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Vincitori Premio Asimov Edizione VIII 2022 - 2023









In un volo di storni


      Cimini Letizia Liceo Scientifico " A. Einstein " ( Teramo, Abruzzo )

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“in un volo di storni, le meraviglie dei sistemi complessi” è un libro di scienza senza eccessive difficoltà teoretiche. L’autore è Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica nel 2021. Mi ha affascinato la narrazione a partire dagli storni: scientifica e poetica. L’immagine dei mutevoli voli degli storni nel cielo della capitale. Si perde di vista il singolo uccello e si analizza il comportamento collettivo. Da questo Giorgio Parisi parte per introdurre i sistemi complessi. Utilizza similitudini e metafore per aiutare il lettore a capire materie complesse. Il fisico diventa poeta e riesce con le immagini descritte a svelare i principi della fisica e della matematica.
Il libro ci accompagna nei laboratori del fisico e ci trasmette l’amore e la passione che lo stesso impegna per arrivare alla soluzione dei problemi.
Parte dagli anni 60 quando frequentava la facoltà di fisica alla Sapienza e ci racconta le sue esperienze, da quando non aveva accesso ai laboratori universitari fino alle esperienze presso i laboratori nazionali di Frascati. Ci spiega la transizione di fase, le fluttuazioni, i vetri di spin, il tutto in modo semplice e diretto. Il fisico racconta come ha applicato l’estensione del calcolo combinatorio facendo esempi con oggetti e cassetti, suddividendo gli oggetti in sempre più cassetti fino ad arrivare a tendere a zero gli oggetti nel cassetto. Un esempio pratico, diretto di facile comprensione. Ci spiega che in fisica e in matematica lo sforzo per capire una cosa la prima volta non è poi proporzionato alla naturalezza e alla semplicità con cui si arriva alla soluzione le volte successive, capendo i passaggi da seguire.
La cosa più coinvolgente sono gli esempi che l’autore rappresenta in fenomeni comuni nella vita quotidiana: è un problema di fisica capire come si accartoccia un figlio di carta e comprendere come mai il volume della sfera di carta ottenuta non è uguale alla somma del volume delle due sferette che si hanno appallottolando le due metà del foglio; è complesso capire cosa cambia se al posto della carta si usa un foglio di stagnola.
Grande importanza riserva all’intuizione nella ricerca, un talento dello studioso che lo porta direttamente alla soluzione del problema. Sostiene infatti che la matematica è fatta di quattro fasi distinte: lo studio del problema, l’incubazione, l’illuminazione e poi l’ultimo in cui si affronta direttamente il problema per risolverlo.
L’autore sprona il lettore a non rimanere passivo di fronte ad un enunciato. Ci fa capire che non bisogna limitarsi ad accettare le regole della fisica e della matematica enunciate dagli studiosi, anzi è un esempio pratico di come queste materie possono essere presentate in maniera semplice per essere comprese anche dalle persone meno formate.
Da ultimo, il testo acquisisce anche un “sapore” politico, quando Parisi riflette sull’utilità della scienza, della ricerca, dell’istruzione. Si apre sulla necessità di finanziamenti economici statali a favore della scienza e della ricerca che sarebbero possibili riducendo le spese militari e che andrebbero erogati in modo costante, senza la necessità di chiedere sempre. Si sofferma sull’importanza della ricerca scientifica per la società e a tal proposito cita una risposta di Faraday al ministro britannico che gli chiedeva a cosa servissero i suoi esperimenti sull’elettromagnetismo “al momento non saprei, ma è assai probabile che in futuro ci metterete una tassa sopra’’

      Arcieri Michele Liceo Classico " Quinto Orazio Flacco " ( Potenza, Basilicata )

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In un semplice volo di storni bisogna ricercare il perché, interrogarsi al di là del limite.
Quella che ci viene presentata nel libro In un volo di storni è il modo di vivere la scienza del fisico Giorgio Parisi, che ci mostra la fisica per quella che è, raccontando anche del suo percorso di ricerca coronato dal Premio Nobel del 2021.
Il libro si articola in otto capitoli, prima più tecnici e scientifici, poi più riflessivi e autobiografici.
Tutto parte da una domanda che sorge dai cieli di Roma: come fanno gli storni a scegliere una direzione comune da seguire in volo? Come si propaga l’informazione?
Parisi fin da subito si rende conto che le risposte alle sue domande non ci sono, ma non per questo si rassegna: capisce che questo è il momento che rende l’uomo uno scienziato; e allora comincia ad osservare.
Osserva il comportamento collettivo degli storni dovuto all’interazione fra i singoli, scoprendo che si muovono in base alla posizione di quelli vicini.
Nei capitoli successivi, oltre a farci notare di come il mondo è in continuo sviluppo, e con lui le tecnologie, ci presenta teorie e problemi ancora aperti affrontati da lui nel corso dei suoi studi.
Uno di questi analizzava le particelle elementari: dalla teoria del bootstrap, attraverso la “filosofia del fagiano e del vitello”, si approda alla teoria delle stringhe, perché “le idee sono come un boomerang: partono in una direzione ma poi vanno a finire altrove”.
Il mondo che ci circonda è formato da tre livelli: microscopico, mesoscopico e macroscopico, legati da transizioni di fase che si possono studiare grazie alla “rinormalizzazione” di Wilson e ai modelli di vetri di spin.
Qui ci viene messo in evidenza il ruolo del modello fisico come semplificazione della realtà, e l’importanza di avere una mente flessibile, che sia sempre pronta a creare collegamenti fecondi (come per Nicola d’Oresme).
“Prima viene l’intuizione e dopo si raggiungono le certezze”: questo dovrebbe essere il modus operandi di un fisico, che non ha bisogno di dimostrazioni per capire qual è la verità, perché è l’intuizione che lo rende grande.
Un altro dei temi interessanti che Parisi tratta è la questione degli “scambi di metafore tra fisica e biologia” in cui si critica la trasposizione in un linguaggio differente di concetti che in questo modo vengono deformati; tuttavia, ciò è essenziale per la comprensione del fenomeno, come per la beffa di Sokal.
Questo significa che dobbiamo imparare a vedere la realtà con gli occhi di un matematico per poter apprezzare ogni dettaglio che la natura ci offre, perché tutto ha un senso, una logica.
Gli ultimi capitoli riflettono sul significato della scienza, che è affermazione di cultura, fatica di un processo creativo pieno di dubbi ed esitazioni, un puzzle che l’uomo di ogni tempo cerca inutilmente di completare, il “sesso” della mente.
E solo alla fine Parisi riprende il suo percorso autobiografico, raccontando di come già a venticinque anni aveva sfiorato il premio Nobel, ma solo nel 2021 ha ottenuto il riconoscimento, perché “il lavoro migliore di una vita di ricerca può saltare fuori per caso”.
Quello che rimane dalle riflessioni del libro è l’esperienza di vita di un grande fisico, che è testimonianza da cui prendere ispirazione; comprendiamo che ogni elemento della realtà è parte di un’armonia più grande, che non c’è differenza fra l’ondeggiare del grano e l’ondeggiare del mare.
Da un volo di storni ad una natura sorprendente.

      Galluzzo Maria Chiara Liceo Classico Tommaso Campanella ( Reggio Calabria, Calabria )

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In un volo di storni è un libro di divulgazione scientifica, che tratta di fisica, il suo autore è Giorgio Parisi, un fisico italiano, che dopo essersi laureato nel 1970 all'università “La Sapienza” di Roma, a seguito di una brillante carriera fatta di ricerca e duro lavoro, dove si è fatto conoscere a livello internazionale, nell’ottobre del 2021 ha vinto il premio Nobel per la fisica grazie ai suoi studi sui sistemi complessi.
Osservare un gruppo di storni attentamente, ponendosi numerose domande, su come il singolo animale sia collegato al gruppo, fa scattare una molla nell’autore che inizia così a fare ricerche, dando una descrizione dettagliata del processo di preparazione e delle analisi fatte, accompagnato dal suo mentore Nicola Cabibbo (noto per la scoperta dell’angolo di Cabibbo).
In seguito dando una sfumatura autobiografica al libro, si sofferma a parlare della sua istruzione, descrivendo l’ambiente in cui ha affrontato i suoi studi, in un periodo che per l’Italia è stato ricco di cambiamenti, parlando anche di quanti pochi strumenti per la ricerca si avessero in quel periodo rispetto ai giorni nostri.
Porge una “critica” all’ambiente universitario odierno definendolo “vecchio”, confrontandolo con quello del 1968, dove c’erano professori di appena 25 anni, evento ad oggi impossibile, poiché a quell’età ci si sta ancora formando per entrare nel mondo del lavoro.
Si entra nel cuore del libro dal terzo capitolo, Parisi introduce i fenomeni collettivi o transizioni di fase, sui quali ha svolto un consistente lavoro di ricerca, per poi introdurre quello che, come dice anche lui stesso, è ritenuto il suo miglior contributo alla fisica, ovvero la teoria dei vetri di spin nata mentre studiava un problema di particelle elementari, che doveva essere risolto con il metodo delle repliche, già esistente; trova così quasi per casualità il suo lavoro migliore, il lavoro che gli ha permesso di essere conosciuto per il grande fisico che è.

“Un singolo neurone non costituisce una memoria, tanti neuroni insieme sì. Lo stesso discorso vale per i mattoni: una cosa è la scienza del singolo mattone, altra cosa è l’architettura”

Questa metafora di biologia, scritta dal fisico, descrive la complessa arte della conoscenza o come avrebbe detto Platone episteme, per conoscere, per ricercare il sapere, sono sicuramente fondamentali gli strumenti giusti, ma ciò che conta più di tutto è l’intuizione, che può rivoluzionare uno studio intero e portare al risultato della ricerca.
Il linguaggio utilizzato nel corso di tutto il libro, anche se accurato e prettamente scientifico, è comprensibile sia per un lettore esperto, che per uno alle prime armi. Il tipo di lessico dà dinamismo e rende la lettura scorrevole.
In un volo di storni, nonostante sia un libro che parli di fisica, dà numerosi spunti di riflessione interessanti, ciò che è prettamente collegato alle materie scientifiche, può essere applicabile a diversi contesti, caratteristica che porta il libro su un altro livello.

      Petrungaro Martina Istituto D' Istruzione Superiore " Valentini-majorana " Di Castrolibero ( Cosenza, Calabria )

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"Per spiegare qualcosa, dobbiamo prima conoscerlo”: è così che il vincitore del premio Nobel per la fisica del 2021, Giorgio Parisi, ci immerge nella lettura del suo libro “In un volo di storni: le meraviglie dei sistemi complessi”. Nel libro, articolato in brevi capitoli che spiegano come sia nata la scoperta dello scienziato, molti sono i cenni storici, a partire dalla Roma degli anni ‘50 fino a delle semplici osservazioni su uno stormo di uccelli che riempie i cieli della Roma del XXI secolo. La lettura del libro è alquanto scorrevole e piacevole, eccezion fatta in alcuni punti dove sono citati argomenti di fisica o matematica esposti con un linguaggio forse troppo dettagliato e specifico che potrebbe far desistere un lettore che non possiede una cultura prettamente scientifica. Tutta l’opera ruota intorno a una scena di vita che a primo impatto potrebbe risultare banale: Giorgio 20enne, studente di fisica nell’università "la sapienza" di Roma, osserva meravigliato il volo di uno stormo di storni, uccelli passeriformi dalle meravigliose venature. Da quella sera, l'autore, inizia a porsi tante domande su quello stormo, a partire dalla sua forma, il numero dei componenti, le tecniche di separazione e avvicinamento e infine il comportamento dei singoli individui. Partendo, dunque, da una semplice osservazione, si arriva ad una tesi molto elaborata, ovvero i sistemi complessi. Tutti gli argomenti che l’autore usa come sfondo alla sua scoperta sono davvero molto affascinanti e sono legati tra di loro in maniera da sembrare un tutt’uno: Parisi introduce i vetri di spin, dà cenni di informatica e matematica e riesce addirittura a inserirvi concetti di biologia, scienze della terra e perfino filosofia. Alcune parti del libro incuriosiscono il lettore e lo spingono a rileggere il testo nella sua interezza più e più volte per riscoprire come nella ricerca, le nuove domande sono sempre più numerose delle risposte ottenute. Tuttavia, mentre i Pitagorici, ad esempio, interrogatisi sull'infinità numerica delle armonie che muovono l’Universo, non riuscirono a trovare la soluzione al loro dilemma, Parisi è riuscito a trovare “l’impossibile” che cercava, che, una volta trovato, sembrava quasi essere ovvio. Nel capitolo finale del libro, quasi a sorprendere chi legge, l'autore racconta come sfiorò il Nobel all’età di 25 anni a causa di una mancata intuizione invece di rimarcare l’utilità scientifica della sua scoperta. La storia che fa da sfondo a tutto il libro è la storia di un ragazzo universitario che si pone tante domande alle quali esige risposte, ma è soprattutto la storia di un uomo che racconta la fatica del processo creativo, processo che richiede passione e assoluta dedizione ma soprattutto curiosità e acuta osservazione. Parisi fa comprendere al lettore quanto affascinante e allo stesso tempo complicato sia il mondo della ricerca; ogni qual volta si giunge ad una risposta, altre mille domande si fanno spazio lungo la strada del ricercatore. È vero allora… “Nelle scienze come in poesia è impressionante la sproporzione tra lo sforzo per capire e la semplicità del risultato finale”. Libro vivamente consigliato a tutti coloro che vogliono stupirsi di come la scienza e la cultura si intreccino l’uno con l’altra ogni giorno e come la nascita di nuove idee sia sempre frutto di collaborazioni e anche di “magiche” intuizioni.

      Zanni Giorgia Istituto D' Istruzione Superiore " Valentini-majorana " Di Castrolibero ( Cosenza, Calabria )

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“In un volo di storni, le meraviglie dei sistemi complessi” è un libro di Giorgio Parisi, un fisico, ricercatore e docente italiano, che si è aggiudicato il premio Nobel per la fisica nel 2021. In questo libro l’autore, affascinato dall’osservare il comportamento collettivo degli animali, rimase particolarmente colpito dal volo degli storni (animali sociali abituati a vivere in gruppo) perché si collegava oltre che alle sue ricerche, a moltissimi studi della fisica moderna. Parisi voleva capirne i movimenti nello spazio, e per farlo aveva bisogno di un elemento, la tridimensionalità. Doveva ottenere un’immagine tridimensionale dello stormo e della sua forma, ricostruire un filmato in 3D e le posizioni tridimensionali. Dopo due anni di duro lavoro riuscì nel suo progetto. Osservando gli stormi, possiamo notare come cambiano la loro forma e la loro densità molto velocemente; grazie alle prime foto tridimensionali osservò che lo stormo assomiglia a un disco, ed è proprio per questo motivo che vediamo la forma variare rapidamente. Arrivò alla conclusione che la velocissima variazione di forma e densità risulta essere l’effetto tridimensionale del cambiamento dell’orientazione dello stormo rispetto a noi e scoprì che la densità al bordo rispetto alla densità al centro è maggiore di quasi il 30%. Le posizioni degli storni gli permisero di capire che l’interazione tra essi non dipende tanto dalla distanza tra di loro, ma dalla connessione tra gli uccelli più vicini. Parisi per questo venne anche criticato, alcuni trovavano la sua indagine troppo povera di biologia e troppo ricca di matematica, ma in molti apprezzarono il suo lavoro. Il testo presenta anche una vena autobiografica, proseguendo nel libro, il fisico ricorda il suo passato, di quando era all’università, raccontando la sua esperienza, raccontando dei grandi fisici e maestri da lui incontrati e delle scoperte che ci sono state nel corso degli anni. Successivamente tratta delle transizioni di fase, ovvero delle mutazioni collettive, suddividendole in transizioni di fase del primo ordine (in cui è presente il calore latente, quella quantità di calore necessaria a rompere i legami molecolari invece di aumentare la temperatura del sistema) e transizioni di fase del secondo ordine (avvengono senza la presenza del calore latente). Parisi inoltre tratterà del modello di Ising e della teoria dei vetri di spin (leghe metalliche, chiamate così perché la loro transizione di fase magnetica si comporta come le transizioni di fase del vetro). Nel modello di Ising le forze tra gli spin sono tali che, a bassa temperatura, essi tendono ad allinearsi nella stessa direzione, o tutti verso l’alto, o tutti verso il basso. Nel modello dei vetri di spin invece la forza che agisce tra alcune coppie di spin tende a orientarli in direzione opposta. Nel testo l’autore utilizza un lessico semplice e chiaro, semplificando il significato dei concetti tramite degli esempi. Sono rimasta colpita positivamente da questo libro, l’autore è riuscito a trasportarmi nella lettura e a farmi interessare agli argomenti del testo. Dopo aver letto il libro sento di aver appreso un qualcosa in più, anche se la conoscenza non è mai abbastanza. Vorrei chiudere con una frase del testo che mi ha fatto riflettere particolarmente: “nessuno ti può dare la certezza del successo, devi metaforicamente buttare il cuore oltre l’ostacolo, ma se l’ostacolo è così alto che il cuore gli rimbalza contro, allora è meglio lasciar perdere”.

      Buono Antonio Emanuele Liceo G.buchner ( Ischia, Campania )

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Giorgio Parisi è sicuramente una delle più grandi menti nel campo della fisica italiana, ma soprattutto mondiale. Le sue insaziabili ricerche hanno permesso di rivoluzionare lo studio della fisica come la conosciamo oggi, permettendo all’essere umano di comprendere meglio il mondo che lo circonda. Nel libro da lui scritto, quasi una sorta di autobiografia, Parisi si pone l’obiettivo di spiegare ai lettori, che siano avvezzi o meno alle materie scientifiche, la fisica in modo semplice. Attenzione: non quella insegnata nei licei, ma quella più complessa, a carattere universitario e professionale. In particolare, cerca di far comprendere, attraverso le esperienze personali, come nella sua professione “sia impressionante la sproporzione tra lo sforzo per capire una cosa nuova e la semplicità e naturalezza del risultato una volta che i vari passaggi sono stati compiuti”. Il libro ha inizio con un analisi di un comunissimo fenomeno naturale, a cui tutti possono assistere ogni giorno: il volo degli storni. E da questa analisi si fa largo una domanda: come fanno gli storni a compiere movimenti così veloci e articolati senza urtare l’uno contro l’altro? Da tale quesito si iniziano a generare varie ipotesi, e, tramite una narrazione autobiografica coinvolgente, Parisi riesce, in modo semplice, a introdurre il lettore nella fisica dei sistemi complessi. Inizialmente esegue una breve descrizione delle principali facoltà scientifiche durante gli anni ‘60-‘70 e si addentra nella spiegazione delle “transizioni di fase”, ovvero trasformazioni della materia che si verificano quotidianamente, concentrandosi sul processo scientifico di queste ultime. Si prolunga, poi, nella narrazione della teoria dei “vetri di spin”, ovvero quello che, secondo molti, è ritenuto il miglior contributo dell’autore alla fisica, tanto da valere un Premio Nobel. Teoria sicuramente molto complessa, anche se esposta in un linguaggio semplice e accompagnata da un uso costante di immagini, ha aperto la strada alla fisica moderna e alla fisica quantistica, risultando quindi di fondamentale importanza nel panorama nazionale e internazionale. I capitoli finali del libro parlano più della parte “umana” di Parisi: di come nascano le idee, di quale sia il fine ultimo della scienza e dell’amaro ricordo del Premio Nobel “sfiorato” a soli 25 anni, di cui però lo scrittore non ha molti rimpianti. Questo saggio è quindi, una conversazione quasi intima tra il lettore e l’autore, che, con un tono a volte professionale, a volte colloquiale, narra le meraviglie della fisica in un modo comprensibile a tutti: cosa che solo una mente geniale come la sua è in grado di fare.

      D' Amore Vincenzo Liceo Statale " V. De Caprariis " ( Atripalda, Campania )

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In un volo di storni è un viaggio nella scienza e nella vita di Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica nel 2021 e autore del libro.
Nelle prime pagine troviamo spiegato il senso del titolo: Parisi racconta le difficoltà incontrate in uno studio apparentemente semplice, quello del volo degli storni, teorie ed esperimenti che portano a soluzioni così inaspettate da farci sentire ingenui. Subito dopo l'autore ci trasporta nel suo passato, alla “Sapienza” di Roma: è il ’68 e l'ambiente accademico cambia radicalmente, professori e studenti vivono un rapporto diverso, in un'aria di libertà e gioventù, che l'autore riporta non senza nostalgia.Nel capitolo successivo Parisi è alle prese con la robotica primitiva del ‘900, necessaria per approfondire la fisica delle particelle, sulle reali componenti elementari dell'universo, ancora oggi avvolte nel mistero. In realtà - dichiara l’autore - «Per quanti sforzi faremo per prevedere il futuro, il futuro ci sorprenderà».
Seguono approfondimenti su specifiche questioni: l’effetto del calore sulle molecole e il confronto tra l'acqua, la cui alterazione, inaspettatamente, non è preceduta da alcun segno percepibile, e le calamite che, al contrario, sono modificate prima ancora di raggiungere una temperatura critica. A volte una scoperta è frutto di un ritrovamento involontario: Parisi si affannava a risolvere un problema per cui erano necessarie procedure di cui era inesperto, ma che pure riuscì a mettere in pratica, ottenendo risposte inattese e tuttavia corrette. La sua perseveranza portò alla scoperta della teoria dei "vetri di spin", leghe metalliche dai comportamenti tanto curiosi quanto complessi. A questo punto l'autore ci fa esplorare i sistemi disordinati, cioè quelli le cui componenti possono sfuggire a una regola, siano essi atomi, persone o altro.
Parlare di fisica significa anche parlare di linguaggio: Parisi si sofferma sull'importanza dell'intuito e delle metafore adoperate per meglio trasmettere i ragionamenti matematici. “Dio non gioca a dadi”, scriveva Einstein, per constatare la precisione della fisica. Bisogna però fare attenzione: le metafore possono essere fallaci e non vanno sostituite alla teoria vera e propria, poiché potrebbero portare a conclusioni erronee. C’è poi il pensiero inconscio, responsabile delle "illuminazioni" che abbiamo durante la giornata. Chiude il libro un aneddoto curioso sulla vittoria mancata del Premio Nobel da parte di Parisi giovane: a un amico che gli chiese il motivo per cui non avesse trovato quella soluzione che gli avrebbe fatto aggiudicare la vittoria e cui era davvero prossimo, rispose semplicemente: “Non mi è proprio venuto in mente”!
Il libro è scritto in un linguaggio diretto e a tratti ironico, spesso semplificato da numerose analogie e dalla raffigurazione di schemi. Non mancano riflessioni su temi attuali che esulano dalla disciplina in sé, ma che rendono vivace la discussione scientifica, come, ad esempio, l’inusitata diffusione di movimenti anti-scienza e il fenomeno dei no-vax, che alimentano l'ignoranza a scapito di fondate teorie scientifiche. L'autore, infine, ricorda con gratitudine i nomi di chi si applica (e di chi si è applicato) agli argomenti di cui tratta.
Consiglio il libro a chi è appassionato di scienza, ma soprattutto a chi, tenace, vuole avvicinarsi ad argomenti, anche complessi, ma che in queste pagine vengono felicemente filtrati dalla piacevole penna di Parisi, capace di semplificarli e di renderli accessibili.

      Sellitto Giulia Liceo Statale Salvatore Pizzi ( Capua (ce), Campania )

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Giorgio Parisi è un noto fisico italiano il quale, nell’ottobre 2021, ha ricevuto il premio Nobel per la fisica grazie ai suoi fondamentali contributi nella comprensione dei sistemi complessi. Questo libro è stato pubblicato dalla casa editrice Rizzoli appena un mese dopo il riconoscimento ottenuto dallo studioso. Il libro raccoglie otto saggi che, attraverso una scrittura agile e ricca di metafore, ci permettono di entrare nel mondo di Giorgio Parisi. Nel primo saggio, Parisi ci porta all’interno della mente del fisico, di colui che si pone domande su ciò che lo circonda, come fa lui ponendosi quesiti sulle immagini che gli stormi di uccelli disegnano in cielo. Il secondo saggio, tratta di temi più biografici, mostrando Parisi durante gli anni dell’università e permettendo di inquadrare storicamente la formazione dell’autore e di avere anche uno sguardo sui cambiamenti avvenuti da allora in ambito tecnologico e nella comunicazione scientifica. Temi più tecnici e specifici dell’ambito fisico vengono affrontanti nel terzo e quarto saggio, nei quali lo studioso ci permette di avere un accenno su alcuni suoi studi. Nel quinto saggio, l’autore sottolinea l’importanza dell’uso della metafora nella comunicazione scientifica, soprattutto quando si vuole spiegare ai “profani” una scoperta. Il sesto e il settimo saggio, hanno come temi principali la scienza e il ruolo dell’intuizione. La particolarità della trattazione sulle intuizioni sta nel fatto che Parisi non si riferisce tanto alle “grandi idee”, quelle che cambiano la storia, bensì alle “piccole idee”, quelle che permettono il progresso in ambito scientifico e consentono la realizzazione delle grandi idee. A questo punto l’autore analizza anche il rapporto tra scienza e società, cogliendo l’occasione per rendere partecipe il lettore dell’importanza della prima all’interno della seconda e dell’importanza degli investimenti che il governo dovrebbe indirizzare alla ricerca scientifica. Infine, nell’ultimo saggio, l’autore ci riporta nuovamente nella dimensione autobiografica, raccontando l’aneddoto del Nobel sfiorato all’età di 25 anni. Questo libro, attraverso uno stile semplice ed agevole, permette ad un lettore poco pratico nell’ambito della fisica di comprenderne il mondo, le idee e la ricerca. L’autore racconta di come domande complesse nascano dall’osservazione di fenomeni quotidiani. Viene illustrato al lettore come da queste innumerevoli domande si generino anni di studi, accogliendo così la sfida a rispondere ad esse, ma viene anche mostrato, anche attraverso vari aneddoti, che «il lavoro migliore di una vita di ricerca può saltare fuori per caso: lo si incontra su una strada percorsa per andare da un’altra parte». Inoltre, più volte Parisi coglie l’occasione di ricordare «la sproporzione tra lo sforzo per capire una cosa nuova per la prima volta e la semplicità e la naturalezza del risultato una volta che i vari passaggi sono stati compiuti». Spesso, soprattutto nei libri didattici, il risultato appare chiaro e talvolta quasi scontato poiché nella sua rappresentazione si perde ogni traccia di fatiche, processi cognitivi, dubbi e esitazioni che lo accompagnano. Attraverso la raccolta di questi otto saggi in un volume unico l’autore riesce a presentare la base dei suoi studi toccando anche temi di grande attualità, anche se, allo stesso tempo, a causa della frammentarietà che deriva dal raccogliere assieme saggi fra loro diversi, il coinvolgimento del lettore non risulta semplice.

      Govoni Anna Liceo Ludovico Ariosto ( Ferrara, Emilia Romagna )

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“Incredibile!” sussulto terminata l'ultima riga del libro “In un volo di storni” scritto dal celebre scienziato Giorgio Parisi, vincitore del Premio Nobel per la Fisica 2021. Mi guardo attorno stupefatta pensando a ciò che ho appena appreso, ad un argomento scientifico talmente complesso, ad anni di ricerche e duro lavoro che sembrano entrati nella mia mente con agilità, grazie alla semplicità, agli esempi pratici e quotidiani proposti dall'autore. L'argomento con cui esordisce è proprio, come si evince dal titolo, il volo degli storni di uccelli, su cui lui stesso e la sua squadra operativa si sono concentrati negli ultimi anni. Il fascino di questo argomento è dovuto proprio all'originalità della scelta, basata sull'osservazione di un fenomeno quotidiano, ma mai banale: un tramonto estivo nei cieli di Roma. Si sono concentrati su come cambino le disposizioni dei singoli uccelli negli storni, come le informazioni attraversino le masse di questi volatili e quindi il legame tra gli atteggiamenti degli individui presi come singoli e il gruppo. È sorprendente come le spiegazioni e descrizioni da parte dell'autore siano di estrema chiarezza e permettano persino ai lettori meno esperti di appassionarsi all'argomento.
Si prosegue poi con un ritorno ai tempi dell'università e le difficoltà dei primi studi a Frascati in collaborazione con istituzioni statunitensi dovute all'ancora mancante sviluppo delle tecnologie. In particolare Parisi espone gli studi riguardo alle ultime scoperte sulle particelle elementari che compongono gli atomi e i suoi dubbi riguardo ad essi. Veramente interessante anche la descrizione scientifica di come nascano le idee, della classica illuminazione che avviene proprio quando meno lo si aspetta oppure mentre si sta cercando qualcos'altro, cioè per pura casualità. Mi ha molto colpito anche il capitolo che tratta del senso della scienza. Fare scienza può essere divertente per gli scienziati ma necessita di finanziamenti da parte della società stessa, che dovrebbe avere fiducia in essa e nel progresso scientifico-tecnologico. Invece oggi spesso e volentieri accade il contrario: c'è sempre meno fiducia nella scienza, ed è dovuta forse, come spiega Parisi nel libro, all'arroganza con cui alcuni scienziati la presentano ma deve essere difesa anche per il valore culturale che porta nel mondo. Infine il racconto di come non sia riuscito a vincere il Nobel a 25 anni che è di grande insegnamento per i lettori, soprattutto quelli piè giovani. Parisi e il suo collega si erano concentrati su una determinata teoria per spiegare i suoi esperimenti ma non avevano trovato soluzione e non gli era venuto in mente che avrebbero potuto usarne un'altra appresa qualche mese prima, così arrivarono alla soluzione altri scienziati, prima di loro. Certamente una sconfitta fa male ed difficile da perdonare ma alla fine la sua perseveranza è stata premiata, tutto sommato anche un insegnamento per la vita, che nonostante le sconfitte, non finisce lì!

      Laderchi Alessandro Liceo E. Fermi ( Bologna, Emilia Romagna )

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Parisi, premio Nobel della fisica 2021, è curioso ed è attratto dallo studio dei sistemi complessi qual è anche il volo degli storni. Cerca di capire il comportamento di un sistema composto da un elevato numero di componenti (attori) che interagiscono fra loro. Nella fisica gli attori possono essere elettroni, atomi, spin, molecole che, considerati singolarmente, sono descritti da regole piuttosto semplici, ma che, presi insieme, danno luogo a comportamenti collettivi molto più complessi.

In questo testo scientifico di 123 pagine, anno di pubblicazione 2021 ed. Rizzoli, Parisi, partendo dalla descrizione degli studi che hanno come oggetto un argomento comprensibile al grande pubblico (il volo degli storni), passa poi ad introdurre argomenti di fisica molto più complessi come le classi di universalità, la rinormalizzazione e la teoria dei vetri di spin.

Il libro, nonostante sia un concentrato di informazioni fisico-matematiche, riesce ugualmente a prendere il lettore e a passargli, in modo semplificato, i concetti fondamentali delle teorie scientifiche più rivoluzionarie nell’ambito dei sistemi complessi.

E’ anche divertente leggere di grandi menti, poi vincitrici dei premi più illustri che, dopo aver ragionato per anni e anni su problemi molto complessi e averli poi abbandonati classificandoli come senza soluzione, riescono a trovare la chiave di quei difficili enigmi grazie alla giusta “illuminazione” che spesso giunge a seguito di discorsi informali e “chiacchiere” tra colleghi riguardanti altri argomenti.

Cosa dire poi delle forti relazioni che vi sono tra matematica e fisica? Per studiare i problemi della seconda disciplina è necessario risolvere equazioni o dimostrare assiomi della prima e solo a quel punto è possibile utilizzare il proprio ingegno e le proprie qualità deduttive per arrivare a spiegare perché certe condizioni sono riconducibili a fenomeni fisici diversi. Il movimento delle spighe di grano e delle onde del mare viene descritto dalle medesime equazioni di moto ondulato nonostante i due fenomeni siano totalmente differenti.

Uno dei paragrafi che più colpisce il lettore è quello che tratta delle somiglianze che vi sono tra i vari rami della scienza. Una delle prime teorie di meccanica quantistica probabilmente è stata ispirata, anche se inconsciamente, dalla teoria evoluzionistica di Darwin che sembrava mostrare alcuni tratti simili tra biologia e fisica teorica.
Ancora più interessante è il concetto che “Le idee spesso sono come un boomerang: partono in una direzione ma poi vanno a finire altrove. Se si ottengono risultati interessanti e insoliti, le applicazioni possono apparire in campi assolutamente imprevisti.”. Il lettore viene così introdotto al concetto di “Cross Fertilization” cioè quando si utilizzano informazioni provenienti da un campo del sapere per fare predizioni su un altro.

Molte persone si allontanano dalla scienza perché essa viene rappresentata come un sapere assoluto, non comprensibile da chi non ha studiato matematica. Il libro tenta di colmare questo “gap” e, in estrema sintesi, di portare il grande pubblico, incuriosendolo, ad approfondire lo studio dei fenomeni fisici.

      Naldi Sofia Liceo E. Fermi ( Bologna, Emilia Romagna )

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"Le idee spesso sono come un boomerang: partono in una direzione ma poi vanno a finire altrove". Questa frase è tratta dal libro "in un volo di storni", raccolta di otto saggi del fisico Giorgio Parisi.
Laureato alla Sapienza di Roma nel 1970, una carriera da ricercatore, poi professore e membro di diverse accademie, è ora vicepresidente dell'accademia di Lincei.
L'assemblaggio degli otto saggi avviene dopo la vittoria conseguita nell'ottobre 2021 del premio Nobel per la Fisica meritato per i suoi studi dei sistemi complessi; la stampa è datata gennaio 2022, edito Rizzoli.
L'espressione riportata nella pubblicazione del fisico, citata all'inizio di questo testo, rappresenta il percorso che ha portato Parisi a vincere questo prestigioso riconoscimento; partendo da un problema legato alle particelle elementari è riuscito ad individuare la struttura che compone i vetri di spin e il modo per descriverla matematicamente.
L'accademico romano ha scoperto la presenza di certe strutture complesse in grado di dare ordine e coerenza a materiali e fenomeni che fino a quel momento risultavano sconosciuti.
Ciò si rivela importante perché tali fenomeni fisici trovano applicazioni in tantissimi ambiti quali biologia, medicina e matematica e dunque comprenderli porta il mondo della ricerca a fare sempre più scoperte.
Ogni capitolo ha un tema diverso perciò è possibile leggere questo libro senza un ordine prefissato.
Il primo, il terzo e il quarto brano si occupano in particolare di esperimenti condotti e delle idee che li anticipano: lo studio di uno stormo di uccelli, delle transizioni di fase e dei vetri di spin.
Il quinto, il sesto e il settimo invece raccontano di come la scienza si stia diffondendo sempre di più partendo dalle idee e da come queste vengano espresse dagli scienziati fino ad arrivare allo scopo di questa disciplina.
I restanti, il secondo e l'ottavo, risultano essere più legati ad un Parisi in giovane età.
Il primo di questi racconta di come la fisica si sia evoluta nel tempo e di come lui l’abbia dovuta studiare ipotizzando le differenze di apprendimento se fosse nato una ventina di anni dopo; il secondo parla di quando è quasi riuscito a sfiorare il premio Nobel all’età di 25 anni.
Questa pubblicazione è consigliata a coloro che sono interessati al mondo della fisica ma il linguaggio semplice e diretto rende il libro facile e scorrevole anche a coloro che non ne sono esperti.
La comprensione di termini più tecnici o passaggi più complessi sono spiegati da similitudini accessibili a tutti, rendendolo un libro molto inclusivo.

      Taibi Giulia Gabriella Liceo Ludovico Ariosto ( Ferrara, Emilia Romagna )

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“Da dove vengono le idee? Come si formano nella testa di un fisico come me?” Sono queste le domande con cui Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica 2021, apre il sesto capitolo del suo libro. Due interrogativi a cui è difficile fornire delle risposte, ma che costituiscono l’essenza di gran parte di questo testo. L’idea, per l’autore, è “un pensiero inaspettato, sorprendente, assolutamente non banale”. La storia del genere umano è stata segnata da grandi idee, le cui applicazioni hanno cambiato il corso degli eventi, ma anche quelle più piccole e apparentemente più ordinarie si sono spesso rivelate fondamentali. L’idea geniale, l’intuizione possono sorgere nei momenti e nei luoghi più disparati, così come possono essere incamerate dal nostro cervello per lunghi periodi e riaffiorare improvvisamente portandoci alla scoperta di qualcosa di assolutamente non previsto. Di tutto ciò Giorgio Parisi può esserne considerato maestro, perché la sua carriera è costellata di inattese lampadine che si accendono e di continue variazioni di percorso che lo conducono a realtà nuove e inesplorate.
“In un volo di storni” è una vera e propria immersione nei pensieri e nella vita di un uomo geniale. Un uomo dotato di una grande curiosità, inarrestabile nelle sue ricerche e avido di trovare le risposte alle domande che continuamente la sua mente elabora.
Il libro di Giorgio Parisi non segue un andamento lineare, scelta che personalmente ho trovato accattivante. Già dal titolo è esplicito il fulcro dell’argomento esposto: i sistemi complessi.
E da un uomo che ha scelto la fisica perché convinto che lo avrebbe messo più in discussione della matematica, materia da lui considerata al tempo poco stimolante, il lettore non può aspettarsi che questo titolo. La grande personalità dello scienziato emerge pagina dopo pagina. La sua ironia e la sua capacità di esporre contenuti ostici anche ai lettori estranei alla materia trattata non passano inosservati, garantendo una lettura fluida e comprensibile.
Dal suo iniziale interesse per le transizioni di fase, al suo miglior contributo alla fisica con la teoria dei vetri di spin, dallo studio degli stormi fino ad essere premiato dall’Accademia svedese. È ampio il percorso che Parisi affronta in questo libro, un percorso che non trascura la fatica e i sacrifici che sono stati necessari per conquistare i riconoscimenti di cui oggi gode. Ed è sempre grazie alla stessa costanza che possiamo oggi annoverare Parisi tra coloro che hanno aggiunto tessere importantissime all’interno di quello che lo stesso autore definisce l’enorme puzzle della scienza. Ma anche raccontando, con una punta di vergogna, la volta in cui ha lambito il premio Nobel all’età di soli venticinque anni, Giorgio Parisi non si pente di niente, perché per lo scienziato il treno non è passato solo una volta.
“In un volo di storni” è un libro che consiglierei non solo agli appassionati della fisica, ma anche a tutti coloro che desiderano comprendere a fondo il significato della parola “scienza”, il cui prestigio in questi ultimi anni sembra stia sfumando.

      Vicedomini Benedetta Liceo Ludovico Ariosto ( Ferrara, Emilia Romagna )

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"In un volo di storni", pubblicato nel 2018 dal Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, non è una trattazione scientifica, bensì un saggio divulgativo, che combina la descrizione accurata di un fenomeno naturale con una riflessione filosofica sulla complessità del mondo.
Il titolo del libro si riferisce al fenomeno della migrazione degli uccelli, che in autunno si muovono in sincronia attraverso il cielo, creando uno spettacolo mozzafiato, ed a partire dal quale hanno avuto origine numerose riflessioni sulla natura della vita e dell'universo.
Un fenomeno apparentemente banale, ma che se osservato con attenzione è in grado di suscitare nell’osservatore le domande più ingenue.
“Perché?”, “Com’è possibile?”, sono proprio queste le domande che fanno da filo conduttore durante il primo capitolo del testo, le stesse che hanno portato alla necessità di saperne di più in una Roma degli anni ‘60, in cui la raccolta di dati a riguardo è stata ostacolata dagli scarsi fondi a disposizione e dalle strumentazioni tecniche datate.
Successivamente, viene approfondita la metodologia scientifica ed illustrati svariati problemi di cui Parisi è stato in grado di occuparsi (fluttuazioni, transizioni di fase e vetri di spin).
Il libro si conclude con interessanti osservazioni riguardo all’intreccio esistente tra fisica e biologia, la nascita delle idee e il ruolo fondamentale che gioca l’intuizione, e sul ruolo delle metafore nella descrizione dei fenomeni, di cui peraltro Parisi fa grande uso in questo testo.
"In un volo di storni" è un libro interessante e stimolante, che affronta temi complessi in modo accessibile e coinvolgente; tuttavia, non è privo di limiti.
In primo luogo, la lettura richiede una certa preparazione scientifica, che potrebbe scoraggiare i lettori meno esperti in materia.
In secondo luogo, a volte Parisi sembra lasciare troppo spazio alle sue opinioni personali, senza fornire un'analisi sufficientemente critica delle teorie esposte.
Infine, il libro rischia talvolta di diventare dispersivo, spaziando su argomenti tra loro molto differenti.
Ad ogni modo, Giorgio Parisi è un autore colto e profondo, che sa unire la conoscenza scientifica con la riflessione filosofica e umanistica ed il libro si caratterizza per una scrittura elegante, composta e ricca di suggestioni evocative.
L'autore utilizza una prosa fluida, che scorre senza intoppi, alternando descrizioni dettagliate e riflessioni profonde.
Il tono generale del libro è quello della riflessione e della meditazione, che attraversa l'intera opera, conferendole un senso di profondità e di intimità.
Il testo è infatti un invito alla riflessione su temi esistenziali, come la complessità e l’ordine spontaneo del mondo naturale.

      Codutti Filippo Liceo Scientifico Statale " G. Marinelli " ( Udine, Friuli-venezia-giulia )

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La teoria è quello sguardo alle cose che riappacifica la mente, quel concetto che riunisce in sé i pensieri, le emozioni, le osservazioni di persone che hanno studiato un qualsivoglia argomento; la teoria eleva il lavoro delle persone in modo che sia visibile a tutti.
In greco thea significa spettacolo e horan osservare, ne consegue che quando si tratta di fisica teorica, ci si riferisce a una branca della fisica dove l’elemento centrale non è tanto l’osservazione diretta quanto la meta-osservazione; intendo dire un’osservazione all’interno di un’altra osservazione.
La bellezza di tale materia risiede nella sua potenzialità risolutiva: molti fenomeni agli occhi umani sono difficilmente comprensibili se non guardati attraverso le lenti astrattive della fisica teorica.
Il fisico Giorgio Parisi nel suo saggio In Un Volo Di Storni (2021, Rizzoli) indaga tale bellezza nascosta e spesso astrusa ai non fisici.

Parisi, premio nobel per la fisica 2021, fa osservare con occhi diversi la realtà, con gli occhi della matematica e della fisica; pone davanti al lettore domande che probabilmente non si era mai posto. Ad esempio con che ordine, se ce n’è uno, si spostano, volteggiano e sembrano avere vita propria quegli stormi di storni che invadono i cieli di molte città? Oppure, cosa succede veramente al ghiaccio quando scioglie?
Altri aspetti della realtà di tutti i giorni vengono trattati, e tutti in modo tale che il concetto generale risulti chiaro; l’autore osserva dall’alto questi fenomeni in modo da renderne limpida la panoramica, anche ai meno pratici con la fisica.

In questo saggio l’autore apre una finestra sul contesto in cui ha studiato e lavorato.
Parisi racconta del suo lavoro in quanto fisico e dei rapporti umani che ha consolidato con altri fisici come Nicola Cabibbo, che lo hanno aiutato nel suo percorso formativo e lavorativo; racconta com’era il campo della fisica 60 anni fa, del prestigio che l’Italia cominciava a detenere in tale ambito e dei finanziamenti che l’avevano reso possibile.

Uno degli aspetti più interessanti del libro è la descrizione del processo di creazione di un’idea. Questa può essere conseguenza di molti condizionamenti mentali; ad esempio l’idea può essere una semplice illuminazione, che arriva quando sei seduto in riva al mare e cercando di non pensare al problema di fisica che hai appena messo da parte, inconsciamente produci un ragionamento che ipoteticamente potrebbe risolvere il tuo problema.

Leggere le parole di Parisi è come dare uno sguardo alla mente di un fisico; menti, queste, fondamentali per l’intera umanità.
Sono i promotori della praticità ed efficienza, ma anche coloro che aspirano a conoscere i misteri dell’esistenza.
Leggere un libro di divulgazione scientifica scritto con passione come In Un Volo Di Storni, ne vale certamente la pena.

Concludo con una considerazione dell’autore: “La scienza è un enorme puzzle e ogni pezzo che viene messo nel posto giusto apre la possibilità di collocarne altri. In questo gigantesco mosaico, ogni scienziato aggiunge delle tessere, con la consapevolezza di aver dato il suo contributo, e che, quando il suo nome sarà dimenticato, coloro che verranno dopo si arrampicheranno anche sulle sue spalle per vedere più lontano.

      Bartolini Matteo Liceo Bertrand Russell ( Roma, Lazio )

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Incuriosisce sempre quel particolare modo di comportarsi degli storni in volo: affascinante e incomprensibile.
Se un premio Nobel per la fisica s’interessa al volo degli storni significa che, ciò che può sembrare istinto animale, ha una spiegazione scientifica.
Parisi inizia da qui per introdurre i sistemi complessi e spiegarne il funzionamento.
Dire che, dopo la lettura del libro, un profano capisca i dettagli delle interazioni tra gli uccelli è audace, ma forse meglio così, perché la modalità narrativa utilizzata avvicina anche il lettore meno competente ad argomenti complessi, senza mortificarlo.
Ciò che emerge prepotente è l’invasione di campo della Fisica nella Biologia che, come dice Parisi, non è sempre apprezzata dai biologi. Ma come non ammirare il fatto che l’utilizzo di tecniche, nate e sviluppatesi in fisica, applicate alla biologia possano spiegare e misurare il comportamento di un gruppo numerosissimo di animali, riportandolo a regole semplici di interazione tra elementi vicini, come una sorta di passaparola?
Parisi affronta la questione delle transizioni di fase in modo molto tecnico, ma lo fa partendo dal fenomeno comune dell’acqua che bolle e che evapora, situazione a noi familiare, che cattura quindi la nostra attenzione, per proporre e spiegare poi transizioni di fase più complesse, come quelle della calamita.
Poi ci spiega come spesso i risultati migliori arrivano per caso, “li s’incontrano su una strada percorsa per andare da un’altra parte”. Per lui è stato così e il suo straordinario lavoro sulla teoria dei vetri di spin è scaturito dallo studio di particelle elementari. Per spiegarcelo, chiama in aiuto il gioco del Monopoli e ci avvicina così ad una realtà lontana rendendocela meno sfocata, e non utilizza questo metodo per banalizzare una questione complessa, ma per farci comprendere come i fenomeni fisici possano essere compresi partendo da modelli semplici, per poi introdurre la complessità e il disordine.
Parla del rapporto tra la Matematica e la Fisica e la cosa davvero incredibile è che permette di vedere queste due scienze da una prospettiva inconsueta: fatta di parole e non di numeri. In questo modo così discorsivo ci aiuta a capire che, quando differenti campi della fisica possono essere spiegati dalla stessa struttura matematica, avviene spesso il grande passo in avanti nella conoscenza.
La narrazione è arricchita di storie personali dell’autore, sulla sua scelta di studiare Fisica anziché Matematica perché più difficile e quindi più stimolante, sui suoi primi passi nel mondo scientifico, quando entrava all’università dal retro perché matricola, sulle sue relazioni e collaborazioni con personaggi importanti, sul massimo riconoscimento scientifico, sfiorato a 25 anni per una “cecità incredibile”. Proprio così, perché la scienza si fonda su prove sperimentali, ma sempre passando prima per l’intuizione e a lui, all’epoca, era mancata quella. Per fortuna successivamente gli si è ripresentata l’occasione.
Anche le sue riflessioni personali sono un elemento che domina la narrazione. Si esprime sulla necessità di avvicinare la popolazione alla scienza e sulla sfiducia nei confronti di quest’ultima, dandone parte consistente della responsabilità agli scienziati, che la presentano come “sapienza assoluta”.
In un volo di storni è una lettura edificante, permeata da un piacevole gusto di qualcosa di inconsueto ed originale: la consapevolezza, da parte dell’autore, dei propri limiti.

      Bottai Valeria Liceo Tito Lucrezio Caro ( Roma, Lazio )

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Se nei miti giorni autunnali, poco dopo il tramonto, sei rimasto spesso affascinato dagli stormi di uccelli che riempiono i cieli della tua città, per poi gettarsi rumorosamente negli alberi dei viali per ripararsi dal freddo notturno, danzando in gruppi composti e creando con rapidità tante nuove figure, “In un volo di storni” è proprio il libro che ti consiglio. Il primo capitolo, infatti, è dedicato allo studio dei movimenti degli stormi di storni, che fin da giovane ha incuriosito il suo autore, il prof. Giorgio Parisi, mentre osservava al crepuscolo il cielo di Roma. Uno studio lungo e complicato, compiuto in gruppo, che ha portato l’io narrante, professore di fisica a Roma, ma anche New York e Parigi e ricercatore presso il prestigioso CERN di Frascati, a capire il comportamento dei singoli uccelli e le relazioni tra questi e l’intero gruppo, per poi arrivare a comprendere il complesso comportamento collettivo. Per questo innovativo metodo di indagine, sviluppato per descrivere i sistemi complessi e prevederne il comportamento a lungo termine, molto utile anche per studiare i fenomeni economici e sociali, caratterizzati dalla presenza di numerosi individui che s’influenzano a vicenda, il prof. Parisi ha vinto il premio Nobel per la Fisica 2021. Nonostante la difficoltà degli argomenti, il libro è avvincente, grazie al racconto in prima persona del suo autore, che ti accompagna “per mano” nella sua avventurosa ricerca, descrivendo con parole semplici ed entusiaste i vari passaggi e i relativi stati d’animo: l’osservazione degli stormi e la raccolta dei dati iniziati nel 2005 sul tetto del Museo Nazionale Romano; i notevoli problemi incontrati nel realizzare le immagini tridimensionali degli stormi e la loro risoluzione con l’invenzione di nuovi strumenti matematici; l’analisi accurata dei nuovi dati, che ha consentito di giungere a risultati del tutto inattesi e, in particolare, ad affermare che la determinazione della forza di interazione tra gli storni non dipende dalla distanza, ma dalla connessione tra gli uccelli più vicini e che ciò che conta non è la distanza assoluta delle coppie, ma i rapporti relativi delle distanze. Un eccezionale lavoro di gruppo di scienziati appassionati e determinati, raccontato dal loro coordinatore, seguendo i tempi dalle varie fasi del metodo scientifico sperimentale di Galileo. Rifletti allora che la fisica non è tanto una materia da studiare a scuola, ma la chiave di volta per capire il mondo.
Anche negli altri sette capitoli si trova lo stesso approccio, molto diretto e coinvolgente, con uso di esempi tratti dalla vita quotidiana e figure per chiarire i concetti e riferimenti ad esperienze personali del professore che lo rendono più vicino a noi, come quando era studente all’Università La Sapienza di Roma. Accanto alla spiegazione delle sue teorie in materia di transizioni di fase (studiate come mutazioni collettive degli atomi) e vetri di spin (leghe metalliche che si comportano ora come magneti, ora come vetro), troviamo le sue considerazioni personali sul metodo scientifico, sui rapporti tra matematica e fisica, sulla nascita delle idee e dell’intuizione fisica, sul ruolo fondamentale della scienza per lo sviluppo delle società moderne, per i suoi aspetti pratici, ma soprattutto per il suo valore culturale, e sulla necessità di promuovere iniziative per fare capire a tutti la bellezza della scienza.
Alla fine del libro resta la sensazione di avere partecipato ad un viaggio meraviglioso.



      D' Onofrio Lavinia Tasso ( Roma, Lazio )

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Giorgio Parisi
IN UN VOLO DI STORNI


Capire il comportamento di un sistema composto da un gran numero di componenti interagenti, attraverso il volo degli storni? Giorgio Parisi, ci svela la sua anima romantica, e ci fa viaggiare per i meandri della fisica, dove tutto nasce attraverso lavoro, fatica, dedizione, metodo scientifico, ma anche intuizione.
Sarà fantastico realizzare come dal protone e dal neutrone che si conoscevano negli anni Trenta, siamo arrivati a scoprire una famiglia sterminata di particelle.
Il Nobel per la fisica ci sorprende per la semplicità con cui ci spiega i passaggi di stato, l’entusiasmo che usa nello spiegare la teoria dei vetri di spin, e l’umiltà con cui veicola il messaggio che collaborare è solo proficuo e porta a risultati migliori, che esprime pienamente nel momento in cui sintetizza dicendo: “una cosa è la scienza del singolo mattone, altra cosa è l’architettura”, ogni scienziato può dare il proprio contributo aggiungendo tessere ad un mosaico infinito.
La lettura di questo libro, ci fa approcciare, ad una fisica fatta non solo di formule e teorie, ma di uomini che hanno idee, che si pongono domande, che dedicano la vita all’osservazione, che sperimentano.
Splendida è la resa di elettroni, atomi, spin e molecole, come attori della fisica.
Ed altrettanto curioso è immaginare un grande fisico, a starsene con il naso in su ad osservare gli storni, il loro volo, per arrivare allo studio quantitativo dei movimenti tridimensionali, attraverso la ricostruzione delle traiettorie dei singoli esemplari, nello spazio e nel tempo.
La fisica con le sue formule che si intreccia con il romantico e ritmato volo degli storni, il cui studio ha contribuito al conferimento del premio Nobel a Parisi.
Al termine della lettura, avremo la consapevolezza della passione che Parisi ha per il suo lavoro, quasi fosse un bimbo, si diverte a risolvere i puzzle della scienza e fa divertire noi lettori, restituendoci un’idea di fisica fatta di nuove scoperte che aprono a nuovi interrogativi, in un gioco continuo e, tramite il suo racconto, ci ha permesso di entrare nel grande laboratorio della sua vita.

      Di Battista Camilla Liceo Linguistico E Delle Scienze Umane Joyce ( Ariccia, Lazio )

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Molto spesso l’uomo tende a banalizzare ciò che non riesce a comprendere, non nota le relazioni tra le cose e quanto in realtà sia affascinante il modo in cui queste si ordinano tra loro. Il Prof. Giorgio Parisi è riuscito a dar vita ad un libro che di meritevole ha tutto, a partire dall’immagine iniziale, da cui l’opera prende il titolo e da cui la sua ricerca prende le mosse. L’immagine in questione è uno stormo di uccelli, un fenomeno appartenente alla vita di tutti i giorni e che continuamente si verifica sopra le nostre teste, ed e’ sorprendente pensare come un fatto così quotidiano e normale, tanto da apparire quasi banale, sia il punto di partenza di un libro che tratta di molte cose. Quelli considerati non sono uccelli generici, ma storni, che, secondo chissà quali regole, si autogestiscono tra loro fino a formare un tutto armonico. E’ difficile notare la presenza di un singolo volatile all’interno di centinaia di figure fluttuanti nel cielo, infatti ciò che emerge è un comportamento complessivo. Gli storni, dunque, diventano l’equivalente di un sistema complesso, tematica del libro di Parisi.
Il mondo è regolato da un insieme di sistemi: alcuni semplici, altri complessi. La maggior parte delle persone tende ad ignorare quelli complessi, forse per pigrizia, forse perché non riescono ad essere analitiche quanto basta per comprenderli. Ma Parisi ha deciso di voltare le spalle alla noia della semplicità per rivolgersi altrove.
Dopo una parte iniziale del libro dedicata alla descrizione degli storni e ai loro comportamenti in natura, Parisi traccia i punti fondamentali della sua formazione e di alcuni problemi di cui si è occupato. Tra questi, lui stesso ritiene essere il più meritevole quello relativo ai vetri di spin. Ed è qui che da “uomo di scienza” Parisi si trasforma in “narratore”, capace di rendere la materia scientifica alla portata di tutti. Egli riesce ad adattare una materia così imponente rendendola comprensibile anche a chi è digiuno di scienza, e lo fa senza sminuirla o banalizzarla, ma soltanto spiegando ai lettori cosa essa sia e di come si leghi alla quotidianità di ciascuno di noi.
Oltre all’analisi delle caratteristiche degli storni (sul cui sistema organizzativo sono applicate le tecniche di meccanica statistica solitamente utilizzate per entità inanimate), e un percorso che ricostruisce l’operato del Prof. Parisi fin dagli anni dell’università, ampio spazio trova la sua spiegazione riguardo la natura delle idee. Da dove vengono? Come si formano all’interno della testa di fisici e teorici? Parisi sceglie di non parlare esclusivamente di grandi idee capaci di cambiare il mondo, ma anche di piccole illuminazioni che arrivano per caso, magari quando si è in doccia o alla guida, ma fondamentali per fare progressi. Infatti l’autore afferma che l’idea, secondo lui, è un pensiero inaspettato e sorprendente. L’illuminazione è il punto di svolta per conclusioni che non necessariamente devono essere raggiunte per mezzo di un’attenta analisi svolta in laboratorio. Le idee più utili e brillanti arrivano in momenti inaspettati: quando meno ci si aspetta di averne una. Certo è che, a giudicare dal complessivo operato di Parisi, il suo sorprendente cervello è stato in grado di produrre tante di queste idee e di riportarle in semplice forma all’interno di un libro alla portata di tutti, pur mantenendo il loro sostanziale carattere scientifico capace di illuminare oscurità che solo la scienza può svelare.

      Laghi Massimo Liceo Classico Statale Ennio Quirino Visconti ( Roma, Lazio )

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Breve recensione del libro “In un Volo di Storni” di Giorgio Parisi

Leggere il libro di un Premio Nobel italiano per la Fisica è un vero privilegio. Il professor Parisi, eminente fisico, Premio Nobel 2021, affronta temi scientifici di grande interesse, con un registro linguistico chiaro e accessibile. Il carattere divulgativo dell’opera è accentuato dal ricorso frequente a numerose similitudini con fenomeni comuni nella vita quotidiana, scelti come ambito di applicazione delle più complesse leggi della fisica. Ad esempio, un fenomeno ovvio e a noi tutti familiare, come l’evaporazione dell’acqua in una pentola in ebollizione, si rivela rispondere alle regole della fisica. Ed ecco che l’autore ci svela le numerose variabili, da noi scarsamente conosciute, che influenzano tale processo solo apparentemente semplice.
Il volume raccoglie un’ampia varietà di temi, che non riguardano solo aspetti prettamente tecnici, ma anche la biografia accademica del professor Parisi, arricchita dal racconto di numerosi aneddoti.
Tuttavia, nonostante l’intento dell’autore, talvolta gli argomenti trattati rimangono poco accessibili a causa della loro intrinseca complessità. Infatti, alcune parti sono risultate per me un po’ ostiche. Invece, ho trovato particolarmente interessante il capitolo nel quale Parisi formula l’affascinante tesi che spiega il volo degli storni nei cieli romani.
Comunque, il libro ha avuto il grande merito di suggerirmi che una chiave di lettura fondamentale del mondo è il metodo scientifico, che si basa sull’osservazione dei fenomeni che ci circondano, la formulazione di un’ipotesi, la sua verifica e la dimostrazione di una tesi.
In conclusione, il libro del Professor Giorgio Parisi, che sin dall’inizio aveva suscitato in me una certa curiosità, si è confermato essere molto interessante. Seppure non sia di agilissima lettura, data la complessità degli argomenti trattati, rimane, comunque, un libro stimolante e avvincente. E a coloro che rimangono scettici di fronte a un fisico che voglia rivolgersi al grande pubblico, mi sento di suggerire che vincano le loro riserve, perché troveranno un libro inaspettatamente piacevole, godibile e ben scritto.

      Mandolesi Maria Liceo Classico Statale " Giulio Cesare " ( Roma, Lazio )

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Avete mai osservato le maestose coreografie messe in atto dagli stormi di storni nel cielo? Si tratta di uno spettacolo gratuito che riempie i cieli di città come Roma tutti i giorni al tramonto. Tuttavia, non si tratta solo di un mero evento naturale, ma di un fenomeno quantificabile che è stato la fonte di ispirazione per gli studi del fisico teorico Giorgio Parisi, premio Nobel 2021 per la fisica. Grazie al libro “In un volo di storni”, Parisi espone la sua esperienza per far accedere nei meandri dei suoi pensieri noi, semplici lettori curiosi.
Definirei questo libro un ibrido poichè tratta di disparati argomenti (fisica, matematica, idee, intuizioni…) riconducibili ad un fine: dimostrare come l’ἀμηχανία umana (in greco è l’impossibilità, la mancanza di mezzi) possa essere superata attraverso uno sforzo continuo nella ricerca e nella divulgazione scientifica.
Tutto inizia dal suo esperimento sulla decodificazione del volo degli storni attraverso cui si cerca di comprendere il comportamento di un sistema complesso, definibile come l’insieme di più enti singoli che operano in consonanza. L’autore analizza sapientemente le difficoltà, gli strumenti tecnologici, i numerosi esperimenti, il significato fisico di concetti come i vetri spin … Qual è l’intento di tutto questo?
Il mondo reale non è altro che disordine e di conseguenza è doveroso creare un modello, un sistema che possa dipingere la realtà nella maniera più semplice possibile. Le equazioni d’onda, ad esempio, possono rappresentare sia l’oscillazione delle spighe che quelle del mare poichè entrambi gli eventi vengono concepiti come “incarnazioni fisiche della stessa rappresentazione matematica”.
Un’altra delle sezioni più suggestive riguarda il concetto della “nascita delle idee”, il risultato di un lungo periodo di incubazione durante cui il nostro cervello processa le informazioni senza che noi ce ne accorgiamo. Non è infatti un caso che in molteplici lingue del mondo esista il detto “La notte porta consiglio”. Questa è una peculiare capacità che caratterizza il nostro essere uomini e ci differenzia da un computer, una macchina che esegue come un suddito cioè che le si dice di fare. Noi siamo infatti dotati della ragione che ci permette di discernere e comprendere attraverso un continuo percorso di miglioramento. Parisi lo dimostra in due semplici frasi che sintetizzano l’essenza della scienza (o delle arti in generale): “ In fisica ed in matematica è impressionante la sproporzione tra lo sforzo per capire una cosa nuova e la semplicità e la naturalezza del risultato una volta che i vari passaggi sono stati compiuti. Nel prodotto finito non c'è traccia della fatica del processo creativo e dei dubbi e delle esitazioni che lo accompagnano”. Come per Giambattista Vico gli uomini sono passati attraverso diverse fasi della storia in cui “sentivano senza avvertire” (età degli dei), “avvertivano con animo perturbato” (età degli eroi) ed infine “comprendevano con mente pura” (età degli uomini), così anche noi oggi attraversiamo periodi di osservazione, ragionamento, incubazione per comprendere (plausibilmente e non assolutamente) cosa ci circonda. Tuttavia, il processo avviene gradualmente durante il corso di secoli in cui ogni scienziato pone, quasi come in un puzzle, una tessera che, sebbene non riveli ancora il risultato finale, permette di tendere alla verità. La fisica non è nulla se non è coadiuvata dall’attività del pensiero umano che si sviluppa da un’intuizione.

      Pecere Valeria Liceo Linguistico E Delle Scienze Umane Joyce ( Ariccia, Lazio )

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Recensione: Giorgio Parisi, In un volo di storni.
“In un volo di storni” di Giorgio Parisi è un libro che tratta di sistemi complessi e fenomeni enigmatici, come le trasformazioni di stato e i vetri di spin. Mi aspettavo un libro puramente scientifico e complesso, invece Parisi nonostante sia un Nobel della fisica è riuscito con il suo stile semplice e colloquiale a creare un libro adatto anche a chi, come me, non ha alcuna conoscenza nel campo della fisica o delle scienze in generale. La lettura è abbastanza scorrevole, sembra quasi di star chiacchierando con l'autore. Il libro è pieno di suoi aneddoti di vita, spesso simpatici e divertenti, attraverso i quali si riesce ad intuire la sua personalità curiosa, geniale, ma sempre umile e autocritica. Un esempio è quando parla dei suoi studi all'università, o di come sia riuscito a farsi scappare il Nobel sotto il naso a 25 anni. Parisi poi non si limita a parlare delle sue scoperte, ma fa cenno a tanti altri fisici e al loro lavoro, raccontando i confronti che ha avuto con alcuni di loro e di come questi lo abbiano arricchito. La sua umiltà sta anche nel raccontare i propri fallimenti e difetti come parte integrante della sua esperienza.
Il primo capitolo è forse quello che mi ha interessata maggiormente, e che dà il titolo al libro. Io, come Parisi, ma anche come immagino tante altre persone, sono sempre stata profondamente affascinata dal volo degli uccelli e dalle incredibili onde che formano gli storni proprio in questo periodo dell'anno. Sono quindi grata a Parisi di averli studiati anche per me, permettendomi di imparare mentre li osservo.
È incredibile come Parisi riesca a parlare di sistemi complessi con un linguaggio quasi poetico; lui stesso nel quinto capitolo si ritrova a parlare di metafore nel mondo della fisica e della biologia, unendo in modo curioso i due campi semantici, e spiegando la sua frustrazione nel sentire metafore scientifiche usate scorrettamente. Particolarmente interessante è il capitolo dedicato a come nascono le idee, nonostante tutto il libro racconti in realtà del processo creativo che avviene nella mente geniale dell’autore durante i suoi studi. Sono particolarmente d’accordo con la sua idea che il pensiero verbale debba sempre essere preceduto da uno non verbale, inconscio, che genera quelle intuizioni che sono state in grado di mandare avanti il progresso scientifico-tecnologico della storia. Molto spesso queste avvengono per caso, come quando elaborò la teoria dei vetri di spin studiando tutt’altro.
In questo libro Parisi è riuscito ad esprimere tutto il suo amore per la fisica, il modo in cui questa lo appassiona e lo diverte. Citando le sue parole nel capitolo dedicato al senso della scienza: “Spesso tra gli scienziati c’è quasi uno stupore per essere pagati per fare proprio quello di cui si è appassionati.” Ammetto che questa frase mi abbia strappato un sorriso, e mi abbia fatto comprendere il grande valore che la ricerca, prescindendo dal ricavato, ha per le persone che se ne appassionano, nonostante, o forse proprio per le continue sfide che questa offre. Mi unisco dunque al suo appello nel promuovere iniziative per avvicinare le persone alla scienza moderna, salvando in particolar modo l’Italia dal decadimento culturale in cui sta scivolando.

      Bardellotto Pietro Liceo Classico E Scientifico Alessandro Volta ( Como, Lombardia )

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Il suggestivo volo di uno stormo di uccelli al tramonto suscita in chi lo osserva un travolgente stupore, unito alla curiosità di sapere come una simile meraviglia sia possibile in natura, sensazioni che costituiscono i più importanti e nobili motori della ricerca scientifica, ed è proprio con la descrizione di tale fenomeno che il premio Nobel 2021 Giorgio Parisi, nel saggio “In un volo di storni”, introduce il lettore anche meno esperto alla comprensione dei sistemi complessi e alle interrelazioni fra le scienze, attingendo dalla propria ricca esperienza professionale.
L’autore è uno dei massimi esponenti contemporanei della fisica teorica e rappresenta la prosecuzione della grande tradizione italiana in questa disciplina, costellata da illustri scienziati, a partire da Galileo e Volta fino a Marconi, Fermi, Segrè, Cabibbo e Rubbia, solo per citarne alcuni; seguire il suo pensiero, pertanto, è ideale per conoscere tale indubbia eccellenza e capire i meccanismi della ricerca moderna, senza trascurare gli aspetti umani e psicologici connessi al processo creativo. La lettura del saggio conduce, infatti, in modo originale e coinvolgente, a comprendere come la scoperta sia frutto non solo della pianificazione razionale di studi e sperimentazioni, ma anche delle relazioni interne ed esterne ai gruppi di ricerca e di intuizioni spontanee, inconsapevoli e improvvise. Parisi rivela, così, un sottile acume anche in ambiti distanti dalla fisica, come risulta evidente, per esempio, nella constatazione che il pensiero nasca in forma non verbale e solo poi venga formalizzato con le parole, che “hanno la stessa funzione dell’algoritmo in matematica” e permettono, evocandosi reciprocamente, di operare astrazioni e deduzioni.
Altrettanto interessanti sono le pagine dedicate in modo specifico alla fisica, in cui si offre una panoramica generale delle ultime scoperte, che sono di grande novità, poiché hanno per oggetto, anziché la semplificazione dei fenomeni, la complessità e il disordine dei sistemi, e scaturiscono dal tentativo, quasi paradossale, di applicarvi l’armonia della matematica. Ne derivano risultati sorprendenti, che permettono di trovare relazioni tra la realtà macroscopica e il comportamento microscopico degli atomi, attraverso una dimensione “mesoscopica”, in cui è possibile riconoscere fluttuazioni, cioè moti di gruppi di particelle, che godono straordinariamente di invarianza di scala.
Lo stile, rigoroso, ma accessibile, consente “a tantissime persone di avvicinarsi alla scienza moderna”, responsabilità, come asserisce Parisi stesso, di ogni scienziato. In quest’ottica trova spazio l’adozione di frequenti analogie e metafore, che colloca l’opera in una tradizione divulgativa di brillanti autori, a partire da Lucrezio. L’autore ne sfrutta appieno il valore evocativo ed è accorto nell’evitare che mistifichino il ragionamento, rischio da cui egli stesso mette in guardia. Tra le immagini più efficaci nel saggio vi è quella che rappresenta l’impresa scientifica come “un fuoco su una spiaggia” di un’isola sconosciuta, che ne rende possibile una parziale visione e che, espandendosi, illumina zone via via più ampie e suscita sempre più interrogativi sulle misteriose regioni che si intravedono nel buio.

      Castelli Benedetta Liceo Classico E Scientifico Alessandro Volta ( Como, Lombardia )

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2021. Un anno come tanti per molti di noi, ma non certo per Giorgio Parisi. È proprio nel 2021 che il versatile fisico è stato insignito del premio Nobel per la Fisica. Nato nel 1948 a Roma, la sua vita è sempre stata costellata di molteplici riconoscimenti, dovuti ai suoi accurati, ma sempre innovativi, studi scientifici, che lo hanno spinto ad interessarsi anche a campi come le particelle fondamentali, la materia condensata, la fisica statistica, i materiali disordinati e i sistemi fisici. Proprio quest’ultimo settore lo ha portato a vincere il premio “per la scoperta dell’interazione fra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria”. Ma come possiamo noi, persone comuni che non hanno condotto studi di fisica, riuscire a capire le sue teorie e ricerche? La risposta si cela tra le pagine del suo libro “In un volo di storni”, pubblicato da Rizzoli Libri, nel 2021.

Semplicità e chiarezza sono i due termini che meglio identificano lo stile di Parisi, che ci accompagna in un viaggio attraverso il mondo della fisica con l’intento di spiegarci argomenti tutt’altro che chiari all’apparenza e semplici, non a caso il libro si interessa di sistemi complessi. Ma il fisico non demorde, non giustifica la natura dell’argomento con l’impossibilità per noi di capirlo. Grazie ad esempi di vita quotidiana e grafici semplificati, posso affermare di aver veramente compreso quello che ci vuole insegnare. Ma la sua particolarità sta proprio nella versatilità ed ecletticità degli argomenti: si inizia con una lezione che ci motiva la scelta del titolo in quanto, analizzando proprio il volo degli storni, ci si può affacciare al mondo dei sistemi complessi. Sembra straordinario come tante entità separate ed autonome siano in grado di essere considerati come una, unica, multipla e collettiva, come una modernizzazione del detto “l’unione fa la forza”. Prosegue raccontandoci della fisica a Roma, una cinquantina di anni fa, in particolare durante il cosiddetto ’68: è qui che ne vengono gettate le basi e che il giovane Parisi inizia ad interessarsi di fisica, i cui studi verranno affrontati nei capitoli successivi: in ordine, transazioni di fase, vetri di spin, fluttuazioni… ma ci spiegherà anche argomenti meno concreti, in particolare l'uso della metafora in fisica e in biologia come modello esplicativo, la nascita delle idee e il ruolo della scienza. Giungiamo così all'ultimo capitolo, nel quale ci racconta della sua quasi vittoria del premio Nobel negli anni 70. Nonostante il libro si articoli riprendendo testi già pubblicati, non appare nella sua interezza poco coeso, al contrario ci offre la grande opportunità di interfacciarci a vari campi della fisica, collegati abilmente dal sottile filo dei sistemi complessi.

Allora guardando il mondo mi chiedo perché non possiamo essere anche noi, nel nostro piccolo, fisici? L’universo che ci circonda è pieno di fenomeni naturali, e ancor più di domande. L’osservazione e la curiosità ci stimolano a tornare bambini, e forse questo libro vuole spingerci proprio a fare il primo passo in questa direzione. I fisici, e qui spero che nessuno si offenda, sono persone che, come i bambini, non hanno smesso di meravigliarsi ed interrogarsi sul mondo, come animati da una vocina che ripete "perché?". Ma cosa c’è di sbagliato? Perché non provare a vivere un’esperienza immersiva, gettandosi a capofitto in questa lettura e lasciandoci travolgere? O meglio, non gettarsi, ma spiccare il volo.

      Rusconi Maddalena Liceo Classico E Scientifico Alessandro Volta ( Como, Lombardia )

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In un volo di storni di Giorgio Parisi è la chiave di accesso per il mondo della fisica; non c’è infatti modo migliore per apprezzare una qualsiasi scienza o cultura, se non attraverso le parole di chi ha scelto di dedicarvi la propria vita: leggere questo libro significa avere la possibilità di entrare nella mente di un fisico e guardare il mondo attraverso i suoi occhi.
Non bisogna lasciarsi spaventare dall’iniziale approccio puramente scientifico; ai capitoli teorici se ne alternano altri che nascondono interessanti aneddoti, considerazioni e stimolanti spunti di riflessione. Questo insieme, che può sembrare al primo impatto caotico, permette anche ai meno esperti di godersi la lettura, seguendo il naturale scorrere dei pensieri di un uomo abituato a lasciarsi trasportare dalla curiosità, perché in fondo, per un fisico, anche “l’osservazione di fenomeni normali genera innumerevoli domande”.
Ed è così che, partendo dalla spiegazione dello studio sugli storni, passando per i ricordi di studente, dalla fisica delle particelle elementari alle transizioni di fase, fino a capitoli di riflessione sulle idee o sul senso della scienza, si termina la propria lettura con il racconto della storia di quel Nobel sfiorato a venticinque anni. “So di essere uscito dal tema”, scrive a un certo punto Parisi, “ma a volte si sa da dove si parte e non dove si arriva”. È stato un viaggio tortuoso, a volte complicato, ma, giunti alla fine, ripensando al tragitto, ci si rende conto di come nulla fosse lasciato al caso e di quante cose si abbia avuto occasione di imparare.
La fisica non è un ambito così irraggiungibile, e lo si vede dai semplici esempi, presi dalla vita di tutti i giorni, che Parisi riporta: gli studi fisici sono facilmente riconducibili al nostro quotidiano, e i sistemi complessi, come ad esempio il volo degli storni, ci circondano senza che ce ne rendiamo conto. Partire da qualcosa di complesso, ridurlo a un modello più sintetico e poi scoprire che i meccanismi semplici, uniti, riportano al sistema iniziale, ma con una visione più chiara: una lezione di vita, non solo di fisica.
La casualità e l’imprevedibilità, elementi che sembrano distanti dal mondo fisico, si rivelano invece fondamentali per la riuscita di molti progetti: “Il lavoro migliore di una vita di ricerca può saltare fuori per caso: lo si incontra su una strada percorsa per andare da un’altra parte”; emerge un grande fascino per l'intuizione, di cui, alla fine, bisogna fidarsi, perché risulta come lo spirito guida nel caos delle idee, che, come boomerang, “partono in una direzione ma poi vanno a finire altrove”.
Con questo libro Parisi ha dimostrato che non è impossibile avvicinare alle scienze dure anche chi non ha studiato matematica. Per appassionarsi alla fisica, e capirla, bisogna lasciarsi affascinare dal risultato, come nella poesia, perché in questo modo, dato che non c’è consapevolezza dell'elaborato processo da cui deriva, sarà naturale porsi delle domande.
Guardare il mondo attraverso gli occhi di un fisico significa farlo con curiosità, perché da questa nascono le domande e quindi le ricerche per trovare le risposte, ma "se sei veramente curioso inizi a domandarti se non dovresti essere proprio tu a trovare la risposta".

      Verga Matteo Liceo Classico E Scientifico Alessandro Volta ( Como, Lombardia )

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La fisica viene spesso considerata una scienza eccessivamente teorica, fortemente connessa alla matematica e per questo colpevole di approssimare esageratamente la realtà senza tenere conto delle sue innumerevoli variabili. Il premio Nobel Giorgio Parisi si oppone con forza a questa tendenza nel suo saggio divulgativo "In un Volo di Storni” dove, al pari di Robert Frost, sceglie di condurre il lettore lungo un percorso certamente meno battuto dal mondo della divulgazione scientifica, la fisica statistica, disciplina profondamente teorica, ma capace di descrivere minuziosamente il mondo circostante in tutta la sua complessità. Proprio dalla fascinazione per la complessità prende forma questo libro: è nella dantesca osservazione sui cieli di Roma, del volo degli storni, guidati nelle loro perfette geometrie da un principio ignoto, che si individua la sintesi della carriera di questo straordinario scienziato, ispirato dalla realtà e guidato da un'inesauribile curiosità. Si può inoltre notare come in tutto il saggio traspaia quanto sia importante la collaborazione tra le varie discipline, scientifiche e umanistiche, al fine di progredire in modo costante, più rapido ed efficace. Parisi conduce così il lettore attraverso i propri ricordi nella realtà accademica della Roma degli anni Settanta, evidenziandone la oltremodo viva circolazione di idee, il vivace scambio intellettuale, il rapporto di collaborazione tra professori e studenti. Immergendosi in questo mondo si viene preparati in maniera trasversale alla comprensione delle scoperte, talvolta solamente accennate, di quegli anni. Il lettore è quindi invitato a una "lectio magistralis" tenuta dal professor Parisi, grazie a cui apprendere i fenomeni delle transizioni di fase, studiare i meccanismi della ricerca scientifica e comprendere il funzionamento della mente di uno scienziato nell'approcciarsi a problemi di soluzione ignota e difficile svolgimento come le trasformazioni dei vetri di spin, il magnetismo o il movimento delle particelle elementari, anche grazie all'ausilio di opportune immagini esplicative ed esempi legati alla vita di tutti i giorni. Giunti al termine della lezione si è poi invitati a rimanere ancora per qualche istante a riflettere, a metabolizzare quanto appreso e a concentrarsi su interrogativi di così grande portata che spesso vengono considerati assiomatici: dove nasce un'idea? Qual è il ruolo della scienza oggi? Quali sono i confini da rispettare tra le diverse discipline? Viene così lasciato spazio all’intuizione: è concessa nuova dignità ai processi euristici precedenti alla formulazione della teoria, affiancando alla fondamentale semplificazione dei fenomeni, formalizzata da Galileo, la casualità della mela che cade mentre Newton passeggia. La scienza diventa strumento per “seguitare virtute e canoscenza”, e al contempo per tutelarsi dalla disinformazione, proponendo anche un più rigoroso utilizzo delle nozioni scientifiche nel tentativo di evitare un'eccessiva semplificazione e banalizzazione delle materie.
Si conclude quindi la lezione, il pubblico si allontana e, chiudendo il libro, rimane sospeso l'invito a non smettere di porsi interrogativi su tutto ciò che ci circonda, ma soprattutto a non temere di trovarsi davanti tante domande senza risposta, poiché sarà proprio da questa matassa inestricabile di quesiti che, con metodo e dedizione, i futuri scienziati potranno ricavare le più grandi soddisfazioni e i maggiori successi per sé e per l'umanità intera.

      Animali Martina Liceo Statale Enrico Medi ( Senigallia, Marche )

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L’uomo, guardando il mondo intorno a lui, non può a fare a meno di porsi domande sulle leggi che regolano i fenomeni della natura o sulle forze che governano i cambiamenti di stato. Chi di noi non si è mai chiesto almeno una volta come può l’acqua diventare ghiaccio oppure evaporare? O ancora come funziona una calamita?
Seguendo il volo di uno stormo di uccelli, chi non si stupisce nell’osservare il modo in cui riescono a darsi un ordine stabilito e a muoversi come un corpo solo? Quali sono gli stimoli segreti che fanno in modo che un numero impressionante di uccelli possano muoversi in maniera armonica allo stesso tempo e con gli stessi movimenti? Cosa li aiuta ad orientarsi tutti contemporaneamente nella stessa direzione per comporre quelle meravigliose forme osservabili nel cielo?
Parisi prende per mano il lettore e lo accompagna alla scoperta dei misteri e delle leggi fisiche e matematiche che governano questi fenomeni. Lo aiuta ad entrare nella mente del fisico per seguire i suoi ragionamenti e tutto diventa semplicemente comprensibile, stimolando la mente del lettore più attento a porsi altre domande e a cercare nuove risposte.
Il lettore è portato a fare un viaggio all’interno della mente geniale dell’autore e, ripercorrendo con lui la sua storia, scopre come questo scienziato di fama mondiale sia riuscito a districarsi in una realtà difficile da conoscere, una realtà piena di porte chiuse a chiave che il fisico deve riuscire ad aprire attraverso la passione, lo studio e la sperimentazione.
L’energia non è più un mistero. Il punto di equilibrio diventa uno stato naturale. Spiegandoci il movimento combinato degli stormi come se si studiasse un sistema complesso, Parisi ci permette di capire come applicare il ragionamento matematico per svelare i sistemi ancora più complessi dei passaggi di stato o dei vetri di spin.
Grazie a metafore e similitudini semplici e chiare diventa tutto più comprensibile. Parisi, proprio come un mago, ci svela i segreti e i trucchi della natura, ci permette di conoscerla e di capirla. Attraverso incantesimi, fatti di equazioni e proporzioni matematiche, l’autore aiuta noi lettori ad intraprendere il viaggio platonico verso il “mondo delle Idee”, ci premette di uscire da quella caverna fatta di ombre e verità date per assolute; così siamo portati a scoprire una realtà dinamica e in continua trasformazione, proprio come gli storni in cielo.
Le stesse leggi, gli stessi punti di riferimento che si applicano ad un gruppo complesso di storni sono applicabili ad un sistema complesso di atomi, di elettroni o di spin e Parisi ci apre gli occhi e la mente verso un universo scientifico, mettendolo alla portata di quelli tra noi meno preparati a comprenderlo. Grazie a Parisi scopriamo il vero mestiere di un fisico, che come un bambino, si meraviglia di fronte alla realtà che lo circonda e, grazie alla creatività e alla sua “follia”, cerca di “immaginare o fare ciò che nessuno ha mai fatto prima”.
Se, come dice Parisi, il fisico traduce fenomeni concreti in un linguaggio matematico, questo libro trasforma il linguaggio matematico in fenomeni concreti, rendendo tutto comprensibile anche ai “profani” e invogliando il lettore ad andare ad approfondire i vari temi toccati.

      Marino Samuele Libero Liceo Classico Linguistico G.leopardi” ( Macerata, Marche )

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Con questo libro Giorgio Parisi, Nobel per la fisica nel 2021, tenta di spiegare la sua originale teoria sui sistemi complessi che gli valse la vittoria del prestigioso premio. L’opera inizia con un’infarinatura del percorso di studi degli storni, per percorrere poi un lungo tratto della storia formativa dell’autore, dai primi anni all’università fino alle prime ricerche di spessore della sua carriera. Grazie a tal accortezza, il lettore è messo in condizione di capire i fondamenti della vita dell’autore che, antecedenti alla formulazione della teoria da Nobel, lo condussero allo sviluppo della stessa. Abilmente, infatti, Parisi non manca di presentare ed esplicare argomenti cardine dei suoi studi, ponendoli in una maniera comprensibile a un lettore attento, cosicché costui sia poi in grado di ricollegare il percorso logico dal “passato”, rappresentato da tali studi, al “nuovo”, con l’analisi del volo degli storni. Non di meno, il testo sembra scritto esattamente come la spiegazione a un sistema complesso, presentata nel primo capitolo, deve essere: come infatti è necessario partire da un elemento semplice, ad esempio l’elettrone, o l’atomo, per capire poi il comportamento di un sistema complesso formato dall’elemento semplice, così Parisi sembra partire da un argomento più semplice e discorsivo nei primi capitoli del libro e approdare a digressioni mano a mano più complesse. Per questo motivo, però, mia opinione è che sarebbe stato un bene concludere il tutto con l’argomento di partenza, cioè il volo degli storni, spiegato però in maniera più particolareggiata dell’inizio. Una conclusione in “ringkomposition” che, ritengo, sarebbe potuta essere efficiente.
Per quanto riguarda lo stile, un’abile alternanza di termini tecnici a vocaboli più colloquiali fa sì che il lettore non si annoi e si senta coinvolto, e percepisca la sua ignoranza su tali argomenti tenuta in considerazione dall’autore, dunque non la consideri più un limite ma un punto di partenza. Ma, in effetti, a tratti i passi con lessico specifico sono particolarmente vasti e un neofita rischia di trovarsi in difficoltà nella lettura.
In conclusione, è senza dubbio un libro scritto per un pubblico grande, anche se non grandissimo. Potrebbe risultare inaspettato al lettore il fatto che il libro non sia incentrato singolarmente sulla teoria valsa il premio Nobel all’autore. A un’attenta analisi si comprende, però, che ciò permette di acquisire delle conoscenze personali necessarie a un primo intendimento della teoria stessa in quanto l’intero libro si può percepire come un grande esempio del percorso necessario al suo sviluppo.

      Rizzo Chiara Liceo Scientifico Statale G. Galilei ( Ancona, Marche )

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Il libro del premio Nobel Giorgio Parisi, “In un volo di storni” è senza ombra di dubbio complesso da recensire in quanto ogni capitolo in cui esso si articola, tratta di un argomento diverso da quello precedente e da quello successivo. Leggendolo si giunge però alla conclusione che il libro possa essere riassunto in tre porzioni principali, potremmo dire, attraversato da tre filoni fondamentali: nella prima parte si parla effettivamente della meccanica che vi è dietro a quello che a un occhio disattento potrebbe sembrare il banale svolazzare degli uccelli nel cielo. Ho trovato questa parte estremamente interessante perché mi ha permesso non solo di apprendere qualche nozione in più riguardo il complesso mondo animale, ma riflettendo su scala più ampia, ho capito che cosa fa veramente un fisico o uno scienziato, colui che tenta di dare spiegazioni razionali ai fenomeni che diamo tutti i giorni per scontati.

A questo punto si ricollega la seconda grande tematica affrontata dall’autore che decide di raccontare il progresso della fisica e la vita di uno studente di fisica negli anni sessanta, che si trova dinnanzi un mondo nuovo e sconfinato dove “più uno scopre e più si rende conto di poter scoprire”, che deve ingegnarsi come può con gli strumenti dell’epoca per poter portare avanti i propri lavori e diffondere le scoperte.

La sezione che però ho apprezzato maggiormente è stata l’ultima, più astratta delle precedenti, dedicata al pensiero dello scienziato e a come nascano le idee che sfoceranno poi in teoremi, ad esempio, o addirittura in notevoli scoperte. Una frase in particolare riassume secondo me i concetti espressi in questa sezione “Per me un’idea è un pensiero inaspettato, sorprendente, assolutamente non banale”: leggere ciò ci dà diverse informazioni riguardo ciò che è la sensibilità dello scienziato perché sa dare il giusto peso ai pensieri, alle sensazioni che derivano dall’osservazione oggettiva e razionale della realtà, mentre un’altra persona potrebbe non notare determinati aspetti della vastità che ci circonda. A proposito di questo scrive “la differenza tra un buon matematico e uno cattivo è che il buon matematico capisce subito quali sono le affermazioni matematiche vere e quali sono le false, mentre un cattivo matematico deve cercare di dimostrarle per sapere quali sono vere e quali sono false”: Parisi sta quindi parlando di una mente matematica, che sa cogliere al volo gli imput derivanti dall’esterno, e quando alle volte è mancante di questo aspetto, riesce a mettere da parte le idee disordinate e acerbe formulate al momento, che però non conducono da nessuna parte (periodo di incubazione), per lasciare lavorare l’inconscio, che riesce a ordinare il disordine della mente per raggiungere la cosiddetta “Illuminazione”.

Complessivamente ho trovato questa lettura gradevole e nei punti in cui avrei potuto arrancare per la crescente difficoltà, come per magia l’autore ha inserito aneddoti e soprattutto esempi che mi hanno aiutata molto nella comprensione delle parti più tecniche, come se avesse previsto che in determinati passaggi il lettore necessitasse di supporto. Per questo mi sento di consigliarlo a chiunque, anche a coloro che si affacciano a letture scientifiche per le prime volte.

      Rutigliano Tommaso Licei Costanza Varano ( Camerino, Marche )

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Giorgio Parisi, premio Nobel 2021 per “la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici della scala atomica a quella planetaria”, Fisico italiano laureatosi a Roma nel 1970, ricercatore presso i Laboratori nazionali di Frascati e professore dal 1981 decide di scrivere “In un volo di storni” mettendo insieme alcune interviste e dei lavori già pubblicati.
Il libro, scorrevole ed avvincente, ripercorre la vita da “Fisico” dell’autore mettendo a nudo anche i suoi mancati traguardi. Ciò che colpisce particolarmente e rende interessante il libro è il racconto dell’uomo che si fonde completamente con la figura del “Fisico”. Parisi non è solo un Fisico per laurea ottenuta ma è un Fisico “INSIDE”. Dal suo racconto insomma non si riesce a percepire la distinzione tra l’uomo e lo scienziato. Il suo spirito di osservazione è la molla che fa scattare in lui il bisogno di CAPIRE cosa gli accade intorno. A tanti di noi sarà certamente capitato di osservare un volo di stormi, forse, i più attenti di noi saranno più volte rimasti incantati dalla precisione con la quale volano gli uccelli creando figure strane ed a volte incredibili…ma a quanti di noi sarebbe venuto in mente di studiare il perché gli uccelli volano così e soprattutto quale regola matematica si cela dietro a questa strana danza perfetta?…Ebbene un fisico riesce a guardare aldilà delle apparenze e si pone domande che “Noi umani” non ci porremmo mai nemmeno nei nostri sogni più arditi. Ciò che rende coinvolgente il libro è soprattutto il racconto della pazienza con la quale un Fisico sa aspettare, la perseveranza con la quale un Fisico sa riprovare fino al raggiungimento dell’obiettivo ma anche l’umiltà con la quale lo stesso Parisi ammette che “non mi è proprio venuto in mente” e magari, per questo, vede sfumare un Nobel... Ma il vero talento è paziente e sa aspettare il momento giusto per farsi notare e per raccogliere finalmente i frutti di tanto lavoro che fino a quel momento poteva sembrare inutile.
La passione che Parisi ha messo nel suo lavoro, che poi è stato la sua vita, permea dalle pagine del libro e nella lettura sembra a volte di trovarsi proprio lì, al suo fianco, negli aneddoti che racconta. Il messaggio che il libro lascia è profondo ed utilissimo specialmente per un giovane che cerca la sua strada per il futuro perché rappresenta una concreta testimonianza che lo studio attento, il lavoro di squadra e la perseveranza donano risultati che ti fanno vivere il lavoro come se fosse la cosa più bella che poteva capitarti nella vita.

      Cardarelli Flavia I.i.s.s. Bojano " L. Radice " ( Bojano, Molise )

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“[…] / tra le rossastre nubi / stormi d'uccelli neri, / com'esuli pensieri, / nel vespero migrar.” Come descrive in "San Martino" Giosuè Carducci, anche a Roma, presso la stazione Termini al tramonto, si possono ammirare gli storni che volano in perfetta armonia dipingendo un quadro che ha risvegliato e risveglia stupore nello spettatore che si sofferma a osservarlo.
Giorgio Parisi, professore universitario di Fisica, è uno spettatore, ma non uno tra tanti, perché ci permette di guardare un’immagine poetica con gli occhi della scienza.
Parisi infatti, nel suo libro "In un volo di storni", decide di studiare il comportamento collettivo del volo degli storni attraverso i sistemi complessi.
Ed è in questo modo che ogni lettore può addentrarsi nella vita dei ricercatori, comprendere i diversi passaggi che portano a scoperte anche minime “per fare progressi sostanziali, in un campo in cui si è fortemente riflettuto”.
Molte volte infatti il percorso intrapreso cambia inavvertitamente direzione poiché “per quanti sforzi possiamo fare per prevedere il futuro, il futuro ci sorprenderà.”
Per risolvere problemi complessi bisogna avere la “capacità di ridurre i fenomeni fisici all’essenziale” ed è così che “gli uomini hanno sviluppato la fisica degli ultimi secoli.”
Un elemento quest’ultimo preannunciato da un filoso Democrito, il quale riduce la natura alle sue proprietà oggettive.
Tuttavia nelle scienze è molto importante l’intuizione, molte volte sorprendente, perché essa nasce dal collegamento di campi e discipline apparentemente in contrasto e distanti tra loro. Collegamenti non molto evidenti perché nelle scienze “le considerazioni extrascientifiche non rimangono nella formulazione scritta degli articoli e dei libri”.
Prima dell’intuizione però il ricercatore a volte si trova davanti un problema apparentemente irrisolvibile e per questo decide, dopo vari tentativi, di metterlo da parte almeno consciamente; segue un periodo di incubazione che termina quando si ha il cosiddetto “lampo di genio”. A questo punto, bisogna dimostrare che questa intuizione sia giusta; al contrario, nel caso si riveli sbagliata, bisogna ricominciare da capo.
Tutto questo deriva da un elemento molto importante anche per Einstein: “il ragionamento inconscio”.
Per risolvere un problema, oltre al ragionamento, è indispensabile “formalizzare i pensieri attraverso le parole”, senza le quali “ci troveremmo completamente impotenti”.
Ed è così che Giorgio Parisi raggiunge il Nobel per la Fisica, il 5 ottobre 2021, per i suoi studi sui sistemi complessi.
Un Premio Nobel che in quest’opera riesce a diventare anche un abile divulgatore scientifico, utilizzando uno stile accattivante, semplice, lineare e allo stesso tempo accurato. Il lettore, quasi inconsapevolmente, si ritrova immerso nella mente di un ricercatore, pronto a comprendere che dietro le scoperte c’è una moltitudine di passaggi che possono portare a sostanziali passi in avanti o indietro, tutti volti a voler conoscere le leggi che regolano la natura.
Un percorso ad ostacoli, in cui ognuno di essi è di sostanziale importanza per arrivare al traguardo.
Ebbene sicuramente "In un volo di storni" al traguardo c’è arrivato! Provate a leggerlo e scoprirete il perché…

      Bianco Sofia Istituto Superiore Lagrangia ( Vercelli, Piemonte )

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Il libro da me scelto è :”In un volo di storni”, edito da Rizzoli e scritto da Giorgio Parisi, importante fisico italiano che ha vinto il premio Nobel per la fisica nel 2021.
Nei primi capitoli il libro racconta del volo degli storni e del loro comportamento durante il volo, di solito a forma di disco con al centro gli uccelli che necessitano di protezione. Parla dei cambiamenti della loro migrazione a causa dei cambiamenti climatici, dei gas rilasciati dai riscaldamenti delle case, dell’inquinamento.
Successivamente si legge di come l’autore abbia studiato questi voli, con quali strumenti, alcuni inventati e costruiti per l’occasione, e di altre sue ricerche ed esperimenti come quello dei vetri spin, che è stato studiato tramite un’interpretazione fisica, poi risolto grazie a teoremi e formule matematiche. Per spiegarci al meglio questi concetti Parisi usa degli esempi semplici e facilmente comprensibili.
Il libro prosegue descrivendo le basi della fisica come l’attrito, fenomeno scoperto e studiato da Galileo Galilei che abbiamo studiato anche a scuola e che quindi, è stato come un “buon ripasso” per me.
I capitoli successivi parlano delle trasformazioni dell’acqua e dei vetri spin: a proposito dell’acqua ci spiega a che temperatura inizi la fase di ebollizione e di come si trasforma dal suo stato naturale, quindi liquido, allo stato solido, ghiaccio. Sui vetri spin ci dice che sono delle leghe metalliche e ci descrive gli esperimenti effettuati per realizzarlo con l’aiuto di disegni come quello dei legami simpatici e antipatici. Questo capitolo è da leggere con particolare attenzione perché un po’ complessa per chi non ha competenze su questo tema. “Non sono mai riuscito a capire se farsi scappare da sotto il naso un premio Nobel all’età di 25 anni sia qualcosa da raccontare con orgoglio o piuttosto uno di quei segreti un po’ vergognosi che sarebbe meglio dimenticare.
Propendo per la seconda ipotesi, ma dato che la storia è gustosa ne parlo lo stesso”. Questa frase è estrapolata dall’ultimo capitolo del libro, in cui Parisi parla della svista per la quale non ha ricevuto il premio Nobel da giovane. La frase mi ha colpito perché mentre durante tutto il libro mi sono sentita lontana dall’autore perché non comprendevo pienamente gli esperimenti e i progetti raccontati qui, finalmente ho capito che anche un grande scienziato come lui commette degli errori che gli hanno causato conseguenze molto “dolorose”. Credo infatti che si sia molto arrabbiato con se stesso per non aver pensato alla “Teoria della Carica di colori”, nel suo studio sui protoni, neutroni e altre particelle: ecco, mi è piaciuto approfondire la parte ‘umana’ di Parisi, non solo quella dedicata alla scienza, che già conoscevo grazie a mio padre a cui piace molto.
Quando gli ho parlato di questo concorso mi ha subito consigliato di leggerlo. E ha fatto bene: mi è piaciuto molto perché mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della fisica di guardarla e studiarla con occhi diversi.

      Conovalu Giulia Liceo Classico Massimo D' Azeglio ( Torino, Piemonte )

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Attraverso il suo libro "In un volo di storni", pubblicato da Rizzoli nel 2021, Giorgio Parisi vincitore del Premio Nobel per la Fisica nel 2021, oltre che confermare l'illustre pilastro che rappresenta per la fisica contemporanea si presenta come un abile narratore, in grado di riassumere e concretizzare concetti scientifico-matematici, così da rendere il suo scritto fruibile ad un pubblico piuttosto ampio. Egli infatti, tramite metafore ed esempi più o meno semplici riesce a trasmettere al lettore l'importanza universale del mondo fisico, al punto da affascinare e incuriosire in merito ad argomenti che usualmente potrebbero risultare alquanto ostici.
Nel saggio, frutto di una raccolta di diversi scritti precedentemente composti, l'autore partendo dalla descrizione della sua ricerca in merito ai sistemi complessi, che vede la presa in analisi di un gruppo di storni, apre la narrazione a temi d'ampio raggio tra cui i fenomeni collettivi, il rapporto tra la fisica e la biologia e la complessità del mondo accademico.
A tal proposito, attraverso una capillare ricostruzione della situazione del mondo accademico, Parisi propone una chiave di lettura svincolata dai singoli argomenti prettamente tecnici, fornendo anzi un punto di vista obiettivo: spiega così quale sia il significato dell'essere un ricercatore, correlato chiaramente ai vari avvenimenti storici da lui vissuti in prima persona. Egli infatti illustra, servendosi di una serie di aneddoti, come il mondo dell'università e della ricerca italiano sia mutato e sia ancora in fase di evoluzione, partendo da una dettagliata analisi incentrata sui moti sessantottini, che hanno avuto importanza cruciale nel suo percorso di vita.
A conclusione della sua analisi, Giorgio Parisi propone un tema fondamentale per il messaggio conclusivo dell'opera. Egli esplica come, negli ultimi tempi, l'attenzione da parte degli enti statali dedicata al mondo della ricerca sia drasticamente calata, denunciando una quantità di risorse investite in tal modo veramente esigua, ciò a sua volta risulta essere una delle cause dello scetticismo rivolto al mondo scientifico da parte dell'italiano medio. Egli tuttavia sottolinea come tale fenomeno di svalutazione non sia da relegare esclusivamente alle scarse quantità di denaro, ma anche alla comunità scientifica in sé che si pone ad un livello sopraelevato rispetto al cittadino che, di conseguenza, la paragona ad una figura mistica: invita così i suoi colleghi ad una profonda autoanalisi.
Ritengo dunque che il saggio proposto sia da considerarsi ottimale per un primo approccio legato al mondo della fisica, poiché concede una possibilità di lettura trasversale adatta anche ad un pubblico che decide di approcciarsi a questo mondo per la prima volta.

      Garavoglia Cristiana Maria Istituto Superiore Lagrangia ( Vercelli, Piemonte )

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In tutti questi anni ho sempre avuto solo ed unicamente una certezza: non farò mai nulla riguardante la matematica o la fisica. Fin da piccola infatti le ho sempre viste come mostri da cui tenersi a debita distanza. Mi sentivo come nel labirinto di Cnosso: quelle espressioni così intricate, quelle linee a cui non riuscivo a trovare un senso mi sembravano mura alte ed insormontabili, senza via d’uscita. Ricordo ancora la frustrazione che provavo di fronte ai compiti in classe e quel non sentirsi mai abbastanza intelligente, sensazione che mi accompagna ancora oggi.
Così quando ho dovuto scegliere il libro da leggere per questo progetto mi sono trovata in grande difficoltà. Dove erano i testi riguardanti la letteratura, la storia o l’arte? Dov’era l’umanità in tutte quelle opere scientifiche?
Scelsi così quella dal nome più accattivante: “In un volo di storni” di Giorgio Parisi. Iniziai a leggerla con non molto entusiasmo, per poi rendermi conto di quanto fino a quel momento mi fossi sbagliata.
“In un volo di storni” è un racconto anticonvenzionale della fisica, fatta non solo di numeri, ma anche di sbagli, dubbi e successi, che spesso non trapelano dai semplici risultati che ci insegnano a scuola. Il punto di partenza è infatti quello di un uomo che forse tutto si aspettava tranne vincere un Premio Nobel per la Fisica nel 2021.
Giorgio Parisi nasce nel 1948 a Roma ed inizia a studiare all'università di fisica “La Sapienza” nel novembre del 1966. Dal suo ingresso, dal retro perché “non era considerato dignitoso che frotte di studenti entrassero e uscissero dalla porta principale”, egli realizzerà diversi studi essenziali riguardanti le trasformazioni di stato, i “vetri di spin” e il volo degli storni.
Se c’è una cosa che questo libro mi ha trasmesso è soprattutto come ogni cosa nel mondo, dall’infinitamente piccolo all’immensamente grande, abbia una complessità intrinseca senza paragoni. Persino il volo degli storni, simili a pennellate nere di acquerello sul cielo azzurro, può essere studiato secondo modelli matematici ben precisi, come lo stesso Giorgio Parisi ha fatto. E proprio lui scrive: “La fisica è diventata così potente e ricca da poter nuovamente introdurre nei propri modelli la complessità e il disordine”. Spesso infatti si pensa che sia buono solo ciò che è bello, come sostenuto dagli stessi Greci nel principio della “kalokagathìa", ma, come proprio Parisi sottolinea, la realtà presenta molte più sfaccettature e interpretazioni.
Ho sempre pensato che la fisica fosse solo un insieme di formule e numeri troppo difficili da capire, un corpo privo di emozioni e di anima, quando in verità è tutt’altro. Essa, proprio come la poesia, si occupa di studiare la complessità del mondo e di descrivere la sua bellezza.
È inoltre un grandissimo lavoro di squadra, un “enorme puzzle" dove "ogni pezzo che viene messo nel posto giusto apre la possibilità di collocarne altri”, tanto che lo stesso Parisi nomina più e più volte i suoi collaboratori, indispensabili per le sue ricerche.
Poco alla volta sono quindi riuscita a trovare grazie a questo libro il mio “filo di Arianna”, per uscire da quel labirinto costituito dalle mie paure e dai miei pregiudizi verso queste discipline. Ora forse ancora non riesco a capire appieno argomenti complessi come la cromodinamica quantistica, ma almeno so ammirarne la bellezza.

      Tempia Giovanni Liceo Scientifico Galileo Ferraris ( Torino, Piemonte )

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Come funziona un volo di storni? Come si coordinano per produrre coreografie così affascinanti? La geometria dello stormo dipende da tutti gli uccelli o solo da pochi vicini tra loro? Ognuno di noi ha assistito a questo spettacolo almeno una volta ponendosi queste domande, senza però trovare una risposta soddisfacente.
Giorgio Parisi, fisico teorico classe 1948, che ha ricevuto il Premio Nobel per la Fisica nel 2021 per i suoi studi sui sistemi complessi, ci aiuta a trovare le risposte alle nostre domande e in questo libro riesce a presentare il mondo della ricerca in modo semplice e adatto a tutti, in particolare agli appassionati della fisica come “studio della natura”. In otto capitoli non solo ci svela il segreto dell’armonia dello stormo, che risiede nella comunicazione fra elementi vicini per evitare che un uccello isolato possa essere attaccato da un falco pellegrino, ma affronta argomenti sia autobiografici, come le sue esperienze universitarie e le ricerche dei primi anni, sia scientifici come i vetri di spin che lo hanno portato al recente riconoscimento mondiale. Da neolaureato negli anni ’70 il Fisico inizia ad interessarsi a questo problema che sembrava mettere in discussione alcuni pilastri della scienza di allora. Fra il 1979 e il 1980 egli presenta pubblicazioni scientifiche che rivoluzionano alcuni canoni allora imprescindibili, ma la strada verso la soluzione era ancora lunga. Solo più recentemente Parisi realizza che materiali come cera, pece e vetro seguono modelli matematici simili a quelli dei sistemi disordinati, trovandosi contemporaneamente in un numero elevatissimo di stati di equilibrio. Dal modello alla realtà egli rivaluta il concetto del sistema disordinato e, per renderlo comprensibile a tutti i lettori, lo confronta con situazioni sociali, come la simpatia e antipatia tra gruppi di amici, a cui tutti siamo abituati. L’autore, tramite il cosiddetto “Metodo delle repliche”, trova un ordine in ciò che appare disordinato e, ad oggi, egli stesso afferma che “gran parte dell’intelligenza artificiale che si trova nelle applicazioni più comuni di internet si basa sulla teoria dei vetri di spin”.
Al di là delle singole scoperte, il messaggio di Parisi, che si rivela nell’ultimo capitolo “Je ne regrette rien”, è un’esortazione per tutti: non solo giovani studenti o lettori alla soglia della pensione, ma ognuno di noi deve vedere la propria vita come una collezione di tentativi e risultati parzialmente ottenuti, senza mai rimpiangere nulla. Ogni esperienza che viviamo è utile per fasi successive, sia che ci abbia soddisfatto, sia che ci sia sembrata inutile o addirittura dannosa: alcune ricerche, sia scientifiche sia assimilabili alla vita di tutti i giorni, possono portare velocemente all’obiettivo e ne siamo immediatamente soddisfatti; altri percorsi ci sembrano più tortuosi e, anche se siamo tentati di abbandonarli, la vita ce li ripresenta in altri momenti. È a questo punto che noi, con uno spirito diverso e nuove conoscenze, riusciamo a trovare la soluzione, o a vederne il vero valore.
Diveniamo così anche noi, nel corso della lettura, uno storno in volo, consapevoli della verità nascosta nella metafora del titolo: siamo noi, esseri umani, a oscillare tra momenti ordinati della vita e altri più caotici in cui nulla sembra aver senso. L’invito dell’autore, per tutti coloro che si lasciano trascinare dalla sua narrazione scorrevole, è di non arrendersi e di trovare soluzioni nel e per il mondo che ci circonda.

      Boccaccio Paolo Giuseppe Maria Liceo Statale Enrico Fermi ( Canosa Di Puglia - Minervino, Puglia Nord )

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A partire dagli studi di Leonardo da Vinci ci siamo interessati alle leggi fisiche che regolano lo spostamento degli uccelli col sogno di poterci librare in volo tra di essi. Dopo tutti questi anni in cui credevamo di aver colto tutti gli spunti che il cielo ci potesse offrire, “In un volo di storni” del premio Nobel per la Fisica 2021 Giorgio Parisi si ripropone di studiare con la stessa curiosità e il medesimo stupore gli stormi nei cieli di Roma, con lo scopo di indagare la comunicazione tra i componenti al fine di favorire singoli movimenti coerenti con lo spostamento ondeggiante collettivo. Sebbene tali ricerche non abbiano applicazioni immediate, l’autore ci ricorda quanto siano importanti e fertili gli inattesi trasferimenti di idee tra diversi campi del sapere, che non sottraggono la conquista delle specificità alle singole discipline ma le arricchiscono attraverso reciproche contaminazioni. Così come, infatti, studi di sociologi ed economisti del XIX secolo hanno introdotto inconsapevolmente la statistica e la probabilità nello studio dei fenomeni microscopici della fisica, lo studio del movimento collettivo degli storni può generare in noi infinite suggestioni sul ruolo che potrebbe avere nella comprensione di fenomeni economici e sociali governati da meccanismi psicologici ancora ignoti (uno su tutti, la moda). Nonostante la Fisica derivi dalla geniale intuizione di Galileo di semplificazione e traduzione dei fenomeni naturali nei caratteri depurati della matematica, oggi è in grado di riappropriarsi del disordine e della complessità della realtà, nell’analisi di modelli che imitino adeguatamente i sistemi complessi. A fornirci degli esempi è una carriera brillante, spesa nello studio della meccanica statistica e della fisica teorica ed in particolare delle transizioni di fase, dei vetri di spin e per finire degli stormi, raccontata in un libro dallo stile nitido e lineare, che ha altresì il dichiarato scopo di farci scoprire la complessità del ragionamento e l’importanza delle considerazioni extra scientifiche celate dietro parole tecniche e numeri che non tengono traccia dei processi mentali serviti ad ottenerli. Infatti, asserisce il fisico, “tutto sembra facile a posteriori”. Rifacendosi a dotti riferimenti e personali esperienze Parisi discorre abilmente del processo di nascita delle idee nella risoluzione di un problema in cui lo studio è visto solo come prima e forse più sterile fase, lasciata istintivamente dalla mancanza di progressi e seguita dalla più fruttuosa incubazione, in cui il problema viene apparentemente abbandonato ma, al contrario, vivacemente rimaneggiato dal pensiero inconscio, senza il quale non si giungerebbe alla facoltà più affidabile di un bravo matematico o fisico: l’intuizione. Non manca per finire una illuminante riflessione sulla necessità della scienza moderna di investire nella ricerca anche laddove può sembrare inutile o senza possibilità immediate di riscontrare applausi e successo e sul rischioso rapporto con una preponderante tecnica, che potrebbe soppiantare il suo fondamentale ruolo culturale in una società ipertecnologica, ancora lontana dal riconoscere il preminente ruolo delle scienze dure nel progresso di cui beneficia, che vede moltiplicarsi i casi di negazionismo scientifico e disinformazione di massa (di cui i No Vax sono il più evidente esempio). A tutto ciò, vi è un solo, semplice rimedio, a cui l’autore ricorre efficacemente attraverso questo stesso libro: la divulgazione.

      Caputo Elena Liceo Statale Enrico Fermi ( Canosa Di Puglia - Minervino, Puglia Nord )

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“In un volo di storni” è un libro di divulgazione scientifica del fisico italiano Giorgio Parisi, vincitore nel 2021 del premio Nobel per la Fisica, assegnatogli “per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria”. Laureato presso l’Università “La Sapienza” di Roma nel 1970, vi è poi tornato ad insegnarvi Teorie quantistiche nel 1992, dopo aver lavorato come ricercatore presso il CNR, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e i Laboratori nazionali di Frascati e come docente di fisica teorica all’Università di Roma “Tor Vergata”. La stessa città di Roma è ampiamente citata da Parisi nel suo libro, nel quale questi racconta, manifestando un attaccamento quasi nostalgico verso l’ambiente che l’ha formato, l’assoluta centralità da essa acquisita tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, periodo in cui il fisico condusse i suoi studi universitari, nell’ambito della ricerca scientifica e, in particolare, delle scoperte relative alla fisica delle particelle elementari, a cui anch’egli contribuì. Proprio meditando su tale questione, Parisi, dimostrando quanto nella scienza ogni percorso si ramifichi in molteplici sentieri verso destinazioni inaspettate, giunse casualmente a formulare la teoria dei vetri di spin, i quali costituiscono il prototipo di un sistema complesso. Quest’ultimo è definito come un sistema dinamico composto da molteplici componenti, dalla cui interazione è possibile ricavare il comportamento collettivo del sistema stesso.
Parisi, instaurando un interessante collegamento tra la fisica e la biologia, e fornendo persino spunti sullo studio dei fenomeni sociali ed economici, come suggerisce il titolo del libro, si dedica ad esaminare il volo degli storni, con lo scopo di comprendere quanto e come le interazioni tra i singoli agenti influenzino il movimento dell’intero stormo.
Ritengo perciò che l’aspetto più apprezzabile del fisico in questione sia rappresentato dalla trasversalità da lui dimostrata, cioè dalla capacità di far confluire non solo nel libro, dove adotta sempre un linguaggio dettagliato al punto giusto, ma anche nelle ricerche a cui egli si dedica, questioni apparentemente poco affini, preferendo, come egli spiega, all’uso spregiudicato della metafora quel legittimo processo definito “cross-fertilization”, il quale consiste in un fecondo scambio di informazioni tra due campi della fisica lontani ma descritti dalla stessa struttura matematica, che consente un rapido progresso delle conoscenze. Parisi cita per esempio le evidenti assonanze tra la teoria sull’evoluzione formulata da Darwin e gli studi di meccanica quantistica risalenti agli stessi anni.
Infine, con i cenni relativi al Nobel sfiorato già all’età di venticinque anni, completa un percorso che appare quasi raccontato al contrario, dai recenti risultati ottenuti dallo studio del volo degli storni fino a curiose riflessioni sull’origine delle idee, il ruolo delle intuizioni e il significato della scienza, cioè sull’importanza del processo creativo intermedio.

      Grifoni Ludovico Liceo Simone Morea ( Conversano, Puglia Nord )

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Più di tutto, nel libro, mi ha colpito il paragone, riportato nella quarta di copertina, che l’autore fa fra poesia e fisica. Cioè fra l’arte di mettere insieme parole per descrivere la realtà – la poesia – ed il tentativo di descrivere con delle regole matematiche la logica che si nasconde dietro alla realtà. Infine, rendere semplici cose complesse.
Già nel titolo, e nel suo sottotitolo, si capisce che ci troviamo di fronte ad un’opera “complessa”, che mette insieme e riduce a regola la complessità. Il riferimento agli storni, meglio agli stormi di storni, presente nel titolo, sposta l’attenzione del lettore verso un’immagine poetica: la forma sempre mutante degli stormi di uccelli, il disordine ordinato del loro volo. È il tema del primo capitolo, nel quale viene descritta la ricerca compiuta, attraverso la quale è stato tradotto in cifre, con una regola matematica, il continuo cambiamento della forma degli stormi in volo. Prendendo spunto dalla curiosità che si desta dall’osservazione di un fenomeno, il fisico prende la necessità di studiare quantitativamente i movimenti tridimensionali, attraverso le tecniche della fisica statistica.
C’è nel libro una frase, un concetto, a pagina 68, che rafforza il legame con la poesia, dal quale nasce l’accostamento fra la fisica e la poesia; la frase è la seguente: “i sistemi disordinati si trovano contemporaneamente in un numero elevatissimo di stati diversi di equilibrio”.
Questa affermazione mi ha fatto pensare ad una frase che mi ripete mio padre. La frase è dello scrittore e poeta russo Boris Pasternak e recita così: “Il poeta vede al tempo stesso e da un punto solo ciò che è visibile a due isolatamente”.
Qual è quindi la cosa che accomuna un fisico ad un poeta? Dove possiamo trovare il punto di contatto?
La risposta è sempre nel libro: è l’intuizione, cioè quella facoltà che è alla base delle scoperte. Essa è un’attitudine, un comportamento singolare, diverso, un lampo.
Tutta la ricerca compiuta da Parisi, in particolare lo studio sui “vetri di spin”, ruota attorno a questo concetto di disordine; al fatto, cioè, che possano esistere dei sistemi che nella transizione da uno stato della materia ad un altro non rispondano a quello che i fisici definiscono “parametro d’ordine”. Parisi si accorge che, in alcuni particolari sistemi studiati, la variazione che si manifesta durante la transizione di stato non può essere rappresentata da un solo numero (come per la densità o la magnetizzazione), ma da una funzione, cioè da un insieme infinito di numeri.
La sintesi dei fenomeni studiati è nella definizione del disordine dei sistemi il quale “nasce dal fatto che qualche entità elementare si comporta in modo diverso dalle altre”. La descrizione di questo comportamento, insieme con il richiamo a Galileo Galilei ed alla necessità di semplificare i fenomeni per poterli comprendere, evidenzia l’importanza di avere sempre un punto di vista che riesca a tenere insieme un numero maggiore di comportamenti differenti, che riesca a comprendere l’importanza del singolo, e che però non tenda a “normalizzare”. Nel capitolo dedicato agli “Scambi di metafore tra fisica e biologia” è evidente come dallo studio della fisica si possano trarre ragionamenti più generali sui comportamenti degli umani.
E non sempre le soluzioni sono a portata di mano.

      Loiacono Angelo Liceo Simone Morea ( Conversano, Puglia Nord )

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Cosa aspettarsi da un premio Nobel per la Fisica? Un trattato scientifico incentrato sulla meraviglia dei sistemi complessi oppure un’analisi della realtà tramite l’utilizzo della fisica, della matematica e della scienza? È la domanda che mi sono posto prima di iniziare la lettura del capolavoro di Giorgio Parisi, pensando di stare per salpare verso la navigazione di una lettura incentrata esclusivamente sulla lunga ricerca dell’autore.

Più che un trattato scientifico, quella di Parisi è invece un’analisi della realtà, una conversazione con il lettore che non ha la sensazione di leggere ma di ascoltare quello che Parisi dice, partendo da quello che la natura ci mette a disposizione: un volo di storni.

Novembre è alle porte e stormi di storni riempiono i cieli di Roma, regalando grandiosi spettacoli per i comuni cittadini e per curiosi fisici come colui, che per averli osservati, si è aggiudicato un premio Nobel. Si tratta di un’analisi della realtà dettata dall’impossibilità di comunicazione telefonica a causa dell’elevato costo di ogni chiamata, dalla scarsa disponibilità di calcolo, con calcolatori non paragonabili ai computer moderni, realtà in cui la comunicazione avveniva per solo mezzo cartaceo, tramite riviste e giornali.

Quella sui sistemi complessi è una lettura ricca di metafore, aspetto che rende il testo agibile anche a coloro che hanno poche conoscenze in ambito scientifico. Un’eccezionale lettura per i più giovani con la voglia di ricercare qualche risposta alle migliaia di domande di una società nichilistica. Non manca di riferimenti alla filosofia che regalano lezioni di vita.

Un capitolo particolare parla delle idee, capitolo da cui ho tratto un’importante lezione: un’idea arriva all’improvviso, nel momento più inaspettato, mentre si sta ricercando qualcosa di opposto. Sta tutto nel saperla cogliere e non farsela sfuggire. Strettamente connesse sono le intuizioni come quelle che a 25 anni ha colto impreparato Parisi nell’osservazione delle piastrelle del bagno di casa. Non aver saputo cogliere quell’intuizione gli è costato un premio Nobel.

È incredibile quanto io poco capisca della scienza e al tempo stesso quanto sia rimasto affascinato dalla lettura di questo saggio. Mi ha stimolato la curiosità e la voglia di conoscere e analizzare sempre più la realtà. Non a caso Parisi evidenzia come sia importante la scienza al giorno d’oggi e di come, anche in materia di finanziamenti alla ricerca, sia sottovalutata.
L’unica pecca, a parere mio sono i voli pindarici che Parisi propone da un capitolo all’altro, non facendo cogliere nel giusto modo il nesso tra loro. Ma del resto, cosa aspettarsi da un fisico che ha fatto del disordine la ragione di un’intera vita?

      Pezzuto Alessandro Liceo Scientifico Statale " A. Scacchi " ( Bari, Puglia Nord )

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RECENSIONE DEL LIBRO “IN UN VOLO DI STORNI” DI GIOGIRIO PARISI
Avete presente quelle nuvole nere che tra novembre e marzo sovrastano il cielo romano assumendo le forme più varie? Sono gli stormi di storni che volteggiano nell’aria avvicinandosi e distanziandosi tanto da diventare invisibili, per poi ricompattarsi tornando a formare nuvole nere tali che, ad occhio nudo, non si distinguono più i singoli uccelli. Gli storni volano andando in qualsiasi direzione incrociandosi senza mai urtarsi tra loro, mantenendo una maggiore distanza di sicurezza con i compagni davanti rispetto a quelli che volano di fianco.
Dall’osservazione di un fenomeno naturale Giorgio Parisi, Premio Nobel per la fisica nel 2021, prende spunto per studiare il comportamento collettivo degli storni e le regole d’interazione tra loro, per spiegare il metodo scientifico della ricerca e i sistemi complessi.
Con la stessa semplicità l’autore riesce a spiegare, anche al lettore meno esperto, fenomeni fisici di elevata complessità, partendo sempre dall’osservazione di una situazione comunemente nota. Osservando l’acqua che bolle o che ghiaccia, a seconda del mutamento della temperatura, spiega le transizioni di fase di primo ordine, che necessitano del calore latente in grado di rompere i legami molecolari per determinare il cambiamento di stato, e le transizioni di fase del secondo ordine in cui la transizione avviene con continuità.
Parisi prosegue con la descrizione semplice, ma accurata, della spiegazione della teoria dei vetri di spin, leghe di metalli nobili in cui è stata diluita una piccola quantità di ferro che ad alte temperature si comportano come normali sistemi magnetici, mentre, più la temperatura si abbassa e il vetro si raffredda, più il vetro si sposta lentamente; continua con il riferimento all’ “intuizione”, quale ragionamento inconscio necessario per spiegare i fenomeni matematici e fisici e conclude spiegando l’importanza della scienza che si interseca con la vita reale e la necessità di avvicinare ad essa un maggior numero di persone, condannando la cattiva comunicazione scientifica che si rivolge alla popolazione con arroganza, come se la scienza fosse un sapere superiore incomprensibile ai più da accettare incondizionatamente al pari di una magia.
Il libro è strutturato molto bene e l’alternanza tra parti strettamente teoriche e parti narrative è ben bilanciata. Durante la lettura, l’intersecarsi della spiegazione di fenomeni fisici al racconto, anche divertente, degli anni di studio trascorsi da Parisi nell’Istituto di Fisica di Roma e al Nobel sfiorato già all’età di 25 anni, e le rappresentazioni grafiche e schematiche delle teorie esposte, hanno permesso anche a me, semplice studente di un liceo scientifico, di capire la spiegazione dei fenomeni fisici descritti e la lettura del testo si è resa più scorrevole e accattivante, ed è proprio vero, come dice Parisi, che “in fisica e in matematica è impressionante la sproporzione tra lo sforzo per capire una cosa nuova per la prima volta e la semplicità e naturalezza del risultato una volta che i passaggi sono stati compiuti”.

      Ursi Michele Liceo Scientifico Statale V. Vecchi Trani ( Trani, Puglia Nord )

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“In un volo di storni, le meraviglie dei sistemi complessi”, Giorgio Parisi, noto come fisico teorico e vincitore del Premio Nobel per la Fisica, è l’autore del libro sopra menzionato, di cui la casa editrice è Rizzoli; è stato pubblicato il 16 novembre 2022 e al momento è abbastanza semplice da reperire, inoltre il costo è molto accessibile, ovvero di 13,30€. Esso è costituito da ben 128 pagine in cui Parisi riesce letteralmente a trasportarci nella sua mente e anche un po’ in quella del resto degli scienziati.
Innanzitutto ci illustra i sistemi complessi: cosa sono, come funzionano, la loro evoluzione, il comportamento, il disordine e le varie interazioni.
Fa riferimento in particolare al volo degli storni, le transizioni di fase e i vetri di spin, le cui spiegazioni ho trovato molto accurate ed esaustive ma allo stesso tempo agevoli e coinvolgenti; questo sicuramente dovuto all’accostamento di esempi, similitudini, metafore o aneddoti suggeriti da Parisi, ispirati alla quotidianità o anche alle sue personali esperienze di vita. Infatti, egli racconta inoltre il suo trascorso nell’instituito di Fisica di Roma, dalla sua entrata nel 1966, del quale è stato molto interessante leggere tutte le vicende e i cambiamenti che ne sono scaturiti col passare degli anni.
Ciò che mi ha affascinato di più di questo libro è il “dietro le quinte” delle teorie fisiche; la nascita delle idee e di quanto possa essere casuale e inaspettata, magari proprio quando si era concentrati su qualcos’altro ed inseguito le diverse considerazioni, perplessità, complicazioni, ragionamenti e studi che sono necessari per poi finalmente arrivare ad una risposta, un esito finale. Così mostrandoci ciò di cui praticamente nessuno ci rende mai partecipi, ma, che solo leggendo questo scorrevole e piacevole libro, può veramente farci comprendere tutto l’arduo lavoro che c’è dietro e che quindi non è così semplice come sembra.
Consiglio profondamente di leggerlo, a chi è già appassionato alla materia perché lo apprezzerebbe sicuramente, ma anche a chi ancora non lo è, perché penso che questo libro possa far totalmente cambiare l’idea o la concezione che si ha di essa, grazie anche al linguaggio utilizzato e al modo in cui vengono esplicati i vari argomenti.
Specialmente evidenzia quanto la scienza influenzi la società e sia sempre più fondamentale nella nostra vita.

      Miccoli Grazia Emilia Liceo Statale " F. Ribezzo " ( Francavilla Fontana, Puglia Sud )

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“In un volo di storni": è questo il titolo del meraviglioso libro che Giorgio Parisi ha dato alle stampe con l’editore Rizzoli nel 2021, in seguito al conseguimento del Premio Nobel per la Fisica per i suoi studi sui sistemi complessi.
Parisi, la cui umiltà e personalità emergono da ogni pagina del suo libro, è professore di Fisica teorica e ricercatore. Da sempre appassionato di scienza, nella scelta universitaria tra Matematica e Fisica fece prevalere la seconda, perché, a suo avviso, la fisica può essere considerata una sorta di matematica applicata. Già all’età di venticinque anni aveva sfiorato il Nobel in un altro campo della Fisica: la lampadina gli si era accesa mentre osservava le piastrelle colorate del bagno di casa dei suoi genitori, a conferma che le idee possono venire in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Questo argomento viene approfondito nel primo capitolo del volume, intitolato “Come nascono le idee”, in cui lo scienziato sottolinea due questioni fondamentali: la sproporzione tra lo sforzo necessario a scoprire una cosa nuova e la semplicità del risultato quando lo si conosce già; il concetto di serendipità (“Il lavoro migliore di una vita di ricerca può saltare fuori per caso: lo si incontra su una strada percorsa per andare da un’altra parte”).
Il tema della complessità, fil rouge del libro, viene esposto mediante l’uso di numerosi esempi tratti dal mondo dei fenomeni naturali: quello più noto è costituito dagli stormi di storni, il cui comportamento collettivo non è deducibile dalla somma dei comportamenti dei singoli volatili. Spesso, agli storni si avvicina il falco pellegrino in cerca di prede che, tuttavia, non rischia la collisione con lo stormo, consapevole del fatto che ciò comporterebbe la frattura delle sue ali; invece, va alla ricerca di esemplari isolati e facili da catturare. Un ulteriore esempio è fornito dai neuroni, che studiati singolarmente risultano chiari, ma complessivamente danno vita a pensieri, emozioni, memoria, confermando così la loro natura di fenomeni complessi da studiare. Viene spiegata anche la questione dei cosiddetti “vetri di spin”: il miglior contributo specialistico che Parisi, a suo dire, abbia dato alla Fisica. I vetri di spin sono insiemi di magneti elementari (spin), le cui interazioni sono ferromagnetiche o antiferromagnetiche.
Ciò che comunque colpisce del libro in questione è la semplicità del linguaggio usato dall’autore, il cui obiettivo è quello di spiegare concetti complessi in modo facile e comprensibile, senza avvalersi di formule matematiche, ma utilizzando esclusivamente le parole. Abbondano similitudini e metafore che caratterizzano il modo di fare degli scienziati e rendono il libro scorrevole e piacevole e la lettura affascinante sia per gli scienziati, sia per i non addetti ai lavori. Colpisce anche la citazione della poesia cinese, mediante la quale lo scienziato evidenzia l’importanza e la necessità di diffondere la cultura scientifica: la poesia cinese nella sua traduzione italiana è priva della dimensione pittorica fornita dagli ideogrammi, ciononostante apprezzarla è ugualmente possibile, seppur molto difficile, come analogamente “è possibile far comprendere la bellezza delle scienze dure a chi non conosce la matematica e non ha fatto studi scientifici”.

      Ruggio Angela Liceo Scientifico Statale " C. De Giorgi " ( Lecce, Puglia Sud )

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Quante volte a noi studenti è accaduto, durante  un compito in classe, di ritorvarci dinanzi ad un foglio che rimaneva bianco per ore e poi all’improvviso il “lampeggiare dell’intuizione” da cui sgorgavano fiumi di parole o di numeri? È proprio questa la strada da imboccare per chi vuole fare ricerca: pazienza e tenacia nella tensione verso un’idea, che può saltare fuori “anche per caso” nel mentre nella mente si sta “elaborando altro”. Così è accaduto nella vita dello scienziato Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica 2021, che viene da lui narrata nell’avvincente testo In un volo di storni, edito dalla Rizzoli (2021).

“Il lavoro migliore di una vita di ricerca può saltare fuori per caso; lo si incontra su una strada percorsa per andare da un’altra parte”. Frasi annotate nella quarta di copertina che conchiudono il fine stesso del testo: quello di indicare al lettore la strada di un metodo serio e rigoroso che scandisce la fatica del progresso scientifico. “In fisica e in matematica è impressionante la sproporzione tra lo sforzo per capire una cosa nuova per la prima volta e la semplicità e naturalezza del risultato quando i vari passaggi sono stati compiuti”.  

Quello che con intrigante descrizione, ricca di aneddoti, viene raccontato nel libro è una vita trascorsa all’interno di sistemi complessi, iniziata nel 1966 quando l’Autore varcava, come studente, il portone dell’Istituto di Fisica di Roma. Il testo avvolge nella trama descrittiva e coinvolge il lettore tra uno sconfinare nei fenomeni enigmatici dei vetri di spin, del magnetismo, dei sistemi complessi. Viene così spiegato il metodo sotteso ad ogni lavoro di ricerca, illustrato nella sezione centrale dal titolo Come nascono le idee, in cui sono citati, tra gli altri, i matematici Henrì Poncarré e Jacques Hadamard e il fisico Albert Einstein. Dopo una attenta disamina, condotta con incursioni nella vita privata e nelle altre discipline che si interessano del passaggio dalla logica informale a quella formale, dal pensiero inconscio all’espressività del linguaggio, l’Autore riscrive il classico metodo cartesiano – dell’evidenza, analisi, sintesi e enumerazione – in tre step: studio del problema, periodo di incubazione e illuminazione. A tutto ciò seguirà la dimostrazione. La fisica appare, così, una matematica applicata. Con acume critico viene puntualizzata l’importanza di considerare i fenomeni secondo un loro comportamento “bizzarro”, cioè unire mondi paralleli come si fa con l’uso delle metafore. Un enorme puzzle, quello delle “meraviglie dei sistemi complessi”, si schiude dinanzi al lettore e solo una scienza rigorosa ne potrà individuare i tasselli. 

Il libro si legge in una notte, perché è scorrevole e ben scritto. Essendo a carattere divulgativo gli argomenti specifici non sono trattati attraverso formule matematiche, ma con esempi “esistenziali” che portano con sé la spiegazione e al contempo lo sforzo per giungere all’intuizione dei “sistemi disordinati”. Non sfugga, all’attento lettore, la Nota conclusiva in cui sono riportati i riferimenti agli articoli pubblicati sulle ricerche scientifiche trattate nel libro - come il modello a quark, i primi modelli di spin e quelli sugli scambi di metafore tra fisica e biologia -.  Infine, come l’Autore scrive “i Fisici non lavorano solo, lavorano divertendosi”, il lettore potrà piacevolmente, nel leggere il libro, lasciarsi travolgere nell’aggancio di una intuizione geniale alla scoperta di “un futuro che lo sorprenderà”.

 

      Sgambato Bernadette Liceo Virgilio Redi ( Lecce, Puglia Sud )

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“In un volo di storni” è un’avventura. Composta da parole,e in questo caso anche numeri,perseguita con tenacia,dal pioniere della fisica Giorgio Parisi. La rotta ha condotto,in seguito a difficoltà ed impegno,ad approdare sull’isola dei risultati,e a trovarvi il riconoscimento per eccellenza; il premio Nobel. La ricerca,il suo tesoro,è stata attraversata dai curiosi e gli appassionati nei confini di pagine di libro,suddivisa in otto capitoli scomposti in frammenti ed aneddoti del quotidiano. Non manca nulla quando si parte alla scoperta delle componenti di questo esperimento condotto sul raggruppamento animale. Si tratta dei fenomeni collettivi,vetri di spin e modelli,ma non mancano di certo le citazioni ad introdurre gli argomenti,e tanto meno gli esempi ed i collegamenti alle discipline colleghe; filosofia,matematica e biologia. Dai dati di analisi alle critiche cultural-sociali ed i fenomeni psicologici di massa,dal confronto tra la visione della scienza ai fatti ed i principi che governano la realtà nella quale ci muoviamo. Generalmente i pensieri e riflessioni dell’autore si alternano a riprese di articoli pertinenti ad interviste conseguite nell’ammontare degli anni. È presente la tendenza a porsi domande e a spiegarne i possibili ragionamenti e percorsi,per arrivare a delle ipotesi,e forse,altre scoperte. Il desiderio e la predisposizione di Parisi si percepiscono nella lettura,proprio grazie a dettagli come questi. Alla base del suo studio si cela il concetto dell’individuo,necessario nella sua esistenza,ma ugualmente importante nel lavoro che compie. Una simile affermazione denota per lo scienziato l’atto dell’ ideare; estensioni ed universalità dei protocolli di cui dispone,dalla quale parte,e specialmente le modalità per trasferire le informazioni raccolte dall’astratto al concreto e tangibile. Bisogna calcolare gli imprevisti,oltre ad un piano di azione ben dettagliato,senza però dimenticare di far uso di intuizione e una giusta dose di errori da sfruttare e convertire,successivamente,in elementi positivi per il percorso intrapreso. A questo proposito si richiamano i giganti della storia,sulla quale ci appoggiamo tutt’ora. Einstein,Galilei,Newton. Il primo,più di tutti,ha espresso fermamente la sua opinione riguardante l’inconscio ed il suo funzionamento. I pezzi del puzzle sono presenti in ognuno di noi,magari sotto forme,colori ed immagini differenti,ma pur sempre al singolo resta il compito di collocare le parti nel giusto ordine. Qui è possibile ricavarne la definizione,di colui che si pone nell’intermedio tra realtà e fantasia. Il fisico si nutre di avvenimenti appartenenti al piano della materia,in modo tale da tradurre il tutto in simboli,formule,schemi ed enunciati; niente che vada oltre l’essenziale, e fondamentale, all’esecuzione di osservazioni e comprensione di un caso. La valutazione che pongo,partendo da un minimo di 1 ad un massimo di 10,è 8,5. Ho apprezzato il rigore e l’organizzazione dei temi trattati,oserei dire la genialità,attraverso la quale le molteplici sezioni prese in atto siano state esplicitate,con una tale chiarezza e padronanza. L’altra facciata della medaglia mostra una semplicità lessicale e sintattica che non incontra i miei gusti,di norma preferisco affrontare complessità e fili logici tecnici e non immediatamente identificabili da comporre nel quadro del significato generale. Nel complesso la fluidità espositiva è sicuramente un punto di forza a favore dello scritto.

      Fruttero Anna Liceo Scientifico E Linguistico " E.fermi " ( Nuoro, Sardegna )

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Il libro “In un volo di storni” è stato scritto da Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica 2021, e pubblicato nel medesimo anno dalla casa editrice Rizzoli.
Giorgio Parisi è un fisico nato a Roma nel 1948. Si è laureato all’università La Sapienza di Roma nel 1966, nella quale ha successivamente insegnato. È noto, ma non solo, per i suoi studi sui sistemi complessi e sui vetri di spin, dei quali scrive nel suo libro.
Il libro non presenta una trama vera e propria ma si può definire come un flusso di idee e argomenti. Ogni capitolo, con i vari paragrafi al suo interno, tratta di temi diversi, ma che sono in un certo senso collegati. Si alternano scienza e considerazioni personali, talvolta con dati biografici: dallo studio del volo degli storni, con la spiegazione dell’esperimento e le considerazioni che se ne ricavano, al racconto degli anni dell’università, e della tecnologia degli anni ’70; dai vetri di spin alle idee, al senso della scienza e alla teoria che gli avrebbe potuto valere un Nobel a soli 25 anni.
Il testo mi è piaciuto molto. Mi aspettavo si parlasse unicamente di fisica, ma sono rimasta piacevolmente sorpresa. I vari aneddoti biografici hanno non solo alleggerito la lettura, ma mi hanno anche permesso di conoscere un po’ la persona di Giorgio Parisi, un uomo di notevole intelligenza, moderno e simpatico. Ho apprezzato il suo modo di esprimersi, che è semplice e adatto a tutti. Fa uso di similitudini e metafore della vita quotidiana: per esempio, mi è rimasta impressa quella con la Formula 1 per spiegare il comportamento di un sistema magnetico. Ho trovato talvolta, però, i temi di fisica complessi. Per quanto Parisi sia stato molto abile a spiegare gli argomenti, a volte ho avuto difficoltà e ciò ha rallentato la lettura. Inoltre, mi aspettavo trattasse di più della scoperta che gli ha fatto vincere il Nobel per la Fisica.
Le mie parti preferite del libro sono quelle relative allo studio del volo degli storni e della università di fisica cinquant’anni fa. La prima, per le relazioni tra la biologia e la fisica, scienze che apparentemente sono così diverse. Inoltre, per l’analisi vera e propria del comportamento degli stormi di uccelli che vediamo volare quasi ogni giorno, molto intriganti. La seconda, perché mi ha catapultato in un’epoca che io non ho vissuto, meno sviluppata nella tecnologia, ma durante la quale sono avvenute scoperte importantissime.
Il mondo della fisica è molto interessante e io ammiro i fisici per la loro conoscenza. Ho una valutazione molto positiva dell’opera soprattutto perché è stato come tuffarmi all’interno di quel mondo per un po’, anche se non ne faccio parte.

      Loddo Daniel Iis Dionigi Scano ( Cagliari, Sardegna )

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In occasione dell'ottava edizione del Premio Asimov, ho letto "In un volo di storni" di Giorgio Parisi.
Il lessico utilizzato è idealmente indirizzato anche a chi è estraneo al mondo della fisica. Tuttavia non mancano concetti abbastanza complessi da comprendere, che purtroppo rendono la lettura non molto scorrevole. Inoltre, nel primo capitolo del libro, c'è una leggera confusione causata dalla concomitanza di due termini decisamente molto simili ("storni" e "stormi"), ma si tratta certamente di un difetto di infima importanza, soprattutto perché trascende dall'autore.
Il titolo e il sottotitolo del libro fanno presumere al lettore la trattazione di argomenti scientifici riguardanti gli storni e i sistemi complessi in generale; però certi argomenti sembrano digredire un po' dal tema principale (come il secondo capitolo: "La fisica a Roma, una cinquantina di anni fa"). Ma c'è da considerare il fatto che, molte digressioni effettuate, risultano essere comunque attinenti al mondo della fisica o della scienza in generale.
Sono inoltre presenti aspetti autobiografici disseminati un po' per tutta l'opera, concentrati magari in certi capitoli. In questo caso si tratta perlopiù di un pregio, siccome vengono esternati fatti molto curiosi e interessanti sulle esperienze dell'autore riguardo la scienza. Inoltre aiutano il lettore ad empatizzare maggiormente con l'autore e rendono la lettura più gradevole. A proposito di ciò, non si può non nominare l'ultimo capitolo "Je ne regrette rien", che risulta essere molto coinvolgente e importante sia per quanto riguarda l'aspetto autobiografico e sia per l'aspetto scientifico.
Sicuramente i capitoli più attinenti al tema principale sono stati: il primo ("In un volo di storni" che, come dice anche il nome stesso, ha esaudito pienamente la curiosità trasmessa dal titolo principale), il terzo ("Transizioni di fase, ovvero i fenomeni collettivi") e il quarto ("Vetri di spin: l'introduzione del disordine"). Gli altri, come già accennato in precedenza, seppure leggermente digressivi, sono comunque accomunati da un tema più generale, che è quello della scienza.
I capitoli riguardanti le transizioni di fase e i vetri di spin trattano degli studi molto importanti e interessanti, ma purtroppo possiedono certi concetti ostici per chi è alieno alla fisica; perciò rallentano parecchio la lettura oppure incitano il lettore a saltare quegli aspetti. Però è da considerare che la difficoltà di comprensione è anche causata dalla complessità intrinseca degli argomenti trattati, perciò è anzi ammirabile l'abilità dell'autore di essere riuscito a mantenere un lessico perlopiù semplice durante tutto il libro.
Per quanto mi riguarda, ho impiegato molto più tempo del previsto a leggerlo, proprio per la grande densità di informazioni scientifiche. In ogni caso, molti argomenti mi hanno davvero incuriosito e affascinato per la loro natura riflessiva e, talvolta, anche esistenziale. Inoltre, certi aspetti autobiografici non solo hanno contribuito alla mia empatia nei confronti dell'autore, ma hanno anche causato una mia simpatizzazione nei suoi confronti.

      Riccardi Luca Federico Liceo Classico Scientifico Euclide ( Cagliari, Sardegna )

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Immagina un tramonto, un cielo che si tinge di colori brillanti e assume mille sfumature; all'orizzonte, davanti ai tuoi occhi macchioline danzanti, uno stormo di uccelli in volo si muovono seguendo le loro coreografie. 
E tu osservi.
L'uomo che osserva, lo scienziato, collega a quella bellezza la sua ricerca infinita, il suo mestiere è formulare domande e tentare di modellizzare una risposta.
 È questa danza, questo volo affascinante, quanto misterioso, che apre il libro, "In un volo di storni" scritto da Giorgio Parisi (vincitore del Premio Nobel per la Fisica 2021) con la collaborazione di Anna Parisi, pubblicato da Rizzoli nel Novembre 2021. Parisi ci presenta l'essenza del suo lavoro e ciò che più l'affascina di esso.
Il testo racconta e trasmette questa fascinazione verso la fisica, riesce a catturare, mediante un linguaggio semplice e immediato, anche il lettore più inesperto e che per la prima volta si affaccia al mondo della fisica.
Lo scienziato stesso ci accompagna in un viaggio ricco non solo di scienza, ma anche di aneddoti personali e della storia della fisica, che rendono il saggio scorrevole e accessibile a chiunque.
Dal mare di parole appassionate di Parisi, veniamo a conoscenza di un mondo reale disordinato, e, davanti a tutta questa confusione il libro ci apre alla possibilità di semplificare i fenomeni per aiutarci a comprenderli, proprio come faceva Galileo, senza però abbandonare, grazie alla fisica moderna,  la sua complessità.
Veniamo a conoscenza, pagina dopo pagina, che le scoperte più grandi nascono da intuizioni, magari può partire da una mela, come nel celebre, e falso, caso di Newton, o come quello di Einstein, di cui non è sicura la veridicità, da un imbianchino che cade.
Per loro in realtà, forse non è andata proprio così, ma chi sa da dove può nascere l'illuminazione.
La scienza diventa quindi un puzzle in cui anche tu lettore, ti senti in grado di contribuire; per ogni tassello aggiunto nel posto giusto si aprono nuovi orizzonti di scoperta e possibilità ancora inesplorate.
La fisica che ci viene raccontata nel libro di Parisi non è un insieme di conoscenze rigide e apparentemente inarrivabili, ma è una scoperta sempre nuova, una conoscenza fatta di uomini e di grandi intuizioni.
Forse Einstein non aveva ragione, e Dio ogni tanto gioca a dadi, li lancia pure dove è veramente difficile trovarli; tutto sommato, però, il libro di Parisi ci rende partecipi di una lunga ricerca verso delle regole per comprendere i sistemi più complessi.

      Benvenuti Matteo Liceo Scientifico Statale " G. Galilei " ( Siena, Toscana )

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Recensione del libro “In un volo di storni” di Giorgio Parisi

"Il lavoro migliore di una vita di ricerca può saltare fuori per caso: lo si incontra su una strada percorsa per andare da un'altra parte."

Quando la persona comune si imbatte, nel web o nella vita quotidiana, nella parola "Nobel", nell’immediato ciò che la mente formula è un concetto particolare, una sorta di resa, che scongiura ogni tentativo volto alla comprensione delle ricerche e degli studiosi "da Nobel". Giorgio Parisi, fisico italiano che, nel 2021, quel prestigioso premio lo ha ricevuto, presenta nel libro "In un volo di storni" un tentativo di abbattere queste barriere, al fine di mostrare anche al lettore non tecnico la realtà della ricerca scientifica e della comunità che si cela dietro alle grandi scoperte. Nel corso della lettura ci si trova quindi accompagnati da Parisi lungo quella che è la storia di una vita di ricerca e scienza, si attraversano le esperienze, gli esperimenti e le teorie, ci si cala in quel mondo che è la comunità scientifica, un mondo che l'autore conosce alla perfezione. Con un lessico alla portata di tutti, che non si immerge in complicati tecnicismi di scarsa utilità per il valore del libro, Parisi mostra la vita di uno scienziato dai mille interessi, esplorando temi profondi come la psicologia della conoscenza e della scoperta e riuscendo tuttavia a mantenere sempre una certa leggerezza, certamente gradita ai non addetti ai lavori. Piuttosto che scrivere un saggio divulgativo sulla ricerca che lo ha portato a Stoccolma, un testo che potrebbe risultare piacevole per lo più per gli appassionati, Parisi si concentra quindi maggiormente su aspetti più comuni, che costruiscono un ponte tra la società e quel mondo a volte troppo distante che è la comunità scientifica. Capitolo dopo capitolo, il lettore viene così affascinato da una realtà che, prima di tutti, aveva stregato l'autore stesso fin dagli studi in fisica all'Università "La Sapienza" di Roma. Parisi riesce magistralmente a infondere in colui che legge quel piacere della scoperta e quell'amore per la scienza che lo ha accompagnato e ancora lo accompagna durante la sua carriera scientifica. Degno di nota è poi il capitolo “Il senso della scienza”, nel quale Parisi riflette su ciò che effettivamente la scienza rappresenta e ciò che dovrebbe rappresentare, sia a livello italiano che su un piano più generale: mette, infatti, in guardia da un fenomeno pericoloso che è quello dell’allontanamento delle persone comuni da quelle scienze che lui definisce dure, un allontanamento che porta a perdere un’occasione per la società, un’occasione culturale sicuramente, ma anche una più tangibile e concreta, come è sottolineato dall’esempio della Corea del Sud, che investe in maniera importante in ricerca e sviluppo, sicuramente in misura maggiore rispetto al nostro Paese. In definitiva, è possibile dire che “In un volo di storni” è un’opera estremamente efficace e di particolare rilievo, che si pone l’obiettivo di riunire due società, quella scientifica e quella “di tutti i giorni”, mostrando anche a chi non è un addetto ai lavori le meraviglie della fisica e la passione per la conoscenza di un uomo da Nobel.

      Bianchi Isabel Liceo Vallisneri ( Lucca, Toscana )

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Avete presente la sensazione che si prova sulle montagne russe? Un sentimento di adrenalina misto ad impazienza dovuto al fatto che non sappiamo cosa ci aspetta dopo una salita, una discesa o una curva. Se avete mai provato quella meravigliosa sensazione e volete riviverla, o se siete un po’ “fifoni” per salire sull’attrazione, ma comunque troppo curiosi di vivere un’esperienza così intrigante, dovreste leggere “In un volo di storni”. Leggendo il libro vi ritrovereste catapultati sull’ottovolante di Giorgio Parisi, classe 1948, vincitore del premio Nobel per la Fisica nel 2021 “per i contributi innovativi alla comprensione dei sistemi fisici complessi”, padre di due figli e marito di Daniella Ambrosino, a cui il libro è dedicato.
Personalmente non ho ben compreso il titolo del libro fino al momento in cui l’ho finito e mi sono fermata a riflettere. Parisi parla delle sue ricerche sul volo degli uccelli solo nei primi capitoli del testo, per cui dedicare il titolo ad un argomento che affronta solo in pochi capitoli non mi sembrava lungimirante, infatti nella maggior parte del testo Parisi si esprime su quelle che sono state altre sue ricerche e scoperte, come la sua teoria sui vetri di spin. Poi ho compreso ed elaborato un mio pensiero: “In un volo di storni” è come un diario di bordo che permette di fare un viaggio in una delle menti italiane più brillanti di sempre, è una raccolta di pensieri, idee e racconti sulla vita e sugli studi dell’autore. Le ricerche di Parisi a volte si sono trovate a dei “punti morti”, erano confuse e nebulose, ma alla fine, grazie a lavoro e dedizione, hanno visto la luce in fondo al tunnel e si sono rivelate delle scoperte illuminanti, proprio come un volo di storni: appare un ammasso informe di corpi, caotico e senza un ordine, tuttavia se viene osservato attentamente ed esaminato, si comprende che in realtà ha un suo meccanismo ben definito e si basa su regole precise; così è anche il libro: una raccolta di informazione forse un po’ confusa a primo impatto, ma che in realtà contiene in sé tanti punti legati fra loro; la capacità del lettore, come disse Steve Jobs, sta solo nel saper collegare tutti quei “puntini“, allora si troverà il coinvolgente disegno del libro e, più in grande, il reale valore delle scoperte dell’autore.
Parisi inoltre, spiegando le sue teorie, inserisce una notevole quantità di metafore ed esempi riferiti a situazioni comuni, affinché anche gli argomenti più difficili possano essere compresi. Tuttavia, la cosa che più mi ha meravigliata riguarda i numerosi accenni ad argomenti così strabilianti ed interessanti di cui purtroppo, soprattutto nelle scuole, non si parla mai: voi conoscete Nicola d’Oresme? Oppure sapete che, a particolari condizioni di pressione e temperatura, l’acqua si può trovare contemporaneamente nei tre stati fisici? Parisi, nel suo tornado di spiegazioni, fa riferimento anche a questi personaggi e fenomeni fisici sorprendenti, purtroppo lasciati nell’ombra.
“Senza che me ne fossi accorto, stavo esplorando un nuovo campo di ricerca” è forse la frase di “In un volo di storni” che rappresenta il filo conduttore del libro, la vita del fisico è stato un continuo ricercare, abbandonare, riprendere in mano e dimostrare teorie: una vita turbolenta, un ottovolante per l’appunto, che merita assolutamente di essere raccontata e questo libro lo fa perfettamente.

      Paolinelli Thomas Liceo Vallisneri ( Lucca, Toscana )

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Chissà perché Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica nel 2021, ha deciso di scrivere “in un volo di storni”, un libro di carattere scientifico-divulgativo; forse perché voleva esporre al pubblico gran parte delle ricerche che ha intrapreso durante la sua carriera, o forse perché voleva far capire ai lettori che la fisica è per tutti, per tutti coloro che si pongono domande e che vogliono trovare le risposte. Il testo è molto particolare perché una volta letto sorge spontanea la domanda “ma qual è il filo conduttore di questo libro?”. Beh la risposta non è semplice, perché essendo l’unione di varie interviste fatte all’autore durante la sua vita, parla di argomenti molto differenti tra loro: dal volo degli storni, agli studi condotti sui vetri di spin, fino al chiedersi come nascono le idee. È proprio questa la particolarità che lo rende unico e interessante dato che, infondo, spiega proprio com’è la vita di un ricercatore, che deve essere in grado di interessarsi e di studiare al meglio argomenti disparati. L’autore ci spiega perfino, nel corso del libro, quali sono le difficoltà che riscontra un ricercatore; ci vogliono anni per portare a termine un esperimento che deve essere finanziato dallo stato (cosa che in un paese come l’Italia non avviene molto spesso), e frequentemente accade che, una volta portato a termine l’esperimento e formulata una nuova legge, quest’ultima fatichi ad entrare nel mondo scientifico. È un libro diviso in tre parti: nella prima Parisi ci parla del volo degli storni, approfondendo tutte le fasi del progetto che ha condotto insieme a suoi colleghi fisici ma anche ornitologi. Nella seconda parte l’autore ha dovuto utilizzare un linguaggio più complesso e specifico per presentare alcuni esperimenti che lui stesso ha seguito. Ma Parisi riesce a semplificarne la comprensione grazie a metafore riguardanti la vita quotidiana. Infine nella terza e ultima parte del libro si parla di idee; da dove nascono e come si formano nella nostra testa, ma soprattutto dell’intuizione che uno scienziato deve avere e del pensiero inconscio, fondamentale per risolvere un problema. Sempre in quest’ultima parte Parisi scrive “La scienza è un enorme puzzle e ogni pezzo che viene messo nel posto giusto apre la possibilità di collocarne altri”, quindi si parla del senso della scienza, di quanto sia utile alla società e per questo anche quanto sia fondamentale credere in essa e finanziarla. Si parla inoltre di difendere la cultura italiana su tutti i suoi fronti, compresa quindi anche la scienza, e del fatto che dobbiamo continuare ad infonderla alle generazioni future. È sicuramente un libro che consiglio di leggere e suggerisco di non scoraggiarsi verso la metà quando l’autore ci parla di esperimenti e ricerche alquanto difficili e di arrivare alla fine per capire anche il messaggio morale che Parisi ci vuole dare, messaggio morale che è espresso perfettamente in una delle sue frasi: “Il lavoro migliore di una vita di ricerca può saltare fuori per caso: lo si incontra su una strada percorsa per andare da un’altra parte”.

      Ioriatti Sofia Liceo Galileo Galilei ( Trento, Trentino-alto Adige )

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“In un volo di storni”

“In un volo di storni” è un libro di Giorgio Parisi, vincitore del premio Nobel per le fisica del 2021. Giorgio Parisi, nato nel 1948 a Roma e laureato in fisica nel 1970, è un fisico teorico che ha condotto vari studi nel suo campo e che poco dopo aver ricevuto il Nobel, scrive questo libro in breve tempo.
Il libro, narrato in prima persona dall’autore, affronta diversi aspetti della sua vita non in chiave autobiografica, è infatti chiaro che lo scopo che l’autore da al libro non è quello di raccontare la vita quanto piuttosto darci uno sguardo sulla parte di essa che ha come protagonista la fisica. Egli infatti riesce ad aprire lo sguardo del lettore sulla sua dedizione alla fisica, sugli interessi che lo hanno avvicinato a questo mondo, corredando questo racconto con una parte saggistica che emerge nel libro, colma di nozioni e di ricerche fisiche e scientifiche. Il libro risulta quindi nel complesso un mix tra nozioni scientifiche e autobiografiche dell’autore, che riesce a equilibrare queste due parti senza sbilanciarsi verso una piuttosto che verso un’altra.
Parisi, insieme a diversi cenni sulla sua vita, avanza spiegazioni di procedimenti e esperimenti, riflessioni e passaggi scientifici in modo chiaro e preciso. Egli è infatti in grado di spiegare i suoi studi, che potrebbero risultare complessi, in modo molto semplice ma che non scivola nel riduttivo, non svaluta la materia trattata né semplifica tanto da renderla vuota e priva di informazioni. Quello che piuttosto fa l’autore è scrivere tenendo conto che, parlando di materia scientifica, essa deve essere spiegata al lettore in modo semplice, seguendo dei passaggi coerenti, senza salti logici e con un modo di esprimersi molto lineare per cui il lettore, a prescindere dalla sua conoscenza della materia trattata, è in grado di seguirne i ragionamenti e di comprendere le conclusioni. Parisi non scivola nel banale, riesce a esprimersi perfettamente mantenendo sempre la linearità del ragionamento. Il lessico è comprensibile ad un qualsiasi lettore, il testo è strutturato molto bene e, nonostante tratti di materie complicate è facile scivolare in discorsi caotici o labirintico, l’autore segue sempre un certo ordine e rigore che rende il libro nel complesso semplice da seguire. Egli tiene in considerazione che il pubblico a cui si riferisce non è composto da soli studiosi di materie scientifiche, ma anche da persone che, pur non avendo dedicato i propri studi alla fisica, si vogliono avvicinare a questo mondo.
Giorgio Parisi riesce quindi, con molta abilità ed equilibrio, ad aprire le porte della fisica ad un nuovo pubblico e lo fa in modo preciso, semplice ed altamente esplicativo tanto che anche chi ha una conoscenza della fisica ( o del metodo scientifico) base o minima riesce a comprendere. Il libro, nonostante sia molto breve, è ricco di conoscenza e trasmette molto al lettore. Il lessico è accessibile anche a chi non si è dedicato a studi fisici e i passaggi logici sono spiegati in modo semplice ed incisivo. Nel complesso è incisivo, attuale, coinvolgente, preciso, esplicativo e allo stesso tempo semplice e, nonostante la grande quantità di nozioni fisiche e scientifiche, non ne risulta una lettura pesante.

      Amico Matteo Liceo Scientifico " G. Alessi " ( Perugia , Umbria )

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“In un volo di storni” è un saggio redatto dal fisico italiano Giorgio Parisi, figura vincitrice di innumerevoli premi e riconoscimenti nazionali e internazionali per i preziosi contributi apportati allo sviluppo delle discipline scientifiche. L’opera, nata in seguito ad una chiara e puntuale rielaborazione di interviste, testi e articoli precedentemente pubblicati dall'autore, affronta tematiche relative alla fisica moderna, prestando particolare attenzione all'analisi dei sistemi definiti “complessi". Con questo termine si fa riferimento ad un vasto insieme di componenti variabili e fortemente interconnessi nell’evoluzione spaziale e temporale del sistema stesso. Tali componenti, seppur regolati singolarmente da leggi semplici, presentano un comportamento collettivo di difficoltosa analisi. Obiettivo della fisica diviene quindi la comprensione del rapporto esistente tra le leggi macroscopiche che interessano il sistema nella sua interezza e le regole microscopiche che governano gli elementi costitutivi del sistema stesso. In virtù della complessità dei sistemi analizzati, come ad esempio uno stormo di storni in volo o la struttura di un vetro di spin, si rende necessario coadiuvare l’auspicabile ed essenziale intuizione matematica con lo sviluppo di un metodo rigoroso volto all’acquisizione di nuove conoscenze. Tale metodo, la cui ricerca, storicamente, ha interessato filosofi e intellettuali del calibro di Bacone, Cartesio e Galilei, consta dell’ideazione dell’esperimento, della raccolta e dell’analisi dei dati, della formulazione di un modello matematico che possa coniugare accuratezza e complessità e dell’interpretazione conclusiva dei risultati ottenuti. Tali risultati sono stati resi possibili dall’utilizzo di metodi di ricerca di carattere quantitativo: questi prevedono l’acquisizione di una notevole mole di dati statistici e strutturati utili alla formulazione di delicate conclusioni teoriche.
Come è intuibile, lo studio di sistemi dinamici è caratterizzato da una natura fortemente interdisciplinare: è dunque essenziale promuovere la formazione di figure professionali nuove ed originali, capaci di fondere armonicamente conoscenze scientifiche, abilità e competenze provenienti da settori apparentemente differenti tra loro. In una società i cui caratteri sono sempre più simili a quelli di un sistema complesso è auspicabile l’abbattimento delle barriere esistenti tra i vari ambiti della conoscenza al fine di poter dare origine ad un sapere che sia fertile, fecondo e soprattutto condiviso. Le discipline scientifiche, contrariamente a quanto affermato da Aristotele, non dovrebbero più essere considerate come sole scienze “teoretiche” statiche e immutabili, bensì dovrebbero comunicare tra loro per divenire sempre più utili allo sviluppo politico, economico e sociale della collettività. Questa integrazione tra scienza tradizionalmente intesa come conoscenza della realtà fine a sé stessa e tecnica, tuttavia, necessita di particolare attenzione, prima culturale e solo successivamente finanziaria, da parte degli organi governativi. Affinché la scienza e la ricerca, che sono anch’esse sistemi complessi, si affermino come patrimonio culturale della nazione (come si evince dalla lettura dell’articolo 9 della nostra Costituzione), occorre formare ed informare la popolazione sull’importanza, sulla funzione e sul ruolo che il connubio scienza-tecnica riveste nello sviluppo storico e non solo dell’umanità.

      Campanile Emma Liceo Scientifico Galileo Galilei ( Perugia , Umbria )

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“Quando sei curioso e vorresti sapere la risposta alle tue domande, incominci a cercare. ... Quando sei fortunato, trovi le risposte, ma quando le risposte non ci sono, perché nessuno le conosce, se sei veramente curioso inizi a domandarti se non dovresti essere proprio tu a trovare la risposta” (pag. 8)

A Parisi basta questa manciata di parole per definire la differenza tra scienziati e studiosi passivi, i primi dotati di una insaziabile curiosità non placabile da una disinteressata ricerca in rete ma che necessita, come egli stesso scrive, di “immaginare o fare ciò che nessuno ha mai fatto prima”

Nato dalle interviste di Anna Parisi, “In un volo di storni” tratta argomenti pubblicati su piattaforme e riviste scientifiche inerenti agli studi che hanno consentito a Giorgio Parisi di ricevere il premio Nobel nell’ottobre del 2021, e riadattati nel linguaggio divulgativo proprio di un libro.

Questo volume, diviso in otto capitoli e condensato in poco più di un centinaio di pagine, è il prodotto finale di anni di ricerca sulla fisica teorica, nel quale vengono riportati gli esperimenti più significativi che l’autore ha effettuato alternati ad episodi aneddotici personali, rendendo la lettura leggera e scorrevole.

Il titolo del libro riprende l’argomento del primo capitolo, ovvero lo studio del volo degli storni, tema accattivante che attira da subito l’attenzione del lettore. Parisi illustra, passo dopo passo, tutte le fasi che hanno caratterizzato il suo percorso di analisi, partendo dalla realizzazione di complessi modelli in 3d al computer, coinvolgendo fisici statistici, ornitologi, fotografi, fino ad arrivare, nell’arco di alcuni anni, ad una tesi chiara e comprensibile sul comportamento tra i componenti dello stormo.

Dal terzo capitolo in poi il focus si sposta sempre di più sul campo scientifico in cui l’autore è specializzato, iniziando a sviscerare temi più tecnici come le transizioni di fase ed i vetri di spin, riuscendo a riportare questi argomenti particolarmente ostici in un formato perfettamente digeribile dal lettore medio senza un eccessivo sforzo intellettivo.

Svariate pagine sono poi dedicate a descrivere i processi di astrazione effettuati durante gli studi scientifici, come l’uso delle metafore per spiegare la correlazione tra sistemi complessi e fenomeni elementari. Questo metodo di “semplificazione” dei concetti più ardui da visualizzare è uno stadio essenziale nello studio scientifico, e viene evidenziato dall’autore attraverso l’uso squilibrato dello sforzo intellettivo nei vari momenti della sperimentazione (“in fisica e in matematica è impressionante la sproporzione tra lo sforzo per capire una cosa nuova per la prima volta e la semplicità e la naturalezza del risultato una volta che i vari passaggi sono stati compiuti” - pag. 19)

Nell’arco del libro l’autore presenta il suo metodo di lavoro come una concatenazione di idee più o meno rilevanti chiamata “microcreatività” indispensabile per far avanzare il processo di ricerca, facendo rendere conto al lettore di come, dietro ad ogni cambiamento in un qualsiasi tipo di fenomeno possano risiedere migliaia di domande, alcune delle quali risolte, ma molte ancora oggi lasciate senza risposta.

Per tutti coloro che vogliono immergersi nel mondo della fisica ma sono intimiditi dalla classica austerità con cui la materia viene abitualmente presentata, l'aggiunta di questo libro sul proprio scaffale è sicuramente un buon punto di partenza.

      Centi Alessia Liceo Scientifico Galileo Galilei ( Perugia , Umbria )

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Può essere difficile individuare un sistema complesso nelle ammalianti immagini che evocano gli stormi di storni nei cieli di Roma; tuttavia è proprio attraverso lo studio dei loro movimenti che Giorgio Parisi nel suo libro “In un volo di storni” ci illustra le meraviglie dei sistemi complessi. Ogni uccello, un po' come un musicista in un’orchestra, ha un ruolo preciso ed essenziale; ma sono le interazioni tra di loro che creano lo stormo, o l’armonia. E più musicisti si aggiungono più aumenta la complessità del brano.

Molto interessante è stata la riflessione su come nascono le idee, queste “spesso sono come un boomerang: partono in una direzione ma poi vanno a finire altrove”. Questo fenomeno viene chiamato serendipità, ed è ciò che ha portato Colombo a scoprire le Americhe mentre voleva raggiungere l’India, oppure Parisi a formulare la teoria dei vetri di spin mentre stava studiando un problema del tutto differente. A volte infatti quando si affronta un problema all’apparenza insolvibile la miglior cosa da fare è accantonarlo, lasciar sedimentare le idee, persino dimenticarsene, così un giorno, forse, mentre si è presi a fare tutt’altro, arriverà finalmente l’illuminazione. A volte le idee nascono così, per caso, un po' come Einstein che dopo aver osservato un imbianchino cadere dal terzo piano di un palazzo ha avuto “l’intuizione più felice della sua vita”, e il giorno dopo ha iniziato a scrivere la dimostrazione della teoria della relatività.

Uno dei più importanti oggetti di studio di Parisi sono proprio i vetri di spin; leghe di metalli e ferro che allo stato liquido colano lentamente, come il miele, i vetri o la cera. Comportamenti come questi non si spiegano tanto facilmente ma è necessario ingrandire la lente e indagare nel microscopico. Da vicino uno spin non è altro che una piccola freccetta rivolta verso lo spin che più gli sta simpatico, ovvero con cui stringe un legame ferromagnetico. Mostrerà invece le spalle allo spin che gli sta più antipatico stringendo con lui un legame antiferromagnetico. Per questo gli spin sono un po' come noi uomini.

Ma Parisi ci racconta che la scienza non è solo miele che cola, racconta le difficoltà e i dubbi della sua vita da ricercatore, racconta la frustrazione di quando la matematica, i numeri, tornano ma non hanno senso fisicamente, sono lontani dalla realtà. Perché per quanto la scienza si impegni a portare ordine e regole il mondo in cui viviamo non è altro che un enorme sistema complesso e disordinato.

Insomma, tra le pagine di “In un volo di storni” Parisi ci mostra frammenti di una vita dedicata all’indagine del mondo, si emoziona descrivendo il lampeggiare dell’intuizione fisica e matematica, ricorda con nostalgia i regoli, i conti a mano e gli enormi e inaccessibili computer nei sotterranei dell’Università di Roma. Riflette soprattutto su cosa sia fare scienza; scienza è portare ordine nel disordine, trarre regole semplici da realtà complesse. E poi la scienza stessa è un fenomeno collettivo; proprio come un uccello all’interno dello stormo ogni scienziato fa la sua parte: aggiunge un’idea, formula nuove ipotesi o mette in dubbio quelle degli altri. Ma è solo insieme che gli scienziati possono finalmente spiegare le ali e creare un qualcosa, un’immagine nel cielo.

      Rocchi Giovanni Liceo Scientifico Galileo Galilei ( Perugia , Umbria )

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Giorgio Parisi, vincitore del premio Nobel per la fisica nel 2021, spiega i comportamenti collettivi complessi invitando il lettore ad alzare gli occhi al cielo di Roma. “In un volo di storni”, il titolo del suo meraviglioso ed illuminante libro, nello studiare il modo di volare collettivo degli storni spiega l’importanza delle interazioni tra i singoli uccelli dello stormo, per capire come ogni singolo elemento interagisce con il collettivo, interazione fondamentale per potersi muovere all’unisono in modo coerente con tutto il gruppo di cui esso è parte. E’ sorprendente vedere come lo stormo si muove e come ad ogni virata l’informazione corre velocissima tra gli uccelli vicini.
Capire questo legame tra comportamenti individuali e comportamenti collettivi, capire come una moltitudine di individui si possa influenzare a vicenda è interessante non solo nel campo della fisica o della biologia, ma anche nel campo delle scienze umane per comprendere i fenomeni economici e sociali.
I fenomeni collettivi che si osservano nelle transizioni di fase delle sostanze, come l’acqua che cambia forma quando cambia la temperatura, ci permettono di comprendere come il comportamento dei singoli atomi influenza il comportamento del sistema, ed anche grazie all’intuizione della minimizzazione dell’energia si è capito che in natura un oggetto, libero di muoversi, cercherà di raggiungere la sua posizione di minima energia fino a trovare un punto di equilibrio.
Nasce da un’intuizione, quella degli spin, anche l’elaborazione della teoria dei vetri di spin. Gli spin sono i campi magnetici elementari di ogni particella del sistema. La forza che esiste tra gli spin farà sì che essi tendano ad allinearsi nello stesso verso, ma al variare della temperatura qualche spin si posizionerà in senso contrario rispetto agli altri. Le transizioni magnetiche comportano la transizione da una fase ordinata a una fase disordinata. E’ stato complicato, ma alla fine si è capito che in un sistema disordinato a basse temperature esistono un numero elevato di fasi contemporaneamente, a differenza di un normale sistema fisico che è in una sola fase (l’acqua difatti non può essere contemporaneamente nello stato liquido e gassoso). A volte le soluzioni arrivano quando meno te lo aspetti, ma capire questo è stato un grande passo avanti per la fisica, un passo che spalanca le porte ai sistemi disordinati.
Il mondo reale è complesso e disordinato, molti fenomeni del mondo reale possono essere descritti da un elevato numero di elementi che interagiscono tra loro, ed il disordine nasce quando esistono elementi che si comportano in modo diverso dagli altri.
E’ l’intuizione che nasce da un pensiero inconscio frutto di un processo di incubazione, Eureka!, l'idea, il guizzo, il genio, il punto di partenza di quasi tutte le scoperte scientifiche. La scienza è un enorme puzzle, come ci suggerisce lo stesso Parisi, e ogni contributo scientifico rappresenta una tessera aggiunta, così che chi verrà dopo arrampicandosi sulla schiena dei suoi predecessori riuscirà a vedere ancora più lontano.

      Scanga Alessia Liceo Scientifico " G Marconi " Di Foligno ( Foligno, Umbria )

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“In un volo di storni” si configura come viaggio autobiografico dell’autore che ripercorre le tappe significative della propria vita privata e professionale intervallate da riflessioni scientifico-introspettive. Il libro, articolato in otto capitoli, ciascuno dei quali accompagnato da un commento esplicativo, esordisce con un parallelismo sintattico tra mondo animale e fisica delle particelle, argomentando ampiamente i legami alla base della cinetica collettiva tra fisica teorica, sperimentale e statistica. Il testo scientifico evolve in una rassegna della fisica teorica delle particelle a partire dall’analisi dei movimenti di massa: dalla teoria capostipite della fisica microscopica degli elementi costitutivi, acqua-aria-terra-fuoco, a protone e neutrone, alla teoria delle stringhe, ai passaggi di stato di primo e secondo ordine, alle classi di universalità. Ruolo dello scienziato è ricercare, abbracciando i sistemi complessi dei fenomeni, le interazioni fondamentali in un unico quadro teorico che riconduca ad un massimo comune denominatore i fenomeni fisici attraverso la costruzione di modelli sintetici. Il sistema delle interazioni è riconosciuto elemento fondamentale per la comprensione dei fenomeni psicologici, sociali ed economici, come dimensione della ricerca nel lavoro di collaborazione tra scienziati, come rapporto tra pensiero e linguaggio. La riflessione filosofica che sottende l’intera narrazione raggiunge l’acme quando l’autore si sofferma a parlare del linguaggio scientifico e del senso della scienza; se la Fisica deve necessariamente dismettere il linguaggio metaforico che la accomuna a tutte le attività umane per esprimersi con l’oggettività propria del linguaggio matematico, dall’altro la scienza deve comunicare i propri valori: quali? L’amore per la cultura, la passione per la ricerca, l’indipendenza dalle strumentalizzazioni sociali, politiche, economiche, ideologiche,la responsabilità di avvicinare tutti gli uomini, non escludere quelli che non posseggono le conoscenze ed i linguaggi della matematica e non hanno fatto studi di natura scientifica. Insomma, il senso della scienza è essere democratica, non elitaria, inclusiva, non selettiva, partecipativa, non esclusiva: questo si chiama etica della ricerca scientifica, missione dello scienziato, amore per l’umanità.

      Grigolo Susanna I.i.s. G.b. Ferrari ( Este, Veneto )

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Ridurre a un unico concetto ciò che Giorgio Parisi trasmette con questo libro è davvero difficile. È come avere tra le mani un grande contenitore. Dentro troviamo idee, scoperte, aneddoti, raccontanti direttamente dal vincitore del Noble per la fisica.
L’autore dà l’idea di parlare in modo amichevole, cercando di semplificare i difficili concetti della fisica, raccontando del lungo percorso per arrivare al punto in cui siamo ora, di quanto duro lavoro abbia fatto chi ci ha preceduto per arrivare a una formula o dimostrazione, che noi ora diamo per scontata.
Più che il lato complesso ci mostra il lato sorprendente della matematica. Quello che la rende bella da sapere, da capire, ma soprattutto da scoprire. Perché potrà essere tenuta in piedi da grandi studiosi, ma anche da persone a cui vengono illuminazioni folli per caso in momenti del tutto inaspettati, o da chi ha davvero voglia di capire cosa c’è dietro quel punto di domanda.
Discussa è anche la forza che abbiamo noi esseri umani di dare forma a una soluzione dal nulla, direttamente dalla parte di pensiero che c’è prima della formulazione in parole: il cosiddetto ragionamento inconscio. Talvolta fondamentale per un idea geniale, come dimostra attraverso sue esperienze, ad esempio quando nella sua vasca da bagno, fissando le mattonelle, gli sia venuta in mente una delle sue idee migliori. Porta a pensare alla genialità e misteriosità dell’essere umano. Non comprendiamo il pensiero inconscio; eppure, è cruciale per nuove scoperte.
Parisi fa anche riflettere il lettore sulla scienza come parte fondamentale delle nostre vite, un qualcosa di grande che col tempo siamo riusciti a domare e che tutti dovrebbero avere la possibilità di conoscere. Come dice lui, molte volte sono gli stessi scienziati a proporla come una cosa per pochi. Se non hai quell’intuizione, quella mente scattante dei grandi premi Noble allora probabilmente sono cose che non potrai mai capire. Spesso uno studente si può trovare in difficoltà finché non arriva un buon insegnante che spiega i concetti in modo semplice e lo fa sentire di colpo più sveglio. Di ciò Parisi sottolinea l’importanza: porre la scienza come qualcosa di accessibile anche a chi non ha studiato materie scientifiche. Non andremo avanti grazie alla poca percentuale di più intelligenti, ma più probabilmente se ci saranno più persone disponibili a continuare ciò che loro hanno iniziato. O chi lo sa, scoprire qualcosa in più. Ogni scoperta anche se minima è fondamentale per ciò che poi verrà. Chiunque scopra qualcosa in fondo non potrà essere del tutto dimenticato, perché quelli che verranno dopo prenderanno le sue scoperte e ci faranno qualcosa di ancora più grande.
Più aumenta ciò di cui siamo a conoscenza, più nuovi dubbi e domande sorgono. E per più domande servono più persone a cui passare la palla una volta trovato il proprio limite.
Leggendo questo libro si intuisce una cosa che spesso gli insegnanti dimenticano di dirci: non c’è solo la parte complicata delle cose, c’è anche l’illuminazione, il dialogo, la soddisfazione finale. Anche le cose più complesse dietro hanno una storia affasciante…bisogna solo impiegare un po’ di tempo in più per scoprirla tutta.
“quando le risposte non ci sono perché nessuno le conosce se sei veramente curioso inizi a domandarti se non dovresti essere proprio tu a trovare quelle risposte/nessuno ti può dare la certezza del successo”. Ci si può provare e potrebbe anche andare male. Ma se invece andasse bene.