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Vincitori Premio Asimov Edizione VIII 2022 - 2023









Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico


      Cambise Benedetta Liceo Classico G B Vico ( Chieti, Abruzzo )

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Sentiamo spesso parlare di scioglimento dei ghiacciai, innalzamento delle temperature, eventi catastrofici, eppure gli effetti del riscaldamento globale sono da ricercare nell’acqua, da sempre oro blu del nostro pianeta. Ma come può una molecola di appena 0,2 nanometri essere tanto preziosa per la vita sulla Terra?

Edoardo Borgomeo, dottore di ricerca in idrologia presso l’università di Oxford, autore del libro “Oro Blu: Storie di acqua e cambiamento climatico”, ci accompagna in un viaggio alla scoperta dell’acqua – bene essenziale eppure in crisi – e del necessario equilibrio tra idrofobia e idrofilia, ossia la capacità di vedere l’acqua non solo come causa di catastrofi e distruzioni ambientali, ma anche come una vera e propria risorsa.

Il libro, pubblicato nel 2020 dalla casa editrice Editori Laterza, è – a detta dello stesso autore – un “tentativo di tornare all’origine del nostro legame con l’acqua attraverso nove storie di donne e uomini”. Si tratta di un viaggio nello spazio e nel tempo, in ogni angolo nostro pianeta, attraverso interviste, eventi storici e dati scientifici. Dal dinamismo di Londra alle vaste distese del paesaggio iracheno, dalla Nuova Zelanda al Messico, dal Pakistan a Singapore è possibile comprendere a fondo la storia dell’acqua, capace di unire i popoli e generare conflitti, speranza di molti per combattere le oppressioni e le ingiustizie, a volte sfruttata, inquinata, altrettante volte, riciclata, analizzata, percepita non solo come una piccola molecola, ma come un’entità che ha il dovere di rivendicare i propri diritti. Servendosi di excursus di varia natura, i protagonisti delle nove storie si raccontano con avvincenti aneddoti di vita quotidiana, come Flavio, ingegnere idraulico di Brasilia, o anche Namrata, donna e madre che lavora in un allevamento di gamberetti nel Bangladesh sud occidentale; per non parlare delle sofisticate tecniche di manutenzione idrica attuale nel sudest asiatico, che, se diffuse anche in occidente permetterebbero di risparmiare milioni di litri di acqua potabile che finisce nelle discariche urbane. I dati proposti, dunque, mettono in luce le innumerevoli sfide che il pianeta sta fronteggiando e la necessaria rieducazione delle masse per proteggere la Terra, la sola casa che abbiamo mai conosciuto.

Attraverso una lettura piacevole e coinvolgente, Borgomeo ci fa rivalutare l’acqua, estremamente preziosa – forse più di quanto saremmo mai in grado di comprendere – che migliaia di anni fa ha permesso la nascita delle prime forme di vita e che ancora oggi si intreccia con l’economia, la politica, la cultura dei popoli di tutto il mondo.

A parer mio, ciò che rende estremamente affascianti questi racconti è il modo in cui ogni storia ci permette di guardare l’acqua con occhi diversi; infatti, oltre a farcene comprendere l’unicità, i viaggi sensibilizzano l’attenzione sul ruolo di ognuno di noi verso l’oro blu della Terra, la cui presenza sul nostro pianeta è messa in discussione giorno dopo giorno.

Consiglio vivamente questo libro sia a coloro che hanno a cuore i temi ambientali, sia ai meno esperti in materia, i quali vogliono conoscere più a fondo le cause che si celano dietro i fenomeni del nostro pianeta.
Del resto, come riporta lo stesso autore: “La gestione dell’acqua non è solamente compito di ingegneri, economisti o ecologi, ma è compito di tutti”.

      Palumbo Giacomo Liceo Classico " G. D' Annunzio " ( Pescara, Abruzzo )

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Da sempre interessato ai temi ecologici, scegliendo questo libro credevo trattasse il tema dell’impatto delle attività umane e del cambiamento climatico sulle fonti acquifere. Leggendolo ho dovuto ricredermi, sono rimasto colpito e turbato dal suo contenuto. Attraverso dei piacevolissimi racconti, l’autore ci aiuta a comprendere quanto devastante sia la gestione delle risorse idriche del pianeta ma nonostante il suo ottimismo, non sono sicuro che si possa fare qualcosa di realmente concreto, visti gli enormi interessi economici in ballo.
Sono nove storie di coraggio, di resistenza e di speranza, con cui Borgomeo ci mostra come la violenza della gestione irresponsabile di una risorsa unica e insostituibile possa fare la differenza tra la vita e la morte.
La prima è la storia di Namrata che vive in un villaggio del Bangladesh, un paese a volte colpito da inondazioni che portano a distruzione e morte. Ciò dovrebbe spingerci ad imparare a convivere con la forza distruttiva dell’acqua cambiando paradigma mentale da idrofobia ad idrofilia, perché con l’acqua non esiste il rischio zero.
Ma non è solo distruzione, è anche possibilità di avere energia pulita e rinnovabile e il rispetto di questo bene consiste anche nel mantenere il cosiddetto “deflusso minimo vitale” per tutelare gli ecosistemi.
Che possa diventare una risorsa lo dimostra la storia dell’Olanda, un paese artificialmente costruito sull'acqua. Grazie alla loro esperienza le società olandesi insegnano ad altri paesi a convivere con essa e a lasciarle il suo spazio.
Anche l’acqua cosiddetta “sporca” può essere una risorsa, come dimostra Londra, dove si trasforma in energia o Singapore dove a seguito di vari processi diventa acqua purissima.
Ma il business dell’acqua è presente soprattutto in quella in bottiglia, fonte di rifiuti e spreco di energia.
Talvolta è anche causa di morte, come dimostra la storia dell’architetto Perween Rahman, uccisa poiché costruisce insieme alla popolazione, in una baraccopoli a Karachi, un acquedotto, delle fognature e smaschera la mafia dell’acqua.
E' inoltre uno strumento potentissimo di controllo del territorio e di ricatto a cui si sono opposti quelli che possiamo definire eroi dell’“acqua democratica”.
Ma la storia che ha rapito maggiormente la mia fantasia è il capitolo “Acqua viva” che racconta del fiume Whanganui in Nuova Zelanda, la prova che anche un fiume può essere considerato “vivo” e soggetto di diritti. Dopo 150 anni di lotta tra i Maori e il governo neozelandese nel 2014 il Whanganui è stato riconosciuto una persona giuridica, legalmente rappresentato da un esponente dei maori e un funzionario del governo. E’ il capovolgimento di un modo di pensare, è il concetto di acqua dotata di vita, diritti, bisogni da rispettare.
Da questo piccolo saggio, che si legge tutto d'un fiato, l'autore ci fa "navigare nello sterminato mondo dell'acqua" e ci fa comprendere come l’idrofilia si costruisca cambiando mentalità e imparando ad essere parte del mondo, ricordandoci inoltre che "l’acqua non ha bisogno di noi", siamo noi che "senza di lei non duriamo neppure un giorno".
Consiglio questo saggio perché è emotivamente coinvolgente, suscita tristezza, rabbia, incredulità ma anche speranza perché quello che alcuni uomini distruggono altri ricostruiscono; sarebbe utile pertanto inserirlo come testo di educazione civica in tutte le scuole affinché le prossime generazioni diventino idrofile e rispettose di tutto ciò che la terra ci offre.

      Panella Davide Convitto Nazionale " D.cotugno " Liceo Classico ( L' Aquila, Abruzzo )

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Edoardo Borgomeo è un giovane ricercatore, è nato a Roma nel 1989, ha conseguito un dottorato in idrologia ad Oxford, nell’università dove è honorary research associate dal 2016.
Ha lavorato in Sud America, Asia ed Africa per la Banca Mondiale e l’International Water Management Institute.
Nel libro, sua opera prima, avvalendosi delle competenze acquisite affronta vari aspetti dello stesso elemento naturale: l'acqua, quell’ ”Oro blu” che può portare distruzione tramite improvvise inondazioni o causare morti per la siccità, può essere sprecato, inquinato nelle falde acquifere, può essere mezzo di guadagni e oggetto di tradizioni, sfruttato da parte di malviventi come i mafiosi in Sicilia per i quali “l’acqua è potere”. L’uomo può, da parte sua, realizzare costruzioni per convivere con l'acqua ed usarla al meglio anche come fonte di energia.
Il libro ha suscitato in me molto interesse, infatti tratta una tematica di attualità che mi ha sempre incuriosito ovvero un elemento da cui tutto ha origine e che possiamo rendere il nostro principale alleato o nemico. Sprecarla, modificare il suo percorso per urbanizzare una zona, inquinarla, può portare a conseguenze molto gravi, come eventi meteorologici improvvisi e violenti, la distruzione di ecosistemi, l’avvelenamento delle falde acquifere e di conseguenza di milioni di persone nei paesi poveri o in via di sviluppo che non hanno una buona accessibilità all’acqua potabile.
Allo stesso tempo l’autore mette in risalto anche gli aspetti gestionali positivi: la costruzione di infrastrutture che servono per conservare l’acqua e usarla nel momento del bisogno per soddisfare le esigenze dei cittadini, il guadagno che si può ricavare anche dalle acque di scarico, l’esistenza, nei Paesi Bassi, di vere e proprie società che gestiscono il defluire dell’acqua per non far allagare città che si trovano sotto il livello del mare.
Fondamentale è la visione dell’acqua come elemento di riscatto e di conquista della libertà da parte di cittadini che nei decenni hanno imparato che “l’acqua è democratica” e dovrebbe essere - quanto di più lontano da una mentalità mafiosa - disponibile per tutti.
Questo è un libro davvero divulgativo, scritto con termini che tutti possono capire e anche per questo piacevole e scorrevole. Il suo scopo è fare il punto sull’uso che stiamo facendo dell’acqua, guardando la situazione di zone del mondo ricche e di altre estremamente povere; mettere a fuoco anche il business che c’è dietro il consumo dell’acqua in bottiglia, che ha le stesse caratteristiche e potremmo semplicemente prendere dal rubinetto; portare a riflettere sugli sbagli che sono stati fatti, sulla corruzione e sui fattori politici che ci sono in mezzo. Dopo il viaggio attraverso le nove storie di altrettanti protagonisti che vivono in paesi di diversi continenti si parla anche delle previsioni per il futuro, drammatiche per molti e positive per altri, fiduciosi grazie all’avanzamento delle tecnologie che riusciranno ad “addomesticare” l’acqua, a dissalare quella salata e renderla dolce . Ma questo ovviamente non giustifica lo spreco quotidiano dell’acqua potabile: il cambiamento parte da noi, saremo noi a decidere se in futuro ci sarà davvero il punto di non ritorno o se inizieremo a valorizzare le risorse che abbiamo in modo da riuscire a far fronte ai cambiamenti climatici che purtroppo stanno già mostrando i loro effetti.

      Porreca Elena Liceo Scientifico " Galileo Galilei " ( Lanciano, Abruzzo )

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L'acqua c'è e ci sarà sempre: la sua quantità sulla Terra è stabile e il ciclo idrologico garantisce che sia la stessa di miliardi di anni fa.
Non verrà intaccata dagli impatti del cambiamento climatico ed esisterà anche quando gli umani non ci saranno più, mentre per loro è di fondamentale importanza la sua presenza.
Attraverso il racconto dei suoi nove incontri con persone da diverse parti del mondo, l'idrologo Edoardo Borgomeo con il libro "Oro blu: Storie di acqua e cambiamento climatico", edito da Editori Laterza nel 2020, ci spiega come l'idrofilia, ovvero il nostro legame personale con l'acqua, influisca sulle nostre azioni e, di conseguenza, sull'economia, la società, la politica e l'ambiente.
Nonostante la sua importanza, l'acqua viene data per scontata nel quotidiano, vista la sua grande disponibilità nei Paesi ricchi.
In realtà, è un bene assai prezioso.
Da qui il titolo del libro: abbiamo la sensazione che stia finendo, ma è la popolazione mondiale a essere sempre più numerosa e nei Paesi sottosviluppati la scarsità di risorse idriche potrebbe rappresentare la causa dei futuri conflitti globali.
Il viaggio di Borgomeo sul Golfo del Bengala insegna che la forza distruttiva dell'acqua, con la quale bisogna imparare a convivere, è solo un fattore che si combina con i problemi politici, sociali ed economici e mai totalmente la causa di fame o immigrazione.
Non è solo fonte di rischi, ma anche di opportunità lavorative ed energia idroelettrica, generata dalle dighe che sfruttano la sua forza motrice. Anche le dighe sono motivo di conflitti e polemiche, come in Brasile, dove la corruzione si estende a tutti i livelli della pubblica amministrazione quando sorge il desiderio di dominare la natura con grandi opere idrauliche sul fiume São Francisco, lungo due volte l'Italia.
Nel nostro paese la mafia intacca la costruzione e la manutenzione delle dighe o la distribuzione dell'acqua per esercitare dominio e arricchirsi con gli appalti. È facile che un bene così necessario diventi profitto per pochi pur essendo diritto di tutti, quando si pensa di usarlo per nascondere altri interessi.
Tuttavia, spesso fornisce un obiettivo comune a una nazione, come gli olandesi che hanno imparato a convivere con la forza distruttiva dell'acqua, la cui gestione viene promossa come un prodotto nazionale per battere la concorrenza degli altri Paesi.
L’autore spiega anche come l'uomo sia riuscito a rendere più vivibili le città tramite l'ingegneria sanitaria, che ha migliorato le condizioni igieniche di milioni di persone riducendo i rischi per la salute causati dall'acqua sporca.
Dobbiamo imparare a riconoscere la natura come autonoma e non denaturizzarla secondo gli schemi del dualismo cartesiano, rendendola soltanto oggetto di indagine scientifica e interesse ingegneristico: se rispettassimo l'acqua, dolce e salata, e tutti gli animali e le piante che vi abitano, riusciremmo a fermarne il degrado e l'inquinamento e a mantenere gli ecosistemi in vita.
Il linguaggio è accessibile, non troppo ricercato e consente una lettura scorrevole. Ogni tanto vi sono digressioni in cui vengono inserite parti narrate e discorsi diretti e indiretti che alleggeriscono la trattazione del tema da parte dell'autore.
Il libro può essere consigliato a chiunque voglia approfondire il tema dell'importanza dell'acqua nella vita dell'uomo, analizzando accuratamente gli ambiti maggiormente interessati.

      Rubino Andrea Convitto Nazionale " D.cotugno " Liceo Classico ( L' Aquila, Abruzzo )

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Titolo: ORO BLU
Autore: Edoardo Borgomeo
Casa editrice: Laterza Editori
Pubblicazione: 5 marzo 2020

Quando ho iniziato a leggere il saggio “Oro blu” non sapevo cosa mi aspettasse. In realta’ avevo quasi paura di imbattermi in tecnicismi e dettagliati rapporti di idrologia; ma poi è arrivata l’acqua!
Mai fino ad ora mi ero soffermato a pensare all’acqua, eppure dovrebbe essere un ricordo ancestrale: nella vita intrauterina siamo immersi in un’ acqua dolce e calda di cui, ahimè, non conserviamo memoria. Alla fine del nostro percorso mortale la “non produzione di urina”, che altro non è se non un’altra forma dell’acqua, è il segnale inequivocabile del fine vita.
L’acqua è davvero parte di noi. In ogni cultura e in ogni religione è catartica ed al tempo stesso leopardianamente maligna, di qui il concetto di idrofilia e idrofobia così brillantemente espresso dall’autore.
Nelle nove storie narrate mi sono ritrovato immerso nelle acque salate delle coltivazioni di gamberetti insieme a Namrata, ho provato la sua paura e la sua disperazione dopo l’ennesima inondazione dell’acqua cattiva e ho avuto freddo.
Poi l’ho vista rialzarsi e sperare e mi sono sentito piccolo, pensando ai problemi nel mio “mondo dorato”. Ho immaginato di trovarmi costretto a bere, per sete, dell’acqua contaminata dall’arsenico e ho avuto conati di vomito a cui gli ultimi della Terra sono tristementi avvezzi. In Brasile insieme a Flavio ho scoperto che l’acqua non è solo distruzione ma anche una gigantesca forza motrice generatrice di elettricita’ e ricchezza.
In Ecuador, insieme a Giulia, ho appreso la romantica idea che un fiume possa diventare un soggetto giuridico, una metafora del divenire. Ho amato la fierezza con cui i Maori hanno combattuto per difendere il fiume Whanganui, difendendo in realta’ loro stessi e i loro ricordi.
In Olanda ho compreso come l’uomo, rispettando l’acqua , senza respingerla a tutti i costi , ma convivendo con essa, possa creare un’ osmosi benigna e conveniente.
Pensando alla rete fognaria londinese e ai mostruosi fatberg, ho avuto la sensazione di sentire i miasmi maleodoranti di quell’acqua sporca ed al tempo stesso tanto benigna da allontanare dissenteria e colera.
Dal Pakistan alla Sicilia, così come in Messico o in Iraq, ho capito come l’acqua possa diventare merce di scambio della mafia, di una “cosa nostra” universale che sfrutta la sete dell’ umanità, pur di trarne profitto.
Mi è piaciuto soffermarmi sull’etimologia della parola rivale, dal latino rivalis, derivazione di rivus ruscello; l’acqua, che pensavo fosse un diritto di tutti, in molti Paesi spesso è una fonte di profitto per pochi.
Proprio da questi Paesi la povertà e la carenza di acqua spingono tanti a fuggire via su barconi di “mercanti di uomini” che siamo distrattamente abituati a vedere nei servizi dei tg. Ricordo con orrore la foto di un bambino riverso senza vita, ancora una volta nell’acqua che avrebbe dovuto farlo rinascere.
Dunque la lettura di questo saggio è stata per me illuminante; ero un ragazzo di città, pensavo che l’acqua scorresse in un’unica direzione, ora so che non è così, so che cerca sempre di tornare da dove è arrivata, è inutile combatterla o aver paura di lei.
Dobbiamo imparare a vivere simbioticamente con essa, dobbiamo capire nel profondo cosa significa idrofilia.




      De Marinis Antongiulio Iiss " G.solimene " ( Lavello, Basilicata )

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“Illuminante”. Se dovessi utilizzare un termine per riassumere le innumerevoli vicende narrate da Borgomeo in “Oro blu”, utilizzerei certamente questo. Non è semplicemente un saggio che argomenta circa l’importanza dell’acqua, ma è una storia di viva e consapevole ricerca di noi stessi. L’ “oro blu”, tema del libro e metafora fondante di una ricchezza tanto preziosa quanto ormai scarsa come il petrolio, viene declinato all’interno di nove nazioni, personificate da nove personaggi, ma tutti ugualmente afflitti dalle stesse identiche difficoltà, racchiuse nel nome di “idrofobia”. La grandezza di Borgomeo, infatti, non sta semplicemente nel rendere il libro un importante testimonianza di problemi al livello geopolitico, quanto soprattutto nel saper far immergere il lettore in una narrazione ciclica che parte descrivendo e cade proiettando su di noi le stesse problematiche. Una vera e propria finestra sul mondo, uno specchio, un riflesso della negligenza che, a misure alterne, ci colpisce e ci rende carnefici della povertà diffusa in tutti i Paesi del mondo. Esatto, carnefici, Borgomeo non spiega solo i problemi, ma delinea di volta in volta delle anamnesi sempre più ingenti e disarmanti che ci rendono consci sia dei nostri privilegi, sia delle nostre colpe. È il caso di Flavio e della sua difficoltà nel “razionare” l’acqua del “Velho Chico” in Brasile, o di Namrata che è costretta a bere acqua salmastra a causa degli allevamenti di gamberetti in Bangladesh, o ancora di Crescencio e della sua rassegnazione causata dalla “Mafia dell’acqua” perché “dove c’è scarsità, c’è guadagno”. Ciononostante, l’autore non si ferma a questo. Non veniamo colpiti solo dalla responsabilità di essere colpevoli di inquinamento, sfruttamento e inumanità, ma anche dal fatto che tutto ciò non è così distante quanto crediamo. Ci appartiene tutte le volte che fa troppo caldo, che muoiono animali, che si incendiano foreste e che si innalza il livello dei mari. Ci appartiene tutte le volte che buttiamo senza cura o interesse olio nel lavandino, salviette nel wc e altro materiale non smaltibile, ma accumulabile in “fatberg”. Dunque, la capacità di Borgomeo non è solo quella di puntare i riflettori sui Paesi poveri verso cui ci mostriamo indifferenti, ma di riflettere quella luce su noi stessi fino ad accecarci, per renderci consapevoli di un mondo che sta collassando per colpa di quella stessa indifferenza. “Nel mondo idrofobo in cui viviamo l’acqua viene fatta sparire. I fiumi vengono prosciugati e sotterrati. L’acqua deve essere cancellata per lasciare spazio all’attività umana”. Troppo spesso vediamo l’acqua come una nemica, la sprechiamo, inquiniamo e la costringiamo a “difendersi”. Non la apprezziamo e non le diamo il giusto valore, la distruggiamo e sbagliamo pensando di poterla persino controllare. Dovremmo invece capire quanto importante sia coltivare l’ “idrofilia” quotidianamente, ricordandoci più spesso delle parole di de Saint-Exupéry ne “Il piccolo principe” e di quanto tutto sia “questione di disciplina” e umanità, perché “quando si ha finito di lavarsi al mattino, bisogna fare con cura la pulizia del pianeta”. In conclusione, come la cura di noi stessi è importante, così anche quella del pianeta si mostra necessaria e, soprattutto, utile per vivere al meglio, purtuttavia l’egoismo e l’indifferenza, sempre più imperanti, ci fanno credere che questi due aspetti non partecipino della stessa natura, quella umana.

      Murdaca Marialaura Istituto Di Istruzione Superiore " Francesco La Cava " ( Bovalino (rc), Calabria )

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Oro Blu. Storie di acqua e cambiamento climatico è un’opera divulgativa sull’acqua scritta da Edoardo Borgomeo ed edita da Editori Laterza nel 2020. Borgomeo è un giovane laureato in ingegneria ambientale presso l’Imperial College di Londra, che successivamente ha conseguito un dottorato in idrologia (PhD) all’Università di Oxford, presso la quale dal 2016 è divenuto un honorary research associate. Nel 2018 viene premiato dall’ONU, con il premio “Prince Sultan Bin Abdulaziz International Prize for Water”, per la sua produzione scientifica in materia di acqua e cambiamento climatico.
Ancora una volta l’acqua, risorsa naturale preziosissima ma al contempo dall’immane forza distruttiva, costituisce motivo di ispirazione per la sua opera “Oro Blu” strutturata in nove capitoli. La sua rilevanza è osservabile con immediatezza già da un primo sguardo all’indice in cui si fa uso di diversi proverbi e modi di dire strettamente legati all’acqua come “tirare acqua al proprio mulino” o “acqua che scorre non porta veleno”.
I temi dell’acqua e dei cambiamenti climatici, ormai “classici”, ma forse più che mai attuali, vengono trattati dall’autore mettendo in evidenza la relazione tra le persone e l’acqua. Borgomeo riesce a mettere in luce e ad immergere il lettore nelle diverse problematiche di gestione e sfruttamento dell’acqua, e lo fa descrivendo in modo chiaro, sobrio ed essenziale le esperienze di vita delle persone che ha incontrato, nel corso dei suoi viaggi, in diverse parti del mondo tra il 2015 e il 2019. Dalle inondazioni dell’Asia meridionale, all’energia idroelettrica prodotta dalle dighe del Brasile, passando per la “riverlution” in Australia, i waterschappen degli olandesi che dell’acqua ne hanno fatto un business, i fatbergs inglesi e il valore delle fogne, l’autore riesce ad appassionare il lettore e ad avvicinarlo a quell’idea di idrofilia, a quella “visione dell’acqua come occasione per articolare i propri bisogni e prendersi parte della responsabilità, senza prepotenze contro altri esseri umani, e senza distruggere gli ecosistemi.”
Le tematiche trattate nel libro riguardanti la scarsità dell’acqua, la precaria gestione della sua distribuzione e l’avvelenamento delle acque di tutto il mondo, sono questioni di cui il più delle volte noi siamo i principali protagonisti senza nemmeno rendercene conto. L’autore con queste brevi storie non pretende di risolvere tutti i problemi legati all’ “idrofobia”, ma pone le basi per ampliare la prospettiva dei lettori di ogni età e lo fa partendo dal basso perché è proprio nella vita di tutti i giorni, nella vita quotidiana, che si può e si deve fare la differenza. Solo condividendo queste conoscenze con il più grande numero di persone sarà possibile cambiare e migliorare qualcosa.
L’opera si presenta abbastanza completa ed autonoma in quanto accanto ad un linguaggio semplice, colloquiale e fluente, viene fatto uso di una terminologia tecnica spiegata in modo accorto e diligente che permette la comprensione anche a chi ha una conoscenza approssimativa e sommaria.
Quest’opera è stata una meravigliosa scoperta che ha attirato molto la mia attenzione e che mi ha permesso di assumere consapevolezza più che mai del valore che ha l’acqua per tutti noi, non come mero elemento naturale che ci circonda ma come “origine della vita” che non dobbiamo sprecare inutilmente. La mia valutazione del libro è di 10/10.

      Murdaca Daniela Istituto Di Istruzione Superiore " Francesco La Cava " ( Bovalino (rc), Calabria )

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“L’acqua un diritto di tutti, una garanzia solo per pochi”.
Tutti i giorni sentiamo in televisione parlare di surriscaldamento globale, aumento delle temperature, scioglimento dei ghiacciai e innalzamento del livello del mare. Ci facciamo sommergere dalla paura dell’idrofobia. Crediamo che l’acqua non finirà mai e ne avremo sempre in abbondanza. Ma è realmente così? Assolutamente No.
“ORO BLU. Storie di acqua e cambiamento climatico” è un libro pubblicato nel 2020 dalla casa editrice Editori Laterza. L’autore Edoardo Borgomeo, idrologo e ricercatore presso l’Università di Oxford, si occupa di progetti di gestione delle risorse idriche e adattamento al cambiamento climatico.
Attraverso interviste e viaggi l’autore narra esperienze di vita vissuta a contatto con l’acqua.
Il racconto si svolge come un viaggio partendo dalle coste del Bangladesh, da sempre meta di cicloni e inondazioni, dove all’abbondanza d’acqua che causa distruzione si contrappone la necessità d’acqua potabile sempre più scarsa e preziosa; si vola in America Latina in Brasile, ricco di dighe che producono idroenergia a scapito delle popolazioni della periferia; si attraversa l’Europa, dove si incontrano gli olandesi che, con la loro cultura centenaria sulla gestione dell’acqua, ne hanno creato un business da esportare in tutto il mondo, “trasformando l’acqua in conoscenze e consulenze”.
Attraverso il dialogo con le persone che ha intervistato, Borgomeo evidenzia le sfide che ogni giorno l’acqua presenta loro, tuttavia essi non si lasciano sopraffare e cercano con coraggio, determinazione e amore per le proprie radici, di trovare soluzioni adeguate ad affrontare la crisi idrica.
Trattando tematiche diverse anche molto lontane fra loro ma tutte accomunate dall’idea che l’acqua è fonte di vita da proteggere e conservare, Borgomeo invita il lettore ad apprezzare l’acqua dalla fonte alle fogne. “…dal letame che nascono i fior…” canta De Andrè e i singaporiani lo hanno ben capito utilizzando l’acqua di fogna per generare bioenergia, l’acqua sporca diventa una fonte da riutilizzare: “La New Water”.
Dal racconto di Borgomeo emerge con chiarezza che il problema dell’acqua potabile non riguarda solo i Paesi meno sviluppati ma sta diventando una realtà anche per i Paesi occidentali.
Il racconto insegna che l’acqua non è un oggetto da sfruttare, sprecare, inquinare ma da tutelare, salvaguardare, conservare.
L’autore utilizza parole chiare, esplicite ma a volte anche ricercate, purtuttavia molto comprensibili adatte ai lettori di tutte le età. Il linguaggio risulta fluido e scorrevole, ricco di aneddoti, aforismi e modi di dire che rendono la lettura molto piacevole e coinvolgente ma soprattutto suscita molte riflessioni.
Scopo dell’opera come più volte precisato dall’autore è educare all’idrologia.
Io ho apprezzato molto questo libro e gli do una valutazione di 10/10. Consiglio a tutti di leggerlo perché ci fa vedere le diverse “sfumature” dell’acqua e ci invita a conoscerla da un'altra prospettiva.
Parola dopo parola, così come l’acqua goccia dopo goccia scava la roccia, l’idrologia fa breccia nella coscienza del lettore. Riadattando al contesto il discorso del presidente Kennedy mi sento di dire che “non è importante ciò che l’acqua può fare per noi, ma cosa noi possiamo fare per l’acqua”, affinché l’oro blu continui ad esistere per tutti.

      Scarpelli Giulia Liceo Classico " B.telesio " ( Cosenza, Calabria )

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Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico è un libro di Edoardo Borgomeo, scritto con lo scopo di farci riflettere su quanto preziosa ed essenziale sia per noi l’acqua e quanto la stiamo sprecando. Talmente preziosa da essere chiamata oro blu. Così poca e noi così tanti. Ci dimostra, inoltre, come l’acqua si intrecci perfettamente con la vita quotidiana di ciascuno di noi, con la nostra cultura, la nostra storia e la nostra libertà.
“Senza di lei non duriamo nemmeno un giorno. Non possiamo scrivere, non possiamo alzarci la mattina, non possiamo amare, non possiamo fare niente. Senza di lei non c’è vita.” Dice Borgomeo, perché la gestione dell’acqua non riguarda solo ecologi o ingegneri, ma tutti noi. Attraverso l’acqua sentiamo e vediamo gli effetti del riscaldamento globale. Scioglimento dei ghiacciai, inondazioni sempre più frequenti e deserti che avanzano sono all’ordine del giorno, eppure restiamo indifferenti. L’acqua è protagonista della nostra vita e non ce ne rendiamo conto. La nostra società è idrofoba. Noi sprechiamo l’acqua, la inquiniamo e non le diamo il giusto valore. Borgomeo spiega che questo libro è un breve viaggio per scoprire l’acqua, per spingere la nostra società verso l’idrofilia e lontano dall’idrofobia, per provare a pensare l’acqua non solo come una molecola o come fonte di guerre, carestie e catastrofi, ma anche di opportunità. Attraverso le nove storie di persone la cui vita è fortemente legata all’acqua, l’autore tenta di mostrarci come ci stiamo autodistruggendo. La storia che mi ha colpito di più è stata quella di Namrata. Questa donna ha tre figli ed è in attesa del quarto. Lavora ogni giorno in un allevamento intensivo di gamberetti. Ha passato la maggior parte della sua vita immersa nell’acqua. Lei e gli altri abitanti di Batbunia stanno cercando di costruire la loro “arca di Noè”, una sorta di difesa dai cicloni e dalle alte maree ma, non avendone una, per ripararsi dai cicloni, viene utilizzata una struttura in cemento del loro villaggio da tutti i cittadini. Motivo per cui Namrata non si sente a suo agio ed evita persino di andare in bagno per evitare eventuali molestie degli uomini. Durante e dopo le inondazioni, le donne soffrono molto di più rispetto agli uomini a causa della mancanza di adeguati servizi sanitari. Questo è ciò che sta accadendo a Batbunia e lungo le coste di tutto il mondo, dove vivono più di seicento milioni di persone. L’acqua minaccia queste popolazioni sia per il rischio di inondazioni costiere, sia per la minaccia strisciante della salinazione degli acquiferi. Namrata si sposta solo dopo i cicloni e le alte maree per cercare riparo. Aspetta che le acque cattive si ritirino per tornare a lavorare nell'allevamento di gamberetti e coltivare il suo piccolo orto. L'acqua cattiva la spaventa, ma sa che prima o poi scenderà. L'acqua alta non può durare per sempre. Quello che la dovrebbe spaventare di più, ma lei non lo sa, è il cambiamento climatico. La febbre della Terra, l'innalzamento della temperatura globale causato dalle emissioni di gas serra, farà diventare i cicloni più frequenti e più distruttivi, causando inondazioni costiere molto più ampie. L'idrofilia ci invita a convivere con questa forza, e ci ricorda che l'acqua non è solamente fonte di rischi, ma anche di opportunità. Costruire il nostro legame con l'acqua significa ricordarsi che esiste anche l'altra acqua, quella buona, che aiuta a produrre alimenti ed energia, che crea e non distrugge.

      Calicchio Chiara Liceo Scientifico Mercalli ( Napoli, Campania )

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ACQUA: FRA FOBIA E FILIA
Se si desidera avere una visione più limpida e consapevole su quale sia l'effettiva situazione idrica della nostra Madre-Terra e quale sfide l'uomo debba da subito fronteggiare, allora non si può non leggere "Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico" di Borgomeo, edito da Laterza, opera prima dell'autore a metà strada fra un reportage e un testo divulgativo, che si rivolge non ai tecnici ma a chi l'acqua la conosce poco, con l'intento di avvicinare le persone alla bellezza del mondo dell'acqua, alle sue opportunità ma anche ai suoi drammi. Ciò che rende il testo particolarmente accattivante è che le nove storie raccontate, intitolate con altrettanti proverbi sull'acqua, sono il frutto dei viaggi, dei dialoghi, delle interviste effettuati dal giovane idrologo per 'andare alla fonte', per toccare con mano i diversi legami instaurati dall'uomo con questo bene prezioso.
È una narrazione fluida ed internazionale di vita quotidiana che ci racconta del rapporto indissolubile dell'uomo con l'oro blu, un rapporto spesso difficile, a volte drammatico, che richiede un continuo adattamento.
Il viaggio dell'appassionato idrologo parte dal Bangladesh che, come molti altri paesi costieri, convive con la forza distruttiva di una marea affamata e strisciante, sempre più frequente a causa del cambiamento climatico, che inonda e sommerge i luoghi e le persone, lasciandoli con l'acqua alla gola, e rende gli acquiferi più salati, avvelenando goccia dopo goccia gli abitanti.
Un viaggio che trasvola sulle dighe, infrastrutture che trasformano la forza distruttiva dell'acqua in potenziale idroelettrico, ma che, con una siccità sempre più intensa e fiumi sempre più prosciugati e privati della loro identità, possono generare ingiustizie e disastri ambientali. Da qui l'ansia di Flavio che gestisce a Brasilia le dighe del Sao Francisco e che deve decidere "chi berrà per primo da un bicchiere che è praticamente vuoto".
Il viaggio continua in città sempre più sovraffollate ed assetate, come Karachi e Città del Messico, dove la crescita esponenziale non sorretta da adeguate pianificazioni e gestioni (il 35% dell'acqua si perde fra le crepe delle condutture) trasforma l'acqua in uno strumento di sopruso e disuguaglianza sociale con condutture più strette verso le periferie e più larghe verso il centro, con autobotti controllate dalla mafia dell'acqua.
Ne emerge un mondo tendenzialmente idrofobo, nel quale non si dà il giusto valore
all'acqua, la si dà per scontata, la si spreca, la si inquina (basti pensare alla presenza nelle fogne di tutte le grandi metropoli dei fatbergs, lunghi serpenti di grasso e rifiuti), la si allontana il più possibile con piani urbanistici inadeguati.
Ma non appena si comprende il vero valore dell'oro blu, l'acqua diventa fonte di emancipazione sociale e di affrancamento dalla criminalità, come è successo per la diga siciliana sul fiume Jato; di opportunità economiche legali, come per gli olandesi che hanno accolto l'acqua nelle loro città e che ora vendono all'estero le loro conoscenze idriche; o come per i singaporiani che riciclano l'acqua di fogna.
La vera "riverlution" deve partire da noi: da come noi sentiamo, viviamo e consumiamo l'acqua. Questo saggio coinvolgente, che si legge come si beve un bicchiere d'acqua, spinge il lettore a recuperare e ad accrescere la propria idrofilia: l'acqua va sentita come parte di noi stessi e della nostra identità per poterla rispettare davvero e non sprecarla!

      Catone Pancaro Anna Liceo Statale Salvatore Pizzi ( Capua (ce), Campania )

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“Oro blu” è il libro di Edoardo Borgomeo pubblicato nel 2020 dalla casa editrice Laterza. Quest’ultimo è un giornalista, scrittore e attivista italiano. Nato a Roma nel 1989, si è laureato in idrologia con un dottorato presso l'Università di Oxford, dove è stato ricercatore associato onorario dal 2016. Attualmente lavora alla Banca Mondiale, dove si occupa di progetti per la gestione delle risorse idriche e l'adattamento al cambiamento climatico.
Il libro "Oro Blu” è una raccolta di racconti che esplorano il tema dell'acqua, sia come fonte di vita che come elemento distruttivo; attraverso le varie storie, l'autore ci fa riflettere sulla sua importanza per la vita, ma anche sui suoi effetti distruttivi, come le inondazioni, le alluvioni e la scarsità d'acqua. Il libro è diviso in tre parti: la prima racconta le storie degli abitanti di una piccola città costiera che devono fare i conti con la minaccia di un'alluvione; la seconda parte ci porta in una regione montuosa dove una scarsità d'acqua mette a dura prova la vita degli abitanti; infine, la terza parte ci porta in un futuro distopico dove l'acqua è diventata un bene prezioso e raro.
"Oro Blu" è quindi un'analisi approfondita dei cambiamenti climatici, esplora le conseguenze dei problemi sulla vita marina e sulla società, e propone possibili soluzioni pratiche per gestire e mitigare queste problematiche in modo efficiente e sostenibile, sottolineando l'importanza di una cooperazione globale per affrontare la crisi idrica.
Il libro è scritto in modo molto accessibile e informativo, con una vasta gamma di fonti e ricerche scientifiche; infatti, il testo è arricchito da numerose interviste a esperti del settore e da dati e statistiche che supportano le tesi espresse.
L’autore ci fa riflettere sull'importanza dell'acqua per la vita, ma anche sulla sua fragilità e sulla necessità di preservarla e utilizzarla in modo sostenibile. Il libro, scritto in uno stile evocativo, con una forte attenzione alla descrizione del paesaggio e alla caratterizzazione dei personaggi, ci fa sentire come se fossimo parte delle storie raccontate, e ci fa riflettere sui nostri comportamenti nei confronti dell'acqua e sulla sua importanza per la vita.
Il libro è consigliato a chiunque sia interessato all'ambiente e alla salvaguardia del mondo marino, a coloro i quali siano interessati a temi ambientali e sociali. La scrittura è molto fluida, accattivante e facile da leggere e ciò rende il libro accessibile a un pubblico ampio. È un libro che spinge a riflettere e a fare qualcosa per aiutare il nostro mare e il nostro pianeta. In generale, "Oro Blu" è un libro interessante e ben scritto che offre una panoramica completa sul tema dell'acqua e del suo valore per la società attuale. Il mio voto al libro ‘’Oro Blu” di Edoardo Borgomeo è: 9/10.

      Maiello Vittoria Liceo Scientifico Mercalli ( Napoli, Campania )

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"Oro blu Storie di acqua e cambiamento climatico” è un saggio tascabile di Edoardo Borgomeo edito da Laterza nel 2020. Lo stile narrativo adoperato è ricco e conduce il lettore in vari posti del mondo. Nel breve saggio ciò che più colpisce è proprio il modo in cui l'autore abbia saputo trasmettere conoscenze essenziali tramite nove storie diverse, ma unite da una sola tematica: l’idrofilia, imparare a convivere con l’acqua e la sua forza distruttiva.

Il nucleo tematico principale, intorno al quale confluiscono tutti gli altri, è l’importanza dell’acqua.
La narrazione è discorsiva e istruttiva, con notizie curiose ed educative: piena di incontri, condivisione di idee, riferimenti ad episodi storici e dati scientifici.
E' inoltre ben evidenziato il tema dell’imminente cambiamento climatico, il quale ha anch'esso un ruolo fondamentale.

Personalmente, posso affermare che l’autore è riuscito nel suo intento: sensibilizzare il lettore affinché cambi il suo approccio verso l’acqua.
Il libro, tramite le interviste a persone di diversi paesi del mondo, racconta come vi sono sia sfide che opportunità legate alla gestione dell'acqua. Di come essa sia così fondamentale da legarsi ai campi dell'economia, della storia e della cultura, intrecciandosi strettamente alla vita di ognuno di noi.

Tra tutti i capitoli il primo ha un impatto significativo: viene intervistata Namrata, una donna incinta, abitante di un villaggio nel Bangladesh. Racconta gli effetti delle inondazioni e dei cicloni: non solo hanno distrutto moltissime strutture, ma hanno provocato tanto terrore in migliaia di persone.
Nel primo capitolo Borgomeo utilizza una frase che lascia riflettere: “si può imparare a convivere con il rischio”. È ciò che ha cercato di fare Namrata.
È affascinante il modo con cui ha cercato la soluzione: ha raccolto una rete di volontari che avvisa la comunità quando l’onda della marea è più alta del normale e quando è in arrivo un ciclone, in modo che lei e tutti gli abitanti del suo villaggio si possano rifugiare in una struttura in cemento armato, garantendo una protezione fino all’arrivo dei soccorsi.

Namrata ha cercato di prevenire le morti causate dall’acqua, anche se non riducono mai il rischio a zero; Namrata è stata coraggiosa, ha fatto ciò che la maggior parte della popolazione non fa: agire.
La sua è una storia di idrofilia, di responsabilità condivisa per convivere con la forza distruttiva dell’acqua.
Edoardo Borgomeo con “Oro blu” vuole trasmettere un messaggio riguardo la criticità della situazione attuale; di come il cambiamento climatico abbia un impatto sulla riduzione della disponibilità di acqua, dell’importanza di questa fonte per la sopravvivenza delle comunità umane e degli ecosistemi.
Quest’opera si può considerare un viaggio per tutti, una guida per migliorare il proprio rapporto con l’acqua; è sicuramente un libro da tenere, conservare e da rileggere più volte, per non dimenticare mai quanto l’acqua è sacra.
Leggere questo libro significa riscoprire l'acqua, imparare a intraprendere azioni per proteggere questa risorsa preziosa.
È bene non trascurarla e non darla per scontata; è compito di tutti prendersene cura.

      Morra Ludovica Liceo Statale Salvatore Pizzi ( Capua (ce), Campania )

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Edoardo Borgomeo, laureato in ingegneria ambientale presso l’Imperial College di Londra, ha conseguito un dottorato in idrologia l’Università di Oxford; attualmente lavora presso la Banca Mondiale dove si occupa di progetti di gestione delle risorse idriche e adattamento al cambiamento climatico. L’acqua e i problemi che la riguardano, infatti, sembrano essere il suo interesse esclusivo, per il quale ha, oltretutto, ricevuto un premio internazionale dall’ONU nell’Ottobre 2018. Il suo impegno si è poi teorizzato nel 2020, con la pubblicazione del suo libro: “Oro Blu. Storie di acqua e cambiamento climatico” con Laterza.
“L’acqua”: quante volte la nominiamo in un giorno? centinaia di volte; e quante volte invece la sottovalutiamo? altrettante.
È proprio questo ciò su cui Borgomeo ci vuole far riflettere: usufruiamo così tante volte dell’acqua nelle nostre azioni quotidiane, che per noi è diventata qualcosa di totalmente scontato e sottovalutato. La tesi portata avanti è molto semplice: l’acqua non è solo compito dei grandi che se ne occupano, ma di tutti noi; le nostre azioni influiscono sul nostro futuro e su quello di tutto il pianeta.
L’autore cerca di risvegliare in noi l’idrofilia, ossia la capacità di saper apprezzare l’acqua e di farne un uso corretto e consapevole. La società odierna può, di fatto, essere delineata come idrofoba: sprechiamo l’acqua, la inquiniamo, non le diamo valore, la scarichiamo il più lontano possibile dalle nostre vite. L’autore vuole quindi costruire in noi una nuova e diversa concezione dell’acqua, da cosa scontata e ignorata qual è, a bene prezioso, indispensabile e degno di essere rispettato.
Il nostro rapporto con l’acqua è fatto da due componenti completamente opposte: da una parte ne temiamo con terrore la scomparsa, le inondazioni e i diluvi, addirittura i conflitti mondiali che essa potrebbe potenzialmente provocare per la sua conquista; dall’altra parte non la conosciamo affatto, non ci appassioniamo ai dibattiti delle sue conseguenze sul riscaldamento globale, non riusciamo a comprendere il suo nesso con la politica e l’economia mondiale.
La soluzione che l’autore ci propone alla fine è quella di cambiare drasticamente il nostro rapporto con l’acqua è considerarla come un’amica, una componente essenziale, parte integrante delle nostre vite.
Per fare ciò Borgomeo racconta 9 storie: racconti di persone realmente da lui incontrate, che delineano un quadro delle sfide dell’acqua nel mondo.
Mi sento di consigliare vivamente questo libro, perché, oltre ad essere scritto con un linguaggio semplice e scorrevole, più di quanto possa sembrare supera le aspettative; personalmente mi ha fatto riflettere su alcune questioni che non mi erano mai giunte alla mente, mi ha aperto un mondo, facendomi riflettere e costruendo in me una nuova e più bella concezione dell’acqua.

      Akter Saima Liceo N. Copernico ( Bologna, Emilia Romagna )

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Il cambiamento climatico è ormai sotto gli occhi di tutti. Ragazze e ragazzi di tutto il mondo si stanno muovendo per chiedere un futuro migliore. Il libro “Oro blu - storie di acqua e cambiamento climatico” di Edoardo Borgomeo, vuole richiamare l’attenzione su una delle risorse più preziose che abbiamo. L’acqua, che diamo per scontata ma in futuro (non troppo lontano) si combatteranno guerre per lei; molte terre saranno sommerse a causa dell'innalzamento delle temperature e del conseguente scioglimento dei ghiacciai.
Pagina dopo pagina l’autore racconta storie che scorrono intorno a questo “oro blu” e portano i lettori all’origine del nostro legame con lei, per farci raggiungere un concetto di idrofilia che forse, potrebbe salvarla e salvarci. Tra le tante storie raccolte, me ne sono rimaste impresse alcune.
Una di queste è ambientata in Bangladesh, sul delta del Gange. Zona in cui si creano forti piogge, cicloni e onde di marea che lasciano acqua salata sui campi, rendendoli inutilizzabili. Trovare acqua potabile qui è ormai difficile, poiché spesso contiene dosi eccessive di sale che causano malattie di vario tipo.
Nel secondo capitolo si parla della forza motrice dell'acqua e delle dighe del fiume São Francisco a Brasilia dalla cui gestione dipendono mesi di produzione agricola e l’erogazione di elettricità per più di venti milioni di persone.
Di diritti dei fiumi se ne parla nel terzo capitolo. I Maori sostengono che i fiumi debbano essere considerati soggetti aventi diritti giuridici. Per otto anni hanno lottato con il governo neozelandese, ottenendo alla fine un accordo, affinché il fiume venisse riconosciuto come un essere vivente e parte integrante della storia del popolo stesso.
La quarta storia ci porta in Olanda. Secondo la visione olandese è necessario lasciare spazio all’acqua affinché possa “sfogarsi” e non fare danni. Gli olandesi destinano parte del loro territorio alle inondazioni. Così come succede in Messico, altro Paese che porta grande rispetto per l’acqua e la sua natura. Il capitolo che ho preferito è il nono, in cui si parla della storia di Danilo Dolci che, insieme ad un gruppo di contadini siciliani, ha costruito una diga sul fiume Jato, un’opera nata per immagazzinare l'acqua durante le piene e rilasciarla nei periodi di siccità. Luogo emblematico della lotta non violenta e della battaglia per il miglioramento delle condizioni di vita dei siciliani, questa diga rappresenta l’emancipazione dalla mafia, la pianificazione idrica dal basso, la mobilitazione dei cittadini nonostante l’assenza dello stato.
Storia dopo storia l'intento dell’autore si chiarisce: contrapporre all’idea di acqua catastrofica quella di acqua “buona” alla quale lasciare il proprio spazio e i propri diritti. Il libro si conclude chiarendo cosa sia l’idrofilia: comprendere e conoscere il potenziale dell'acqua e non addomesticare o temere l'acqua.

L'acqua rimarrà sulla Terra anche quando noi non ci saremo più.
Sopravviverà agli uomini…e noi? Sopravviveremo a noi stessi?
Chiudo con le parole significative di Danilo Dolci.
“Nel difendere l'acqua, mi difendo".

      Benozzo Diego Liceo Wiligelmo ( Modena, Emilia Romagna )

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“Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico” è l’esordio letterario di Edoardo Borgomeo, ricercatore e idrologo che lavora presso la Banca Mondiale. L’autore racconta nove storie, provenienti da nove diversi paesi del mondo, sull’acqua come risorsa. Il libro, pur essendo un saggio di divulgazione scientifica, procede quasi come un racconto narrativo grazie alla voce dei protagonisti delle storie. Incontriamo l’allevatrice di gamberetti del Bangladesh, dove l’acqua è temuta per la forza distruttiva delle inondazioni e nociva per la salute a causa dell’eccessiva salinizzazione; l’ingegnere di Rotterdam, che racconta come gli olandesi abbiano trasformato l’acqua in risorsa grazie alla costruzione di argini, canali e dighe tanto da essere ormai diventati “consulenti” dell’acqua che vendono la loro esperienza a altri paesi. Queste due storie costituiscono le due facce del rapporto uomo-acqua, ovvero idrofobia e idrofilia, due concetti che ritroviamo tante volte nel corso della lettura. Idrofilia significa capire e riconoscere che l’acqua è una grande ricchezza (tanto che l’autore la definisce “oro blu” per quanto è preziosa) e per questo va valorizzata e sfruttata nel modo giusto, senza sprecarla, senza inquinarla o temerla. Molto interessante la testimonianza di Julia, un’economista che in Australia sta lavorando ad una proposta di legge affinché al fiume venga riconosciuta personalità giuridica. In quasi tutti i paesi del mondo i danni ambientali sono perseguibili solo se arrecano danni alle persone; Julia si batte perché venga considerato reato inquinare il fiume anche se non c’è danno per nessuno: è il fiume stesso che ha diritto ad avere acqua pulita per poter creare il proprio ecosistema. Borgomeo dedica un capitolo all’importanza del sistema fognario per la salute dell’uomo. Se le fogne non funzionano, l’acqua non scorre, ristagna e diventa veleno. Nei sotterranei di Londra si formano i fatbergs, enormi iceberg di rifiuti di scarico che se non vengono eliminati bloccano le fogne. Sorprendente però è leggere che anche l’acqua di fogna può diventare una risorsa: i fatbergs vengono portati in impianti particolari e trasformati in energia; a Singapore l’acqua di fogna, attraverso il processo dell’osmosi inversa, viene rinnovata e trasformata in acqua pura. Nel mondo però purtroppo ci sono anche tante storie di idrofobia. Come ad esempio nella città di Karachi, in Pakistan, dove non basta più l’acqua dell’Indo per coprire l’intero fabbisogno di acqua. Dove non arrivano le condotte che prelevano acqua dal fiume vengono utilizzate le autobotti, rifornite dall’acqua estratta dalla rete per mezzo di idranti. Nove milioni di persone sono servite dalle autobotti e sono in balia dei trasportatori di acqua. Chi controlla gli idranti può decidere dove inviare le autobotti e dove creare scarsità di acqua. Da qui nasce la mafia dell’acqua, che genera grandi profitti. Il giornalista Mahim racconta la storia di Perween Rahman, un’architetta uccisa dai mafiosi con quattro colpi di pistola per aver reso pubblica una mappa degli idranti illegali nella città di Orangi Town. E l’Italia? Il nostro paese ha il più elevato consumo di acqua in bottiglia dopo Messico e Thailandia. Paghiamo le bollette per avere acqua potabile, ma beviamo acqua in bottiglia e soffochiamo il mare con la plastica. Quest’ultima considerazione dell’autore mi ha fatto molto riflettere perché tocca da vicino anche me: una corretta gestione dell’acqua è responsabilità di tutti.

      Bolognino Domenico Liceo Scientifico Augusto Righi ( Bologna, Emilia Romagna )

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Quanto potremmo sopravvivere senz’acqua? Probabilmente nemmeno un giorno: l’acqua infatti è l’elemento su cui si basa non soltanto la nostra vita in senso biologico, ma anche economico, sociale e culturale. Tuttavia l’acqua in questo periodo sta venendo colpita come non mai dal riscaldamento globale: basti pensare allo scioglimento dei ghiacciai o all’imprevedibilità delle piogge. In “Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico” Edoardo Borgomeo ci fa notare che “Anche se l’acqua è la protagonista di questi cambiamenti, non ci appassiona”: la verità è che l’acqua è così importante e basilare che pochi di noi pensano alla sua importanza durante la giornata.
In questo libro Borgomeo vuole dimostrarci che la nostra società vive nell’idrofobia “sprechiamo l’acqua, la inquiniamo, non le diamo valore, la scarichiamo il più lontano possibile dalle nostre vite” e vuole riavvicinarla all’idrofilia “L’idrofilia…vuol dire comprendere e conoscere il potenziale sociale dell’acqua”.

Col suo libro l’autore ci riavvicina all’idrofilia in nove viaggi: da un villaggio costiero in Bangladesh al fiume São Francisco in Brasile, dal Messico al Pakistan, ai Paesi Bassi e molti altri luoghi, ci parla dell'importanza dell'acqua per vari settori; ci fornisce esempi di come diverse regioni del mondo stanno affrontando la scarsità d'acqua e infine discute le possibili soluzioni per la gestione dell'acqua in un clima che continua sempre a cambiare.

Pur essendo un libro di divulgazione scientifica, l’autore alterna sapientemente i momenti in cui parla dei dati scientifici dalla narrazione delle persone protagoniste delle varie storie, rendendo il libro nel complesso poco pesante rispetto a quanto ci si aspetterebbe e di più facile comprensione. Inoltre, anche se il tema è di grande attualità e quindi trattato già in varie occasioni, il libro parla di un elemento dei cambiamenti climatici che non viene quasi mai trattato in modo esaustivo e in tutte le sue implicazioni sulle nostre vite.

Questo libro riesce a risvegliare la curiosità verso “l’oro blu”, ridando la giusta importanza alla sostanza a cui dobbiamo la nostra vita.

      Ghirri Alessia Iiss P.gobetti ( Scandiano, Emilia Romagna )

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Per lavarti cosa usi? L’acqua. Per cucinare? Acqua. Per far funzionare il riscaldamento? Acqua. Hai sete? Acqua. Hai caldo? Acqua. Vuoi sopravvivere? Hai bisogno di acqua.
Tutto ciò per riassumere che la nostra vita gira intorno a questo elemento e non a caso il consumo giornaliero di un cittadino si aggira intorno ai 140 litri. La cosa che impressiona di più però è il fatto che questo dato varia drasticamente a seconda di dove ti trovi. Dai 250 litri giornalieri consumati dagli europei, si passa ai 20 litri di quei popoli ai quali l’acqua viene tolta. E pensare che la maggior parte di queste civiltà è nata sui fiumi: territori come la Mesopotamia o l’India si trovano a dover combattere per garantirsi questo bene. Sembra un paradosso, ma si sa che ormai l’economia è tutto un fiume che scorre in direzione di chi sta in alto, delle grandi aziende, dei mafiosi dell’acqua. Tutti sanno quanto sia prezioso avere disponibilità idriche e per questo la gente paga, paga tutto ciò che è necessario e chi vende alza i prezzi, ma chi non può permetterselo? chi non riesce a stare alla velocità di questi flussi economici? chi sa che, anche volendo, non potrebbe mai vincere l’asta? È tutto un gioco di potere. Ma come in ogni gioco ci siamo anche noi a giocare, a poter cambiare le carte in tavola. Tutto sta nel non farsi battere da chi bara, creando le strategie vincenti. Bisogna partire dalle basi, dalle regole, da come comportarsi nei confronti dell’acqua, da come remare. Edoardo Borgomeo per realizzare questo libro ha viaggiato molto in luoghi tutti diversi tra loro, ma accomunati dallo stesso problema. Molti esperti gli hanno aperto gli occhi su alcune realtà delle quali dovremmo vergognarci. Noi ci lamentiamo se non abbiamo acqua in bottiglia a portata di mano, seppur avendo l’opportunità di prenderla dal rubinetto senza sforzi, poi ci sono persone che pur di dissetarsi sono costrette a bere acqua otto volte più salata del normale. Ma anche dalle brutte cose si possono trarre vantaggi. È l’esempio dei fatberg, “accumuli di grasso e merda” provenienti dai nostri rifiuti, i quali vengono sfruttati per ricavare energia. Tutto sta nel non essere idrofobi, bensì idrofili.
Il linguaggio utilizzato non è sicuramente semplice e colloquiale, per questo motivo non lo consiglierei a ragazzi che hanno meno di quindici anni, però è una buona risorsa per renderci conto di ciò che succede intorno a noi, o sotto di noi. Non dobbiamo farci fermare da quella che sembra la monotonia iniziale, perché procedendo, ai miei occhi, è una lettura scorrevole, fluente, interessante e di una lunghezza adeguata. Bisogna prestare attenzione però, altrimenti si rischia di perdersi nella marea di terminologie. C’è comunque attenzione e cura da parte dell’autore nel risultare comprensibile e chiaro, proprio al fine di smuovere qualcosa dentro al lettore, di turbare i suoi sentimenti e di insegnargli che l'acqua è vita e se vogliamo vivere dobbiamo imparare ad utilizzarla.

      Giorgi Lucia Liceo E. Fermi ( Bologna, Emilia Romagna )

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“É essenziale e in crisi, eppure ne osserviamo solo la superficie”.

Un viaggio dal Bangladesh al Brasile, dall’Australia all’Olanda: nove storie tutte accomunate dal bene più prezioso che abbiamo, l’acqua. Pubblicato nel 2020 dalla casa editrice Laterza, in “Oro Blu” Edoardo Borgomeo, idrologo e divulgatore scientifico, trasporta i suoi lettori a guardare quella piccola molecola, per gli umani quasi insignificante, con occhi diversi.
D’altronde quante volte ci chiediamo quale sia la sua vera essenza? Da sempre l’uomo è abituato all’acqua, per questo la sottovaluta: sottovaluta la sua crisi, la sua potenza distruttiva, i suoi diritti e i conflitti che essa genera. Il tentativo di Borgomeo, invece, è quello di farci percepire l’acqua come un dono da gestire con intelligenza, e di condurci verso l’idrofilia, per migliorare il nostro legame con essa. "L'acqua è vita” e riguarda tutti, non solo chimici ed ingegneri. Non è una proprietà, un oggetto o una risorsa, è semplicemente parte di noi: dobbiamo accoglierla e addomesticarla, al fine di una convivenza pacifica. Attraverso l’importanza di questa molecola, infatti, il libro ci guida nell’identità di molti popoli, che in essa riconoscono un ruolo fondamentale, oppure un nemico: riscopriamo l’acqua, dunque, come un prodotto, un’espressione della società, a cui essa è profondamente legata.
La lettura è stata gradevole ed incalzante, il registro tecnico e quello divulgativo sono stati amalgamati nel testo per coinvolgere e informare senza annoiare. La scelta linguistica dei capitoli intitolati con modi di dire e proverbi è stata particolarmente efficace: è necessario, infatti, ricordarsi che, nonostante l’acqua sia parte integrante della nostra quotidianità, non è banale nè scontata, bensì una componente che costituisce memoria e identità collettiva e culturale.
Travolto da un’autentica passione, Borgomeo è stato in grado, con ammirevole padronanza della materia, di trattare argomenti scientifici in chiave fluida e chiara, tanto che ogni pagina contiene in sé un fascino trasmissibile anche a coloro che non sono abituati a leggere questa tipologia di libri. Insomma, il viaggio che ha trasformato quella piccola molecola da semplice oggetto a soggetto, ci ha mostrato come essa non ha bisogno di noi, non ne ha mai avuto e non ne avrà mai; continuerà ad esistere come se nulla fosse. Noi invece abbiamo bisogno di lei. Abbiamo, quindi, una responsabilità nei suoi confronti: dobbiamo trattare con cura questa piccola “fonte di vita” di nome acqua, in quanto rappresenta l’unico futuro che abbiamo.

      Ikac Boris Liceo Scientifico " Niccolò Copernico " ( Udine, Friuli-venezia-giulia )

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Edoardo Borgomeo, laureato presso l’Università di Oxford e impiegato presso la Banca Mondiale, dove si occupa di gestione delle risorse idriche, nel 2020 pubblica un libro divulgativo sull’acqua: Oro Blu. Storie di acqua e cambiamento climatico.
Immaginate di aprire Netflix e d’imbattervi in una serie che porta il nome di “Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico”. Il nome vi alletta, sembra trattare una tematica molto discussa. Decidete, così, di informarvi e scoprite che la serie, diretta da Edoardo Borgomeo, è composta da nove episodi trattanti nove storie di acqua diverse. Determinati a guardare la stagione tutta d’un fiato, preparate i popcorn e iniziate la visione.
La serie esordisce con la storia di Namrata, una giovane madre bengalese, costretta a convivere con la forza distruttiva della marea. Lei ci racconta di come le inondazioni, i cicloni e i monsoni, causano povertà e morti, conseguenze a dir poco catastrofiche. Veniamo anche a conoscenza del fatto che milioni di persone sono costrette ogni giorno a bere acqua contenente arsenico, un’arma tacita. Costernati da quanto appena appreso, procediamo con la seconda puntata, ambientata in Brasile, uno Stato basato sull’energia idroelettrica. Ci vengono esposte le problematiche della gestione e della privatizzazione dell’acqua per scopi esclusivamente politici ed economici. Riprendiamo la nostra navigazione tra gli episodi e incappiamo nei diritti idrofili, fondamentali per garantire la salubrità dell’acqua, un vero e proprio soggetto giuridico. A questi seguono il business redditizio dell’acqua dei Paesi Bassi e delle grandi multinazionali, la fondamentalità, al fine di garantire la sanità pubblica, dell’impianto fognario, con i suoi fatbergs, i “serpenti di grasso” dal notevole potenziale bioenergetico, e la mafia dell’acqua pakistana, il cui maggiore nemico è la trasparenza. Avvicinandoci alla fine, veniamo a sapere del declino del giardino dell’Eden iracheno, le paludi, prosciugate dalle decisioni di Saddam Hussein e dal cambiamento climatico, e dei disastrosi effetti della bonificazione dei territori aztechi da parte degli spagnoli. Assimiliamo anche che, spesso, l’acqua è uno strumento per guadagnare consenso. E mentre da lontano scorgiamo la foce del fiume, siamo arrivati all’ultima storia, che ci riporta in Italia, in Sicilia, per la precisione. Per il gran finale, torniamo ad affrontare il controllo della mafia sull’acqua ed elogiamo coloro che hanno costruito e gestito la diga sul fiume Jato, coloro che hanno supportato il concetto di “acqua democratica”, permettendo l’eclissi della fame e della miseria.
Per troppo tempo l’uomo ha creduto di essere padrone del mondo. Purtroppo, ciò di cui non si rende conto è che anche il leone è un re, ma non per questo vive più a lungo. Quando prenderemo coscienza di ciò che ci aspetta dietro l’angolo, sarà troppo tardi. Non ci sarà divinità o essere umano in grado di soccorrerci. Saremo come un uomo in mezzo all’Oceano Pacifico, soffocato dall’onde che lui stesso ha causato. Tenteremo, invano, di trovare e afferrare una tavola di salvezza a cui aggrapparci. Tuttavia, se già ora il Fato ha in serbo l’estinzione della specie umana, non sarà necessario arrampicarsi sugli specchi: non ci rimarrà altro che vivere a pieni polmoni i pochi decenni che ci restano, respirando gli ultimi anni della nostra esistenza. L’uomo ha dato il suo contributo all’evoluzione della Terra. Eppure, è l’unico responsabile del suo declino.

      Cenci Edith Iismargherita Hack ( Morlupo, Lazio )

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"Oro blu: Storie di acqua e cambiamento climatico" è un volume entrato in commercio il 5 marzo 2020 ed è stato scritto da Edoardo Borgomeo, un giovane idrologo che ha deciso di specializzarsi nella gestione dell’acqua.
Il libro è un saggio incentrato su argomenti di attualità che riguardano l’acqua come fonte di vita e di risorse ma anche come forza distruttrice che è pronta a riprendersi ciò che è stato originariamente sempre suo.
Come si intrecciano la nostra storia evolutiva e quella dell’acqua? Siamo una popolazione idrofila o idrofobica? Saremo mai in grado di entrare in totale sintonia con questa risorsa per sfruttarla in maniera rispettosa ma efficace?
L’autore ci prende per mano e ci accompagna alla scoperta di nove realtà differenti, raccontate in un equivalente numero di capitoli.
Bangladesh, Brasile, Australia, Olanda, Iraq, Italia, India, Messico ed Inghilterra sono i paesi in cui Borgomeo, tramite le sue esperienze in prima persona, ha l’opportunità di entrare in contatto con le diverse culture ed il modo in cui scelgono di gestire l’acqua e tutto ciò che essa comporta.
Che sia una semplice donna del Bangladesh che è impossibilitata a lascare il suo villaggio natale o che sia un confronto con degli esperti ingegneri idraulici olandesi che hanno scelto di sfruttare al meglio le risorse del proprio paese, l’argomento delle conversazioni è sempre un' immersione nel passato e nel presente di popoli differenti che hanno una propria esperienza personale con la nostra principale fonte di vita.
I personaggi in generale ci vengono presentati senza l’accostamento di particolari analisi psicologiche o di descrizioni fisiche approfondite, poiché la focalizzazione sull’argomento principale del libro resta costante su tutti i fronti, tuttavia l’autore riesce perfettamente a trasmettere al suo pubblico di lettori le sensazioni e i sentimenti che i suoi interlocutori provano durante le loro interviste ed i loro scambi culturali.
Lo stile è estremamente fluido, con la parziale presenza di un linguaggio tecnico-specifico ma che di fatto risulta sempre comprensibile, per permettere l'assimilazione adeguata di un argomento cosi importante.
La lettura avanza in modo veloce ed incalzante, facendoti perdere completamente nella narrazione, né troppo romanzata e né troppo scientifica, perfettamente coerente alla realtà.
Leggere questo libro potrei definirlo definitivamente un' esperienza unica: molte delle dinamiche che emergono dai vari racconti sono di certo sconosciute a molti, per questo l’opera di Borgomeo ha un' accentuazione sia educativa che innovativa.
Si parla spesso di acqua solo e sempre in maniera superficiale e banale, perciò il suo essere intrecciata con l’economia, la politica e la cultura, come anche con la criminalità organizzata risulta oscurato; invece in questa occasione ci vengono presentate tantissime sfaccettature di argomento comune ad ogni essere vivente.
Iniziare ad inquadrare l’acqua come mezzo per l’innovazione e non solo come un qualcosa che genera caos è fondamentale per la nostra sopravvivenza futura, in un mondo in cui i cambiamenti climatici e le catastrofi naturali sono in costante aumento.
L’acqua è sempre stata e sempre sarà una presenza costante, è perciò fondamentale comprendere che è impossibile dominarla, rendendo un nostro compito quello di imparare dalle nostre esperienze e confrontarci con gli altri per incominciare realmente a viverla. Voto 10/10

      Corvari Luca Liceo Scientifico Francesco D’assisi ( Roma, Lazio )

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Titolo del libro: Oro Blu
Autore: Edoardo Borgomeo
Recensione:
Oro Blu è un testo che affronta una delle tematiche di sempre maggiore attualità dell’ultimo millennio, il rapporto che l’uomo ha con uno degli elementi da cui dipende la sua stessa esistenza: l’acqua. L’autore tramite una serie di viaggi in varie parti del globo terrestre analizza e cerca di illustrare al lettore i differenti tipi di rapporti che la società umana ha con questo prezioso elemento. All’interno di quest’opera infatti sono affrontate diverse tematiche che spaziano dai disastri ambientali che l’acqua può causare, alle sue molteplici tipologie di sfruttamento allo scopo di trarne profitto, all’inquinamento della stessa. Durante tutti i suoi viaggi Borgomeo, titolare di un dottorato in Idrologia, incontra esperti locali i quali si rivelano preziose guide per una comprensione nei minimi dettagli delle differenti tematiche affrontate nel libro. Come già accennato il testo tende a presentare sotto diverse angolazioni il rapporto uomo/acqua, che spaziano dalle inondazioni ed i tifoni in Bangladesh, alla costruzione di città la cui stessa esistenza è strettamente legata all’acqua come accade nei Paesi Bassi, al profondo legame che da sempre esiste tra la popolazione Maori e questo elemento, alla formazione di fatberg nelle fogne di alcune città europee, con particolare riferimento a Londra, alla mafia dell’acqua in Sicilia e a quella delle autobotti in alcuni paesi orientali o allo sfruttamento indiscriminato dell’acqua attraverso la costruzione di dighe come accade in Brasile. Di ognuno di questi aspetti l’autore tende sempre, avvalendosi delle esperienze dei suoi contatti locali, ad analizzare i molteplici aspetti esaminandone le probabili cause e cercando delle eventuali soluzioni. Una delle tematiche che più incuriosisce nel corso della lettura di questo libro è sicuramente quella inerente i fatberg, un fenomeno così vicino alla nostra quotidianità, che ci dovrebbe far riflettere in merito all’importanza di non gettare nulla negli scarichi in quanto tutto ciò di cui apparentemente ci disfiamo tramite l’acqua riversata nelle fognature, tende prima o poi a ritornare a noi riportato proprio da quell’acqua che in precedenza abbiamo incoscientemente inquinato. L’autore con la sua opera ha affrontato una tema attuale ed importante, la scelta del titolo è motivata dal fatto che attraverso la lettura di questo testo si riesce a comprendere la profonda importanza dell’acqua, che viene definita correttamente con il termine “oro blu” in quanto molto spesso assai più importante del prezioso minerale. Il testo affrontando un argomento di estrema attualità, consente al lettore di acquisire un’ampia panoramica in merito a differenti aspetti del rapporto uomo/acqua nelle varie parti del mondo, formulando tesi e soluzioni, e soprattutto riflette l’impegno e la dedizione dell’autore nella campagna di sensibilizzazione in merito ad un utilizzo consapevole di questo prezioso elemento.

      Croitoru Corina Liceo Edoardo Amaldi ( Roma, Lazio )

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Oro blu di Edoardo Borgomeo racconta, attraverso varie interviste in giro per il mondo, di qualcosa di assolutamente essenziale, senza la quale non ci sarebbe vita: l'acqua. Andando in Bangladesh, da Namrata, veniamo a conoscenza della forza benefica dell'acqua, che grazie ai monsoni rende fertile la terra. Ma veniamo anche a sapere cosa è in grado di fare la forza distruttrice dell'acqua, poiché a causa del cambiamento climatico ci sono spesso cicloni che rompono gli argini del Bengala, uccidendo migliaia di persone. Spostandoci in Brasile, incontriamo Flavio che si occupa di gestire l'acqua della diga del fiume São Francisco. Quando fa il suo lavoro, Flavio deve tenere in conto domanda e offerta prima di decidere chi avrà prima una determinata quantità d'acqua, contando anche che una certa quantità d'acqua deve restare nel fiume affinché esso possa continuare ad essere definito tale. In Australia, Julia parla di voler rendere il fiume Murrumbidge un soggetto giuridico, cosa già avvenuta in Nuova Zelanda con il fiume Whanganui. Ciò è la conseguenza di una lunghissima battaglia legale tra il governo neozelandese e la tribù maori che vive vicino al fiume. Rendendo il fiume un soggetto giuridico si può punire penalmente chi inquina il fiume danneggiando lui e il suo ecosistema. La tribù maori ha cominciato questa battaglia giacché il governo non riconosceva il suo legame con il fiume, senza il quale la tribù si sente incompleta. Ci insegnano che l'acqua non è solo una fonte di guadagno da sfruttare, ci ricorda che l'acqua è vita. Spostandoci a Karachi, in Pakistan, scopriamo che ci sono persone tagliate fuori dalla distribuzione idrica, che ricevono l'acqua da autobotti e a caro prezzo. La stessa cosa avviene anche in alcune città del Messico, dove le autobotti vengono chiamate “pipas”, solo che lì l'acqua non è vista solo come strumento di guadagno, ma anche come strumento di voto: niente foto del voto, niente acqua. Tutte queste storie, scritte dalla mano di Edoardo Borgomeo in maniera semplice e chiara, raccontano di come l'acqua possa distruggere ma anche creare, di come possa dividere ma anche unire. Come dice l'autore, la nostra società è “idrofoba”: non sentiamo quasi mai parlare dell'acqua, il che è sbagliato. L'acqua è fondamentale, se ne dovrebbe parlare il più possibile, la nostra società deve imparare a diventare “idrofila”. Dobbiamo imparare a rinsaldare e riconoscere apertamente il nostro legame con questa sostanza preziosa quanto l'oro, se non di più, questa sostanza che dobbiamo imparare imparare a rispettare e usare, senza distruggere il nostro pianeta, dalla quale dipende la nostra stessa vita.

      De Luca Giorgia Liceo Teresa Gullace Talotta ( Roma, Lazio )

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“Oro blu” non solo un libro
Tanto importante quanto allo stesso tempo scontata l’acqua è la nostra principale fonte di vita “senza di lei non duriamo nemmeno un giorno,non possiamo scrivere,non possiamo alzarci la mattina,non possiamo amare,non possiamo fare niente”: è proprio con questa incalzante riflessione che si apre il libro “Oro blu”di Edoardo Borgomeo che,laureato in ingegneria ambientale e con un dottorato in idrologia,all’esordio con la scrittura, tratta l’appassionante tema dell’acqua.
Il libro,attraverso nove racconti, cerca di far comprendere quanto l’acqua sia strettamente legata ad ogni dinamica sociale,politica,ambientale e perfino economica, e lo fa partendo dal Bangladesh, dove incontriamo Namrata,un’allevatrice di gamberetti incinta del quarto figlio che combatte con le devastanti conseguenze provocate nel suo villaggio da tempeste e inondazioni; la donna reca sul corpo i segni allarmanti dell’acqua che, come tutte le persone del posto, ingerisce ogni giorno.
Il viaggio porta il lettore fino in nuova Zelanda,attraverso un itinerario che rivela le lotte quotidiane e il rapporto con l’acqua che ogni personaggio citato presenta e rappresenta.
I titoli dei nove capitoli nei quali si articola il libro fanno riferimento a metafore o a modi di dire comuni; essi forniscono la chiave di lettura di ciascun capitolo svelando significati profondi che sorprendono il lettore.
Così Edoardo Borgomeo propone importanti questioni invitandoci a riflettere sulla percezione distorta dell’acqua che, nella nostra società, vede l’”oro blu” come oggetto di contesa e conflitto, come risorsa infinita di cui la “parte ricca” del pianeta può disporre a piacimento secondo una distribuzione drammaticamente iniqua che, da sempre, penalizza le popolazioni più povere.
Accanto ai temi più generali ed eticamente coinvolgenti, il saggio di Borgomeo propone ad ognuno di noi un maggiore rispetto per l’acqua attraverso consigli pratici che vanno dal rivedere le nostre abitudini di smaltimento fino alla scoperta della convivenza con l’acqua adeguandoci ai suoi spazi,in un’ottica “idrofila”che costituirebbe un passo determinante per migliorare la nostra società.
Il saggio si presenta come un innovativo reportage volto non tanto a criticare la realtà quanto ad educare e migliorare la nostra convivenza con l’acqua così da non vederla più come “un semplice liquido ma come la ragione della vita,qualcosa che è impossibile sprecare perché non si spreca la vita”.
Grazie ad una scrittura chiara e scorrevole, il libro si rivolge a tutti; le molte testimonianze riportate, riferite anche attraverso interviste, “alleggeriscono” il contenuto rendendo il saggio adatto anche ad un pubblico di giovanissimi che possono procedere nella lettura senza mai essere scoraggiati da un linguaggio troppo “tecnico”.

      Invitti Elisa Liceo Scientifico G. Keplero ( Roma, Lazio )

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“Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico” è una narrazione-reportage di Edoardo Borgomeo, dottore in idrologia e ricercatore che si occupa di progetti di gestione delle risorse idriche e adattamento al cambiamento climatico. In questo libro, la sua prima produzione letteraria, egli tratta il tema dell’idrofilia, il nostro ideale rapporto con l’acqua, e della sua gestione, di cui ognuno si deve occupare.
L’acqua è la nostra risorsa più importante eppure l’essere umano non riesce a gestirla in modo consapevole: siamo spaventati dalla carenza di risorse idriche e allo stesso tempo siamo terrorizzati dalla potenza degli oceani e dei fiumi. L’autore evidenzia come il nostro rapporto con l’ “oro blu” sia ad oggi di idrofobia: sprechiamo, inquiniamo l’acqua, cerchiamo di conservarla, di contenerla e controllarla.
“Oro blu” è la sintesi tra un romanzo, un testo di analisi e un libro di introspezione: attraverso i racconti dei suoi incontri con ricercatori e locali in tutto il mondo, Edoardo Borgomeo narra di diversi rapporti con l’acqua e con il cambiamento climatico.
L’autore tratta temi abbastanza noti, come ad esempio la forza distruttiva ma anche produttiva dell’acqua, il diritto alla sua fruibilità e le conseguenze della sua mancanza, quali depressione economica, migrazioni e conflitti. Sono sviluppati anche argomenti meno conosciuti: i diritti propri dell’acqua, le proprietà dell’acqua di fogna e il business dell’acqua.
Inoltre, attraverso le storie di chi abita in paesi molto lontani dal nostro, Borgomeo fa scoprire al lettore in modo più personale come l’acqua possa essere talmente preziosa per un’intera nazione da diventare merce di interesse per mafiosi e governanti, essere l’oggetto di intere campagne politiche e proteste.
Il viaggio di “Oro blu” dal Bangladesh al Brasile, dall’Australia all’Olanda, dall’Inghilterra all’India, al Pakistan fino all’Iraq e al Messico, denso di digressioni storiche e analitiche, aiuta a capire meglio i diversi rapporti delle varie culture con l’acqua, per identificare i principali problemi della nostra società idrofoba e imparare come gestire questa grande risorsa in modo sempre più efficace.
In tutto il suo libro Edoardo Borgomeo promuove una gestione dell’acqua consapevole da parte dei singoli, non solo degli specialisti, adattata ad ogni situazione nello specifico, mirata a sopperire ai nostri bisogni ora e in futuro.
Il tema di grande attualità, le esperienze da varie parti del mondo e le riflessioni di carattere etico rendono questo libro interessante e coinvolgente, nonostante forse l’autore dovesse ancora individuare un proprio stile di scrittura definito al momento della stesura.
Consiglio la lettura a tutti coloro che si interessano del futuro del nostro pianeta, in particolar modo ai giovani.
“Oro blu” è veramente un libro che fa riflettere sul proprio approccio intellettuale e pratico alla gestione dell’acqua, che incoraggia ad immaginare le basi per un mondo più idrofilo che saranno proprio le nuove generazioni a dover costruire.

      Manganiello Martina Liceo Scientifico Sandro Pertini ( Ladispoli, Lazio )

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Quante volte abbiamo sentito dire che l’acqua è la base della nostra vita, una fonte essenziale e una risorsa preziosa, ma siamo sicuri di conoscerla realmente, di essere riusciti ad attraversare la sua superficie e ad osservarla nel profondo? Edoardo Borgomeo ricercatore presso l’università di Oxford e vincitore di un premio internazionale dell’ONU nel 2018 per la sua produzione scientifica ci aiuta a trovare una risposta a questa domanda, a conoscere approfonditamente il rapporto dell’uomo con l’acqua, le sfide che la coinvolgono e a fornirci una visione diversa di essa e del suo ruolo nella società.
Il testo si articola in nove storie di uomini e donne, in varie parti, del mondo con necessità e problematiche differenti nella vita di tutti i giorni e le soluzioni adottate. Attraverso questo percorso immaginario sono messi in luce problemi come i disastri ambientali dovuti ad alluvioni o straripamenti che costringono le persone che vivono nei pressi di fiumi a lasciare la loro casa, la loro terra e ad adattarsi. È importante riuscir a convivere con l’acqua, lasciarle il suo spazio perché vincerà comunque sempre lei. “Dove c’è scarsità c’è profitto”, questa è la mentalità dell’uomo che ha ad esempio creato un business come quello delle bottiglie d’acqua in plastica, il cui consumo è dettato dalla nostra cultura, dalla nostra visione di acqua “sporca” e non da un bisogno effettivo; basti pensare al fatto che l’Italia, Paese che in confronto agli altri ha una percentuale di povertà molto più bassa e in cui tutti i cittadini pagano per avere l’acqua a casa, negli ultimi anni è sempre stata tra i primi tre posti fra i Paesi che consumano maggiormente acqua in bottiglia. Tramite questo libro possiamo conoscere la realtà dei sistemi fognari a Londra, come in altri posti, invasi da ammassi di rifiuti, risultato di una società le cui abitudini non spariscono ma si trasformano. E poi ancora i lati oscuri dietro la gestione di dighe o autobotti dovuti alla cosiddetta mafia dell’acqua e alla corruzione. L’acqua è alla base di conflitti interni e probabilmente di future guerre, genera dissensi e rivalità anche perché spesso non tutti hanno il diritto all’acqua potabile.
Borgomeo ci parla di questi aspetti con un’eccezionale organizzazione dei contenuti che rende il discorso chiaro e comprensibile. In ogni storia racconta fatti e dettagli man mano, con tono avvincente o più drammatico a seconda di ciò di cui sta trattando e, utilizzando di tanto in tanto anche delle pause, riesce a far accrescere la tensione nel lettore che sviluppa man mano in sé una certa curiosità. Mi ha colpito particolarmente la sensibilità con cui ricorre ad ogni tema che permette ancora di più di immedesimarsi nelle realtà di cui parla, da un lato distanti da noi ma allo stesso tempo vicine in quanto causate dall’idrofobia, la nostra incapacità di riuscire a valorizzare l’acqua oltre le parole.
Oro blu è un viaggio che ci permette di ampliare lo sguardo, di ragionare concretamente, di avere molti spunti di riflessione per poter cominciare ad assumere un atteggiamento diverso e invertire la rotta perché nella situazione in cui ci troviamo la responsabilità è di tutti, non solo di tecnici ed esperti, e arrivare così a conoscere il potenziale dell’acqua e la sua capacità di unire idee e ambizioni lontane dal consumismo e dallo spreco.

      Morelli Francesco Andrea Liceo Scientifico Statale G.vailati ( Genzano Di Roma, Lazio )

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Edoardo Borgomeo, classe 1989, dottorato in idrologia all’università di Oxford, ha lavorato per la Banca Mondiale e l’International Water Management Institute in Medio Oriente, Sud America, Asia Meridionale ed Africa Orientale. Nel 2020, durante la pandemia, ha pubblicato con Laterza “Oro Blu, storie di acqua e cambiamento climatico”, libro dedicato al tema dell’acqua, alla sua importanza per la vita e per la cultura umana, al suo ruolo di forza della natura, ed alle sfide ed alle opportunità che rappresenta, illustrate attraverso nove storie ambientate in luoghi diversi.
Secondo l’autore, l’acqua non è solo un bene di prima necessità, ma è politica, presenta collegamenti con la malavita, può essere usata come un’arma, è stata utilizzata in maniera impropria da persone ed organizzazioni per trarne vantaggi in termini sia economici sia di eliminazione di avversari politici o di intere comunità, e sempre a discapito dei più deboli, di coloro che vivono in luoghi nei quali l’acqua – che nel mondo occidentale si spreca senza troppi pensieri – rappresenta un lusso invece che un diritto.
Lo scopo del libro consiste nel sensibilizzare il lettore sul tema dell’acqua e del suo spreco promuovendo l’idrofilia, cioè un atteggiamento di attenzione all’acqua in modo che tutti contribuiscano a gestirla e preservarla, anche nel quotidiano.
Per coinvolgere il lettore ed avvicinarlo al tema, l’autore dedica ogni capitolo ad un paese diverso, raccontando storie, riportando dialoghi con addetti ai lavori, comuni cittadini, testimonianze di personalità di spicco, illustrando le procedure di razionamento, ad esempio, o le politiche adottate, e come le persone vivano in prima persona i problemi legati all’acqua. Sono particolarmente interessanti i racconti dedicati al ruolo dell’acqua e al modo in cui è stata sfruttata in crisi politiche di rilevanza non solo regionale per le popolazioni che le hanno subite direttamente, ma anche mondiale per gli effetti che ne sono derivati. Quello che emerge è che nessun continente è estraneo ai problemi legati all’acqua, e che è un bene da tutelare non solo dal punto di vista ambientale e pratico, ma anche politico e legislativo, oltre a costituire un diritto umano. Le diverse situazioni esistenti nei paesi oggetto dei racconti illustrano l’importanza che l’acqua ha in ogni area del pianeta, i suoi effetti, i problemi causati dalla sua gestione, di come vada preservata e usata al meglio per garantire che le generazioni future non soffrano per la sua mancanza. Il punto fondamentale è che comunque, qualora non si abbracci la causa dell’acqua, in futuro le cose non possono che peggiorare per chi già è in difficoltà e anche per chi ancora non risente direttamente o in modo consapevole di questi problemi.
Forse un punto debole del libro può ravvisarsi nel fatto che alcuni degli argomenti o meccanismi politici e sociali illustrati sono in alcuni casi appena accennati, rischiando di non coinvolgere abbastanza il lettore. Per contro, ciò potrebbe invece spronarlo ad approfondire gli aspetti che più hanno attirato la sua attenzione.
Il linguaggio adottato è piuttosto semplice e rende il libro accessibile a tutti, pur non trattando l’argomento in modo semplicistico o edulcorato.
Complessivamente, il libro è scorrevole, coinvolgente per il modo in cui viene trattato il tema dell’acqua, ed offre temi e spunti per approfondimenti futuri.

      Valdirosa Federica I.i.s. Croce-aleramo ( Roma, Lazio )

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Oro blu
La differenza tra idrofilia e idrofobia

Oro blu è un breve saggio in cui Edoardo Borgomeo, idrologo e esperto in cambiamento climatico, tramite nove racconti, va oltre l’utilizzo da lui definito “idrofobo” dell’acqua, promuovendo invece l’idrofilia, dal greco ὕδωρ (hỳdor), "acqua", e ϕιλία (philìa), "amicizia". Si tratta di un atteggiamento sano di convivenza con l’acqua, con tutti i pericoli e i rischi a essa legati, che porta a una vera e propria simbiosi uomo-acqua, come nel caso del popolo dei Maori, citati da Borgomeo in uno dei capitoli.
Per idrofobia, Borgomeo intende quindi lo spreco dell’acqua che abbiamo a disposizione, un atteggiamento sbagliato e molto presente negli scorsi decenni, che ha portato a cambiamenti irreversibili che influiscono negativamente sulla vita delle persone che li subiscono e sull’ambiente.
E’ un tema a mio avviso molto importante, anche se molto spesso la responsabilità di questi cambiamenti è dei capi di Stato, o comunque di persone molto più potenti di noi, che hanno preferito, e in alcuni casi preferiscono ancora, danneggiare l’ambiente semplicemente perché gli conviene, non considerando le conseguenze delle loro azioni. Per questo è necessario che esperti come Borgomeo sensibilizzino sull’argomento, in modo che si riescano a informare più persone, soprattutto i giovani, su come salvare veramente il mondo, imparando dagli errori di coloro che non hanno messo l’ambiente al primo posto in più occasioni.
In particolare, tra i tanti casi raccontati da Borgomeo, mi ha colpita la situazione raccontata nel capitolo 6. La città di Karachi, in Pakistan, è chiamata la “città istantanea", perché nel giro di settant'anni la sua popolazione è passata da quattrocentomila a venti milioni di abitanti. A causa di questa crescita e della mancanza di una buona amministrazione, l’acqua può essere distribuita solo al 55% della popolazione, perché non si riesce a stare al passo con la crescita demografica. La restante parte della popolazione è costretta a berla dalle autobotti, la cui acqua proviene dai pozzi e non è sottoposta a controlli. Inoltre la distribuzione è in mano alla mafia, che fa pagare moltissimo l’acqua ai cittadini che non hanno altre alternative. D’altronde, anche la gestione dell’acqua corrente è pessima: essa causa gravi problemi di salute e i tubi si rompono spesso.
Questa situazione ci fa capire quanto siamo fortunati a poter accedere all’acqua pulita quando vogliamo, ma anche che ci sono paesi come il Pakistan dove l’acqua non è un diritto di tutti.
Detto ciò, consiglio la lettura di questo saggio a tutti, a chi è già ben informato e a chi non lo è. Sono presenti spiegazioni scientifiche ma sono di facile comprensione. La lettura è abbastanza scorrevole e, anche se ho trovato alcune parti piuttosto ripetitive, questo aspetto mi ha aiutato a cogliere meglio il messaggio del testo.
Il lettore di questo saggio ha la possibilità di vivere un viaggio tra diverse culture del mondo e di scoprire come la crisi idrica venga vissuta in paesi molto diversi dal nostro, informandosi tramite interviste a chi lavora con l’acqua e a chi vive in condizioni particolari a causa di essa.
Bisogna ricordare, infatti, che la lotta per il cambiamento climatico riguarda tutto il mondo e che le conseguenze delle nostre azioni non si riflettono solamente sul nostro Paese, ma anche sugli altri, dove la situazione idrica è grave, ma spesso viene accantonata per la presenza di problemi ancora più importanti.

      Vittozzi Francesco Liceo Edoardo Amaldi ( Roma, Lazio )

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Scavando nella lunga storia dell’evoluzione umana, dalla culla dell’umanità in Africa sino ai giorni nostri passando dalle incredibili città mesopotamiche alle guerre del secolo scorso, raramente potremmo trovare un elemento che accomuna tutte le ere dell’umanità. Qualcuno direbbe la guerra, qualcun altro potrebbe dire la continua ricerca della conoscenza oppure la mai banale religione invece molto difficilmente sentiremmo nominare l’acqua. L’acqua, soprattutto per noi europei, è un elemento del nostro quotidiano che ormai tendiamo a dare per scontato senza riservargli il giusto peso neanche in ambiti più formali come la politica. Se andiamo però ad approfondire il rapporto che l’umanità nei millenni ha avuto con l’acqua notiamo come la sua presenza abbia sempre influenzato le scelte e gli spostamenti dell’uomo tanto da essere uno dei fattori predominanti per comprendere perché la Storia reciti il copione che conosciamo oggi. Le grandi civiltà sono sempre sorte in prossimità di punti ricchi di acqua dolce e proprio questa dipendenza ha fatto sì che in tutto il mondo possiamo trovare esempi di divinità legate all’acqua alle quali gli uomini si rivolgono in cerca di aiuto. Con il passare dei secoli l’uomo, grazie alla tecnologia, ha iniziato a controllare l’acqua per favorire le sue attività creando sempre più elaborati sistemi per lo sfruttamento delle risorse idriche. Questa maggiore consapevolezza nelle sue capacità ha fatto sì che l’uomo si reputasse superiore alle leggi naturali dell’acqua tanto da poterla spostare a suo piacimento macchiandosi di terribili danni a interi ecosistemi. Parallelamente al maggiore sfruttamento dell’acqua vi è stato da parte dell’uomo una crescente tendenza ad avvelenare interi bacini idrici con l’utilizzo massiccio di prodotti chimici e fognature irregolari che nel tempo si sono dimostrati la causa di un notevole incremento nelle zone interessate di malattie come cancro o tifo. Lo scopo di Edoardo Borgomeo è proprio indagare su come l’uomo negli ultimi decenni si sia accorto che l’acqua non può essere “intrappolata” e come proprio gli errori del passato oggi creino povertà, migrazioni e problemi di salute a milioni di persone. Nel libro vengono presentate nove storie, spaccati di vita di uomini e donne da tutto il mondo che in poche pagine raccontano il loro rapporto con l’acqua e di come la loro vita sia cambiata proprio a causa dei cambiamenti climatici. La lettura di “Oro Blu” quindi permette di compiere un viaggio intorno al mondo alla scoperta non di problemi generali e vaghi ma uno dei punti di forza di questo libro è proprio il saper presentare le storie di persone che permettono di immergersi nelle problematiche reali e concrete che queste persone vivono nel quotidiano. La lettura di questo libro, edito da Editori Laterza, permette di scoprire e approfondire le numerose problematiche che circondano il mondo dell’acqua e dell’uomo in tutto il pianeta aprendo i nostri orizzonti per una visione di un globo le cui sorti sono sempre più legate alla grande materia che unisce tutti i popoli: l’acqua.

      Cavanna Margherita Liceo G.p. Vieusseux ( Imperia, Liguria )

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“Senza di lei non duriamo neanche un giorno”. Così inizia il saggio di Edoardo Borgomeo “Oro blu”, titolo non troppo originale, pubblicato da Laterza nella collana dei saggi tascabili nel marzo del 2020 e giunto già alla quinta ristampa.
L’autore, in nove brevi capitoli, ci porta in tutto il mondo, partendo dal Bangladesh, passando per le fogne di Londra per poi concludere il viaggio in Italia. L’acqua infatti è presente in tutti i continenti e, pagina dopo pagina, ci rendiamo conto di quanto il nostro futuro sia legato ad essa.
L’obiettivo del saggio è far comprendere ai lettori la responsabilità di ognuno nei confronti dell’acqua, considerata non una semplice molecola, l’H2o, ma un’opportunità e una risorsa per tutti: “La gestione dell’acqua non è solamente compito di ingeneri, economisti o ecologi, ma compito di tutti.”
Il filo conduttore è il concetto di idrofilia; anche quando non è citato direttamente le riflessioni dell’autore e delle persone che incontra nei nove capitoli ci permettono di capire la centralità di un buon rapporto con l’acqua. Gli incontri con ingegneri, biologi ma anche persone comuni, rendono un’immagine efficace del mondo in cui viviamo: il cambiamento climatico che avanza, i poveri che non possono permettersi l’acqua, le difficili scelte politiche legate alla sua gestione e infine tutte quelle azioni quotidiane che compiamo senza però renderci veramente conto del valore delle risorse idriche.
L’acqua in quanto fonte di vita, ma anche potenzialmente fonte di danni, mostra i suoi molteplici aspetti di carattere ecologico, sociale ed economico: i contadini in Bangladesh, colpiti da inondazioni costiere causate delle maree, non possono più coltivare a causa della salsedine che si deposita sui loro campi, ma allo stesso tempo traggono giovamento dalle inondazioni di acqua dolce che fertilizzano il suolo. Alcune popolazioni dell’Iraq, durante il dominio di Saddam Hussein, sono dovute migrare altrove per la mancanza d’acqua, sottratta ai loro territori, un tempo verdi, dalle dighe costruite a monte. Le persone più povere di Città del Messico vedono “scorrere l’acqua verso l’alto” perché “l’ineguaglianza si manifesta anche nel diametro delle condotte” scrive Borgomeo: questo significa che l’oro blu fluisce nelle case delle persone ricche, che possono permetterselo, violando il diritto all’acqua di chi si trova geograficamente e economicamente “sotto” di loro.
Ognuno di questi viaggi all’interno dei brevi e scorrevoli capitoli è interessante e permette di avvicinarsi a problematiche e soluzioni inerenti all’acqua, anche se con modalità apparentemente ripetitiva. Il libro ha tuttavia il pregio della chiarezza: dalla lettura emergono le idee dell'autore in modo chiaro e asettico. Apprezzabile l’idea di incontrare persone che hanno toccato con mano le problematiche di cui tratta; esse risultano però figure appena accennate che non permettono al lettore di empatizzare con loro.
Per compensare la sinteticità dei capitoli, che non sempre permettono di approfondire, è presente in fondo una ricca bibliografia.
Il giudizio complessivo sul libro è buono, perché l’autore è riuscito a trasmettere il messaggio ecologista di fondo: “Attraverso il nostro legame con l’acqua sapremo anche vivere meglio la nostra casa, sapremo fermare il cambiamento climatico, e impareremo a essere parte del nostro mondo senza distruggerlo.”

      Fatnassi Omaima Liceo G.p. Vieusseux ( Imperia, Liguria )

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"Per fare bene, per diventare una fonte di opportunità, l'acqua deve arrivare nelle quantità adeguate, al momento giusto e col sapore giusto. - Quando l'acqua contiene troppo di qualcosa può diventare dannosa. Invece di dissetare, può avvelenare gli uomini le terre.", questa è una citazione del saggio dello scrittore Edoardo Borgomeo. Che opera presso la Banca Mondiale dove si occupa di progetti di gestione delle risorse idriche e di adattamento al cambiamento climatico- tematiche che son trattate nel suo saggio "Oro Blu: Storie di acqua e cambiamento climatico".
Borgomeo riesce perfettamente a spiegare quanto sia importante l'acqua per la vita umana e quanto non si debba dare per scontato un fenomeno come quello del cambiamento climatico e soprattutto quanto sia di vitale importanza sensibilizzare il lettore su tali argomenti. L'autore riesce a coinvolgere molto il lettore, sensibilizzandolo sulle tematiche, raccontandoci nove esperienze diverse, di persone provenienti da nazioni e continenti diversi, che alla fine si ritrovano tutte vittime di disagi causati dall'acqua e dal cambiamento climatico che influisce negativamente su di essa.Il comune denominatore di queste nove storie è la ricerca di una soluzione sostenibile per imparare a convivere con l’ elemento fondamentale del nostro pianeta, che compromesso dalle attività antropiche, diventa sempre più prezioso paradossalmente per la stessa umanità, prezioso come l’ oro.
A causa del cambiamento climatico l’ acqua sta uccidendo famiglie fisicamente ed economicamente.
Ad esempio è il caso di Namrata,una donna del Bangladesh dove, come in altri paesi dell'Asia si è costretti per sopravvivere a bere acqua con un elevata quantità di sale, rischiando condizioni patologiche. Anche l'innalzamento del mare porta alla distruzione di città e di reti socio economiche su cui si basa la vita di molte persone,
Anche in Brasile si presentano fenomeni catastrofici provocati all'acqua: Flavio, soprintendente delle della gestione di dighe del fiume Sao Francisco, si ritrova a fare i conti con la siccità, in quanto ogni volta, per mancanza di piogge le città si ritrovano completamente prive di acqua e lui si ritrova a dover ricorrere a soluzioni improvvisate per riuscire a soddisfare i bisogni principali della popolazione.
Questi sono solo due dei nove casi di cui parla questo saggio che descrive la quotidianità e la drammatica attualità di un problema che colpisce molte parti del nostro pianeta. Edoardo Borgomeo, riesce a trasmetterci tutto quello che sa sull'acqua, sui suoi danni, sui suoi benefici, trascinandosi empaticamente sul terreno di una filosofia che dovremmo e dovremo condividere se non vogliamo, a breve, piangere su danni irreparabili. Non è necessario pertanto essere in possesso di conoscenze specifiche e di lessico tecnico per comprendere l’ accorato appello proposto dall’ autore. La lettura è facilmente comprensibile e scorrevole, mentre il tema trattato appartiene alle logiche della complessità.

      Maragliotti Luca Liceo G.p. Vieusseux ( Imperia, Liguria )

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“L’acqua è così importante per la vita che la chiamano oro blu”, è la chiave di volta del libro “Oro blu – Storie di acqua e cambiamento climatico” di Edoardo Borgomeo.
Il libro mostra come l'acqua sia una risorsa fondamentale per la vita e come la sua gestione sostenibile sia essenziale per il benessere delle persone e dell'ambiente. L’acqua è attrice protagonista nel dramma del cambiamento climatico: attraverso di lei vediamo gli effetti del riscaldamento globale che sta influenzando il suo ciclo biogeochimico con conseguenze negative sulla disponibilità di acqua pulita e potabile facendo si che in futuro le guerre si combatteranno per il nuovo oro, l’acqua.
Attraverso nove storie personali, corredate da dati scientifici, Borgomeo rivela quanto l’acqua sia importante per il nostro pianeta e per noi esseri umani e mette in luce i rischi di fronte ai quali ci troveremo a dover combattere a causa del cambiamento climatico.
Al di là della nostra immaginazione Borgomeo ci sottopone il quadro di situazioni di vita nelle quali l’acqua assume valore vitale in diverse parti del nostro pianeta. Tali situazioni, presentate in modo chiaro ed accessibile pur senza scendere mai in tecnicismi eccessivamente tediosi, ottengono l’effetto di aprirci gli occhi su un problema che non è più possibile procrastinare.
Le storie personali, come quella di Namrata che vive sul delta del fiume Gange-Brahamaputra, lavora negli allevamenti intensivi di gamberetti e nella stagione secca è costretta a bere l’acqua dei pozzi che ha sapore di sale, oppure di Perween, architetta Pakistana, la quale si è battuta contro la “mafia dell’acqua” di Karachi, aggiungono un tocco di umanità al libro rendendolo ancora più coinvolgente.
L’acqua è un bene prezioso, deve essere gestito nel miglior modo possibile, anche attraverso il suo riciclo, non va sprecata, deve essere distribuita democraticamente fra la popolazione e non può essere appannaggio di pochi, che vedono in essa una semplice fonte di arricchimento.
“Oro blu - storie di acqua e cambiamento climatico” è consigliato vivamente a chiunque sia interessato al surriscaldamento globale, all'importanza dell'acqua per la nostra vita sulla Terra ed alla scoperta delle tante sfaccettature del nostro “pianeta blu” che per il 75% di esso è ricoperto dall’acqua.
Dopo la lettura del libro si può solo che condividere quanto affermato dall’autore alla fine di questo straordinario viaggio alla scoperta dell’oro blu: “attraverso il nostro legame con l’acqua sapremo anche vivere meglio la nostra casa, sapremo fermare il cambiamento climatico, e impareremo a essere parte del nostro mondo senza distruggerlo”.
Ne saremo veramente capaci?

      Minutoli Alessio Fermi Polo Montale ( Ventimiglia, Liguria )

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L'autore di questo saggio, laureato in ingegneria ambientale all'Imperial College di Londra, ha conseguito un dottorato in idrologia all'Università di Oxford. Attualmente, lavorando presso la Banca Mondiale, è responsabile degli interventi riguardanti l'uso delle risorse idriche e il cambiamento climatico. Avendo inoltre collaborato efficacemente con la FAO (organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) e progettato ed eseguito opere idriche, ha ricevuto un riconoscimento dall'ONU nel 2018, fino ad arrivare nel 2020 a riportare le proprie esperienze in questo suo libro.

All’interno del testo sono esposti i diversi utilizzi dell’acqua in varie nazioni mondiali. L'autore non espone unicamente le problematiche della gestione delle acque e le loro eventuali soluzioni, intende anche sensibilizzare su quanto l’acqua sia indispensabile per la vita e sostiene che ogni essere umano dovrebbe poterne rivendicare il diritto.

Il libro si propone come un viaggio: esso parla di 11 luoghi del mondo e di alcune loro caratteristiche sulla gestione positiva o meno dell’oro blu. L’autore descrive come prima nazione il Bangladesh, dove evidenzia il malfunzionamento degli argini della foce dei fiumi Gange e Brahmaputra, che causa ingenti immissioni di acque salate nel fiume e il consequenziale danneggiamento di campi agricoli e acqua potabile. La seconda nazione è il Brasile, dove sottolinea come la quantità di acqua impiegata nella produzione di energia idrica nella diga di São Francisco sottragga il bene primario ad altri settori. In seguito viene spiegata l’importanza di avere fognature adeguate, esponendo i numeri esponenziali di persone che ancora oggi sono senza strutture igieniche adatte. Spostandosi nel Medio Oriente, viene descritta la situazione alla foce dei fiumi Tigri e Eufrate, essi sono quasi in secca: il loro rifornimento di acqua è limitato dall’aumento delle temperature e dalle dighe in Turchia. Come ultima critica vengono prese in considerazione le mafie dell’acqua presenti in Pakistan, in Sicilia, ed in Messico. In quest’ultima nazione, l’acqua viene condizionata dai politici e utilizzata come merce di ricatto per ottenere più voti alle elezioni. Gli unici cenni positivi riguardano le nazioni Australia, Nuova Zelanda e Olanda. Nelle due nazioni oceaniche si sta lavorando al fine di rendere i fiumi soggetto giuridico, in modo da poter denunciare qualsiasi atto nocivo su essi. Gli olandesi, invece, riescono a rendere la loro esperienza dell’acqua un business, essi costruiscono polder dal XIII secolo e i ⅖ del loro territorio è costituito da canali, dighe e argini.

Il libro ha un modo particolare e affascinante di spiegare. La lettura risulta nel complesso scorrevole e molto interessante, trattando argomenti di attualità può interessare un’estesa fascia di popolazione. Avere la sicurezza di leggere un testo stilato da una persona talmente esperta, rende l’intera lettura più accattivante e convincente, rendendolo un estremo punto di forza. La scelta dei temi è estremamente apprezzabile. L’autore non tratta argomenti conosciuti e già sviluppati ampiamente da altri, ricercando temi più insoliti, spiegando chiaramente il retroscena. Ritengo il libro ottimo ed una fonte di informazione per tutte le persone di ogni età.

      Bernasconi Davide Liceo Scientifico Statale Galileo Ferraris ( Varese, Lombardia )

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“Oro Blu: storie di acqua e cambiamento climatico” è il titolo che Edoardo Borgomeo ha scelto per il suo primo libro, pubblicato da Editori Laterza nel marzo 2020.
L’autore, nato a Roma nel 1989, si è laureato in ingegneria ambientale presso l’Imperial College di Londra, per poi conseguire un dottorato in Idrologia all’università di Oxford, dove dal 2016 è ricercatore onorario. Ha avuto l’opportunità di lavorare in diverse parti del mondo grazie alla sua collaborazione con la Banca Mondiale, la FAO e l’International Water Management Institute.
Questo libro non vuole essere solo un mero elenco di problemi e possibili soluzioni legate alla gestione dell’acqua e all'ambiente, e neppure un saggio sulle tecnologie e le politiche da applicare per arginare la crisi idrica. Borgomeo ci aiuta a trovare il nostro legame più profondo con l’acqua, ci insegna a "gestire" l'acqua, un compito che deve essere di tutti, non solo di scienziati, ingegneri o economisti. Il filo conduttore è proprio il nostro approccio, che dovrebbe essere “idrofilo”, ma che purtroppo il più delle volte è “idrofobo”.
L'autore racconta in nove storie le sue esperienze, i suoi incontri durante i suoi numerosi viaggi. Attraverso aspetti culturali, sociali, economici e dati scientifici, egli riesce a mostrarci realtà diverse e lontane tra loro, ma accomunate tutte dal legame con l'acqua.
L'acqua può essere "cattiva", pensando alle inondazioni in Bangladesh; può essere "forza motrice" come fonte di energia idroelettrica, secondo la testimonianza di Flavio, incontrato in Brasile, soprintendente alla gestione delle dighe del fiume Sao Francisco; può essere metafora del mutamento della vita oppure un vero e proprio "business" come nei Paesi Bassi.
Può essere morte e vita allo stesso tempo nel racconto dedicato all'acqua inquinata, alle acque di fogna e ai fatberg di Londra (montagne gigantesche di rifiuti e grasso), che possono diventare risorsa e trasformarsi in energia; è l’acqua che non basta mai per le metropoli sempre più grandi, affollate, cresciute troppo in fretta come Città del Messico; è l'acqua che causa lotte criminali, come ci racconta nel suo viaggio in Pakistan, dove si assiste ad una vera e propria mafia dell'acqua.
Mi ha colpito il dato sull'acqua in bottiglia, che produce enormi quantità di rifiuti: il 70% delle bottiglie di plastica non viene riciclato e l'Italia è il paese dopo Messico e Thailandia che consuma più acqua in bottiglia pro capite.
Con un linguaggio semplice, chiaro ed efficace, Borgomeo è riuscito a coinvolgermi nella lettura, che consiglio vivamente.
Ho apprezzato la scelta originale dell'autore di usare proverbi e modi di dire per dare un nome ai vari capitoli, ciascuno riguardante un aspetto diverso dell'acqua. Sono tante le sfide e i messaggi trasmessi.
Borgomeo ci fa continuamente riflettere sulle trasformazioni ambientali dovute allo sfruttamento dell'acqua, all'inquinamento, al suo spreco senza pensare al futuro. L'acqua deve essere un diritto di tutti, invece spesso viene sfruttata per il profitto di pochi.
Certamente i mutamenti climatici incideranno moltissimo sulla nostra vita futura, ma saremo noi gli artefici del cambiamento: saranno le nostre azioni, la nostra capacità di gestire l'acqua. Concetto ben sintetizzato nelle sue parole: "Vivere con l’acqua significa educare, dalla scuola elementare fino al liceo, a non dare l’acqua per scontata. Educare all'idrofilia"..."Bisogna imparare a vivere con l'acqua, lasciarle il suo spazio."

      Cepa Laura Liceo Scientifico Piero Bottoni ( Milano, Lombardia )

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La mia generazione è cresciuta e cresce in un mondo “istantaneo”, dove tutto ci viene dato subito, a partire da strutture come ospedali, abitazioni e mezzi di trasporto sino ad arrivare ad un elemento fondamentale per la vita come l’acqua potabile, servita pronta in bottiglie e bottigliette di plastica.
L’argomento principale di “ORO BLU - STORIE DI ACQUA E CAMBIAMENTO CLIMATICO” è proprio l’acqua, l’oro blu del mondo, che viene analizzata e presentata sotto molti punti di vista interessanti e non scontati: l’economia, la politica, la religione e la cultura di vari Paesi.
Edoardo Borgomeo, l’autore di questo saggio, descrive il viaggio che l’acqua compie per il mondo attraverso una serie di capitoli che hanno come titolo un proverbio o un detto popolare riguardante l’acqua per ricordarci quanto l’acqua sia sempre stata importante, ma purtroppo anche scontata.
Il viaggio inizia in Bangladesh, dove il lettore incontra Namrata e la sua triste storia caratterizzata dalla carenza di acqua potabile, dalla salinizzazione delle falde acquifere e dalle inondazioni che distruggono l’allevamento di gamberetti dove lavora ma soprattutto le condizioni di sussistenza.
Namrata, come tante altre persone di altri Paesi del mondo presentate nel libro, è vittima della forza distruttiva dell’acqua e anche dell’atteggiamento idrofobo, e non idrofilo, del genere umano.
L’idrofobia e l’idrofilia vengono immediatamente presentate come temi chiave del messaggio che l’autore vuole trasmettere: la citazione “Water no get enemy”, scelta come epigrafe, e la frase che apre il libro “Senza di lei non duriamo nemmeno un giorno” pongono direttamente il lettore di fronte all’insegnamento di considerare l’acqua come una nostra amica e come un’identità non esterna a noi, ma come parte integrante delle nostre vite e del nostro essere.
Senza acqua non c’è vita e senza acqua non c’è uomo, non c’è animale e non c’è vegetale.
L’acqua è oro, oro blu ed “è viva”, come il titolo di uno dei capitoli: efficace è, infatti, il ritenere l’acqua un elemento, non solo di vitale importanza, ma vivo, soggetto giuridico che può e deve difendere i suoi diritti in un mondo dominato dal comportamento idrofobo dell’uomo.
“Oro blu” è una presa di coscienza e consapevolezza dell’importanza dell’acqua, di colei che ci permette di scegliere, di sorridere, di parlare e di muoverci.
È un insegnamento vitale che invita l’uomo a essere idrofilo, a non addomesticare né temere l’acqua, a darle spazio invece che intrappolarla e sprecarla, a non essere la ragione della propria estinzione o della distruzione della Terra a causa della sua pigrizia e della sua cultura consumista, che non si sofferma sulla responsabilità che ha nei confronti della natura e del mondo.

      Fava Elisa Iis Bertrand Russell ( Milano, Lombardia )

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Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico, edito nel 2020 da Laterza, non è solo un saggio scientifico, è un viaggio. Un viaggio che l’autore, Edoardo Borgomeo, al suo primo libro e con un dottorato in idrologia conseguito a Oxford, compie per tutto il mondo, dal Messico, all’Italia, alla Nuova Zelanda, avendo sempre come guida l’acqua. Infatti, “è l’acqua, attrice protagonista del dramma del cambiamento climatico”. Nel suo viaggio l’autore incontra e intervista persone la cui vita si intreccia e si lega profondamente con l’acqua, persone che fanno davvero dell’acqua un’attrice protagonista della loro esistenza, come Julia, una giovane con la passione della giurisprudenza, che sogna di poter rendere i fiumi un soggetto giuridico, o come Eelco, che ha reso l’acqua la fonte dei suoi guadagni. Ed è proprio attraverso le loro nove storie e testimonianze che l’autore intende dimostrare la sua tesi: “la gestione dell’acqua non è solamente compito di ingegneri, economisti o ecologi, ma è un compito di tutti”. Spetta a noi trasformare la società in cui viviamo da idrofoba, cioè che ha paura dell’acqua, a idrofila, ovvero amica dell’acqua. E in effetti, l’acqua è un’amica tanto preziosa che la chiamiamo oro blu. Basta solo capirlo, come hanno fatto tutte le persone che Borgomeo ha incontrato in questo viaggio, nel quale l’autore si pone di scoprire questa preziosa sostanza “per provare a pensare l’acqua non solo come una molecola o come fonte di guerra, carestie e catastrofi, ma anche di opportunità”. Personalmente, ho trovato il libro molto coinvolgente e concreto, poiché attraverso le narrazioni è più facile affezionarsi ai personaggi incontrati e poiché aiuta a capire concretamente gli effetti che l’acqua e il cambiamento climatico possono avere nella vita delle persone. Inoltre, il saggio scava nella coscienza del lettore e gli offre soluzioni concrete per aiutarlo a non rimanere indifferente, ma ad ampliare il suo sguardo. Il libro non è una noiosa lezione teorica sugli effetti che il cambiamento climatico ha sull’acqua, ma è la teoria che viene messa in pratica, è l’esempio che permette di comprendere la lezione. Oro blu è un racconto che ti rapisce e ti trasporta, tramite un linguaggio scientifico ma comprensibile a tutti, attraverso tutte le facce dell’acqua, in modo da scoprirla in tutte le sue forme e funzioni, per andare all’origine del nostro rapporto con l’oro blu e diventare suoi amici. Perché, come afferma Fela Kuti, e come Borgomeo evidenzia nel suo viaggio, “water no get enemy”, l’acqua non diventa nemica.

      Lorenzo Rossi Iis Ludovico Geymonat ( Tradate, Lombardia )

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“Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico”, è un saggio pubblicato nel 2020,dalla casa editrice Laterza. L’autore del libro è Edoardo Borgomeo, che ha lavorato come idrologo in Medio Oriente, Sud America, Asia meridionale e Africa orientale per la Banca Mondiale e l’International Water Management Institute. “Oro blu” è il primo libro realizzato da Borgomeo ed è una narrazione-reportage che unisce interviste, episodi storici e dati scientifici con lo scopo di mostrare come l’acqua sia una parte importante della vita di ogni individuo e come ogni persona debba fare la sua parte per proteggerla. Il racconto si articola in nove capitoli riguardanti nove storie di persone la cui vita è profondamente legata all’acqua , in un viaggio che attraversa la Sicilia, il Bangladesh, l’Olanda, il Brasile, l’Iraq, l’Inghilterra, Singapore e la Nuova Zelanda. La speranza dello scrittore è che queste storie ci aiutino a non essere vittime inermi del riscaldamento globale e ci facciano comprendere che il problema siamo noi uomini con l’incapacità dei nostri governi di pianificare un uso corretto delle acque( spesso regolato da motivi solo economici) e della incapacità di noi uomini di dare il vero valore all’acqua con il nostro modo di vivere e consumarla. Oro blu ci fa scoprire come l’acqua sia essenziale perché si intreccia all’economia, alla storia, alla cultura e alla vita di ciascuno di noi. La tesi di questo libro è semplice: la gestione dell’acqua non è solamente compito di ingegneri, economisti o ecologisti, ma è compito di tutti. Perché senz’acqua niente è possibile ed è nostro compito difenderla, conservarla ed evitare che venga sprecata o inquinata. “ Non è solo un problema di efficienza; è un problema di diritti. L’acqua non è solo una risorsa da sfruttare e distribuire nel modo più efficiente. L’acqua è necessaria alla vita degli uomini e degli ecosistemi, per questo certa parte dell’acqua non può essere distribuita secondo la logica dell’efficienza. ”Con questa affermazione Borgomeo ci vuole far riflettere su come l’acqua debba essere rispettata e come sia importante vincere l’idrofobia ,caratteristica della nostra società che spreca l’acqua, è necessario diventare idrofili, amare l’acqua e considerarla una propria responsabilità. “L’idrofilia vuol dire comprendere e conoscere il potenziale sociale dell’acqua, la sua capacità di collegare le aspirazioni di centinaia e migliaia di individui per modificare le strutture del potere e le decisioni pubbliche … è una visione dell’acqua come occasione per articolare i propri bisogni e prendersi parte delle responsabilità, senza prepotenze contro altri esseri umani, e senza distruggere gli ecosistemi”. Per l’autore ognuno di noi, con piccoli gesti quotidiani, ( es. non scaricare oli o salviettine nel water, ridurre il consumo della carne che richiede enormi quantità di acqua per essere prodotta…), può assumersi la propria responsabilità verso l’ acqua e darle valore perché è una parte fondamentale della nostra vita.

      Bruni Chiara Iis Orsini Licini ( Ascoli Piceno, Marche )

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Oro blu - storie di acqua e cambiamento climatico è un libro di Edoardo Borgomeo incentrato sul ruolo socio-economico e culturale che l’acqua riveste nelle comunità umane. Attraverso la narrazione di varie storie ambientate in differenti parti del nostro pianeta, l’autore ci accompagna con la sua esperienza in un excursus volto a individuare l’importanza che questa preziosa sostanza ha per il genere umano. Pur non mancando esempi di società che vivono un rapporto sereno e armonico con l’acqua, sono sicuramente più frequenti casi in cui essa risulta essere maltrattata e sfruttata per interessi politici ed economici della società che la utilizza generando un business su di essa. Ciò che l’autore tenta di mettere in luce con questo libro è proprio la necessità di ricercare da parte dei singoli e delle intere comunità atteggiamenti da lui definiti idrofili nei confronti dell’acqua stessa per evitare di diventare a nostra volta vittime della sua forza distruttiva e per avere consapevolezza di come essa venga impiegata come strumento per generare conflitti all’interno dei gruppi umani che devono fare i conti con la sua scarsità o la sua inadeguata amministrazione. Emerge tra le righe l’idea di dover ricercare un rapporto sano e quasi primitivo con quella che è la sostanza alla base della vita umana e di ogni altro essere vivente e sulla quale gli uomini hanno il dovere non solo legale ma addirittura spirituale di generare una tutela. Quello del rispetto per l’acqua è un concetto che inizia a sovrapporsi e finisce per coincidere con quello di rispetto verso tutte le forme di vita: è l’acqua stessa che pian piano prende vita e si ribella alla forza usurpatrice degli uomini in forme drasticamente diverse: da distruttive inondazioni a estenuanti siccità, dal dissesto idrogeologico all’avvelenamento delle falde acquifere. É come se l’acqua stesse lanciando segnali di avvertimento per ricordarci quanto sia importante mantenere un rapporto il più pulito possibile con ciò che dà vita e che vita può togliere. Risulta dunque di fondamentale importanza la ricerca di nuovi equilibri che possano sempre soddisfare la domanda di acqua incontrando però il rispetto nei suoi confronti, un rispetto che può nascere solo da una corretta educazione e sensibilizzazione a quelle che sono problematiche attuali e estremamente delicate ma che potrebbero essere risolte attraverso uno sforzo comune: la chiave di ciò è individuabile in una nuova concezione dell’acqua, al di là dell materia in sè, legata al valore intrinseco dell’acqua nel suo rapporto e nella sua identificazione con l’uomo stesso che, mettendo da parte le sue ridicole pretese di dominio sulla natura, potrebbe finalmente riscoprire la bellezza di un mondo idrofilo. Dovendo fornire una valutazione del libro, assegnerei un 9 per l’efficace e scorrevole semplicità del testo, da essa reso particolarmente interessante e coinvolgente, oltre che per l’intrinseca attualità e serietà del tema trattato accompagnate dallo spessore dell’esperienza personale dell’autore.

      Pettinari Corrado Iis Laeng-meucci ( Castelfidardo, Marche )

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“Parlare dell’acqua come parte integrante delle nostre vite, non solo come una molecola o come una risorsa da sfruttare, ci può aiutare a vivere meglio il nostro rapporto con lei e lavorare per un mondo più idrofilo”.
Con queste significative parole Edoardo Borgomeo, ricercatore presso l’Università di Oxford ed idrologo, conclude il suo libro “Oro blu”, edito da Laterza nel 2020. Questo testo è un viaggio affascinante nel mondo dell’acqua per provare a pensarla non solo come una molecola o come probabile causa di guerre, carestie e catastrofi ma soprattutto come un’opportunità. L’autore racconta nove storie attraverso un viaggio che inizia in Bangladesh e si conclude in Sicilia. Si rimane colpiti, in particolare, da alcune narrazioni che trattano problemi poco conosciuti, ne è un esempio la lotta al fatberg nel sottosuolo fognario di Londra, dove il grasso avvolto negli oggetti, come semplici salviettine igieniche cotonate, crea veri e propri tappi di inquinamento difficili da estirpare. Nei vari capitoli emergono importanti messaggi ed insegnamenti e tra questi ne affiora uno che è legato al valore esemplare della Storia: forse dovremmo tornare a vivere come gli antichi Romani che gestivano l’acqua sporca al fine di tutelare la salute e il benessere dei cittadini. Forse dovremmo fare come gli Aztechi i quali, anche se subivano spesso l’immensa forza distruttrice delle inondazioni, riuscivano a convivere con questa energia, dandole spazio. Per usare le parole di Toni Morrison, scrittrice americana, “l’acqua ha una memoria perfetta e cerca sempre di tornare dov’era”. Sarebbe bello pensare l’Acqua come una personificazione: ecco allora che dovremmo tutti rispettarla di più, riscoprire il valore che ha e considerare che ciò che facciamo all’acqua è come se lo facessimo a noi stessi. Anche noi siamo un po’ come acqua che scorre, non vi è un momento in cui siamo uguali a quello precedente. Il nostro fare esperienze, il nostro incontrare gli altri, il nostro “scorrere” la vita nel tempo e nello spazio ci trasformano. Anche noi corriamo sempre avanti, sempre in divenire ma allo stesso tempo, a differenza di un fiume, noi possiamo voltarci indietro e fare tesoro di ciò che abbiamo imparato. La parola “idrofilia”, che fa da perno al libro, viene utilizzata dall’autore per mettere in evidenza la nostra relazione con l’acqua e, soprattutto, il termine ci ricorda che l’acqua è molto di più di una sostanza che beviamo: è anche qualcosa con cui possiamo condividere in maniera positiva la nostra esistenza, sia come individui che come società. Colpiscono molto i titoli delle singole storie: sono tutti proverbi legati a questa affascinante molecola polare, come a sottolineare che l’acqua fa parte di noi, della nostra cultura e del nostro linguaggio. Inquinamento delle risorse idriche, alluvioni, siccità, innalzamento dei livelli del mare, sono problemi affrontati in queste pagine e sono vicinissimi a noi. Borgomeo ci fa percepire questa “vicinanza” attraverso il racconto delle persone e le loro vicissitudini. Il lettore tende ad immedesimarsi nei personaggi del libro, vive le loro storie e i loro problemi costruendo una relazione con i protagonisti dei fatti. “Oro blu” ci porta a scoprire il nostro legame con l’acqua e a trasformare ciascuno di noi da “idrofobo” a “idrofilo” cioè consapevole che “l’acqua, come ogni forma di vita, non si controlla solo con la costrizione e il dominio, ma sapendola governare come parte stessa della nostra vita”.

      Piermattei Diego Liceo Scientifico E Musicale G. Marconi ( Pesaro, Marche )

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Al giorno d'oggi uno degli argomenti certamente più discussi è quello del cambiamento climatico e di come la nostra specie si adatterà a questa nuova versione della Terra. Tra le principali preoccupazioni che gli ecologisti sollevano c'è quella della gestione dell'acqua che, in un presente costituito da sprechi e contaminazioni, ed un futuro fatto di eventi estremi come piogge torrenziali e insopportabili siccità, rischia di diventare elemento centrale di una società che forse si è dimenticata della sua importanza. Ma da come ci racconta Edoardo Borgomeo non è così per tutti. In "Oro Blu" l'autore ci racconta nove esperienze vissute in prima persona in giro per il mondo, dialogando e rapportandosi con persone che vivono a stretto contatto con i vari aspetti dell'acqua. Tutti i racconti sono legati dall'indissolubile filo rosso del combattimento alle ingiustizie dell'uomo che sfrutta l'essenziale potere dell'acqua per i suoi loschi scopi di lucro. Essendo scritto in prima persona è facile immedesimarsi nell'autore che, dopo ogni dialogo, chiarisce il suo punto di vista sull'argomento appena citato. Il libro permette di capire a fondo quali siano davvero i problemi legati all'acqua che riguardano l'umanità nei più disparati luoghi del mondo, dimenticandosi per un attimo la vita in una società super sviluppata dove non manca niente e si beve acqua in bottiglia. Ciò che è davvero sorprendente a mio parere è la moltitudine di situazioni esposte dallo scrittore e la diversità che le contraddistingue. Questo fa riflettere su quante altre problematiche legate al brutto rapporto che l'uomo negli ultimi anni ha sviluppato con l'acqua possano ancora esserci nel mondo. Un rapporto definito dall'autore come "idrofobo" che solo negli ultimi secoli ha preso il sopravvento. Infatti questo comportamento così irrispettoso e menefreghista ai danni della sostanza che ci da sostentamento non è sempre esistito: lo sappiamo perché la civiltà da quando è diventata degna di chiamarsi tale ha sempre considerato l'acqua come sacra e imprescindibile perciò si è sempre avuto un comportamento "idrofilo" verso di essa. Solo nella società moderna, regnata dal capitalismo e dall'abuso del potere, i potenti hanno cominciato ad usare l'acqua come arma o elemento di lucro danneggiando tutti coloro che sono in balia delle loro scelte e irreparabilmente l'ambiente che fa uso dell'acqua come sua unica risorsa fondamentale insieme alla luce solare. All'interno del saggio però non si racconta solo dei disastri e dei problemi che la mancata conoscenza dell'acqua provoca ma vengono riportati anche esempi di come si possano risolvere queste problematiche e di come qualcuno, come per esempio gli Olandesi, ci siano riusciti con risultati eccellenti. Concludo dicendo che il libro scorre fluido e l'argomento trattato non pesa particolarmente. Fornisce un grande bacino di informazioni e spunti di riflessione non scontati. L'unica pecca forse è il fatto che essendo una raccolta di interviste scollegate tra loro, non è molto semplice seguire nella sua totalità.

      Marracino Alessia Liceo Scientifico Statale " A.romita " ( Campobasso, Molise )

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Il filosofo Talete considerava l’acqua l’arché del mondo. "L'acqua è il principio di tutte le cose; tutto viene dall’acqua e nell’acqua tutto torna”. Anche Eraclito utilizzava l’immagine dell’acqua che scorre nei fiumi per spiegare il concetto di pantha rei, testimonianza degli ineluttabili cambiamenti della nostra esistenza. Edoardo Borgomeo fa proprio tale aforisma, asserendo che l’acqua è una “metafora perfetta della vita mutevole”. Con una scrittura fluida e scorrevole, proprio come l’acqua, l’autore si immerge nelle vite degli uomini di tutto il mondo, ognuna a suo modo caratterizzata dall’oro blu; attraversa il letto dei rapporti sociali, affronta le piene delle disuguaglianze e mostra la portata dei problemi e delle opportunità che l’acqua può offrire. Il registro stilistico utilizzato è medio-alto, pullulante di termini tecnici, ma adatto ad un pubblico molto variegato. L’autore ci accompagna alla scoperta di nove Paesi, accomunati da fenomeni che mostrano come l’acqua possa migliorare o distruggere l’esistenza umana. Obiettivo dell’opera è superare i luoghi comuni, figli della credulità delle masse e della mancanza di attenzione verso una risorsa essenziale, così da “unire le persone in una visione comune del mondo al di là dell’individualismo consumista e sprecone”. La scelta dell’autore di utilizzare una focalizzazione interna e una narrazione in prima persona determina un maggiore coinvolgimento dei lettori, che riflettono sulle proprie abitudini e si interrogano sul proprio rapporto con l’acqua. In una “società usa e getta”, volta al consumismo smanioso e all’eccessivo spreco di risorse primarie, in cui “l’ambizione idrofoba di controllare la natura” e il “desiderio di ricchezza e accumulazione” hanno permesso la nascita della mafia dell’acqua, educare all’idrofilia è un compito arduo ma necessario per garantire la sopravvivenza del pianeta. In passato, l’uomo si è riunito in società proprio nei luoghi nutriti dall’acqua. “L’abbraccio dei due fiumi è la culla della civiltà”. Nelle civiltà ancestrali l’acqua è stata protagonista di ingenti miti, come l’epopea di Gilgamesh o i racconti sul Diluvio Universale e ha sempre avuto una valenza sacra, essendo pregnante di significati allegorici e per questo venerata in molte religioni per la sua forza creatrice e allo stesso tempo distruttiva. La capacità di distruzione dell’acqua è stata usata anche da Machiavelli per spiegare l’azione devastante della fortuna nella vita degli uomini. Borgomeo esemplifica che l’acqua non è distribuita equamente in tutto il mondo. Nelle società occidentali è spesso scontato aprire un rubinetto e bere dell’acqua fresca, ma questo privilegio non è concesso a tutti gli uomini, anche a causa dell’uso idrofobo che molti ne fanno. L’Agenda 2030 (goal 6) si propone di garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua, considerando che almeno 1,8 miliardi di persone nel mondo utilizzano acqua contaminata da escrementi e che più del 40% della popolazione globale ne è priva. “Oro blu” insegna che l’acqua è l’essenza della vita di ogni uomo, forgia l’identità di interi popoli e cristallizza le aspirazioni, i desideri e i sogni di tutta l’umanità. In un mondo in cui l’acqua potrebbe essere la causa di numerose guerre, noi dobbiamo imparare a rispettarla e preservarla, per assicurare la sopravvivenza della specie umana.“È l’origine del mondo e della vita, è rinascita, è purificazione[…]è memoria e identità collettiva e individuale”.

      Viola Stefano Liceo Scientifico Statale " A.romita " ( Campobasso, Molise )

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Il titolo del libro, “Oro Blu” è sicuramente azzeccato, ed è un ottimo biglietto da visita riguardo il contenuto. È stato pubblicato nel 2020 per Editori Laterza. L’autore è Edoardo Borgomeo, nato a Roma nel 1989; ha ottenuto un dottorato di ricerca in idrologia all’Università di Oxford. La sua occupazione è presso la Banca Mondiale, dove è impiegato in progetti di gestione delle risorse idriche, ed è in prima linea nel fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico sull’acqua. La trama del libro è avvincente e intrigante, l’autore scrive riguardo fenomeni, culture e avvenimenti provenienti da ogni parte del mondo, tra cui Messico, Brasile, Pakistan, Olanda e Italia. Sorvolando ogni paese, Borgomeo espone dettagliatamente le esperienze e i confronti dei diversi popoli con le risorse idriche, che possono essere tanto positivi quanto negativi, dando voce a personaggi di fantasia. Chiaramente il fine dell’opera non è enciclopedico, altrimenti sarebbe un corposo copione per l’ennesimo documentario, ma è spiccatamente divulgativo; ogni affermazione viene prontamente giustificata da opinioni autorevoli, e integrata da dati numerici di ogni tipo. In ogni capitolo l’autore invita alla riflessione e all’autocontrollo, evidenziando situazioni critiche molto diverse tra loro, dove una maggiore considerazione dell’importanza dell’acqua da parte dei singoli può fare un’enorme differenza. Gli argomenti toccati vanno dal diritto, alla politica, all’idrologia, fino alla storia dei luoghi descritti. L’autore preferisce utilizzare periodi molto brevi, vi sono molte frasi semplici, e vi è prevalenza di subordinazione. Il lessico utilizzato è semplice ed accessibile a qualsiasi tipo di pubblico, nel caso di utilizzo di espressioni gergali e specifiche, il loro significato viene sempre spiegato dall’autore; vi è l’utilizzo sporadico di termini di basso registro, per enfatizzare alcuni concetti particolarmente crudi. Il narratore nell’opera è esterno e onnisciente, anche se non mancano ampie finestre dialogiche, dove la parola passa direttamente agli abitanti e ai personaggi dei territori descritti. Personalmente ho gradito molto la lettura del libro, non si è mai rivelato noioso, ogni pagina contiene moltissime curiosità riguardo il mondo dell’acqua. Consiglierei questo libro a chiunque fosse appassionato di scienza, natura e ambiente; offre degli spunti e dei consigli non scontati, che tutti i giovani dovrebbero conoscere, per avere, un domani, un mondo migliore.

      Chinelli Andrea Liceo Scientifico Galileo Ferraris ( Torino, Piemonte )

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Oro blu è il titolo del libro con cui Edoardo Borromeo vuole suscitare un maggior rispetto per un elemento pregiato come l’acqua. Infatti, l’autore paragona l’oro, materiale assai prezioso, con l’acqua e come unica differenza ha dato il colore: giallo per l’oro, blu per l’acqua.
Una scelta linguistica per affermare come l’acqua è parte integrante della nostra vita ma tendiamo a darla per scontata, e soprattutto non averne cura.

Ogni capitolo parla di un viaggio e tutte le riflessioni partono da azioni di vita quotidiana che compiono le persone, dal consulente di Rotterdam ai contadini siciliani intervistati. Grazie a ogni luogo visitato, dal Pakistan al Messico, dal Bangladesh al Brasile, Borromeo, con finezza ed estrema precisione, illustra le principali sfide legate all’utilizzo dell’acqua.

Le storie narrate dall’autore sono piacevoli ed interessanti perché riescono a far capire quanto l’acqua sia importante nella vita quotidiana limitandone gli sprechi, non solo per contrastare la crisi climatica, ma anche per quei paesi che per climi estremi e siccità non ne hanno a sufficienza per sopravvivere.
Il viaggio ambientato in Olanda, più precisamente a Rotterdam, è particolarmente affascinante perché sembra impossibile che un paese così vicino a noi possa avere una cultura ambientale molto più sviluppata rispetto alla nostra.
Negli ultimi anni in Italia, purtroppo, la parola acqua spesso è correlata a dissesti idrogeologici (frane, alluvioni ecc..); nel libro, invece, Eelco, l’ingegnere idraulico di Rotterdam intervistato dall’autore, afferma che “In Olanda l’acqua non è un rischio. E’ un business”.
Sicuramente in Olanda questo tipo di approccio a tematiche ambientali è fortemente influenzato da profonde tradizioni; infatti, l’istruzione scolastica è uno dei capisaldi delle politiche sociali, già da bambini si cerca di far comprendere quanto sia importante la partecipazione attiva dei cittadini per uno sviluppo socio-economico del paese.

Da questo libro si esce con una coscienza idrica, si esce cambiati, si riemerge “idrofili”: espressione che l’autore usa come un mantra e che potrebbe avere solo un significato tecnico (la proprietà che hanno alcune sostanza e alcune sistemi chimici di assorbire o trattenere l’acqua), ma che, invece, per Borromeo ha un valore filosofico: significa essere a conoscenza che l’acqua, come tutte le forma di vita, non si controlla solo con la violenza e il potere, ma sapendola gestire come parte integrante della nostra vita.
Sono le ultime frasi del libro che sottolineano questo aspetto: “L’idrofilia passa anche da qui, dalla diga sul fiume Jato, perché idrofilia vuol dire comprendere e conoscere il potenziale sociale dell’acqua, la sua capacità di collegare le aspirazioni di centinaia e migliaia di individui per modificare le strutture del potere e le decisioni pubbliche […].
Ognuno di noi, leggendo questo saggio, dovrebbe riflettere su quanto sia importante contribuire in modo concreto impegnandosi quotidianamente alle buone pratiche di ecosostenibilità per garantire un futuro in cui l’acqua possa continuare ad essere un bene comune.
Come diceva lo storico inglese del XVII secolo Thomas Fuller: “Non conosciamo mai il valore dell’acqua finché il pozzo non si prosciuga”

      Cortinovis Flavia Liceo Scientifico Galileo Ferraris ( Torino, Piemonte )

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L’acqua vi impaurisce? Vi affascina? Vi incuriosisce? Forse non vi siete mai posti queste domande. Se desiderate comprendere questo elemento fondamentale tanto quanto chimerico, allora il libro “Oro Blu” di Edoardo Borgomeo potrebbe aiutarvi a scoprire l’immensità della radice della vita. L’autore ha conseguito un dottorato in idrologia all’Università di Oxford, dove è tutt’oggi ricercatore onorario ed è anche stato vincitore di un premio internazionale per le sue ricerche sulle risorse idriche.
Il libro porta alla scoperta di culture diverse, ognuna con un rapporto differente con questa forza naturale. Così intraprenderete un epico viaggio, in cui l’autore è la nostra guida durante nove racconti; attraverserete oceani, mari e vasti territori da uno stato all’altro, per comprendere e capire come lavorare a fianco all’acqua per migliorare la vita del pianeta e dei suoi abitanti. Conoscerete le diverse forme dell’acqua, i suoi diversi volti, la sua potenza distruttiva e indomabile, ma anche il suo potere salvifico e di rinnovamento. In questo viaggio farete la conoscenza di personaggi molto diversi per cultura e stile di vita, tutti però guidano alla scoperta dell’acqua che nelle loro vite gioca un ruolo fondamentale. Questi personaggi, che vivono a stretto contatto con l’acqua, propongono la loro visione su questa fondamentale sostanza che regola la vita. Incontrerete Namrata, donna che vive in Bangladesh, la cui vita dipende dalle alluvioni e Julia, che in Australia sostiene con fermezza i diritti giuridici dei fiumi o Nadia, che affezionata alla sua patria, l’Iraq, lotta per le sue paludi. L’autore racconta in modo approfondito una delle vicende dell’Iraq di cui non sentiamo spesso parlare: l’utilizzo da parte di Saddam Hussein dell’acqua come arma contro i ma’dan. Giungerete anche in Olanda, stato da cui dovremmo imparare, dove il rapporto con l’acqua ha raggiunto un equilibrio che giova all’ambiente e ai cittadini. Si scoprono poi le acque sotto di noi, a Londra, e vediamo come tutto ciò che buttiamo si accumula nelle fogne creando i fatbergs, enormi accumuli di grasso e immondizia che risiedono sotto le nostre città. Scopriamo la mafia dell’acqua e le autobotti a Karachi, in Pakistan, e di come sia stata uccisa l’attivista Perween Rahamn. L’ultimo racconto è ambientato in Sicilia, a Palermo, dove acqua e mafia stabiliscono le strutture del potere.
Ogni stato, ogni regione, ogni cultura del mondo condivide un rapporto diverso con quest’elemento e da ognuno di essi possiamo trarre insegnamento, questo è il messaggio del libro veicolato con un linguaggio semplice ma deciso. Durante il viaggio capiamo il motivo dietro al titolo del libro: l’acqua è preziosissima e in essa risiede un potere quasi inafferrabile. Oggi più che mai, in quanto vediamo il nostro mondo cambiare a causa della crisi climatica.
Il viaggio termina e l’autore non ci dà risposte o profezie sul futuro ma insiste su questo: l’acqua può distruggerci o salvarci. Sta a noi decidere, ma per farlo dobbiamo capire le acque, l’idrofilia, cioè la capacità di legarci e vivere in simbiosi con l’acqua. Dobbiamo sentirla, comprenderla, non pensare di sottometterla o domarla, il nostro rapporto con lei deve cambiare in meglio. Alla fine del viaggio che ci ha fatto percorrere l’autore, ci è chiara la forza indomabile di questo elemento e dovremmo essere noi, comuni cittadini, ad iniziare a far la nostra parte perché i cambiamenti climatici non si arrestano.

      Ferrando Margherita Liceo Scientifico Galileo Ferraris ( Torino, Piemonte )

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L’acqua per noi è essenziale, risorsa quotidiana ma così preziosa da guadagnarsi il soprannome di "oro blu". Eppure, in genere non la osserviamo, ne abbiamo paura e proviamo a sottometterla: o la diamo per scontata, o la vediamo come causa di un’ormai inevitabile apocalisse. L’idrologo Edoardo Borgomeo vuole mostrare la forza del nostro legame con l’acqua, vuole superare i luoghi comuni, citati nei titoli dei capitoli e del libro stesso, che non ci permettono di conoscerla in tutta la sua profondità. L’autore spiega ed insiste, con argomentazioni convincenti, sul bisogno di un atteggiamento "idrofilo" rispetto all’acqua, che permetta di legarsi ad essa (proprio come certe sostanze). Mostra questo legame come una responsabilità comune, non come riservato agli esperti. Svela e palesa l’atteggiamento "idrofobico", quindi ostile nei confronti dell’acqua, prevalente negli esseri umani.
L’autore viene seguito dal lettore nel suo viaggio per il mondo, attraverso il quale narra di nove diversi contesti storico-geografici, uno per capitolo, tenendo come protagonista e filo conduttore il legame con l’acqua, che si mostra come fattore caratterizzante, essenziale per l’identità culturale. La realtà risulta a tratti fiabesca e lineare, a tratti assurda e tragica. Ad esempio, nel villaggio di Batbunia, in Bangladesh, spiega il fenomeno dell’ingressione marina: qui, durante la stagione secca, la popolazione consuma in media dai 5 ai 16 grammi di sale al giorno, mentre il limite massimo raccomandato è di 2 grammi; questo perché il flusso di acqua dolce non riesce più a contrastare quello dell’acqua salata del mare, che entra così nelle falde acquifere, e inoltre perché i provvedimenti necessari non vengono attuati, ma sono invece messi in secondo piano dalla possibilità del guadagno economico e dello sfruttamento del terreno. Invece a Karachi racconta la "mafia delle autobotti", che ha il monopolio sulla distribuzione dell’acqua: i guidatori di queste autobotti, allestite dallo Stato (il quale però si trova subordinato come conseguenza della corruzione), hanno il potere di decidere a chi, come e a quanto vendere l’”oro blu”.
Borgomeo analizza queste situazioni per poi mostrare soluzioni coerenti con la tesi del libro ed illustrare esempi di sistemi funzionali. Così cattura il lettore tra i vari racconti, usufruendo di uno stile semplice e scorrevole, ma preciso e movimentato, alternando la sua narrazione ad interviste rivolte sia a professionisti, sia a persone comuni, a ricalco della visione dell’acqua come fattore che coinvolge tutti. La lettura è interessante e porta a riflettere sulle dinamiche umane e sul nostro rapporto con il mondo. Non bisogna avere una particolare inclinazione o interesse nell’argomento per essere coinvolti dal libro, che parla di concetti che non sono astratti o lontani da noi. L’autore infatti analizza i comportamenti umani, offrendo al lettore una riflessione di grande interesse ed importanza.

      Ricchiuti Cecilia Liceo Classico E Linguistico " V. Gioberti " ( Torino, Piemonte )

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Un libro che rappresenta un viaggio, un viaggio come quello che compie un torrente per arrivare fino alla foce, che ci permette di conoscere appieno tutti i volti dell’acqua, la sua perfetta memoria, la sua faccia spavalda, la sacralità di questa e il suo sopruso, un bene usato per guerre, spaccio, campagne elettorali; la democratizzazione e la fascistizzazione di un bene così necessario, l’acqua, vista come oggetto e non come soggetto, che viene dilaniata dalle crepe dell’idrofobia.
In un pianeta ormai secco, svestito da ogni rivestimento di ghiaccio in cui regna sovrano il terrorismo ecologico abbiamo dei barlumi di speranza forniti da ogni parte del mondo, da Londra a Camberra, dalle campagne siciliane ai polder olandesi, da donne incinte che vivono nei detriti a esperti ingegneri di dighe. Una paura ormai alla quale disinteressarsi non è più possibile, una paura che ci arriva in casa attraverso i rubinetti, una paura che arriva dall’interno per riversarsi all’esterno devastando qualsiasi cosa si trovi davanti; in un libro che ci insegna l’idrofilia, l’amore, la cautela, la protezione e ci allontana dall’idrofobia che causa disastri. Bisogna fare in fretta se si vuole continuare a godere di questo pantha rei perché l’acqua è memoria, storia ed identità, uccidendo lei si uccidono racconti, culture, tradizioni e tanti, tantissimi, tutti gli uomini.
In un mondo dove se non c’è acqua non c’è vita e se non c’è informazione non c’è cambiamento, questo libro ci apre gli occhi e ci mostra la realtà per cui sempre li abbassiamo, perché non vogliamo vedere, non vogliamo constatare che il gioiello più prezioso che potessimo avere ci sta scomparendo sotto gli occhi in una grande autobotte controllata dalla mafia. In un mondo dominato dalla paura, che possa essere la paura delle inondazioni o quella della sete e quindi la paura della fine, c’è bisogno di convivenza, c’è bisogno di solidarietà e per far ritornare il nostro pianeta al giardino dell’Eden, c’è bisogno di acqua viva, c’è bisogno di oro blu.

      Vernetti Malvina Liceo Scientifico Galileo Ferraris ( Torino, Piemonte )

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Avete mai pensato di considerare un bicchiere d’acqua come un anello d’oro? Certo, è un quesito
inconsueto e curioso, su cui, quasi sicuramente, nessuno di noi si è mai soffermato. Come si può
paragonare l’H2O a un materiare di tale valore? Ebbene, Edoardo Borgomeo, esperto di ingegneria
ambientale e di idrologia, con il suo libro, a partire dalle scelta del titolo “Oro blu”, ci accompagna in un
viaggio fatto di storie, personaggi e luoghi del mondo per dimostrare e ricordare quanto l’acqua sia
fondamentale per la nostra esistenza e quanto sia fonte di opportunità, di crescita e di ricchezza.
Il libro è un breve viaggio suddiviso in nove storie che sottolineano un futuro allarmante, ma che ci
mostrano “un quadro delle sfide dell’acqua nel nostro mondo”. Il percorso dell’autore inizia in un piccolo
villaggio del Bangladesh sudoccidentale, un luogo dove l’essere umano ha imparato a convivere con la
forza distruttrice dell’acqua, per poi continuare sulle maestose dighe nel fiume sao Francisco a Brasilia.
La storia si “trasferisce” poi in Australia sul fiume Murrumbidgee, un simbolo di identità e di memoria, per
poi esplorare gli affascinanti canali dei Paesi Bassi e le fognature della piovosa Londra. Il viaggio si
conclude poi con lo sviluppo urbano e la mafia dell’acqua di Karachi, il giardino dell’Eden in Iraq, i quartieri
di periferia di Città del Messico e infine con la rigogliosa Sicilia dove, anche lì, esiste il grande tema della
mafia dell’acqua.
Borgomeo con un saggio efficace e chiaro ci introduce un’importante riflessione. Avete mai guardato
l’acqua nel profondo, attraversando la sua superficie? Avete mai pensato all’acqua come elemento che
caratterizza la nostra identità, la nostra cultura, che conserva la nostra memoria e non solo come
sostanza da sfruttare? Grazie a tali pensieri l’autore ci fa comprendere che solamente quando riusciremo
ad approfondire il nostro legame con l’acqua saremmo in grado di capire la sua importanza, il suo ruolo
nel cambiamento climatico e di rispettare il mondo di cui facciamo parte.
Lo scopo di Borgomeo, si nasconde dietro la narrazione di enormi uragani, di imponenti dighe, di fiumi
impetuosi. Con uno stile semplice, diretto e brillante ci introduce il concetto di idrofilia e di “una visione
dell’acqua come occasione per articolare i propri bisogni e prendersi parte della responsabilità, senza
prepotenze e senza distruggere gli ecosistemi”. Ci narra di un’acqua non legata alle nostre peggiori
paure, ma ai nostri bisogni comuni.
Per tale ragione questo libro è per tutti proprio come l’acqua. Un’occasione per ragionare su come
migliorare le condizioni della nostra vita e quelle della natura e del nostro pianeta. L’acqua non è solo
una molecola formata da un atomo di idrogeno e due di ossigeno è l’origine della nostra esistenza e per
tale ragione dobbiamo imparare a conoscerla e rispettarla proprio come se fosse una persona.

      Ameruoso Angela Iiss Elena Di Savoia - Calamndrei ( Bari, Puglia Nord )

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L'argomento principale di questo libro è l'acqua, elemento essenziale per noi essere umani, alla base dei cambiamenti climatici che condizionano la nostra vita. Questo libro parla di un viaggio iniziato in Bangladesh,in cui attraverso Namrata, un'allevatrice di gamberetti in un villaggio costiero, si spiegano molte sfide da affrontare per il futuro come il riscaldamento globale. L'autore sostiene che la gestione dell'acqua non è solamente un compito per ingegneri o ecologisti, ma è un compito di tutti.
Namrata è una madre di tre figli, incinta di un quarto, che lavora in un allevamento di gamberetti in Bangladesh, dove i cittadini bevono l’acqua piovana che è salata e può causare problemi gravi alla salute. I problemi con cui si scontra sono idrofobia e la forza distruttiva dell’acqua.
Nella narrazione man mano vengono fuori molti problemi idraulici raccontati anche attraverso la storia di Flavio, un idraulico, che cerca di risolverli.
E poi c’è Julia, una economista australiana, che studia una proposta per rendere i fiumi soggetti giuridici, per difenderne i diritti e, ancora, la storia di un consulente, che parla della propria esperienza di convivenza e gestione della forza distruttiva dell’acqua nei Paesi Bassi.
Si parla anche di cattiva raccolta dei rifiuti e della mafia dell’acqua, tutte tematiche di grande attualità e interesse anche nel nostro territorio. Subito dopo il narratore parla di Nadia una ricercatrice.
Poi nell’ultimo capitolo si parla dell’acqua governata dal potere e dal denaro, spesso sotto il controllo della mafia, delle bande criminali che la utilizzano come oggetto di scambio per i voti delle elezioni.
Questo libro mi è piaciuto particolarmente perché mi ha fatto riflettere su un aspetto fondamentale della vita, l’acqua, elemento che viene raccontato attraverso tanti punti di vista, ma la conclusione è sempre la stessa: senza acqua non c’è vita. L’acqua è la parte più consistente nella composizione del nostro corpo, senza di essa non andremmo da nessuna parte e, soprattutto, Borgomeo spiega come non sprecarla e come l’uomo sia riuscito ad andare avanti e a svilupparsi anche grazie alla necessità di risolvere problemi legati alla sua gestione.
Da questo libro ho scoperto anche io cose che finora mi erano sconosciute, ma soprattutto ho compreso che non deve essere considerata come un qualcosa di scontato, anzi, proprio il fatto che l’acqua ci ha accompagnato per millenni e ha permesso l’evoluzione deve farci comprendere che la sua presenza è preziosa e necessaria. Quindi penso che ognuno debba fare la sua parte combattendo la propria idrofobia e, come dice l’autore, credo che ognuno debba avere la consapevolezza che l’acqua è di tutti e tutti dobbiamo imparare a gestirla e a proteggerla.

      Boccaforno Adriana Liceo Scientifico Statale V. Vecchi Trani ( Trani, Puglia Nord )

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L'ESSENZA DELLA VITA
Nove storie da tutto il mondo che ci raccontano e ci aiutano a comprendere come l'essenza della vita sia ovunque e come si intrecci con tutto ciò che ci circonda. L'essenza della vita, l'acqua.
"L'acqua è vita". È questa la frase più ricorrente sulla terra. Banale no? L'acqua è ciò che abbiamo ogni giorno e siamo così abituati ad averla che non ci rendiamo conto di quanto possa essere importante. Sono una ragazza di quindici anni, frequento il terzo liceo scientifico indirizzo scienze applicate e appena mi hanno comunicato il libro da leggere per il mio PCTO ho subito pensato "Fantastico un libro moralista che parla dell'importanza dell'acqua, sai che noia!" Ma mi hanno sempre insegnato che non si giudica un libro dalla copertina perché potrei sbagliarmi. E in effetti è andata così.
Ogni capitolo del libro corrisponde a un viaggio e tutte le riflessioni che riguardano l'acqua partono dalla vita quotidiana delle persone, un approccio definibile “geopoetico”; inoltre presenta un'analisi densa e documentata sul ruolo centrale dell'acqua nella natura e nella vita, un punto di vista non ovvio e aggiornato sul riscaldamento globale e il destino della terra, questo libro è anche un reportage che invita a ripensare l'acqua in modo innovativo.
“Idrofilia vuol dire comprendere e conoscere il potenziale sociale dell'acqua, la sua capacità di collegare le aspirazioni di centinaia e migliaia di individui per modificare le strutture del potere e le decisioni pubbliche [...] è una visione dell'acqua come occasione per articolare i propri bisogni e prendersi parte della responsabilità, senza prepotenze contro altri esseri umani, e senza distruggere gli ecosistemi”. Così sostiene Borgomeo, sottolineando la novità del suo approccio al problema acqua.
È questo il passo che mi ha portato a riflettere maggiormente il rapporto equilibrato tra uomo e natura non riguarda solo buone pratiche, consiste in una concezione di sé stessi come parte della natura e se ciò per alcuni è scontato per altri non lo è. Questi ultimi, spesso, non provano alcun interesse per questi argomenti e ignorano completamente ciò che accade intorno a loro. E ciò, purtroppo, è molto evidente.
Non posso che Invitare tutti a leggere questo libro: apre la mente e i cuori e ci insegna a prenderci cura della nostra fonte di vita.

      Chiumarulo Maria Luisa Istituto Tecnico Economico E Tecnologico Antonio De Viti De Marco ( Triggiano, Puglia Nord )

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Oro blu di Edoardo Borgomeo, Editrice Laterza 2020.
L’autore ha conseguito un dottorato in idrologia presso l’Università di Oxford, dove dal 2016 è Honorary Research Associate. Ha lavorato per la Banca Mondiale, organizzazione delle Nazioni Unite con la finalità di lottare contro la povertà ed organizzare aiuti e finanziamenti agli Stati in difficoltà; si è occupato di progetti di gestione delle risorse idriche e di adattamento al cambiamento climatico.
La sua produzione scientifica in materia di acqua e cambiamento climatico gli ha meritato un premio internazionale consegnato dall’ONU nell’Ottobre 2018 (Prince Sultan Bin Abdulaziz International Prize for Water).
Insieme a Anders Jägerskog ha scritto anche Ebb and Flow: Volume 1. Water, Migration, and Development.
Oro blu è un libro è di carattere dialogico-argomentativo poiché l’autore attraverso dialoghi con diversi interlocutori si prefigge l’obiettivo di restituire all’acqua il giusto ruolo nel mondo e nella vita di ciascuno. Attraverso i molti luoghi visitati che vanno dal Bangladesh al Brasile, dal Pakistan al Messico, l’autore presenta le sfide legate all’acqua.
Ogni capitolo si rifà ad un viaggio e contiene le riflessioni delle persone intervistate, di differente provenienza sociale. I contributi offerti, quindi, sono particolarmente interessanti ed originali perché derivanti da vere e proprie esperienze di vita. Avvincente è la struttura attraverso cui i capitoli si sviluppano, infatti al racconto degli intervistati segue una conclusione dell’autore che esorta a coltivare l’ “idrofilia”, l’amore cioè per l’acqua. Così si esprime: “L’acqua non è solo necessità materiale, ma anche necessità estetica. L’idrofilia non è solo conservare l’acqua, non inquinare, non seppellire i fiumi. L’idrofilia passa anche attraverso la contemplazione estetica. […] Questo permette di vivere l’acqua non solo come un semplice liquido, ma come l’origine della vita. Qualcosa che è impossibile sprecare, perché non si spreca la vita”.
La lettura del libro “Oro blu” è interessante, di facile comprensione e di attualità poiché focalizza l’attenzione su tematiche odierne non sufficientemente sviluppate, quali quelle collegate all’inquinamento dell’acqua e alle sue conseguenze sulla salute dell’uomo. L’autore ci aiuta a conoscere le problematiche connesse all’acqua presenti in altri Paesi e come le stesse vengano affrontate. Il libro può essere definito una lente di ingrandimento sul bene prezioso che è l’acqua, fonte di vita da difendere poiché, come scrive Borgomeo, “nel difendere l’acqua mi difendo”.
La lettura è consigliabile sia ad un pubblico adulto che giovanile in quanto il linguaggio è semplice, immediato ed efficace. L’acqua d’ora in poi non sarà più un bene individuale, ma collettivo che unisce ogni uomo cittadino di questo mondo.

      Colapietro Giulio Liceo Scientifico Statale " A. Scacchi " ( Bari, Puglia Nord )

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"Oro blu, storie di acqua e cambiamento climatico", è un saggio di Edoardo Borgomeo, edito da Laterza nel 2020. L’autore, esperto di idrologia, ci fa viaggiare insieme a lui, alla scoperta di varie realtà, attraverso nove storie che trattano di diversi modi di interagire con l’elemento “acqua”.
Sono proprio tali racconti che rendono il saggio coinvolgente, avvincente e in alcuni momenti gli conferiscono un taglio “esotico”, poiché toccano varie realtà: Bangladesh, Brasile, Australia, Paesi Bassi, Londra, Singapore, Pakistan, Iraq, Messico e Sicilia. Eppure, non sono che il pretesto per una riflessione su una tematica di estrema attualità, che insegna a concepire l’acqua come una fonte di opportunità e a comprendere che la sua gestione dovrebbe spettare a tutti e non solo a ingegneri, ecologisti o economisti.
La narrazione è intervallata da dati scientifici, che informano il lettore sui vari fenomeni acquatici collegati ai cambiamenti climatici: inondazioni, siccità, cicloni, innalzamento dei livelli del mare, per menzionarne solo alcuni – senza trascurare le loro implicazioni con l’economia, politica, religione, cultura e coscienza individuale.
Il saggio è autobiografico, nel senso che i racconti sono tratti da incontri reali che l’autore ha intrattenuto con vari personaggi: alcuni sono studiosi, esperti della gestione dell’acqua nelle proprie realtà, che propongono soluzioni interessanti da cui poter eventualmente prendere spunto e che, in ogni caso, forniscono un contributo interessante sulla tematica; altri, invece, sono persone comuni che, sia pure nella loro semplicità, sono portatori di saggezza, come per esempio la signora Hilda, un’estetista casualmente incontra dall’autore in metropolitana a Città del Messico, da cui ascolta una verità inconfutabile: “l’acqua è così importante che la chiamiamo oro blu”. L’autore stesso, molto probabilmente, sarà rimasto colpito da tale considerazione, al punto da lasciarsi ispirare per la scelta del titolo del saggio; un titolo evocativo, che rimanda all’idea dell’acqua come un bene prezioso, ma che gioca anche sul contrasto cromatico tra l’oro e il blu, proprio ad anticipare un concetto ricorrente nel libro, ossia l’ambivalenza dell’acqua, da un alto fonte di vita, dall’altra portatrice di morte.
La lettura procede veloce, data dalla chiarezza espositiva, dalla ricchezza di esempi e da uno stile semplice e immediato, accessibile a tutti e non necessariamente agli “addetti ai lavori". Lo consiglio, in particolare agli studenti delle scuole medie e superiori, valido anche per approfondimenti di educazione civica. Un valore aggiunto, che ho molto apprezzato è costituito, inoltre, dal fatto che i proventi derivati dall’acquisto del libro sono interamente devoluti per iniziative benefiche, il che dimostra come la mission di Borgomeo sia di invitarci a costruire un mondo migliore in cui i valori sono più importanti del mero profitto, e lo fa fornendoci un esempio concreto.
Il saggio può essere letto a più livelli, “tutto d’un sorso”, per una visione d’insieme o, gustato lentamente, a “piccoli sorsi”, rappresentati da un’introduzione, seguita da nove capitoli, ciascuno con un titolo ad effetto, incisivo, spesso tratto da modi dire, inerenti alla tematica trattata, fino alle “ultime gocce” della conclusione.

      Florio Domitilla Iiss Alpi Montale ( Rutigliano, Puglia Nord )

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Oro Blu. Storie di acqua e cambiamento climatico è il primo libro pubblicato dal dottore in idrologia Edoardo Borgomeo, honorary research associate ad Oxford dal 2016.
Come il titolo stesso dell’opera suggerisce, la protagonista di queste pagine è l’acqua: un elemento essenziale, vitale, senza cui l’uomo non può sopravvivere. “Senza di lei non duriamo un giorno” è la frase che l’autore utilizza per dare esordio al suo lavoro, e, come viene ampiamente discusso in esso, questa è una verità tanto assoluta quanto sottovalutata. “L’acqua non ha bisogno di noi [...]. Noi abbiamo bisogno dell’acqua, e per questo l’idrofilia, il nostro legame con lei, è così importante” si legge nelle conclusioni.
Alla base della noncuranza con cui questo argomento viene trattato ogni giorno vi è la benevolente fortuna del vivere una realtà privilegiata: l’accesso libero ad una risorsa fa sì che, col passare del tempo, se ne sottovaluti la presenza.
È difficile immaginare una realtà in cui l’acqua è un bene prezioso, irraggiungibile, insufficiente a soddisfare il bisogno di una popolazione se, per riempire un bicchiere d’acqua, a noi basta aprire il rubinetto del lavello in cucina. È quasi impossibile comprendere a fondo com’è vivere una vita in cui l’acqua scarseggia a tal punto da essere la causa di conflitti, lucro di associazioni illegali, morte, se non lo si è visto con i propri occhi.
Il più importante pregio di Oro Blu è che giunge in nostro aiuto proprio da questo punto di vista: anziché sprecare fiumi di parole sulle differenti condizioni che si incontrano attorno al globo, lascia che esse vengano espresse tramite le narrazioni di persone di varia nazionalità, che le hanno vissute e le vivono sulla propria pelle, offrendo testimonianze e riflessioni d’impatto immediato, che risentono della cultura a cui appartengono.
Facendo ciò, Borgomeo ritrae spesso una società in difficoltà, che riesce a stento a stare al passo con la crescita demografica, a limitare gli sprechi di questo bene prezioso, a far sì che sia accessibile da tutti indipendentemente dalle possibilità economiche; raffigura una cultura fin troppo noncurante dei cambiamenti irreversibili che sta apportando al territorio che la ospita. Tuttavia, sorprendentemente, non condanna la presenza dell’uomo come nota stonata nella fragile armonia della natura. Anzi, tramite l’esempio di popoli del passato, come gli Aztechi, e del presente, come gli abitanti dei Paesi Bassi, dimostra che convivere con l’acqua e la sua forza distruttiva, trarre beneficio dalla sua presenza lasciandole lo spazio di cui ha naturalmente bisogno è un atto non solo possibile, ma anche necessario affinché l’uomo sopravviva alla prospettiva di sfide future - cambiamenti del clima e del paesaggio, incremento dell’intensità delle precipitazioni, diminuzione della disponibilità di acqua potabile, non inquinata.
Oro Blu parla di acqua non più come uno strumento da utilizzare, piegare al volere umano, sfruttare per permettere la nostra continua evoluzione: parla di acqua come una componente della natura quasi antropizzata, con dei propri bisogni e dei propri diritti.
In maniera leggera e allo stesso tempo profonda, questo libro è in grado di cambiare la percezione che si ha nei confronti dell’acqua, seminando la capacità di osservarla in modo nuovo, ampliando le proprie prospettive.

      Lippolis Andrea Liceo Simone Morea ( Conversano, Puglia Nord )

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"Senza di lei non duriamo nemmeno un giorno".
Esordisce così, nel suo primo libro, "Oro Blu. Storie di acqua e cambiamento climatico", Edoardo Borgomeo, uno studioso italiano che affronta tematiche scottanti e stringenti come il cambiamento climatico, il riscaldamento globale e tutto quello che la mancanza e la sovrabbondanza d'acqua comporta sul genere umano.
Potremmo definire l'incipit, drammatico, efficace e d'impatto: l’uomo in assenza di acqua non sopravviverebbe.
Il lettore viene colto così alla sprovvista, intuendo in pochi secondi, anche senza aver letto la copertina del libro, il tema trattato.
Difatti, l'acqua è l'unica sostanza sulla Terra di cui non si possa fare a meno.
Con le sue peculiari proprietà chimico-fisiche, l’acqua ha permesso la nascita e lo sviluppo degli esseri viventi sulla terra: è proprio sui fondali marini che sono nate le prime forme di vita.
Fin dall'antichità, l'uomo ha cercato di imparare a controllarla per poterla sfruttarla al meglio, andando a costruire le prime città proprio nei pressi di fiumi e laghi, impiegandola anche in attività indispensabili come l'agricoltura e l'allevamento.
Un esempio è la civiltà sumerica, primo grande insediamento nella “Mezzaluna Fertile”, in vicinanza dei famosi fiumi Tigri ed Eufrate, oggi parzialmente prosciugati per via della forte siccità che ha colpito “la terra tra i due fiumi”.
"L'essere e l'acqua": così Talete, il primo dei filosofi occidentali, individua nell'acqua l'origine dell'essere, non semplicemente come principio ontologico, ma anche vitale. L'acqua è Arché.
Soprattutto noi occidentali, nonostante siamo ben consapevoli della sua importanza, ci comportiamo come se quest'elemento vitale fosse infinito e scontata la sua disponibilità, inquinandolo e senza prestare attenzione agli sprechi.
Non è più necessario allontanarsi "da casa nostra” per potere vedere nell'acqua le conseguenze del cambiamento climatico, repentino e netto, che la Terra sta subendo; basti pensare alla forte siccità che ha caratterizzato le ultime estati, all'elevato numero di alluvioni (circa 60 da gennaio a settembre 2022) che hanno interessato la nostra penisola, in particolar modo nelle Marche, e l'ultima, forse la più disastrosa, nell'isola di Ischia, provocando morti e feriti. L'acqua ha travolto, distrutto e forse ripreso ciò che l'uomo le aveva tolto: lo spazio.
Edoardo Borgomeo mette a disposizione dei lettori i suoi viaggi e le sue esperienze, consentendo loro di avvicinarsi a realtà difficili e complicate, il cui comune denominatore sono le malattie e le guerre che esplodono per la mancanza e il tentativo di impossessarsi di questo bene insostituibile.
Raccontando la storia di nove uomini e donne provenienti da tutto al mondo, dal Bangladesh al Brasile, dalla Nuova Zelanda all'Olanda, l'autore ci mostra la stretta correlazione che sussiste tra l’acqua e l'economia.
Il lessico semplice e accessibile a lettori di ogni fascia d'età rende vivamente consigliabile a tutti la lettura di questo libro, in grado di sensibilizzare profondamente il lettore e di cambiare notevolmente la percezione che si ha delle problematiche ambientali.

      Rossi Ivan Liceo Scientifico Statale " A. Scacchi " ( Bari, Puglia Nord )

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Il libro "Oro blu: storie di acqua e cambiamento climatico" è un'opera che getta luce sulla cruciale importanza dell'acqua per il nostro pianeta e per l'umanità stessa. L'autore del libro, Edoardo Borgomeo esperto di idrologia, presenta una vasta gamma di argomenti, dalle origini dell'acqua alla sua distribuzione sulla Terra, dall'impatto del cambiamento climatico sul ciclo dell'acqua alle varie fonti di inquinamento che minacciano la qualità dell'acqua.
Il libro è diviso in nove capitoli, ognuno dei quali racconta una storia legata all’acqua in diversi paesi del mondo, partendo dalla storia di Namrata e della forza distruttiva dell’acqua in Bangladesh, passando per il Brasile dove, seppur con l’uso di dighe per controllare l’acqua, non si riesca a far fronte alla siccità, proseguendo per paesi come la Nuova Zelanda e i Paesi Bassi dove l’acqua è preservata anche dal governo, arrivando in paesi come l’India e il Regno Unito dove la qualità dell’acqua è definita pessima portando a diverse malattie e finendo in Sicilia, spiegando come la mafia usi l’acqua come metodo di ricatto e di come i contadini di quelle terre abbiano affrontato il problema. In particolare, il libro mette in evidenza come l'acqua sia una risorsa vitale per la vita sulla Terra e come sia importante preservarla per garantire un futuro sostenibile per l'umanità. L'autore sottolinea anche l'importanza di un approccio olistico alla gestione dell'acqua, che tenga conto delle interconnessioni tra l'acqua, il suolo, l'aria e la vita umana.
Gli argomenti sono presentati in modo chiaro e accessibile, rendendo il libro adatto a un vasto pubblico di lettori, compresi gli studenti e gli insegnanti delle scuole medie e superiori.
In generale, ho trovato " Oro blu: storie di acqua e cambiamento climatico " un libro eccellente che fornisce un'analisi completa e interessante dell'acqua come risorsa e della sua importanza per la vita sulla Terra. Il libro è ben scritto, accessibile e informativo, e rappresenta una lettura altamente consigliata per chiunque sia interessato all'ambiente e alla sostenibilità.

      Spada Leonardo Liceo Simone Morea ( Conversano, Puglia Nord )

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“Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico” è un saggio tascabile facente parte della collana Laterza, scritto da Edoardo Borgomeo. La professionalità dell’autore e l’approfondita conoscenza della materia trattata giocano un ruolo fondamentale nel testo in sé. Queste derivano da un dottorato in idrologia e da numerose esperienze lavorative, per conto dell’International Water Management Institute, nelle più svariate aree del mondo: dal Sud America, al Medio Oriente, all’Asia meridionale, all’Africa orientale.
Il tema trattato è di estrema attualità e riguarda il nostro rapporto con l’acqua e la sua distribuzione. Ciò viene presentato, però, con maniere e soluzioni abbastanza innovative. La dimostrata tangibilità degli effetti del cambiamento climatico risulta intrecciarsi, infatti, con una tendenza nel voler riportare alla luce quella che è definibile come la primordiale visione umana dell’acqua come entità e potenza. La rivalutazione dell’acqua, pertanto, non consiste affatto nella creazione di un nuovo ed innovativo concetto di valorizzazione, bensì nella riscoperta dell’antico valore attribuito a questa sostanza in quanto forza e vita.
Il rapporto umano con l’acqua viene anche illustrato dal punto di vista economico. Ciò che viene preso in esame in merito comprende una serie di realtà più o meno vicine al nostro paese. Il corso dell’acqua viene direttamente mutato dalla geopolitica e dalla distribuzione delle ricchezze, pertanto esso risulta essere fortemente determinato da fattori ed interessi umani. Interessante sorpresa, invece, le considerazioni fatte sul consumo dell’acqua in bottiglia (che è un argomento a noi estremamente vicino).
Il binomio acqua-vita non viene presentato come una costante, ma ne vengono illustrate eccezioni, articolazioni e particolarità. Essendo forza, l’acqua non è solamente benevola, ma può essere anche distruttiva o infettiva. Questa ambiguità trova la sua massima dimostrazione nelle storie di numerosi abitanti dell’Asia meridionale, dove l’acqua disponibile è ad elevata concentrazione salina e comporta numerose conseguenze a livello di salute.
L’originalità del testo sta nella concezione di “acqua” che vuole proporre e nella chiarezza del linguaggio con la quale la propone. È proprio grazie a ciò che si discosta dai classici libri che illustrano i problemi nella gestione dell’acqua in relazione al cambiamento climatico.

      Gasbarro Leonardo Liceo Statale " F. Ribezzo " ( Francavilla Fontana, Puglia Sud )

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“Oro blu. Storie di un cambiamento climatico” è un saggio scientifico scritto da Edoardo Borgomeo, responsabile di progetti di gestione delle risorse idriche e adattamento al cambiamento climatico presso la Banca Mondiale. Il libro, pubblicato da Laterza nel marzo 2020, contiene nove storie che evidenziano la stretta dipendenza dell’acqua dall’aspetto politico, economico e storico di ogni Stato. Il titolo evidenzia l’importanza di questa risorsa, la cui disponibilità, già limitata dal cambiamento climatico, viene ulteriormente ridotta da un atteggiamento idrofobico della nostra società; l’autore, quindi, invita a valorizzare l’idrofilia affinché si abbiano conseguenze positive per il futuro dell’umanità.
L’impressione di assistere ad un affascinante dramma invoglia notevolmente la lettura: inizialmente l’acqua viene presentata come una forza distruttrice, responsabile di flussi migratori, per poi diventare risorsa da utilizzare nella produzione idroelettrica attraverso l’impiego delle dighe. Ma l’acqua è vista anche come fonte di business e, al pari di un essere umano, deve avere dei diritti e può generare conflitti mortali o creare legami sociali nella comunità.
Il testo propone varie modalità per convivere con i rischi legati alla presenza dell’acqua ed è rivolto ad ogni tipo di lettore grazie alla scelta dell’autore di chiarire alcuni termini tecnici dell’ingegneria idraulica; inoltre, l’utilizzo di un linguaggio semplice e scorrevole rende piacevole una lettura di carattere scientifico.
L’acqua diventa simbolo del “Tutto scorre” eracliteo, poiché fluisce negli alvei dei fiumi, ed è la metafora del mutamento della vita, di un’anima cosmopolita che va dalla Nuova Zelanda al Brasile fino al Bangladesh. Molto spesso, però, l’acqua si trova in autobotti collegate ad idranti illegali, gestiti da capi mafiosi; così, nelle città in cui manca l’acqua si crea un sistema criminale di gestione di un bene di consumo da vendere al miglior offerente, secondo l’inflessibile legge del denaro.
L’autore invita a rafforzare il legame con l’acqua, rispettandola e integrandola nello sviluppo sociale, invece di inquinarla e scaricarla lontano. Come scriveva la scrittrice americana premio Nobel Toni Morrison, “L’acqua ha una memoria perfetta e cerca sempre di tornare dov’era”. Un esempio emblematico di questo atteggiamento idrofilo è rappresentato dagli olandesi, che destinano parte del loro territorio alle inondazioni grazie all’investimento “ruimte voor de rivier”. Tra le varie zone la più celebre è piazza Benthemplein a Rotterdam: in assenza di pioggia, è possibile organizzare una partita di basket; durante le precipitazioni, il campo da basket e le parti più basse della piazza accumulano l’acqua, che in seguito viene rilasciata lentamente per evitare di sovraccaricare le fogne.
Nel testo, inoltre, è possibile notare come l’opera idraulica si colleghi con la memoria storica e culturale di un popolo attraverso l’arte; questo permette di vivere l’acqua non solo come un semplice liquido, ma anche come l’origine del mondo e della vita; in questo modo la gestione dell’acqua, basata sulla distribuzione, pianificazione, tutela e rischio si incontra con la sacralità dell’acqua.
Iniziamo, quindi, a cambiare mentalità e modo di vedere l’acqua, affinché questa preziosa risorsa possa diventare parte integrante delle nostre vite; così, impareremo a essere parte del nostro mondo senza distruggerlo.

      Giustizieri Giulia Marie Rose Liceo Virgilio Redi ( Lecce, Puglia Sud )

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“Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico” è un libro di Edoardo Borgomeo pubblicato nel 2020 dall’editore Laterza.
L’autore è un idrologo che racconta attraverso la sua esperienza in diverse parti del mondo il rapporto uomo-acqua confrontandosi con gli abitanti del posto.
Ad ogni capitolo del libro corrisponde una storia che evidenzia come le diverse problematiche legate al cambiamento climatico siano ovunque le stesse e rendano tutti gli uomini vittime delle loro stesse azioni: troviamo scarse condizioni igienico-sanitarie sia a Londra che in India, la mafia e il clientelismo dell’acqua sia in Bangladesh che in Sicilia, la siccità sia in Brasile che in Australia…
Attraverso la contrapposizione tra idrofobia e idrofilia viene descritta la duplice essenza dell’acqua: essa può essere allo stesso tempo benefica o malefica, fonte di rischi o di opportunità, può dissetare o avvelenare, può dare lavoro a contadini e pescatori o distruggere i loro campi e far morire i loro pesci.
“L’acqua è vita” dicono i pescatori dei fiumi: essa è infatti necessaria per gli ecosistemi ed è una risorsa che porta avanti l’economia mondiale; allo stesso tempo, però, può essere causa di malattie, di morti e di inondazioni. Ciò è però conseguenza dell’inquinamento e dell’egoismo dell’uomo, sui cui l’autore si sofferma. Egli mette in evidenza come l’acqua, una risorsa apparentemente inesauribile, stia diminuendo sempre di più fino a terminare in molti casi, attraverso descrizioni di un’amara realtà fatta di zone aride, di fiumi con fondi ricoperti di pesci morti, di interi paesi costretti a razionare l’acqua tra loro per poter sopravvivere e di lotte interne per una sua distribuzione egualitaria.
Viene condannata la presunzione dell’uomo che lo porta a pensare di poter contenere la forza dell’acqua, senza rendersi conto di star giocando ad una sorta di braccio di ferro in una partita persa a tavolino.
In tutto ciò però l’autore riesce a vedere una soluzione: l’uomo potrebbe ridurre gli effetti del cambiamento climatico se iniziasse a considerare l’acqua non come una risorsa di guadagno o un potere di cui appropriarsi ma per il suo valore intrinseco. In tal caso si dovrebbe prendere esempio dalle tribù indigene e dai popoli antichi, che riconoscevano la sua sacralità attraverso religioni e miti, ma anche dagli olandesi, che sono riusciti a costruire il loro paese sotto il livello del mare e che educano i cittadini del futuro al rispetto dell’acqua fin dalla tenera età.
L’intento di questo libro è quindi quello di far entrare il lettore nell’ottica che l'acqua non deve essere difesa per quello che produce ma per quello che è: memoria, identità e storia.
“Oro blu” è per questo motivo un libro davvero interessante da leggere. Leggendolo, infatti, si riesce ad entrare in empatia con una realtà apparentemente distante in quanto, attraverso le parole dell’autore, si percepisce la sofferenza della gente che vede il verde dei loro prati trasformarsi in terreno arido, la sete delle persone che lottano per ottenere un goccio d’acqua e la disperazione dei contadini e dei pescatori che non riescono a portare a casa nemmeno un centesimo.
É un libro perciò che tutti dovremmo leggere perché è in grado di rendere più consapevole il lettore delle proprie azioni nei confronti dell’ambiente perché la verità è che sono le nostre scelte a determinare il nostro futuro anche se sembra già segnato.

      Pezzuto Giuseppe Liceo Classico E Musicale G. Palmieri ( Lecce, Puglia Sud )

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Oro Blu. Storie di acqua e cambiamento climatico, di Edoardo Borgomeo è un libro che scuote le coscienze, ci allontana dalle considerazioni più scontate sull’importanza dell’acqua e introduce nuovi spunti su cui ragionare per dare il giusto valore a questo bene primordiale.
L’acqua è per l’uomo forse l’elemento naturale più vitale e importante che esista sulla Terra ma spesso ce ne dimentichiamo e quindi la maltrattiamo, la sprechiamo, la sporchiamo nella convinzione (forse) che essa miracolosamente possa rigenerarsi. E se diminuisce sempre di più addossiamo la colpa ai cambiamenti climatici, come se questi, poi , in parte non dipendessero anche da noi! E’ questo il tema affrontato dall’autore, il quale in maniera originale, lo dipana attraverso il racconto di un viaggio in nove luoghi, diversi tra loro ma accomunati dallo stesso fil rouge: il rapporto della popolazione locale con l’acqua.
Ne nasce un racconto itinerante che dalle acque non proprio potabili del Bangladesh, spesso salate e inquinate e quindi potenzialmente velenose per i suoi abitanti, ci conduce in Brasile dove il fiume Sao Francisco negli anni ha ridotto notevolmente il suo corso e il mare , alla foce, lo ha quasi inghiottito.
Si passa poi in Messico, dove l’autore pone il problema sul rapporto esistente tra l’acqua dolce utilizzata per i vari bisogni della popolazione e la crescita esponenziale di quest’ultima che ne ha alterato la distribuzione e favorito lo snaturamento dei corsi d’acqua. Anche le antiche pratiche di irrigazione utilizzate nel sud dell’Iraq, sopravvissute quasi fino ai tempi moderni, oggi sembrano risentire dei cambiamenti climatici e delle condotte non proprio ecologiste di chi lo governa. In Pakistan, invece l’acqua sembra sia in mano alla malavita che decide a chi distribuirla e a chi toglierla. Si aggiunge Londra , con i problemi del suo inquinato sottosuolo fognario. Non mancano, tuttavia, gli esempi virtuosi come i Paesi Bassi , dove gli abitanti con l’acqua, da cui sono morfologicamente circondati, hanno saputo creare un rapporto non di superiorità o di noncuranza ma di alleanza e di equilibrio, arginandola e controllandola, con tecniche che si integrano perfettamente con l’ambiente. Un altro buon esempio ci arriva dalla Nuova Zelanda, dove per il Whanganui, fiume tenuto fortemente in considerazione dai maori, l’autore parla di “riverlution” per indicare l’affermazione del fiume (riconosciuto come soggetto avente personalità giuridica e non come oggetto che esiste in funzione dell’uomo e dei suoi utilizzi) sull’uomo. Anche in Italia, e più precisamente in Sicilia, per il fiume Jato, Borgomeo individua un esempio di “idrofilia”, vale a dire di un rapporto “amichevole” con l’acqua, che non la svilisca o la alteri.
Alla fine della lettura e del lungo percorso, in giro per il mondo, l’insegnamento che ne rimane è che l’acqua è un bene assoluto, irrinunciabile e in quanto tale ciascuno ha il dovere di tutelarlo e preservarlo senza demandare solamente ai poteri forti il compito di preoccuparsene.

      Rima Carmen Liceo Quinto Ennio ( Gallipoli, Puglia Sud )

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“Water no get enemy” è la prima frase che cattura l’attenzione non appena ci si approccia al libro “Oro blu. Storia di acqua e cambiamento climatico”. Queste semplici ma simboliche parole fanno già intuire la materia trattata nelle pagine seguenti. Prima opera di Edoardo Borgomeo, ricercatore e consulente FAO da sempre appassionato alle tematiche ambientali, il libro si articola in nove capitoli, ciascuno dei quali narra una differente storia di donne e uomini.
Nella prefazione l’autore chiarisce che non ha intenzione di elencare tutte le problematiche legate alla gestione dell’acqua nel mondo né tantomeno di proporre soluzioni o di denunciarne i colpevoli. Piuttosto si pone come scopo quello di andare all’origine del legame dell’uomo con l’acqua e capire come modificarlo in positivo.
Secondo Borgomeo, una caratteristica della nostra società è l’idrofobia, ovvero la tendenza a sprecare e inquinare l’acqua per poi scaricarla il più lontano possibile dai nostri occhi. Ciò, continua l’autore, è dettato da una sorta di pigrizia d’animo che porta anche a formare dei luoghi comuni non veritieri.
Questa disinformazione ha conseguenze su ogni aspetto della nostra vita, dato che l’acqua è intrinseca nella quotidianità.
Senza svelare molto, si possono delineare le storie di ciascuno dei nove capitoli: il primo racconta di Namrata, una mamma in attesa del quarto figlio, che lavora in un allevamento intensivo di gamberetti in un villaggio del Bangladesh, e attraverso di lei si narra la convivenza con la duplice forza dell’acqua come produttrice e distruttrice; nel secondo capitolo si riprende il concetto dell’acqua come motrice insieme a Flavio, soprintendente della gestione delle dighe del fiume São Francisco in Brasile; nel terzo si assegnano dei diritti all’acqua, andando oltre alla sola concezione di liquido; il quarto riflette sul business creato grazie alla vendita dell’acqua; il quinto tratta l’importanza e l’impiego dell’acqua di fogna, mentre il sesto sancisce il fondamentale diritto all’acqua. L’ottavo capitolo ha al centro l’acqua, in questo caso fonte di conflitti mondial,i che viene poi compensata nel nono, in cui è strumento di unione tra le comunità.
Borgomeo riesce, con una forma tanto accessibile e scorrevole quanto curata, a enunciare punti fondamentali su questa sorta di “Oro blu” rimanendo sempre strettamente collegato a ogni realtà narrata nel libro. Singolare la capacità di raccontare singole storie che rispecchiano il ruolo chiave dell’acqua nel mondo del cambiamento climatico.

      Acheri Alice Istituto Di Istruzione Superiore Primo Levi ( Quartu S. Elena, Sardegna )

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Questo libro, dal titolo forse un po' troppo scontato, è stato scritto da Edoardo Borgomeo, idrologo presso l’ Università di Oxford e indovinate un po'? tratta proprio dell’acqua!! Si potrebbe quindi pensare ad un testo noioso e se vogliamo anche un po' banale nella scelta dell’argomento, in realtà si è rivelato una piacevole sorpresa.
Dico la verità, non volevo leggerlo: “L’acqua - ho pensato- si tratterà del solito polpettone sul fatto che non è una risorsa infinita, che la sprechiamo ecc.”
Iniziando a leggere però mi sono resa conto che l’argomento veniva trattato in modo piacevole e coinvolgente, attraverso il racconto di nove persone differenti per età, cultura, lingua, ceto sociale e professione, che vivono in diverse parti del mondo (Bangladesh, Brasile, Pakistan, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Messico, Iraq, Londra, Sicilia) ed ognuna con la propria idea sul problema acqua.
Problema legato non tanto a grandi ideologie o frasi fatte, che lasciano il tempo che trovano, ma a difficoltà oggettive legate al procurarsi, gestire o convivere con l’acqua. Questo spiegato in maniera semplice e coinvolgente.
Prima tappa di questo ipotetico viaggio, il Bangladesh: qui l’autore ci fa riflettere sul fatto che nonostante ci sia grande quantità d’acqua sulla Terra, quella che conta è solo quella potabile, non salata e non inquinata, che è solo l’1% di tutta quella disponibile.
Ci spostiamo poi in Brasile: qui grazie a Flavio, un ingegnere idraulico addetto alla gestione delle dighe del Sao Francisco, l’autore si sofferma sull’importanza delle dighe la cui costruzione comporta grossi cambiamenti sul territorio, ma è anche necessaria per combattere la siccità. Si ricorda inoltre che l’energia idroelettrica è la principale fonte rinnovabile al mondo.
Eccoci in Nuova Zelanda: qui Giulia ci racconta la storia dei maori Whanganui Iwi e del loro fiume, il Whanganui, al quale nel 2017 è stata riconosciuta “personalità legale”. Ciò, come dice l’autore, ci permette di “riconoscere il valore sacro dell’acqua, il suo essere viva” e non solo il suo valore economico e politico.
Nei Paesi Bassi, grazie all’esperienza centenaria si fanno i soldi con l’acqua, “trasformandola in conoscenza e consulenza”.
Passando per il Pakistan, il Messico e la Sicilia scopriamo poi che l’acqua non è un diritto di tutti ma solo di chi se lo può permettere.
E’ sconvolgente poi venire a conoscenza che nelle fogne di Londra ci sono dei grossi “mostri”, i fatbergs, ammassi di spazzatura e grasso, risultato dello stile di vita sbagliato della nostra società.
In Iraq l’autore ci fa riflettere su un altro problema, quello delle migrazioni legate alla carenza o alla mancanza d’acqua.
Insomma, libro che fa riflettere e che consiglio. Ci ricorda che la gestione dell’acqua è compito di tutta l’umanità, nessuno escluso, perché dobbiamo essere consapevoli che “l’acqua non ha bisogno di noi ma noi abbiamo bisogno dell’acqua”.





      Cocco Carlo Liceo Scientifico E Linguistico " E.fermi " ( Nuoro, Sardegna )

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“Oro Blu- storie di acqua e cambiamento climatico” è un breve testo scritto da Edoardo Borgomeo, edito da Laterza. Questo giovanissimo scienziato, specializzato in idrologia, in questa sua prima opera di divulgazione ci porta a fare un viaggio intorno al mondo sulla nuova via dell’oro, nulla di paragonabile al lucente materiale metallico che tutti conosciamo, ma semplicemente il materiale più fluido e trasparente: l’acqua.
L’acqua è il bene più prezioso che abbiamo, talmente importante che le nostre vite dipendono da lei. In questi ultimi decenni la sua scarsità e il suo consumo indiscriminato, uniti all’inesorabile cambiamento climatico, l’hanno trasformata in una vera e propria merce di scambio in ogni angolo del nostro Pianeta, contesa tra chi vuole preservarla e chi vuole sperperarla, tra chi vuole essere idrofilo e chi invece resta implacabilmente idrofobo.
Idrofilo e idrofobo, due parole chiave che ritornano continuamente tra le righe della narrazione e ci mettono davanti ad una scelta: noi cosa scegliamo di essere? Vogliamo essere idrofili e quindi affini all’acqua oppure scegliamo di essere idrofobi come quelle molecole che non essendo in grado di legarsi a lei la respingono?.
Ognuna delle nove storie che costruiscono il racconto ci costringe a riflettere, a cambiare punto di vista e prospettiva. Così ci ritroviamo in Bangladesh accanto a Namrata, costretta a raccogliere gamberetti sul delta del Gange pur di lavorare, ma condannata dalle trasformazioni del territorio a bere acqua salata tirata su dai pozzi inquinati dall’arsenico; oppure vicino a Flavio che ogni giorno deve faticosamente decidere come distribuire la poca acqua rimasta dei meravigliosi laghi del Brasile; o ancora con i flushers, nelle fogne di Londra a fare il lavoro sporco di ripulire i canali sotterranei da enormi tappi di grasso e detriti che i cittadini incuranti riversano nei loro scarichi o ancora Peerween Rahman che tornata a Karachi dopo aver studiato e vissuto all’estero voleva migliorare la sua città, fornendo servizi e strutture, ma lungo il suo cammino ha incontrato la mafia dell’acqua che l’ha uccisa una sera di marzo.
Ma scopriamo anche che esiste chi, come gli olandesi Peter ed Eelco, vuole trasmettere la propria esperienza nel domare la forza acqua agli altri Paesi, sfruttandola a proprio vantaggio e trasformandola in un vero e proprio business positivo per tutti.

      Demontis Sofia Liceo Scientifico " A.pacinotti " ( Cagliari, Sardegna )

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Il saggio "Oro blu-Storie d'acqua e di cambiamento climatico" non è solo un libro divulgativo sull'acqua, è un libro che parla d'amore: amore per l'acqua o "idrofilia" per citare l'autore. Edoardo Borgomeo è un idrologo, si occupa di progetti di gestione delle risorse idriche in relazione al cambiamento climatico. L'acqua, dunque la conosce bene, ma era necessario scrivere un saggio sull'importanza dell'acqua? Sì, perché oggi l'acqua è sottovalutata, percepita solo come una molecola, oppure maltrattata, inquinata, sprecata. Borgomeo ha scritto questo saggio per tutti, perchè la gestione dell'acqua non riguarda solo ingegneri idraulici, economisti ed ecologi; perché se la vita dipende dall'acqua è ora di superare quella che lui chiama "idrofobia", paura che accomuna l'acqua alle grandi catastrofi (alluvioni, siccità, guerre), e di creare un legame di idrofilia. Questo nuovo legame modificherà il nostro modo di vivere, di consumare, di preservare l'ambiente per il futuro dell'Umanità.
Le sfide che l'uomo deve affrontare per creare un mondo idrofilo sono racchiuse in nove capitoli, frutto di viaggi e incontri dell'autore con esperti e gente comune, avvenuti tra il 2015 e il 2019.

Il primo capitolo è dedicato alla forza distruttiva dell'acqua e alla capacità dell'uomo di conviverci. In Bangladesh le inondazioni sono una regola, l'uomo le conosce, ha costruito argini per limitarle, ha imparato, nei limiti del possibile a controllarle. Ma con l'aumento del riscaldamento globale sono aumentate le inondazioni imprevedibili, quelle causate da venti e piogge sempre più forti. Borgameo parla poi della forza produttiva dell'acqua, delle dighe e della loro gestione (cap.2), e del fatto che possono provocare conflitti (cap.8) ma anche unione e legami sociali (cap.9). Si parla di diritti nel sesto e settimo capitoli, dedicati rispettivamente alla descrizione dei sobborghi di Karachi in Pakistan dove si rimedia alla mancanza d'acqua nelle condotte col sistema delle autobotti gestite dalla criminalità e alla storia dei Ma'dan, gli abitanti delle paludi dell'Iraq che sono costretti a migrare perché l'ecosistema che garantiva acqua in abbondanza è stato distrutto con la deviazione del fiume Eufrate. Nel terzo capitolo in Australia scopriamo che anche i fiumi hanno dei diritti e che molte popolazioni vedono nell'acqua qualcosa di più di una sostanza e nel quarto scopriamo che gli Olandesi grazie al loro legame con l'acqua hanno costruito una Nazione forte, e insegnano ai bambini il valore dell'acqua e come lascarle i suoi spazi. Un capitolo, il quinto è dedicato anche all'acqua di fogne e alle sue proprietà.

Attraverso questa straordinaria immersione nel mondo dell'acqua Borgomeo ci invitata a riflettere sul nostro legame con essa e ci fa capire che le nostre azioni fanno la differenza. L'acqua permette di bere, lavarci, irrigare i campi, produrre energia ma è sempre meno. La vera sfida è non lasciarsi trascinare dal pessimismo catastrofico, né dall'ottimismo di chi crede che la tecnologia risolverà tutti i problemi. La vera sfida è rimodulare il nostro legame con l'acqua, è creare tutti insieme un mondo più idrofilo. Borgomeo con questo breve saggio, scritto con un linguaggio semplice e diretto, adatto a tutti, lancia il suo messaggio: l'ambiente è in pericolo ma si può salvare solo se tutti fanno la loro parte, il cambiamento climatico si può fermare tutti insieme a partire dalla nostra idrofilia.

      Mereu Sara Istituto Tecnico Industriale Michele Giua ( Cagliari, Sardegna )

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Da sempre l’acqua è il mio elemento preferito, per la sua versatilità, per il suo riuscire a trasformarsi sempre, perché è alla base della vita di tutti i giorni in ogni suo stato, qualcosa di quotidiano ma preziosissimo allo stesso tempo.
L’acqua, le sue caratteristiche e i suoi rapporti con gli uomini sono il tema principale del libro “Oro blu Storie di acqua e cambiamento climatico” di Edoardo Borgomeo. L’autore, un idrologo, racconta nove storie in nove capitoli, ognuno ambientato in un Paese in cui è stato. Grazie a questi viaggi sono descritte le storie di diverse popolazioni e del loro legame con l’acqua, del modo in cui ci si può convivere (idrofilia) o in cui la si può sfruttare per esserne inevitabilmente sopraffatti (idrofobia).
Nel libro, nonostante le enormi differenze culturali, politiche, climatiche tra le regioni visitate, esiste sempre un filo conduttore che riesce ad unire i racconti. Ad esempio il capitolo sei descrive come la cattiva gestione dell’acqua, non la sua scarsità, possa far diventare l’Eden un deserto; nel successivo viene ripresa l’idea del paradiso terrestre, della sua reale collocazione nel sud dell’Iraq e anche di come stia scomparendo. Inoltre alcune tematiche vengono riprese in più parti come la mafia dell’acqua e il modo in cui uccide per realizzare i suoi scopi: nei capitoli “Pura come l’acqua” in Pakistan e in “Andare contro corrente” in Sicilia. Questa internazionalità degli argomenti fa riflettere su come siamo sempre interconnessi.
Altro aspetto interessante è che il lettore ha la possibilità di imparare modi diversi di concepire l’acqua e con essi le opportunità e i disagi che essa può creare, conoscere diverse culture e lingue (dal portoghese velho chico, alle due parole che definiscono le inondazioni in bengali, all’inglese fatberg, all’arabo inshallah, al dialetto napoletano). Significativo è un detto maori che recita: “E rere kau mai i te Awa nui mai i te Kahui Maunga ki Tangaroa. Ko au te Awa, ko te Awa ko au. (Il grande Fiume scorre dalle montagne al mare. Io sono il Fiume, e il Fiume è me)”. Questa visione dei fiumi è completamente diversa da quella occidentale in cui siamo abituati a considerarli quasi insignificanti. Quella che abbiamo è una visione idrofoba. L’idrofilia invece, come descritta nel capitolo otto, è: “il rispetto, la conservazione, l’integrazione dell’acqua nello sviluppo sociale” che dovrebbe far parte della nostra quotidianità.
Gli olandesi hanno questo modo di vivere: lasciano spazio all’acqua perché consapevoli che potrebbe esondare in qualsiasi momento. Nel quarto capitolo, ambientato nei Paesi bassi, l’autore parla dell’acqua in bottiglie di plastica e accenna alla differenza abissale esistente tra quelle riciclabili e quelle riciclate. Questo materiale ormai essenziale nelle nostre giornate sta diventando un problema serio per la salute delle acque e degli ecosistemi ad essa connessi: per notarlo basta passeggiare in riva al mare.
Il linguaggio semplice e la spiegazione dei termini specifici da parte dell’autore rendono la lettura scorrevole. I temi trattati sono universali perché l’acqua, anche se sembra scontata, è fondamentale e bisogna imparare a rispettarla proprio come insegnano le molteplici storie.

      Putzu Chiara Liceo Scientifico E Linguistico «alberti» ( Cagliari, Sardegna )

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«L'acqua non ha bisogno di noi, non deve essere salvata dagli impatti del cambiamento climatico, ci sarà quando noi non ci saremo più. Noi abbiamo bisogno dell'acqua, e per questo l'idrofilia, il nostro legame con lei, è così importante». Con queste parole, Edoardo Borgomeo, con un dottorato in ideologia presso l'Università di Oxford, riassume la sua visione dell’acqua, tema centrale del suo primo libro, intitolato “Oro blu, storie di acqua e cambiamento climatico”. Lo scopo dell’autore nel susseguirsi dei capitoli è quello di destare il nostro rapporto con l’oro blu (l’acqua), che lui indica con un termine chimico: “idrofilia”, il quale ci permette di imparare come scrive l’autore «a essere parte del nostro mondo senza distruggerlo».
Ciascuno dei nove capitoli corrisponde ad un viaggio verso una meta differente intrapresa dall’autore il quale evidenzia le proprie riflessioni riguardo le storie della vita quotidiana dei cittadini e degli esperti in materia in questi luoghi. Questi viaggi permettono all’autore di raccontare l’acqua in maniera diversa rispetto a quella di cui sentiamo parlare solitamente.
L’autore attraversa la Sicilia, il Bangladesh, l’Olanda, il Brasile, l’Iraq, l’Inghilterra, Singapore e la Nuova Zelanda; presentando nella narrazione di Oro Blu, gli aspetti positivi e negativi del prezioso elemento.
L’acqua in questi capitoli diventa infatti la protagonista: colei che provoca le grandi inondazioni che generano la povertà o colei la cui scarsa presenza causa l’aumento del suo prezzo, originando un fenomeno come la «mafia dell’acqua» come ad esempio a Karachi, dove come viene detto durante un'intervista fatta dall’autore «lo spaccio dell’acqua è più lucrativo della droga». Un’ulteriore problematica oggi molto dibattuta è poi quella dell’immigrazione, l’autore infatti racconta che essa non è solo causata da guerre e violenze ma anche dalla scarsità dell’acqua.
La narrazione dell’intero libro è basata su dati scientifici e storici ricavati da studi approfonditi e interviste. L’autore mira infatti a presentare aspetti non noti a tutti che riguardano l’acqua, come la volontà di alcuni esperti di voler dare all’acqua dei veri diritti. Qui il narratore ragiona su quanto possa essere assurda ma al contempo vantaggiosa questa istituzione, arrivando a constatare come, in questa maniera, si possa finalmente dare all’acqua l’importanza che merita, dandole persino la possibilità di trascinare in tribunale chi non la rispetti, affinché non le venga più causato alcun danno.
Nel libro viene mostrato come l’oro blu, essenziale per la vita, sia al centro della grande economia degli stati, i quali la sfruttano per battere la concorrenza verso altri paesi o per originare dei rapporti di unione tra le persone.
Il risultato è uno scritto, che tiene alta l’attenzione grazie al linguaggio conciso e pulito. Un grande interesse è poi spinto dallo spostamento della narrazione in diversi luoghi del mondo, vicini e lontani, che rendono la lettura più coinvolgente.
Il libro ci invita inoltre a riflettere fortemente sull’importanza dell’acqua e del nostro rapporto con essa, ricordandoci quanto spesso venga sottovalutata, causando diverse problematiche per le quali tutt’oggi si cercano soluzioni.
Per concludere, questo libro è fortemente consigliato a chi desidera approfondire le proprie conoscenze sugli effetti dell’inquinamento globale e su quell’elemento che è per noi vitale, chiamato dai messicani “oro blu”, ovvero l’acqua.

      Serra Andrea Liceo Classico " G.m. Dettori " ( Cagliari, Sardegna )

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“Senza di lei non possiamo scrivere, non possiamo alzarci la mattina, non possiamo amare. Senza di lei non c’è vita.” Non stiamo parlando di un “siero vitale” o di un minerale raro, stiamo parlando di acqua! Acqua, quella che utilizziamo e sprechiamo in continuazione. Questa è la realtà, una realtà talmente ovvia che la ignoriamo. Efficaci frasi idiomatiche, “acqua alla gola”, “tirare acqua al proprio mulino” annunciano, ad ogni capitolo, l’importanza di questo semplice elemento naturale. Il racconto ha inizio nel villaggio di Batbunia, in Bangladesh, dove gli abitanti vivono con la costante paura di morire o di perdere tutto a causa delle inondazioni o per la presenza di arsenico nelle acque. In quelle stesse acque ci sono gli allevamenti di gamberetti; in uno di questi lavora Namrata, una donna che combatte coi segni sul suo corpo dovuti a quell’acqua, ma nonostante tutto la donna non vuole lasciare la sua terra e per questo continua a lavorare e si sposta solo in caso di forti cicloni e di alte maree. Namrata ha paura dell’acqua “cattiva”, ma sa che prima o poi finirà e potrà riprendere a lavorare: per lei infatti l’acqua non è solamente fonte di rischi, ma anche di opportunità; oltre l’acqua cattiva c’è pure quella buona. L’acqua buona però non è sempre utilizzata per fare del bene quando si trova nelle mani sbagliate. L’autore mette in luce questo problema: l’acqua è un diritto di tutti, invece spesso è una fonte di profitto per pochi. Per esempio a Cuernavaca il gruppo criminale Comando Tlahuica ha minacciato politici e operatori dei depuratori per ottenere il controllo della distribuzione dell’acqua. Anche in Sicilia accade qualcosa di simile: in alcune città la distribuzione dell’acqua secondo meccanismi mafiosi blocca lo sviluppo agricolo ed il lavoro, contribuendo a generare fame e povertà nella zona. L’acqua permette ai mafiosi di esercitare il loro vigliacco potere perché è una risorsa essenziale per gli agricoltori; basta infatti monopolizzare l’acqua per monopolizzare l’economica e tenere sotto ricatto perpetuo i contadini, rendendo così l’acqua uno strumento per controllare il territorio e ricattare le persone. Per protesta i contadini di Partinico decisero di costruire una diga che permetteva di irrigare 9.000 ettari di campo. Costruendo la diga i contadini dimostrano che l’acqua serve anche per emanciparsi dal ricatto mafioso e dalla mancanza di lavoro. “L’acqua di mafia” nega non solo un futuro economico ma anche un futuro dove poter realizzare i propri interessi, dove imparare ad ascoltare, dove mantenere i propri impegni. L’idrofilia dei contadini è una visione dell’acqua come occasione per articolare i propri bisogni e prendersi parte delle responsabilità, senza prepotenza contro gli altri esseri umani e senza distruggere gli ecosistemi: “nel difendere l’acqua mi difendo!”. L’acqua se è in buone mani contribuisce in modo incisivo allo sviluppo economico: questo è il caso dell’Olanda che dà consulenze agli altri paesi sulla gestione dell’acqua. Per gli olandesi l’acqua è uno strumento per arricchirsi. E proprio per tale ragione i Paesi bassi hanno deciso di investire nell’attività di consulenza, per garantirsi un flusso di affari continuo: “tirando acqua al proprio mulino” trasformano l’acqua in conoscenza e consulenza. Un libro che ci apre gli occhi e ci aiuta a costruire il giusto rapporto con l’acqua per imparare ad essere parte del nostro mondo senza distruggerlo.

      Lombardi Thea Liceo Scientifico " Ulisse Dini " ( Pisa, Toscana )

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Oro Blu

Il nostro istinto umano ci porta naturalmente all’acqua. Noi ne abbiamo bisogno, senza di essa non potremmo né essere né divenire, per questo è nostro dovere e interesse darle priorità, conservarla e proteggerla. Edoardo Borgomeo nel suo saggio ci porta nel suo viaggio alla scoperta dell’idrofilia e delle opportunità che ci fornisce l'acqua, attraverso nove storie di persone provenienti da otto paesi diversi, dal Brasile alla Nuova Zelanda, tutte con un profondo legame con essa.
Borgomeo ci propone interviste a persone che hanno trovato nell’acqua la propria salvezza, fonte di guadagno o che riconoscono in essa addirittura un piacere, come è il caso dell’autore stesso che ha l’abitudine di fare il bagno in ogni acqua corrente in cui si imbatta. Questa “salvezza attraverso l’acqua” non è argomento nuovo e lo ritroviamo in numerosi altri scritti, ad esempio nel celebre romanzo ‘Moby Dick’ Melville, dove siamo trasportati per l’oceano attraverso il giovane Ismaele che si imbarca nelle acque per guarire la sua malinconia scosso da pensieri suicidi. Una citazione che trovo molto significativa rispetto al libro di Borgomeo è la seguente “Se soltanto lo sapessero, quasi tutti gli uomini nutrono [...] su per giù gli stessi sentimenti che nutro io verso l’oceano” in cui si cristallizza la capacità dell’acqua di salvare l’uomo. Borgomeo però approccia l’argomento con uno stile e un fine totalmente diversi: si serve infatti dello stile giornalistico e della narrazione-reportage per stimolare il lettore attraverso le sue interviste a riflessioni e spunti interessanti, con lo scopo di sensibilizzare e informare sulle principali sfide inerenti all’acqua nella società contemporanea.
Lo stile di Borgomeo in questo libro punta tutto sulla scorrevolezza e sul totale coinvolgimento del lettore: usa un linguaggio semplice, ma mai banale, riduttivo o semplicistico. Proprio per persuadere il lettore attraverso la riflessione, lascia il suo commento alle interviste a poche righe.
Ho trovato la lettura di ‘Oro blu’ molto gradevole e coinvolgente e ho avuto piacere di leggerlo perché le questioni emerse dalle interviste sono attuali e garantiscono la partecipazione del lettore grazie alla lodevole capacità dell’autore di farci entrare dentro ogni racconto nella quotidianità degli intervistati, per questo il voto che ho deciso di assegnare al libro è otto. Ho particolarmente apprezzato l’intervista a Keith, dirigente delle operazioni di manutenzione della rete fognaria del Tamigi a Londra, il cui racconto -nella sua repellenza- ci apre gli occhi alle verità di una grande metropoli come la capitale del Regno Unito, i cui cittadini preferiscono ignorare le conseguenze del loro consumo portando avanti abitudini per inconsapevolezza o per pura pigrizia che sono distruttive per l’ambiente. Keith parla dei “fatbergs”, veri e propri ammassi di grasso e altri rifiuti che rischiano di occludere i tratti fognari di Londra e che sono una delle evidenti conseguenze della nostra società “usa e getta”.
‘Oro blu’, in conclusione, è un libro che vuole educare ad una nuova prospettiva sull’acqua, non solo come elemento della nostra quotidianità, ma anche come vera “via d’uscita” dai problemi del cambiamento climatico che stanno minacciando di travolgere la nostra Terra, mettendo in luce modalità diverse attraverso le quali potremmo sfruttare sostenibilmente le risorse, grazie alle grandi potenzialità di questo elemento.

      Mancini Matilde Liceo Scientifico " Ulisse Dini " ( Pisa, Toscana )

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Quando ho scorso i libri da scegliere per partecipare al premio Asimov, avevo visto da poco il film di Paolo Virzì “Siccità”: un film distopico in cui i personaggi vivono a Roma oppressi da una grande siccità, con le immagini volutamente giallognole come se vivessero in un vero e proprio deserto.
La scelta di leggere questo libro quindi è nata dalla visione del film.
Le pagine del libro di Edoardo Borgomeo, sono pervase da un vago senso di sabbioso, di desertificazione. Nel suo libro, lo scrittore ci presenta 9 storie che hanno come protagonista l’acqua.
È un viaggio attraverso diverse realtà, dove l’incipit è: “L'acqua non ha bisogno di noi. Noi abbiamo bisogno dell'acqua”.
Passiamo dall’organizzazione esemplare dei Paesi Bassi con i loro “parlamenti dell’acqua”, nati nel XIII secolo, dove si insegna già ai bambini a riconoscere l’importanza dell’acqua e ad essere partecipi nelle attività nei loro quartieri e dove le loro ottime politiche ambientali vengono esportate in tutto il mondo, a Namrata, un allevatrice di gamberetti che vive in condizioni poco salubri a causa della salinizzazione dei pozzi acquiferi in Bangladesh a causa dell’innalzamento dei mari dovuto all’aumento delle temperature.
L’autore richiama anche la nostra attenzione sul riciclo dell’acqua fognaria: l’acqua che scorre infatti, si ossigena rapidamente rimanendo più pulita. Questa acqua può quindi essere riciclata attraverso processi industriali, come in Israele e a Singapore, dove sono riusciti a riciclare il 97 % delle acque fognarie.
Ma l’acqua può essere anche strumento di guerra: un’arma di distruzione di massa che Saddam ha usato per compiere il genocidio dei ma’dam, i custodi delle paludi, come ci racconta Azzam Alwash ambientalista iracheno.
La storia che mi ha colpito particolarmente è quella dei Maori in Nuova Zelanda. Questa popolazione ha lottato per anni per avere la proprietà del fiume Whanganui, asserendo che il fiume non è una proprietà del governo. Tutta la faccenda che l’autore chiama “riverlution”, insieme di river e revolution, finisce con un accordo per cui il fiume assume personalità giuridica, ed è rappresentato da due “guardiani”, uno scelto dal governo e uno dai Maori. Il fiume diventa soggetto in modo che i reati commessi contro di esso, possano essere perseguiti per tutelare l’ambiente.
Credo che tutte queste storie ci costringano a riflettere sulla complessità del “concetto di acqua”.
La gestione dell’oro blu non coinvolge solo la natura.
Ma anche l’ingegneria, per creare strutture per riciclare l’acqua e dare energia pulita.
La giurisprudenza, per difendere il diritto dell’acqua e il diritto all’acqua delle persone.
L’economia, per riconoscere l’acqua come strumento monetario, ma anche come valore intrinseco.
L’urbanistica, per creare sistemi che aiutano l’acqua a defluire, come per le piazze di Rotterdam.
L’arte, per ricordare a tutti noi il valore culturale dell’oro blu, come facevano i romani che divennero dei tutori delle acque con le loro terme, gli acquedotti e le fontane.
La filosofia, con Talete che aveva indicato proprio nell’acqua il famoso archè o principio di tutte le cose.
Viviamo in un’epoca in cui l’uomo ha un impatto distruttivo sull’ecosistema della Terra: l’acqua è sempre più scarsa, ma noi continuiamo a sprecarla e inquinarla come se fosse abbondante e incuranti della tragica situazione in cui viviamo, come i protagonisti del film di Virzì, non smettiamo di inviarci foto con il cellulare.

      Montalbano Sofia Liceo Scientifico Barsanti E Matteucci ( Viareggio, Toscana )

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L’acqua è vita, l'acqua è oro, oro blu. Edoardo Borgomeo, idrologo, ricercatore e membro onorario dell’università di Oxford, con “Oro blu” storie di acqua e cambiamento climatico, (editori Laterza, 1 edizione marzo 2020), ci prende per mano, raccontandoci in 141 pagine nove storie, educando cuore e coscienza verso una visione idrofila, in cui l’acqua diventa collettività, potenziale sociale e responsabilità condivisa. In cui, d’improvviso, la consapevolezza del nostro ruolo nel surriscaldamento globale, nell’inquinamento assassino ed avvelenante, nello spreco incosciente dell'acqua diventa opprimente ed assordante. Borgomeo ci porta in Bangladesh, dove l’acqua è vita e morte, dove il limo fertilizza i campi ed i cicloni, conseguenza del surriscaldamento, distruggono. Ci porta in Olanda, dove l’acqua è gestione perfetta, potere economico, politico e fonte di guadagno. Poi a Londra, dove enormi fatberg, mostri delle fogne, sono i figli della superficialità dell’uomo, della sua noncuranza e della sua inciviltà. In Pakistan è la mafia dell’acqua a decidere chi può bere, chi può sopravvivere. In Iraq meridionale si scappa non dalla guerra ma dalla mancanza d’acqua, complice una storia ecocida e genocida. Ci porta in Messico, dove impariamo attraverso scenari diversi che “lasciare all’acqua il suo spazio fa in modo che la sua forza distruttiva si trasformi in fertilizzante per l’agricoltura. Alla fine del viaggio ci conduce a casa, in Italia, Sicilia, ci trasmette la passione di Danilo Dolci, la sua capacità di ascolto, la sua visione di gestione collettiva e democratica dell’acqua. Questa lettura insegna, insegna che ognuno di noi, nel piccolo, può fare un solo gesto, un minuscolo cambiamento, perché l’idrofilia comincia anche da questo, l’acqua è responsabilità di ognuno di noi. Perciò da oggi contribuirò anche io a scacciare l’idrofobia, quello spreco incessante di una fonte così importante e vitale, a considerarla ed usufruirne di conseguenza in base al vero valore che possiede, dunque oggi sarà l’acqua del rubinetto a dissetarmi.

      Persico Andrea Liceo Enriques ( Livorno, Toscana )

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Gli antichi Greci e i Romani consideravano l’acqua come una divinità: presso ogni fiume, torrente o sulla riva del mare si trovavano delle presenze sacre che accoglievano gli uomini nella loro bellezza e frescura. Oggi, invece (almeno nell’Occidente ricco), la inquiniamo, la sprechiamo, la disprezziamo, come se fosse un bene scontato e superfluo. In realtà, non è affatto così. Edoardo Borgomeo, lo dimostra ampiamente nel suo bel libro dal titolo Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico in cui ci comunica in modo chiaro e netto che “la gestione dell’acqua non è solo compito di ingegneri, economisti o ecologi, ma è compito di tutti”. Il saggio è diviso in nove capitoli e in ognuno di essi ci immergiamo in storie diverse, ai quatto angoli del mondo.
L’acqua può possedere anche una non trascurabile forza distruttiva, soprattutto in quelle zone della Terra soggette ad allagamenti e a cicloni tropicali. Il primo capitolo ci porta nel Bangladesh e ci racconta la storia di Namrata, che vive nel povero villaggio di Batbunia, vicino al delta del Gange-Brahmaputra, e sta per partorire il suo quarto figlio. La sua è una vita dura perché lavora tutto il giorno in una coltivazione di gamberetti destinati alle ricche mense dell’Occidente. Nel suo paese, le persone vivono costantemente “con l’acqua alla gola” perché in ogni momento l’acqua può allagare le coltivazioni e distruggere villaggi. Ma l’acqua, oltre che costituire un pericolo a causa della sua abbondanza può emergere come uno stringente problema quando viene a mancare. Nel settimo capitolo, Borgomeo ci racconta di popolazioni costrette a emigrare dal loro paese a causa del cambiamento climatico e della sempre maggiore scarsità di acqua. Un gravissimo problema che, in futuro, potrebbe toccare anche a noi, come nello scenario distopico affrescato da Bruno Arpaia nel suo romanzo Qualcosa, là fuori (2016) che rappresenta un’Italia e un’Europa del futuro preda del surriscaldamento globale.
Fra i numerosi temi sollevati dal breve quanto denso saggio di Edoardo Borgomeo ce ne sono anche alcuni di carattere più strettamente, se così si può dire, geopolitico. L’acqua, cioè, può essere capace di dividere e di creare conflitti sociali, ma anche di unire e di instaurare legami sociali (temi trattati, rispettivamente, nell’ottavo e nel nono capitolo). Ad esempio, la mancanza d’acqua, in molte parti di Città del Messico, crea un sistema criminale di gestione delle risorse idriche. E, spesso, conflitti anche violenti possono nascere fra vicini di casa e anche fra consanguinei. Ma, come già accennato, l’acqua può anche unire. L’autore, allora, dando la parola al figlio Amico, ci racconta la straordinaria storia di Danilo Dolci che, dal natio Friuli, nel 1952 ha scelto di trasferirsi in un paesino siciliano, dove il controllo delle risorse idriche era in mano alla criminalità organizzata. Danilo ha saputo creare un’organizzazione comunitaria dal basso, un consorzio di gestione controllato dai contadini che riuscisse a tenere lontano la mafia dalla costruzione e dalla distribuzione dell’acqua.
Oro blu è perciò una lettura sicuramente istruttiva perché ci fa capire – e qui cito le ultime, significative parole del libro – che “attraverso il nostro legame con l’acqua sapremo anche vivere meglio la nostra casa, sapremo fermare il cambiamento climatico, e impareremo a essere parte del nostro mondo senza distruggerlo”

      Angeli Alexander Liceo Bertrand Russell ( Cles, Trentino-alto Adige )

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“Oro blu” è un viaggio affascinante intorno al mondo per scoprire il valore dell’acqua, un bene prezioso che noi europei diamo troppo per scontato. Ci alziamo al mattino e ci laviamo con acqua pulita, dai nostri rubinetti sgorga acqua pura di fonte, cuciniamo cibi, laviamo frutta e verdure, puliamo le nostre case, utilizziamo energia elettrica in continuazione senza pensare che essa deriva dalla forza dell’acqua che scorre. Ci preoccupiamo dell’acqua solo quando essa diventa un pericolo, quando le inondazioni -sempre più frequenti anche da noi- ci fanno riflettere sulla forza dirompente della natura e sui problemi legati ai cambiamenti climatici.
Il libro di Edoardo Borgomeo ci costringe a riflettere sul valore dell’acqua attraverso il racconto di nove storie, i cui protagonisti vivono in zone diverse del mondo: dal Bangladesh al Brasile, dall’Iraq ai Paesi Bassi, dalla Nuova Zelanda alla Sicilia, dall’Inghilterra al Pakistan. L’acqua ha un ruolo determinante nella vita di ciascuno di loro e si intreccia con storie di economia, di politica, di cultura, di guerra, di sopravvivenza, di paura, di speranza. Il tema è molto vasto e viene analizzato in modo semplice e scorrevole, con l’ausilio di dati scientifici e con esempi pratici che ci permettono di comprendere l’essenzialità di questo elemento. La narrazione attraverso interviste rende più interessante il testo.
Già dai titoli dei vari capitoli traspare quanto l’acqua sia fondamentale nella nostra vita. Vengono infatti ripresi modi di dire che utilizziamo nel linguaggio comune come “acqua alla gola”, “tirare acqua al proprio mulino”, “in cattive acque”, “andare contro corrente”. L’importanza dell’acqua è evidente, ma nonostante questo ne abbiamo poca cura, la sprechiamo e la inquiniamo. Soprattutto troppo spesso la ignoriamo.
Leggendo questo libro, ho capito che avere cura di questo bene prezioso non spetta solo alle amministrazioni, alle industrie, alle società che lo gestiscono, ma è una responsabilità che tocca ciascuno di noi. Senza la collaborazione di tutti, è impossibile preservare l’acqua e in generale l’ambiente in cui viviamo. Il nostro rapporto con l’acqua non deve essere né di predominio, né di timore; dobbiamo imparare a rispettare questo bene così importante, senza vederlo solo come una risorsa da sfruttare. L’acqua per noi rappresenta la vita e, come tale, va preservata. Utilizzando le parole di Borgomeo, dobbiamo imparare ad essere “idrofili”, cioè dobbiamo vivere in equilibrio con il sistema complesso dell’acqua.

      Bonomi Giulia Liceo " Leonardo Da Vinci " ( Trento, Trentino-alto Adige )

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ORO BLU – ACQUA E CAMBIAMENTO CLIMATICO (recensione)


Oro blu – Storie di acqua e cambiamento climatico è un libro scritto da Edoardo Borgomeo, che
parla dell’importanza assoluta dell’acqua nel mondo. Attraverso una narrazione in prima persona,
l’autore ci fa conoscere persone appartenenti a diverse culture e luoghi, le vite delle quali sono
strettamente legate al consumo e all’utilizzo dell’acqua, l’oro blu della Terra. Nel libro vengono
infatti narrate nove storie, una corrispondente ad ogni capitolo. Borgomeo ci propone un viaggio
che, attraverso la Sicilia, il Bangladesh, l’Olanda, il Brasile, l’Iraq, l’Inghilterra, Singapore e la
Nuova Zelanda, ci fa scoprire come l’acqua si intrecci all’economia, alla storia, alla cultura e alla
vita di moltissime persone sulla Terra.


Il linguaggio, pur presentando termini scientifici negli approfondimenti, è comprensibile a tutti.
L’autore infatti si assicura di essere sempre chiaro e di analizzare il significato delle parole meno
conosciute, che magari sono utilizzate solamente dagli esperti del settore. Nelle varie storie
vengono anche menzionate parole specifiche della tradizione appartenente al posto che sta
visitando. Per esempio, nel primo capitolo è narrata la storia di Namrata, una donna che vive a
Batbunia, un villaggio del Bangladesh, dove lavora in un allevamento intensivo di gamberetti. La
sua terra è spesso soggetta ad inondazioni. Viene appunto spiegato che esistono due tipi di
inondazioni: “barsha”, quelle che avvengono nella stagione del monsone, mentre “bonna” quelle
che danneggiano i campi.

Il libro è destinato ad un vasto pubblico poiché la lunghezza non è esagerata e i contenuti vengono
trattati in modo semplice.

Nei vari capitoli si possono trovare diverse informazioni riguardo a fatti realmente accaduti, ma
anche tanti spunti di riflessione. Inoltre Borgomeo fornisce un’ampia visione di tutti gli aspetti che
caratterizzano alcune vicende famose, che possono essere cicloni o altri eventi naturali che si legano
alle attività e alla vita dell’uomo. Leggendo, si arriva a comprendere qual è veramente il messaggio
che l’autore vuole trasmettere: l’acqua è un bene prezioso e la vita senza di essa è impossibile. Ciò
riguarda ognuno di noi in prima persona, in quanto l’acqua ci appartiene. Dobbiamo dunque
impegnarci a preservarla e custodirla. La gestione di essa non riguarda solamente gli economisti o
gli ecologisti, ma è compito di tutti. Più volte è affermato che senza acqua non c’è futuro e che
l’azione di conservazione è richiesta nel modo più assoluto.

Di questo libro colpisce particolarmente il modo in cui lo scrittore ha voluto imprimere il
messaggio. Attraverso una modalità originale, per niente pesante e noiosa, la lettura è scorrevole e
piacevole. Da questa lettura si possono imparare anche nuovi termini sicuramente utili ad arricchire
il bagaglio lessicale di uno studente del liceo.

      Crema Geremia Liceo " Leonardo Da Vinci " ( Trento, Trentino-alto Adige )

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L’acqua oltre la sola molecola

“Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico" pubblicato dalla casa editrice Latenza nel 2020, è il primo libro di Edoardo Borgomeo. Laureato in ingegneria ambientale all’Imperial College di Londra, ha svolto un dottorato in idrologia presso l’Università di Oxford; ora lavora alla Banca Mondiale per l’adattamento al cambiamento climatico e la gestione delle risorse idriche. È Honorary Research Associate all’Università di Oxford dal 2016, nel 2018 ha ricevuto dall’ONU il premio Prince Sultan Bin Abdulaziz International Prize for Water.
L’acqua, così importante per noi, eppure così poco conosciuta, il più delle volte data per scontato e spesso sprecata. Senza di lei non ci sarebbe la vita sulla Terra come la conosciamo. Con quest'opera l’autore si prefigge proprio lo scopo di far conoscere questa molecola così essenziale, che si intreccia ad aspetti della nostra vita e della nostra storia di esseri umani talvolta impensabili, tra i quali la cultura, la politica, l’arte, l’economia e la religione. Proprio per la sua importanza è necessario che l’acqua sia un interesse collettivo, che spinga ognuno a fare la propria parte per tutelarla, per il nostro futuro e quello dell’intero pianeta. E questo è possibile, come scrive l’autore, solo se cambiamo il nostro rapporto con l’acqua da idrofobo, ovvero di repulsione, cattiva gestione e inquinamento della stessa, a idrofilo, di comprensione e rispetto.
Il libro è strutturato in nove capitoli principali, oltre a un’introduzione e a una breve conclusione, i quali esplorano nove diverse storie e realtà legate all’acqua in tutto il mondo documentate e vissute dall’autore stesso, che non manca di affiancarle ad adeguate argomentazioni e approfondimenti; ciò rende la lettura accattivante e mai stagnante. Originale è anche la scelta di nominare ognuna delle undici sezioni con un proverbio legato all’acqua, che coincide con il tema trattato nel capitolo stesso.
Il linguaggio è di livello medio-alto e i periodi non risultano mai eccessivamente complessi. Il testo è ricco di fasi narrative e di dialoghi, tuttavia non mancano gli approfondimenti di carattere più scientifico e spiegazioni tecniche più approfondite, che però risultano sempre di facile comprensione grazie anche ai numerosi esempi di diversa natura discostanti anche dalla narrazione principale del singolo capitolo.
Ne risulta un efficace intreccio che rende la lettura scorrevole, densa di spunti riflessivi che oltre all’acqua vanno a focalizzarsi su tematiche di attualità quali la disparità nella distribuzione della ricchezza e l’importanza che noi giochiamo all’interno degli ecosistemi del pianeta.
In conclusione l’opera riesce ad affrontare una vasta gamma di argomenti e diverse sfaccettature dell’acqua, senza fossilizzarsi troppo su una in particolare, dando una visione generale ed esaustiva del tema, ponendo il lettore davanti a domande nuove e profonde che vanno ben oltre la semplice argomentazione scientifica, che, per quanto mi riguarda, è una delle cose più straordinarie che un libro possa fare.

      Di Bello Lorenzo Liceo " Leonardo Da Vinci " ( Trento, Trentino-alto Adige )

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Molti di noi sottovalutano l’importanza dell’acqua e della sua natura. Questa risorsa è causa di pericoli, scontri e ingiustizie per il modo idrofobico in cui la intendiamo.
Oro blu, scritto da Edoardo Borgomeo e pubblicato nel 2020 da Laterza, è un saggio scientifico che percorre attraverso nove storie un viaggio nel mondo complesso dell'acqua.
L’autore, nato a Roma nel 1989, ha studiato idrologia a Oxford, dove dal 2016 è honorary research associate. Nel 2018 ha ricevuto dall’ONU un premio per i suoi studi innovativi sull’acqua.
Nel suo saggio illustra il diverso utilizzo dell’acqua e propone una diversa convivenza con essa. Vengono messe in contrasto due tematiche centrali: l’idrofobia e l’idrofilia dell’uomo. Gli Idrofobi non danno spazio all’acqua e la strumentalizzano a scopo monetario; gli idrofili invece convivono con essa consapevoli dei pericoli e dei vantaggi che porta. Lo scopo è insegnare a diventare idrofili e responsabili nel rapporto con l’acqua. Questo bene prezioso non serve solo all’uomo, serve anche agli ecosistemi del pianeta.
Il legame che abbiamo con l’acqua determina la nostra coesistenza con essa. Viene usata come fonte di guadagno e lavoro, per creare gerarchie e ineguaglianze; ma anche per creare vita, paesaggi meravigliosi e opere che uniscono le persone.
Mi ha colpito il fatto di riuscire a trovare un libro che spieghi così bene la tematica dell’acqua; l’autore infatti attualizza molto bene l’argomento, fa spesso associazioni con il quotidiano e scava a fondo le questioni per rendere partecipe il lettore, dando diversi spunti di riflessione attraverso le nove storie da lui raccontate. La ricercatezza dell'autore nel raccontare i nove capitoli crea un’atmosfera sofisticata e soprattutto non noiosa. L’autore chiude l’opera con un capitolo extra, “Ultime gocce”, dove concentra i concetti fondamentali che intende trasmettere al lettore.
Il registro linguistico che usa è medio. Il testo contiene soprattutto frasi brevi e paratattiche, in modo da dare fluidità e da rendere semplice la comprensione Nell’intera opera lo scrittore utilizza spesso una punteggiatura forte, per lasciare spazio all’analisi critica del lettore. Nel racconto prevalgono le parti descrittive e poche volte ci sono dialoghi tra l’autore e le persone da lui incontrate.
Il libro, nonostante il titolo principale “Storie di acqua e cambiamento climatico”, dà poco spazio al dibattito sul cambiamento climatico, a cui vengono dedicati solo due capitoli. Nonostante ciò, leggere questo libro è come rivivere il viaggio intrapreso da Edoardo Borgomeo, la cui ricerca non riguarda solo l’acqua, ma anche la società umana. Le questioni affrontate riguardano il presente, ma soprattutto il futuro. La scarsità dell’acqua nel mondo è un argomento estremamente attuale e discusso. Borgomeo offre diverse soluzioni al problema e suggerisce comportamenti da seguire per contrastare la crisi dell’oro blu. Questo riguarda il futuro che ci aspetta: potrebbero scatenarsi delle guerre per l’acqua.
Personalmente, all’inizio ritenevo che questo libro fosse un banale racconto come gli altri, ma andando avanti nella lettura mi sono accorto che l’autore scava molto a fondo nelle questioni riguardanti l’acqua. Consiglio la lettura a chiunque sia interessato ai temi ambientali e al futuro dell’umanità.

      Di Bello Leonardo Liceo " Leonardo Da Vinci " ( Trento, Trentino-alto Adige )

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Oro Blu di Edoardo Borgomeo è un saggio scientifico sull’acqua e il cambiamento climatico pubblicato nel marzo 2020 da “Laterza”. L’autore ha conseguito un dottorato in idrologia presso l’Università di Oxford, dove dal 2016 è honorary research associate.
Il libro esplora come l'acqua sia una risorsa essenziale per la vita sulla Terra e come il cambiamento climatico stia influenzando la sua disponibilità e qualità in tutto il mondo. Vengono esaminati anche i risultati sociali, ambientali e economici del cambiamento climatico sulle risorse idriche e le azioni che possono essere intraprese per mitigare gli effetti negativi.
L’autore ha scelto di strutturare il testo in nove capitoli, ciascuno dei quali ci permette di conoscere un aspetto fondamentale della nostra risorsa più importante attraverso la narrazione di vicende, fortunate o sfortunate che siano, di persone che hanno a che fare con l’acqua tutti i giorni.
Leggendo il libro si impara molto: convivere con l'acqua significa beneficiare di vantaggi, ma anche correre dei rischi; è una fonte di potere che può assicurare lavoro e ricchezza per gli uomini, ma va considerata non solo come una proprietà, ma anche come un'entità vivente. Inoltre, se utilizzata in modo intelligente essa può diventare uno strumento per guadagnare denaro o, al contrario, se sfruttata sconsideratamente, può causare morte e divisione tra le persone.
Devo ammetterlo: inizialmente non ero particolarmente attratto da questo genere di letture poiché avevo l'impressione che spesso i libri sul tema drammatico del cambiamento climatico presentino i dati in modo freddo e distaccato, rendendo così la lettura poco coinvolgente e tutt’altro che appassionante.
Tuttavia Oro blu si rivela essere particolarmente avvincente e stimolante poiché Borgomeo ci racconta del cambiamento climatico non solo mettendoci di fronte ai dati, ma soprattutto attraverso episodi tratti dalle vite di persone comuni che ha avuto modo di conoscere durante i suoi viaggi. Riesce inoltre a trattare un argomento complesso come questo in modo semplice e chiaro, senza però renderlo banale.
La lettura risulta estremamente piacevole grazie ad una scrittura chiara e fluida.
Il libro è molto attuale poiché affronta questioni che non riguardano solo il presente, ma anche il futuro della Terra. Borgomeo, oltre ad esplorare la scarsità d'acqua in alcune parti del mondo mostrando come ciò stia influenzando la vita delle persone e delle comunità, ci fornisce un'immagine chiara di ciò che potrebbe accadere in futuro se non agiamo in tempo. Ci offre anche soluzioni pratiche e suggerimenti per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico sull'acqua, invitando i lettori a prendere una posizione attiva e a fare la propria parte.
In sintesi, Oro Blu è un libro che non solo informa e istruisce, ma soprattutto emoziona e motiva. Borgomeo dimostra che anche gli argomenti seri e complessi possono essere trattati in modo appassionante e coinvolgente, e che la lettura può essere un'esperienza arricchente e gratificante. Lo consiglio a chiunque sia interessato ai temi ambientali e al futuro del nostro pianeta.

      Lappetito Giacomo Liceo Galileo Galilei ( Trento, Trentino-alto Adige )

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“Senza di lei non duriamo nemmeno un giorno”.

É con queste parole che Edoardo Borgomeo, scrittore e ingegnere ambientale italiano, inizia il libro “Oro blu”, edito da Laterza.
Nonostante il suo prezzo esiguo, meno di un euro al litro nella maggior parte del mondo, l’acqua è preziosa quanto l’oro, e forse addirittura di più, perché è essenziale per la vita.
Tuttavia non gli diamo la giusta importanza, tendiamo a darla per scontata, purtroppo anche in questo periodo in cui i cambiamenti climatici sono realtà tangibili.

Così l’autore spiega e riflette coinvolgendo il lettore l’importanza dell’acqua da un punto di vista tecnico ma anche, e soprattutto, sociale, attraverso nove racconti che partono dalla vita quotidiana, come quella di Namrata, allevatrice di gamberetti in Bangladesh o come i Ma’dan in Iraq.

Borgomeo utilizza una tecnica linguistica per sottolineare come l’acqua sia presente nella nostra vita in modo capillare.
Infatti intitola i capitoli del libro con espressioni comuni legate all’acqua, ad esempio “Tirare acqua al proprio mulino” riferito ai Paesi Bassi, “In cattive acque” per l’Iraq, “Andare contro corrente” legato alla diga sul fiume Jato in Sicilia…
Ognuno dei racconti, come accennavo prima, è composto alla stessa maniera: la prima parte consiste nella presentazione di una situazione legata all’acqua basata sulla quotidianità, quindi più tecnica e scientifica; invece riflessioni, ragionamenti, implicazioni sociali e previsioni costituiscono la seconda parte.

La tecnica narrativa adottata è molto intrigante, coinvolgente e adatta al contenuto; infatti all’interno di ogni racconto c’è un’alternanza tra il narratore principale che coincide l’autore di cui ci vengono presentati anche i pensieri e un interlocutore, intervistato da Borgomeo, che racconta il contesto idrologico del territorio.

Ho apprezzato molto il collegamento tra i problemi dell’acqua e i relativi problemi sociali che, alla fine, costituiscono effettivamente le difficoltà odierne che bisogna fronteggiare.

Per esempio in Bangladesh le alluvioni e inondazioni, che costituiscono il disastro naturale con il maggior numero di danni economici e morti, hanno portato e stanno portando l’emigrazione della maggior parte degli abitanti delle paludi.
L’acqua è un bene che serve a tutti, nessuno escluso, e quindi, laddove il sistema idrico cittadino sia inefficiente come a Karachi, subentra la criminalità organizzata che fornisce ai più poveri l’oro blu ricavandone un notevole profitto a discapito della salute della popolazione e dell’ambiente. La criminalità organizzata controlla anche i sistemi idrici che regolano il flusso d’acqua come per esempio le dighe in Sicilia. Un esempio che va “contro corrente” è, appunto, la diga sul fiume Jato, fortemente voluta dalla comunità che riuscì a prevalere sulla mafia. Così si chiude il libro, con la speranza per un futuro più “idrofilo”...

      Merz Luca Liceo Galileo Galilei ( Trento, Trentino-alto Adige )

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L’acqua, una sostanza tanto importante quanto pericolosa se non gestita nel modo corretto. Nella vita di tutti i giorni siamo abituati a vedere soltanto ciò che di positivo può darci questo bene prezioso, perché lo diamo per scontato, perché ce l’abbiamo sempre (o quasi) a portata di mano e lo usiamo in qualsiasi momento di bisogno; a casa, a scuola, a lavoro, in palestra: non importa dove ci troviamo. Ė proprio questa nostra superficialità che ci porta a sprecarlo, sottovalutarlo o non gestirlo in maniera appropriata.

L’autore del libro “Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico” Edoardo Borgomeo, romano e classe ‘89, attraverso alcune esperienze e racconti di persone incontrate durante i suoi viaggi, vuole proprio porre l’attenzione su quanto l’acqua influisca in realtà sulla cultura, sull'economia e sulla sicurezza energetica del nostro pianeta. Aree in cui la forza produttiva dell’acqua consente all’uomo di ricavarne benefici, come nella storia di Flavio, funzionario che gestisce le dighe del fiume Sao Francisco a Brasilia, e altre in cui la forza distruttiva dell’acqua è in grado di “soffocare” la vita delle persone, come nel caso di Namrata, donna che vive nel Bangladesh sudoccidentale e lavora a giornata in un allevamento intensivo di gamberetti tutto il giorno immersa nell'acqua (dunque costantemente a contatto con l’acqua salata e i potenziali pericoli che può provocare all’organismo dell’uomo).
Molto interessante anche il discorso affrontato riguardo il business che sta dietro l’acqua in bottiglia: elemento di riflessione il fatto che “Dopo Messico e Thailandia, l’Italia è il paese che consuma più acqua in bottiglia pro capite.”; un dato apparentemente non rilevante, se non fosse che “...in Italia l’acqua del rubinetto si può bere senza ammalarsi, mentre in Messico e in Thailandia no.”.

Ognuno dei nove capitoli è costruito in modo tale da farci ragionare sul fatto che la gestione dell'acqua non spetta solamente a professionisti come ecologi o economisti, ma a tutti noi cittadini che condividiamo uno spazio comune chiamato pianeta Terra. Certo è fondamentale il contributo di economisti, ecologi, sociologi e ingegneri idraulici e la loro collaborazione nello studio e nella gestione dell’acqua, come sottolinea anche il protagonista del quinto capitolo Eelco, ingegnere idraulico di Rotterdam; ma è altrettanto importante “...educare, dalla scuola elementare fino al liceo, a non dare l’acqua per scontata. Educare all’idrofilia.”.

Il linguaggio utilizzato è di facile comprensione: Borgomeo, limitando il più possibile l’uso di vocaboli specialistici, riesce infatti a snocciolare temi di ambito scientifico rendendoli masticabili da tutti; si tratta di un libro destinato a "chi l'acqua non la conosce o la conosce poco".

Libro sicuramente scorrevole e di piacevole lettura, non impegnativo. Molto interessanti le interviste alle persone nei vari luoghi del mondo, che forniscono il loro punto di vista sul problema dell’acqua.
Non sufficientemente approfondite invece le tematiche in alcuni capitoli, presentate in maniera un po’ superficiale e banale per un saggio di carattere scientifico.

      Salomone Sara Liceo Scientifico Galileo Galilei ( Perugia , Umbria )

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"Oro blu storie di acqua e cambiamento climatico" di Edoardo Borgomeo, edito da Editori Laterza, è il saggio scientifico attraverso cui l’autore debutta nel mondo della letteratura del genere, facendo come protagonista del breve testo la nostra principale fonte di vita, tanto preziosa da essere conosciuta e denominata come “oro blu”: l’acqua. Per i suoi stimatori e per coloro che non ne conoscono a pieno la magnificenza, il libro proposto mira a mettere in luce le possibili opportunità di utilizzo di questo bene essenziale. L’autore non si concentra sulle catastrofi e calamità naturali che destano in noi preoccupazione, ma preferisce piuttosto rivelare al lettore le storie sorprendenti e sconosciute ai più della nostra fonte di vita, purtroppo catalogata come bene in decadimento a cui la maggior parte degli uomini non presta la dovuta accortezza. Se la sua presenza e partecipazione quotidiana nella nostra esistenza la rende ai nostri occhi banale, dovrebbero alterarne la visione i nove capitoli di Edoardo Borgomeo, che fa delle storie veritiere proposte lo strumento per accrescere l’interesse dell’uomo verso l’acqua. Il testo ha come fulcro quello di enfatizzare questo elemento, non tanto per diffondere consigli o denunciare il pericolo a cui andiamo in contro per la nostra negligenza, ma per allertare l’uomo, fin ad ora indifferente, ad una più completa consapevolezza dell’importanza del legame da instaurare con essa. Le pagine del saggio sono facilmente percorribili, arricchite dalle parole semplici, personali e comprensibili di uno scrittore che raccoglie esempi e sperimenta nuovi ambienti per il gusto della scoperta. L’utilizzo di nove brevi storie differenti all’interno del libro consente lo scorrimento veloce della lettura che punta a tranquillizzare l’uomo. Il suo scopo va al di là della comprensione delle catastrofi e dell’inquinamento e permette di riscoprire e rinsaldare un legame originario con l'acqua e “a lavorare per un mondo più idrofilo”, dove l’onda degli squilibri spiacevoli che ci colpiscono può essere cavalcata controcorrente dall’insegnamento fornito.

      Belfiore Sofia Liceo Statale G.galilei ( Dolo, Veneto )

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L’acqua è vita, è il bene primario dell’umanità intera, determina benefici e limiti in ogni attività, destino e sviluppo, è diritto di tutti. Eppure non ci soffermiamo mai a riflettere sul rapporto che ciascuno di noi ha con essa. Non pensiamo all’acqua come tema personale, ma solamente come bene di consumo oppure problema politico o ingegneristico.
Fino a pochi decenni fa non si vedevano ancora gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici conseguenti al riscaldamento globale, per cui sembrava impossibile prevedere che l'acqua sarebbe diventata così preziosa, al punto da poter diventare causa di guerre future.
Quel bene insostituibile, da millenni opportunità di aggregazione, fattore sociale, economico e politico, è oggi “l’oro blu”, di cui parla nel suo primo libro, edito da Laterza nel 2020, Edoardo Borgomeo, giovane ingegnere ambientale laureato all’Imperial College di Londra, con un dottorato in idrologia, che attualmente lavora presso la Banca Mondiale, dove si occupa di gestione delle risorse idriche e adattamento ai cambiamenti del clima.
L’autore sceglie di portare alla luce la situazione di idrofobia in cui il mondo vive, intesa come sfruttamento, spreco dell’acqua, visione minacciosa e catastrofica, fonte di guadagno e speculazioni oltre ogni logica e buon senso, per infondere nel lettore un sentimento e un’urgenza di idrofilia, ovvero di responsabilità e cooperatività nella gestione dell’acqua, affinché soddisfi i bisogni di tutte le specie, come diritto di tutti: rispetto e conservazione si integrano con sviluppo, profitto, quindi vita.
Questo messaggio educativo ci arriva attraverso nove storie, ciascuna intitolata con un proverbio sull’acqua, che riportano episodi di vita e aspetti culturali di persone di varie nazionalità. Borgomeo si è recato personalmente in questi paesi e le ha incontrate dal vivo: sono racconti di vita reale, voci che suonano come grida disperate di cecità e sordità di ricchi, potenti e mafie che vedono solo il profitto e non il rischio di distruzione del pianeta. Fa suo e vuole diffondere il messaggio di Danilo Dolci, secondo il quale l’ascolto e la responsabilizzazione del popolo rende prima di tutto coscienti dei problemi, stimola alla ricerca delle soluzioni pratiche, e unisce la comunità in attività di cooperazione.
Il libro sembra essere un documentario, riporta dati e riferimenti storici, affianca storie di persone semplici a giochi di potere e riferimenti geografici dal passato al presente: in poche pagine ci fa entrare nei drammi raccolti in varie parti del mondo, che hanno portato desolazione, migrazioni, morte. Questa scelta narrativa, unitamente all’uso di un linguaggio semplice, immediato, lineare ma ricco e, talvolta, volutamente eccessivo consentono di attrarre e colpire nel profondo lettori di tutte le età e culture, facendo propri i drammi quotidiani dei personaggi delle storie. L’uso di metafore e analogie (Es. “il pianeta si scalda e si sveste, togliendosi queste coperte..”) conferma come il suo messaggio educativo e informativo dovrebbe essere accolto in ogni famiglia, in ogni luogo della Terra.
Dalla lettura del libro si evince come il percorso di trasformazione dell’autore, che dalle nozioni scientifiche matura un senso di umanizzazione dell’acqua, dovrebbe essere il viaggio che ognuno di noi dovrebbe fare, per rispettare la sacralità dell’Oro Blu.

      Bellotto Massimiliano Iis Benedetti-tommaseo ( Venezia, Veneto )

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“L’acqua non ha bisogno di noi, non deve essere salvata dagli impatti del cambiamento climatico, ci sarà quando noi non ci saremo più” è questa la frase che a mio parere meglio riassume il messaggio che l’autore vuole trasmetterci con questo libro.
“Oro blu.Storie di acqua e cambiamento climatico” è un libro a tema scientifico scritto dal ricercatore Edoardo Borgomeo (Roma,1989), pubblicato per la prima volta nel 2020.
Il libro è suddiviso in nove capitoli, ciascuno intitolato con un proverbio o modo di dire che fa riferimento all’acqua; è un vero e proprio “diario di viaggio”: dal Bangladesh al Brasile, dall’Australia ai Paesi Bassi, dall’Inghilterra al Pakistan, dall’Iraq al Messico, e infine alla nostra Sicilia.
In ognuna delle nove storie veniamo trasportati da Borgomeo in paesi che si confrontano ogni giorno con le problematiche legate all’acqua e ai cambiamenti climatici. In questi posti così distanti, ma collegati fra loro da un elemento comune, ci vengono narrate le storie di vita quotidiana vissute dagli abitanti, nonché le difficoltà legate all’acqua che ognuno di loro si ritrova ad affrontare ogni giorno.
Leggendo le vicende raccontate, mi sono reso conto di quante criticità ci siano dietro l’”oro blu”: l’avanzare dell’acqua di mare a discapito di quella potabile, la costruzione e gestione delle dighe per la produzione di energia elettrica, il prosciugamento di grandi laghi, la distribuzione illegale dell’acqua da parte della c.d.“mafia dell’acqua” e infine la gestione e la potenziale depurazione dell’acqua di fogna.
Nello sviluppare questi temi Borgomeo richiama spesso l’attenzione su come non tutti abbiano un ugual accesso a questa preziosissima risorsa. L’acqua potabile, una cosa che appartiene a tutti, è un bene essenziale per la vita che andrebbe garantito ad ogni individuo, tuttavia in molte aree del pianeta sta diventando una questione economica: l’”oro blu” è destinato solo a chi può permetterselo!
Oltre ad essere indispensabile per la vita, l’acqua porta però anche distruzione attraverso violente inondazioni e alluvioni. Problematiche che i Paesi Bassi, da sempre abituati a vivere sotto il livello del mare, hanno saputo trasformare in un guadagno per l’intera nazione, offrendo consulenze ad altri paesi per la gestione di questi fenomeni naturali.
L’idrofilia per l’autore è la chiave per riscoprire il nostro legame con l’acqua e combattere l’idrofobia che caratterizza la nostra società: una società impregnata di luoghi comuni che vede l’acqua come un pericolo e in pericolo. E' vero che a causa dei cambiamenti climatici si sta assistendo al rapido scioglimento dei ghiacciai, all’innalzamento delle maree e alla desertificazione di vaste aree del pianeta, ma questa trasformazione deve essere vissuta da noi in maniera responsabile, rispettando e tutelando questa importantissima risorsa e, perché no, forse anche riconoscendole una sorta di personalità giuridica. Come ricorda Borgomeo la gestione dell'acqua non è una competenza esclusiva di ingegneri, economisti o ecologisti, ma è un compito che spetta senza dubbio a tutti noi.
Consiglio questo libro perché affronta un tema attuale ed estremamente importante in maniera coinvolgente e scorrevole, con un linguaggio semplice e adatto a tutti. Il libro non risulta mai ripetitivo ma al contrario, attraverso il racconto delle storie di persone comuni, lo scrittore trova una via originale per fornirci una visione diversa e per molti aspetti sconosciuta del reale valore dell’acqua.

      Ceccarello Matilda Liceo Scientifico Eugenio Curiel ( Padova, Veneto )

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“Oro blu, storie di acqua e cambiamento climatico” di Edoardo Borgomeo è un libro tanto semplice quanto affascinante, infatti l’autore con un linguaggio comune, arricchito con metafore, modi di dire e con espressioni talvolta ironiche porta il lettore in nove luoghi diversi sulla Terra dove l’acqua è protagonista, sebbene in modi differenti e talvolta opposti. Borgomeo sembra aver messo per iscritto una puntata di un documentario, in cui, però, non si è limitato a descrivere tutte le catastrofi e le cose meravigliose che l’acqua crea o distrugge in modo distaccato, ma è partito fisicamente per un viaggio che lo ha portato a confrontarsi con realtà diverse e con le persone che le abitano, che gli hanno raccontato quanto l’acqua faccia parte della loro vita. Storie come quella di Namrata in Bangladesh che racconta delle inondazioni, manifestazione della forza distruttiva dell’acqua, Flavio a Brasilia con la gestione delle dighe, manifestazione della forza produttiva dell’acqua, Julia in Australia con il suo progetto che mira ad attribuire diritti al fiume Murrumbidgee, Eelco a Rotterdam che fa delle sue conoscenze in campo idrico un business, Keith a Soho con l’importanza della rete fognaria costruita per evitare il diffondersi di malattie provenienti dall’acqua contaminata, Mahim in India con la mancanza del diritto all’acqua, che si trasforma in mafia, Nadia in Ahwar con la scarsità d’acqua e le migrazioni, Crescencio a San Gregorio Atlapulco con l’antica tecnica delle “chinampas” ora ostacolata dalla privazione dell’acqua da parte di Città del Messico, esempio di come l’acqua possa dividere le persone e generare conflitti, e, infine, Amico Dolci in Sicilia con la diga “democratica” e anti-mafia costruita dal padre Danilo, esempio di come l’acqua possa creare legami sociali e unione in una comunità.
Inoltre, nel quarto capitolo, con Eelco, Borgomeo ci rende partecipi di una sua valutazione interessante, ovvero quella dell’acqua in bottiglia e di tutte quelle aziende che generano profitti da questa che non è altro che acqua del rubinetto e rifiuti; questa digressione ci fa capire quanto noi italiani siamo consumatori incoerenti, poiché ricopriamo il terzo posto nella classifica mondiale dei maggiori consumatori di acqua in bottiglia pur avendo disponibilità di acqua potabile.

Queste storie, apparentemente diverse, sono tutte accomunate da un concetto, che Borgomeo riprende in ogni capitolo, ossia quello di “idrofilia”, ovvero il legame che noi tutti dovremmo instaurare con l’acqua, dando a questa valore, senza sprecarla o inquinarla; infatti scrive “l’idrofilia è una visione dell’acqua come occasione per articolare i propri bisogni e prendersi parte della responsabilità, senza prepotenze contro altri esseri umani, e senza distruggere gli ecosistemi. E’ una narrazione dell’acqua non legata alle nostre peggiori paure di catastrofi e carestie, ma ai nostri bisogni comuni. Perché, come diceva Danilo Dolci, nel difendere l’acqua, mi difendo.”