità di un’accelerazione rispetto al ritardo culturale che caratterizza l’Italia, e su come questo possa essere favorito dalla cultura, capace di diffondere una visione moderna. Questo secondo l’autore non è ancora avvenuto, ma è fondamentale che succeda al più presto.
Un altro argomento trattato è l’influenza che l’informazione e la televisione potrebbero esercitare in questo processo di modernizzazione del pensiero: ormai queste ultime puntano solo a raggiugere la maggioranza della popolazione, un’audience che sia più alta possibile, puntando sull’emotività degli spettatori, perciò non si realizzano molti programmi scientifici e culturali. L’autore fornisce però una soluzione al problema di accattivare il pubblico anche attraverso programmi televisivi di questo genere: le due chiavi sono, a suo avviso, la chiarezza del linguaggio e la creatività.
Nei capitoli successivi viene analizzato l’uso fatto dell’emotività da parte di giornali e strumenti che raggiungono le masse, come la televisione, con particolare attenzione all’importanza di una comunicazione efficace e convincente.
Gli ultimi capitoli affrontano la questione della simulazione mentale, della rete di cervelli e delle nuove forme di intelligenza che provocheranno una sempre maggior perdita di posti di lavoro.
Infine, l’autore si sofferma su problemi riguardanti l’ambiente, come la fragilità di atmosfera e mari e il pericolo della plastica, e l’energia, presentando vantaggi e svantaggi delle diverse fonti rinnovabili e riflettendo su consumi energetici diretti e indiretti, per poi concludere con l’inevitabile crollo demografico a cui l’Italia va incontro.
Piero Angela racconta ciò che ha imparato nel corso degli anni attraversi un’esposizione chiara e coerente e uno stile alla portata di tutti. Spiega le condizioni dell’Italia con dati e grafici alla mano, per farci comprendere che, nonostante tutto, sembra che l’unico futuro a cui si è interessati sia quello personale, non quello della nazione. In realtà gli scenari futuri possibili sono diversi, sta solo a noi scegliere verso quale andare.

      Pasquarelli Michele Liceo Scientifico " A. Einstein " ( Teramo, Abruzzo )

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DIECIMILA COSE CHE ABBIAMO IMPARATO: GRAZIE PIERO ANGELA

È bene iniziare con una citazione in grado di trasportare in un’atmosfera raccolta e riflessiva che coinvolge l’animo del lettore: “Questo libro raccoglie alcune cose che ho imparato in tanti anni di professione, di incontri, di esperienze, di libri letti e scritti, di speranze e delusioni. Mezzo secolo passato a raccontare i problemi dello sviluppo. Una specie di raccolta organizzata di concetti per cercare di capire cosa è successo e cosa si può fare. […] Si dice spesso che la cultura è ciò che rimane dopo che si è dimenticato tutto ciò che si è imparato”. È un passaggio emblematico contenuto nell’introduzione del libro del divulgatore scientifico, giornalista, conduttore televisivo e saggista Piero Angela, pubblicato postumo, “Dieci cose che ho imparato” (Mondadori, 2022, pagine 155). L’autore, dedicatosi fino all’ultimo alla stesura di questo suo lascito morale, si rivolge ad ognuno di noi nello spiegare dieci argomenti che ha imparato.

L’approccio critico e scientifico e l’intento divulgativo, propri dell’autore, si evincono sin da subito: Piero Angela si interroga sul perché l’Italia oggi si trovi in difficoltà, spiegando un “gravissimo ritardo culturale a entrare nella modernità” che può essere risolto solo attraverso una visione d’insieme della realtà, dei vari eventi e problemi, perché ciò che conta è “aver imparato a imparare”. Partendo da quanto detto, la risposta viene espressa nel corso di dieci brevi capitoli che esaminano aspetti compresi dall’autore su cui è necessario intervenire: da qui il titolo del libro. Con la sua saggezza Piero Angela spiega come la politica non produca ricchezza (contrariamente a quanto si possa pensare) ed evidenzia il ruolo centrale e determinante della scienza, della tecnologia e dell’educazione attraverso la scuola, che deve preparare i giovani al futuro e con un invito a “inseguire l’eccellenza”. Tratta anche della “Cultura con la “C” maiuscola”, in cui discipline scientifiche e umanistiche si fondono insieme armoniosamente, passando poi all’informazione e alla televisione, all’emotività e al cervello come “simulatore mentale”, e concludendo con le più recenti sfide legate all’ambiente e all’energia e con una riflessione sull’equilibrio demografico. Sono tanti gli argomenti trattati e solo con la lettura del libro è possibile assaporare l’essenza divulgativa di Piero Angela. Degni di nota sono gli aneddoti presenti, anche personali, i dati e i grafici che evidenziano la situazione attuale e non sono da trascurare le Conclusioni finali e la Prefazione di Alberto Angela, suo figlio.

Si tratta di un libro diverso dal solito, che si rivolge a tutti noi per spronarci. Con un titolo che parla da sé, in poche pagine è contenuto il pensiero di un grandissimo divulgatore che ha segnato profondamente tante generazioni attraverso un modo di parlare chiaro, pacato, discorsivo e accessibile a chiunque: “Avrete davvero la sensazione che sia nuovamente al vostro fianco mentre vi spiega argomenti complessi”, scrive suo figlio Alberto nella prefazione. Con uno stile che imita la sua voce inconfondibile, la lettura non può che risultare piacevole e scorrevole, trattando di temi universalmente validi. Concludo con un’ultima citazione, che può sembrare un addio ma è un invito ad un nuovo inizio: “Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio, Piero Angela”.

      Pettinella Francesco Paolo Liceo Classico G. D' Annunzio ( Pescara, Abruzzo )

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L’Italia versa in condizioni disastrose, schiacciata sotto i macigni del debito pubblico, della dilagante ignoranza e della mancanza di lungimiranza da parte dei governanti. Tuttavia, al presentarsi dei problemi, è necessario comprenderne prima le cause e poi cercare soluzioni adeguate alle risorse disponibili.
"Dieci cose che ho imparato" è, a tal proposito, una gemma preziosa da conservare gelosamente, da leggere, rileggere e comprendere. Attraverso il suo stile inconfondibile, basato sulla pacatezza e sulla chiarezza espositiva, Piero Angela analizza criticamente la situazione in cui il nostro paese versa attualmente. Tenta, con le sue infinite conoscenze, di metterci di fronte alla situazione così com’è, non per scoraggiarci, ma per mostrarci, spiraglio dopo spiraglio, la via migliore per permettere di potenziare le capacità illimitate dell’Italia e dei suoi cittadini.
L’autore ci presenta “un diario intimo del suo sapere, l’ultimo, che ha voluto regalarci prima di andarsene”, in cui presenta con saggezza dieci temi, fondamentali per l’economia, monetaria e non, di un paese, e in cui l’Italia presenta carenze importanti. Per comprendere tutta la riflessione compiuta dallo scrittore è però necessario comprendere che la vita è una trama di cui ogni uomo è solo un sottile filo, essenziale però per la realizzazione della stessa tela.
I governanti sono coloro che gestiscono il movimento dei fili e, in quanto tali, non devono pensare e agire sul breve termine per ottenere gratificazioni personali immediate, ma sul medio-lungo affinché tutta la trama possa beneficiare delle loro azioni. Se l’uomo agisce egoisticamente, il danno tornerà a egli stesso: ognuno di noi è chiamato a essere una ruota di un ingranaggio che necessita di ogni sua più piccola componente per poter funzionare; ed è la stessa componente a essere gratificata nel vedere tutto l’ingranaggio funzionare anche grazie a lei.
Dunque è fondamentale realizzare l’utopia platonica per cui al governo devono salire uomini-filosofi, ricchi di conoscenze e capaci di trasmetterle nelle loro azioni, volte al bene comune. Solamente con questi presupposti è possibile trasformare un paese, ormai nelle ultime posizioni in qualsiasi classifica europea, e permettergli di “marcare nuovamente il cammino della civiltà”.
Il governo, tuttavia, deve agire in un contesto in cui i cittadini siano consapevoli di sé stessi e delle proprie capacità. Consapevolezza e spirito critico a cui potranno giungere i cittadini del domani. Affinché queste condizioni si realizzino, tuttavia, fondamentale è il ruolo ricoperto dalla scuola, attualmente considerabile un’azienda, apparentemente ricca di “offerte formative”, ma che in realtà sono mero espediente per raccogliere il maggior numero di iscrizioni possibile. Occorre, dunque, un cambiamento, attuabile secondo l’autore attraverso convenzioni con università prestigiose o anche solo tramite una maggior attenzione degli insegnanti nei confronti delle materie scientifiche, sotterrate dalla cultura umanistica imperante in Italia.
Politica, scuola, scienza e tecnologia sono i quattro pilastri fondamentali su cui fondare uno Stato "nuovo", scevro da impedimenti di varia natura, capace non solamente di essere produttivo, ma anche di sviluppare il singolo cittadino in quanto individuo. E' proprio sul paradigma del singolo che deve essere tarata la società, capace di migliorarsi solamente se ogni cittadino manifesta ed attua individualmente questa volontà.

      Ramone Anna I.i.s. " A. Volta " ( Pescara, Abruzzo )

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Piero Angela è stato un giornalista, scrittore, divulgatore, documentarista, che ho sempre ammirato molto sin da quando ero piccola, con i miei genitori appassionati di scienza, non abbiamo mai perso una puntata dei suoi documentari che a differenza di altri erano sempre interessanti e in qualche modo sorprendenti.
Un uomo con un innato dono della comunicazione, ma anche ricco di passioni e di interessi, con tanta voglia di fare qualcosa per lasciare un mondo migliore a chi sarebbe venuto dopo di lui.
La sua curiosità e la sua capacità di ricerca lo hanno portato a scoprire e far conoscere luoghi, industrie, situazioni, possibilità altrimenti nascoste e a renderle note al grande pubblico aprendo un mondo pieno di occasioni affascinanti.
Scienza, tecnologia, cultura, archeologia e storia, anatomia, nulla era al di fuori dei suoi interessi e con questo libro ha voluto lasciarci una sorta di fotografia del nostro mondo così come lo ha lasciato lui e così come lui lo ha visto, insieme a qualche consiglio.
La nostra Italia, che ragiona soltanto sul breve termine guidata dalla “ brevimiranza”, come lui la definisce, e non sa ampliare i suoi orizzonti e quindi rimane indietro rispetto ad altre nazioni che invece sono capaci di ragionare non solo a medio termine, ma anche a lungo termine.
Come è possibile che una nazione “che per secoli ha marcato profondamente il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà?” si chiede, dove vanno a finire le intelligenze e la creatività tipiche del nostro paese?
Non ci lascia dubbi, lui stesso risponde che il ritardo è soprattutto culturale.
Questo libro è decisamente critico verso chi ci amministra e ci ha amministrato negli ultimi decenni. Piero Angela rifiutò, quando gli fu offerta, la carica di senatore a vita dicendo che nei secoli la politica non aveva mai portato né ricchezza né benessere ai popoli al contrario di quanto avevano fatto la scienza, la tecnologia e la cultura e questo lo ribadisce con forza.
Al centro dell’attenzione in “ Dieci cose che ho imparato” ci sono anche l’ambiente e l’energia, l’informazione e la scuola, il cervello, la cultura, il mondo attraverso i suoi occhi, non sempre tutti possono ritenere valide le sue possibili soluzioni, soprattutto nei campi in cui il lettore è più esperto potrebbe avere idee e suggerimenti diversi, questa è una visione a tutto tondo, chiara e veloce, ma è soprattutto un invito a pensare.
Lo stile è chiaro, diretto, semplice, proprio come lo era Piero Angela nelle sue trasmissioni e quindi indirizzato a qualsiasi tipo di pubblico che sia curioso di conoscere, di porsi domande, di “ascoltare” i suggerimenti e le idee che l’autore ha voluto lasciarci come eredità e magari raccogliere le sue raccomandazioni, o partire da queste per trovare delle soluzione anche migliori. Il rischio è che questo testo venga letto solo da chi già amava e seguiva, in televisione come in libreria questo grande divulgatore, mentre ritengo che tutti dovrebbero leggerlo e su questi temi tutti dovrebbero riflettere, forse qualcuno la pensa come me visto che è stato proposto in una delle tracce per il tema di maturità dello scorso anno.
Quello che Piero Angela ci ha lasciato è un libro che ci offre la possibilità e, speriamo, la voglia di essere curiosi, di approfondire, di porsi domande e cercare delle risposte, un libro da leggere con la voce di Piero “ La cultura è tutto ciò che rimane dopo che si è dimenticato tutto ciò che si è imparato”

      Latocca Antonella Iis Carlo Levi ( Potenza, Basilicata )

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Il libro "Dieci cose che ho imparato" di Piero Angela ci guida in un viaggio affascinante attraverso dieci temi fondamentali che hanno plasmato la nostra comprensione del mondo. Con una prosa limpida e coinvolgente, Piero Angela riesce a trasmettere concetti complessi in modo accessibile, rendendo la lettura del libro un'esperienza avvincente anche per chi non ha una formazione scientifica specifica.
Il libro si apre con una riflessione sulla politica, criticando l'atteggiamento brevimirante e sottolineando l'importanza di guardare oltre il breve termine e investire nella conoscenza e nell'istruzione come motori di crescita e sviluppo. Angela ci invita a porre le domande giuste, a individuare le connessioni tra i vari argomenti e a sviluppare una mentalità critica e aperta al cambiamento.
Uno dei punti focali del libro è l'importanza dell'istruzione, tema a cui Piero Angela dedica ampio spazio. Egli evidenzia la fondamentale importanza dell'istruzione per il futuro del Paese e esorta a un impegno concreto per migliorare la qualità dell'apprendimento e preparare le nuove generazioni a essere protagoniste del cambiamento.
Attraverso aneddoti, esempi concreti e chiarimenti accurati, Piero Angela ci guida alla scoperta di fenomeni naturali, eventi storici e teorie fondamentali che hanno segnato l'evoluzione della nostra società. Dal Big Bang alla teoria dell'evoluzione di Darwin, dall'importanza della scrittura alla scoperta dei batteri.
Ciò che rende veramente speciale questo libro è la capacità di Piero Angela di trasmettere non solo conoscenza, ma anche un senso di meraviglia e stupore per il mondo che ci circonda. Le sue parole sono intrise di una profonda ammirazione per la complessità e la bellezza della natura, e questo sentimento contagioso colma ogni pagina, spingendo il lettore a esplorare con occhi nuovi ciò che lo circonda.
Inoltre, il libro è impreziosito da illustrazioni e fotografie che aiutano a visualizzare concetti complessi e a rendere la lettura ancora più stimolante e accessibile. Piero Angela riesce a trasmettere la sua passione per la conoscenza e la scoperta in modo coinvolgente, rendendo "Dieci cose che ho imparato" non solo un libro di divulgazione scientifica, ma anche un invito a esplorare il mondo con occhi nuovi e a coltivare la curiosità e la meraviglia per le cose che ci circondano.
In conclusione, "Dieci cose che ho imparato" è molto più di un semplice libro di divulgazione scientifica: è un invito a esplorare il mondo con mente aperta e cuore curioso, scoprendo ogni giorno qualcosa di nuovo e affascinante. È un'opera che incoraggia il lettore a interrogarsi sul significato e sull'importanza della scienza nella nostra vita quotidiana.

      Bozzo Benedetta Liceo Classico Bernardino Telesio ( Cosenza, Calabria )

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Descriverei il libro “10 cose che ho imparato” di Piero Angela come un’odissea intellettuale, un viaggio illuminante alla scoperta del sapere umano, dalla scienza alla storia, dalla politica alla pedagogia. L’autore, con una chiarezza espositiva straordinaria e ineccepibile, ha tessuto per noi l’ennesima guida di divulgazione scientifica che, pagina dopo pagina, travolge il lettore insinuando curiosità e meraviglia. 10 capisaldi attorno ai quali si sviluppa una trama in grado di chiarire ed esaltare il ruolo della scienza, della tecnologia, dell’educazione.
Arrivando a trattare temi come la scuola, la famiglia, la propaganda e anche la politica, Piero Angela ci regala un manuale pieno di suggerimenti e ammonizioni che non ritengo solo illuminanti ma anche in grado di risollevare il nostro Paese. In questo libro diversi sono i capitoli all’interno dei quali si parla del ruolo del sapere e di come noi italiani percepiamo la sua importanza. Utilizzando grafici chiari e completi, l’autore disegna un quadro alquanto preoccupante: l’Italia risulta essere un paese incapace di investire, di guardare al futuro con speranza, un paese dove si lavora solo ed esclusivamente per l’oggi e non per il domani.
L’umanità ha visto l’evoluzione e il progresso con la scoperta di un metodo che si basasse su ricerca sfrenata e su tecnologia a essa applicata, con una rivoluzione silente ma efficace che va avanti ormai da più di duecento anni e che ha portato il tasso di alfabetizzazione, quello della natalità, ma anche quello della qualità della vita, ad alzarsi vertiginosamente in maniera quasi globale. Ancora oggi ci appare chiaro che i paesi più sviluppati sono anche quelli più attenti e lungimiranti. Aberrante ci appare, infatti, il confronto con la Cina, un paese dove tecnologia, ricerca e scienza vengono messi al primo posto in una visione accorta e promettente.
Piero Angela ci racconta anche la scuola, dalla quale esce “il cervello del Paese”, in un sistema scolastico come il nostro, oramai superato e inefficace, che porta gli studenti più volenterosi e appunto lungimiranti a scappare da una terra che non sembra volersi adattare alla velocità e alla fame scientifica degli altri stati. Ma come rendere questa Italia meno rigida, meno ferma, meno pallida? L’autore crede nella scuola, nell’educazione, nei giovani, nelle nuove generazioni affinché possano capire e studiare la complessità del mondo e di chi lo abita, per regalarci un futuro che possa non farci paura. A tal proposito l’uomo di “Quark” ha realizzato 16 puntate di breve durata, all’interno delle quali tratta gli argomenti più vari e contemporanei, da utilizzare all’interno delle scuole per rendere il sapere più omogeneo. Questo libro riflette ed accompagna la nostra attualità perché in un mondo che grida alla scienza come ad un nemico asettico, distante, indifferente e che la condanna (perché dall’innovazione discende la ricchezza, e la ricchezza rende gli uomini pazzi) c’è bisogno di “beni immateriali”, come conoscenza e valori, senza i quali persino “l’oro nero”, la benzina, risulterebbe inutile e inadeguata.
Con la speranza che questo libro possa finire sul comodino di ogni Italiano oggi e per sempre.

      Bruno Agostino Liceo Scientifico “a. Volta” ( Reggio Di Calabria, Calabria )

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“Dieci cose che ho imparato” è l’ultimo libro di Piero Angela, stimato conduttore televisivo e divulgatore scientifico, scomparso nell’agosto del 2022.
Nel suo “testamento intellettuale”, ci accompagna in dieci capitoli che cercano di spiegare le ragioni della decadenza culturale italiana; scrive nell’introduzione: “Mi chiedo spesso come mai un paese come l'Italia, pieno di intelligenze e di creatività, con una storia straordinaria e unica, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci”.
Sfogliando le pagine del libro si legge la profonda conoscenza, che lui traduce con singolare saggezza in un’analisi efficace e un modo di raccontare che non ammette ambiguità. Racconta a trecentosessanta gradi i pilastri per una rinascita intellettuale, sociale ed economica del Belpaese, come investire nella formazione scientifica, nello sviluppo delle fonti rinnovabili e in scelte energetiche più lungimiranti, l’importanza di un’informazione di rilievo e una distribuzione più omogenea della ricchezza.
L’autore convoglia tutto nel concetto del “più conosciamo, più siamo ricchi”, che è, a parer mio, la chiave di lettura di questo saggio: un nuovo Rinascimento deve passare obbligatoriamente dal rigore scientifico, che dia fecondità a riforme e cambiamenti. Non sarebbe una cattiva idea fornire una copia di questo libro ai nostri cari parlamentari!
L’attualità dei temi affrontati e la grande maestria di come vengono esposti rendono la lettura coinvolgente ed efficace ed è chiaro che il progetto di divulgazione rappresentato da questo libro miri ad un pubblico veramente ampio: l’autore articola i temi in maniera semplice e in modo omogeneo, così da legare i pensieri e renderli accessibili anche a chi di queste materie non ne mastica.
Leggere quest’opera è stato illuminante perché è dedicato a noi ragazzi ed è scritto tra le righe l’invito di Piero: puntare sulle nostre capacità e qualità, ma soprattutto all’eccellenza che è la lezione che rimane alla fine di questo libro.

      De Gennaro Antonio Liceo Scientifico “a. Volta” ( Reggio Di Calabria, Calabria )

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"Dieci cose che ho imparato" di Piero Angela è un libro che si distingue per la sua capacità di condurre il lettore in un viaggio avvincente attraverso il vasto mondo della conoscenza scientifica e umana. Con una maestria innegabile, l'autore ci guida attraverso dieci lezioni fondamentali che ha appreso nel corso della sua vita e della sua carriera di divulgatore scientifico.
In questo libro, Angela dimostra la sua straordinaria abilità nel comunicare concetti complessi in modo chiaro, accessibile e coinvolgente. Ogni capitolo è una finestra aperta su un argomento diverso, trattato con profondità e competenza, ma anche con un tocco di umorismo e leggerezza che rende la lettura un'esperienza piacevole e stimolante.
Una delle qualità più sorprendenti di "Dieci cose che ho imparato" è la sua capacità di spaziare attraverso una vasta gamma di argomenti, offrendo al lettore una panoramica completa della conoscenza umana. Dalla biologia all'astronomia, dalla storia alla psicologia, ogni capitolo ci introduce a concetti e teorie fondamentali, arricchendo la nostra comprensione del mondo che ci circonda.
Ma ciò che rende davvero speciale questo libro è il suo messaggio positivo e incoraggiante. Attraverso le sue lezioni, Angela ci ricorda che la conoscenza è un viaggio senza fine, e che anche le domande più profonde e complesse possono essere esplorate e comprese. Ci invita a mantenere viva la nostra curiosità e il nostro desiderio di apprendere, e ci dimostra che non c'è limite a ciò che possiamo scoprire e capire se siamo disposti ad aprire la nostra mente e il nostro cuore alla meraviglia del mondo.
Oltre alla sua capacità di comunicare in modo chiaro e coinvolgente concetti scientifici complessi, "Dieci cose che ho imparato" di Piero Angela si distingue anche per la sua rilevanza e attualità. Nonostante sia stato scritto in un determinato momento, le lezioni e i concetti presentati nel libro mantengono una sorprendente rilevanza nel tempo.
Angela affronta temi universali e fondamentali che vanno oltre le singole scoperte scientifiche o gli eventi storici del momento, toccando questioni che riguardano direttamente l'essenza stessa dell'esperienza umana. Attraverso il suo libro, l'autore ci invita a riflettere sulle grandi domande della vita, sul significato dell'esistenza umana, sulla nostra relazione con il mondo naturale e con l'universo.
In sintesi, "Dieci cose che ho imparato" è un libro straordinario che merita di essere letto e apprezzato da chiunque sia interessato alla scienza, alla conoscenza e alla bellezza del mondo che ci circonda. Con la sua prosa eloquente e la sua saggezza senza tempo, Piero Angela ci offre un invito a esplorare il vasto universo della conoscenza umana e a lasciarci ispirare dalla meraviglia e dalla bellezza del mondo che ci circonda.

      Leonetti Federica Liceo Scientifico Enrico Fermi ( Cosenza, Calabria )

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“Dieci cose che ho imparato” è un libro testamento con il quale P. Angela, con la sua straordinaria capacità narrativa, con la sua onestà intellettuale, tratta temi che ha imparato in tanti anni di professione, di incontri, di esperienze, di studi, di speranze e di delusioni, in cui è necessario intervenire al più presto per risollevare le sorti del nostro Paese. Si chiede come è possibile che un paese come l’Italia che ha marcato per secoli il cammino della civiltà, si trovi oggi in difficoltà. La risposta sta nelle dieci aree dei dieci capitoli, dieci aree critiche sulle quali occorre intervenire con urgenza. Nel testo, P. Angela sottolinea l’importanza della divulgazione della cultura in quanto necessaria non solo alle persone meno informate, ma anche ai più colti quando si avvicinano ad un argomento non conosciuto. Rifiuta la gerarchizzazione dei saperi e ritiene che le due culture, umanistica e scientifica, si debbano integrare in una visione di insieme che le valorizzi entrambe. La grande cultura tradizionale ed umanistica italiana non può più guidare il nostro tempo se non si integra con la realtà. Il nostro Paese sta perdendo competitività per la mancanza di una cultura che non ha compreso il ruolo propulsivo della scienza e della tecnologia. Non comprendere il ruolo che svolge la scienza e la tecnologia nella trasformazione della società significa non riuscire a leggere il proprio tempo.
Per risolvere i problemi che affliggono il nostro Paese è necessario investire nella ricerca, nella tecnologia, nella produttività: il migliore investimento che rende in prospettiva. Purtroppo, nel nostro Paese, il finanziamento per la ricerca non è considerato strategico. E’ una spesa e non un investimento. Da qui i limiti nel nostro sistema scolastico ed accademico, nei centri di eccellenza, nella produttività, nell’attrattiva per gli investitori.
La mancanza di comprensione della scienza e della tecnologia dipende anche dal modo in cui opera l’informazione. Nel testo, P. Angela rimarca la necessità di creare programmi di divulgazione che stimolino la curiosità e l’interesse dello spettatore, programmi che suscitino in lui il desiderio di conoscere sempre più e comprendere. Forte è la condanna contro la classe politica intenta ad ottenere vantaggi elettorali immediati ed a non volgere lo sguardo verso il futuro. La ricchezza non si crea nei talk show con gli scontri, le polemiche, nelle campagne elettorali, oppure nei dibattiti culturali.
Particolare bellezza di questo testo risiede nel fatto che P. Angela con il suo linguaggio chiaro, creativo ed avvincente, riesce a divulgare ed a spiegare concetti alquanti difficili.
Non dà ordini perentori, ma invita alla riflessione ed all’azione al fine di ottenere un mondo migliore. Offre una prospettiva su come affrontare il futuro mediante la conoscenza ed i valori. Per imboccare tale strada è necessario, però, porre alla base alcuni valori a cominciare dal merito, dalla lealtà e dalla correttezza. Beni trasversali a qualunque politica e motori del cambiamento.
Eccezionale è il modo in cui espone i fatti ed il modo in cui indirizza il lettore a migliorare mediante la conoscenza, ma lasciandolo libero di farsi un’opinione.

      Leonetti Stefania Liceo Scientifico Enrico Fermi ( Cosenza, Calabria )

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“Dieci cose che ho imparato” è un libro-testamento con il quale P. Angela, con la sua straordinaria capacità comunicativa, con la sua chiarezza espositiva e con rara umiltà, tratta dieci temi che ha avuto modo di approfondire nel corso della sua lunga carriera che spaziano dall’ambiente all’energia, dalla scienza alla tecnologia, passando per la televisione ed i comportamenti sociali. Dieci campi in cui è necessario agire quanto prima per risollevare il nostro Paese.
P. Angela non si erge allo stato di sopraelevato di “mostro divino” della sapienza, come colui che sa e mira ad imporre il proprio sapere ad altri, ma piuttosto guida il lettore mediante le dieci aree dei dieci capitoli al fine di motivare chiunque intenda seguire il suo metodo di indagine, desiderio di conoscere e di crescere.
Esalta l’importanza della divulgazione della cultura perché necessaria non solo alle persone di scarsa preparazione, ma anche ai più colti quando si avvicinano ad un argomento non conosciuto.
La divulgazione è il fulcro per generare la conoscenza. Di fatto, respinge la gerarchizzazione della cultura umanistica e della cultura scientifica e riconosce che la cultura è unica nella sua grande diversità e nella sua grande ricchezza.
L’auspicio è quello di formulare un concetto multiformato della cultura capace di includere tutte le scienze e contribuire al progresso della società.
Nel libro esalta la validità del metodo scientifico e della conoscenza, considerati elementi principi per il progresso dell’umanità mentre forte è la condanna contro la classe politica perché brevimirante, tutta intenta ad ottenere vantaggi elettorali immediati e non a volgere lo sguardo verso il futuro. La ricchezza non si crea nei talk show con gli scontri, con le polemiche, nei dibattiti culturali, nelle campagne elettorali.
Per risolvere i problemi che attanagliano il nostro Paese e per aiutare i giovani a prepararsi ad un futuro complesso come quello che sta arrivando, bisogna spendere in ricerca, innovazione, produttività che rappresenta il migliore investimento, che rende in medio-lungo termine.
“Dieci cose che ho imparato” è un saggio accessibile e stimolante che sensibilizza il lettore ai problemi attuali, a riflettere sulle sfide del futuro, ad impegnarsi nella conoscenza con curiosità e passione per il miglioramento personale e collettivo.
E' molto interessante il modo in cui P. Angela espone i problemi, la preoccupazione per il futuro, sempre con spirito ottimista proprio di chi confida nel potere della conoscenza, della capacità creativa, dell’intelligenza ed anche il modo in cui lascia al lettore la possibilità di farsi una sua opinione e di migliorare tramite la cultura e la conoscenza.
E’ un libro che, con un linguaggio chiaro e competente, ci lascia le istruzioni per risolvere i problemi che attanagliano il nostro Paese a condizione che, finalmente, si adotti una nuova concezione.

      Pizzichemi Matteo Liceo Scientifico “a. Volta” ( Reggio Di Calabria, Calabria )

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Il libro “Dieci cose che ho imparato” di Piero Angela, edito da Mondadori nel 2022, offre una riflessione approfondita su vari aspetti della società ed anche sull'importanza della scuola e dell'educazione nella crescita dei giovani sottolineando il ruolo cruciale degli insegnanti e delle famiglie nel processo educativo. L'autore esplora con lucidità le sfide mettendo in evidenza le disparità presenti nel sistema educativo italiano anche attraverso confronti internazionali. L'importanza dell'impegno personale e dell'eccellenza nell'educazione incoraggia i giovani a perseguire i propri interessi e a sviluppare qualità che vadano oltre il mero successo accademico. Con uno stile quasi argomentativo evidenzia la mancanza di attenzione e di azioni concrete da parte della società per affrontare e migliorare la qualità dell'apprendimento e dell'impegno nello studio. La critica diventa costruttiva quando indica una visione innovativa e pragmatica su come migliorare la cultura scientifica nelle nuove generazioni. L'autore suggerisce che non è necessaria una riforma radicale dei programmi scolastici, ma la diffusione di una mentalità scientifica che permetta ai giovani di comprendere meglio il ruolo della scienza e della tecnologia nel mondo contemporaneo. Attraverso esperienze personali e progetti concreti, Piero Angela dimostra l'efficacia derivante dal coinvolgimento di esperti e di personalità di rilievo per stimolare la curiosità e l'interesse degli studenti. Inoltre, l'approccio didattico basato sulla considerazione delle varie connessioni nelle decisioni aiuta a formare una mentalità critica e consapevole nei confronti dei problemi complessi che le nuove generazioni devono affrontare. La sua analisi sulla cultura e la sua percezione nella società contemporanea è profonda e ricca di riflessioni. La critica rivolta al monopolio della cultura letteraria e la mancanza di una cultura scientifica diffusa è incisiva e ben argomentata. Con una lucidità quasi scientifica viene collegata alla necessità di una visione interdisciplinare assieme ad una maggiore partecipazione degli scienziati nel dibattito culturale e politico. L’esplorazione delle emozioni considerate fondamentali per catturare l'attenzione e creare connessioni cognitive più profonde, porta alla dimostrazione secondo cui la narrazione e la chiarezza sono cruciali per mantenere vivo l'interesse del pubblico. Ultimo ma non per importanza è il ruolo fondamentale della comunicazione, efficace nel trasmettere informazioni complesse a un vasto pubblico e nell'incoraggiare una maggiore consapevolezza e comprensione dei problemi, influenzando potenzialmente anche le decisioni politiche. Per me è una bella cavalcata su temi di attualità che riguardano tutti e, soprattutto, il nostro futuro. La capacità di spiegare le cose in modo chiaro e semplice, indubbiamente posseduta dal nostro divulgatore, rende il testo accessibile al grande pubblico ma, oltre a questo talento e a qualche idea interessante da annotare, trovo che manchi di profondità su alcune questioni, rischiando di risultare un po' superficiale e semplicistico. In sostanza, a mio avviso, il libro riceverà un’accoglienza positiva da parte di un pubblico che già condivide le idee espresse, senza però, probabilmente, riuscire a stimolare riflessioni profonde né a influenzare il pensiero individuale e collettivo.

      Polimeni Giuseppe Liceo Classico Gioacchino Da Fiore ( Rende, Calabria )

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Leggere Angela significa lambire l’intraprendenza, significa conoscere la vita. Sagacia, pragmatismo e conoscenza: queste le peculiarità che riassumono l’immagine di un uomo capace di ridestare nell’individuo l’impegno sociale; un elemento, questo, che il mondo ha perso gradualmente. Il vincolo morale nascosto dietro le pagine di “10 cose che ho imparato “si riveste di un’attitudine incitatoria, di un’indole improvvisamente fiduciosa. Pubblicando il suo ultimo libro-chiusura esemplare di un repertorio letterario costruito intorno alla logica di vita-lo scrittore torinese lancia al lettore 10 riflessioni inclini a mobilitare il futuro verso la strada più proficua, costruisce un ragionamento empirico per individuare gli aspetti che l’Italia dovrebbe perseguire. Angela delinea i problemi dell’era moderna come punto di partenza dal quale poter migliorare le condizioni socio-economiche dell’Italia. Il fulcro tematico del saggio è l’istruzione, l’educazione dei giovani: da qui si deve cominciare, dalla scuola, cercando di imprimere la cultura scientifica in quella letteraria, unirle, istituire un’istruzione che possa garantire all’individuo l’approccio corretto verso una società, quella di oggi, che risente sempre di più della tecnologia. “Non accontentatevi delle routine, inseguite l’eccellenza!” sostiene l’autore, riferendosi alle nuove generazioni: l’uomo è una macchina perfetta, un essere razionale che acquista, nel corso della crescita, qualità esclusive, distintive. Per questo la scelta del percorso lavorativo deve essere personale, deve riflettere il proprio interesse. L’educazione passa anche dalla capacità di adeguarsi ai cambiamenti, di rinnovare in “virtual learning” la sconsideratezza del web e della televisione. Approcciarsi alla nuova “cultura scientifica” è fabbisogno, è modernismo, è il filo conduttore che lega l’uomo di oggi a quello del futuro. Prima che il patrimonio scientifico-intellettuale attecchisca, l’Italia deve combattere contro un coacervo di ideologie, di convinzioni, le quali, derivando dall’umanismo dei secoli passati, agiscono affinché il processo avvenga sempre più lontanamente, confinando la penisola in uno stato di opprimente anacronismo. La riflessione contenuta nelle parole di “10 cose che ho imparato” si espande caparbiamente, e abbraccia la tematica ambientale, l’utilizzo di nuove fonti di energia, l’economia, le consuetudini neurologiche del cervello, l’emotività. Le 10 cose che Piero Angela ha imparato sono un testamento di modernità, di lungimiranza; l’uomo ha bisogno di conoscenza e valori, di nuove modalità che possano riflettere una realtà migliore: il futuro deve essere affrontato “cum grano salis“. Ecco perché leggere Angela significa lambire l’intraprendenza.

      Scigliano Rossella Liceo Scientifico Statale " S.patrizi " , Cariati (cs) ( Cariati, Calabria )

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“10 cose che ho imparato” rappresenta un’opera significativa del giornalista divulgativo Piero Angela, che sintetizza le sue esperienze e le sue riflessioni sulla società moderna. Attraverso un linguaggio chiaro e coinvolgente, Angela esplora i cambiamenti della società dal passato al presente, offrendo una panoramica critica e costruttiva della realtà contemporanea. La sua analisi è arricchita da consigli pratici e saggi per affrontare le sfide della vita quotidiana e perseguire il miglioramento individuale e collettivo.
Angela evidenzia l’importanza della conoscenza come fondamento del progresso umano, sottolineando l’importanza dell’impegno costante nello studio e nella ricerca della verità. Egli ritiene che la conoscenza sia un potentissimo strumento per comprendere e affrontare le sfide della società moderna, dalla tecnologia all’ambiente, dall’economia alla politica.
Tuttavia, non si limita a una mera esposizione delle criticità della contemporaneità, ma propone anche soluzioni concrete e ottimistiche. Invita i lettori a mantenere viva la fede nell’intelletto umano e nell’importanza dell’istruzione e della cultura. Sottolinea l’importanza di investire nell’istruzione e nella formazione delle nuove generazioni, affinché possano affrontare con successo le sfide del futuro.
Inoltre, l’autore incoraggia una maggiore consapevolezza dell’ambiente e dei problemi legati alla sostenibilità. Egli ritiene che la salvaguardia del pianeta sia una responsabilità fondamentale dell’umanità e invita i lettori ad adottare comportamenti più responsabili e sostenibili per preservare le risorse naturali per le generazioni future.
Nel complesso, rappresenta un appello appassionato alla riflessione e all’azione. Attraverso la sua narrazione accessibile e coinvolgente, Angela invita i lettori a essere protagonisti attivi nella costruzione di un futuro migliore, basato sui valori dell’impegno, della conoscenza e del rispetto reciproco. In un’epoca caratterizzata da sfide complesse e incerte, le parole di Angela offrono una guida preziosa per navigare il mondo in modo consapevole e responsabile, garantendo un futuro di speranza e prosperità per tutti.
Io personalmente ho apprezzato molto il suddetto libro e l’annesso messaggio di cui l’autore tenta la divulgazione. Inoltre credo sia un libro educativo e formative, fondamentale per chiunque ma in particolar modo per i giovani che sempre di più si allontanano dall’amore per la cultura e la conoscenza, saccentemente pensando siano superflui e vani. Attraverso una penna diligentemente rapida e semplice da comprendere, Piero Angela regala al lettore un oggetto di pensiero e di autoanalisi riguardo le proprie scelte in merito alla personale e culturale educazione individuale.

      Vergara Virginia I.m. I Licei " T. Campanella " ( Belvedere Marittimo, Calabria )

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“La bellezza salverà il mondo” è una frase tratta dal romanzo l’Idiota dello scrittore russo Dostoevskij. Questa citazione ha suscitato numerose interpretazioni nel corso del tempo. Personalmente, questa “bellezza” di cui parla Dostoevskij, la vedo come una speranza in grado di respingere le angosce del mondo, di conseguenza essa assume un ruolo fondamentale nella realizzazione di una società migliore. Credo che la maggior parte delle persone sia d’accordo con questa interpretazione; tuttavia, nel mondo reale questa “bellezza” non è sufficiente. L’esempio più calzante per dimostrare questa tesi è la condizione dell’Italia. Per quale motivo l’Italia, primo paese al mondo per il numero di siti UNESCO, e quindi si deduce che sia il paese in cui la bellezza regna, oggi è così in difficoltà? Piero Angela ce lo spiega in uno dei suoi ultimi libri, pubblicato postumo, intitolato Dieci cose che ho imparato. Esso è una raccolta di riflessioni su temi attuali, attraverso le quali il divulgatore scientifico vuole mostrarci come l’Italia, un paese ricco di cultura, con una storia straordinaria, un tempo padrona del mondo, sia stata inghiottita dall’ombra. Piero Angela analizza il ruolo della scienza e quello della tecnologia nella società odierna, il sistema scolastico, l’importanza della cultura e i mezzi attraverso i quali viene diffusa, la superiorità del cervello umano e il riscaldamento globale.
Il declino dell’Italia è dovuto alla mancanza di una filosofia capace di comprendere il ruolo della scienza e della tecnologia. A causa di ciò, la maggior parte dei giovani, una volta conclusa la loro carriera universitaria, trova lavoro all’estero, in quanto gli altri paesi sono riusciti a stare al passo del cambiamento. Ma qual è l’origine del problema? Molto probabilmente è proprio l’istruzione che fornisce la scuola. Ed è un punto che condivido in pieno, in quanto essendo una liceale lo sto vivendo in prima persona. I programmi scolastici andrebbero riformati, bisognerebbe lasciare un po’ di spazio alla creatività, in fondo anche Albert Einstein diceva che l’immaginazione viene prima della conoscenza poiché quest’ultima è limitata; invece, l’immaginazione permette di formulare ipotesi confermate in seguito dalla conoscenza empirica. Se la scuola ci abituasse a farne un uso quotidiano, forse a quest’ora saremmo più coscienziosi e avremmo più autostima in noi stessi. Se noi non crediamo nei nostri progetti, come possiamo sperare che essi si realizzino? Inoltre, manca l’interesse verso la cultura scientifica e verso il futuro che ci attende. La scienza viene vista dal pubblico come una disciplina troppo complessa ed è proprio qui che bisogna essere bravi nel far capire i concetti più difficili e apparentemente tediosi. Piero Angela rispetta pienamente questo principio. È sorprendente come argomenti ardui risultino così chiari e comprensibili in questo libro. Questa caratteristica incoraggia alla lettura anche chi non ha un buon rapporto con essa e assicura al libro scorrevolezza e piacevolezza.
Infine, è impressionante come Piero Angela sia stato in grado di descrivere i nostri atteggiamenti nei confronti del futuro. Noi ci mostriamo superficiali di fronte a esso perché lo vediamo ancora molto lontano e crediamo che non influisca sulle nostre vite. In realtà, manca poco affinché il riscaldamento globale prendi il sopravvento. Secondo me, siamo ancora in tempo per evitare la catastrofe, ma dobbiamo prendere coscienza della gravità della situazione.

      Girardi Gabriella Liceo Scientifico Nobel ( Torre Del Greco, Campania )

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In un’Italia che ha dimenticato i propri figli, Piero Angela non ci abbandona. Pilastro della cultura italiana, insegnante delle scienze e maestro di vita, Piero Angela depone finalmente le armi con le quali ha combattuto la disinformazione in questo suo ultimo, intimo libro. Le sue parole sono un sussurro alle nostre orecchie inesperte, dolce e sicuro, mentre ci indirizza ancora una volta sulla strada verso il futuro. Coglie i frutti di una vita vissuta a pieno e ce li offre in dieci porzioni differenti, mai dilungandosi eccessivamente su un singolo argomento, affrontando ogni dilemma con la stessa prontezza che piegò il gigante Golia ai piedi di Davide.

E noi giovani spesso incuranti delle complessità della realtà che ci circonda, dinanzi tale soave e impavida saggezza, non possiamo far altro che ascoltare le sue parole.
Piero Angela incarna l'indomabile volontà dello spirito umano di conoscere, sapere, scoprire. La sua è una ricerca mai completa, una staffetta senza fine in cui noi giovani siamo i corridori che tendono la mano per ricevere il testimone. E l’insegnamento più significativo che ci imparte, un testimone dal valore inestimabile, è l’importanza di sapersi porre le domande giuste, di vedere oltre le ovvietà e scrutare ciò che rimane sottinteso, di imparare a pensare. Piero Angela guarda al domani, e prepara la strada nell’oggi, nel qui ed ora di migliaia di studenti in tutta Italia, perché nessuna abilità che impareremo nel corso della nostra vita sarà importante quanto una mente che sa pensare.

Spesso Angela cita la conseguente liberazione dell’uomo e della donna dovuta allo sviluppo tecnologico, che però non sarebbe mai avvenuto se l’essere umano non avesse imparato a utilizzare l’arma più efficace che ha a sua disposizione: il pensiero. Proprio per questa ragione è molto di impatto lo sgomento dello scrittore alla nozione che, in un mondo in cui l’informazione è alla portata di tutti coloro in possesso di uno smartphone, pochi siano quelli disposti a ricercare il sapere. Ormai, nell’epoca in cui viviamo, l’ignoranza è figlia del disinteresse. Un tempo, tra la cultura e l’uomo si imponeva l’analfabetismo, ora i testi si preferisce non leggerli, scegliendo volta dopo volta l’ignoranza.

L’Italia è un paese guidato da politici malati di “brevimiranza”, a cui non sarà mai somministrata alcuna cura fin quando la percentuale di cittadini informati non superi quella di italiani ciechi, o forse semplicemente incuranti, alle problematiche del nostro Paese. Si investe nelle pensioni perché il tempo scorre e la popolazione invecchia, mentre al contempo i fondi delle scuole sono esigui, proprio come il tasso di natalità nazionale ogni anno.
Piero Angela non ci porta all’attenzione unicamente problematiche, ma ci offre anche soluzioni pronte per essere messe in atto. L’unico tassello mancante è la volontà.

In un’Italia che ha dimenticato i propri figli, Piero Angela non ci abbandona. Ma adesso il suo tempo si è esaurito, ed è arrivato il nostro momento di internalizzare gli insegnamenti che egli ci ha voluto trasmettere per approdare veramente al mondo che ci circonda.
Noi giovani siamo l’Italia, ed il futuro del nostro paese ci appartiene.

      Giraulo Francesca Istituto Regina Margherita ( Salerno, Campania )

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Autore: P. Angela
Titolo: Dieci cose che ho imparato
Informazioni generali: ed. Mondadori; 2022; 156 pagine. Prezzo: € 18,00 circa
Breve biografia dell’autore: Chi non conosce Piero Angela? Considerato uno dei più grandi
divulgatori di scienza e cultura, grazie soprattutto ai suoi programmi televisivi di grande successo
come Quark, La macchina del tempo e SuperQuark. Egli è strato un saggista, uno scrittore, un
giornalista, oltre che un condutture TV e la sua eredità è ora affidata al figlio, Alberto Angela.
-Alberto si è anche interessato dell’uscita di “ Dieci cose che ho imparato”, che è considerato
praticamente il testamento di suo padre, una specie di “congedo morale” che Piero Angela ci ha
lasciato.
Nel libro, scritto nell’ultimo periodo, benché segnato dalla malattia, Angela infatti ha voluto
racchiudere, in 10 capitoli, almeno 10 cose che ha imparato negli anni della sua lunghissima
carriera, dandoci consigli, su come poter trovare soluzioni a 10 “aree critiche” che affliggono il
nostro Paese.
Il libro infatti parte da una considerazione, una domanda che Angela pone a sé stesso, a noi o
meglio alle nostre coscienze: "Com’è possibile che un Paese come l’Italia, che ha marcato
profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue
luci?". L’autore così, si concentra sull’analizzare, con chiarezza, franchezza e attenta
compenetrazione, i campi in cui dovremmo intervenire al più presto, per risollevare la nostra
amata Italia; trattando dal problema dell’ambiente all’energia, dalla scienza alla tecnologia, non
tralasciando la televisione e i comportamenti sociali.
Angela ci tiene a precisare come il progresso straordinario dell'Italia a partire dal 1861 si sia
praticamente arrestato negli ultimi 25 anni. Egli identifica il nostro “male”, nell’assenza di una
“ricerca” scientifica seria. Eppure è nell’ingegno, nel sapere tecnologico, nella creatività e nelle
scoperte, che egli vede la “medicina” utile a guarire proprio le nostre “malattie”.
A mio avviso questo libro, non solo va letto, anzi divorato, ma anche assaporato, interiorizzato ed
utilizzato.
Con il linguaggio semplice, che lo ha sempre contraddistinto, infatti Angela ci ha lasciato la sua più
grande lezione.
Leggetelo, sarete catturati soprattutto da quella semplice verità di cui lui ci parla; la “distruzione
creativa”, il fenomeno con quale dobbiamo abbandonare tutte le pratiche obsolete, in favore di
quelle più innovative, utili ed efficaci, CI SALVERA’!

      Scognamiglio Francesco Liceo Scientifico Nobel ( Torre Del Greco, Campania )

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Piero Angela - Dieci cose che ho imparato, ed. Mondadori, 2022

Quando si tratta di parlare in modo chiaro e trasparente, e allo stesso tempo comprensibile e accattivante, Piero Angela, noto giornalista e divulgatore scientifico, non è secondo a nessuno. Il suo ultimo libro, “Dieci cose che ho imparato”, rispecchia appieno il suo stile conciso e diretto, che in tanti anni ogni italiano ha imparato a conoscere e apprezzare. Complice l’immensa esperienza in quasi ogni campo, l’autore fornisce un quadro esaustivo della situazione odierna del nostro Paese, analizzandola con visioni e argomentazioni oggettive e articolate. Passando in rassegna dieci principali questioni del mondo moderno, con particolare interesse a come queste sono radicate in Italia, egli riesce a produrre un elaborato che mette in risalto i cambiamenti apportati alla società dalla globalizzazione e dalla diffusione della tecnologia. La sua abilità sta nel fatto di riuscire a trovare e proporre soluzioni innovative ed efficaci, che potrebbero portare a risolvere dei problemi trattati nel saggio. Spiegando concetti complessi in poche righe e consigliando programmi d’azione e cambiamenti, spaziando dalla scuola alla politica, dalla questione energetica all’informazione, Piero ci conduce in un viaggio di apertura mentale, dopo il quale si ha una consapevolezza completa di ciò che accade intorno a noi. Viaggio che, ad un certo punto, diventa anche introspettivo, mostrandoci come le nostre emozioni vengano sfruttate dal mondo moderno, non spaventandoci, ma mettendoci in guardia sul nostro futuro. Nonostante i temi tecnici, quasi formali, l’autore è capace di mantenere uno sfondo a tratti comico e una nonchalance che rendono piacevole scorrere il dito per leggere la pagina successiva, inserendo esperienze e aneddoti della sua vita estremamente movimentata. Egli ribadisce più volte l'importanza dell’affidabilità di qualsiasi affermazione nel campo scientifico, e non si smentisce né contraddice quando espone al lettore le sue tesi: ogni dichiarazione è munita di grafici o schemi correlati che di gran lunga facilitano la comprensione. Angela rende questioni complesse adatte anche a ragazzi giovani, ai quali però consiglio la lettura a partire dai 15 anni, per avere maggiore consapevolezza dei contenuti del libro. Piero ci presenta un saggio, l’ultimo prima di andarsene, diverso da qualsiasi altro che tenti di fare lo stesso: riducendo ai minimi termini problematiche molto serie che minacciano l’Italia (e il mondo intero), ma prestando attenzione ad ogni singolo dettaglio con una cura maniacale, disegna un ritratto estremamente preciso della società globale e ci apre gli occhi, in modo effettivo e obiettivo, su quello che sarà di essa tra non molto tempo.
L’obiettività, del resto, è un valore fondamentale dell’autore, sul quale egli basa e articola l’intero libro: egli sa di non essere il rivelatore del futuro, non dà per verità assoluta nessuna delle sue affermazioni e riconosce di non essere nessuno in confronto all’imprevedibilità degli avvenimenti futuri, ma, forse, è proprio questo che lo rende unico.

      Calanca Mattia Liceo Statale L. Ariosto ( Ferrara, Emilia Romagna )

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“O non è mai troppo tardi?”. Con questa domanda Piero Angela conclude il suo elaborato sottoponendo il significato e il messaggio di quest’ultimo “diario personale”: non è mai troppo tardi per cambiare il nostro futuro e solo con la collaborazione di tutte le visioni si può trovare quella giusta per progredire.

È un libro che invita alla riflessione sul nostro tempo, sull’attualità e sul passato, su cosa si può migliorare e su cosa mantenere stabile, secondo le esperienze e la carrieradell’autore.
È un testo per chi vuole cogliere a fondo la società attuale, per chi è curioso e vuole cercare di dare una mano agli sviluppi della nostra umanità.
Angela condivide le sue personali esperienze e riflessioni, inserendo umanità alla narrazione e ciò permette ai lettori di comprendere meglio i concetti espressi dall’autore.
Con questo libro vuole farci capire come usare la scienza e il relativo studio per migliorare le cose, attraverso un nuovo punto di vista.
Non lo si può, quindi, avvicinare con un atteggiamento superficiale o esclusivamente scientifico, nonostante sia proprio quest’ultimo l’ambito che Piero Angela ha affrontato e che vuole far fuoriuscire nella visione della realtà, integrandola alla nostra tradizione di carattere umanistico.

Ovviamente vengono fatti presenti i vari problemi di carattere scientifico e tecnologico, presentando a noi dati veri e propri, ma il messaggio in generale si riferisce al fatto che manca un’intelligenza globale, o come scrive Angela “di sistema”, e non intelligenze individuali.
Il suo intento è di far apprendere che la tecnologia, se usata in modo corretto, è la vera protagonista dello sviluppo culturale di un paese e che bisogna far emergere un patrimonio che oggi non viene più valorizzato, ovvero la capacità creativa e innovativa, fondamentale per la crescita di un territorio.

L’autore evidenzia il fatto che la cultura è unica, affermando che le due culture (umanistica e scientifica) si possono e si devono integrare, in una visione d’insieme che valorizzi entrambe.
Un'importante constatazione che riporta è quella relativa all’ambito scolastico, perché è proprio da esso che uscirà il cervello del paese, e proprio per questo c’è bisogno che gli studenti abbiano stimoli e curiosità nell’essere in futuro protagonisti del mondo in cui si vive e non semplici comparse, scoprendo ed esplorando tutto con l’interesse e l’impegno a risultare utili alla comunità.

Ritengo fondamentale e degno di estrema ammirazione il passo in cui Angela sostiene di puntare sulle nostre qualità, cercando di inseguire sempre l’eccellenza, perché ognuno ce l'ha e può tramite esse individuare “l’ascensore” sociale che si vuole conseguire, come lui afferma.
Il suo desiderio è quello di informare maggiormente la società di argomenti scientifici, cercando di non annoiare, ma piuttosto incuriosire e far capire i vantaggi di questi aggiornamenti, perché sono fondamentali per il miglioramento del nostro paese.

Questo libro non è una raccolta di dati e nemmeno un’autobiografia celebrativa, ma un insieme di suggerimenti raccolti in una vita e destinati al futuro, perché “ci sono tanti futuri possibili” e tocca a noi trovare quello adatto per il benessere collettivo.

      Fei William Liceo Statale L. Ariosto ( Ferrara, Emilia Romagna )

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Durante la propria vita di cose se ne imparano molte, moltissime, senza mai smettere di farlo. Se si dovesse poi stilare una lista di tutto ciò, si otterrebbe qualcosa di chilometrico, di un’estensione incommensurabile.
Tale lista diventa ancora più lunga se si parla di Piero Angela, il divulgatore scientifico italiano per eccellenza, che ha avvicinato generazioni su generazioni alla scienza. Con lui sarebbe difficile anche solo quantificare quanto ha appreso durante la sua incredibile vita.
Angela, di cose, infatti, ne ha imparate, e altrettante ne ha raccontate a tutto il mondo, in tutti i modi possibili. In questo libro, però, ne sono state scelte solo dieci. Di fronte a una decisione di questo genere sorge spontaneo chiedersi: perché proprio questi dieci colori sono stati prelevati dall'immensa tavolozza della sua memoria e utilizzati per dipingerci il suo ultimo lascito?

Sono stati scelti perché anche se di primo acchito sembrano dieci informazioni, dieci chiazze di colore molto diverse e ad un primo sguardo discordanti, sono in realtà inevitabilmente interconnesse. Sono infatti alcuni degli ambiti in cui l’Italia non riesce a migliorare, ostinandosi a mantenere le proprie convinzioni e abitudini, obsolete per il mondo in costante evoluzione in cui si trova.
A ognuna di queste Angela propone una propria soluzione, basata su informazioni e dati, esposti con la chiarezza tipica di chi ha passato la propria vita a fare il giornalista.
Una volta letto il libro, potrebbe venire da pensare che non siano delle idee molto innovative e strabilianti, ma credo sia una conseguenza dell’abilità dell’autore di esporre i suoi pensieri con una chiarezza impressionante.
Questa sua capacità fa sì che tutto ciò che l’autore scrive acquisti una spontaneità e una sensatezza tali da diventare pensieri dello stesso lettore, e non soltanto idee dello scrittore.

È grazie a ciò che il libro di Piero Angela acquista una bellezza che altrimenti non avrebbe mai avuto. Per di più, la lunga carriera di divulgatore e giornalista che l’autore ha avuto alle spalle ha grandemente contribuito all’ottima riuscita del saggio.
Sono queste abilità pittoriche dell’autore che rendono “Dieci cose che ho imparato” un’opera non da poco, degna di essere esposta in un museo.
L’ultima delle meraviglie di questo libro, come dice il figlio Alberto nella prefazione, è che leggendolo è inevitabile sentir risuonare delicatamente nella testa la soave voce di Piero Angela.
Questa, ricca di una conoscenza e di una cultura difficilmente raggiungibile da una persona qualunque, attraverso le parole di questo saggio ritorna, ancora una volta, a dipingere con incredibili colori le menti di chi legge.

      Frascerra Chiara Paola Liceo Statale L. Ariosto ( Ferrara, Emilia Romagna )

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Come mai l’Italia, un paese ricco di cultura, di creatività e di intelligenze, che ha segnato per secoli il cammino della civiltà, oggi è così in difficoltà? È proprio questa la domanda che si è posto Piero Angela e che lo ha spinto a scrivere "Dieci cose che ho imparato".
L’autore, scomparso nel 2022, è stato uno tra i più influenti divulgatori di ogni genere di sapere: dall'astrofisica alla storia, dalla tecnologia all’economia, dalla fisica alla psicologia. Anche dopo essersene andato, Angela ha continuato a fare, attraverso questo libro, ciò che ha sempre amato: insegnarci a vedere “oltre”, ad osservare il mondo con uno sguardo critico, a porsi delle domande, a riconoscere i problemi e, scavando nelle loro cause più profonde e meno probabili, anche a cercare delle soluzioni. Ecco perché ha deciso di lasciarci questo libro, nato dalla necessità di mostrarci il cammino per vincere e superare sfide future, anche se appartenenti a un futuro che è già il nostro presente.
Piero Angela, dopo la sua lunga esperienza, ci mette di fronte a dieci aree critiche che riguardano il nostro paese, tentando alla fine di rispondere alla domanda iniziale: come ha fatto il nostro paese a perdere le sue luci che lo hanno reso grande nel passato? Tutte le problematiche sono esposte in dieci capitoli, uno per ognuna di esse, come suggerisce il titolo del libro, e che riguardano diversi ambiti: la politica, la scienza e la tecnologia, la scuola, la cultura, l’informazione e la televisione, e ancora, l’emotività, il cervello, l'ambiente in relazione all’energia, per poi concludere con la demografia. Ognuno di questi argomenti, trattati con estrema chiarezza, lucidità e coerenza, viene spesso esemplificato anche attraverso grafici e tabelle che mostrano i dati ottenuti da test e indagini statistiche. Mentre legge il libro, il lettore si trova faccia a faccia con situazioni e problemi che si possono immaginare, è vero, ma che l’autore mostra in tutta la loro urgenza. Ad esempio, la scuola: i risultati di diversi test sul rendimento scolastico vedono l’Italia sempre negli ultimi posti, mentre i paesi emergenti, come Cina e Singapore, aprono la lista. Oppure si possono scoprire le ragioni che orientano l’informazione: perché i telegiornali/giornali danno tanto spazio a crimini violenti o a questioni di denaro? Semplicemente perché sono in grado di fissarsi nella nostra mente e attirare maggiormente l’attenzione, attraverso lo sviluppo di nuove connessioni che si creano all’interno della corteccia cerebrale.
Quando leggiamo "Dieci cose che ho imparato" ci sembra di sentire ancora la voce di Piero Angela, mentre spiega argomenti che inizialmente potrebbero sembrare complicati, ma che alla fine diventano semplici e chiari. Ci prende per mano e ci fa percorrere strade che altrimenti, forse, non avremmo mai intrapreso. Ci mette davanti a ragionamenti che, nella loro coerenza, appaiono convincenti, ma, senza scadere in verità assolute, impossibili da contraddire. Ci insegna a guardare la realtà con una mentalità più aperta, con occhi diversi, e soprattutto con spirito di avventura e curiosità per l’ignoto.

      Mazzacani Nicole Iiss P. Gobetti ( Scandiano, Emilia Romagna )

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Avete mai pensato alla quantità di sapere accumulato da una persona in più di novant’anni di vita? A tutti i cambiamenti a cui ha assistito? Io non ci avevo mai pensato ma ho trovato la risposta nel libro “Dieci cose che ho imparato” di Piero Angela, libro di divulgazione scientifica di 151 pagine pubblicato per la prima volta nel 2022. Forse è quasi superfluo spendere qualche parola sulla figura di Piero Angela, essendo stato parte della storia italiana, ma per chi non lo sapesse egli è stato uno dei più grandi divulgatori scientifici e giornalisti italiani di sempre, che intratteneva tutta la nazione con il suo programma SuperQuark, e che ha lasciato un vuoto nel cuore di tutti abbandonandoci nel 2022 all’età di novantaquattro anni. L’emozione prevalente che ho provato durante la lettura è stata la curiosità, ma anche un po’ di invidia nei confronti di Piero Angela, in quanto è un vero e proprio pozzo di conoscenza e avremmo davvero tutti qualcosa da imparare da lui. “Dieci cose che ho imparato” è diviso in dieci capitoli, divisi a loro volta in altri paragrafi, ognuno dei quali parla di uno degli aspetti del nostro Paese. L’autore si sofferma su ognuno di essi, come la politica, l’educazione o la salvaguardia dell’ambiente, dando una propria visione e spiegando i cambiamenti che ha avuto quel particolare ambito nel corso degli anni. Possiamo notare lo sguardo critico di Piero Angela che tende per lo più a giudicare l’Italia, definendola sotto diversi punti di vista arretrata rispetto ad altri Paesi europei e non. Per fare ciò, si serve anche di grafici, alcuni dei quali, a parere mio, difficilmente comprensibili da chiunque che non sia esperto del settore. A differenza dei grafici, però, le parole che utilizza non sono troppo complesse, lo stile è semplice, le frasi sono corte e il tutto è reso ancora più accessibile a tutti i tipi di lettori grazie alla ricorrenza ad esempi concreti, spesso vissuti in prima persona dall’autore. Personalmente, ho trovato questo libro molto scorrevole e non noioso da leggere, nonostante io sia molto lontana dall’ambito di conoscenza scientifica. Penso che il target a cui si rivolge l’opera non sia troppo ristretto ed è proprio questo il pregio dell’autore. Angela, infatti, ha la capacità di indirizzare il suo sapere a un pubblico vasto di tutte le età e questa sua peculiarità è sempre stata visibile da quando faceva restare attaccati alla televisione migliaia di italiani, solo per sentirlo parlare nelle sue trasmissioni divulgative. Tuttavia, sono convinta che le persone che avrebbero più bisogno di leggerlo siano i giovani, che saranno gli adulti del futuro e saranno coloro che potranno cambiare la realtà descritta da Piero Angela. Ritengo, quindi, che “Dieci cose che ho imparato” sia un libro accessibile e leggibile da tutti senza particolare difficoltà. Se siete curiosi di imparare sempre cose nuove e di saziare la vostra sete di conoscenza questo è proprio il libro adatto a voi, ve lo consiglio assolutamente.

      Alzetta Petra Liceo Leopardi Majorana ( Pordenone, Friuli-venezia-giulia )

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“O non è mai troppo tardi?” è la frase che conclude l’ultima opera di Piero Angela, il suo canto del cigno, un lascito testamentario che riassume le sue esperienze in dieci riflessioni sulla società moderna. Il giornalista divulgativo condivide le “dieci cose” apprese su politica, scuola, scienza, tecnologia, energia, ambiente, televisione, informazioni, demografia, avvertendo il bisogno di trasmetterle a noi, la generazione futura. Con uno stile divulgativo, Angela, come suo solito, condivide esperienze personali, spesso legate anche alla sua gioventù, offrendoci preziosi insegnamenti. Le potenzialità e i rischi di ciascuna tematica emergono dalla penna dell’autore con chiarezza e semplicità, accompagnati da soluzioni razionali, sottolineando il suo approccio alla vita come grande uomo di scienza. In questo “diario intimo del suo sapere”, come lo definisce, teneramente, il figlio Alberto Angela, l’autore pone l’interrogativo se sia mai “troppo tardi” per far sì che la società si muovi verso un futuro migliore, incoraggiando lo sviluppo di beni immateriali come la conoscenza e i valori, più complicati da ottenere perché implicano la “lungimiranza” e non è possibile vederne gli immediati risultati (la, cosiddetta dall’autore, “brevimiranza”). L’importanza dello studio, della ricerca e del superamento dei limiti emerge come pilastro fondamentale per il successo, evidenziando un giusto mezzo tra ambizione intellettuale, onestà e umiltà. Angela, per me un Ulisse moderno, assetato di conoscenza, fedele a se stesso, e dotato di un intelletto molto elevato, diventa un esempio da emulare nel lungo viaggio della vita, e il suo libro si è tradotto in un ottimo compagno di viaggio per me stessa. La protagonista indiscussa dell’opera è la conoscenza, cruciale per l’innovazione e lo sviluppo sociale ed economico. Angela sottolinea i sacrifici, le sperimentazioni, i successi e i fallimenti dei nostri predecessori, incitando a portare avanti il progresso e la ricerca scientifica. La fiducia che il giornalista ha nell’umanità é palpabile, ed è chiaro come l’Angela nazionale ci stia affidando, come generazione successiva, la responsabilità di scrivere il futuro attraverso valori come il merito, la lealtà e la correttezza, che si l’autore si preoccupa di citare nelle ultime righe. Con la frase finale “O non è mai troppo tardi?” ho avuto l’impressione che il grande Angela riprendesse il celebre verso manzoniano “Ai posteri l’ardua sentenza”, trasmettendo cosí l’idea che i posteri siamo noi e che troppo tempo è già andato perduto, occorre agire da subito, come attori e non come spettatori. Invita, dunque, ad investire subito nelle “dieci cose” essenziali per il progresso e il benessere collettivo, che deve corrispondere all’obiettivo comune e primario della società, attraverso lo studio, l’impegno, la volontà d’agire, di informarsi e la dedizione. La visione di Angela si traduce in un appello all’azione, affinché la nostra società, come una grande pianta, possa fiorire rigogliosa, in modo tale che anche i nostri posteri possano prendersi cura di lei e curarne i fiori e i frutti con la stessa diligenza e costanza nostra, ammirandone la bellezza e il grande lavoro fatto per renderla così vigorosa e sana.

      Alessandrini Viola Liceo Cornelio Tacito ( Roma, Lazio )

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“Dieci cose che ho imparato” è l’ultimo libro di Piero Angela, pubblicato successivamente alla morte dell'autore. Il compendio divulgativo, scritto con un linguaggio semplice e alla portata di tutti, affronta con uno stile molto personale e coinvolgente tematiche di grande rilevanza sociale per il nostro Paese: dal gap culturale e tecnologico alle problematiche del sistema scolastico, dai limiti della “politica” nella gestione della ricchezza alle risorse energetiche.
Piero Angela già consapevole di essere al termine del suo viaggio, come racconta nella prefazione il figlio e collega Alberto Angela, ha voluto lasciare al numerosissimo pubblico che negli anni si è appassionato al suo metodo divulgativo un’ultima e breve riflessione su “dieci cose”, dieci tematiche di vitale importanza per l’Italia. Filo conduttore di tutto il libro la costante attenzione dell’autore nel far conoscere e valorizzare l’importanza della scienza e della tecnologia. Secondo Piero Angela il vero deficit del nostro paese risiede nella capacità di comprendere e soprattutto di investire in quelli che sono i veri acceleratori dello sviluppo nell’era moderna, ovvero: educazione, conoscenza, competenza innovazione, capacità progettuale.
Altro nodo nevralgico il concetto stesso di “politica” che spesso secondo l’autore viene confuso con quello di élite al potere. Angela sottolinea come in realtà la politica non produce alcuna ricchezza, bensì distribuisce quella esistente (poca o tanta che sia) a seconda della capacità produttiva di un determinato paese. In quest’ottica la gestione delle risorse a propria disposizione e la capacità di fare sistema sono le chiavi che determinano il progresso o meno di una nazione. In cosa la politica italiana dagli anni del dopoguerra ad oggi è rimasta fedele a se stessa? Nella mancanza di progettualità a medio-lungo termine. E’ quello che l’autore saggiamente definisce “brevimiranza”, una visione a breve raggio che porta l’essere umano a pensare ed agire solo nel breve termine. Il medio o lungo termine non offrendo gratificazione immediata sono considerati poco allettanti. In realtà paesi come la Cina hanno dimostrato che investire sulla formazione porta a livelli di sviluppo molto più rapidi. Meglio la rinuncia a consumare un uovo oggi per avere una gallina che farà molte uova domani.
Un’attenzione e un’enfasi particolare vengono posti nel libro al ruolo fondamentale che la scuola ha nel progresso di un popolo. L’autore alternando riflessioni a progetti ed esperienze personali offre ai lettori alcuni importanti spunti di riflessione su come sarebbe possibile migliorare l’offerta formativa senza la necessità di affrontare l’ennesima riforma scolastica. Semplicemente sfruttando al meglio tecnologia e conoscenza.
Il libro di Piero Angela ha il grande pregio di affrontare temi complessi con una capacità di sintesi che ricalca appieno lo stile divulgativo del suo autore, uno stile e un linguaggio che hanno portato i suoi programmi televisivi a diventare dei veri e propri modelli. Passando dalla terza alla prima persona “Dieci cose che ho imparato” assume a tratti le sembianze di un diario, in cui l’autore ha voluto raccogliere riflessioni, aneddoti di vita personale, risposte a quesiti importanti su argomenti a lui cari. Come per le sue innumerevoli esperienze televisive Angela si rapporta al lettore in modo puntuale e garbato, sempre comprensibile, rendendo la lettura di questo saggio accessibile a tutti.

      Cribari Costanza Liceo Classico - Linguistico Tito Lucrezio Caro ( Roma, Lazio )

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Perché l’Italia, che per tanti secoli ha avuto un ruolo fondamentale nel cammino della civiltà, oggi è in difficoltà, non riesce a essere un Paese moderno e non è in grado di investire in alcuni settori che sono il motore dello sviluppo: educazione, conoscenza, competenza, innovazione? In “Dieci cose che ho imparato” Piero Angela cerca di dare una risposta a queste domande, prova a spiegare cosa è successo, perché si è arrivati a questo punto, e a dare suggerimenti su cosa si può fare. Angela parte dal presupposto che, per rendere il cambiamento un fattore di crescita che migliori la vita di tutti, serve una nuova visione della realtà che alla cultura umanistica deve unire gli strumenti messi a disposizione dalla scienza e dalla tecnologia.

L’analisi che fa Piero Angela in questo libro, pubblicato dopo la sua morte, si svolge in dieci capitoli in cui si occupa di cultura, scienza e tecnologia, scuola, informazione, televisione, ambiente ed energia, che sono indicati come i campi in cui si deve intervenire, investendo nella ricerca e nella competenza.
Secondo lui in Italia la cultura non è riuscita a seguire i grandi cambiamenti tecnologici, e questo è un ostacolo allo sviluppo della società. La scuola non è all’altezza del compito che dovrebbe avere e, soprattutto, non dà la giusta importanza all’insegnamento delle materie scientifiche. Nell’informazione e in televisione lo spazio che viene dato a questi argomenti è decisamente minore rispetto a quello che hanno ad esempio lo sport o l’intrattenimento, mentre la televisione potrebbe avere un ruolo fondamentale nella divulgazione scientifica. La questione di una corretta informazione scientifica è resa ancora più complicata dal web, dove si possono diffondere dati falsi. Anche per l’ambiente e il clima, che sono i campi in cui si stanno producendo i maggiori pericoli per l’uomo, non si riesce ad agire nel modo giusto. Le energie pulite e non inquinanti non hanno avuto finora uno sviluppo sufficiente mentre il cambiamento climatico, che è un processo in atto e di cui vediamo le manifestazioni, a volte drammatiche, non si affronta. I modi per diminuire l’inquinamento ci sarebbero ma per ora l’impegno dei governi non è sufficiente perché non c’è ancora una reale percezione del pericolo a cui andiamo incontro. Un altro aspetto che l’autore evidenzia è legato alla crisi demografica, con la forte diminuzione delle nascite, che va avanti da anni, e che ha portato l’Italia a essere un paese anziano, nei prossimi anni quindi ci saranno sempre meno persone che lavorano con notevoli danni per l’economia.

Secondo l'autore, davanti alla grande trasformazione in atto nella società, la politica non riesce ad avere uno sguardo verso il futuro, è concentrata sul presente, guarda solo a quello che si può ottenere nell’immediato. È per questo che in Italia non si fanno gli investimenti necessari in molti settori. La sua idea sembra essere giusta, perché il mondo intorno a noi sta cambiando molto velocemente, e per fare diventare questo cambiamento un fattore positivo per gli uomini e per la società, per contenere i possibili rischi, bisogna affrontarlo con la conoscenza e con i valori, e la politica deve fare scelte più giuste e coraggiose. Il messaggio che ci lascia Angela è positivo: il futuro, scrive alla fine del libro, non lo possiamo prevedere, ma sta a noi scegliere quello migliore.

      Ferrini Alessandra Liceo Morgagni ( Roma, Lazio )

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Quest’ultimo libro del noto giornalista, saggista, divulgatore scientifico e musicista Piero Angela viene considerato come un suo testamento pubblicato postumo a cura di suo figlio Alberto Angela. Egli ha voluto raccogliervi le sue esperienze e le sue riflessioni maturate in tanti anni di lavoro e studio offrendo suggerimenti per il futuro.
Il libro viene sviluppato in dieci capitoli, ogni capitolo dedicato ad un singolo tema. Le tematiche spaziano dalla politica al pensiero e metodo scientifico, dal cervello alla emotività, dalla scuola alla cultura, dalla informazione e televisione all’ambiente ed energia.
Lo stile è semplice con termini di facile comprensione, come da sempre ci aveva abituati nei suoi amatissimi programmi televisivi di divulgazione scientifica, agevolando una lettura scorrevole e piacevole.
Nell’affrontare il tema della perdita della grinta di un’Italia che pare fare fatica negli ultimi decenni, l’autore usa la prospettiva storica, facendo capire ai lettori lo splendore e la crescita eccezionale del Paese a partire dal 1861.
Il filo conduttore del racconto è l’esaltazione della scienza e del metodo scientifico che viene visto come unica via verso il futuro in un paese troppo ancorato ad una tradizione umanistica non più forse al passo con i tempi e sicuro ostacolo per la crescita della competitività dell’Italia.
Infatti, secondo Angela, solo la scienza “permette di separare il probabile dall’improbabile, il credibile dalla leggenda, il vero dal falso”.
L’autore non si limita ad identificare ed analizzare le problematiche che affliggono la odierna società, ma con intento propositivo, consiglia, suggerisce ed identica le possibili soluzioni. In questo contesto, la creatività viene definita come la “materia prima” del futuro. L’autore ci spiega che la creatività viene favorita da un ambiente che incoraggi il pensiero laterale, la possibilità di adottare prospettive non convenzionali.
In sostanza, Angela ci lascia un manuale che ci spiega come superare gli ostacoli di oggi con i mezzi del futuro.
Non ci resta che accogliere l’invito del figlio, Alberto Angela, nella sua prefazione al libro del padre: “Facciamone tesoro per i tempi difficili che verranno, come lui stesso ci ha consigliato.”

      Guidotti Federico Bruno Touschek ( Grottaferrata, Lazio )

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"Dieci riflessioni profonde: Piero Angela racconta il suo “mondo” interiore”


Piero Angela, eminente divulgatore scientifico italiano, si addentra in un'analisi introspettiva nel suo libro "Dieci cose che ho imparato". Con la consueta chiarezza e profondità che lo contraddistinguono, Angela condivide le sue esperienze di vita, esplorando temi che spaziano dalla scienza alla società. Il suo nuovo lavoro si presenta come un'opera che riesce a catturare l'attenzione sia dei suoi fedeli seguaci di lunga data che dei neofiti, guidandoli attraverso una riflessione personale e scientifica avvincente.


L'opera è articolata in dieci capitoli, ognuno dei quali è dedicato a una lezione appresa da Angela nel corso della sua vita. Un elemento che risalta è la sua profonda riflessione sulla fugacità dell'esistenza umana. Angela sottolinea con poesia e saggezza: "La vita è breve, ma la curiosità la rende infinita. È l'eterno tentativo di capire, conoscere, esplorare." Questa affermazione, essenziale eppure potente, incarna la filosofia di vita di Angela, in cui la curiosità emerge come forza motrice del progresso personale e della conoscenza.

In particolare, Angela affronta con maestria la complessità della scienza, rendendola accessibile a tutti. Nel capitolo dedicato alle scoperte scientifiche, sottolinea l'importanza di abbracciare la novità e di essere aperti alle sfide intellettuali. "Le scoperte non sono sempre confortevoli", scrive. "Spesso richiedono di mettere in discussione ciò che pensiamo di sapere." Questa saggezza rivela la mentalità aperta di Angela, sempre pronto ad abbracciare l'ignoto con entusiasmo.


La profonda connessione tra la brevità della vita e la sete di conoscenza è toccante e riflette l'approccio instancabile di Angela alla divulgazione scientifica. Le sue parole hanno suscitato una profonda riflessione sulla mia vita, spingendomi a coltivare una curiosità costante per tutto ciò che mi circonda. Il libro si trasforma così in una guida illuminante per chiunque cerchi ispirazione e saggezza nel percorso della propria esistenza.


Lo stile di scrittura di Angela si presenta cristallino, caratterizzato da un linguaggio accessibile e coinvolgente. La struttura a capitoli, ognuno dedicato a una lezione, consente una fruizione agevole del testo. Le citazioni dirette, sparse con parsimonia, arricchiscono il racconto senza appesantirlo. La capacità di Angela di comunicare concetti complessi in modo chiaro emerge come una delle sue abilità distintive, rendendo il libro adatto a un vasto pubblico, dai neofiti agli esperti.


"Dieci cose che ho imparato" si rivela una lettura appagante, un viaggio attraverso la mente brillante di Piero Angela. L'opera offre non solo lezioni di vita profonde, ma anche un'opportunità per riflettere sul nostro percorso individuale. Con un tocco personale, Angela invita i lettori a unirsi a lui nella sua esplorazione della conoscenza e a coltivare la curiosità che rende la vita infinitamente affascinante. In un mondo in continua evoluzione, le sue riflessioni costituiscono una guida preziosa per affrontare le sfide della modernità con un approccio ponderato e aperto alla scoperta continua.

      Mauroni Alessandro Liceo Scientifico Giovanni Vailati ( Genzano Di Roma, Lazio )

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Autore: Piero Angela (1928 – 2022)
Titolo: Dieci cose che ho imparato
Editore: Mondadori (25 ottobre 2022)

Piero Angela, giornalista, divulgatore scientifico, saggista e conduttore televisivo recentemente scomparso, ci ha dedicato un’ultima opera letteraria “Dieci cose che ho imparato”, racconti di significative esperienze e riflessioni su fatti e argomenti continuamente trattati nel quotidiano ma che spesso rimangono parole senza un seguito, notizie veicolate dai media in maniera marginale, sottovalutandone l’importanza in una prospettiva futura. L’autore, attraverso questo scritto, vuole sollecitare la nostra attenzione per non lasciarci sfuggire l’occasione di migliorarci e di migliorare il nostro domani così prossimo. L’opera, i cui contenuti, sono divisi in dieci capitoli, descrive avvenimenti, eventi, incontri che spesso hanno visto l’autore protagonista, piuttosto che un attento e interessato osservatore.
Una coinvolgente prefazione del figlio Alberto invita il lettore a sedersi accanto al padre per ascoltare le sue parole e condividerne i ragionamenti. L’autore pagina dopo pagina descrive il complesso presente, con i suoi turbamenti, le sue incoerenze e contraddizioni e per spiegarlo nel migliore dei modi si ferma e si volta per guardare la strada percorsa dall’uomo, i significativi passi compiuti; attraverso flashback e ricordi vivi fa comprendere ciò che sta accadendo nella nostra società, il suo repentino sviluppo e le possibili conseguenze dell’accelerazione del progresso. Affronta il problema ambientale e i rischi climatici declinando tutte le potenziali fonti per produrre energia pulita ricordando che esiste anche il risparmio energetico e la riduzione degli sprechi. Sottolinea le potenzialità del cervello umano, la nostra maggiore risorsa, e il risultato dell’azione combinata da una rete di intelligenze, che è in tutto ciò che oggi vediamo e viviamo. Con un linguaggio semplice, immediato e sincero, in grado di arrivare a tutti (e questa è stata una importante peculiarità dell’autore) egli spiega il difficile cammino dell’Italia, la nostra nazione che sembra non riuscire ormai a stare al passo con altri paesi, nella tecnologia, nella politica, nel sistema scolastico, nella medicina, afflitta da un importante calo demografico e limitata nella crescita della produttività, fatti che nel tempo si sono tradotti in ritardo culturale impedendo lo sviluppo della modernità.
Modernità intesa non come semplice capacità di recepire le novità, di adeguarsi ai cambiamenti da spettatori, delegando sempre ad altri; modernità vuol dire anche essere gli artefici di evoluzioni migliorative e correttive in termini qualitativi e quantitativi e ciò avviene solo quando una comunità nazionale si basa sui valori di educazione, lealtà e correttezza.
Con questo libro, quasi un ultimo abbraccio prima di congedarsi, Piero Angela ha voluto donarci la sua esperienza per dare al paese una prospettiva di rilancio scientifico e tecnologico affinché non perda la sfida del futuro.

      Piccolo Cristina Liceo Classico Vivona ( Roma, Lazio )

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Piero angela attraverso questo libro lascia ai posteri una preziosa eredità: con un linguaggio chiaro e limpido, accessibile a tutti, una razionalità e un’imparzialità professionali, conduce una puntuale e attenta analisi dei problemi socio-economico-culturali del nostro tempo.
L’autore descrive gli intrinseci collegamenti e le reciproche influenze tra sfere della realtà solo apparentemente distanti: le “due culture” in Italia, purtroppo scisse (con una chiara predilezione per quella umanistica), che non permettono l’affermazione di un “software” generazionale adeguato agli sviluppi, dunque la mancanza di sapere scientifico e tecnologico e lo scarso investimento in tale settore; date le carenze della così definita “ricchezza immateriale”, nonché il sapere, ecco una “macchina della ricchezza” che non funziona, che non ci rende uno stato competitivo. Riflette inoltre sui perché, rilevando una grande responsabilità nella diffusione stessa dell’informazione e della conoscenza: la televisione, che, basandosi su un sistema di premi-punizioni, predilige programmi di intrattenimento, ma anche le nostre “categorie mentali”, quasi congenite, di “sesso”, “soldi” e “sangue” che ci rendono preda delle notizie facili. Non tralascia il tema urgente dell’ambiente e dei problemi ad esso legati, tracciando una panoramica delle soluzioni possibili, principalmente le diverse energie rinnovabili, riportando nuovamente il discorso sulla suddetta centralità delle scienze e dello sviluppo tecno-scientifico. Analizza inoltre il ruolo della politica (il “distributore” delle ricchezze) nella società, la sua tendenza alle false promesse, le campagne elettorali vissute come lotte su un ring, gli slogan populisti ma, più di tutto, la “brevimiranza”, la propensione ad agire sul breve termine dimenticandosi il medio-lungo, l’incapacità di soppesare i vantaggi e gli svantaggi delle proprie azioni garantendo il “tutto e subito”. Inevitabilmente, dalla “brevimiranza” di ieri scaturiscono i problemi di oggi, ed ecco la questione demografica, in particolare la denatalità italiana, un paese paragonato ad un “areo in picchiata” tanto disastrosi sono i dati. Sebbene in tale settore le curve di crescita non siano ormai modificabili, in assoluto è possibile migliorare il futuro a cui andiamo incontro? Piero Angela offre con “Dieci cose che ho imparato” la sua risposta:
un “bene immateriale”, la conoscenza.

      Tosi Sophia Iis Gaetano De Sanctis ( Roma, Lazio )

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Durante la lettura di questo libro, mi sono resa conto di avere tra le mani un vero e proprio testamento spirituale dell’uomo che ha portato la scienza nelle case degli italiani. Un tuffo nelle riflessioni di una vita… quella di Piero Angela.
Come dice il figlio Alberto nella prefazione, è stato come se avesse messo una sedia vicino a lui per condividere con me i suoi pensieri sugli argomenti che ha avuto più a cuore.
Con una cavalcata - come lui stesso la definisce - nelle problematiche principali che riguardano il nostro paese e il suo sviluppo, Piero Angela, individua con grande lucidità le criticità che ci sono nei vari ambiti - culturale, scolastico, mezzi di informazione, ambiente ed energia - e propone delle possibili soluzioni nate dalla sua ricchissima esperienza di vita.
Il libro si basa su un postulato: in Italia ci sono due diverse culture, quella umanistica e quella scientifica, ritenuta più tecnica e solo per “addetti ai lavori”. Questo fattore ha creato una cultura incompleta, che non si è diffusa uniformemente tra la popolazione e non ha tenuto conto del fatto che è stata proprio la scienza che, con le sue scoperte, ha continuamente risposto alle domande che i filosofi si sono posti per secoli. È stata sempre la scienza a contribuire a quello sviluppo tecnologico che è, in effetti, il vero protagonista dello sviluppo culturale di un paese. Basti pensare al libro che ho tenuto tra le mani: le pagine che ho sfogliato e il “dialogo” che ho avuto con Piero Angela sono stati possibili grazie a una serie di invenzioni e tecnologie; inoltre, affinché ci sia uno scrittore in grado di comunicare e un lettore capace di comprendere, ci vogliono non solo anni di studio, ma una lunga catena tecnologica ed energetica.
Lo sviluppo tecnologico è stato velocissimo negli ultimi decenni, ma non è andato di paripasso con lo sviluppo di una cultura capace di dare gli strumenti giusti per comprendere a fondo il ruolo della scienza, della tecnologia e delle sue fondamentali ripercussioni sulla società, sull’economia del paese e sugli enormi cambiamenti che ci sono stati.
La politica italiana, inoltre, ha compiuto scelte poco lungimiranti, basate principalmente sulla ricerca di risultati “a breve termine”; in questo modo ha perso la fiducia delle persone e la possibilità di gettare semi che potrebbero portare frutti “a lungo termine”.
Investire sul futuro di un paese per Piero Angela vuol dire investire su beni “immateriali”, che sono per lui la vera ricchezza di una società, i motori di un profondo cambiamento perché consentono di creare risorse e distribuirne i benefici. Il sapere, l’inventiva, l’intelligenza, la diffusione di una cultura “completa” - non solo insegnata nelle scuole in modo più coinvolgente e interessante, ma anche diffusa attraverso mezzi di comunicazione di massa non più basati sulla ricerca della notizia “emotiva” per fare audience, ma sulla diffusione della vera “conoscenza” - sono per lui i fattori basilari per un cambiamento culturale profondo e per la nascita di una mentalità che porterà verso scelte “lungimiranti” e benefici a lungo termine.
In questo libro ho trovato la gentilezza, la chiarezza e l’innata capacità di Piero Angela di rendere semplice anche l’argomento più complesso. Le sue sono riflessioni e suggerimenti nati dall’amore non solo per l’Italia, ma per la vita stessa e ce li ha lasciati, come ultimo atto, per costruire un futuro migliore.

      Battaglio Lorenzo Liceo Statale " G.p. Vieusseux " ( Imperia, Liguria )

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Recensione Dieci cose che ho imparato di Piero Angela
“Come è possibile che un paese come L’Italia, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci?” E’ con questa semplice quanto fondamentale domanda che si apre l’ultimo libro di Piero Angela, un uomo dalla saggezza e dalla genialità eccezionali come pochi altri nella storia italiana (e non solo), che dopo aver dedicato la sua stessa esistenza alla divulgazione scientifica, storica ed economica attraverso innumerevoli libri e programmi televisivi come “Quark” e “Superquark” ha voluto condividere con i lettori alcune proposte, frutto della sua esperienza lavorativa incredibilmente variegata,in modo da fornire una linea guida per le nuove generazioni di Italiani (e non solo).
Queste proposte si articolano in dieci aree critiche che spaziano dal rapporto fra politica e tecnologia , dall’analisi e gestione del sistema scolastico e dell’informazione fino ad arrivare ai sempre più pressanti problemi climatici e al calo demografico, e rappresentano con chiarezza lo stato di urgenza in cui il nostro paese si trova ormai da molto tempo. Le radici di questa crisi trovano la loro origine già nella Rivoluzione Industriale: a differenza degli Stati Uniti, della Cina e anche di molti Stati Europei l’Italia infatti non è stata capace di integrare la sua cultura e la sua politica con l’avvento delle nuove tecnologie e con l’esplosione delle scoperte scientifiche; ne consegue che lo sviluppo del paese ne ha risentito e continua a risentirne ancora oggi. Un paese come l’Italia, quasi totalmente privo di materie prime e di fonti energetiche proprie, deve contare quindi su una ricchezza “immateriale”, e cioè sulla capacità di innovare, di sviluppare una mentalità più moderna, di migliorarsi e soprattutto di migliorare l’ambiente in cui si trova a dover agire (ad esempio non trasformando le aree autostradali in discariche e adottando un sistema scolastico maggiormente basato sul merito).
Tutto quello che è stato detto però non deve essere interpretato come un’esaltazione della scienza a discapito della cultura intellettuale e della politica, che comunque hanno la loro importanza: la politica è la macchina che orienta le decisioni di uno Stato, la cultura invece è l’insieme degli aspetti che costituiscono l’identità di uno Stato. Entrambe però, come sottolinea Piero Angela, devono tenere conto e impegnarsi a integrare la scienza e la tecnologia: “la politica non produce ricchezza” ( una delle frasi più significative del libro) , mentre la cultura non può permettersi di rimanere indietro rispetto alla realtà effettuale.
Nel complesso, Dieci cose che ho imparato è l’ultimo lascito di un uomo che è stato il faro della scienza per moltissime generazioni di italiani, che attraverso un linguaggio puntuale, comprensibile ed uno stile chiaro e coinvolgente mette a disposizione per l’ultima volta la sua vastissima gamma di conoscenze per indicare alle persone il modo migliore per usare la scienza nel migliorare il futuro: un futuro che certamente può interessare o meno, ma che comunque sarà determinato “dalla nostra intelligenza e lungimiranza” o “dalla nostra miopia e brevimiranza”.

      Cavallo Maddalena Liceo Scientifico G.d. Cassini ( Genova, Liguria )

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“La politica (...) non produce ricchezza, ma distribuisce quella poca, o molta, che un paese riesce a creare...”

Ho deciso di leggere “Dieci cose che ho imparato” di Piero Angela e di iniziare questa piccola recensione con una citazione dal primo capitolo che trovo emblematica e riassuntiva del tema trattato in tutto il libro sotto diversi punti di vista. Infatti, si parla di sviluppo e avanzamento tecnologico di un paese, l'Italia, nel quale si è sempre troppo reticenti a parlare di questo argomento. Il testo è diviso in 10 parti, ognuno relativo ad un tema particolare ma sempre collegato a quello sopracitato. Un esempio su tutti l'educazione e la scuola trattati approfonditamente in due capitoli dedicati.

In generale ritengo che il libro sia completo e ricco delle necessarie spiegazioni relative ai temi trattati, in alcuni casi di altrimenti non semplice comprensione. Inoltre sono presenti diversi dati ed evidenze numeriche per rendere il tutto ancora più chiaro ed affidabile. Un altro punto positivo è la presenza di grafici che rendono chiare, a livello visivo, le spiegazioni e le rendono maggiormente comprensibili anche a chi non è specializzato nel settore.

Secondo me però alcuni dei temi, come, ad esempio, il ruolo delle “macchine” nel rendere più efficiente il lavoro umano, potevano essere approfonditi maggiormente e osservati da differenti punti di vista.

Inoltre mi trovo leggermente in disaccordo con l’affermazione di Piero Angela relativa all’importanza e al ruolo della politica, secondo la quale essa avrebbe un ruolo secondario nella società, rispetto ad altre istituzioni quali l’istruzione e l’eccellenza universitaria. Infatti, personalmente, ritengo che essa abbia il ruolo fondamentale di fare rendere conto alle persone della loro utilità sociale.

In conclusione, dovendo dare una valutazione complessiva all’opera, penso di poter dare un Otto meritatissimo, il libro è completo e chiaro, in alcuni punti un po' superficiale. Da notare però il grande potere di un'opera di divulgazione di questo tipo: grazie al vasto raggio di argomenti trattati e alla semplicità di lettura può raggiungere chiunque abbia il desidero di provare a comprendere temi fondamentali della nostra vita a prescindere dal livello di educazione e dall’età.

      Curotto Isabella Liceo Scientifico G.d. Cassini ( Genova, Liguria )

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Dieci cose che ho imparato di Piero Angela è una testimonianza della sua dedizione alla comunicazione scientifica e all'educazione. Questo libro è il culmine dell'esperienza e dell'apprendimento di Angela, riassunto in dieci capitoli che discutono le principali aree di interesse. Il suo lavoro ha influenzato generazioni di italiani e riflette il suo impegno a usare la scienza come strumento per il miglioramento della società. L'impatto educativo di questo libro è enorme, in quanto continua l'eredità di Angela di informare ed educare il pubblico sui temi della scienza e della tecnologia.
Lo stile di scrittura di Angela in questo libro è noto per la sua chiarezza e accessibilità. Il libro è scritto in modo semplice ma bello, in grado di trasmettere idee complesse in modo efficace a un pubblico ampio, come noi studenti delle superiori ma fattibile anche a quelli delle medie. La narrazione è coinvolgente e personale, e fa sembrare il libro un diario o un'intervista, fornendo una visione della personalità di Angela e rendendo il contenuto comprensibile e divertente da leggere.
I contenuti scientifici si basano sulla vasta esperienza di Angela in vari settori, tra cui scienza, tecnologia, ambiente, informazione, energia e televisione. Angela presenta le sue conoscenze e le sue intuizioni in modo esauriente e accessibile, con l'obiettivo di sensibilizzare ed esporre i lettori alle diverse forme di conoscenza che aiutano a capire il mondo e a plasmare un futuro migliore.
"Dieci cose che ho imparato" è anche un'eredità morale, in cui Angela condivide le sue riflessioni sulle sfide passate, presenti e future. È un testamento spirituale che incoraggia i lettori a riflettere sulla traiettoria dell'Italia e sulla condizione umana universale. Le esperienze e gli incontri personali di Angela arricchiscono il libro, fornendo una prospettiva unica che combina le intuizioni professionali dell'autore con il suo percorso personale. Mio voto personale per questo libro è un bel 9, non ero molto fiduciosa all'inizio pensando che potrebbe essere un libro noioso ma già dalle prime pagine mi sono interessata in modo da non riuscire smettere di leggerlo, è stata una sorpresa positiva e un' esperienza unica.

      Figoli Aurora I.i.s Capellini Sauro ( La Spezia, Liguria )

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Dieci cose che ho imparato.


“Dieci cose che ho imparato” è l’ultimo libro scritto da Piero Angela, l’ultimo, come spiega il figlio Alberto, che ha voluto regalarci prima di andarsene.
Attraverso queste pagine l’autore trasmette ai lettori importanti insegnamenti, frutto di lunghi anni di ricerca, riflessione e osservazione, con l’intento di permetterci di valorizzare al meglio il nostro Paese.
Nel libro, come si evince dal titolo, vengono affrontate diverse tematiche che spaziano dalla demografia alla politica, dalla scuola all’ambiente, dalla televisione alla scienza, ma anche molte altre. Ogni capitolo affronta sinteticamente uno degli argomenti precedentemente citati, esaminandone i punti di maggior rilievo.
L'obiettivo è infatti arrivare a capire come l’Italia, che ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale nella storia dell’Europa e non solo, abbia ora perso il suo prestigio e si trovi a dover fronteggiare numerose problematiche. Nei diversi capitoli l’autore propone possibili soluzioni a questioni di diverso tipo, ricordando costantemente la fondamentale importanza che la scienza e la tecnologia rivestono nello sviluppo del Paese. Angela ,infatti, sottolinea più volte la necessità di investire su queste ultime che, troppo spesso, vengono trascurate, rendendo difficile la competizione dell’Italia con gli altri Paesi europei o, più in generale, con gli altri Paesi del mondo molto più sviluppati in questi ambiti rispetto a noi.
Il libro affronta quindi tematiche attuali e di interesse comune e infatti è stato pensato per essere fruibile da parte di tutti e non solo dagli appassionati di scienza.
La terminologia semplice e la brevità del libro ne sono una prova. Il linguaggio è di uso comune e termini stranieri o specialistici sono molto pochi, ma in ogni caso vengono spiegati con attenzione. Ogni argomento viene affrontato in modo chiaro e schematico, infatti i diversi capitoli sono suddivisi in paragrafi titolati che permettono di focalizzarsi sul tema affrontato, rendendo possibile al lettore di comprendere con facilità ogni ragionamento. Numerosi concetti vengono chiariti ulteriormente attraverso grafici di semplice interpretazione e, molto spesso, corredati da spiegazioni dello stesso autore. In questo modo il lettore ha la possibilità di analizzare una determinata questione in modo autonomo, sviluppando anche un’idea personale riguardo alla tematica affrontata.
Molto spesso Angela interviene nella narrazione, esprimendo il proprio giudizio su un determinato argomento, oppure semplicemente ricordando alcune vicende che lo hanno riguardato direttamente contribuendo così a rendere il testo più personale e la lettura più piacevole.
Il libro è la sintesi perfetta della lunga carriera dell’autore, contiene infatti gli insegnamenti che Angela ritiene più importanti e di cui ha sentito la necessità di scrivere per condividerli con il suo pubblico.
In conclusione, sulla base di quanto appena detto e delle precedenti considerazioni, la valutazione del libro è 9.


      Gaspani Leonardo I.i.s Capellini Sauro ( La Spezia, Liguria )

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Ho scelto questo libro perché credo che Piero Angela sia stata una persona importantissima per il nostro paese, una mente curiosa, sapiente, capace di trattare e spiegare con spontanea semplicità argomenti molto complessi. Queste 150 pagine racchiudono il suo testamento, un consiglio di vita che ci lascia dall’alto del suo essere e del suo sapere. Vuole spiegarci in maniera chiara ed efficace dieci cose che ha imparato, ma allo stesso tempo farci prendere coscienza di quello che siamo e di quello che è il nostro paese, oltre che del modo per risollevarlo. Il libro racchiude tutto, la sua immensa saggezza, le sue sconfinate conoscenze e le sue innumerevoli esperienze raccolte in 93 anni di vita. Tocca gli argomenti che ci riguardano maggiormente, per esempio la politica, criticandola sotto un certo punto di vista poiché secondo lui pensa solamente al tornaconto immediato, che possa essere politico o economico. Si sofferma su quali siano i “tre grandi motori di crescita”, ovvero la scienza, l’educazione e la tecnologia, che hanno permesso di migliorare le condizioni di vita, aumentato le attività e portato nelle scuole i giovani, salvandoli dall’analfabetismo. La scuola di conseguenza è un’istituzione fondamentale, sulla quale è necessario investire, perché cresce e plasma quelli che saranno i “cervelli” del paese. La vera cultura è quella che congiunge la scienza e le discipline umanistiche; tuttavia, lui crede che l’Italia sia troppo sbilanciata su quest’ultime, invece di pensare a tutte le cose che si racchiudono in essa. I giornali, la televisione, l’informazione in generale giocano un ruolo fondamentale, perché portare buoni programmi può sensibilizzare e aiutare a comprendere al meglio tutto ciò che ci circonda, dal momento che effettivamente l’emotività può essere utilizzata per formare e accrescere la conoscenza. Secondo lui però, tutte queste cose non possono essere messe in atto se non cambia la questione demografica dell’Italia, che si trova agli ultimi posti nel mondo come tasso di natalità, di conseguenza stiamo diventando uno dei paesi con più anziani. Conclude con il dire che la vera importanza sono i beni immateriali, quei beni che decretano la ricchezza di una società, molto più difficili da ottenere rispetto a quelli materiali, ma fondamentali per rinascere e splendere.

      Prete Matilde Liceo Statale " G.p. Vieusseux " ( Imperia, Liguria )

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Aprire gli occhi a tutti e condividere uno sguardo generale sul nostro Paese, su ciò che è stato, su ciò che è e soprattutto su ciò che sarà: è questo l'obiettivo di Piero Angela. Uomo che ha dedicato tutta la sua vita alla conoscenza e al sapere, si apre per l’ultima volta in questo saggio, condividendo con il mondo in dieci brevi capitoli ciò che ha imparato nella sua lunga vita, da qui il titolo, e sperando che queste riflessioni possano essere d’aiuto per l’Italia che verrà. In “Dieci cose che ho imparato” si parte dall’importanza della scienza, della tecnologia, per arrivare a parlare di scuola, demografia, informazione, energia…
Con questa, come definita da lui stesso, “lunga cavalcata” si toccano tutti gli ambiti più importanti della nostra società e soprattutto i punti su cui bisogna iniziare a lavorare il prima possibile per salvare il futuro. Ѐ proprio quest’ultimo il filo conduttore di tutto il libro, un futuro che sembra scapparci di mano, ma di cui, in realtà, siamo i soli artefici.
“Dieci cose che ho imparato” è un saggio che porta a riflettere chiunque si immerga in queste pagine sull’importanza della scienza e della tecnologia nella nostra società. Attraverso un linguaggio non eccessivamente specifico e adatto a tutti, rende infatti consapevoli su ciò che sta vivendo il nostro Paese. Piero Angela, in questo libro, non si limita a riportare i problemi e le difficoltà di una società in continuo cambiamento, ma si impegna a proporre soluzioni concrete, attuabili fin da subito, come per esempio i progetti per le scuole. Egli, attraverso le sue parole, riesce ad avvicinare chiunque al mondo della scienza; “Dieci cose che ho imparato” non è un grande trattato scientifico e complesso, ma un incontro confidenziale con un uomo che ha fatto tanto per il nostro Paese. L'autore, attraverso le sue parole, si apre al mondo intero, senza filtri, condividendo esperienze e fatti vissuti, toccati con mano. Immergendosi nelle pagine di questo libro ci si rende conto di come il nostro Paese sia cambiato e di come questa evoluzione stia continuando molto rapidamente. Il problema principale, infatti, è che “la velocità dei cambiamenti è stata più rapida della velocità degli adattamenti” e ormai i “vecchi libretti di istruzioni per l’uso” non vanno più bene. Un saggio che ci permette di vedere in modo nitido tutto quello che ci circonda, perché i problemi in esso trattati, non sono lontani ed estranei, ma rappresentano purtroppo la nostra quotidianità. Come ci ricorda Piero Angela con le sue parole, la peculiarità maggiore degli uomini è proprio la “simulazione mentale”, ossia l’immaginazione; bisogna sfruttare questa capacità per pensare e progettare il futuro. Un futuro ancora tutto da scrivere, soffermandosi sulla “vera ricchezza della società”, perché “il nostro paese ha bisogno di beni “immateriali”: cioè di conoscenza e di valori”. Dobbiamo porci una sola domanda: siamo già in ritardo “o non è mai troppo tardi?”

      Pugliese Chiara Liceo Angelico Aprosio ( Ventimiglia, Liguria )

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Recensione del libro Dieci cose che ho imparato di Piero Angela, Mondadori ,25 ottobre 2022.
Piero Angela, noto divulgatore scientifico, con questo suo ultimo libro ci fornisce una panoramica su alcune realtà che ha appreso nel corso della sua vita. In “Dieci cose che ho imparato”, l’autore affronta 10 temi di massima importanza, spiegandoli al lettore e facendone capire il valore. Dalla politica, alla scuola, fino all’analisi della rilevanza dell’emotività e del cervello, Angela esamina questi temi collegandoli allo sviluppo scientifico ed economico del nostro Paese. Nel libro, l’autore ci procura quella che è la sua visione del mondo moderno, analizzando gli aspetti negativi della società causati dalla sua incapacità di aggiornarsi ed evolversi insieme alla scienza e tecnologia. Durante la lettura del libro troviamo costanti confronti tra le condizioni di vita attuale, migliorate dallo sviluppo della scienza e della tecnologia, e quelle del passato. Il lessico è molto semplice ed avvincente. Nella conclusione del libro, Angela fa un’importante riflessione sull’interesse del futuro collettivo nelle persone, dicendo che si tende ad interessarsi sul futuro personale. Infine afferma che il nostro Paese ha bisogno di beni “immateriali”, come la conoscenza e i valori, i quali rappresentano la vera ricchezza di una società. Possiamo quindi dire che con questo libro, Piero Angela, lancia un allarme sulla condizione dell’Italia riguardante gravi problemi e ne fornisce, con limiti, le potenziali soluzioni, spiegando in cosa consistono, quali sono gli effetti e quali i benefici.
Questo libro mi ha colpita molto. Inizialmente l’ho scelto per la trama e anche per profonda ammirazione che provo nei confronti di Piero Angela. Ho trovato la lettura molto scorrevole e chiara, la quale mi ha aperto la mente su quella che è la condizione attuale dell’Italia su vari temi. Temi che non avrei creduto mi interessassero tanto, ma la capacità divulgativa e coinvolgente di Piero Angela mi ha fatta ricredere. Questo libro fa riflettere molto sul passato, sul presente e sul futuro affrontando temi come l’istruzione e il cambiamento delle condizioni di lavoro. L’ho trovato un libro molto interessante e lo consiglierei a chi ha l’interesse di sapere e soprattutto a chi vuole essere più consapevole della situazione in cui si trova il mondo oggigiorno.

      Ricchetti Arianna Istituto Omnicomprensivo Vallescrivia ( Ronco Scrivia, Liguria )

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Leggendo il libro “Dieci cose che ho imparato” di Piero Angela e pubblicato dopo la sua morte con l’aiuto del figlio Alberto, sembra di ascoltare una nuova puntata di Super Quark, programma di divulgazione scientifica che ha accompagnato adulti e ragazzi alla scoperta di diversi fenomeni della scienza.
Di questo libro, mi ha colpito il fatto che l’autore usando un linguaggio comprensibile a tutti, e grazie all’aiuto di molti esempi pratici, ha saputo far comprendere al lettore temi molto complessi, di grande attualità che hanno un forte impatto sulla vita quotidiana. Con parole semplici, lo scrittore guida il lettore verso una riflessione critica su ciò che sta accadendo nel nostro mondo; viene offerta una visione molto completa in cui ogni affermazione viene spiegata e in cui la contestualizzazione storica che aiuta il lettore a capire meglio e anche i più giovani riescono ad acquisire maggior consapevolezza su quali siano i comportamenti corretti e non dell’essere umano sulla Terra.
Mi ha impressionato e fatto riflettere quanto gli avanzamenti tecnologici abbiano cambiato e tuttora stiano cambiando il nostro mondo in un tempo relativamente breve, sia in senso positivo che in negativo e il fatto che noi non siamo culturalmente preparati ad affrontare le conseguenze di questi cambiamenti; non avevo mai pensato a quanto siano vaste le ripercussioni delle scoperte tecnologiche sulla nostra vita e su quella della comunità e quanto ci manchi una educazione tecnologica e scientifica non tanto o non solo in termini di conoscenza dei fenomeni, quanto relativamente al conoscere e saper fronteggiare le implicazioni connesse agli avanzamenti scientifici e tecnologici.
Ho trovato molto interessante anche la parte sulle risorse energetiche ed è sconfortante il fatto che le grandi potenze non vogliano rinunciare a produrre energia da fonti fossili non rinnovabili e inquinanti continuando a costruire nuove centrali a carbone.
La visione dell’autore che impregna tutto il libro secondo la quale, sia a livello di singola persona che di comunità, è più utile impegnarsi non tanto per avere un piccolo vantaggio immediato, quanto piuttosto convenga perseguire un obiettivo che porti a risultati migliori anche se richiede più tempo e un impegno maggiore, dovrebbe essere la visione di tutti sia nelle piccole cose che nelle grandi anche se certamente più faticosa. Forse a tutti i livelli siamo troppo abituati al tutto e subito e forse anche in tal senso ci occorrerebbe una educazione; questo libro facendoci riflettere e aiutandoci ad aprire la nostra mente ci insegna a guardare oltre il nostro naso e ci indica la strada da seguire alla ricerca di un mondo concretamente migliore per noi stessi, per la nostra comunità e per chi verrà dopo di noi.

      Bertonazzi Laura Liceo Statale Giuseppe Parini - Seregno ( Seregno, Lombardia )

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"Mi chiedo spesso come mai un paese come l’Italia, pieno di intelligenze e di creatività, con
una storia straordinaria e unica, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della
civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci.” Così Piero Angela dà inizio alla
sua ultima opera letteraria: ”Dieci cose che ho imparato”, pubblicata nel 2022 da Mondadori.
In queste brevi ma intense pagine, l’autore riunisce gran parte della sua conoscenza ed
esperienza personale, delle sue riflessioni riguardo ai temi più disparati, delle sue
preoccupazioni relative al futuro dell’umanità e suggerisce delle possibili soluzioni.
I principali ambiti di conoscenza affrontati sono: politica, educazione, cultura, energia e
demografia. Piero Angela riesce perfettamente a dare una visione globale della realtà che ci
circonda e delle problematiche che affliggono il nostro paese.
Innanzitutto, egli ribadisce più volte, nel corso delle pagine, il ritardo culturale che interessa
l’Italia da qualche anno a questa parte. Nella società odierna, sempre più carente di “cose
immateriali” come i valori, non abbiamo abbastanza consapevolezza del valore che la
Cultura rappresenta. Solo a partire da una vera e propria rivoluzione culturale si può
pensare di eliminare problematiche come i tassi di disoccupazione e l’aumento di
produttività.
Un interessante spunto di riflessione è offerto dalla sezione relativa alla tecnologia, in cui
l'autore fa notare al suo interlocutore che in passato le trasformazioni avvenivano in tempi
meno rapidi, al contrario di oggi. Per esempio, i costanti progressi che si stanno verificando
con l'intelligenza artificiale sarebbero stati impensabili anche solo una generazione fa. Ciò,
tuttavia, non consente al singolo un adattamento graduale ai cambiamenti.
Molto attuali sono le considerazioni in merito ai problemi ambientali e a quello energetico:
partendo da alcune constatazioni sull'inquinamento atmosferico, delle acque e degli ambienti
in generale, passa in rassegna i diversi tipi di energia evidenziandone gli aspetti positivi e
negativi.
Ho compreso meglio il modo in cui utilizziamo le fonti energetiche. Inizialmente questo
potrebbe sembrare un argomento arido e poco attraente per chi non sia appassionato ma,
in realtà, si tratta di informazioni che aiutano a rendere consapevole il lettore della realtà in
cui vive. Proprio questo è l'obiettivo ultimo dell'autore: generare consapevolezza e,
analizzando i diversi contesti, denunciare alcune situazioni come l'utilizzo frequente di
energie inquinanti o come la tendenza degli uomini a pensare che la politica possa risolvere
ogni problema e che sia fonte di ricchezza. Non è così: non la politica ma ogni individuo, o
meglio, la società che viene definita da Piero Angela come una "fitta rete di cervelli", ha il
dovere di impegnarsi per la costruzione di un ambiente artificiale all'interno di quello naturale
che è un dono e va rispettato in quanto tale.
Per quanto concerne lo stile, è semplice, chiaro e comprensibile a tutti, pur trattando temi
complessi. Il linguaggio è prettamente scientifico.
Consiglierei la lettura del libro a ogni cittadino italiano perché induce a riflessioni di diverso
tipo che, se elaborate correttamente, (da politici ma non solo, come direbbe Piero Angela)
potrebbero portare a una vera e propria rivoluzione insieme a una nuova e diversa visione
del mondo.

      Ferrari Filip Marian Liceo Statale Galilei E Sez. Classica Grattoni ( Voghera, Lombardia )

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Il libro "10 cose che ho imparato" di Piero Angela è un prezioso contributo che va al di là di una semplice esposizione di conoscenze scientifiche. Si tratta di un testamento intellettuale, una riflessione profonda sull'umanità, la politica, la scienza e la cultura, consegnata al pubblico con la maestria di uno dei divulgatori scientifici più amati d'Italia.
Piero Angela, figura autorevole nel panorama culturale italiano, guida il lettore attraverso una narrazione che spazia dalla politica alla tecnologia, dalla scienza all'istruzione. Il libro si presenta come una guida per affrontare il futuro, derivante dalle lezioni apprese da una vita dedicata alla scoperta e all'insegnamento.
Una delle tematiche centrali è la critica alla politica intesa come mera distribuzione di ricchezza, senza una visione a lungo termine. L'autore sottolinea la necessità di una leadership capace di comprendere la creazione di ricchezza, evidenziando l'importanza di una politica lungimirante che guardi al futuro anziché cedere alle richieste immediate.
La scienza e la tecnologia emergono come forze fondamentali che hanno trasformato il mondo, migliorando la qualità della vita e portando a cambiamenti significativi nella società. Tuttavia, l'autore critica l'Italia per il ritardo nello sviluppo culturale in questi settori, sottolineando la necessità di integrare la scienza e la tecnologia nella cultura nazionale.
Il libro affronta anche temi cruciali come l'istruzione e il mondo del lavoro, evidenziando l'importanza di investire nelle scuole per coltivare il "cervello della nazione" e preparare i giovani al futuro. Piero Angela critica le classifiche accademiche deludenti e sottolinea l'urgente necessità di migliorare la qualità dell'apprendimento.
Il linguaggio utilizzato dall'autore è chiaro, accessibile e intriso di quella passione per la conoscenza che ha reso Piero Angela una figura così amata dal pubblico italiano. Il libro si presenta come una sorta di eredità intellettuale, una chiamata all'azione per affrontare le sfide del presente e del futuro.
In conclusione, "10 cose che ho imparato" è un'opera che va oltre la divulgazione scientifica, offrendo una prospettiva sagace e illuminante su questioni cruciali per la società contemporanea. È un invito a riflettere sulla direzione che stiamo prendendo e a investire nella conoscenza e nei valori immateriali per affrontare le sfide in un mondo sempre più complesso e interconnesso.

      Pagani Adriano Isis Einaudi ( Dalmine, Lombardia )

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“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province,
ma bordello!”
Scrive così Dante nel sesto canto del Purgatorio della Divina Commedia, criticando l'Italia
trecentesca: un paese tormentato da problemi politici determinati dalle classi dirigenti e dalla
popolazione.
In un modo simile, seppur con un linguaggio più mite ma anche in un’epoca diversa rispetto al
poeta, Piero Angela espone in maniera critica i problemi attuali del nostro Paese nel suo saggio
“Dieci cose che ho imparato”. L’autore, infatti, distribuisce in dieci semplici capitoli un'analisi sulla
situazione corrente della nostra nazione, indagando le cause delle problematiche che
caratterizzano la nostra società. Al tempo stesso fornisce delle soluzioni molto valide ad esse. I
capitoli sono divisi in base alla materia trattata. Si passa dalla politica alla scienza, dalla scuola alla
televisione, dal cervello all’energia fino alla demografia. Però, il concetto cardine di questo libro è
sicuramente l’applicazione della scienza alla nostra vita quotidiana. Angela dedica moltissime righe
a questo principio. Si può dire che dedichi tutto il libro ad esso. Il giornalista afferma che le materie
scientifiche come l’astronomia, la fisica, la biologia, stanno rispondendo solo oggi alle domande
che molti secoli fa i filosofi si erano posti. Ignorare questa mentalità scientifica significa boicottarsi
culturalmente. È quindi necessaria una visione generale sia scientifica che umanistica. Questo
dovrebbe essere reso possibile dalla scuola, che però non sta facendo abbastanza. Infatti, nel
capitolo riguardo alla scuola, Piero Angela offre numerose argomentazioni a favore della sua tesi,
a partire dal sondaggio dell’OCSE che mostra l’Italia a metà classifica (su 79 nazioni) in
matematica, in scienze e in comprensione del testo, che ci fa capire quanto i nostri sforzi scolastici
da studenti, seppur significativi, non siano abbastanza.  L’autore discute molto sul ruolo
dell'istruzione a cui attribuisce una colpa riguardo al ritardo culturale esposto.  A questo capitolo si
ricollega quello dell’informazione, dove critica gli strumenti di massa per la divulgazione, come la
televisione e i giornali, a cui assegna “note di demerito” perché pubblicano notizie solo quando
possono interessare al pubblico data la loro spettacolarità o catastroficità, ma non quando contano
realmente. Lo scrittore sostiene questa sua argomentazione riguardo ai media attraverso una serie
di spiegazioni di natura scientifica su  come le informazioni vengano captate dal nostro cervello.
Nonostante mi aspettassi una lettura impegnativa perché l’opera tratta di argomenti di attualità, il
testo risulta molto scorrevole data la semplicità e la dimestichezza con cui i temi vengono scritti. Si
nota molto la fattura prettamente scientifica di Piero Angela. Inoltre sembra anche che lui si sia
posto indirettamente come modello da seguire: lui attraverso questo saggio è riuscito a compiere a
pieno ciò che esprime nel libro, ovvero mettere insieme la mentalità umanistica con quella
scientifica. Per poter capire questa sensazione, però, bisogna imbarcarsi nella lettura di
quest'opera, solo che il “nocchiere” in questo caso c’è ed è proprio Piero Angela.

      Pasolini Stefano Liceo Scientifico Di Stato " A. Calini " ( Brescia, Lombardia )

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Se la società e il mondo italiano fossero un palcoscenico, dove ogni evento sembra meravigliare, giungendo inaspettato, Piero Angela potrebbe essere considerato un "disincantatore" che con una speciale “bacchetta” è capace di rivelare la realtà di quel palcoscenico, ciò che si nasconde dietro le quinte. E la “bacchetta” consiste proprio nel libro “Dieci cose che ho imparato”.
Nei dieci capitoli di questo libro, Piero Angela analizza quelli che possono essere considerati i dieci punti fondamentali che governano l’Italia (e, più in generale, ogni nazione), e definisce ognuno di essi in modo chiaro e preciso: nulla è lasciato al caso. Ne sono prova i numerosi dati e statistiche che lungo tutta la lettura accompagnano il testo, oltre alle varie esperienze personali raccolte nel corso di una vita intera, o meglio, come afferma lo stesso autore nell’introduzione, “in tanti anni di professione, di incontri, di esperienze, di libri letti e scritti, di speranze e delusioni”.
Piero Angela, grazie al proprio percorso, descrive l’Italia, da un punto di vista completo, integrale, che tiene conto del passato e del futuro, guardando con occhio critico il presente. Ed è forse questo che più stupisce: vedere la propria nazione come un “unicum” dove ogni azione, per quanto piccola, determina inesorabilmente un effetto, e non come un sistema disorganico che non tiene conto delle sue parti. Eppure il mondo italiano appare diverso per ognuno e ognuna di noi, poiché siamo legati ad un piccolo aspetto della realtà: la nostra famiglia, la nostra città o provincia, la nostra scuola…
Non siamo capaci di vedere in noi un insieme, siamo facilmente manipolabili (soprattutto dalle tre “S” descritte nel sesto capitolo) e molte volte individualisti, sempre affetti da quella “brevimiranza” sottolineata a più riprese dall’autore. E la conseguenza non può che essere una: le ultime posizioni in tutte le “scenografie” del palcoscenico, come economia, scuola, ricerca scientifica…
E guardandolo più attentamente, si potrebbe definire “Dieci cose che ho imparato” uno dei libri più “terribili” che possa essere letto da un italiano, perché, dopo aver svelato i vari fondamenti alla base di un ottimo Stato, Piero Angela punta i riflettori verso il nostro Stato, il nostro palcoscenico, e ne rivela i problemi, i guasti, gli errori di progettazione e la mancanza di una corretta manutenzione. E’ uno scenario inquietante quello che si prospetta nella mente del lettore: un futuro più simile ad un crollo che ad un progresso. E a questo, oltre alla paura, si aggiungono dapprima la rabbia, quando ci si rende conto della quantità di “luci di emergenza” che da tempo continuano a lampeggiare ignorate, e successivamente il senso di impotenza che emerge dalla consapevolezza di non poter cambiare le cose facilmente e neppure in breve tempo, tempo che ormai sembra scarseggiare.
In ultima analisi, considero veramente questo libro una delle letture maggiormente necessarie per la nostra società: è un libro che avverte, che vuole tentare di cambiare le cose facendo in modo che tutti si rendano consapevoli del pericolo che la nostra società sta correndo. Sta al lettore, qualunque esso sia, dal politico al professore, dallo studente al magistrato, scegliere se ascoltarlo oppure no.

      Piroso Matteo Liceo Statale Galilei E Sez. Classica Grattoni ( Voghera, Lombardia )

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Come mai l’Italia oggi è così in difficoltà e sembra aver spento le luci del suo glorioso passato? L’autore Piero Angela (Torino, 1928 - Roma, 2022), indimenticabile volto televisivo, noto principalmente come divulgatore scientifico, trae spunto da questa semplice domanda per elaborare le “dieci cose che ha imparato" prima di lasciarci. In copertina il libro viene definito come un “diario intimo del suo sapere”, attraverso le parole del figlio Alberto, e l’immagine di Piero appare in tutta la sua pacata saggezza, mentre sorride al lettore con l’aria sorniona di un nonno che la sa lunga. E questa impressione trova via via conferma scorrendo i dieci capitoli in cui è suddiviso il libro: i mali che affliggono il Bel Paese sono analizzati alla luce dell’esperienza e della profonda umanità di chi non vuole abbandonare la barca che affonda, ma piuttosto tendere una mano ai suoi naufraghi.
Il libro si presenta ben ordinato e strutturato: ad ogni “cosa che ha imparato”, l’autore dedica un capitolo; una scelta oculata, a mio avviso, data la varietà dei temi trattati. Ecco una sintesi dei contenuti che non ha pretesa di essere esaustiva, ma vuole invogliare alla lettura: la politica, innanzitutto, che “non produce ricchezza” ed è caratterizzata da “brevimiranza”, un termine nuovo e suggestivo, creato dalla fantasia dell’autore, che condanna i compromessi frivoli spesso ricercati dai personaggi pubblici e la loro mancanza di visione a lungo termine; la scienza e la tecnologia, capaci di cambiare il mondo, che ci hanno consentito di raggiungere alti gradi di benessere; la scuola e il suo ruolo fondamentale nel promuovere la crescita del Paese; una rassegna delle iniziative in cui l’autore si è impegnato per la formazione dei giovani; la cultura, che dovrebbe essere una commistione armoniosa di saperi scientifici e umanistici; l’informazione e la televisione, mondi spesso regolati dalla spietata legge dello “share”, che non garantisce un’offerta di qualità o non fornisce al pubblico strumenti adeguati per interpretare ciò che ci circonda; l’emotività, leva dell’apprendimento; il cervello umano, che deve saper raccogliere la sfida dell’intelligenza artificiale; l’energia e l’ambiente, con gli scenari futuri ad essi legati; il calo demografico, che può portare entro il 2050 ad una situazione di collasso dell’economia italiana e che può essere contrastato da una immigrazione regolare e pianificata.
Consiglierei la lettura di questo libro ad un pubblico giovane, in quanto quest’ultimo dovrà, volente o nolente, occuparsi delle sorti del Paese nella veste di futura classe dirigente e quindi potrà trarre dalla lettura preziosi consigli per assolvere questo delicato compito nei vari ambiti del sociale, dell’istruzione, della politica e dell’economia. Altri punti di forza, oltre alla forte vocazione didattica, sono i seguenti: la narrazione procede lieve e scorrevole attraverso argomentazioni originali; il tono non è mai saccente, colpisce anzi la familiarità con cui l’autore si rivolge al lettore, con l’umile desiderio di condividere idee e vicende personali. E i messaggi arrivano al lettore altrettanto chiari e diretti, coinvolgendolo intimamente.
Nei capitoli finali ho notato una certa ripetizione di concetti già espressi in precedenza, quasi a volerli meglio fissare nella mente del lettore (“repetita iuvant”, come dicevano i Latini!): una pecca davvero poco rilevante di fronte all’assoluta novità dell’opera e ai tanti altri meriti che ho evidenziato.


      Venini Matteo Istituto Di Istruzione Superiore Statale Vittorio Bachelet ( Oggiono, Lombardia )

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Ciò che prima di tutto colpisce del libro è il titolo ‘Le dieci cose che ho imparato’: un uomo coltissimo come Piero Angela che, com’è stato solito fare in tutta la sua lunga esistenza, rifiuta di salire in cattedra a fare sfoggio della sua immensa conoscenza. Anzi, umilmente, si dimostra grato alla vita di ciò che ha imparato e, con le sue straordinarie capacità comunicative, mette a disposizione di tutti il suo sapere.
In questo suo ‘testamento’ spirituale, il grande divulgatore ci lascia qualcosa di prezioso: dieci cose importantissime su cui riflettere e dalle quali far nascere qualcosa di buono per il nostro Paese.
Fin dalle prime pagine, l’autore ci invita a prendere in esame un aspetto dell’Italia poco considerato, eppure di vitale importanza.
Se i tre grandi ​‘motori di crescita’, scienza, tecnologia ed educazione, hanno rivoluzionato e, per molti aspetti, migliorato la qualità della vita delle società avanzate, che dire delle nostra Italia?
Angela, con una lucidità sorprendente, ci fa notare come nel nostro Paese non ci sia stata, in realtà, un’evoluzione culturale: in altre parole, la scienza e la tecnologia non si sono integrate nella nostra ‘Cultura’.
Quali le conseguenze? Gravissime. E sono le prime due cose che il nostro geniale divulgatore ha imparato: una politica ‘brevimirante’ che non produce ricchezza e gli ultimi posti nella ricerca, negli investimenti, nella scuola.
Ed ecco, appunto, la terza cosa che Angela ha imparato: la qualità dell’apprendimento in Italia sta crollando e proprio nella scuola, dalla quale ‘uscirà il Cervello del paese’ sarà necessario e urgente investire.
Procediamo e riassumiamo. Se in Italia rimane salda la cultura ‘classica’ e umanistica, è proprio vero che essa è inconciliabile con la scienza? No. La conciliazione é possibile e doverosa e può e deve essere promossa dalla televisione e dai moderni mezzi di comunicazione. Programmi veramente in grado di elevare il livello culturale degli Italiani -quelli, vale a dire, in cui si tratta di come migliorare la competitività, la scuola e l’università, la ricerca e gli investimenti-, sono penalizzati. E questo perché si tende a dare spazio a ciò che fa audience: scandali, delitti, stragi, eventi straordinari nel bene e nel male. In altre parole a ciò che colpisce l’emotività.
Ed ecco allora che si prospetta la grande sfida: stimolare le emozioni con qualcosa di costruttivo, utile, che riguardi la cultura in senso globale, dove ogni campo è integrato con gli altri. E’ la grande sfida che Piero Angela ha affrontato fino ai suoi ultimi giorni: diffondere conoscenze e la voglia di approfondirle. Gli ‘ingredienti’ per questo obiettivo sono chiarezza e capacità di rendere interessante e attraente l’argomento che si tratta. Obiettivo perseguito tenacemente e con successo, missione di un’intera esistenza. Come dice il figlio Alberto nella Prefazione, leggendo ‘Le Dieci cose che ho imparato’, è come se il padre avesse abbandonato il microfono per ‘sedersi accanto’ al suo pubblico e aprire gli occhi ad ognuno di noi sul futuro non facile che ci attende. E per donare a ognuno di noi preziosi consigli per affrontarlo. Nelle ultime righe ci incoraggia: ‘non è mai troppo tardi’.
Libro consigliatissimo a tutti, specialmente a noi giovani perché, oltre a essere scorrevole e piacevole, ci suggerisce ottime proposte per un avvenire e un Paese migliore, per noi e per le generazioni che varranno, alle quali abbiamo il dovere di lasciare un mondo migliore.

      Di Rosa Francesca Istituto Di Istruzione Superiore Leonardo Da Vinci ( Civitanova Marche, Marche )

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In quest'ultimo saggio, pubblicato successivamente alla sua scomparsa, il noto giornalista e divulgatore televisivo Piero Angela ci consegna il suo testamento intellettuale ed umano: nelle 237 pagine di questo volume egli sintetizza, infatti, non solo temi e riflessioni di carattere scientifico, in parte già noti al suo pubblico - poiché espressi nella recente autobiografia, in precedenti pubblicazioni ed in parte nell’altrettanto recente programma tv “Prepararsi al futuro” - ma soprattutto con l’acume e il pragmatismo, che lo hanno da sempre contraddistinto, pur parlando di scienza, egli viene a tracciare il quadro di alcune delle più gravi ed evidenti disfunzioni della contemporaneità italiana, offrendone al tempo stesso – lucide e perfettamente realizzabili – le soluzioni.
Sono pensieri semplici i suoi, ma niente affatto banali, formulati ed esposti - come dichiarato orgogliosamente dallo stesso autore – con l’intento di avvicinare alla “cultura della conoscenza”, anche quella larga schiera di italiani, che nonostante l’ampia dotazione tecnologica attualmente in uso nelle nostre case -smartphone, pc, tablet, smart tv, friggitrici digitali - di scienza non vorrebbe proprio sapere. Soltanto questa specifica conoscenza, a lungo svalutata in un paese di solida tradizione umanistica come il nostro o di frequente demonizzata, perché avvertita come portatrice di perturbazioni, distruzioni, inquinamenti etc., effetti, in realtà, dovuti al cattivo uso che spesso gli uomini ne fanno, soltanto appunto un’adeguata conoscenza scientifica può permettere a tutti noi di decifrare i fatti, le idee, gli esseri umani e di offrirci moderni strumenti per muoverci – nel rispetto del nostro prossimo e del nostro pianeta - in piena consapevolezza e con vera libertà nel mondo.
Si parla, dunque, di tecnologia e metodo scientifico tra le pagine di questo libro, della brevimiranza dei nostri politici, di musica, di emotività, apprendimento ed informazione, di scuola e di merito, se ne parla in modo creativo ed accurato, coinvolgendo noi lettori di ogni età, ricordandoci come ogni ambito della realtà umana, sia a livello individuale sia di collettività, non sussiste isolatamente, ma si lega agli altri in uno stretto rapporto di causa ed effetto. Ancora una volta Felix – in quest’ottica -qui potuit rerum cognoscere causas !

      Iannotti Fulvio Iis Orsini Licini ( Ascoli Piceno, Marche )

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“Dieci cose che ho imparato” (Mondadori, Milano 2022) è l’ultimo libro scritto da
Piero Angela, un testamento di proposte e riflessioni per provare a superare “i tempi
difficili” che il nostro paese sta attraversando.
Piero Angela è stato giornalista, autore di diversi programmi televisivi di argomento
scientifico, storico ed economico, scrittore di numerosi testi di carattere scientifico-
divulgativo.
Il saggio è diviso in dieci capitoli, le “dieci cose” appunto che l’autore dichiara di aver
appreso nel corso della sua vita, ma che in realtà sono le questioni su cui si sofferma
per indicare una strada, un percorso da intraprendere per migliorare il nostro futuro
e superare le difficoltà che ci attendono.
La scienza e la tecnologia, ossia la scoperta e l’invenzione, hanno cambiato il mondo
eppure, la cultura non riconosce ad esse un ruolo così determinante.
“Un’attività intellettuale così alta come quella scientifica ha una rilevanza minima
nella cultura”.
Nel nostro paese la cultura classica è “il punto di riferimento intellettuale per la
comprensione del mondo e dell’uomo”, le pagine letterarie monopolizzano la nostra
cultura.
Piero Angela consiglia di cominciare l’opera di rinnovamento dalla scuola, da cui
“esce il cervello del paese”. No all’insegnamento delle materie scientifiche tagliate
a fette, sì all’insegnamento della scienza come dinamica degli eventi, come nuova
ecologia tecnologica.
Finalmente qualcuno che ha provato a risolvere la diatriba tra sostenitori del liceo
classico e sostenitori del liceo scientifico: le scuole, tutte, si devono rinnovare,
devono andare al passo con i tempi.
“In passato le società erano più semplici, le cose cambiavano lentamente, la
tecnologia incideva in misura minore e comunque il cambiamento si spalmava su
tempi più lunghi”.
Oggi “la macchina sulla quale viaggiamo è cambiata” e la cultura non può più essere
“identificata con certe categorie tradizionali”.
È necessario fare “cultura della conoscenza” e anche la televisione deve contribuire
a diffondere questi argomenti per far crescere la mentalità scientifica, soprattutto
nei giovani.
Angela si sofferma ad analizzare l’ambiente e l’energia, affrontando il problema
dell’utilizzo della plastica e dell’eccessivo consumo dell’acqua, tocca diversi
argomenti e suggerisce di investire sui beni immateriali quali la conoscenza e i valori.
Il testo si legge con rapidità grazie ad uno stile giornalistico chiaro e lineare.
Frequenti sono le domande, gli esempi e gli elenchi in asindeto, perché le parole
sono le carte che Piero Angela ha voluto lasciarci sul tavolo, per invitarci a giocare
con lungimiranza la partita che ha come posta in gioco il nostro futuro.

La mia valutazione del libro è 8/10 perché l’autore ci ha fornito tutti gli ingredienti
per provare a produrre ricchezza, sta a noi saperli dosare, maneggiare ed
amalgamare.

      Leoni Francesca Istituto Istruzione Superiore F. Filelfo ( Tolentino, Marche )

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Per diverse generazioni la presenza di Piero Angela è stata una costante, un’icona indiscussa del mondo della scienza.
Intrigante coinvolgente e soprattutto educativo, l’autore è riuscito a mantenere il successo nei suoi programmi televisivi rispetto a tanti altri, puntando sulla qualità dei contenuti.
È partito dalla divulgazione scientifica arrivando a trattare tematiche ambientali, politiche e storiche, dimostrando come l’approccio scientifico non debba essere relegato nei laboratori o negli ambienti universitari.
Leggendo questo libro caratterizzato dalla consueta chiarezza espositiva dell’autore, emergono tutte le conoscenze e le idee che egli ha maturato in una vita ed in una carriera molto lunga.
Attraverso la sua tipica modalità di narrazione, riesce a guidare il lettore in un viaggio straordinario illuminando le menti e soprattutto ad ispirare la giusta curiosità.
Responsabile e saggio, Piero Angela con questo suo ultimo testo ha lasciato non solo un elenco delle più grosse problematiche che hanno fatto retrocedere lo sviluppo della nostra Nazione, ma anche le soluzioni, si, anche le soluzioni! Ecco qui la sua saggezza e senso di responsabilità.
Ossia gli investimenti sui quali si dovrebbe puntare per affrontare e vincere le sfide che ora stanno dominando la quotidianità.
Infatti il libro dal titolo “le 10 cose che ho imparato”, tratta proprio delle 10 tematiche che stanno togliendo lo splendore alla nostra fantastica Nazione. Dà una chiara prospettiva su temi vitali come energia, tecnologia, scuola, politica e demografia, rivelando come queste dinamiche influenzano le nostre vite.
Quale generazione potrebbe avere più voce in capitolo, e mettere più in luce l’importanza dell’impegno civico e della consapevolezza dell’ambiente che ci circonda?
I destinatari di questa produzione letteraria, dovrebbero essere le generazioni dei più giovani, i quali possono ricavare degli spunti per mettere in pratica questi suggerimenti, queste idee, proprio per passare dalla teoria alla pratica, essere gli attori di questa sperimentazione, perché proprio i giovani potrebbero avere il potere di plasmare il corso degli eventi, di essere i protagonisti del cambiamento, trasformando le sfide in opportunità.
Per concludere, “le 10 cose che ho imparato” rappresenta più un programma di governo, che un semplice libro di scienza. Esso ci regala gli strumenti per acquisire una prospettiva critica, in modo da farci maturare, crescere e diventare dei cittadini consapevoli e soprattutto attivi.
Di sicuro anche con questa produzione letteraria l’autore è riuscito ad attrarre il suo pubblico già affezionato, ma riuscirà anche, ad ispirare talmente tanto, da far bruciare dentro la fiamma del dovere, di non trascurare le precise istruzioni che l’autore ci ha lasciato per diventare gli agenti del cambiamento per un futuro migliore?
Questa lettura riuscirà a far immaginare una Italia capace di ascoltare le speranze e le ambizioni della nuova generazione?
Intanto… leggete gente, leggete!

      Lopez Matilde Istituto Istruzione Superiore F. Filelfo ( Tolentino, Marche )

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Nell’età dell’intelligenza artificiale, mentre ci stiamo avviando a grandi falcate verso un futuro ipertecnologico, carico di promesse e di progresso che, secondo alcuni, renderanno quasi pari allo zero i limiti che fino ad oggi potevamo definire “umani” e che, secondo altri, invece, finiranno per catapultarci nel più profondo dei buchi neri che la mente umana possa immaginare, leggere “Dieci cose che ho imparato” di Piero Angela è come entrare in una ‘macchina del tempo’, capace di farci muovere all’interno del Multiverso senza paura, spaziando dal passato al futuro, senza perdere mai di vista il presente, l’Oggi, meta e fine del viaggio.
Nella sua lucida esposizione, l’autore spiega, descrive, convince, parlando di cosa siamo, da dove veniamo, dove possiamo arrivare…e come tutti i grandi maestri del passato parla di ciò che ben conosce, per studio o esperienza personale, in modo semplice e chiaro.
La dissertazione comincia dal concetto fondamentale di “brevimiranza” della politica, quella di ieri e ancor più quella di oggi, da secoli intenta a preferire “ l’uovo” di oggi alla “gallina” di domani, concentrata su una ricchezza che non riesce a produrre, ma neanche a distribuire. Secondo l’autore, infatti “investiamo poco in tutto quello che potrebbe aiutare la nostra crescita”: la ricerca, la scuola, la produttività, i centri di eccellenza.
Percorrendo la storia italiana dal 1861, con rapidi tratti, vediamo prender forma il lungo iter di crescita che il nostro Paese ha dovuto affrontare nell’economia, nel lavoro, nel cambiamento demografico, nella conquista dei diritti civili e politici e della democrazia, da “Garibaldi alla Luna”. Questo viaggio- sostiene l’autore- non sarebbe stato possibile senza la scienza e la tecnologia: riconoscere la loro importanza potrebbe essere la chiave di volta della nostra società, lanciata come un treno in corsa verso il disfacimento, qualora non si dovesse riuscire a realizzare una vera inversione di rotta di tutto il nostro impianto culturale.
Sanare le due culture -da sempre lontane- nel nostro Paese e anche altrove: quella scientifica e quella umanistica. Solo chi riuscirà a realizzare questo potrà sperare di progredire, di aprire orizzonti nuovi alle generazioni del futuro: non esiste una cultura del sapere e una del saper fare, esistono giovani capaci, menti e cervelli attivi, che sanno muoversi con disinvoltura tra l’una e l’altra, purché la prima smetta di sentirsi minacciata dalla seconda e purché la seconda non tenti di dimostrare inutile la prima. Basterebbe partire da cose semplici, “immateriali” come la correttezza, la giustizia, il merito, le conoscenze, i valori per creare una società nuova.
È dunque inutile aver paura del progresso tecnologico, delle macchine, dell’intelligenza artificiale: oggi la corsa verso il futuro “non può essere contro la macchina, ma insieme alla macchina” dice Angela.
Quale, allora, il futuro che ci si prospetta davanti? Come un moderno Doctor Strange, perso nella contemplazione di tutti i possibili scenari futuri, l’autore sembra congedarsi, dicendo “a voi la scelta!”
E come non essere d’accordo con lui?



      Orsini Alberto Iis Orsini Licini ( Ascoli Piceno, Marche )

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Per chi era abituato ad ascoltare Piero Angela durante le sue trasmissioni nel corso degli anni, sicuramente gli sembrerà di sentire la sua voce leggendo il libro "Dieci cose che ho imparato". La punteggiatura, infatti, sembra quasi assecondare il ritmo del suo parlato, come se anche questo testo sia un'altra puntata de "Il mondo di Quark".
La caratteristica del linguaggio che predomina è certamente l'eleganza con cui quest'uomo di grande cultura espone concetti complessi, scovandone la semplicità e senza snaturarne i contenuti, per raggiungere una più vasta platea. Sí, perché anche con questo suo ultimo lascito, Angela ha dato l'ennesima riprova di essere un divulgatore di scienza ai massimi livelli, dove l'eccellenza sta proprio nel fatto di saper rielaborare contenuti, mantenendone completezza e precisione, ma modellandoli per una migliore ricezione e fruibilità. Cosa non poteva fare un uomo amante del sapere, curioso e sempre pronto a nuove ricerche e stimoli, se non lasicare il suo testamento in favore del suo Paese? L'amore per l'Italia, già solo per le sue mille ricchiezze che ammalierebbero qualsiasi studioso, è l'oggetto della sua ultima fatica. Sembra quasi che nei quasi cento anni del suo "passaggio" sulla terra, il conduttore abbia voluto lasciare un "testamento" in cui elenca 10 scenari che possono risollevare o comunque migliorare la nostra esistenza su questo pianeta. Ciò che emerge non è l'ennesima riprova della sua capacità argomentativa, critica, scrupolosa e impeccabile, quanto quella gioviale speranza che con l'impegnone alcune canzoni consapevolezze si possano superare delle criticità. Così dalla politica, passando per la scienza e la tecnologia, e ancora, la scuola, la nostra cultura, l'informazione, l'ambiente e l'energia, passando per la demografia, l'emotività e il cervello, Angela offre un excursus di studi e rilfessioni per condividere con i suoi lettori misure e strategie per risollalevare le sorti del Paese. Un insegnamento, quello dello scrittore, di grande devozione e passione per il proprio lavoro, messo a servizio della collettività.

      Properzi Giulia Liceo Scientifico Statale “t.c.onesti” ( Fermo, Marche )

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Piero Angela, Dieci cose che ho imparato, Mondadori, Milano 2022, pp. 155, € 19,00.

Piero Angela, attraverso il libro “Dieci cose che ho imparato”, ci accompagna per un’ultima volta in un viaggio verso la consapevolezza dei problemi attuali perché ciascuno si impegni a garantire un futuro migliore alle generazioni future.
L’autore scrive in prima persona, utilizzando un lessico molto semplice e chiaro e un registro quasi colloquiale. Con generosità consegna al lettore ciò che di più importante ha appreso nel corso della sua lunga esistenza in merito a politica, istruzione, scienza ed economia, illustrando in modo molto realistico la situazione difficile in cui si trova l’Italia, nonostante il suo illustre passato.
Lo scopo che si prefigge è quello di indicare una nuova strada da percorrere e per questo da tenere a mente, determinanti per noi stessi e per la nostra società.
Mette in luce l’importanza della scienza e della tecnologia e sottolinea come in Italia non vengano valorizzate adeguatamente e siano spesso considerate in contrasto con la cultura umanistica. Invita ciascuno a riflettere sull’unitarietà dei saperi e sulla necessità di investire in educazione e istruzione per innalzare le competenze degli studenti italiani ed anche per evitare che i migliori ricercatori si trovino costretti ad abbandonare il nostro Paese.
L’immagine dell’Italia che emerge dal libro è infatti quella di una nazione indietro rispetto ai paesi occidentali e alle “tigri asiatiche”. Tale immagine non può che destare preoccupazione e appare in contrasto con quella grandiosa e illustre delineata dalle numerose trasmissioni televisive ideate e curate dall’autore.
Il contenuto del libro appare pertanto inatteso, soprattutto considerando che si tratta dell’ultima opera di un uomo che ha dedicato tutta la vita a diffondere la conoscenza e la bellezza, celebrando la grandezza dell’Italia e le sue intelligenze straordinarie che hanno svolto un ruolo fondamentale per la crescita dell’umanità.
Chi si attende di trovare spiegazioni di teorie o descrizioni di grandiose opere d’arte, rischia di rimanere deluso. Al termine della sua vita, Piero Angela sembra piuttosto voler lanciare un appello sul pericolo che stiamo correndo, quello di regredire rispetto al passato e di non dare il giusto spazio alla ricerca, all’innovazione, alla cultura e allo studio.
Il suo è un grido di disperazione: “il nostro Paese ha bisogno di beni immateriali, cioè di conoscenza e valori”. Ci invita a non pensare che sia troppo tardi e a combattere a rispondere al suo grido.
Ne consiglio la lettura a tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro Paese perché prendano coscienza dei suoi problemi e si ingegnino per risolverli, sognando un mondo diverso.

      Serfilippi Giada Polo Scolastico 2 " Torelli " ( Fano, Marche )

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Leggere l’ultimo libro di Piero Angela è un po’ come fare un viaggio nella sua mente e nel suo modo di operare: egli analizza fenomeni sociali fondamentali in maniera scientifica, attraverso un linguaggio chiaro e avvincente, con esempi pratici e semplici.
Con il suo personale stile fa sì che alla fine del testo si abbia la sensazione di aver fatto un piacevole cammino con un compagno di viaggio che ti incoraggia nelle diverse tappe a scoprire nuovi panorami, ma rendendoti protagonista del viaggio stesso, ed in quanto tale con una rinnovata visione della possibile meta futura.
Partendo da un punto di vista storico l’autore evidenzia come il progresso tecnologico e scientifico sia stato fondamentale per l’uomo per migliorare le proprie condizioni di lavoro, il proprio stato di salute, la gestione del proprio tempo, dei propri diritti e come nei secoli più recenti questi cambiamenti siano avvenuti in
tempi rapidissimi.
Egli afferma quindi che la politica dovrebbe gestire in maniera efficiente ed efficace le importanti novità introdotte dallo sviluppo tecnico scientifico per creare un sistema integrato dove la produttività possa rispondere alle domande crescenti della società come sanità, istruzione, assistenza pubblica, ecc ecc.
Lo scrittore sostiene che scelte lungimiranti di politica sul lungo raggio possano contribuire enormemente a questa visione sinergica.
Per esempio Angela evidenzia come sarebbe importante investire sull’educazione offrendo agli studenti la possibilità di frequentare centri di studio d’eccellenza dove formare cittadini capaci di gestire la complessità del futuro, quindi vedere la scuola, la ricerca, l’università come investimento strategico produttivo invece che fonte di spesa.
In questo contesto l’autore afferma che se la tecnologia deve essere a misura di uomo è vero anche che è necessario formare cittadini capaci di gestire scienze e tecnologia in un orizzonte culturale globale dove gli ecosistemi naturali interagiscono con ecosistemi artificiali in modo sempre più complesso.
A proposito di panorami complessi lo scrittore continua la sua analisi prendendo in considerazione i mezzi di comunicazione e la relazione con cultura e scienza, il rapporto tra automazione e mondo del lavoro, lo sviluppo di energia pulita, l’andamento demografico.
A chiusura del libro il divulgatore scientifico dichiara una verità molto semplice: il futuro è incerto ma dipende dalle scelte individuali e collettive che gli esseri umani compiono e che da questo punto di vista dovrebbero essere guidate da valori trasversali come correttezza, lealtà, merito.
Piero Angela da un lato afferma che il nostro paese sembra navigare in una direzione diversa rispetto a quella da lui auspicata, dall’altro asserisce “o non è mai troppo tardi?” forse per incoraggiare il lettore a portare avanti una visione responsabile e lungimirante sulla società che si vuole nel futuro.

      Sorcinelli Riccardo Polo Scolastico 2 " Torelli " ( Fano, Marche )

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DIECI COSE CHE HO IMPARATO
PIERO ANGELA

"Dieci cose che ho imparato" di Piero Angela rappresenta un'opera magistrale nel panorama della divulgazione scientifica italiana.
Con la sua lunga e illustre carriera nel campo della comunicazione scientifica, Angela si conferma ancora una volta come una delle voci più autorevoli e rispettate nel settore.
Questo libro, suddiviso in dieci capitoli, offre al lettore un'esaustiva esplorazione di una vasta gamma di argomenti scientifici, dalla fisica alla biologia, dall'astronomia alla medicina.
Attraverso un linguaggio accessibile e una narrazione coinvolgente, Angela condivide con il pubblico le sue esperienze personali e le conoscenze acquisite nel corso degli anni, offrendo una prospettiva unica e illuminante sulla scienza e sulla sua evoluzione nel corso dei secoli.
Ogni capitolo si concentra su un tema specifico, esaminando le scoperte più significative nel campo della ricerca scientifica e offrendo interessanti aneddoti e curiosità legate al mondo della scienza.
Ma ciò che rende davvero speciale questo libro è la capacità di Angela di trasmettere la sua passione per la scienza e la conoscenza, rendendo accessibili anche gli argomenti più complessi a un pubblico ampio e variegato.
Attraverso una serie di esempi pratici e spiegazioni chiare, l'autore rende la scienza comprensibile e avvincente per tutti, stimolando la curiosità e l'interesse del lettore.
Inoltre, "Dieci cose che ho imparato" offre una preziosa opportunità per riflettere sul ruolo che la scienza ha svolto nella nostra società e nel nostro modo di pensare nel corso della storia.
Angela esplora le implicazioni sociali, culturali ed etiche delle scoperte scientifiche, offrendo spunti di riflessione che vanno oltre il mero aspetto tecnico della scienza.
In conclusione, "Dieci cose che ho imparato" è un libro che va oltre la mera divulgazione scientifica, offrendo al lettore una profonda esplorazione del mondo della scienza e della conoscenza.
Con oltre duemilacinquecento caratteri, questa recensione mira a catturare l'essenza e l'importanza di questa straordinaria opera, invitando il lettore a immergersi in un viaggio affascinante attraverso le meraviglie della scienza e della mente umana.

      Valentini Sara Iis Orsini Licini ( Ascoli Piceno, Marche )

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Il libro "Dieci cose che ho imparato" di Piero Angela emerge come un'opera di divulgazione scientifica di notevole profondità e rilevanza nel panorama culturale contemporaneo. Questo volume, pubblicato nel 2022 da una rinomata casa editrice italiana (Rizzoli), si propone di condurre il lettore in un emozionante viaggio attraverso le tappe cruciali della storia della scienza e della conoscenza umana. Angela, con questo libro, dimostra di essere un magistrale divulgatore scientifico perché ha la straordinaria capacità di rendere accessibili anche i concetti scientifici più complessi, grazie a una scrittura chiara, coinvolgente e avvincente che riesce a catturare il lettore. Il libro è suddiviso in dieci capitoli, ognuno dei quali offre una panoramica completa e dettagliata di vari aspetti della conoscenza umana, abbraccia temi che spaziano dalle radici antiche fino alle sfide etiche e scientifiche contemporanee. Ogni capitolo è arricchito da aneddoti personali, storie e aneddoti che conferiscono una dimensione umana e avvincente alla narrazione. Il lettore, leggendo questi racconti, viene immerso completamente nella narrazione, e riesce a connettersi emotivamente con l'autore e a comprendere meglio il contesto storico e culturale in cui si sono sviluppate le grandi scoperte scientifiche. Angela, attraverso una narrazione articolata e ben strutturata, conduce il lettore in un viaggio avvincente e stimolante che abbraccia temi che vanno dalla storia alla scienza, dalla tecnologia alla natura. Le illustrazioni presenti all'interno del testo contribuiscono ulteriormente a rendere accattivante la presentazione dell'opera, catturando l'attenzione del lettore e arricchendo l'esperienza di lettura. Questi elementi visivi fungono da complemento ideale alla trattazione scientifica, offrendo al lettore una visione più completa e intensa dei concetti esposti.
Angela, con "Dieci cose che ho imparato" va però oltre la mera esposizione di fatti scientifici, perché fa anche una riflessione profonda e personale sul significato e sull'importanza della conoscenza umana. L’autore si presenta come un guida appassionata nel mondo della scienza, invitando il lettore a esplorare con lui le meraviglie del sapere e a porsi domande fondamentali sulla natura dell'universo e del nostro posto al suo interno.
In conclusione, questo libro si configura come un'opera completa e stimolante, capace di informare, coinvolgere e ispirare chiunque abbia a cuore la conoscenza e la scoperta del mondo che ci circonda. Grazie alla sua struttura ben definita, al suo contenuto ricco di spunti interessanti e alla sua narrazione coinvolgente, "Dieci cose che ho imparato" si rivela un indispensabile compagno di viaggio per chiunque sia interessato alla storia della scienza e alla ricerca del sapere.

      Carlucci Sofia Iiss Bojano ( Bojano, Molise )

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Nel libro "Dieci cose che ho imparato", l'autore riflette criticamente su diversi aspetti significativi - si spazia dalla politica alla scuola, dalla tecnologia all'ambiente, dalla cultura all’informazione e molto altro - caratterizzanti l'Italia di oggi, suggerendoci delle potenziali soluzioni per approdare a un futuro migliore. Traspare, in modo particolare, l'idea secondo cui è necessario divulgare e valorizzare preminentemente la scienza e la tecnologia, indispensabili per comprendere il mondo di oggi. Infatti, come affermato dall’autore, ignorare questo mondo moderno rappresenterebbe "un’automutilazione culturale". Ho sempre ammirato la capacità di Piero Angela di affrontare e spiegare gli argomenti più vari e disparati, riuscendo sempre a renderli interessanti e fruibili anche da un pubblico non esperto, con semplicità, neutralità e chiarezza. I suoi libri e programmi televisivi rappresentano uno spunto di riflessione e uno stimolo per la nostra curiosità. Come dice Alberto Angela, suo figlio, riguardo al padre, nella "Prefazione" del libro in questione «egli ha sempre dato una spinta al nostro pensiero» e, a mio parere, anche in questo caso ci è riuscito. Lo stile adottato dall'autore nel redigere questo libro è molto semplice e chiaro. I termini usati non sono particolarmente complessi o specialistici e i concetti, anche se gravosi, vengono spiegati in modo facile e comprensibile. Il modo puntuale e garbato con cui vengono affrontati i diversi temi rende il libro molto adatto a un pubblico curioso e non specialista. Ne risulta un'opera piacevole ed estremamente accessibile. "Dieci cose che ho imparato" è una sorta di piccolo diario del sapere dell'autore che, oltre a restituirci tratti della sua poliedrica cultura, ci permette di comunicare con lui, il quale, alla stregua di un nonno premuroso, ci introduce e sensibilizza alle tematiche più attuali perché possiamo avere e diventare partecipi attivi di un futuro migliore, utilizzando al meglio le risorse disponibili nel nostro pianeta.

      Fratangelo Stefano Liceo Scientifico A. Romita ( Campobasso, Molise )

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“Dieci cose che ho imparato” è il saggio scritto da Piero Angela, considerabile il suo testamento scientifico-spirituale, l’opera che corona l’immensa carriera di un uomo che ha fatto della divulgazione scientifica il fulcro della sua esistenza. L'autore è noto a tutti: chiunque, accendendo la televisione, almeno una volta si è imbattuto in una delle sue trasmissioni; ciò che si nota immediatamente in quest’ultime è una chiarezza comunicativa fuori dalla norma, sostenuta da una solida conoscenza degli argomenti affrontati, accompagnata da una grande calma riflessiva. Tutte le caratteristiche appena citate sono rintracciabili in “Dieci cose che ho imparato”, saggio in cui Piero Angela racconta alcuni insegnamenti che la vita gli ha impartito. Le tematiche di cui discorre l’autore sono varie e differenti tra loro, ma anche perfettamente coerenti, visto lo spirito dell’opera. Queste sono dieci e sono approfondite singolarmente in appositi capitoli.
Il primo è “La politica non produce ricchezza”, in cui l’autore, come suggerisce l’intestazione, ragiona sulla disciplina della politica, quale sia il suo operato nella storia, i suoi obiettivi e i motivi della sua esistenza, introducendo riflessioni che toccano epoche storiche lontane e molto diverse, riconoscendo la politica come la scienza della riorganizzazione delle ricchezze, la tecnologia, invece, come il settore tecnico-culturale in grado di creare tali ricchezze. Ecco che, a proposito di tecnologia, si apre il secondo capitolo: “Scienza e tecnologia: come hanno cambiato il mondo”. Qui lo scrittore ribadisce l’idea, già introdotta nel capitolo precedente, per cui il progresso sia e debba essere inarrestabile, attribuendo le responsabilità dei suoi effetti negativi ad un cattivo utilizzo che le nostre società ne hanno fatto; in seguito Piero Angela racconta il suo amore per queste discipline, illustrando alcune procedure che avvengono in ambito scientifico, esponendo i cambiamenti sociali avvenuti per merito di nuove scoperte, fino ad arrivare a trattare temi molto interessanti, come quello de “Le due culture”. Nella terza parte del saggio la questione della formazione è fondante, arrivando a dominare anche i capitoli successivi. La scuola è identificata come il principale mezzo di arricchimento personale e culturale e, dunque, è giusto studiarla, ragionando sui suoi traguardi, ma, soprattutto, sui miglioramenti apportabili: questo è ciò che avviene nel quarto capitolo, “Cosa si può fare per la scuola?”.
Nella quinta parte e nelle successive sono inserite considerazioni inerenti la nostra società, con tutte le valutazioni del caso, inerenti lo sviluppo rapidissimo del mondo contemporaneo e le sue conseguenze in tutti gli ambiti, come quello dell’informazione, approfondito nel sesto capitolo, o quello ambientale, presente nel nono, o, ancora, quello demografico, che costituisce la decima e ultima sezione. Le parti ancora non citate, la settima e ottava, sono estremamente affascinanti, perché formano una digressione imprescindibile sull’emotività e sul cervello dell’uomo che completa il saggio stesso.
La lettura del testo di Piero Angela è stata per me piacevole, perché mi ha dato modo di riflettere su alcuni elementi della società odierna, rapportandoli al passato e alla natura dell’uomo. Oltre che da un punto di vista contenutistico, il libro è lodevole anche sul piano formale, perché scorrevole, leggero ed interessante, insomma, divulgazione allo stato puro!

      Guglielmo Lucia Liceo Scientifico A. Romita ( Campobasso, Molise )

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“Dieci cose che ho imparato” si presenta come il testamento morale di Piero Angela, uno dei divulgatori scientifici più influenti e amati dello scorso secolo. Questo libro raccoglie riflessioni basate su dati ed esperienze che l’autore ha deciso di scrivere e raccontare, spinto dalle condizioni attuali e dalle sfide che il futuro ci porge innanzi. In quanto giornalista di spessore, Angela sviscera tematiche universali: l’istruzione, la politica, la questione energetica, le moderne tecnologie affrontate in modo particolare sotto l’aspetto della divulgazione, tratto caratteristico dell’autore, come testimoniano ad esempio i duraturi e fortunati anni della trasmissione Superquark, abile nel tentativo di comunicare molteplici argomenti, soprattutto scientifici, resi accessibili ad un vasto pubblico, che ha potuto così approcciare, con minor riluttanza, a tematiche che in primo luogo si manifestano come astruse e troppo intricate.
Il libro presenta anche una prefazione di Alberto Angela, il quale sottolinea la grande lucidità del padre nel sottolineare gli aspetti più impellenti all’interno del nostro Paese.
Nell’introduzione Piero Angela parte dall’esporre quello che si potrebbe definire “paradosso italico”, ossia la decadenza dell’Italia in netto contrasto con l’immensa cultura e con le brillanti menti che da sempre la contraddistinguono. E questo è filo rosso che si scioglie tra le pagine, legando tra di loro gli argomenti affrontati. Il centro focale dell’attenzione viene posto soprattutto sull’istruzione italiana, sulle sue difficoltà, proponendo inoltre eventuali soluzioni, mutuate da altri sistemi scolastici e riadattate; sull’energia, e le questioni da risolvere, come i possibili pro e contro, per riuscire nella tanto inseguita transizione ecologica; sui progressi repentini delle nuove tecnologie, la profondità e il mistero della mente umana e delle emozioni.
I temi vengono inoltre rapportati al contesto culturale, sociale e politico in cui nascono e si sviluppano, come viene dimostrato dai frequenti riferimenti alle esperienze dell’autore, in modo che il lettore possa tastarne la concretezza, avendo a disposizione anche gli strumenti per formulare una sua idea oggettiva.
L’opera si è dimostrata una piacevolissima scoperta, poiché è stata un ottimo mezzo per conseguire una visione più ampia su argomenti conosciuti soltanto superficialmente, infatti l’autore guida coscienziosamente il lettore verso un approfondimento orizzontale e verticale, analizzando diversi problemi dalle radici, ribaltando convinzioni errate o parziali. Apprezzate anche le considerazioni riguardo possibili mutamenti futuri o soluzioni, quali la necessità di una filosofia della tecnologia.
Dunque, in quanto sintesi del pensiero di Piero Angela, il libro dimostra quanto oggi sia necessaria una stretta collaborazione tra il mondo umanistico e quello tecnologico-scientifico, e il bisogno di informazione efficace e accurata.

      Piano Fabrizio Liceo Scientifico A. Romita ( Campobasso, Molise )

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Penso sia ampiamente condiviso il riconoscimento di Piero Angela come uno dei pilastri della divulgazione scientifica in Italia e anche a livello internazionale. Nel suo più recente lavoro, intitolato "Dieci cose che ho imparato" raccoglie dieci preziosi insegnamenti acquisiti durante la sua lunga carriera. Ciascun insegnamento è approfondito in un capitolo dedicato, in cui Angela usa un linguaggio accessibile a tutti. La chiarezza della sua scrittura, immediatamente centrata sul cuore del discorso, tiene il lettore incollato alla pagina. Questo libro rappresenta la massima evoluzione dello stile di Piero Angela, sviluppatosi nel corso della sua carriera eccezionale. Sul versante dei contenuti, ogni insegnamento viene analizzato in dettaglio, con particolare attenzione riservata al capitolo su scuola ed educazione, che personalmente ho apprezzato enormemente, essendo uno studente. Nel capitolo dedicato alla scuola, Piero Angela espone le criticità del sistema educativo italiano, confrontandolo con quelli stranieri, specialmente asiatici. Incoraggia inoltre gli studenti a ricercare l'eccellenza non solo nell'ambito scolastico o, in futuro, in quello lavorativo, ma anche nell'affrontare i problemi della vita di tutti i giorni, perché la maggior parte della ricchezza di un Paese è immateriale, ovvero è costituita da conoscenza. Il libro affronta inoltre molte altre problematiche, dalla demografia all' informazione, dalla transizione energetica alla politica, presentando dati e grafici che consentono di comprendere al meglio il futuro che ci attende e come rapportarsi con esso. Ciò rende questo libro un compagno ideale per i giovani che si preparano ad inserirsi nel tessuto sociale. Piero Angela conclude la sua opera con una nota di speranza. Nell'ultimo rigo infatti Piero Angela si chiede se non sia mai troppo tardi per migliorare esprimendo fiducia nel fatto che le prossime generazioni costruiranno un futuro migliore, riuscendo nella sfida che lui non ha potuto portare a termine.

      Prioriello Emanuele Iiss Bojano ( Bojano, Molise )

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Il futuro è qualcosa a cui guardare con realismo e razionalità, avendo ben presenti le grandi questioni che possono influire su di esso.
Nella sua ultima opera, "Dieci cose che ho imparato", edita da Mondadori nel 2022, Piero Angela, storico divulgatore scientifico italiano, ci lascia postuma una sua breve guida, data da anni di studi e approfondimenti, su come affrontare i grandi temi del presente per ottenere un migliore futuro.

L'autore stila una lista di dieci punti, ognuno dei quali rappresenta un tema importante nel mondo di oggi che può avere grandi conseguenze sul futuro, approfondendo ognuno di questi e dispensando suggerimenti sulle possibili strategie da intraprendere negli ambiti più disparati, dalla scuola all'ambiente, dalla politica all'energia, dalla cultura scientifica allo studio del cervello umano.
Molti di questi temi sono ampiamente trattati nei precedenti libri di Piero Angela e nelle sue svariate trasmissioni televisive, cosa che infatti l'autore cita spesso in questo libro, aggiungendo tuttavia molti spunti interessanti.
Si può notare come le questioni presentate nel libro siano oggi molto presenti sui giornali e nei media in generale poiché negli ultimi anni si è creato un forte interesse della maggior parte della popolazione del mondo occidentale riguardo le accortezze, grandi e piccole, che è necessario prendere per garantire un buon avvenire alle prossime generazioni.

Angela si concentra poi sull'Italia, mettendo il lettore al corrente delle questioni più importanti sulle quali il paese dovrebbe concentrarsi, manifestando anche delle posizioni poco ottimiste riguardo l'andamento attuale di tali questioni, in particolare parla dell'obsolescenza dell'istruzione scolastica e universitaria, dei pochi investimenti per la ricerca e del problema della demografia, tutti punti che analizza lucidamente, considerando dati, correlazioni e paragoni con altri paesi del mondo.

Questo libro rappresenta quindi un testamento che Piero Angela ha voluto lasciare alle giovani generazioni affinché comprendano quali siano i temi importanti su cui agire e su cui essere preparati in vista di un futuro in cui i cambiamenti avvengono a velocità prima impensabili.

      Rizzi Camilla Isis Majorana-fascitelli ( Isernia, Molise )

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"Bè ognuno può trarne le conclusioni che vuole. Ma alcune cose sembrano emergere. Il futuro può anche non interessare ma, in definitiva, non esiste. ”

Queste sono le parole di Piero Angela, giornalista, musicista e divulgatore scientifico, che lascia nella conclusione del suo ultimo libro, una libera interpretazione di ciò che ha trattato. Nella sua ultima biografia, edita da Mondadori, Piero Angela riflette sul perché una potenza come l’Italia, oggi si trovi in un decadimento culturale ed economico, e di come si possa rilanciare lo stato del nostro Paese. Con dieci aree critiche, divise in dieci capitoli, riesce quindi ad offrire ai lettori un viaggio attraverso le problematiche dell’Italia, presentate in modo chiaro e razionale, una caratteristica tipica del nostro divulgatore.
Le dieci tematiche presentano anche delle soluzioni da lui proposte per rilanciare la condizione dell’Italia dalla questione climatica, dai problemi economici e demografici, ma anche dall'assenza di una cultura fondata. A quest’ultima problematica, Angela offre una soluzione, che riguarda la diffusione di una “mentalità” scientifica tra i giovani, che permetta di inquadrare al meglio qualsiasi problema.

“Credo di interpretare il pensiero di tutti, dicendo che sentiamo la mancanza del suo pensiero e della sua innata capacità di illuminare l’ignoto con una razionalità elegante ma ferma”, afferma Alberto Angela nella prefazione del libro, pubblicato dopo la morte dell’autore nell'agosto 2022.

Credo che ogni italiano, me compresa, abbia sentito una parte della propria conoscenza volare via con la morte di Piero Angela, perché per molto tempo è stato il nostro “migliore amico” della televisione, che ci teneva compagnia facendoci conoscere ed esplorare nuovi luoghi e concetti a noi sconosciuti.
Piero Angela non è stato uno dei tanti giornalisti o divulgatori scientifici che ha imposto il sapere manipolandolo con i propri pensieri e rendendolo accessibile ai pochi più acculturati. Egli è riuscito a creare una comunità di persone appassionata alla sua eloquenza nel narrare e diffondere la storia, la scienza, l’arte ed un’infinita vastità di argomenti.
Per quanto mi riguarda, ciò che rende interessante questo libro è la capacità del nostro divulgatore di rendere anche il concetto più complesso, facile per tutti, grazie all'uso di esempi che stimolano il lettore alla riflessione. In molti si chiedono, perché un libro del genere dovrebbe attrarre anche i giovani? La risposta si trova nelle pagine stesse. Il futuro dell’Italia siamo noi giovani, e queste problematiche sottolineate da Piero Angela, un giorno saranno le nostre problematiche, e dobbiamo essere pronti a fronteggiarle.

      Santella Giulia Liceo Scientifico A. Romita ( Campobasso, Molise )

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Sono davvero dieci le cose che Piero Angela ha imparato nei suoi 93 anni di carriera? Secondo William Glasser “Noi impariamo il 10% di ciò che leggiamo, il 20% di ciò che ascoltiamo, il 30% di ciò che vediamo, il 50% di ciò che vediamo e ascoltiamo, il 70% di ciò che discutiamo con altri, l'80% di ciò che viviamo di persona, il 95% di ciò che insegniamo a qualcun altro”.
Con una sintassi fluida e scorrevole, Piero Domenico Angela, conosciuto comunemente come conduttore della Rai ma, in realtà, vero divulgatore scientifico, si dedica alla stesura di un libro di divulgazione scientifica intitolato “Dieci cose che ho imparato”, pubblicato postumo da suo figlio Alberto Angela. In questo libro, Piero Angela dichiara di “raccogliere alcune cose che ha imparato in tanti anni di professione, di incontri, di esperienze, di libri letti e scritti, di speranze e delusioni”. Piero sembra quasi chiedersi, nell’epilogo, una domanda retorica: “Mi chiedo spesso come mai un paese come l’Italia, pieno di intelligenze e di creatività, con una storia straordinaria ed unica, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, ed abbia perso le sue luci”. La risposta, per Piero, risiede nel ritardo culturale, il quale si ramifica in dieci ampi capitoli, ognuno dei quali incentrato su vari aspetti. Attraverso l’adozione di un lessico pertinente alla materia e l’utilizzo di paratassi, l’autore si immerge in dissimili aspetti che accomunano il problema generale di un'Italia ancora caratterizzata da una forte instabilità. Si sofferma sulla scienza come unico mezzo in grado di determinare un progresso del paese: “Solo la scienza porta ad una conoscenza reale e permette di separare il probabile dall’improbabile, il credibile dalla leggenda, il vero dal falso”; sperimenta il concetto di tecnologia e si inabissa verso la scuola, “la prima cosa a cui si pensa quando si parla di educazione”. La scelta dell’autore di usufruire di alcune tabelle ed alcuni grafici per rappresentare dati statistici inerenti alla situazione italiana, aiuta i lettori a divenire maggiormente consapevoli dell’attuale situazione italiana, nazione lontana, per rendimento scolastico, dai paesi appartenenti all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Ciò induce i lettori a domandarsi se davvero il progresso porti a delle conseguenze positive o se, come sostenevano Leopardi e Lucrezio, il “progresso sia un vero regresso”, in quanto elimina anche quella visione ingenua che l’uomo primitivo aveva del suo mondo. Tuttavia, secondo l’autore “I beni immateriali sono trasversali a qualunque politica. Rappresentano la vera ricchezza di una società, perché sono i motori del cambiamento e consentono di creare in continuazione risorse e distribuirne i benefici. Peccato che il nostro Paese ha bisogno di beni immateriali: cioè di conoscenza e valori ma il nostro paese si perde in altri labirinti”. E l’unico elemento risolutore di questo scempio popolare è la cultura, alla quale è associato il compito di un acceleratore per la diffusione di nuove idee che possano influenzare l’opinione pubblica. Tuttavia, la visione “pessimistica” di Piero Angela sembra convergere, così come per il “pessimismo storico e cosmico” di Leopardi che si rivolve nell’utopia della “Ginestra”, verso una sorta di ottimismo; infatti, l’autore conclude dicendo “O non è mai troppo tardi?”.

      Berrone Elisabetta Liceo Classico E Linguistico " V. Gioberti " ( Torino, Piemonte )

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“Dieci cose che ho imparato”, libro pubblicato postumo nell’ottobre del 2022, è il lascito morale del suo autore, Piero Angela: una sorta di testamento in cui, facendo leva sulla complessità della situazione attuale, analizza dieci aree critiche su cui occorre agire per il progresso del Paese. Nel libro Piero Angela si propone infatti di esplorare il legame intrinseco tra lo sviluppo dell'umanità, l'energia, la tecnologia e i cambiamenti sociali avvenuti nel corso dei decenni, trattando temi di estrema attualità che toccano il lettore spingendolo a prendere una maggiore consapevolezza riguardo a diversi aspetti che hanno caratterizzato e caratterizzano il nostro paese sia dal punto di vista scientifico che sociale. Grazie allo stile semplice, molto vicino al parlato del suo autore, il libro riesce ad essere coinvolgente e diretto senza mai risultare tedioso. Attraverso un'analisi attenta e approfondita, l'autore conduce il lettore in un viaggio che abbraccia diversi temi chiave, organizzati nelle (ben più di) dieci cose che ha imparato: un viaggio breve ma carico di messaggi, proposte, critiche e riflessioni, caratteristiche di uno stile immortale.

Piero Angela inizia il viaggio evidenziando il rapporto diretto tra lo sviluppo dell’uomo e l’evoluzione della tecnologia, mediante l’analisi dei rapporti di causa ed effetto tra i due; riflette sull’evoluzione della società e sul progresso nei campi dell’analfabetismo di massa e degli altissimi tassi di mortalità infantile nel XIX secolo, il tutto attraverso un costante e rigoroso utilizzo di dati, che lo accompagneranno per tutta la narrazione, fornendo un continuo supporto, spesso capace di sorprendere. L’autore analizza dunque il rapido cambiamento che in sole due generazioni ci ha condotti da un analfabetismo diffuso all’era dell’intelligenza artificiale.

Un aspetto particolarmente caro a Piero Angela risulta essere l'importanza  dell’educazione e di un solido sistema scolastico. L’autore concentra l’attenzione sull’importanza dell’eccellenza, confrontando il sistema scolastico italiano con quello internazionale, sottolineando come l’educazione debba essere supportata, già tra le mura domestiche, da una cultura all’educazione .

Il libro affronta anche il tema della coesistenza delle culture scientifica e letteraria, evidenziano l’importanza di una divulgazione scientifica che prosegua di pari passo con quella letteraria, rifiutando il monopolio di quest’ultima e analizzando i motivi per cui, in particolare nella nostra nazione, la massa predilige in media la seconda alla prima. Coerentemente con questa idea, l’autore rivolge questo libro a quella stessa massa, nell’ottica di scongiurare il ragionamento per il quale la cultura scientifica non appare atta alla fruizione di massa, bensì disponibile solo a coloro che già la conoscono. 

Sempre in tema di divulgazione scientifica, un altro aspetto importante toccato dall’autore è il ruolo dell’informazione, concentrando l’attenzione su scienze e pseudoscienze, e sull’influenza della televisione nella percezione pubblica della scienza e il suo ruolo nel rapporto con essa.

In conclusione, "Dieci cose che ho imparato" offre un'analisi approfondita e accessibile di temi cruciali che plasmano e hanno plasmato il nostro Paese. La prosa coinvolgente e il rigore scientifico rendono questo libro un contributo significativo per chiunque desideri comprendere meglio il nostro passato, presente e futuro.

      Ferrarotti Tommaso Istituto Superiore Lagrangia ( Vercelli, Piemonte )

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Dieci cose che ho imparato, edito da Mondadori nel novembre 2022, è stato l’ultimo lavoro del grande divulgatore Piero Angela, deceduto nel medesimo anno, a 93 anni; con i suoi programmi ha accostato gli Italiani ad argomenti di vario genere quali la biologia, la fisica, la musica, l’economia, la storia.
Il titolo contiene il fine: far conoscere ai lettori quali sono le dieci cose che l’autore ha appreso nel corso della sua vita sempre impegnata, lasciandole loro in eredità, come peraltro spiega il figlio Alberto nella prefazione.
Il tutto attraverso uno stile scorrevole, comprensibile ai più nonostante i tecnicismi, piacevole come il linguaggio utilizzato da Piero Angela nei suoi programmi televisivi come Quark e Super quark.
Tutte le riflessioni, presentate con rigore e dati certi, sono verità che disegnano l’attuale stato di salute della nostra Italia.
Nell’analizzare il rapporto tra politica e ricchezza, emerge che “la politica non produce ricchezza”, ma la distribuisce oppure se ne impossessa. “Brevimiranza” è il neologismo coniato per indicare la politica italiana sempre in cerca di un vantaggio istantaneo di tipo economico o elettorale.
Nel soffermarsi sui “tre grandi motori di crescita”, scienza, tecnologia ed educazione, che hanno migliorato le condizioni sia in ambito lavorativo che in ambito scolastico e sociale, osserva che l’Italia, dati alla mano, vive uno stato di arretratezza rispetto all’Europa.
Non trascura, poi, l’importanza della scuola “perché è dalla scuola che uscirà anche il cervello del Paese”, tuttavia il rendimento scolastico del nostro Paese si trova sotto la media dei Paesi considerati, lamentando che la qualità delle conoscenze e delle competenze sono in caduta libera.
Il rimedio suggerito da P. Angela come quarta cosa imparata è proprio quello di investire sulla scuola che dovrebbe conciliare le discipline scientifiche e quelle umanistiche, mentre l’Italia è maggiormente legata alle seconde.
Nello stesso tempo i mezzi di informazione dovrebbero alimentare “quella cultura della conoscenza” che cerca di decifrare fatti, idee, uomini e “dare moderni strumenti per decifrare il mondo”. L’uomo, da parte sua, dovrebbe utilizzare il proprio cervello in modo creativo; le nuove scienze come la robotica, se utilizzate in modo positivo, possono creare nuovi posti di lavoro.
Un’ altra cosa che Angela ha compreso riguarda l’aspetto demografico. In Italia il tasso di natalità è il più basso nel mondo, insieme al Giappone, ma l’equilibrio demografico serve per salvare l’economia e la qualità della vita. Una seria politica di immigrazione può salvare.
La conclusione giunge come suggerimento per i posteri: “Il nostro Paese ha bisogno di beni non materiali, cioè di conoscenza e di valori. Cose più difficili da ottenere che petrolio, corazzate o stazioni spaziali”. Tale obiettivo non ha un colore politico, perché è la ricchezza di ogni tipo di società. Purtroppo amara è la chiusura: “Peccato che il nostro Paese navighi e si perda in altri labirinti. O non è mai troppo tardi?”.
Facile dunque convincersi che la lettura di Dieci cose che ho imparato è utile per tutti, ma può certamente essere un valido strumento per chi opera e per chi ha intenzione di impegnarsi in ambito anche politico, poiché può essere considerato un programma di governo con annesse soluzioni ai problemi politici, economici, sociali e culturali.

      Lanfranco Sofia Liceo Classico E Linguistico " V. Gioberti " ( Torino, Piemonte )

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"Dieci Cose Che Ho Imparato: Un Viaggio Profondo nella Conoscenza e nell'Autenticità"
"Dieci Cose Che Ho Imparato" di Piero Angela si presenta come un'opera straordinaria che offre ai lettori un viaggio profondo e significativo nell'anima umano. Attraverso il racconto di dieci lezioni, l'autore approfondisce temi universali, dando al pubblico un punto di vista autentico e ispiratore sulla vita.
La struttura elegante del libro sollecita il lettore a esplorare le diverse sfaccettature dell'esistenza. Ogni capitolo del libro si concentra su una lezione specifica che spazia dalla resilienza alla crescita individuale. Questa disposizione fornisce una guida chiara attraverso le complesso disegno dell'esperienza umana, permettendo al lettore di interessarsi alle profondità della ponderazione e dell’analisi di sé.
Ciò che caratterizza davvero questo libro è la facoltà dell'autore di convertire le esperienze personali in insegnamenti universali. Le storie esposte sono permeate di sentimenti autentici e dettagli vividi, creando un legame empatico con chi legge. L'autenticità dell'autore echeggia in ogni pagina, realizzando un'esperienza di lettura che va al di là delle singole parole, toccando la parte più sincera di chiunque lo legga.
La scrittura è un capolavoro in sé. Coinvolgente e poetica, ogni parola è scelta con riguardo per trasmettere con precisione emozioni e concetti complessi. L'autore ha dato prova di una padronanza del linguaggio che rende ogni pagina in un'opera d'arte, invogliando il lettore a meditare sulla propria esistenza e a scoprire le lezioni nascoste nelle piccole sfide quotidiane.
"Dieci Cose Che Ho Imparato" non è solamente un libro da leggere, ma un compagno di viaggio che affianca il lettore attraverso le varie fasi della vita, alte o basse che siano. La sua capacità di suscitare empatia e di stimolare una riflessione continua sul nostro posto nel mondo lo rende un'opera destinata a lasciare un'impronta duratura nell’animo e nel cuore di chiunque lo legga.
In conclusione, non posso fare altro che raccomandare vivamente "Dieci Cose Che Ho Imparato" a chiunque cerchi sapienza, ispirazione e una cognizione più profonda, ma anche intensa, della vita. È un capolavoro che nutre l'anima e tenta continuamente alla crescita personale, rimanendo una fonte di ispirazione duratura. Questo libro è un viaggio che vale la pena intraprendere, un'esperienza unica.

      Maucione Tommaso Amedeo Avogadro ( Torino, Piemonte )

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Recensione di “10 cose che ho imparato” di P. Angela
Recensirò il volume del giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela “10 cose che ho imparato” (Milano, Mondadori, 2022, 155 pp.).
Essenzialmente il libro è un flusso di pensieri, osservazioni e informazioni guidate da un discorso dalla logica semplice ed accessibile a tutti di una delle figure più influenti degli ultimi decenni per quanto riguarda la divulgazione scientifica.
Il volume si compone di 10 capitoli, nei quali Angela affronta temi svariati e di grande importanza: dalla distribuzione della ricchezza all’interno della società all’emotività, dal sistema scolastico italiano ai problemi legati all’ambiente, dalle nuove tecnologie al ruolo della televisione nella nostra società.
Sebbene questi argomenti possano sembrare in qualche modo “lontani” l’uno dall’altro, Angela riesce a legarli tramite un grande filo conduttore che è quello dell’attualità: ogni tema viene analizzato a partire da ciò che ha rappresentato in passato in modo da poterlo analizzare al meglio in un'ottica contemporanea e da poterlo poi proiettare nel futuro.
Proprio il futuro è uno dei pilastri della narrazione: ogni cosa ha una sua ricaduta futura, e questo rende libero Angela di realizzare previsioni o considerazioni personali e soggettive.
Il “timbro scientifico” è una costante in questo libro: ogni singolo argomento viene analizzato/trattato con una visione logica e precisa, che rende inequivocabili alcuni ragionamenti mentre assolutamente condivisibili altri.
Ho trovato estremamente coinvolgente l’osservazione di Angela sull’”esclusione” delle materie scientifiche dal concetto di cultura: secondo l’autore appunto, in Italia, con “cultura” si intende indicare le conoscenze nel campo umanistico, quali filosofia, letteratura, arte o musica, quando bisognerebbe includere in questo elenco anche scienza e tecnologia, che invece vengono spesso ignorate .
Leggendo in particolare il paragrafo “Le due culture” (pp. 44-46, capitolo 2) ho fatto caso a quanto effettivamente le scienze e la tecnologia siano stati importanti per lo sviluppo e la crescita della nostra società e del nostro pensiero.
Uno degli argomenti che Angela menziona più spesso e che ricorre in vari capitoli è proprio quello dell’innovazione tecnologica e del miglioramento generale (economico soprattutto) che deriverebbe da una maggiore valorizzazione delle nuove idee e dei lavoratori.
Secondo l’autore, infatti se si riuscisse a comprendere che la tecnologia è in grado di rendere più semplici moltissime mansioni sicuramente si avrebbe un maggior riguardo negli studi e nell’approccio delle aziende.
In particolare, nel paragrafo “Produttività, creatività, efficienza” (pp.41-43, capitolo 2),
Angela ci fa notare come lo studio e il conseguente miglioramento di alcuni mezzi di produzione permette rese più alte con meno consumi.
Io credo però che l’aumento dell’efficienza non sia per forza causa di un reale miglioramento sociale, poiché è vero che i lavoratori nei vari campi sono agevolati, ma molti si trovano invece “rimpiazzati” dalle macchine e costretti a trovare un nuovo lavoro, che al giorno d’oggi non è così scontato.
In conclusione, credo che questo libro sia estremamente illuminante e che riesca a far riflettere su argomenti importanti in una maniera molto lucida e interessante.
Ho trovato la lettura leggera e scorrevole nonostante richiedesse spesso un'analisi accurata del testo in modo da riflettere al meglio sui temi proposti.

      Morone Francesca Liceo Scientifico Leonardo Cocito ( Alba, Piemonte )

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Recensione del saggio “Dieci cose che ho imparato” di Piero Angela
“Dieci cose che ho imparato” è un libro pubblicato nel 2021 e edito da Mondadori. L’autore è Piero Angela, divulgatore scientifico, giornalista e conduttore televisivo italiano, che acquisì la celebrità grazie a programmi da lui diretti e ideati che hanno contribuito alla diffusione della conoscenza scientifica in Italia attraverso i mass media. Angela è deceduto nel 2022 e questo volume ne è l’ultima pubblicazione, un ulteriore dono di conoscenza fornito al grande pubblico.
L’opera è un saggio, ovvero uno scritto in cui l’autore tratta in modo specifico e approfondito precisi argomenti, sviscerandone le criticità, i punti di forza e presentando le proprie idee al riguardo.
Il libro non si sviluppa attorno ad un unico tema centrale, ma prende in considerazione dieci diverse tematiche, proprio le dieci cose che Angela, nel titolo, dice di aver imparato e che considera particolarmente rilevanti nella società odierna, quali l’educazione, l’evoluzione umana, l’influenza dell’uomo sull’ambiente, la natura della ricchezza, la ricerca e la medicina, indagandone i vari aspetti.
Nei dieci capitoli in cui è suddiviso il volume l’autore espone, ad uno ad uno, questi argomenti, offrendo una panoramica sui diversi ambiti trattati. Egli si concentra soprattutto sull’importanza della scienza nel mondo attuale e, in particolare, nella società italiana, insistendo sulla necessità della divulgazione presso le masse.
“Dieci cose che ho imparato” è sicuramente un libro molto interessante, che consente di riflettere riguardo a temi importanti e focali oggigiorno.
Le opinioni di Angela sono pienamente condivisibili, esposte con chiarezza e precisione, e permettono al libro di adattarsi ad un pubblico molto vasto; per tale motivo, questo saggio è fortemente consigliabile a tutti, grazie appunto al modo in cui, con grande abilità, egli ha saputo rendere comprensibili, apprezzabili e appassionanti anche temi molto complessi; uno degli obiettivi principali dell’autore, infatti, era proprio quello di raggiungere molte persone, per incoraggiare il loro desiderio di conoscenza.

      Olivetta Alessandro Istituto Superiore Lagrangia ( Vercelli, Piemonte )

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“La cultura è ciò che rimane dopo che si è dimenticato tutto ciò che si è imparato”: questo libro è un lascito morale con il quale Piero Angela riflette sulle cause della “perdita di luce” del nostro paese e propone vie alternative per uscire dagli “altri labirinti” in cui l’Italia si è persa, perché, come chiosa alla conclusione del libro, forse “non è mai troppo tardi”. La causa principale di questa condizione è il deficit di investimenti negli acceleratori dello sviluppo: educazione, conoscenza, competenza, innovazione e capacità progettuale. L’Italia, che non ha materie prime e fonti energetiche, deve basare la sua capacità di fare ricchezza sulla trasformazione e sulla innovazione per non rimanere indietro in un mondo che procede a passo spedito. La nostra tradizione umanistica, seppure “ricca e preziosa”, non può guidare il nostro tempo se non si integra con una nuova visione della realtà che deriva da ciò che oggi la scienza e la tecnologia mettono a disposizione per rappresentare la complessità del sistema. Esse cominciano, attualmente, a rispondere agli interrogativi filosofici che l’uomo si pone ma continuano ad essere viste come materie tecniche. “Il grande tempio della Cultura” non ne ha compreso il ruolo propulsivo nell’evoluzione della società. La scienza, la tecnologia e l’energia hanno aumentato la curva della crescita economica, tanto da passare, “nell’arco di due generazioni, dall’analfabetismo all’intelligenza artificiale” ma l’Italia appare “a luci spente”: il cambiamento è avvenuto in maniera così rapida che, la società italiana, basata su un’idea umanistica di cultura, portata a cambiamenti più lenti e meno improvvisi nel tempo, non ha saputo gestire la transizione in modo adeguato. Altro nodo centrale è il ruolo della politica per le sorti del nostro paese. Il suo compito dovrebbe essere preservare una “macchina della ricchezza” che operi al meglio. Nel nostro paese il decisore politico non si occupa di fare in modo che gli acceleratori dello sviluppo favoriscano la produzione di ricchezza: questa è la “brevimiranza”, in cui la gratificazione a breve termine viene preferita a quella a medio-lungo termine che favorisce gli investimenti nell’innovazione, nella conoscenza, nella progettazione. Questa visione a corto raggio e la predominanza della cultura umanistica creano la situazione di arretratezza culturale tecnico-scientifica in cui si trova oggi il nostro paese. La stessa cultura potrebbe però, diventare un forte acceleratore per “diffondere consapevolezze, elaborando idee nuove e influenzando l’informazione, l’opinione pubblica, la politica” se comprendesse anche la scienza e la tecnologia. L’incertezza del futuro che ci attende è paragonato a una partita a scacchi: un buon giocatore sa che non deve lasciarsi tentare da un vantaggio immediato ma impostare le mosse per vincere in prospettiva, disponendo i suoi pezzi nel modo migliore. Al singolo sta la scelta: dirigersi con miopia e brevimiranza verso un futuro stentato oppure, con intelligenza e lungimiranza, verso un futuro migliore, leggendo, documentandosi e pensando molto, integrando i saperi umanistici e tecnico-scientifici, per conoscere e lasciarsi incuriosire dal nuovo che anche la scienza porta nel tempio della Cultura.

      Pianzola Gloria Liceo " Giorgio Spezia " ( Domodossola, Piemonte )

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‘Dieci cose che ho imparato’ è stato pubblicato da Mondadori, nel 2022, l’anno di morte dell’autore. Infatti è l’ultima sua opera di divulgazione della cultura scientifica.
Piero Angela è stato giornalista, autore di programmi televisivi e un notevole appassionato di materie scientifiche, economiche e sociali. Nasce il 22 dicembre 1928 a Torino.
Nel corso della sua vita ha ricevuto numerosi riconoscimenti: nove lauree honoris causa, il premio Kalinga da parte dell’UNESCO e la medaglia d’oro per la cultura della Repubblica Italiana.

In questo libro Piero Angela redige una somma di tutte le esperienze vissute soffermandosi su temi fondamentali, ancora non superati dalla nostra societa’.
Integra l’uso di nozioni con la presentazione dei dati con tabelle che riescono a mostrare con maggior efficienza l’argomento in questione.
Si rivolge ad un ampio pubblico, usando un lessico scorrevole e chiaro, ma allo stesso tempo tecnico, con termini efficaci per l’apprendimento.
Esprime un proprio parere, accompagnato da una lunga riflessione che tende a sottolineare quanto in una societa’,le azioni del passato, abbiano un’ importante ricaduta sul futuro.

Il cambiamento climatico ne è una conseguenza importante e fortemente dibattuta al giorno d’oggi. Angela si sofferma sul ‘dovere’ che abbiamo di ridurre i consumi delle risorse e utilizzare energie piu’ pulite. Spiega ai lettori che la Terra, il mare e gli oceani vanno preservati e protetti perché sono le nostre principali fonti di vita. Elenca inoltre una serie di azioni che la societa’ fronteggiare per agire contro il surriscaldamento globale.

Un altro tema trattato dall’autore è la scuola. Essa è un passaggio fondamentale per la vita di ogni giovane. L’Italia pero’ è sotto la media dell’OCSE per quanto riguarda l’apprendimento di materie scientifiche e umanistiche. Piero Angela evidenzia la gravita’ del poco interesse da parte della societa’ e della cultura, nell’affrontare il problema della scuola, cercando di risollevarne il livelllo. Importante è anche lo stimolo e il valore dell’educazione dato agli studenti dalle proprie famiglie.

Pone al centro la sostanziale differenza tra scienza (che si basa sulla conoscenza e sulla scoperta) e tecnologia (che inventa). La tecnologia è diventata uno strumento fondamentale, la protagonista dello sviluppo culturale di un paese.
Bisogna pero’ fare attenzione a non superare il limite che essa pone. Infatti se usata in modo eccessivo e inopportuno, puo’ portare a gravi insidie: l’uso della tecnologia sostituisce la manodopera di persone e come conseguenza porta a un innalzamento del numero di disoccupati.

Piero Angela in questo libro cerca di rendere partecipe il lettore, informandolo della realta’,e delle diverse forme di sapere che aiutano a comprendere il passato, per valorizzare il presente e preservare il futuro.
Trae un’importante conclusione racchiusa in una frase :’’O non è mai troppo tardi?’’, intendendo dire con ironia che la societa’ nella quale viviamo tende a procrastinare l’agire per contrastare i problemi che si presentano, vedendoli come lontani alla nostra realta’, ma che purtroppo sono dannosi non solo su di noi, ma soprattutto sulle generazioni future.

“Il peggior nemico della cultura è la noia, la mancanza di chiarezza, o l'assenza di creatività.”
Piero Angela

      Smedile Margherita Liceo Classico E Linguistico " V. Gioberti " ( Torino, Piemonte )

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Dopo la prefazione del testo “Dieci cose che ho imparato”, realizzata dal figlio dell’autore, ovvero Alberto Angela, il lettore si trova di fronte a un susseguirsi di dieci capitoli. Ognuno di essi tratta un argomento diverso, spaziando dal tema politico a quello riguardante la scienza e la tecnologia, passando attraverso il sistema scolastico, l’argomento dell’ecosostenibilità, e quello psicologico, per poi concludere con la demografia. Il presupposto da cui l’autore parte per la stesura del libro è: Come mai l’Italia, paese ricco di risorse intellettive e di ingegnosità, che ha alle spalle secoli di storia e civiltà, si trova in un momento di stallo e di difficoltà. Da questa domanda Piero Angela cerca di dare risposte, anche non univoche, e propone una serie di possibili soluzioni, parlando della necessità di utilizzare al meglio quelli che chiama gli “acceleratori dello sviluppo”. Tra essi i più importanti sono certamente la scienza e la tecnologia, su cui l’autore si sofferma, volendo dimostrare che essi sono i metodi più appropriati da utilizzare in ogni campo, e quelli su cui l’uomo dovrebbe investire maggiormente.
Nella stesura del testo, Angela utilizza un linguaggio semplice, costituito da periodi brevi, in quanto si tratta di un lavoro rivolto a far capire al lettore l’importanza di mettere in pratica i consigli suggeriti da egli stesso, sulla base della propria esperienza e approfondimenti. Nonostante talvolta venga utilizzato un lessico tecnico, l’autore riesce sempre a chiarire i concetti che vuole esporre, anche con l’utilizzo di esempi e figure retoriche, soprattutto metafore. Un esempio è quello delle “tigri asiatiche”, metafora utilizzata per indicare il metodo di studio e di educazione dei giovani provenienti da paesi orientali. Inoltre, l'autore ricorda spesso suoi lavori precedenti, in particolare quelli in collaborazione con Lorenzo Pinna, come viene accennato nel decimo capitolo dedicato alla demografia. Proprio per questo l’opera si presenta soprattutto come una biografia, in cui, come ci viene suggerito dal titolo, lo scrittore ci espone quello che ha imparato durante la sua vita ricca di esperienze. Angela usa spesso porre delle domande al lettore, servendosi di virgolette e punti interrogativi, al fine di mantenere l’attenzione del lettore sul suo discorso.
Personalmente, ho trovato la lettura del libro molto interessante, in quanto vengono affrontati temi diversi tra loro, ma tutti attuali. Il capitolo che mi ha colpito maggiormente è quello riguardante la scuola perchè, essendo io una studentessa, mi sento particolarmente presa in causa. Ho apprezzato il fatto che l’autore abbia menzionato Maria Montessori e il suo metodo di insegnamento, che risulta essere ancora oggi valido. Egli suggerisce di non accontentarsi della consuetudine, bensì di puntare sulle proprie qualità e capacità, usando un forte spirito di iniziativa. Concordo pienamente con la tesi di Piero Angela di puntare sempre all’eccellenza. Anche il capitolo che tratta di informazione e televisione mi ha tenuta con gli occhi fissi sul libro, perché mi ha fatto comprendere come sia facile attrarre il pubblico medio con programmi che puntano a fare audience e non a divulgare informazioni culturali. In conclusione, quindi, ritengo questo libro molto valido e attuale, adatto anche ai più giovani e di sicuro lo consiglierei a chiunque abbia voglia di “aprire gli occhi” sulle cause delle problematiche che affliggono l’italia.

      Bruno Barbara Liceo ' Cagnazzi' ( Altamura, Puglia Nord )

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“La nostra tradizione umanistica, così ricca e preziosa, non può più illuminare e guidare il nostro tempo se non si integra con una nuova visione della realtà. Perché tutto sta cambiando, dall’economia all’ambiente, dall’energia alla scuola, dall’informazione alla demografia, all’idea stessa di politica intesa come motore dello sviluppo.”
Il libro di Piero Angela è un’opera postuma che rappresenta un simbolico passaggio di consegne alla prossima generazione di esploratori, ricercatori e appassionati di scienza. Il testo si compone di dieci capitoli, ognuno dei quali affronta un tema specifico, dalla politica alla scuola, dall’informazione al cervello umano, dall’energia alla demografia. Il libro è stato scritto da un uomo che sapeva di avere poco tempo ancora davanti a sé da vivere e proprio per questo aveva l’urgenza di trasmettere un messaggio semplice ma forte: abbiamo bisogno di migliorarci con la cultura e la conoscenza. Piero Angela per tutta la narrazione non si erige allo stato sopraelevato di “mostro divino” della sapienza, ma guida il lettore attraverso le dieci aree dei dieci capitoli che intende consegnare alla collettività per stimolare il senso critico, promuovere la cultura scientifica, incoraggiare l'amore per la conoscenze, sensibilizzare sui temi ambientali e promuovere l'equità e la giustizia sociale. L’autore ci esorta a non essere passivi di fronte alle sfide del nostro tempo, ma a impegnarci per costruire un futuro migliore per tutti. La scienza, la tecnologia e l'educazione sono i tre pilastri su cui si fonda il progresso umano. Piero Angela dimostra che è importante sottolineare che questi tre fattori non sono isolati, ma sono interconnessi e si rafforzano a vicenda. La scienza alimenta la tecnologia, la tecnologia richiede istruzione per essere utilizzata al meglio, e l'istruzione permette di comprendere la scienza e di usarla per il bene comune. “Dieci cose che ho imparato” è un libro concreto, l’autore non si ferma solamente a criticare la realtà circostante, ma offre anche dei consigli per riuscire a risolvere le diverse problematiche. Nel capitolo “La scuola” ,infatti, l’autore preme molto sulla necessità di una riforma scolastica che prenda in considerazione le nuove tecnologie e le nuove esigenze del mondo del lavoro. Le sue proposte per migliorare il sistema scolastico italiano sono concrete e realizzabili, e possono contribuire a far sì che la scuola diventi davvero la chiave del futuro per le nuove generazioni. Esse prevedono l'introduzione di un maggiore insegnamento delle materie scientifiche, l'utilizzo di metodologie didattiche più innovative e la valorizzazione del merito. Questo perché la scuola deve preparare adeguatamente i “nuovi cittadini” alle sfide della vita. Una scuola più moderna, flessibile e orientata al futuro, che sia in grado di stimolare la curiosità degli studenti e di farli appassionare al sapere e non che li faccia sentire soffocati da una mentalità troppo chiusa. Con questo libro Piero Angela ci dona una nuova visione rilanciare l'Italia. Adesso tocca a noi.

      Busto Lidia Liceo " Don Lorenzo Milani " - " Leonardo Da Vinci " ( Acquaviva Delle Fonti, Puglia Nord )

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Scienza, tecnologia, cultura, politica, giornali e televisione: esiste un collegamento tra questi argomenti? Certo, proprio come ha dimostrato Piero Angela, attraverso il libro “Dieci cose che ho imparato”, pubblicato nel 2022. L’autore, noto come divulgatore scientifico e autore di programmi di successo, tra cui “Quark” e “Superquark”, ci conduce in un interessante viaggio attraverso esperienze personali, incontri, curiosità e speranze, presentando con chiarezza e semplicità le sfide che, oggigiorno, l’Italia sta fronteggiando. “Mi chiedo spesso come mai un paese come l’Italia, pieno di intelligenze e di creatività, con una storia straordinaria e unica, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci”: con queste parole Piero Angela inizia il suo saggio, trattando argomenti di grande attualità, tra cui la politica e il suo ruolo nella società, la scuola e l’insegnamento, le notizie e la televisione, l’energia, l’ambiente e la demografia. La narrazione, fluida e coinvolgente, è frutto di professionalità e saggezza, elementi che caratterizzano la carriera dell’autore del libro. Il figlio, Alberto Angela, definisce questo saggio un “diario intimo del suo sapere”; in effetti, il libro è una vera e propria raccolta di riflessioni, utile soprattutto per noi adolescenti. Sono rimasta particolarmente colpita dai capitoli che riguardano la televisione e i giornali, poiché il divulgatore scientifico ci invita a guardare questi due mondi, strettamente collegati, con una prospettiva diversa: ad esempio, facendo riferimento alle fake news e alle pseudoscienze, raccontando anche esperienze personali, tra cui i cinque processi in cui è stato coinvolto. Un altro importante argomento affrontato dall’autore è la cultura italiana, caratterizzata dal predominio di filosofia, poesia, letteratura, arti figurative, musica, teatro, storiografia, sociologia e antropologia, mentre gli ambiti della scienza e della tecnologia sono considerati come aspetti a sé stanti o trascurati o affidati ad un pubblico specialistico. La cultura, invece, è unica e comprende tanto l’ambito umanistico quanto quello scientifico. “Il futuro interessa poco?“: questa è la domanda con cui Piero Angela conclude il suo saggio, inducendo giovani e adulti a riflettere, con “occhio lungimirante”: ad ogni cittadino interessa il proprio futuro, quello dei propri figli e della propria famiglia e ogni cittadino deve sentirsi coinvolto in prima persona per il miglioramento della società. “Ci sono tanti futuri possibili. Dipende da quale si vuole scegliere attraverso i propri comportamenti personali e collettivi”: solo grazie alla piena consapevolezza dei problemi che affliggono il nostro Paese e all’impegno di ognuno di noi, riusciremo a scegliere la giusta strada per il futuro. Consiglio questo libro a tutti, anche ai lettori meno esperti e agli adolescenti.

      Galantucci Ludovica Liceo ' Cagnazzi' ( Altamura, Puglia Nord )

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“Dieci cose che ho imparato” è l’ultima fatica di Piero Angela, straordinario divulgatore scientifico, simbolo della nostra cultura e volto noto della televisione italiana. Pubblicato dopo la sua morte nel 2022, edito dalla Mondadori, il libro raccoglie alcune delle numerose cose che l’autore ha imparato in tanti anni di onorata professione e che ha voluto condividere con i suoi lettori, con il suo pubblico che, per oltre mezzo secolo, lo ha seguito ed apprezzato con infinita gratitudine e riconoscenza. Suo figlio Alberto, che ha scritto una prefazione bellissima e toccante, definisce il libro di suo padre: “un diario intimo del suo sapere” ed io aggiungerei: uno scrigno che custodisce vere e proprie perle di saggezza. E proprio quella sua saggezza, che al tempo stesso era chiarezza e semplicità, lo ha reso famoso e popolare; lo ha avvicinato ad un pubblico variegato, fatto di persone comuni e di gente colta, di bambini e adulti, a cui si è sempre rivolto con garbo e signorilità; quello stesso pubblico che oggi continua ad apprezzarlo attraverso la lettura di questo libro, che è tra i più venduti in Italia. Lo si legge tutto d’un fiato, per la chiarezza e semplicità espositiva; le 156 pagine che lo compongono catturano l’attenzione del lettore su temi importanti come la scuola, la scienza e la tecnologia, l’informazione e televisione, l’emotività, la nostra cultura, il cervello ed altri ancora. Piero Angela, che aveva molto a cuore il nostro Paese, nei dieci capitoli del suo libro mette in evidenza la necessità di dover adottare dei provvedimenti per cercare di risollevare le sorti dell’Italia, partendo da questa domanda: “Com’è possibile che un Paese come l’Italia, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci?”. La risposta la troviamo man mano che leggiamo le pagine del libro, tra le quali serpeggia il suo continuo monito rivolto ad ognuno noi: si può fare di più; si può e si deve fare meglio. Angela richiama l’attenzione sull’importantissimo ruolo assegnato alla scuola: essa prepara e istruisce “il cervello del paese”, ma con profondo rammarico fa una constatazione che mette in evidenza la scarsa preparazione degli studenti di oggi, che saranno la società di domani. Ed ancora, l’autore accende un riflettore sul dovere che la televisione ha non solo di fare informazione ma di arricchire le conoscenze; essa dovrebbe proporre oltre ai programmi di musica, di intrattenimento, di attualità “anche quella cultura della conoscenza che cerca di decifrare i fatti, le idee, gli uomini, e di dare moderni strumenti per capire il mondo”. Nel libro un ruolo importante per risollevare l’Italia e promuoverne il progresso è riconosciuto alla scienza: “Solo la scienza porta ad una conoscenza reale e permette di separare il probabile dall’improbabile, il credibile dalla leggenda, il vero dal falso”. Dalla cultura alla televisione, dall’emotività al cervello, dalla scienza alla tecnologia, tutto può acquisire un ruolo ed uno spessore se solo lo vogliamo. E come asserisce lo stesso Angela:” Il nostro Paese ha bisogno di conoscenza e di valori. Consiglio a tutti la lettura di questo breve ma intenso libro, che è un concentrato di consapevolezza e saggezza; “una cavalcata” sui temi di attualità che riguardano tutti noi ma soprattutto riguardano il nostro futuro.

      Spinelli Barbara Liceo Scientifico Statale " A. Scacchi " ( Bari, Puglia Nord )

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Piero Angela è stato un divulgatore scientifico, giornalista, conduttore televisivo e saggista italiano. Resta noto soprattutto come ideatore e presentatore di trasmissioni di divulgazione in stile anglosassone, con cui ha dato vita a un filone documentaristico della televisione italiana.
In Dieci cose che ho imparato non c’è un tema centrale ma una parola che l’autore tiene sempre a mente quando scrive: progresso. Il progresso nella politica, nel sistema scolastico, nell’interesse della società verso la scienza, nella produzione e utilizzo di energia. Lo scrittore non si limita ad esporre i problemi che ostacolano questo progresso, mettendo in evidenza quelle che sono le falle del nostro sistema -che sia politico o scolastico- ma si sofferma sulle soluzioni non sempre semplici da attuare le quali, però, molto spesso non vengono considerate.
Lo scrittore con questo libro vuole trasmettere qualcosa a tutti e questa sua volontà si esplicita nello stile: lui stesso, a proposito della presenza della scienza e della tecnologia nella società, ritiene fondamentale rendere queste materie interessanti e facili da comprendere a quella maggioranza di persone che non si interessa autonomamente a certe tematiche e che non legge molti libri; a questo scopo, si avvale di un lessico semplice e spiega i termini tecnici, inserisce esempi pratici e grafici così da non risultare mai noioso. L’aspetto più importante è che scompone lui stesso il testo in macro e micro argomenti a tal punto che il lettore deve essere solo disposto ad imparare e riflettere sugli spunti che gli vengono offerti.
Le cose che ho imparato io sono molte più di dieci e ho trovato utile avere Piero Angela come guida in questo percorso di conoscenza: mi ha permesso di considerare nuovi punti di vista e nuovi collegamenti a cui prima non avevo mai pensato: l’emancipazione femminile è stata un sottoprodotto del petrolio!
Personalmente prima di leggere questo libro, non avevo mai considerato quanto poco spazio fosse dato alla scienza e alla tecnologia nelle nostre vite. Ciò che intendo è che condivido il pensiero di Piero Angela nel constatare che i mass media non si interessano di queste materie e che la cultura umanistica è mediamente più diffusa o risulta più facilmente trasmissibile : nel primo caso, se si considerano i programmi televisivi, nessuno pensa di rilassarsi guardando un programma scientifico, piuttosto sceglie quello che richiede meno impegno mentale e che diverte di più; nel secondo caso, si parla di accessibilità della maggioranza alla cultura scientifica: non è favorita dagli scienziati che poco si interfacciano con il mondo comune, né tanto meno dalle agenzie di formazione, quali la scuola, che dovrebbero proporre in modo allettante determinati contenuti. Così concordo su un ulteriore punto: la politica non produce ricchezza ma deve permettere di produrla: bisogna mobilitarsi per dare spazio alle giovani menti e bisogna investire nella scuola affinché ci sia più interesse per le scienze e maggiore partecipazione alla dimensione della ricerca tecnologica, altrimenti non si potrà mai parlare propriamente di progresso e si continuerà ad agire sul breve termine.
Consiglio a tutti di leggere questo libro. La lettura non risulta ostica, contrariamente è accessibile a chiunque voglia saperne e capirne di più su come va l’Italia rispetto a temi come la scuola, la politica, la scienza e la tecnologia, l’informazione.

      Lomartire Flavio Liceo Statale " F. Ribezzo " ( Francavilla Fontana, Puglia Sud )

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"Dieci cose che ho imparato" (Mondadori, 2022), è un libro scritto da Piero Angela in cui l’autore si chiede il motivo per il quale un Paese che è da sempre un punto di riferimento in ambito culturale come l’Italia si trovi in difficoltà, e risponde esponendo il suo pensiero riguardo diverse tematiche, come quella della politica, che distribuisce e non genera ricchezza. In seguito tratta l’importanza della tecnologia e della ricerca scientifica, viste spesso come portatrici di turbamento ma vere fonti di conoscenza. Passa, poi, a considerare il modo in cui l’energia ha trasformato la vita dell’uomo, portandolo da uno stato di analfabetismo, povertà e aspettativa di vita breve alla condizione attuale. L’ autore, inoltre, ritiene che un’istruzione migliore comporti un cambiamento radicale nel mondo del lavoro, rivoluzionato dalla nascita di nuove professioni, ma anche dal punto di vista politico, poiché getta le basi su cui ergere una democrazia. A questo proposito viene aperta una digressione sulla scuola, istituzione che ha il compito di plasmare le menti dei giovani, ma che nel nostro Paese sta ottenendo risultati deludenti da diversi anni. Inoltre, ritiene che la mancata competitività dell’Italia in ambito culturale sia dovuta in parte agli organi di informazione, che quotidianamente ci bombardano di notizie riguardanti argomenti che fanno leva sulle emozioni del pubblico, ma che raramente dedicano il giusto spazio alle novità in ambito tecnologico e scientifico. Quindi, in questa condizione di continuo sviluppo, si ha bisogno di cervelli che siano capaci di pensare al futuro con lungimiranza. Infatti, è palese come le innovazioni tecnologiche siano indirizzate alla creazione di “macchine pensanti” che tra qualche anno potranno sostituire l’uomo nel ricoprire diverse mansioni. Quindi, l’essere umano deve adattarsi abbandonando i posti di lavoro occupati dalle ultime creazioni tecnologiche e ricoprendo quelli generati proprio da esse, con una richiesta sempre crescente di tecnici, ingegneri, specialisti e così via. Tuttavia, non bisogna farsi accecare dalla corsa al progresso, perdendo di vista l’importanza di preservare il nostro pianeta, ricorrendo ad energia più pulita, evitando sprechi di risorse come l’acqua, principale “depuratore” d’aria del nostro pianeta, e prestando attenzione nel conferimento dei rifiuti negli appositi contenitori di raccolta, evitando così di inquinare gli oceani.
Colonna portante del cambiamento e della crescita della nostra nazione devono essere i giovani, il cui numero sta velocemente diminuendo a causa del calo della natalità, sottraendo così menti allo sviluppo dello Stato. Questo libro concorre sicuramente a farci conoscere la reale condizione del nostro Paese e del mondo ed è un chiaro invito a cambiare mentalità, concentrandoci su ciò che ci possa portare ad ottenere uno sviluppo sostenibile e più remunerativo sul lungo periodo, e a non accontentarsi di un vantaggio immediato ma momentaneo.

      Ponzano Edoardo Liceo Scientifico " G. Banzi Bazoli " ( Lecce, Puglia Sud )

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Pochi mesi dopo la morte di Piero Angela, giornalista, scrittore, musicista, divulgatore e autore di programmi televisivi dedicati alla scienza, alla storia, all’economia, avvenuta il 13 agosto 2022, Mondadori ha pubblicato il suo ultimo libro “Dieci cose che ho imparato”.
Come si può intuire dal titolo, il sapere è il fil rouge di un viaggio che, in dieci tappe e in centocinquanta pagine, offre al lettore importanti spunti di riflessione per affrontare le tante sfide che ci attendono, ma soprattutto ci aiuta a rispondere alla domanda con cui l’autore apre il libro: “Com’è possibile che un Paese come l’Italia oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci?". La risposta è da ricercare nei capitoli che, con uno stile fluido e scorrevole, un linguaggio chiaro e semplice, ripercorrono le dieci cose imparate dall’autore in tanti anni di lavoro, incontri, esperienze. Mentre si sfogliano le pagine, sembra di sentire in sottofondo le note dell’Aria sulla Quarta corda di Bach, la celebre sigla di Superquark e di tutte le trasmissioni di Piero Angela, interrotta dalla sua voce elegante, garbata e gentile, che è sempre riuscita ad arrivare al suo pubblico in modo diretto, anche quando parla delle pericolose conseguenze di crisi innescate dalla “brevimiranza”, neologismo che potrebbe oggi, per questo motivo, essere inserito nella Treccani. I suggerimenti per il futuro che l’autore ci consegna in queste pagine hanno il sapore di un testamento e ci spronano ad agire quanto prima per risollevare il nostro Paese nei settori dove si concentra la corsa allo sviluppo: ambiente, energia, scienza, tecnologia, innovazione, capacità progettuale, competenza, flessibilità.
Piero Angela dedica a ogni capitolo un’area tematica, partendo da semplici riflessioni, o da racconti di aneddoti che l’hanno particolarmente colpito, per arrivare a dirci, volta per volta, le “cose che ha imparato”, iniziando con la politica, passando poi per la scuola e la cultura, l’informazione, il cervello umano, l’emotività e ancora l’energia, arrivando sino alla scienza e alla tecnologia. Molto interessante è il capitolo dedicato alla scuola, non solo perché è “la prima cosa a cui si pensa quando si parla di educazione” ma soprattutto “perché è dalla scuola che uscirà anche il cervello del Paese”. In questi capitoli, l’autore illustra uno scenario abbastanza sconfortante, facendo riferimento alla classifica sul rendimento scolastico degli studenti, in cui la Cina è al primo posto e Singapore al secondo in lettura/scrittura, matematica, scienze mentre l’Italia è lontanissima dal podio. Lo scrittore ci dice anche che l’unica cosa da fare per rimediare è quella di investire nella scuola e manifesta il suo particolare interesse nei confronti dei giovani, chiamati a diventare la classe dirigente del Paese. In realtà Piero Angela, nel suo libro, fa molto di più perché oltre a condividere il suo bagaglio di conoscenze, fornisce preziosi consigli, proposte e raccomandazioni per rilanciare l’Italia con una nuova visione, facendo leva sui valori importantissimi del merito, della lealtà e della correttezza, che rappresentano la vera ricchezza di una società.
Qualcuno ha affermato che questo libro dovrebbe essere letto da tutti i cittadini italiani, soprattutto dai giovani che, con i propri comportamenti personali e collettivi, possono scegliere un futuro migliore per noi e per le generazioni che verranno ed io sono d’accordo con questo “qualcuno”.

      Poso Sara Liceo Pietro Siciliani ( Lecce, Puglia Sud )

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Il concetto di cultura spesso evoca un vasto universo di conoscenze, ma frequentemente si identifica, nella sua accezione più alta, con la cultura classica e umanistica. Immergendoci nelle pagine di “Dieci cose che ho imparato” di Piero Angela, scopriamo una dimensione della cultura che va ben oltre le consuete categorie umanistiche, storiche, letterarie o filosofiche. Ci inoltriamo nell’universo della scienza e della tecnologia, spesso trascurato o sminuito anche dai media, relegato ad un angolino intitolato “scienza e tecnica” o ad un programma in seconda serata. Tuttavia, sono proprio queste discipline che hanno fornito risposte ai grandi interrogativi, e che possono aiutarci a comprendere meglio il mondo che ci circonda.

Nel suo ultimo libro Piero Angela utilizza, come ha sempre fatto nella sua lunga e brillante carriera di divulgatore scientifico, un linguaggio semplice e coinvolgente, arricchito talvolta da esempi e grafici, per esaminare e condividere con noi dieci argomenti che lui ritiene fondamentali, quasi a rappresentare per lui il suo testamento e per noi una preziosa eredità.

Attraverso queste pagine, il giornalista analizza la situazione attuale dell’Italia, evidenziando le sfide nei settori dell’educazione, dell’economia e della vivibilità del paese. Tuttavia, non si limita a mostrarci i problemi. In ciascuno dei dieci capitoli Angela analizza con la lucidità di sempre, un campo in cui ritiene si debba agire per risollevare le sorti del nostro Paese: ambiente, energia, scuola, televisione (ebbene sì, anche la televisione secondo Angela è responsabile di dedicare poco spazio e di scarsa qualità a programmi di divulgazione scientifica che invece potrebbero fare la differenza). E, al termine della sua analisi, ci lascia la sua ricetta: la sfida può essere vinta solo investendo nella continua ricerca in ambito scientifico, che si ripercuote poi in campo tecnologico, a cura di un collettivo di menti illuminate.

Guardando attorno a noi, ci rendiamo conto che la nostra realtà quotidiana è stata plasmata da un’infinità di menti che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia attraverso invenzioni straordinarie e come, la qualità stessa della nostra vita, sia ogni giorno migliore grazie alle scoperte scientifiche nei campi più svariati. Immaginiamo cosa potrebbe accadere se una “rete di cervelli” fosse incaricata di risolvere le più impegnative sfide che l’umanità deve affrontare oggi.

Il libro suggerisce che l’educazione e la cultura non possano più concentrarsi, come sempre è stato nel nostro Paese, alla sfera umanistica, ma debbano abbracciare con maggiore entusiasmo e convinzione la scienza e l’innovazione tecnologica. Pur consapevoli che alcune sfide, come il declino demografico in Italia, possono non avere soluzione immediata, Angela ci incoraggia a mantenere fiducia nel futuro collettivo. Come afferma lo stesso autore: “Ci sono tanti futuri possibili […] Sta soltanto a noi dirigerci, con la nostra intelligenza e lungimiranza o con la nostra miopia e brevimiranza, verso un futuro migliore o peggiore per noi e per le generazioni che verranno”.

Consiglio vivamente “Dieci cose che ho imparato” a chiunque perché, grazie al suo linguaggio semplice e diretto, il libro è facilmente accessibile anche a coloro che potrebbero essere meno familiari con la scienza e rappresenta un eccellente spunto di riflessione e, sicuramente, di crescita personale.

      Cabras Mattia Liceo Scientifico Pacinotti ( Cagliari, Sardegna )

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Piero Angela decide di regalarci un piccolo riassunto di ciò che ha appresso negli anni, facendo luce su varie tematiche principalmente legate all’Italia e alle sue difficoltà moderne. Angela sceglie di affrontare le tematiche separando ordinatamente le problematiche in capitoli e paragrafi, dando al lettore un’idea lampante di quale sia l’argomento e di cosa il libro ci stia insegnando. Per rendere ancora più chiaro ciò che Angela descrive in maniera molto eloquente, vengono spesso inseriti dei grafici, utili a rendere più facile l’interpretazione di molti dati. Ciò che egli si riserva di fare sin dall’inizio di questo piccolo viaggio è di procedere pian piano insieme al lettore con ragionamenti a dir poco cristallini ed efficaci nel trasmettere le sue idee. Nel libro non si percepisce fretta, dinamicità, è un libro calmo, come fosse una delicata passeggiata al parco. Ciò che sorprende è la capacità notevole che Angela possiede nel tenere incollato il lettore, che a suo agio nelle sue calme parole segue interessato i saggi ragionamenti. Il libro è un piccolo capolavoro della divulgazione, si parla di argomenti molto attuali e spesso preoccupanti, talvolta persino complessi, che l’autore riesce a rendere semplici come se stesse parlando ad un bambino, ma comunque mantenendo una notevole accuratezza. Un argomento assolutamente centrale è l’Italia, affrontata da vari aspetti, tra cui la tecnologia, la politica, la divulgazione, l’economia e l’ambiente. Durante la lettura si viene a conoscenza di tante piccole grandi realtà che si tende ad ignorare, o ad affidare ad altri, magari più esperti. Queste realtà sono di vitale importanza per un popolo e per la sua stabilità; ed Angela lo sa bene, infatti si mostra propenso a voler istruire gli italiani su ciò che li circonda e fornire loro cognizione di causa sulla situazione del Paese. Le pagine scorrono in maniera naturale, come un flusso di un fiume, non ci si accorge del loro avanzare finché non si guarda l’ora. Piero Angela è un maestro nel suo campo, l’esperienza gli ha insegnato come parlare ad un ascoltatore e come insegnare senza annoiare, egli non ha un tono saccente o superbo, ma saggio, quasi come di un nonno che racconta la storia ad un nipote. Un picco così alto di maestria nella divulgazione e un formato così leggero rendono il libro un dolce consiglio di lettura a chiunque, anche a chi poco interessato alla scienza, perché ciò che esso contiene è attuale e credo sia importante che tutti siano informati sulla realtà in cui vivono.

      Ganadu Chiara Liceo Scientifico E Linguistico Marconi ( Sassari, Sardegna )

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Dieci cose che ho imparato
“Dieci cose che ho imparato” è l’ultimo libro scritto da Piero Angela, pubblicato da Mondadori nel 2022, pochi mesi dopo la sua morte. Qui egli espone in modo critico diversi macroargomenti racchiudendo spesso le principali difficoltà dell’Italia. Il suo obiettivo è quello di condividere con noi lettori la sua sapienza e le sue idee, spesso avanzando proposte risolutive. Nel corso del libro dimostra di avere un sapere enciclopedico poiché spazia con fluidità da argomenti come la politica, la scienza e la tecnologia ad altri come la cultura, il cervello e l’emotività…
Nel libro vengono messi in risalto quelli che l’autore definisce i tre grandi motori di crescita: scienza, tecnologia ed educazione. Durante la lettura si riscopre l’importanza della scienza e della tecnologia all’interno dello sviluppo generale, per arrivare ad una crescita “produttiva e dignitosa”. Dalle sue parole si percepisce riconoscimento al metodo scientifico in quanto ci permette di scoprire cose nuove e necessariamente vere ma lamenta che quest’ultimo non abbia abbastanza rilevanza. Dopodichè viene analizzata l’evoluzione della tecnologia come insieme di invenzioni, date dalla capacità creativa e innovativa dell’Italia. Per quanto riguarda l’educazione, in questi passi è presente una critica alla società, la quale mostra un certo disinteresse nei confronti della scuola, ricordando che è da quest’ultima dalla quale uscirà la mente delle prossime generazioni che si troveranno a capo del paese. Purtroppo le sue parole non dicono o promettono niente di buono, ma non è novità: è ormai da moltissimi anni che si parla di quanto siano tristi i risultati sul rendimento scolastico, in cui l’Italia si piazza in pessimi posti.
Ogni parola di questo libro ci offre una possibilità per arricchirci e imparare ciò che forse neanche la metà di noi sa e saprà mai. Un uomo di grande spessore che ha dedicato parte della sua vita a noi, attraverso programmi informativi e come si può ben capire da questo libro, a trovare nuove modalità per rendere l’Italia e la società più vantaggiosa. Lo scopo del libro è infatti quello di palesare problemi a sua detta semplici quasi banali, di cui la colpa è forse in parte nostra. Sì, in parte. La società non è mai stata perfetta e mai potrà esserlo. In un grande insieme di molteplici persone ci saranno sempre difficoltà di diverso tipo. Troppe idee contrastanti, differenti orientamenti politici, diversi principi e valori, distinti interessi. E’ proprio dal bisogno di ordine e chiarezza che nascono istituzioni più rilevanti come quelle politiche. Il problema nasce dunque quando a creare problemi e caos sono chi prende parte di esse e promette di rappresentarci nel migliore dei modi. Tutto sommato è la società a scegliere da chi essere guidata e la società siamo noi. Quindi sì la colpa del regredire del paese italiano è in parte una mancanza nostra. Non nego che sarebbe interessante vedere uno sviluppo generale all’interno del mio paese, farebbe comodo a noi e sarebbe una vincita per chi ha dato tanto all’Italia o chi nel suo piccolo ha tentato di smuovere qualcosa. Questo libro presenta minuziosamente ciò che è stata, ciò che è e probabilmente prevede ciò che sarà l’Italia prossimamente. Nel corso del libro ci si accorge che non si tratta solo di una descrizione critica in cui vengono contestati i lati sfavorevoli ma di una descrizione veritiera vista da un occhio adeguato.

      Madrau Michele Liceo Scientifico G. Brotzu ( Quartu Sant' Elena, Sardegna )

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“Dieci cose che ho imparato”, pubblicato dalla Mondadori, è l’ultimo libro scritto da Piero Angela, il grande divulgatore scientifico, giornalista e conduttore italiano deceduto nel 2022. Il libro è stato scritto quando l’autore sentiva la morte avvicinarsi e pubblicato postumo, e per questo ha un valore di testamento culturale di un grande uomo illuminato, di straordinaria cultura e intelligenza, che per cinquant’anni ha saputo entrare nelle nostre case in punta di piedi e con signorilità, trasmettendo il suo grande sapere con incredibile umiltà e semplicità.

Il libro si legge con piacere, le sue 144 pagine scorrono velocemente in quanto scritte con incredibile chiarezza, e come solo lui sapeva fare riesce a spiegare concetti difficili e complessi rendendoli accessibili a lettori di qualunque età e livello culturale. In poche pagine riesce a fare una panoramica a tutto tondo e un’analisi lucida della situazione socio-politico ed economica e delle problematiche del nostro paese, partendo da politica, scienza, tecnica, informazione e televisione, scuola, passando per il funzionamento del nostro cervello e arrivando a parlare di ambiente, energia e demografia.

Leggendolo avevo la gradevole sensazione di essere seduto davanti al fuoco, con accanto un nonno che con pazienza e affetto condivideva con me la sua cultura e le sue perle di saggezza, spiegandomi perché l’Italia va a rotoli e mostrandomi la strada per invertire questa tendenza e ripartire.

Piero Angela è un uomo che ha sempre creduto che noi giovani possiamo fare grandi cose per migliorare il mondo e con i suoi libri e programmi divulgativi ha sempre cercato di illuminare le nostre menti. Questo non è un libro per scienziati, politici, economisti e climatologi, questo è un libro scritto proprio per noi giovani, per guidarci verso un futuro migliore. Questo è il grande regalo che ha voluto farci, e vuole trasmetterci un messaggio molto importante: per creare nuova ricchezza dobbiamo avere fame di cultura e conoscenza, abbandonare la brevimiranza che ci impedisce di agire con saggezza pensando non solo al presente ma al nostro futuro, realizzando un connubio tra la cultura classica che per tradizione appartiene al nostro bel paese e la cultura della scienza e della tecnica, i due veri motori di sviluppo dell’era moderna. Solo in questo modo l’Italia potrà riaccendere quella luce che si è spenta e ripartire a vele spiegate verso un futuro migliore.

      Marcia Luca Liceo Scientifico Statale Michelangelo ( Cagliari, Sardegna )

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"Dieci cose che ho imparato" di Piero Angela è un'opera che riesce a catturare l'attenzione dei lettori sin dalle prime pagine. Con la sua innata capacità di comunicare in modo chiaro e coinvolgente, Angela conduce il lettore in un viaggio attraverso le scoperte scientifiche più significative degli ultimi decenni.

Il libro è strutturato in dieci capitoli, ognuno dei quali affronta un argomento diverso, spaziando dalle nuove frontiere della medicina alla fisica quantistica, dalla biotecnologia all'esplorazione spaziale. Ogni capitolo è arricchito da aneddoti, curiosità e spiegazioni dettagliate che permettono al lettore di comprendere appieno la complessità dei temi trattati.

Ciò che rende questa opera così preziosa è la capacità di Angela di tradurre concetti scientifici complessi in un linguaggio accessibile a tutti, senza mai sacrificare la precisione e l'accuratezza. Grazie alla sua esperienza decennale nel campo della divulgazione scientifica, l'autore sa come coinvolgere il lettore, suscitando la sua curiosità e stimolando la sua voglia di apprendere.

Oltre alla chiarezza espositiva, un altro punto di forza del libro è la sua attualità. Angela riesce a trattare argomenti di estrema rilevanza per la società contemporanea, come le sfide ambientali, l'innovazione tecnologica e gli sviluppi nella ricerca medica. In questo modo, il libro non solo informa il lettore sulle più recenti scoperte scientifiche, ma lo invita anche a riflettere sulle implicazioni etiche, sociali ed economiche di tali progressi.

Tuttavia, nonostante la ricchezza di contenuti, alcuni lettori potrebbero trovare il testo troppo denso o tecnico, soprattutto se non hanno una formazione scientifica di base. Inoltre, alcuni argomenti potrebbero risultare già noti ai lettori più esperti, riducendo così il livello di interesse.

In conclusione, "Dieci cose che ho imparato" è un libro imprescindibile per chiunque voglia comprendere meglio il mondo che ci circonda e le sfide scientifiche del futuro. Con la sua scrittura brillante e la sua passione per la conoscenza, Piero Angela conferma il suo ruolo di maestro della divulgazione scientifica, regalandoci un'opera che non solo informa, ma anche ispira e stimola il pensiero critico.

      Ordau Mauro Istituto Tecnico Industriale Michele Giua ( Cagliari, Sardegna )

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Dieci Cose Che Ho Imparato" si erge come un'ultima perla nella corona letteraria
di Piero Angela, il rinomato divulgatore scientifico italiano. Quest'opera, rilasciata
postuma nel 2022, offre una profonda riflessione su dieci aree tematiche che
permeano l'Italia contemporanea. Dalla politica alla scuola, dall'informazione al
cervello umano, dall'energia alla demografia, Angela esplora questioni di
rilevanza cruciale, dimostrando il suo impegno duraturo a promuovere la scienza
e la tecnologia.
Il capitolo dedicato alla televisione si trasforma in una preziosa fonte di saggezza,
dove Angela, con il suo stile chiaro e incisivo, dispensa consigli pratici su come
realizzare programmi di divulgazione scientifica di successo. La sua esperienza
pluriennale alla Rai si riflette in ogni pagina, offrendo un'immersione avvincente
nel dietro le quinte del mondo della divulgazione scientifica.
Lo stile di scrittura, semplice ma eloquente, richiama le radici televisive di Angela,
evocando il ricordo dei suoi celebri programmi come Quark e Superquark. La
chiarezza nel linguaggio, unita alla spiegazione approfondita di termini
specialistici, rende l'opera accessibile a un vasto pubblico, anche a coloro che non
hanno una formazione scientifica.
La fusione di uno stile impersonale in terza persona con la prima persona, che
svela dettagli personali e riflessioni intime di Angela, conferisce al libro un'aura di
autenticità e vicinanza. Questo approccio narrativo rende l'opera non solo un
trattato educativo, ma un viaggio coinvolgente attraverso la mente e l'anima di
uno dei divulgatori scientifici più amati.
Il libro attinge alla vasta conoscenza di Angela, offrendo un quadro approfondito e
stimolante delle sfide che l'Italia affronta oggi. La sezione dedicata alla
demografia, ad esempio, si articola in un'esplorazione avvincente delle dinamiche
della popolazione, intrecciando dati statistici con aneddoti personali per dare vita
a un ritratto vivido.
Il capitolo sull'energia si eleva a un discorso appassionato sulla sostenibilità, con
Angela che traccia le linee guida per un futuro energetico più consapevole e
responsabile. La sua voce autorevole risuona attraverso le pagine, guidando il
lettore attraverso complessi concetti scientifici con una maestria che solo Angela
poteva offrire.
L'opera tocca corde emotive attraverso il racconto delle esperienze personali di
Angela, dall'infanzia ai momenti chiave della sua carriera. Questi aneddoti
aggiungono un tocco intimo al libro, trasformandolo in un viaggio nel tempo che
cattura il lettore e crea un legame empatico con l'autore.
Le illustrazioni sparse nel libro aggiungono un elemento visivo, fornendo una
dimensione tangibile alle idee di Angela. Questi accorgimenti visivi contribuiscono
a rendere il libro non solo un'esperienza intellettuale, ma anche un piacere visivo.
In conclusione, "Dieci Cose Che Ho Imparato" non è solo un libro, ma un
monumento alla passione di Piero Angela per la divulgazione scientifica.

      Perniceni Lisa Liceo Scientifico Lorenzo Mossa ( Olbia, Sardegna )

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“Dieci cose che ho imparato” di Piero Angela è un libro chiaro e comprensibile. È stato scritto, come indicato nella sua descrizione, per simboleggiare una sorta di atto finale della sua vita.
Lui vuole lasciare ai suoi lettori e ascoltatori il culmine di tutti i suoi pensieri, riassunti come dal titolo, in 10 capitoli.
Come è gia noto, Piero Angela è sempre riuscito negli anni a portare per ogni tipo di pubblico, che fosse colto o meno, vecchio o giovane, interessato o disinteressato alle questioni, ogni tipo di argomento. Lo ha sempre fatto in modo accessibile e comprensibile per tutti, senza annoiare o stancare malgrado la talvolta complessità dei temi trattati.
Lui subito si pone una domanda: “Com’è possibile che un paese come l’Italia, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci?”.
Attraverso questo manuale di progresso Piero Angela riesce ad analizzare ogni aspetto che ritiene non vada o abbia delle brutte caratteristiche nel nostro apese. Si concentra molto sulla scuola all’inizio, criticandone la sua arretratezza, rimasta tale a com’era cinquant’anni fa, anzi anche peggiorata. La comprensione del testo è l’oggetto da lui più rimarcato. Gli studenti non riescono a svolgere una comprensione in modo adeguato. Ritorna anche l’importanza delle famiglie in un contesto come quello scolastico e educativo.
La politica e la scienza sono altre questioni molto sottolineate. L’Italia era stata protagonista di una enorme crescita economica dall’anno della sua unità, ma dopo l’inizio del ventunesimo secolo sembra essersi totalmente fermata. Si domanda forse sia colpa della crisi economica.
In ogni capitolo il celebre autore analizza ogni situazione: dalla cultura, alla scienza e tecnologia. Va addirittura a proporre lui stesso talvolta delle vere e proprie soluzioni come fa per esempio nel capitolo “Il ruolo della tv”. Esalta le doti del cervello umano e ricorda che le sfide attuali sono l’ambiente e la tecnologia, poi ci elenca le sue idee a proposito tra cui l’energia rinnovabile e l’agricolutura di precisione.
Insomma, Piero Angela scrive una vera e propria raccolta di saggezza, la visione innovativa e anche critica ricca di suggerimenti e esortazioni a costruire un paese piu equilibrato e maturo. Il tutto avviene con una tale semplicità che coinvolge chiunque legga anche solo le prime pagine a finire il libro.

      Pintore Serena Liceo Scientifico E Linguistico Marconi ( Sassari, Sardegna )

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Recensione di ‘Dieci cose che ho imparato’ di Piero Angela
‘Dieci cose che ho imparato’ è il titolo dell’ultimo libro di Piero Angela, scritto poche settimane prima della sua morte. Si tratta di un saggio divulgativo in cui l’autore racconta dieci delle cose che lui stesso dice di avere imparato in tanti anni di esperienze, di professione, di incontri, di libri letti e scritti, di speranze e di delusioni.
Il libro, pubblicato da Mondadori il 25 ottobre 2022, è suddiviso come suggerisce il titolo, in dieci capitoli in cui Piero Angela condivide con i suoi lettori delle proposte derivate dalla sua lunga esperienza su come risolvere la situazione di crisi in Italia, perché il nostro Paese sembra essere molto in difficoltà al giorno d’oggi.
Piero Angela tratta nei dieci capitoli del suo libro di dieci aree critiche in cui è necessario agire, tra l’educazione, l’economia, la scienza, la televisione e la pubblicità, la produzione delle energie rinnovabili, il calo demografico in Italia, la necessità di fare progressi nella ricerca e la politica.
Piero Angela tratta questi argomenti in modo estremamente semplice e sintetico, in modo che siano facilmente comprensibili a tutti, anche ai lettori più giovani, risultando coinvolgente e chiaro, trasmettendo il suo pensiero efficacemente.
I temi su cui si sofferma maggiormente l’autore sono due: il primo è che la politica non produce ricchezza, ma si occupa della distribuzione della ricchezza che viene prodotta per la maggior parte dalla tecnologia. La seconda tesi che sostiene l’autore è quella che la tecnologia sia fondamentale per il futuro, affermando che la società sia rimasta indietro perché non è stata in grado di svilupparsi tanto velocemente quanto è stato veloce lo sviluppo tecnologico nel mondo, e di conseguenza in Italia l’idea di cultura rimane più incentrata sulla letteratura e sull’arte, non lasciando spazio alla tecnologia.
Il libro ‘Dieci cose che ho imparato’ è quindi una raccolta di idee e progetti frutto di tanto lavoro e saggezza, che possono e devono essere di ispirazione a tutti, soprattutto alle nuove generazioni che saranno i cittadini di domani, per impegnarsi nello sviluppo della nostra società e a fare la loro parte per il futuro del nostro Paese, ricoprendo un ruolo attivo nella società.
In conclusione, con questo libro Piero Angela ci ha lasciato le chiavi per un futuro migliore e lascia a noi il compito di realizzarlo.

      Pintus Angela Convitto Nazionale Canopoleno ( Sassari, Sardegna )

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Il libro “Dieci cose che ho imparato” rappresenta un significativo passaggio di testimone da Piero Angela alla prossima generazione, che potrà trarre ispirazione dal suo metodo di esplorazione e ricerca per migliorare se stessa e la società. Simile a un decalogo moderno, questo testo non impone regole ma apre un dialogo lungo e stimolante. Piero Angela non si presenta come un'autorità inaccessibile, ma piuttosto come una guida paterna, accompagnando il lettore attraverso dieci capitoli che offrono spunti di riflessione per il futuro. Nel libro emerge chiaramente una scrittura calma e limpida che riflette la preoccupazione dell’autore per le sfide emergenti nel futuro. Angela evidenzia l'urgenza delle predizioni negative sul futuro, interrogandosi sul declino dell'Italia nonostante il suo passato glorioso. Si pone domande decisive su come la società stia affrontando і cambiamenti in settori cruciali come economia, ambiente, energia, istruzione, informazione, demografia e politica. Per analizzare tutte le problematiche relative a questi campi, l’autore respinge l'idea di una cultura gerarchizzata e propone un concetto "multiformato" di cultura che abbracci tutte le discipline, non solo quelle scientifiche convenzionali. Egli sostiene che la divulgazione culturale sia fondamentale non solo per coloro con meno preparazione, ma anche per gli individui più istruiti quando affrontano argomenti sconosciuti. Infatti il libro è ispirato dal desiderio di creare un ambiente culturale inclusivo e pratico per tutti, anche per coloro che non sono esperti nel linguaggio tecnico-scientifico. Per rendere accessibile la conoscenza a tutte le fasce sociali, il nostro conduttore scientifico suggerisce proprio la televisione che è un mezzo utile per la divulgazione. L'obiettivo televisivo è essenzialmente quello di sviluppare programmi che coinvolgano e impressionino gli spettatori, suscitando in loro il desiderio di apprendere ulteriormente. La trasmissione tecnologica per Piero Angela è inoltre l’occasione di approfondire il ruolo fondamentale della tecnologia e della scienza nei sistemi sociali democratici funzionanti. Sottolinea che una società tecnologicamente avanzata è in grado di sostenere la democrazia, mentre una società meno sviluppata dal punto di vista tecnologico e scientifico rischia di non poter garantire i presupposti per una democrazia stabile e prospera. Inoltre, la cultura e la formazione totale di un individuo sono essenziali non solo per la sua sopravvivenza, ma anche per la continuità dell'ecosistema naturale. Infatti le conoscenze tecnologiche e scientifiche consentono una migliore gestione delle risorse energetiche e la scoperta di nuove fonti di energia rinnovabile per influenzare positivamente il futuro del pianeta e la sopravvivenza degli ecosistemi. Così il nostro autore conclude un chiaro e puntuale vademecum che più che raccontarci le "dieci cose che ha imparato", ci dà "dieci consigli che dobbiamo imparare NOI". Il quadro è molto limpido, come quasi per magia Angela proprio come ha sempre fatto nei suoi programmi ci trasporta alla risoluzione delle domande in modo più che realistico. Infatti non ci sono inclinazioni catastrofiste, ma non asseconda neanche una sdolcinata speranza di risoluzione totale dei problemi, come spesso questo tipo di pubblicazioni si concludono. In qualsiasi delle casistiche la speranza che questi insegnamenti vengano assimilati dalla nostra generazione è il vero elemento portante del libro.

      Ruggeri Giorgio Liceo Classico Scientifico " Euclide " ( Cagliari, Sardegna )

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“Dieci cose che ho imparato” è un libro scritto dal famoso giornalista, scrittore e stagista Piero Angela, pubblicato postumo nel 2022 presso la casa editrice Mondadori, a cura del figlio Alberto Angela, pochi mesi dopo la scomparsa del padre.
Il volume ha una doppia chiave di lettura: è una sorta di testamento dell’autore, il quale illustra ai lettori, attraverso dieci capitoli a sé stanti ma interconnessi, alcuni tra i più importanti insegnamenti acquisiti in molti anni di lavoro; funge anche da manuale, in quanto mette in evidenza la sua concezione dei problemi che hanno portato l’Italia dall’essere una fucina di importanti progressi in campo economico e sociale, con un primato culturale in Europa, ad una nazione esigua, di importanza secondaria sul panorama internazionale, dando una particolare importanza alla visione del futuro.
Si comincia subito con l’esposizione di un elemento fondamentale nella vita di ogni cittadino italiano: la nostra politica. La tesi dimostra che, al contrario della credenza popolare, essa non produce ricchezza, ma si limita a distribuire quella già esistente. Infatti, nonostante in campagna elettorale sia molto comune promuovere attività e iniziative che genererebbero una tale crescita economica da azzerare i costi iniziali, in realtà tali investimenti non verranno mai ripagati, e andranno ad aumentare il nostro debito pubblico, in una mentalità brevimirante che ieri ha causato i danni che stiamo pagando già oggi, e che, guardando i dati, lascia scoraggiati sul futuro.
Nei capitoli successivi si sposta l’attenzione su un altro grande tema, ovvero tutto ciò che riguarda scienza, tecnologia, cultura e istruzione. Questa volta si fa un un paragone tra l’istruzione degli italiani nel periodo post-unificazione e l’apprendimento attuale. Apparentemente sembra rassicurante osservare quanto l’alfabetizzazione si sia diffusa rapidamente in ogni angolo del Paese, generando la nascita di invenzioni rivoluzionarie, ma anche qua c’è un problema: la velocità dei cambiamenti è stata più rapida della velocità degli adattamenti, causando molti intoppi nello sviluppo della nostra cultura, la quale ancora oggi ha difficoltà a concretizzarsi, in quanto viene divisa tra umanistica e scientifica.
La branca scientifica in particolare fatica a integrarsi più di quella umanistica, poiché risulta incomprensibile per chiunque non abbia conoscenze pregresse, ma non per questo dovrebbe essere considerata inferiore, al contrario le due culture si dovrebbero integrare in una visione d’insieme che le valorizzi entrambe.
Il libro continua con l’esposizione di ulteriori argomenti, dall’emotività al cervello, dall’ambiente alla demografia, che per quanto diversi, portano tutti al seguente quesito che rappresenta il nucleo ma anche l’epilogo del volume: il futuro interessa poco?
Attraverso tutti i racconti e le esperienze si giunge infatti a questa domanda, e la risposta, purtroppo, è probabilmente affermativa, o meglio; le persone si interessano del proprio futuro personale, ma non di quello collettivo, perché risulta imprevedibile e si preferisce investire solo sul presente. Eppure proprio in questo punto di apparente resa, l’autore dice al lettore «O non è mai troppo tardi?» Come se volesse sottolineare che, in conclusione, nonostante tutti i problemi, il futuro non è ancora scritto, e sta a noi fare in modo che esso sia proprio come lo desideriamo.

      Schintu Veronica Liceo Scientifico Statale Michelangelo ( Cagliari, Sardegna )

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“La cultura è ciò che rimane dopo che si è dimenticato tutto ciò che si è imparato”.
Questo passo di Piero Angela, autore del libro“Dieci cose che ho imparato”editto da Mondadori, è la sintesi del suo pensiero dal quale nasce e si sviluppa questa sua ultima fatica letteraria pubblicata postuma.
Piero Angela nasce il 22 dicembre 1928 a Torino.
È stato un divulgatore scientifico, giornalista, conduttore televisivo e saggista. Uomo di notevole cultura, possedeva dodici lauree honoris causa.
Ha condotto programmi televisivi, inchieste, approfondimenti, ha scritto una quarantina di libri e ha ricevuto una medaglia d’oro della cultura italiana.
È morto a Roma, dove viveva, a 93 anni dopo una lunga malattia.
Egli ritiene che la scienza e il sapere siano fondamentali per costruirsi una cultura.
Il libro si articola in dieci capitoli e, nonostante le tematiche impegnative trattate, mantiene sempre un linguaggio semplice. Ogni capitolo racchiude un consiglio che l’autore propone per risollevare l’Italia. Angela ritiene che al di sopra di ogni elemento ci sia la scienza perché “solo la scienza porta ad una conoscenza reale e permette di separare il probabile dall’improbabile, il credibile dalla leggenda, il vero dal falso”.
Egli sostiene che la scienza debba essere coadiuvata dalla tecnologia. I due elementi devono formare un binomio imprescindibile. Per spiegare questo pensiero fa l’esempio del libro e del suo lettore: se non ci fosse tutta una catena che porta al prodotto finito in libreria, ancora oggi i libri si scriverebbero a mano e pochissime persone potrebbero leggerli.
Altra tematica è il rapporto fra la politica e la “macchina della ricchezza” di un paese. L’ Italia non emerge ne’ in produttività, ne’ in finanziamento per la ricerca, ne’ nel fare impresa. Questo perché gli obiettivi, i progetti, i percorsi, ossia tutto ciò che appartiene alla sfera politica, non bastano a farci primeggiare. Abbiamo imprese troppo piccole, frammentate, imprese “zombie” in perdita perenne, la pubblica amministrazione lenta e a volte corrotta e la carenza di figure professionali necessarie.
È importantissima per la formazione culturale dell’individuo, oltre alla scuola che detiene un ruolo primario, la famiglia. Quanto questa riesca a trasmettere allo studente la voglia di apprendere e quanto venga destinato in termini finanziari per la formazione del giovane.
Angela contestualizza la cosa raccontando un aneddoto personale. Uno spazzino si era recato nella sua copisteria di fiducia per far battere a macchina la tesi di laurea del figlio. Lo scrittore si commuove pensando ai sacrifici che quella famiglia deve aver fatto per far raggiungere quell’obiettivo al ragazzo.
La cultura della conoscenza ha due “guardie del corpo” fondamentali nella divulgazione scientifica:la chiarezza del linguaggio e la creatività. In questo libro ho ritrovato entrambe perché la lettura è scorrevole, mai noiosa ed estremamente comprensibile.
Ciò che fa la differenza sono i suoi esempi concreti di vita personale perché è proprio vero che per “dipingere un bel quadro non bastano colori e pennelli ma bisogna saperli usare” e Piero Angela è un pittore perfetto della scienza.

      Sunda Carlotta Liceo Scientifico G. Brotzu ( Quartu Sant' Elena, Sardegna )

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“Dieci cose che ho imparato” è l’ultimo libro del divulgatore scientifico italiano Piero Angela, pubblicato dopo la sua morte, a cura del figlio Alberto Angela. Si rivolge ad un vasto pubblico utilizzando un vocabolario scientifico ma chiaro, con un lessico scorrevole che rende questo libro apprezzabile anche da chi non predilige questo genere di lettura. E’ un insieme di riflessioni sulla società moderna e su ciò che ha appreso durante i suoi anni di attività. Gli argomenti si sviluppano attorno alla domanda “Com’è possibile che un paese come l’Italia, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci?”. La conoscenza è la protagonista di questo libro, viene analizzata la situazione politica, economica, sociale, culturale e scientifica dell’Italia paragonata agli altri paesi del mondo. E’ suddiviso in dieci capitoli organizzati per argomenti all’interno dei quali si cerca la risoluzione a problematiche di diverso tipo. Inizia parlando di politica e di come si confonda quale sia il suo vero scopo, il ruolo della politica non è quello di produrre ricchezza bensì quello di distribuire e gestire la crescita, ovvero utilizzare al meglio le risorse del proprio paese. La politica, viene identificata come un Bancomat dove ognuno cerca di ottenere qualcosa, perciò manca di lungimiranza. Per questo si ha la tendenza ad agire a breve termine cercando soluzioni immediate ma non durature, investendo poco in ciò che aiuta la crescita e lo sviluppo. Si sofferma sul discorso della scienza e dello sviluppo, definendola conoscenza ossia scoperta di ciò che già esiste, a differenza della tecnologia che si occupa di creare cose che prima non esistevano, che possono far del bene ma anche del male. Per questo motivo il metodo della scienza non può recare danni ambientali o di altro tipo, il problema perciò si sposta alla tecnologia. Fa una lunga relazione sul metodo scientifico, usufruendo di una metafora dove lo definisce un “setaccio”, capace di filtrare la validità di una scoperta. Parla anche del ruolo della TV e su come non dovrebbe solo fornire buoni spettacoli di teatro musica o attualità ma anche approfondire “quella cultura della conoscenza che cerca di decifrare i fatti, le idee, gli uomini, e di dare moderni strumenti per capire il mondo”, questo perché in Italia è presente un dislivello, abbastanza rilevante, tra cultura scientifica e cultura umanistica. Negli ultimi argomenti trattati si sofferma sui dati degli indici di natalità in Italia risulta essere tra i più bassi. Afferma che per poter salvare l’economia e la qualità di vita è necessario raggiungere un equilibrio demografico. Il libro si conclude parlando di ciò di cui ha bisogno maggiormente l’Italia “Il nostro paese ha bisogno di beni immateriali, cioè di conoscenza e di valori. Cose più difficili da ottenere che petrolio, corazzate o stazioni spaziali” sono questi beni a rappresentare la vera ricchezza del paese, poiché sono ciò che può portare al cambiamento e allo sviluppo. Ho apprezzato particolarmente questo libro, nonostante non sia uno dei generi che solitamente leggo, per la maniera in cui è strutturato che lo rende particolarmente piacevole, coinvolgente e avvincente, lo consiglierò anche ad altri miei coetanei perché fornisce una consapevolezza della società in cui viviamo necessaria per il futuro.

      Tramaglino Marta Convitto Nazionale Canopoleno ( Sassari, Sardegna )

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“Dieci cose che ho imparato” è un libro scritto dal famosissimo Piero Angela che prima di lasciarci ci ha aiutato ancora una volta a capire e scoprire nuovi argomenti facendoli sembrare sempre più facili di quel che sono e portandoci in un viaggio alla scoperta di ciò che già conosciamo ma che la maggior parte di noi ignora. In ogni riga si vede l’amore per la cultura, la conoscenza e la semplicità di voler aiutare gli altri a imparare sempre di più come se volesse trasmettere un po’ del suo sapere che sicuramente porterebbe a più consapevolezza che i problemi che ci circondano e di cui non ci accorgiamo. Educazione, competenza, innovazione, flessibilità e capacità progettuale sono secondo Piero Angela i veri acceleratori dello sviluppo in un'Italia che ormai sembra abbia perso la sua autonomia e autorità e che saremo noi a dover rialzare con la scienza e la tecnologia che sono state e saranno fondamentali nello sviluppo del nostro Paese e nelle scoperte e i passi avanti che le nostri menti hanno fatto. “Nell'arco di due sole generazioni si è passati dall'analfabetismo di massa all’intelligenza artificiale” scrive Piero Angela, grazie alla scienza che rappresenta la cultura che nel principio, ha inizio proprio dalla scuola, perché sarà da lì che continuerà il futuro del paese; ma di che scuola stiamo parlando?, una scuola in cui non fuoriesce la vera vocazione dei singoli giovani che ormai non pensano più a inventare, scoprire con curiosità o sperimentare, si pensa in modo singolare e non collettivo quindi sta a noi decidere con che dedizione e con che scopo studiare. Sarebbe bello vedere la nuova generazione affamata di cultura e volenterosa di imparare perché poi nella vita la conoscenza è quella che fa crescere sempre di più allenando le nostre menti così da comprendere concetti e trovare soluzioni ai problemi un po’ come la scienza fa con le antiche domande dei filosofi, fornendoci risposte e spiegazioni. Piero Angela ci fa capire che la TV ha un ruolo intermediario tra la cultura e le trasformazioni ma nel campo della scienza e tecnologia non attira spettatori perché interessano le notizie sconcertanti o catastrofiche e non la voglia di imparare e che spesso non avendo conoscenze e ideali saturi, si cade in credenze o esperimenti che non giovano a nostro favore e nel libro come esempio viene citata la diffusione delle pseudo scienze alimentata anche dal web. La tecnologia viene spiegata quasi come un’arma a doppio taglio perché è in parte anche causa di problematiche come la grave perdita di posti di lavoro con il conseguente rischio di disoccupazione ma allo stesso tempo ci può essere di fondamentale aiuto per esempio nella produzione di energia su cui Piero Angela si sofferma attentamente. Si parla inoltre di un problema molto rilevante per il nostro paese: il crollo demografico rappresentato dall'eccesso di denatalità che come conseguenza ha l’aumento dei costi per la sanità poiché la popolazione diventerà sempre di età media superiore. L'illustre Piero Angela conclude questo libro facendoci capire che la ricchezza di una società è definita dall’inventiva, dal sapere e dall’intelligenza che permettono miglioramenti e cambiamenti. Mi sento di consigliare la lettura di questo libro a chiunque sia disposto ad aprire la propria mente e farsi trasportare in un viaggio di realtà e sapienza.

      Baroni Giulia Convitto Nazionale “cicognini” Di Prato ( Prato, Toscana )

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Se fossi stata maturanda nel 2023, avrei sicuramente scelto la traccia di Piero Angela. Le coincidenze della vita: partecipo ad un Premio dove tra 5 libri che posso scegliere c’è anche il suo. Perché ho scelto Piero Angela?
Conosco l’Autore, per recensire, parlare e motivare è fondamentale ”la conoscenza” del soggetto. Per il suo modo di scrivere e comunicare, per il titolo, l’argomento trattato, perché l’ha definito un diario intimo “la sua ultima fatica”. Partiamo dal titolo. Non è un caso, secondo me, che abbia scelto il numero 10: secondo Pitagora è considerato il numero perfetto; nella religione è il numero dei comandamenti, nella scuola rappresenta la massima valutazione, per Dante la fine di un importante ciclo che porterà un cambio. Forse già dal titolo voleva insegnare qualcosa ed incuriosire. Si parte da una domanda fondamentale: come l’Italia sia irriconoscibile, come l’eccellenza italiana abbia col tempo perso il proprio primato. Non siamo riusciti a stare al passo con i cambiamenti e questo è successo in tutti i campi.
Non abbiamo investito. I settori primario, secondario e terziario che forniscono l’identità di un paese, il suo stadio di sviluppo nell’economia ci fanno capire com'è cambiato il mondo del lavoro in Italia. La crescita dei servizi (impiegati, commercianti..) a scapito di tutto il resto. E la politica non ha aiutato. Lei è alla base della criticità di questo paese, è lei che opera le scelte economiche e sociali di un paese. Decide le priorità, gli investimenti emana leggi.
Siamo un paese dove la priorità è la ricchezza immediata, non il lungo termine. Dove chi può preferisce investire in squadre di calcio o finanziarie e non ad esempio nell’istruzione. Parte della società e della cultura non è minimamente interessata ad alzare il livello delle scuole. Io che ne faccio parte, vivo quotidianamente questo disagio. Mancanza di fondi, cambio di professori (precari), mancanza di borse di studio e poi alla base anche programmi obsoleti sia a livello di contenuti che a livello di insegnamento. La scuola ormai dovrebbe insegnare fin dalla prima età un metodo di studio differente, diffondere una mentalità scientifica che porti alla capacità di risolvere i problemi. Se fin da piccoli fossimo indottrinati a ragionare in questo modo, da grandi, in tutti i campi saremmo portati ad affrontare i problemi e anche i successi con il fine di risolverli. Questo vale a livello individuale ma soprattutto a livello sociale.
La mia valutazione complessiva del libro è 10. Per concludere, posso aggiungere le mie speranze che hanno trovato riscontro anche nelle persone con cui mi sono confrontata. Per farlo ho pensato di condividere una pagina del mio diario.
Caro diario,
ho terminato il libro. Ancora una volta, il Sig. Piero Angela mi ha arricchita. Conosco il perché delle cose e di conseguenza sono consapevole di quello che posso fare, del futuro che voglio, e di come devono cambiare le cose. La cosa più bella è che ci sono arrivata attraverso un diario.
Come sarebbe stato averlo come professore? Quando devo studiare alcune materie che non mi piacciono e che non mi appassionano penso: ”se me l’avesse insegnata Piero Angela?”.
Avrei divorato testi scolastici, spinta dalla curiosità di scoprire ed imparare. Lui, in classe si sarebbe seduto “accanto a noi e avrebbe spinto la mia mente e quella dei miei compagni, verso universi lontani e irraggiungibili grazie al suo modo scientifico e stimolante di vedere ogni cosa”.

      Cheli Giovanni Iis Piccolomini ( Siena, Toscana )

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Chi di noi non riconoscerebbe, udendola anche solo di sfuggita, la celebre sigla di "Superquark"? Chi, passando da un canale all’altro, non si è mai fermato ad ascoltare quella voce così pacata, chiara e accogliente? Piero Angela non è stato semplicemente un grande giornalista, scrittore e divulgatore: egli ha rappresentato per tre generazioni di italiani un punto di riferimento culturale e umano, il punto di contatto fra milioni di persone comuni e una cultura che, con l’avanzare del progresso, diventava, e diventa tutt’oggi, sempre più complessa e settoriale. Non un uomo esperto di qualcosa in particolare, ma un consapevole interprete come pochi della molteplicità della realtà che ci circonda; egli ce ne offre un’ultima dimostrazione in questo libro, "Dieci cose che ho imparato".
Quello che mi ha colpito di più è stato osservare il modo in cui, ad un uomo ormai vicino alla fine della propria vita, stia così a cuore il futuro dell’essere umano e del pianeta, sintomo di un’apertura mentale straordinaria. Perché in effetti è proprio questo ciò di cui parla il libro: futuro. il nostro futuro, il futuro di noi giovani, che costituiamo, come si capisce bene andando avanti con la lettura, i veri destinatari del libro. Angela raccoglie in dieci brevi capitoli riflessioni personali su altrettante tematiche d’attualità: dall’ambiente allo sviluppo demografico, dall’istruzione alla scienza fino all’informazione. In realtà, il risultato complessivo è un testo coeso che ha il compito di offrirci non un quadro completo, ma spunti critici per l’analisi della contemporaneità con lo sguardo puntato verso il futuro, con una particolare attenzione ai problemi e alle potenzialità del nostro Paese. Il problema fondamentale è racchiuso nella profonda connessione esistente fra sviluppo tecnologico e sviluppo culturale: secondo l’autore, infatti, “la velocità dei cambiamenti è stata più rapida di quella degli adattamenti”, l’uomo non è stato in grado di stare al passo con il progresso da lui stesso generato che adesso rischia di sfuggirgli di mano. Manca, infatti, soprattutto in Italia, una “filosofia della tecnologia”, una cultura che sappia render conto dei cambiamenti accelerati a cui abbiamo assistito negli ultimi due secoli, e in particolare, negli ultimi decenni. Angela afferma che sono essenzialmente due i mezzi attraverso i quali si può agire: la scuola, da un lato, che ha il compito di stimolare le nuove generazioni verso l’eccellenza, cercando di assottigliare il muro che per adesso intercorre fra le discipline umanistiche, in Italia tradizionalmente centrali per importanza, e quelle scientifiche, sempre più specifiche e chiuse in un linguaggio incomprensibile; dall’altro lato la televisione costituisce un mezzo di potenziale diffusione della cultura a tutti i livelli. Essa, però, da sola non è sufficiente: “riformare” la cultura significa anche utilizzare strumenti che possano suscitare interesse senza annoiare, insegnarci qualcosa di nuovo nella lingua di tutti i giorni. Con questo libro, Piero Angela scrive le regole della divulgazione scientifica e, al contempo, ce ne fornisce un’applicazione pratica; con un’operazione quasi maieutica, riesce a tirar fuori riflessioni semplici ma profonde, già presenti dentro di noi, ma che necessitano di essere esplicitate e arricchite dalla sua vastissima esperienza.

      Evangelisti Federica Liceo A. Vallisneri ( Lucca, Toscana )

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Uno dei ricordi più belli che ho di mio nonno è di quando da piccola ci sedevamo insieme sul divano a guardare “Superquark”. Mi piaceva molto trascorrere il tempo con lui ascoltando Piero Angela e imparando cose nuove. Crescendo, oltre alla curiosità, ho sviluppato anche la passione per la lettura; per questo motivo, quando ho visto che uno dei libri in gara era "Dieci cose che ho imparato" di Piero Angela, ho colto l’occasione per leggerlo e recensirlo.
In questo libro, il suo ultimo lascito, Piero Angela descrive e analizza la realtà italiana e i suoi problemi: vuole fornire punti di riflessione alle nuove generazioni sia per il presente che per il futuro.
In ogni capitolo affronta un argomento diverso; i temi spaziano: vanno dall’economia alla politica all’ambiente fino alla scuola. In particolare, Angela tiene ad evidenziare l’importanza che la cultura ha nella società, non solo la cultura di tipo umanistico, ma anche quella di tipo scientifico, che oggigiorno viene spesso sottovalutata.
Il libro è di facile lettura: lo stile è molto semplice e piacevole, lineare e scorrevole; infatti, nonostante affronti temi complessi, riesce a dire il suo punto di vista con un periodare e un lessico semplice e di facile comprensione. Da evidenziare è la capacità di Angela di rendere anche le cose più difficili interessanti, cosa particolarmente difficile.
Una caratteristica molto importante dell’autore è che mentre scrive lascia trasparire ciò che prova, la sua voglia che la scienza arrivi a tutti e che sia esaltata nella società. Lascia trasparire anche il fatto di sentirsi coinvolto in prima persona nel voler cambiare la situazione italiana: per questo motivo inserisce esperienze personali e soprattutto cerca di fornire diversi punti di vista e alcune possibili soluzioni ad alcuni problemi, come quello della scuola.
Il libro offre buoni spunti di riflessione molto attuali e interessanti che coinvolgono tutti quanti, anche se a volte può risultare un po’ banale e poco approfondito, talvolta privo di idee particolarmente rivoluzionarie. Nonostante questo, è riuscito a trasmettermi interesse e allo stesso tempo voglia di agire e migliorare la situazione italiana.
Trovo che sia un libro ben fatto e ben strutturato che consiglio a tutti.

      Lenzi Miura Liceo Istituto Arcivescovile Paritario Santa Caterina Di Pisa ( Pisa, Toscana )

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P. Angela, Dieci cose che ho imparato
Piero Angela nel suo libro Dieci cose che ho imparato, esaminando le non poche difficoltà nelle quali si muove l’Italia, soprattutto per un grave ritardo culturale che le impedisce di entrare nella modernità e di essere competitiva, si chiede sfiduciato quale ne sarà il futuro. È sfiduciato perché, nonostante i numerosi campanelli d’allarme che richiederebbero interventi rapidi ed efficaci, non si è tempestivi e non si fa abbastanza, tanto meno da parte della classe politica, che fa grandi promesse solo in campagna elettorale. Quali sono i fattori di maggiore criticità? Per prima cosa Angela ritiene che sia un grande errore, a cominciare dalla scuola, dare eccessivo peso agli studi umanistici, considerati da sempre la cultura con la C maiuscola. È chiaro che sono importanti, ma non possono da soli guidare il nostro tempo, devono essere integrati dalla scienza e dalla tecnologia. Tocca prima di tutto alla scuola invertire la rotta, se vuole ritagliarsi il ruolo fondamentale che le spetta. La scuola italiana, che oggi si colloca al di sotto della media OCSE, deve uscire da questa condizione di mediocrità e per questo bisogna incentivare gli studi scientifici e tecnologici in cui dimostra maggiore vulnerabilità e valorizzare le eccellenze di cui la società ha bisogno per crescere, per diventare più competitiva nella produzione ed essere attrattiva per gli investitori. Invece non si fa abbastanza, ecco perché i cosiddetti cervelli che, a livello individuale si distinguono anche in campo internazionale, alla fine si ritrovano a lavorare all’estero: in Italia le priorità sono altre e il finanziamento per la ricerca è considerato una spesa non un investimento.
Questi ritardi culturali sono determinati anche dall’attuale sistema dell’informazione. Basti pensare ai quotidiani: nelle pagine dedicate alla cultura non si parla che di letteratura, di filosofia, di arte, mentre l’economia, la scienza, la tecnologia sono relegate in sezioni marginali, quasi fossero solo notiziari. Anche la televisione fa la sua parte. Essa, raggiungendo milioni di persone, costituisce di per sé un formidabile aggancio culturale con il proprio tempo. Purtroppo però la preoccupazione dello share impone di trasmettere soprattutto notizie eclatanti che fanno audience come i fatti di sangue e di sesso. Al contrario, le trasmissioni che hanno come argomento l’innovazione e la ricerca, lo sviluppo della capacità produttiva, la conoscenza scientifica, la formazione sono scarse e per lo più confinate a orari impossibili.
Detto questo, si capisce bene che, per assicurare un futuro certo al nostro paese, occorre affrontare sfide non facili e cercare soluzioni che non possono prescindere dallo sviluppo di nuove tecnologie. L’innovazione tecnologica sta avanzando a ritmi incredibilmente veloci in tutti i paesi, investendo in diversi settori della produzione, dall’informatica all’edilizia, dall’abbigliamento alle lavorazioni industriali, riuscendo peraltro a migliorare le tecnologie esistenti, anzi a superarle e a sostituire quelle considerate poco redditizie e obsolete per i tempi.
Per questo è molto importante riconoscere il valore della “ricchezza immateriale”, quella cioè del sapere, dell’ingegno e ancor più della creatività, intesa come capacità di generare idee originali, di guardare alle generazioni future attraverso soluzioni sempre più audaci e all’avanguardia. Riuscirà l’Italia ad avvalersi di tanta intelligenza e lungimiranza?

      Rappuoli Emma I.i.s.s. A. Poliziano ( Montepulciano, Toscana )

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L’Italia ha un grande passato alle spalle, ma se intende mantenere, anche in futuro, il suo posto tra i leader mondiali, dovrà affrontare importanti cambiamenti in nome della scienza, del progresso e della tecnologia: è questo il pensiero alla base del libro Dieci cose che ho imparato di Piero Angela - giornalista, scrittore, ideatore e presentatore di celebri programmi televisivi, come Quark e Superquark - che, dopo una vita intera passata a divulgare al grande pubblico, in maniera semplice e accattivante, tutte le più importanti scoperte, ha deciso di scrivere (poco prima di morire) un libro in cui propone la sua visione per il futuro.
La sua teoria è basata su una semplice constatazione: se è vero che il nostro Paese può vantare una delle più grandi culture umanistiche di tutti i tempi - siamo da sempre un popolo di poeti, letterati, filosofi, pittori e scultori, e anche grazie a questo motivo l’Italia custodisce l’80% del patrimonio artistico mondiale - tuttavia il nostro grande passato non ci permetterà di competere in un contesto internazionale in rapido mutamento e sempre più guidato dalla scienza e dalla tecnologia. L’Italia, se non si allinea rapidamente alle grandi superpotenze - dagli Stati Uniti alla Cina, dalla Francia alla Russia - rischia di rimanere irrimediabilmente indietro.
Così Piero Angela indica, con uno stile chiaro e scorrevole, la sua personale ricetta per la ripartenza, spiegando, in brevi capitoli, le dieci cose sulle quali il nostro Paese dovrebbe puntare. A partire dalla politica, che, secondo Angela, non gode purtroppo di una visione a lungo termine, puntando solo ad una redistribuzione della ricchezza (attraverso tasse, condoni o bonus estemporanei), mentre dovrebbe avere la lungimiranza di investire nella ricerca. Perché proprio la scienza e la tecnologia sono i principali bersagli su cui occorre puntare, soprattutto quest’ultima, che è “la vera protagonista dello sviluppo culturale di un paese”. L’autore elenca nel libro le tante invenzioni che hanno cambiato la società italiana, che per secoli è stata caratterizzata da povertà, disuguaglianza, arretratezza e analfabetismo.
Ma la leva principale su cui investire è la scuola: se è vero che, grazie all’istruzione di massa, è stato possibile superare quelle profonde barriere sociali che un tempo impedivano il passaggio ad una classe superiore, è anche vero che il sistema scolastico italiano necessita di una profonda riforma, dalle elementari fino all’università, dove, a differenza di altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, mancano investimenti da parte di grandi finanziatori privati, che magari preferiscono investire in squadre di calcio piuttosto che in borse di studio per studenti meritevoli.
Al di là del condividere in toto il pensiero del grande giornalista, mi ha molto colpita la sua umiltà nel decidere di esprimere le sue riflessioni personali solo al termine della sua vita, come se tutti gli anni precedenti fossero serviti ad ascoltare e imparare, in silenzio, da chi ne sapeva più di lui. Soprattutto considerato i tempi in cui siamo vivendo, in cui chiunque, grazie ai social media, si sente in diritto di esprimere giudizi su qualsiasi argomento, nonostante ignoranza dilagante e fake news, mi sembra questa la lezione più preziosa e importante che ci ha lasciato Piero Angela.

      Romano Emanuele Iis Galilei-pacinotti ( Pisa, Toscana )

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Il libro “Dieci cose che ho imparato” , scritto da
Piero Angela, è l’ultima opera dell’indimenticabile giornalista, il quale, prossimo al commiato da
questa vita, mette a disposizione dei lettori il suo ultracinquantenario bagaglio di esperienze nei vari
campi del sapere, dispensando suggerimenti per il futuro.
Dopo una commovente prefazione del figlio Alberto, l’autore introduce lo scopo dell’opera
consistente nel cercare di capire il motivo per il quale un Paese come l’Italia, culla di molteplici
civiltà, in epoca moderna abbia cessato di progredire sotto molteplici aspetti.
Le cause di tale arresto sono da ricercare nel fatto che il progresso scientifico e tecnologico non
vengono perseguiti nel modo giusto in quanto percepiti come contrapposti alla cultura umanistica,
non considerando che sono proprio le scoperte scientifiche a dare risposte agli interrogativi dei vari
filosofi. La cultura è unica e globale tanto che, se è vero che la tecnologia deve essere a misura
d’uomo, è innegabile anche che l’uomo debba divenire a misura di tecnologia.
E’ fondamentale che la famiglia stimoli la curiosità e l’intelligenza dei bambini e che al suo interno
si parli anche dei problemi di attualità.
Emblematico in tal senso, anche se probabilmente un po’ eccessivo, è il modello della famiglia
Kennedy dove la madre dei tre fratelli, leggeva e commentava quotidianamente loro le notizie del
“New York Times”.
La scuola, poi, dovrebbe essere la principale dispensatrice di cultura.
E’ stato visto, tuttavia, che il rendimento scolastico medio degli studenti italiani risulta essere
notevolmente al di sotto di quello dei Paesi industrializzati ma anche dei Paesi OCSE.
E’ necessaria, dunque, una sorta di rivoluzione culturale che consenta agli studenti di confrontare le
conoscenze acquisite grazie allo studio delle materie tradizionali con le problematiche di attualità e
le evoluzioni scientifico-tecnologiche.
Sarebbe anche molto utile, al fine di diffondere “vera” cultura, che, nei palinsesti televisivi venisse
dato spazio a programmi e dibattiti che affrontino tematiche scientifiche attuali con linguaggio
chiaro e coinvolgente, capace di raggiungere il grande pubblico.
In tal modo le problematiche della società potrebbero essere comprese sin dalle origini, valutate in
termini di effetti sul futuro, riportate ai valori etici e morali, considerate alla luce delle nuove
scoperte scientifiche e delle innovazioni tecnologiche.
Questione energetica, inquinamento ambientale, cambiamenti climatici, agricoltura sostenibile,
biomasse, fusione nucleare e calo demografico rappresentano alcune delle questioni da analizzare,
comprendere e risolvere in tale ottica.
Si realizzerebbe così quel connubio tanto auspicato dall’autore tra cultura umanistica e progresso
scientifico, indispensabile per chiarire gli interrogativi esistenziali e favorire il progresso in modo
sostenibile ed equo.
Il libro è scritto utilizzando un linguaggio facilmente comprensibile, tanto da risultare accessibile a
varie categorie di lettori, e con toni che definirei paterni.
A me personalmente ha consentito di dare un senso diverso al mio percorso di studi.
E’ proprio grazie alla cultura, difatti, che possono formarsi uomini e donne capaci di superare
l’ottica individualistica e di agire per il bene comune con impegno, competenza e lealtà. Ed è in
quest’ottica che la società progredisce, migliorando la qualità di vita di tutti e salvaguardando il
Pianeta.

      Battisti Lisa Liceo Scientifico " Galileo Galilei " ( Trento, Trentino-alto Adige )

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Leggere questo libro è come sedersi davanti alla tv e guardare un programma di Piero Angela: chi non è mai rimasto incollato al televisore ad ascoltare il noto divulgatore, che con le sue conoscenze e la sua capacità di incuriosire il pubblico faceva sembrare semplice anche un concetto apparentemente complesso e che ci affascinava ogni volta? Ecco, in questo libro ritroviamo tutto quello che è riuscito a trasmetterci con i suoi programmi e riesce a meravigliarci ancora una volta di fronte alla sua passione, professionalità e intelligenza.
L’autore nasce a Torino il 22 dicembre del 1928, è ricordato per i suoi famosi programmi “Quark” e “Superquark” che hanno fatto appassionare al mondo della scienza molti italiani. Angela muore a Roma il 13 agosto 2022 e suo figlio Alberto, ancora oggi, con la stessa passione e amore per la cultura si dedica alla divulgazione televisiva. È proprio lui che con una commovente prefazione ricorda il padre e l’uomo che Piero Angela è stato, raccogliendo in questo libro, pubblicato il 25 ottobre 2022 dalla casa editrice Mondadori, tutti gli scritti ritrovati dopo la sua morte.
Il libro è incentrato su 10 macroargomenti che riguardano sfide a livello globale ma soprattutto il nostro Paese, l’Italia, e per questo ci toccano da vicino. Angela spazia dalla cultura al problema ambientale alla politica alla scuola e infine si concentra anche sulle tecnologie e la scienza, criticando la nostra società e la politica in quanto troppo radicata al pensiero umanista e classico, senza accorgersi che la scienza sta facendo passi da gigante e noi dobbiamo fare i conti con le innovazioni e le tecnologie: ma come fare? Angela non solo ci illustra le problematiche che affliggono il nostro Paese ma ci dà anche delle soluzioni concrete da attuare per far sì che le problematiche vengano risolte: innanzitutto bisogna investire nella scuola, il luogo chiave da dove usciranno i giovani che rappresentano il futuro di un Paese.
Un’altra cosa che influenza la mentalità della popolazione è la televisione, anch’essa improntata su programmi che alimentano questa forma mentis ignara dei progressi in atto grazie a scienza e tecnologia: le trasmissioni a tema scientifico vengono spesso mandate in onda in seconda serata, come se fossero di marginale importanza, ma bisognerebbe dare più spazio a questo tipo di comunicazione che di questi tempi risulta assai efficace.
L’autore si dimostra critico nei confronti della politica italiana e la definisce "brevi mirante", con questo termine fa trasparire che essa mira solo al bene immediato e non ha l’accortezza di guardare al futuro e alle sfide del domani che oggi sono solo al principio ma che a lungo andare avranno effetti catastrofici. Emblematica è la domanda che si pone e sulla quale sviluppa tutto il suo discorso: “com’è possibile che un Paese come l’Italia, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà?”.
Nonostante il libro presenti numerose critiche ognuna è sostenuta da valide argomentazioni, grafici e dati che rendono la lettura incalzante e non cade mai nel banale. La chiarezza espositiva che caratterizza la divulgazione di Piero Angela fa sì che questo libro sia adatto a tutti, senza una particolare preparazione o conoscenze pregresse; risulta avvincente e ci apre gli occhi su ciò che accade attorno a noi e che magari spesso ignoriamo, senza renderci conto che in realtà ognuno di noi, nel suo piccolo, è coinvolto in queste sfide globali.

      Frezzini Matteo Liceo Scientifico G. Galilei ( Perugia, Umbria )

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Abbiamo bisogno, un urgente bisogno, di migliorarci con la cultura e la conoscenza. E’ un messaggio semplice, ma forte quello che Piero Angela ci consegna in “Dieci cose che ho imparato” (Mondadori): molto più di un libro, un «manuale» illuminato scritto con garbo e intelligenza, la stessa con cui l’autore ha percorso la sua lunghissima carriera di divulgatore scientifico al servizio dell’informazione e della formazione di intere generazioni. Un lascito morale, pubblicato postumo alla sua morte dal figlio Alberto che ne ha curato la prefazione e un programma per il futuro, per condividere con i lettori alcune proposte, frutto della sua lunga esperienza sul campo. “Com’è possibile”, si chiede Angela in queste pagine, “che un paese come l’Italia, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci?”. La risposta, mai imposta, è in 10 capitoli, dieci aree critiche su cui occorre agire, scavando in profondità, per non banalizzare. E così l’autore condivide con il pubblico le sue riflessioni e finisce per parlare di innovazione ma anche di filosofia della tecnologia, della cultura della scienza, dell’importanza della scuola e dell’educazione. Lo fa con spirito positivo, tipico di chi crede (ed ha sempre creduto) nel potere della conoscenza, dell’intelligenza e della creatività umana. Tutti fattori che ci contraddistinguono da altre specie viventi, e perciò da coltivare. Nella sua concretezza, non sottovalutando l’evidente decadenza della civiltà odierna, Angela salva l’umanità, il suo potenziale e la sua unicità, attraverso cui preservare e valorizzare il presente, così da avere un futuro migliore “che non è un qualcosa di già scritto. Ci sono tanti futuri possibili. Dipende da quale si vuole scegliere attraverso i propri comportamenti personali e collettivi. Sta soltanto a noi dirigerci verso un futuro migliore o peggiore”. Da qui la riflessione sui dieci temi, un vademecum per la rotta migliore. Ma quali sono? Che la politica, spesso affetta da “brevimiranza”, cioè da un tornaconto immediato, non produce ricchezza: nella migliore delle ipotesi la distribuisce, nella peggiore la ostacola o se ne appropria. Che scienza, scuola ed educazione sono i tre grandi motori di crescita che hanno “moltiplicato il reddito, raddoppiando la speranza di vita, portato nelle scuole masse di analfabeti e creato le premesse per la democrazia”. E tutto ciò è stato possibile grazie al metodo scientifico “che permette di separare il probabile dall’improbabile, il credibile dalla leggenda, il vero dal falso”. Che per salvare l'economia e la qualità della vita bisogna perseguire l'equilibrio demografico. Che c’è un grande bisogno di “beni immateriali", come la conoscenza e i valori, perché sono i generatori del cambiamento, capaci di “creare in continuazione risorse e di distribuirne i benefici”. Con saggezza e lungimiranza, Angela propone una nuova visione per rilanciare il Paese, puntando su generazioni predisposte al cambiamento e ad investire su ambiente ed energia, le grandi sfide di questi anni. Saranno loro ad invertire la rotta, se sapremo “spendere in ricerca, innovazione, produttività” e valorizzare il Sapere, “perché è dalla scuola che uscirà il cervello del Paese”.

      Manili Giosuè Liceo Renato Donatelli ( Terni, Umbria )

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“Dieci cose che ho imparato”

Questo libro, edito da Mondadori, è l’ultimo lavoro ad opera del noto scrittore, divulgatore e conduttore televisivo Piero Angela. È essenzialmente la raccolta delle riflessioni ed esperienze di una vita intera sintetizzate in dieci capitoli, ognuno dedicato ad una tematica differente. Dopo poche pagine, la prima cosa che salta all’occhio è l’estrema semplicità con cui l’autore riesce ad esporre concetti alle volte molto complessi, senza dover rinunciare ad una terminologia accurata ove necessaria. Da segnalare, tuttavia, sono le frequenti ripetizioni individuabili in alcuni passi, le quali, con l’intento di chiarificare determinati punti, finiscono per ostruire parzialmente la fluidità del discorso.
Ritengo oltremodo intelligente la selezione delle argomentazioni in quanto rispecchiano quella che è la quotidianità del lettore coinvolgendolo e offrendogli validi spunti di riflessione. Angela non si limita, però, a una mera esposizione dei problemi ma propone delle soluzioni concrete ad essi, mantenendo la comunicazione chiara e puntuale che contraddistingue tutto il libro.
Le tematiche affrontate non potrebbero essere più attuali, spaziando dalle falle dell’istruzione in Italia all’urgente questione ambientale. Sicuramente l’originalità di questo libro risiede nella sua funzione divulgativa che non è rivolta esclusivamente ad un pubblico esperto ed informato ma al cittadino medio e soprattutto ai giovani. L’autore analizza temi inconsueti rispetto a quelli reiterati dai media, e temi familiari a un più ampio bacino di utenza, apportando il suo inedito e personale punto di vista.
Ho trovato notevole l’approfondimento sui meccanismi della mente umana esposto nel settimo capitolo. Ritengo indispensabile, soprattutto in un periodo storico come quello presente, in cui siamo travolti non più da vere e proprie notizie ma da “interpretazioni strategiche” della realtà, possedere una consapevolezza e una coscienza di ciò che si legge e ciò che si pensa.
Un aspetto che, invece, non ho particolarmente apprezzato riguarda l’ultimo capitolo, dedicato alla demografia; credo, infatti, dovesse essere inserita una più ampia contestualizzazione del problema delle nascite, il quale è, va ricordato, strettamente legato alla figura della donna in Italia, al suo ruolo e alla sua percezione da parte della società.
In conclusione, posso considerare la lettura di “Dieci cose che ho imparato” un piacevole flusso di coscienza che trasmette la volontà di cambiare le cose, riscoprendo i valori all’origine della scienza e della tecnologia con uno sguardo al presente e una speranza nel futuro. Questo lavoro rappresenta uno specchio della società con cui fare i conti; sta a noi scegliere se specchiarci o voltarci di spalle.

      Roscini Daniele Liceo Scientifico G. Galilei ( Perugia, Umbria )

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Piero Angela, Dieci cose che ho imparato, pubblicato da Mondadori – Milano nel 2022.

Piero Angela, recentemente scomparso, è stato un giornalista e divulgatore scientifico molto conosciuto in
Italia (e non solo) in quanto è stato uno dei primi conduttori televisivi a realizzare programmi di argomento
scientifico da destinare al variegato pubblico della prima serata TV (uno tra i tanti, Superquark, è stato
trasmesso sulle reti RAI dal 1995 al 2022).

Dieci cose che ho imparato rappresenta l’ultima sua fatica, un’opera scritta negli ultimi mesi della sua vita,
durante lo stadio più avanzato della malattia che l’aveva colpito, che, sebbene tratti temi attualissimi come
la politica, la scuola, l’informazione, l’economia, l’ambiente e la demografia, non ha assolutamente la veste
di un saggio scientifico-divulgativo.

Infatti, gli argomenti esposti nei dieci capitoli che compongono il libro seguono il filo di un “racconto” di un
uomo che sta riportando in un unico “quadro sinottico” quanto ha tratto da tutte le esperienze vissute e
dagli studi fatti in una vita intera, per lasciarlo a disposizione soprattutto dei giovani, che devono affrontare
una realtà sempre più complessa ed incerta.

Già la prefazione, scritta dal figlio Alberto, fa capire al lettore quale deve essere l’approccio alla lettura di
questo libro: “è un diario intimo del suo sapere” e, pertanto, è necessario seguire il percorso mentale che
l’autore compie per passare da un argomento all’altro senza lasciarsi intimorire dall’apparente lontananza
delle materie via via affrontate. Ci si potrebbe domandare: cosa ha a che fare la politica con la scienza e la
tecnica?

Piero Angela, con un linguaggio semplice e chiaro ed applicando il metodo scientifico, come sempre ha
fatto nella sua carriera di divulgatore, riesce a delineare un percorso ben definito con il quale dimostra
come in Italia le scelte e decisioni politiche sono il frutto di una logica che non ha prioritariamente tenuto
conto del benessere delle generazioni future e mette in evidenza alcune aree critiche dove occorre
intervenire profondamente e con urgenza.

Ad esempio, nel capitolo 9 che tratta di ambiente ed energia, dopo aver analizzato il problema energetico in tutte le sue sfaccettature (le fonti di energia, le tecnologie pulite, il risparmio energetico, il cannibalismo
energetico) l’autore si chiede se ci si sta impegnando abbastanza per sviluppare i rimedi possibili, perché la
storia insegna che chi governa corre ai ripari solo quando si arriva all’emergenza e, ad oggi, malgrado i tanti
proclami, non si percepisce appieno il pericolo legato al cambiamento climatico.

È un libro da leggere tutto d’un fiato che aiuta a far accrescere la nostra consapevolezza su questioni vitali
per il futuro che ci attende.

      Zawadzki Jacopo Liceo Renato Donatelli ( Terni, Umbria )

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Recentemente, mi sono immerso nella lettura delle pagine del saggio di Piero Angela intitolato, "Dieci cose che ho imparato". Quest'opera, trascritta dai suoi figli negli ultimi mesi di vita del noto divulgatore scientifico , si compone di dieci capitoli, arricchiti dalla prefazione di suo figlio Alberto e dalle riflessioni conclusive dello stesso Piero Angela. In questo scritto, l'autore condivide una serie di pensieri accumulati nel corso della sua vita. La struttura del libro è impeccabile, anche se in alcune sezioni risulta leggermente monotono. La vita di Piero è stata ricca di esperienze significative, e attraverso questo libro, ha voluto trasmetterci il frutto di esse. Tra le tematiche affrontate, emergono le sue scoperte, le paure e le speranze per il futuro, insieme a suggerimenti pratici da adottare senza indugio. Grazie alle sue parole, ho acquisito una consapevolezza più profonda su diversi argomenti: la superficialità di chi guarda la televisione, la quale impedisce la trasmissione di programmi interessanti ed educativi, preferendo invece quelli finalizzati al mero intrattenimento che non favoriscono alcuna crescita personale dello spettatore; l’inferiorità della scuola italiana rispetto a quella di altri paesi, i quali hanno sistemi scolastici che si sono evoluti negli anni, dando maggiore importanza a nuove discipline e corsi esterni riguardanti argomenti di maggiore attualitá, mentre l’Italia è rimasta sempre sugli stessi fondamenti. Nel libro sono presenti inoltre, molte altre riflessioni che mi hanno veramente incuriosito ed interessato. La peculiarità di questo testo risiede nel fatto che è stato redatto prima della morte dell’autore e ci dona così l'impressione, di aver ricevuto in eredità l'intero suo bagaglio di conoscenze. Piero Angela affronta anche questioni urgenti per risollevare il paese dalla crisi che lo affligge da tempo. Tratta i diversi argomenti in una maniera che sensibilizza molto il lettore e lo tiene concentrato. Nonostante un linguaggio talvolta specialistico, ma necessario per trattare con la dovuta attenzione tali tematiche, il libro risulta molto comprensibile a chiunque. La presenza di aneddoti personali e paragoni con le esperienze di vita dell’autore, arricchiscono ulteriormente la lettura, fornendo uno sguardo intimo sulle sue esperienze e sulle sue scoperte.
In conclusione, ho apprezzato in particolar modo il libro e consiglierei di leggerlo a chiunque, soprattutto ai più giovani, dato che potrebbero sentirsi spronati a mettere in pratica i consigli forniti dallo scrittore per ottenere dei cambiamenti nel mondo o almeno nel nostro Stato.

      Baggetto Francesco Liceo Scientifico Jacopo Da Ponte ( Bassano Del Grappa, Veneto )

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“Dieci cose che ho imparato” è un saggio postumo pubblicato da Mondadori nel 2022 e scritto da Piero Angela. Detentore di dodici lauree ad honorem e divulgatore di successo, è stato il giornalista italiano a cui si deve la realizzazione di programmi televisivi di carattere informativo e la pubblicazione di libri acclamati dalla critica tra cui “Perché dobbiamo fare più figli” e “A cosa serve la politica?”.
L’opera si basa sulle informazioni in ambito socio-politico che l’autore ha acquisito o dedotto durante la sua vita. Gli argomenti indagati spaziano su vari livelli della sfera collettiva come l'inefficienza dell’approccio politico attuato in Italia, la necessità di investire nella scienza e nella tecnologia, l’importanza di dare rilievo all'istituzione scolastica in qualità di produttrice di eccellenze e la capacità della televisione di trasmettere consapevolezza al pubblico. Il saggio è suddiviso in dieci capitoli, ad ognuno dei quali è associata una tematica di particolare rilevanza . Nonostante la vastità dei temi che vengono approfonditi, però, è possibile ricavare un obiettivo di fondo che ha spinto l'autore a creare quest’opera: fornire dei consigli su come accelerare lo sviluppo tecnologico in Italia. Come rende evidente già dalle prime pagine, Angela ritiene il nostro Paese avverso ai cambiamenti socio-culturali che si stanno invece verificando in altre nazioni, malgrado il prestigioso retaggio di conoscenze umanistiche che lo ha reso una potenza industriale nei secoli precedenti. Egli sostiene la tesi secondo cui ad una nazione non basta un fornito bagaglio culturale di tipo storico-artistico per promuovere un cambiamento, bensì anche un adeguato piano di preparazione in ambito scientifico. In questi termini, l’opera acquista una valenza universale e senza tempo poiché assume il ruolo di guida, utilizzabile da politici, figure pubbliche e normali cittadini come spunto di miglioramento per le istituzioni civili e per sé stessi. Procedendo con la lettura del saggio, infatti, Angela confronta i traguardi ottenuti dall’Italia circa l’economia sul piano internazionale, la natalità o i risultati scolastici e quelli raggiunti da altre nazioni tecnologicamente avanzate. Si può facilmente notare come queste ultime, sfruttando un approccio politico improntato sull’innovazione, siano destinate a diventare le future potenze, mentre l’Italia sembra essere cristallizzata in una realtà piuttosto conservatrice, costretta ad essere sempre un passo indietro rispetto alla media. Traspare inoltre la visione pessimistica di Angela riguardo il funzionamento del nostro Paese:
“Interessa il futuro personale, ma sul futuro collettivo nessuno è disposto ad investire” ; “Pensare sul lungo termine non offre gratificazioni immediate, ma richiede investimenti”. Tuttavia l'autore ripone tutte le sue speranze in un futuro cambio di rotta: prova un’ammirevole fiducia nei confronti delle generazioni più giovani, esprimendo un condivisibile affidamento sulle capacità di queste ultime.
“Dieci cose che ho imparato” è un’ opera stimolante, ricca di considerazioni che non mentono riguardo la realtà in cui viviamo definendola un’utopia ma che, al contrario, delineano con franchezza i suoi correggibili punti di debolezza. Il suo lessico semplice ma chiaro la rende accessibile a tutti coloro che vogliono approfondire tematiche estremamente attuali e comprendere le problematiche che l’Italia dovrà affrontare in futuro.


8.0/10

      Brescia Alessandra Liceo Scientifico Enrico Fermi ( Padova, Veneto )

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Isaac Asimov disse: “Se la conoscenza può creare problemi, non è tramite l’ignoranza che possiamo risolverli”.
Questa è la chiave di lettura più adatta a guidare l’interpretazione del libro “Dieci cose che ho imparato”, di Piero Angela.

Non è solo una esposizione, ma un manuale: attraverso queste pagine Angela ci guida, grazie al suo modo scientifico e stimolante di vedere ogni cosa, in una rassegna di dieci tra gli argomenti più vari, su cui ci espone la sua opinione: dalla crisi climatica a quella politica, dall’educazione alla televisione, nel passato, nel presente e nel futuro; lo fa con una chiarezza di pensiero e semplicità di esposizione che fanno scorrere le pagine tra le mani in un soffio e ci porta verso un mondo di soluzioni pratiche che nella nostra Italia potrebbero trovare uno spazio concreto.

Un invito a non disinteressarsi del futuro, a credere che ci sia sempre una possibilità di renderlo migliore, di perfezionarlo, di raffinarlo; un invito a non vivere nel mondo con brevimiranza, ma a vederlo come una partita a scacchi in cui, come scrive, “Un buon giocatore, però, sa che non deve lasciarsi tentare da un vantaggio immediato: deve invece impostare le sue mosse per vincere la partita in prospettiva, disponendo i suoi pezzi nel modo migliore".

Nella prefazione, Alberto Angela, parlando del lavoro del padre, scrive “Troverete lo spirito del suo pensiero, del suo modo semplice nelle parole e negli esempi, ma incredibilmente profondo nel ragionamento”: una promessa che non è stata disattesa: nella lettura mi sono sentita vicina ai suoi ragionamenti, trasportata da un filo logico lineare e condivisibile, rassicurata dal suo messaggio di ottimismo realistico riguardo quella paura del futuro, dell’incertezza sull’attuale direzione della società e del pericolo, insiti nel trascorrere del tempo, sentimento che un adolescente della mia generazione tende facilmente a fare suo.

Nella sua narrazione Piero Angela mantiene però il suo impegno verso un rigoroso metodo scientifico: attraverso riferimenti chiari, fonti e studi a supporto delle sue parole, non si limita ad una divulgazione di opinioni personali, ma rende ogni frase, verbo e punto un’attendibile testimonianza scientifica.

La straordinaria abilità comunicativa, risultato di una lunga esperienza nel campo della divulgazione, che l’autore ha sviluppato nel corso della sua carriera televisiva e giornalistica, rende il testo adatto al pubblico più vasto e, come poi di fatto Angela ci spiega essere la sua volontà, raggiunge e coinvolge non solo esperti, ma anche neofiti. E’ una voce autorevole, un approccio interdisciplinare e stimolante, accessibile a chiunque.
E’ un libro che informa, un libro che ispira, un libro che mette davanti la cruda verità della realtà italiana e mondiale, ma che non abbandona il lettore nel trovare una soluzione.

A tutti coloro che vogliono vivere con spirito critico, ponderando senza dover dipendere da altri le decisioni che vengono prese, sperando ed eventualmente facendosi promotori di una qualche soluzione per un futuro migliore, non mi resta che consigliare “10 cose che ho imparato” di Piero Angela.
Voto 10/10

      Dal Bon Diletta Iis Benedetti Tommaseo ( Venezia, Veneto )

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"Dieci cose che ho imparato" è un viaggio affascinante attraverso la vita e le esperienze di Piero Angela, uno dei divulgatori scientifici più noti e rispettati in Italia. Il libro si presenta come una sorta di autobiografia intellettuale, in cui l'autore condivide con i lettori dieci importanti lezioni apprese nel corso della sua lunga e illustre carriera nel campo scientifico.
Una delle prime cose che emergono chiaramente nel testo è la passione di Angela per la conoscenza e la sua dedizione nel diffondere la scienza al pubblico. Il libro è un inno all'apprendimento continuo e all'importanza della curiosità intellettuale. L'autore ci guida attraverso i momenti chiave della sua vita, dall'infanzia alla sua carriera giornalistica e televisiva, evidenziando come ogni fase abbia contribuito a plasmare la sua visione del mondo.
Il libro si apre con la lezione sulla curiosità come motore dell'apprendimento. Angela sottolinea l'importanza di porre domande e di non dare mai nulla per scontato. L'autore racconta in modo coinvolgente le sue esperienze, offrendo agli lettori un'occasione unica di vedere il mondo attraverso i suoi occhi.
Un altro punto centrale del libro è la dedizione all'obiettività scientifica. Angela ci insegna che la scienza è una ricerca continua della verità, e che è fondamentale basare le proprie conclusioni su dati empirici e metodologie rigorose. La sua lunga esperienza nel giornalismo scientifico emerge in ogni pagina, sottolineando l'importanza di comunicare la scienza in modo chiaro e accessibile senza comprometterne l'accuratezza. Il testo si sviluppa attraverso capitoli dedicati a temi specifici, come la divulgazione scientifica in televisione, l'importanza dell'educazione scientifica e la responsabilità dei comunicatori nel trasmettere informazioni corrette al pubblico. Angela analizza criticamente anche il ruolo dei media nell'affrontare questioni scientifiche complesse, evidenziando la necessità di una comunicazione accurata e bilanciata.
L'autore, con uno stile chiaro e coinvolgente, riesce a rendere accessibili anche i concetti più complessi della scienza. La sua capacità di semplificare senza perdere la sostanza è un segno distintivo della sua maestria nella divulgazione. Inoltre, il libro è arricchito da aneddoti personali che rendono la lettura ancora più avvincente.
Un aspetto interessante è la lezione sull'umiltà scientifica. Angela riconosce apertamente che la scienza è in continua evoluzione e che ogni conoscenza acquisita è solo un passo nel lungo percorso della scoperta. Questo messaggio è particolarmente importante in un'epoca in cui la velocità del progresso scientifico è sempre più rapida.
In conclusione, "Dieci cose che ho imparato" di Piero Angela è un libro che unisce saggezza, passione e una profonda dedizione alla causa della divulgazione scientifica. Leggendolo, si ha l'impressione di essere accompagnati da una guida sicura nel mondo affascinante della conoscenza.

      Ili Maria Maddalena Liceo Scientifico Ugo Morin ( Venezia, Veneto )

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L’autore apre il suo excursus letterario domandandosi: “Per quale motivo, un paese come l’Italia, oggi è in difficoltà e ha un ruolo marginale nel mondo? Come mai la nostra Italia ha perso quella bussola il cui settentrione puntava verso la fama e la ricchezza?”.
Piero Angela, noto divulgatore e presentatore italiano di fama internazionale, con il suo saggio “Dieci cose che ho imparato”, pubblicato da Mondadori nel 2022, ci prende per mano e ci regala una lettura ricca di ragionamenti arguti e di suggerimenti che lui stesso ha collezionato nei tanti anni di professione.
Il tema è trattato però con un tono simpatico e coinvolgente, come quello utilizzato dall’autore nel programma televisivo “Superquark”, riuscendo a fornirci, allo stesso tempo, informazioni essenziali per comprendere e abbracciare le responsabilità del nostro futuro.
Alla base di tutti i problemi, lo scrittore individua una difficoltà italiana nel comprendere ed accettare lo sviluppo delle innovazioni, dovuta in gran parte a motivi culturali. Con ciò intende dire che il nostro paese, fortemente influenzato dalla cultura umanistica, dovrebbe aprirsi ad una nuova visione della realtà, fortemente condizionata dalle rapide scoperte scientifiche e tecnologiche, per mantenersi al passo coi tempi.
Il mondo di oggi è diverso da quello di duecento anni fa in cui le cose cambiavano lentamente. In un arco di soli due secoli, siamo passati dall’analfabetismo all’intelligenza artificiale. E’ quindi necessario, per rendere più comprensibili le scoperte che migliorano la nostra quotidianità, promuovere e investire in una cultura che accetti lo sviluppo e i grandi cambiamenti che esso comporta.

L’autore evidenzia come nel XXI secolo, la classe dirigente del nostro paese, anziché favorire gli strumenti adatti a decifrare il mondo, a distribuire le ricchezze derivate da tecnologia ed energia, e a investire in ricerca, nella produttività e nei centri di eccellenza, continui a far crescere il debito pubblico, a propagandare grandi promesse e costringere le menti più brillanti a trasferirsi all’estero.
Non solo la politica, ma anche il sistema scolastico è responsabile di questa situazione. Piero Angela ritiene necessaria la diffusione di una mentalità scientifica nelle scuole, per facilitare la comprensione dei concetti essenziali ad affrontare le sfide globali.
In questo contesto, è centrale anche il ruolo della vasta rete di intrattenimento televisivo. «Si sente la carenza di programmi in grado di dare una visione più ampia della realtà che ci circonda. Quindi non solo di trasmissioni culturali di tipo artistico ma anche di quella “cultura della conoscenza” che cerca di decifrare i fatti, le idee, gli uomini, e di offrire moderni strumenti per capire il mondo».
La televisione, efficace mezzo divulgativo, potrebbe stimolare la diffusione della conoscenza scientifica che, ancora una volta, rimane in secondo piano.

Se pensassimo a come potrebbe essere il mondo e l’Italia, se si parlasse più frequentemente di scienza, dei cambiamenti possibili in campo climatico, energetico, strutturale, forse la nostra situazione sarebbe oggi molto diversa. Non è mai troppo tardi, ma purtroppo, agiamo solo quando percepiamo un pericolo imminente.
Piero Angela ci ha regalato un libro di cui noi, la prossima classe dirigente, futuri scienziati, filosofi, letterati, medici dovremo far tesoro.
“Dieci cose che ho imparato” è la chiave per leggere il presente e un futuro incerto, visto con occhi speranzosi.

      Leporatti Jacopo Liceo Scientifico Enrico Medi ( Villafranca Di Verona, Veneto )

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Recensione del Libro di Piero Angela “Dieci cose che ho imparato”

La storia ci insegna che l’impero Romano fu uno dei più grandi e dei più potenti mai esistiti. Abbracciava infatti vastissime regioni che si estendevano dall’Europa all’Asia Minore, dall’Africa alla Britannia, tutte al servizio di un unico nome: Roma. L’influenza della “Urbs aeterna" ha perdurato molto a lungo nel vecchio continente, anche dopo la sua capitolazione. Ma come ha fatto l'Italia a passare da uno stato di tale prestigio, ad uno di profonda crisi politica, sociale, culturale ed economica? È proprio su tale interrogativo che si incentra il libro “Dieci cose che ho imparato”, dell’illustre Piero Angela, il quale, facendo frutto di tutte le esperienze intraprese nell’infinito mondo della conoscenza, prova a formulare una risposta, e cerca di proporre in quali aree dovrebbero essere apportate delle modifiche per risollevare il nostro paese e assicurargli un futuro.
L’opera è suddivisa in dieci capitoli, in ciascuno dei quali l’autore tratta di un argomento che, per quanto differente, è strettamente legato al precedente. Inizia infatti col descrivere la questione della politica, approfondendone la storia, passaggio fondamentale per comprendere come essa sia il risultato di una miriade di cambiamenti e innovazioni che l’hanno resa come la conosciamo noi oggi. Piero Angela sostiene in particolare che essa sia una macchina dalle innumerevoli funzioni, una delle quali riguarda la ricchezza, non però la sua produzione, bensì la sua distribuzione tra tutti coloro che la richiedono e di cui necessitano per il funzionamento dello Stato. Solo con un’ ottima organizzazione si riesce a governare in modo tale non solo da dosare la ricchezza tra i vari servizi, ma anche da migliorare il sistema e investire sul futuro. I temi che seguono, ovvero quelli della scienza e tecnologia, la scuola, la cultura e l’informazione, l’uomo e l’ambiente, sono tutte aree nelle quali, qualora il sistema politico fosse in grado di riservare risorse e beni da destinare, sarebbe necessario investire con lo scopo di garantire un domani sicuro e vivibile.
La lettura di questo libro è eccezionalmente coinvolgente, essendo in grado, in maniera del tutto imparziale, di indurre anche il più giovane lettore a riflettere su quanto la guida di un paese sia articolata ed interconnessa in tutti i suoi aspetti. Immergendosi nella lettura accattivante di quest’opera ci si rende conto di come ogni azione comporti diverse conseguenze, sia dirette, quelle a cui le persone fanno più caso, sia indirette, quelle che richiamano l’attenzione solo di chi ha destrezza nel percepirle e comprenderle. “Dieci cose che ho imparato” insegna che nella vita la cultura e la presa di coscienza del mondo che ci circonda siano artefici che garantiscono come compiere le giuste scelte per il domani. Con il suo ultimo libro Piero Angela lascia in eredità all’umanità la capacità di capire il passato, dare rilievo ai risultati che generano il presente e, sulla base della conoscenza, cogliere i fattori e i cambiamenti che determinano e caratterizzano la vita dell’uomo per erigere le fondamenta di un solido futuro.

“La ricerca è per definizione movimento: ciò che era vero ieri non lo è più oggi, e sarà ancora modificato domani” -Piero Angela



      Lionello Lorena Liceo Statale Alvise Cornaro ( Padova, Veneto )

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"Dieci cose che ho imparato", scritto da Piero Angela, è un libro che affronta tematiche al giorno d'oggi essenziali per poter capire come muoversi nel futuro che ci aspetta. Angela analizza diversi aspetti della nostra società e ce li presenta in modo chiaro ed argomentato, senza però mai imporre la propria opinione e lasciando spazio al lettore di farsi una sua idea. Il libro offre una riflessione profonda su diverse questioni che riguardano l'Italia e la società contemporanea. Egli evidenzia come la politica, al posto di generare ricchezza, spesso si limiti a distribuirla o ad ostacolarne la creazione. Questa mancanza di visione a lungo termine è particolarmente evidente nel panorama politico italiano, dove la ricerca del tornaconto immediato sembra prevalere sulla prospettiva futura. L'autore sottolinea anche il ruolo cruciale della scienza, della tecnologia e dell'istruzione come motori di crescita economica e sociale. Il metodo scientifico emerge come uno strumento fondamentale per distinguere il vero dal falso, contribuendo così alla formazione di una società più informata e consapevole. Tuttavia, l'Italia si trova di fronte a sfide significative nell'ambito dell'istruzione, con un rendimento scolastico inferiore rispetto ad altri paesi e una qualità dell'apprendimento in declino. Angela suggerisce che maggiori investimenti nell'istruzione potrebbero contribuire a formare una classe dirigente più preparata per affrontare le sfide del futuro. Anche il ruolo dei media emerge come un elemento essenziale, con l'autore che sottolinea l'importanza di promuovere una cultura della conoscenza critica attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Infine, Angela riflette sulla necessità di affrontare questioni cruciali come ambiente, energia e demografia. Propone soluzioni come tecnologie ecologiche e fonti energetiche rinnovabili per affrontare queste sfide in modo sostenibile. In conclusione, il testo di Piero Angela offre una panoramica approfondita delle sfide e delle opportunità che l'Italia e il mondo contemporaneo devono affrontare, sottolineando l'importanza di investire in conoscenza, istruzione e valori come fondamentali per affrontare le sfide future in modo efficace e sostenibile. Lo stile è chiaro e accessibile, con un mix di narrazione impersonale e esperienze personali dell'autore. Il libro è adatto a un pubblico curioso e non specializzato, offrendo un'opera breve e coinvolgente che esplora le tematiche contemporanee con un occhio attento alla scienza. Il testo suggerisce l'attuale urgenza di affrontare le problematiche menzionate in precedenza. Tuttavia, anziché addentrarsi nei dettagli specifici delle singole situazioni, offre una panoramica generale, mirando a coinvolgere nuovi lettori e appassionati. È un libro che raccomanderei a coloro che desiderano avventurarsi per la prima volta nella lettura di saggi scientifici, poiché è scorrevole, accessibile e offre diverse opportunità di approfondimento e scoperta.
Potrebbe essere visto anche come un punto a sfavore dell'opera in quanto risulta quasi elementare nell'analisi dei temi trattati, proprio per questo credo che sia ottimo per i principianti ma non consigliabile a chi ha già ampia conoscenza riguardo ai temi.

      Marzola Vittoria Liceo Scientifico Ugo Morin ( Venezia, Veneto )

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RECENSIONE
"10 cose che ho imparato" è un libro di Piero Angela pubblicato nel 2022, dalla casa editrice Mondadori. E’ preceduto da una breve prefazione, scritta dal figlio Alberto che ricorda con orgoglio e grande ammirazione il padre scomparso.
E’ un libro che si distingue per una combinazione di saggezza personale e chiarezza espositiva. Angela, con la sua vasta esperienza nel campo della divulgazione scientifica, offre dieci lezioni significative apprese nel corso della sua vita. Attraverso un linguaggio accessibile, l'autore condivide aneddoti e riflessioni che spaziano dalla curiosità scientifica alla comunicazione efficace. Il libro offre una prospettiva unica sulla scienza e sull'importanza di renderla accessibile a tutti. L'autenticità di Angela traspare dalle pagine, rendendo il libro non solo educativo, ma anche illuminante per coloro che desiderano comprendere il mondo attraverso gli occhi di un maestro in questo campo. E’ lo stesso figlio, Alberto, che sin dalle primissime pagine di introduzione definisce questo libro come “un diario intimo del suo sapere”, mosso dall’urgenza di cambiamento che Piero, in prima persona, viveva.
Il libro si sviluppa su dieci capitoli fondamentali, che spaziano dalla politica alla scuola passando per l’emotività e i temi energetico-sostenibili. Tutti temi di grande interesse sociale, descritti dalle parole appassionate di un uomo veramente al passo coi tempi. Ciò che effettivamente li accomuna e li tiene insieme è la voglia dell’autore di cambiare le carte in tavola: Angela non si limita a raccontare quella che è stata l’esperienza di una vita, ma problematizza e ci mette di fronte all’arretratezza e alla scarsa voglia di cambiamento del nostro paese. L’esigenza di modificare le cose è grande, tanto da portare Angela a proporre delle innovazioni pratiche e non solo teoriche per migliorare la scuola, ad esempio, da lui stesso ideate.
La critica alla società odierna, statica e consumista, è accompagnata e supportata da riflessioni appassionate in ogni capitolo; l’autore cerca di farci capire quali siano le cose veramente importanti e quali invece vengono oggi fin troppo esaltate e valorizzate. Si dovrebbe puntare su scienza, scuola ed educazione, definiti come tre grandi motori di crescita, piuttosto che riporre tutte le nostre speranze sulla politica, che invece non può produrre ricchezza, ma nella migliore delle ipotesi solo distribuirla e nella peggiore la dissipa.
Angela si rivolge al pubblico con lessico accessibile ed efficace, permettendo una lettura scorrevole ma allo stesso tempo coinvolgente. La coesione tra parti strettamente informative, sostenute da opportuni grafici, e discorsive rende il testo utile e apprezzato anche da chi per la prima volta si informa su queste tematiche.
Questo è quindi un libro non solo facilmente comprensibile, ma anche significativo per tutti, che cerca di muovere nell’animo, specialmente delle generazioni più giovani, la voglia di cambiare le cose. Non si tratta di problemi a breve termine, sono piuttosto le lunghe durate a preoccupare Angela perché sono le basi del nostro futuro, futuro che non sembra interessarci realmente. Quella che manca è la volontà che molti non hanno di cambiare le cose; a parlare sono tutti capaci, ma sono troppo poche le persone pronte effettivamente ad attuare un

cambiamento. L’invito è quello di essere portatori attivi del progresso, non solo per il nostro bene, ma per quello di tutti.

      Poletto Davide Liceo Scientifico Jacopo Da Ponte ( Bassano Del Grappa, Veneto )

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“E’ un diario intimo, del suo sapere” così Alberto Angela ci presenta il libro di suo padre che racchiude in sé un prezioso scrigno ricco di conoscenza.

Il libro “Dieci cose che ho imparato” di Piero Angela è un testo che affronta diversi temi e argomenti legati alla scienza, alla cultura, alla conoscenza umana e alla storia.
Il libro offre a chi lo legge il mare di esperienza e la vasta conoscenza dell’autore che diventano per il lettore una continua e intrigante scoperta. In questo testo Piero Angela cerca, riuscendoci, di esporre e sintetizzare concetti complessi in modo chiaro e accessibile a chiunque, offrendo così a chiunque lo legga una comprensione diretta della nostra esistenza e del mondo che ci circonda.

Il libro, diviso in dieci capitoli, affronta diversi argomenti per ognuno di essi. Dieci dunque sono anche le principali lezioni che Angela ci vuole presentare e gli spunti che ci vuole donare per essenziali riflessioni. Il punto forse più importante che maggiormente riprende nel libro è il ruolo della curiosità nel processo di apprendimento: essa è in assoluto il motore che ci spinge alla conoscenza e alla scoperta. Viene esplorato il metodo scientifico e il suo ruolo essenziale ed insostituibile nel comprendere il mondo.
Tra i numerosi argomenti l'autore ci regala forse il più significativo spunto dalla sua vasta esperienza: la comunicazione e la divulgazione scientifica, ossia il fulcro di quello che è diventato poi il suo lavoro. Sottolinea in modo particolare l’importanza di rendere comprensibili al pubblico i concetti.
Si parla poi della tecnologia, essenziale per il progresso umano nel migliorare, con diverse invenzioni, la qualità di vita. La storia e l’evoluzione dell’uomo sono un altro pilastro esaminato, specie quella scientifica e tecnologica. Non trascura poi la sostenibilità della presenza umana nel pianeta e della salvaguardia dell’ambiente in vista delle generazioni future. Fondamentale per Piero Angela è l’educazione (alla quale dedica due capitoli) finalizzata a formare le persone per essere pronte ad affrontare le sfide del futuro. Si analizzano i cambiamenti sociali nella storia e la differenza (anche se spesso trascurata) fatta della scienza.
Infine si parla di salute e dei costanti progressi della medicina nella cura delle malattie.

La conclusione è affidata ad una riflessione rivolta al futuro. Un pensiero alla dolce fiducia in esso, che ormai si è perduta. Angela ci lascia quindi con una speranza dicendo: “Ci sono tanti futuri possibili, dipende da noi quale scegliere con i nostri comportamenti personali e collettivi”.

      Scalco Emma Liceo Scientifico Jacopo Da Ponte ( Bassano Del Grappa, Veneto )

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Piero Angela, Dieci cose che ho imparato

Piero Angela (1928-2022), giornalista italiano, noto per programmi come "Quark" e "Superquark", ha lasciato un'impronta significativa nella divulgazione scientifica. Autore prolifico e vincitore di numerosi riconoscimenti, ha ricevuto la Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 2021 e molteplici lauree honoris causa. La sua straordinaria capacità comunicativa ha arricchito la comprensione scientifica in Italia e all'estero.
Il libro "Dieci Cose che Ho Imparato", pubblicato nel 2022 da Mondadori, offre una sintesi illuminante delle conoscenze e delle esperienze di Angela. L'autore, con l'aiuto di Lorenzo Pinna, condivide le sue riflessioni sulla saggezza accumulata in una vita intensa e ricca di sapere.
Attraverso dieci lezioni fondamentali, il saggio delinea il ruolo della politica, la centralità della scienza e della tecnologia, l'importanza della scuola, e altre tematiche cruciali. Angela critica la politica italiana per la mancanza di lungimiranza, coniando il termine "brevimiranza" per descrivere l'approccio orientato all’interesse immediato."Si dice spesso che la cultura è ciò che rimane dopo che si è dimenticato tutto ciò che si è imparato", così l’autore definisce la cultura con la C maiuscola, riferendosi all'importanza della conoscenza a lungo termine, spesso trascurata dal sistema scolastico italiano, ribadendo quindi la necessità di investire nella formazione dei giovani, e la promozione della conoscenza come risorsa principale per affrontare le sfide future. Viene inoltre evidenziata la demografia come un fattore critico per l'Italia, esortando a una gestione oculata della popolazione per garantire il benessere economico e sociale.
Nella fase conclusiva del suo libro, Piero Angela approfondisce il concetto di futuro, il quale " può anche non interessare ma, in definitiva, esiste". Si sofferma poi sulle sfide che la società moderna incontra nell'affrontare l'avvenire collettivo. Egli solleva il dibattito sul disinteresse delle persone nei confronti del futuro e la diffidenza crescente verso le istituzioni, che porta a scetticismo e scelte volte al benessere immediato del proprio nucleo familiare. Il giornalista, con il suo consueto pragmatismo, sostiene infine che la direzione verso un domani migliore o peggiore è nelle nostre mani, sottolineando l'importanza di un impegno attivo da parte della società nel superare le difficoltà e incoraggiando una partecipazione consapevole nella costruzione di un avvenire che rispecchi i valori collettivi e che affronti le sfide emergenti con saggezza e lungimiranza. Questo invito alla riflessione non solo sottolinea la necessità di un'attenzione proattiva, ma anche il potenziale impatto positivo che ogni individuo può avere sulla società nel suo insieme. La sua visione si traduce quindi in un appello all'azione, incitando i lettori a considerare il proprio ruolo nel contribuire a un futuro collettivo più sostenibile, inclusivo e prospero. In conclusione, "Dieci Cose che Ho Imparato" offre una riflessione profonda e attuale, risultato della vasta esperienza di Piero Angela. Il suo stile pacato e razionale si riflette nel libro, che si configura come un prezioso contributo alla comprensione delle sfide e delle opportunità della società contemporanea.
Voto: 8/10

      Slanzi Cris I.i.s. G.b. Ferrari ( Este, Veneto )

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L’opera inizialmente si presenta come una sorta di diario, un viaggio attraverso le esperienze e le conoscenze acquisite da un uomo la cui saggezza è oramai diventata emblematica. In realtà, però, il libro rappresenta un’analisi lucida ed intelligente della società attuale, delle condizioni politiche e culturali del nostro Paese, e di problemi di portata ben maggiore come il cambiamento climatico. Sebbene il tono dell’opera risulti essere sempre pacato e rassicurante, grazie anche ai termini semplici da comprendere, ai periodi brevi e ai concetti espressi in modo da apparire chiari anche a chi non ha una grande dimestichezza con il mondo della lettura, le tematiche trattate sono come una secchiata d’acqua gelida per il lettore che non può che provare un senso di imbarazzo dinnanzi alla descrizione di una società in crisi, citando lo stesso Piero Angela, in cui i diritti sembrano superare i doveri; una descrizione nella quale il lettore inesorabilmente ci si rispecchierà.
Tra le problematiche discusse all’interno dell’opera, quella che si ripropone in più punti è senz’altro l’istruzione, la quale viene definita come un pilastro portante per una Nazione, ma che, in Italia per lo meno, non è valorizzata come la risorsa che è. L’autore mette a paragone il sistema educativo italiano con quello di altri Stati, facendo emergere dei dati che lasciano ben poco all’immaginazione: i Paesi che in passato hanno investito più risorse nell’ambito scolastico sono quelle che oggi svettano come potenze economiche mondiali (un esempio su tutti è la Cina).
La denuncia che l’autore fa al nostro sistema d’istruzione riguarda non solo il fatto che non viene promosso come un investimento fatto dallo Stato affinché nel futuro vi possano essere molte più menti adeguatamente istruite a guidare il Paese, facendo le scelte più sagge, ma anche il mancato indirizzamento verso una mentalità scientifica e analitica.
“Tutto quello che si sa, l’ha scoperto la scienza. Punto” con queste parole viene esaltato il ragionamento scientifico come il principale responsabile del progresso sia dal punto di vista culturale, ossia il miglioramento delle condizioni di vita rispetto ad un passato non troppo lontano, che da quello dello sviluppo tecnologico; anche se le due cose, secondo l’autore, sembrano essere inevitabilmente correlate. Infatti senza l’incremento della tecnologia, non sarebbe stato possibile passare “dall’analfabetismo all’intelligenza artificiale” in sole due generazioni, ovvero non sarebbe stato possibile uscire dalle condizioni di estrema povertà e ignoranza che imperversavano nel passato fino a giungere ad un benessere che riguarda quasi la totalità della popolazione.

      Terzo Matilde I.i.s. G.b. Ferrari ( Este, Veneto )

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“Dieci cose che ho imparato” è l’ultimo lavoro del divulgatore scientifico, giornalista e saggista Piero Angela, nel quale egli ha raccolto e condiviso con i lettori le esperienze, i pensieri, gli studi di tutta la sua vita, per promuovere lo sviluppo di una nuova mentalità tra la popolazione.
In queste pagine, sono state esaminate diverse tematiche che l’autore stesso ha avuto l'opportunità di conoscere e approfondire nel corso della propria carriera, con l’intento di mettere in luce le difficoltà che sta attraversando il nostro paese negli ultimi anni, legate all’inquinamento, all’istruzione al calo della natalità o ad altro ancora, e indicare delle possibili soluzioni.
La lettura di questo libro offre un'efficace interpretazione della nostra epoca, delle trasformazioni tecnologiche e scientifiche che si susseguono senza sosta nel corso di tempi brevissimi e con le quali è estremamente faticoso restare al passo. Il giornalista sottolinea più volte, infatti, che stiamo riscontrando molteplici difficoltà nell'adattarci a questo progresso incessante, limitando notevolmente le possibilità di sviluppo del nostro Paese, ricco di storia e tradizione umanistica, ma che ora sembra non essere in grado di affermarsi nel mondo moderno.
Secondo Piero Angela, tutto questo è dovuto al fatto che non sia stato ancora riconosciuto il valore di scienza e tecnologia come parte integrante della nostra civiltà, dove attualmente è il pensiero classico a prevalere: manca, dunque, un'opportuna evoluzione culturale, che ci permetta di comprendere al meglio ciò che sta accadendo al di fuori del nostro paese e agire di conseguenza.
Un altro elemento che penalizza alquanto l’Italia, sul quale Angela riflette, è anche quella che lui definisce “brevimiranza”, ovvero l'incapacità di governi, ma non solo, di fare scelte basate non unicamente su un beneficio immediato, ma anche su una previsione più a lungo termine, spesso scartata poiché valutata poco conveniente.
In questi pochi e scorrevoli capitoli, l'autore offre dunque numerosi spunti di riflessione e un’accurata analisi della società moderna, esponendo le caratteristiche di scienza e tecnologia, che lui crede fermamente siano la chiave per il progresso di una civiltà. Il giornalista propone anche soluzioni concrete alle problematiche da lui stesso individuate: l’utilizzo di energie rinnovabili per limitare l’inquinamento, materiale multimediale a disposizione degli studenti per documentarsi su temi di attualità, nuovi metodi per divulgare in maniera più efficace argomenti culturali.
Piero Angela ha dato vita ad un testo caratterizzato da una chiarezza e semplicità sorprendenti e dall’utilizzo di un linguaggio specifico, ma al tempo stesso facilmente comprensibile anche ai meno esperti del settore. Questo libro è consigliato a tutti coloro che desiderano rendersi conto della complessità del mondo in cui viviamo ma anche delle possibilità che abbiamo di cambiare le cose.

      Viel Serena Istituto D' Istruzione Superiore Statale " A. Einstein " ( Piove Di Sacco, Veneto )

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Devo essere sincera: ammetto che non avevo grandi aspettative su questo libro. Anzi ero proprio convinta che non mi sarebbe piaciuto, ma mi è stato chiesto di scegliere almeno uno tra i saggi oggetto del concorso, e “10 cose che ho imparato” mi sembrava il meno peggio. Il fatto che lo avesse scritto Piero Angela mi incuriosiva e allo stesso tempo mi trasmetteva un senso di “sicurezza”: sentivo che leggendo questo libro qualcosa di buono l’avrei appreso. E avevo ragione.
Idee chiare e incontestabili, che arrivano cristalline alla mente di chi legge, non esposte con superiorità, ma come se ci fosse una certa familiarità tra l’autore e il suo interlocutore, il quale non può fare a meno di condividerle. Ecco io credo che risieda proprio in questo la genialità di questo libro: Angela ci parla delle più complesse questioni con una semplicità comunicativa che gli garantisce il massimo risultato, perché rende il suo sapere raggiungibile a chiunque.
Sarebbe uno di quei libri che probabilmente consiglierei al mio papà. Lui che non legge spesso, e che non apprezza testi pieni di retorica, sono invece abbastanza sicura che mi direbbe che “questo qui” – intendendo Piero Angela – “è uno che ci vede lungo”: perché non serve essere particolarmente acculturati per capire che questo libro è stato scritto da una mente brillante.
Quello che più mi ha sorpreso è stato che non sono rimasta colpita tanto dalle accorte soluzioni che ci propone per ogni questione analizzata, ma quanto dalla sua capacità di fare il cosiddetto “quadro della situazione”, di astrarsi dal mondo che lo circonda per descriverlo, come se lo osservasse dall’alto, proponendoci una visione complessiva della realtà sintetica e chiara.
Tra tutte le meditate conclusioni e i preziosi consigli che “10 cose che ho imparato” custodisce, ce n’è uno che, da quando l’ho letto, vaga nella mia mente e cerca approvazione tra i miei pensieri. Già tra le prime pagine, egli ci scrive: “Se possibile, inseguite l’eccellenza”. Ecco che, il nostro caro Angela, quello che gli preme trasmetterci, ce lo dice chiaro e tondo: “inseguite l’eccellenza”, perché raggiungerla è possibile; abbiate il coraggio di mettervi in gioco e di sognare in grande; la sua ambizione è stimolarci, incuriosirci, spingerci a voler conoscere il mondo, e noi stessi. Il mio papà sarebbe molto d’accordo.