Responsive image

Vincitori Premio Asimov Edizione VI 2020 - 2021








La natura geniale


      Cocciolone Simone Iis Amedeo D' Aosta ( L' Aquila, Abruzzo )

Leggi recensione     
Con la locuzione latina “Immota Manet” (letteralmente “rimane immutata”), nelle sue Georgiche, Virgilio celebra la capacità della quercia di radicarsi fortemente nel terreno e di rimanere ferma; tale espressione potrebbe riassumere perfettamente la capacità con cui le piante riescono ad adattarsi nel loro habitat. Nel suo libro di esordio Barbara Mazzolai, pluripremiata e autorevolissima biologa italiana (nel 2015 inclusa dal Robohub tra le 25 donne più geniali del settore) fornisce una panoramica dei risultati fino ad oggi ottenuti, sia nella ricerca, sia in ambito applicativo, di uno dei settori tra i più innovativi della robotica, quello ispirato appunto alla natura e in particolare alla biologia delle piante. Fin dalle prime pagine, il saggio assume il ruolo di promotore per una quotidiana collaborazione tra dispositivi robotici di varia natura e esseri umani. Il filo conduttore che l’autrice propone al lettore è un percorso che parte dalla riflessione su quella che è la finalità ultima che il robot è destinato ad assolvere, e cioè quello di porsi al servizio della massima aspirazione umana, bramosa di curiosità e conoscenza nonché animata dall’irrefrenabile desiderio di esplorare e scoprire; per arrivare all’avvento di una robotica rinnovata e ispirata al mondo vegetale, che ha fatto della staticità il fulcro della propria crescita. “La natura geniale” si presenta come un libro divulgativo caratterizzato dalla spiccata capacità di stimolo del lettore. L’autrice si fa portavoce dei problemi ai quali è esposto il nostro ecosistema, ponendosi l’obiettivo di salvaguardarlo abbattendo qualsiasi ostacolo tra il mondo tecnologico e quello naturale. Pur non mancando di rigore scientifico, il testo risulta scorrevole e caratterizzato da un’analisi approfondita e dettagliata, con frequenti descrizioni delle prime soluzioni applicative di robot di nuova concezione, che hanno visto nella stessa Barbara Mazzolai una delle maggiori protagoniste. L’autrice riesce a illustrare concetti di difficile comprensione ai più (biologia, biorobotica, fisica, etc…) con estrema semplicità, e a trarne giovamento è sicuramente la sua accessibilità anche nei riguardi di un pubblico più comune. Per concludere, altri punti di forza si riscontrano nell’eleganza e nella chiarezza espositiva della scrittura, che oltre a permettere una lettura agevole, conferiscono al testo un ritmo coinvolgente in grado di trascinare con sé il lettore pagina dopo pagina.

      D' Emilio Chiara Liceo Scientifico " Leonardo Da Vinci " ( Pescara, Abruzzo )

Leggi recensione     
Ho scelto di leggere questo libro perché mi ha colpito in primo luogo il titolo “La natura geniale: come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta”. L’autrice è la biologa Barbara Mazzolai. Nel 2012 è stata coordinatrice del progetto europeo che ha dato vita al primo robot pianta al mondo, il plantoide e nel 2015 la comunità scientifica l’ha inclusa tra le 25 donne più geniali del settore. Oggi è a capo del progetto GrowBot per la creazione di robot in grado di arrampicarsi e adattarsi all’ambiente circostante. È proprio il plantoide il “protagonista” principale di questo libro.
Il libro si apre con una citazione di Leonardo Da Vinci:
“Come per tutt’i viaggi si po' imparare. Questa benigna natura ne provvede in modo che per tutto il mondo tu trovi dove imitare”
Da questa citazione l’autrice viene ispirata per condurre il lettore nel mondo della biorobotica, un mondo ancora sconosciuto, fatto di esseri viventi e di soluzioni artificiali. Nel libro l’autrice illustra una serie di ricerche scientifiche ispirate alla natura e come queste ricerche si trasformano in vere e proprie applicazioni. Per citarne solo alcune: il becco del martin pescatore, appuntito e aereodinamico, è modello ispiratore del treno Shinkansen, il comune polpo con i suoi tentacoli e le micro-ventose ha suggerito la realizzazione del braccio robotico Octopus. Ispirata dalla forma di una tartaruga marina, l’autrice ci fa conoscere la simpatica robot Madeleine, nuotatrice ed esploratrice dei fondali marini, dall’osservazione del geco invece è nato il robot StickyBot. Questi sono solo alcuni, ma in realtà il libro, è un continuo susseguirsi di indagini, esperimenti, studi e riflessioni che hanno indotto gli scienziati a fare della natura un vero e proprio laboratorio. Ad incuriosire il lettore arrivano anche altri due protagonisti del libro, gli umanoidi Paro, e i-Cube, robot creati ad immagine dell’essere umano. Nella parte finale, l’autrice si sofferma sul mondo vegetale e spiega che anche le piante possono essere fonte di idee: dall’osservazione della radice che cresce e penetra nel terreno o di un ramo che si allunga, nasce e si sviluppa il progetto del plantoide, il primo robot capace di crescere, modificarsi e adattarsi come fanno le piante.
L’autrice scrive in prima persona, utilizza un linguaggio tecnico-scientifico, articolato, ma allo stesso tempo comprensibile. È molto meticolosa nelle sue descrizioni e riesce a catturare facilmente l’attenzione; usa fotografie che permettono di cogliere tutte le analogie descritte tra i robot e la natura. Questo rende la lettura anche più piacevole. Ho apprezzato il libro perché molto coinvolgente, ci insegna a guardare e “osservare” con attenzione il mondo che ci circonda nel rispetto del metodo scientifico che Galileo Galilei ci ha lasciato in eredità.
Dalle pagine del libro possiamo percepire lo sguardo curioso dell’uomo-scienziato che osserva gli esseri viventi per poterli comprendere e imparare ad imitarli: questo libro vuole essere un messaggio per tutti: “è vero sì, la natura può insegnarci tanto, basta guardarla con occhi diversi e cogliere quella luce speciale che la rende unica, ma la natura deve essere soprattutto rispettata.” In molti passaggi del testo, l’autrice richiama l’attenzione su un senso di responsabilità e di civiltà che spesso l’uomo trascura, ma al tempo stesso riesce ad infondere nel lettore una nuova idea di natura, non più inerme, immobile, inerte, bensì “viva”.

      Di Marco Chiara Liceo Scientifico " G. Galilei " ( Pescara, Abruzzo )

Leggi recensione     
La natura geniale- come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta
Barbara Mazzolai, Ed. Longanesi, 2019

Prima di leggere il libro “La natura geniale” di Barbara Mazzolai non mi ero resa conto di quanto la natura fosse perfetta nelle sue imperfezioni, e di come sia stata in passato e fino ad adesso un grandissimo modello scientifico in molteplici campi, quali la robotica, l’ingegneria e la medicina. Siamo costantemente circondati da meccanismi intelligenti, nella maggior parte dei casi molto più di quelli artificiali. La struttura corporea degli animali, degli umani e delle piante, le loro funzioni, le reazioni agli stimoli e il movimento, sono tutti la dimostrazione di una natura perfetta, “geniale” per l’appunto. Sapevate, per esempio, che la Torre Eiffel è stata progettata imitando la struttura del femore umano, efficientissimo per sorreggere pesi di una certa quantità? Oppure che la forma del treno giapponese Shinkansen, il cosiddetto treno proiettile, è uguale alla struttura aerodinamica del becco del martin pescatore?

L’autrice Barbara Mazzolai, biologa e dirigente del Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera, affronta un argomento originale e poco diffuso: la biomimetica e l’utilità dei modelli naturali per la progettazione di macchine che possano aiutare l’uomo a svolgere attività manuali di grande difficoltà e dal grande dispendio energetico. In particolare il progetto più famoso al quale ha partecipato nel 2012 è stata la realizzazione di un plantoide, un robot con le stesse caratteristiche e funzionalità di una pianta. Anche se è impossibile osservarli direttamente, i vegetali crescono per mezzo del movimento, e riescono ad adattarsi all’ambiente grazie ai numerosi stimoli captati dalle radici e dai rami. Sono dotati di un’intelligenza distribuita a tutta la pianta e riescono ad essere addirittura altruisti! In caso di carenza, scambiano tra loro sostanze per mezzo del suolo, creando una vera e propria rete naturale. Il loro lentissimo movimento quasi del tutto impercettibile ha fatto sì che si diffondessero, in passato ma come ancora adesso, scetticismo e pregiudizi sulle loro capacità funzionali. Eppure Barbara Mazzolai è riuscita, secondo me, a dimostrare il contrario nel miglior modo possibile.

L’autrice spiega la natura delle piante e la loro importanza nel campo della robotica con termini semplici e del tutto comprensibili. Anche se non si conosce nulla in materia si è in grado di capire interamente, a parte per qualche piccolo meccanismo un po’ più tecnico, il mondo della natura, i processi vegetali e il funzionamento dei robot bioispirati. Espone, dunque, alcune delle curiosità più interessanti su progetti di biomimetica con l’aggiunta di immagini che semplificano la lettura. Oltre a trattare, quindi, un argomento originale e davvero interessante, il saggio rende i lettori consapevoli di ciò che li circonda.
Questo libro ha cambiato profondamente il mio modo di osservare un albero, di guardare una pianta rampicante, di vedere la forma delle foglie, di camminare sui marciapiedi inondati di radici. Consiglio vivamente a tutti di leggerlo, perché il nostro pianeta è una ricchezza naturale e il saggio rende consapevoli di ciò che l’uomo ha distrutto negli anni per egoismo e voglia di ricchezze, con l’obiettivo di renderci più responsabili di fronte al pensiero di un futuro verde.

      Teodoro Lorenza Liceo Scientifico " G. Galilei " ( Pescara, Abruzzo )

Leggi recensione     
LA NATURA GENIALE: COSA CI RISERVA IL FUTURO?
Apro il portatile, lo schermo si illumina, inizio a digitare. Accanto a me sta passando il robot aspirapolvere. È lui che mi ha fatto tornare alla mente il libro, pubblicato nel 2019 dalla casa editrice Longanesi, “la natura geniale”, di Barbara Mazzolai, biologa e direttrice del Centro di micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera. Insieme alla sua squadra, ha realizzato il primo Plantoide, robot ispirato al mondo vegetale. Ed è proprio di questo rapporto fra la natura e la tecnologia umana, il cui sviluppo è ancora agli inizi, che l’autrice ci parla, in un’opera che, con appena 168 pagine, riesce facilmente ad introdurre i lettori al mondo della biomimetica, cioè allo studio delle strutture e dei processi biologici con l’obiettivo di sintetizzare artificialmente prodotti che imitino la natura.
Per la sua struttura ricca di compartimentazione, anche interna ai capitoli, e di immagini esemplificative, il testo è facilmente fruibile da tutti. Il linguaggio semplice, non avaro tuttavia di termini tecnici, ne permette la comprensione ad un ampio pubblico. L’altra faccia della medaglia, però, consiste nel fatto che non è possibile approfondire un argomento, per quanto siano comunque presenti riferimenti a testi più specifici. La grande quantità di esempi pratici, legati alla vita quotidiana o a specie ampiamente conosciute, (come gechi e formiche), aiutano ad avvicinare i lettori ad una realtà che sembra far parte di un romanzo di fantascienza, ma è a portata di mano. L’autrice si propone quindi di far capire che facciamo tutti parte del mondo ed è necessario comprendere le altre specie, animali e vegetali, per poter vivere in armonia. E trarne ispirazione, per fare del bene all’umanità, attraverso la realizzazione di robot che aiutino in situazioni di pericolo o per la ricerca. Ma sono necessari impegno, dedizione, curiosità ed interesse. Proprio noi, esseri limitati ma con una forza d’animo incomparabile, possiamo prendere spunto dagli straordinari meccanismi della natura, come la capacità di adattamento delle piante o le incredibili abilità nello scambio di informazioni, che hanno permesso loro di sopravvivere a lungo e proliferare in tutti gli ambienti, rendendole particolarmente adatte come modello. Robot biomimetici, perfezionati col tempo, potranno essere utili in diversi settori: dalla compagnia ad anziani e bambini, allo studio della natura in modo non invasivo; dalla sostituzione degli esseri umani per i lavori più gravosi e pericolosi, al campo medico. Perché tutto è possibile, bisogna solo provarci.
Credo che l’obiettivo principale di ogni libro sia andare oltre il libro stesso, e sopravvivere nell’animo del lettore attraverso l’ispirazione che dà e le idee che esprime, fino a mescolarsi e ad amalgamarsi nei ricordi. È bello pensare che forse un giorno, osservando la natura, si arriverà alla comprensione e replicazione di meccanismi complessi che permetteranno di migliorare la vita di tutti e sono convinta che, perché ci si arrivi, siano necessarie curiosità e passione, che possono nascere in qualunque luogo, persino nelle pagine di un libro.
Anche se ogni giorno facciamo un passo avanti nella scoperta di cosa avverrà dopo, non possiamo sapere dove ci porterà tutto questo. Non siamo che un granello nell’universo, un secondo nella storia del mondo, ma chi sa cosa ci riserverà il futuro?

      Zanasi Francesco Liceo Scientifico " G. Galilei " ( Pescara, Abruzzo )

Leggi recensione     
E’ possibile che un geco possa aiutare lo sviluppo tecnologico di un innovativo scotch che regge fino a 300 kg di peso? Come può un martin pescatore stravolgere la progettazione di un treno che supera i 300 km/h? O ancora, cosa hanno da insegnarci le piante rampicanti?
Questi sono solo alcuni aspetti che vengono trattati ne “La Natura Geniale”, edito da Longanesi nel 2019, un saggio particolare e agile che si propone di informare il lettore su quanto gli organismi viventi possono insegnare ai robot come aiutare l’uomo nelle azioni quotidiane e soprattutto sulla necessità di apprendere e non prendere dalla natura. La soluzione non è scontata e l’autrice Barbara Mazzolai ne è perfettamente al corrente. Biologa con dottorato di ricerca in ingegneria, è inclusa nelle 25 donne più geniali nel settore della robotica; qui è all’esordio come autrice. Con uno stile divulgativo e accattivante, lontano da troppi tecnicismi che impedirebbero di rivolgersi a un pubblico numeroso, la Mazzolai propone una carrellata di esempi, coadiuvati da molte immagini, di quanto sia efficace l’emulazione del mondo animale e vegetale. Tutto ruota attorno alla capacità di animali e piante di adattarsi continuamente all’ambiente che li circonda. Questa è la grande sfida che l’ingegneria biomimetica (e la Mazzolai in prima persona) è chiamata ad affrontare: infatti, se da una parte la totalità dei robot attuali riesce perfettamente ad assolvere i propri compiti, d’altro canto al mutare dell’ambiente esterno questi trovano ancora difficoltà a riadattarsi. E proprio questo aspetto deve essere mutuato dalle piante: attraverso molti esempi tra cui i rampicanti oppure le ancora più versatili radici delle piante, viene dimostrato come queste riescano ad interfacciarsi con le condizioni esterne e con altre piante, creando una interconnessione definibile come “rete verde”. Fulcro del discorso è il futuro impiego di robot bioispirati in campi che spaziano da quello medico alla ricerca scientifica vera e propria, e questo è forse il punto più delicato. Nonostante le innovazioni tecnologiche, una macchina rimane sempre e comunque una macchina, con i suoi pro ed i suoi contro. L’autrice è del tutto consapevole del diffuso scetticismo, il quale spazia dagli apocalittici, che sostengono che i robot prenderanno il sopravvento, ai dubbiosi, che ritengono che questi ruberanno il lavoro. In ogni caso sostiene che sia un processo ormai inevitabile e che i robot, se usati con parsimonia e sempre coadiuvati e supervisionati dall’uomo, aiuteranno quest'ultimo in tutta una serie di azioni quotidiane e non. Scorrevole e di facile comprensione, grazie all’utilizzo di un linguaggio medio è adatto anche a chi si interfaccia per la prima volta ad un tema scientifico e che spesso non ha la giusta preparazione, aiutato pure dalla ricca quantità di immagini presenti. Nel complesso La Natura Geniale è un saggio piccolo nelle dimensioni e nel prezzo che, seppur poco spendibile nella vita pratica per i temi trattati, lavora e leviga da dentro cambiando l'atteggiamento mentale, il tutto con il principale obiettivo di far conoscere la scienza, affinché diventi un qualcosa di concreto ed utilizzabile.

      Nolè Donatella Liceo Classico " Quinto Orazio Flacco " ( Potenza, Basilicata )

Leggi recensione     
Il libro letto, dal titolo La natura geniale, è stato scritto da Barbara Mazzolai, che oltre ad essere una scrittrice, è anche una biologa, ed è la direttrice del centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontendera. Si occupa della ricerca nei campi della biomimetica e della robotica bioispirata, ha inoltre coordinato il progetto e la realizzazione del plantoide, ovvero il primo robot ispirato al movimento delle radici delle piante. La natura geniale è il suo primo libro, pubblicato nel 2019 e appartenente al genere della divulgazione scientifica. Questo libro gioca un ruolo importante riguardo all’informazione ai lettori su tematiche quali: i robot (specialmente quelli bioispirati), la natura, e il forte legame che li unisce, sfatando numerosi pregiudizi e aprendo gli occhi al suo pubblico sull’importanza che questi robot possono avere nella vita di tutti i giorni. Inoltre, l’autrice vuole anche far notare quanto sia particolare il mondo delle piante e quanto noi come esseri umani tendiamo a sottovalutarlo, reputandolo come inferiore solo perché ha diversi modi di esistere e di comunicare. Lo stile con cui la Mazzolai scrive è molto chiaro e lineare, destinato a raggiungere anche chi non è per niente esperto nel campo della robotica: vengono forniti molto spesso esempi pratici riscontrabili nella realtà di tutti i giorni, come quello che viene presentato nell’ultimo capitolo per spiegare il concetto di circumnutazione che mette in analogia questo particolare movimento delle piante con quello che viene compiuto da noi per piantare un ombrellone nella sabbia. Personalmente, ho interpretato la lettura di questo libro come una piacevole scoperta: fino ad ora avevo sempre trattato in modo superficiale il mondo delle piante, ignorando alcune caratteristiche molto affascinanti, come ad esempio il fatto che le piante potessero comunicare tra di loro attraverso un linguaggio silenzioso e per noi indecifrabile; oppure il fatto che tra di esse ci sia una sorta di solidarietà, come la Mazzolai scrive a pagina 110: “Gli alberi della foresta si aiutavano l’un l’altro, collaboravano, erano parte di un’unica rete”, facendo riferimento ad un esperimento condotto proprio per verificare se gli alberi potessero scambiarsi informazioni. Un altro concetto che ho trovato davvero sorprendente e molto vicino a noi è quello di “albero madre”, ovvero l’albero più anziano di tutti che si occupa di nutrire quelli più giovani che si trovano nel sottobosco e hanno meno accesso alla luce; e quando l’albero sta per morire, lo comunica alla sua “prole” che aumenta la sua resistenza in vista di pericoli futuri. Ciò mi ha davvero colpita perché di solito si tende a pensare al mondo naturale come incapace di stabilire rapporti così profondi, quando in realtà, a volte, sono gli uomini ad essere meno solidali tra di loro. Dunque, ho trovato questo libro molto istruttivo perché grazie ad esso ho imparato molto, sia sul mondo della natura che su quello dei robot; è stato un viaggio affascinante attraverso questi due mondi che sembrano così distanti da noi, ma che in realtà ci sono molto vicini. Ho davvero apprezzato le tematiche e il modo in cui sono trattate: è stato davvero una sorpresa perché non credevo che tali temi mi potessero interessare, e invece ne sono stata quasi rapita. Spero quindi che in un futuro non troppo distante, tutti possano conoscere bene e apprezzare due aspetti così importanti del mondo che ci circonda.

      Russillo Francesco Iis " Einstein-de Lorenzo " ( Potenza, Basilicata )

Leggi recensione     
CHE LA NATURA CI SALVI!
Quando più di qualche mese fa ho iniziato a leggere questo libro ero molto scettico, poiché non avevo mai letto niente di così avvincente e così mi sono avventurato in questo sentiero nuovo e assolutamente sconosciuto per me.
“La natura geniale” è il libro perfetto per chi vuole approcciarsi a tutto ciò che riguarda la robotica o per chi semplicemente vuole essere informato sui traguardi della scienza. Se pensate che nel sottosuolo su cui poggiamo sopra i nostri piedi non ci sia vita, allora vi sbagliate, perché dopo aver letto i tredici capitoli del libro della Mazzolai, posso affermare che c’è vita sotto le nostre scarpe. In quello che può essere definito un prologo del romanzo, vi è una citazione di Leonardo Da Vinci che rispecchia perfettamente lo spirito del libro: “Come per tutt’i viaggi si po’ imparare. Questa benigna natura ne provvede in modo che per tutto il mondo tu trovi dove imitare”. La cosa più impressionante è il linguaggio con cui viene scritto il libro. Quando si parla di un tema così particolare e maledettamente attuale, si deve per forza andare nello specifico, ma, a volte, si finisce per rendere il tutto più complicato e di conseguenza si arriva così ad un lettore/ascoltatore confuso e annoiato. Altra cosa che mi ha colpito di questo libro è che quando si pensa alla natura come fonte di ispirazione mi vengono in mente cose tipo: “La Gazza” quadro di Claude Monet oppure “Stagioni” album di Francesco Guccini. Tutte cose che comunque riguardano l’arte musicale e pittorica. Invece no, le piante possono essere fonte di ispirazione per la robotica e soprattutto hanno funzioni inimmaginabili e, a tal proposito, vi cito alcune di queste funzioni. Nel capitolo nove intitolato “Il movimento invisibile”, l’autrice parla di una radice che si allunga nel suolo alla ricerca di acqua e in questo capitolo (ma anche in altri) viene citato il discorso delle circumutazioni. Tale termine viene utilizzato per descrivere una classe di movimenti oscillatori generati dalle zone di crescita delle piante. L’autrice spiega come lei e la sua squadra siano riusciti ad imitare questi movimenti nei suoi robot.
In un altro capitolo viene citato Il “GrowBot”: un robot che prende ispirazione dalle piante rampicanti ed è un robot che con la sua crescita si adatta all’ambiente circostante, mutando così la propria morfologia. Un altro esempio che vorrei citare è quello del “plantonide” che, come caratteristica principale, ha quella di essere capace di muoversi attraverso la crescita proprio come le piante in natura. L’autrice ci spiega poi che la svolta nella creazione di questo robot è arrivata quando si è pensato di inserire all’interno dell’apice robotico una stampante tridimensionale in miniatura. Questo è il primo robot che cresce e cambia la sua morfologia proprio come la radice di una pianta, quindi i movimenti del robot sono uguali a quelli del suo modello biologico.
La natura è geniale e solo ora ce ne accorgiamo, speriamo di essere ancora in tempo per salvarla e farci salvare da essa!

      Zotta Ludovica Liceo Classico " Quinto Orazio Flacco " ( Potenza, Basilicata )

Leggi recensione     
Sono giunta in porto. La natura geniale partita da La robotica dalla natura per la Natura ha attraccato dopo varie tappe in un porto sicuro: formare le nuove generazioni e aprire le loro menti. Era questa la meta da raggiungere.
Ho con me gli appunti di navigazione stilati perché non perdessi la rotta anche se spesso ho rischiato il naufragio in terra sconosciuta. Un viaggio tra i più affascinanti ma anche tra i più impegnativi. Un’esperienza di scoperta del mondo della robotica, territorio battuto solo da scienziati e utilizzato in campo industriale o nei film di fantascienza.
Durante la prima fase di navigazione, ho avuto la possibilità di ammirare i robot bioispirati, gli animaloidi modellati sulle abilità degli animali. Mi imbatto in OCTOPUS, il robot che si ispira al polpo, in MADELEINE, il robot biomimetico la cui forma ricorda quella di una tartaruga marina. Visti da bordo essi acquistano un fascino particolare perché testimoniano che biologia e tecnologia possono legarsi in un circolo virtuoso di progresso della conoscenza. Procedendo nella traversata, ho cercato di conoscere meglio questo veliero, quasi una macchina del tempo in costante oscillazione tra natura e scienza, tradizione e innovazione. A tratti, esso mi è sembrato fermo, solo guardando verso poppa mi sono resa conto della lunga scia che aveva lasciato: StichyBot, il robot geco, capace di arrampicarsi su superfici verticali di ogni tipo, gli umanoidi o androidi, creati a somiglianza degli uomini, specchi di noi stessi, chiave per aiutarci a comprendere meglio la nostra natura, PARO, il robot a forma di cucciolo di foca, che produce miglioramenti relazionali e sociali nei pazienti anziani. Le vele tese mi fanno capire che il vento spinge il veliero verso uno scalo tra i più belli e interessanti: realizzare un robot ispirandosi alla biologia delle piante. Scopro il tempo lento degli alberi, così diverso dal nostro, mi affascina il Pinus longaeva, un Matusalemme, archivio della storia, dai piedi antichi e dalla testa giovane, per cui se parte della pianta ha cinquemila anni, i suoi apici, grazie alla sostituzione cellulare, mantengono a lungo la propria giovinezza.
Questo elisir di lunga vita è stato tradotto in un Plantoide, un robot che, a seconda dei sensori delle punte, potrebbe essere usato in agricoltura o in medicina. Perché le piante sono intelligenti, si scambiano informazioni, fanno rete, come avviene tra la betulla e l’abete, hanno un’anima. Potere degli alberi. Fermi in un punto, se li guardi con attenzione, ti fanno spaziare in un sapere infinito.
Una volta approdata, cerco di unire i puntini.
In questo percorso ho imparato a veleggiare nel mare immenso della creatività, a osare la navigazione di altura e percorrere rotte inesplorate. Ho capito che gli steccati tra le discipline, come tra gli uomini, non servono a far progredire la conoscenza, che bisogna ritornare al concetto di bottega, inteso come gruppo multidisciplinare ma anche come visione, rispetto della diversità.
La semplicità del linguaggio mi ha permesso di entrare in sintonia con l’autrice. L’ho sentita vicina, senza supponenza intellettuale, mi è sembrato quasi di essere a casa sua: il rumore del tagliaerba, del lavapavimenti, dell’aspirapolvere. Ho perfino giocato con Tino, il gatto.
Ho compreso il valore della leggerezza nella scrittura e a considerare la Natura un’immensa enciclopedia del sapere, scoprendola davvero Geniale.

      Bianchi Isabella Liceo Scientifico " E. Fermi " ( Cosenza, Calabria )

Leggi recensione     
Intitolato “ la natura geniale “ Il manoscritto di Barbara Mazzolai ci spiega di quanto oramai la natura e la tecnologia siano strettamente legate fra di loro.
Nella primissima parte del libro ci viene raccontata un pó la storia dell'evoluzione scientifica e di come quest'ultima abbia cambiato l'approccio dell'uomo nei confronti della natura.
Successivamente l'autrice ci spiega quanto il mondo naturale sia punto di riferimento e d'ispirazione per la produzione di oggetti, macchine, robot che possano aiutare l'uomo nella vita di tutti i giorni. Barbara ci fornisce esempi partendo dal mondo animale, come il Geckskin uno scotch molto particolare e ottimale nelle sue funzioni perché basato sul meccanismo di adesione presente sulle zampe dei gechi; oppure delle ventose artificiali che riprendono pienamente la struttura di quelle posizionate sui tentacoli dei polpi.
L'ispirazione però viene anche dal mondo vegetale e viene preso in analisi il caso della pianta Arctium lappa, la quale diede vita al famoso velcro che diventerà con gli anni una "delle soluzioni adesive industriali più utilizzate al mondo" come cita il testo.
Nella seconda parte del libro è ampliamente descritto come, nonostante il mondo vegetale offra un'incredibile e ampia ispirazione per nuove tecnologie , esso venga ancora identificato come una realtà monotona. Nel testo però l'autrice ci fa capire che le piante in realtà nascondono al loro interno meccanismi simili a quelli animali e se si può insinuare, anche una vera e propria intelligenza. Esse vengono paragonate a vere e proprie creature Aliene che riescono ad allungare i propri arti (le radici) a loro piacimento per raggiungere acqua e sostanze nutritive. In altri casi ci viene spiegato come essere pur senza voce riescano a comunicare tra di loro o addirittura tra parti della stessa pianta; ad esempio in caso di predatori, come gli erbivori, se una delle foglie più esterne ne percepisce la presenza essa manderà degli impulsi alla pianta stessa che faranno in modo che essa possa sprigionare sostanze tossiche in modo da allontanare il pericolo.
Insomma questo volume ci offre davvero una panoramica chiara e coincisa su quanto la Natura sia sorprendente.
Il libro inoltre è scritto utilizzando una sintassi molto semplice , scorrevole e lineare e dove vi sono dei termini più specifici sono presenti le note apposite che ne spiegano il significato. L'autrice è stata capace anche di creare qualcosa che potesse attirare il lettore, puntando molto sul proporre esempi appartenenti alla vita e situazioni quotidiane in modo da rendere la comprensione molto più semplice per chi legge.
Analizzando il periodo in cui viviamo credo che il tema di questo libro sia più che attuale in quanto in questi ultimi decenni l'industria green e quindi ecosostenibile, sta prendendo sempre più piede perciò fornire una sorta di manuale su come poter prendere spunto dalla natura sia davvero necessario. Il tema trattato non è originale ma credo che il modo in cui sia stato affrontato sia nuovo e che soprattutto permette ai giovani di avvicinarsi a questo mondo.

      De Gregorio Paolo Liceo Scientifico “a. Volta” ( Reggio Calabria , Calabria )

Leggi recensione     
Barbara Mazzolai, biologa, dirige il Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera ma è anche l’autrice del libro “La natura geniale”.
Attraverso questo libro la scrittrice si propone di introdurre il lettore in una nuova mentalità che non veda alcuna barriera tra tecnologia e natura, ma anzi una fonte di reciproco insegnamento. Infatti, se è vero che l’uomo può prendere esempio dalle specie naturali nella costruzione di robot sempre più efficienti, è anche vero che proprio grazie a invenzioni come i plantoidi o robot ispirati ad animali, gli scienziati e i biologi sono stati in grado di comprendere i segreti di meccanismi naturali in precedenza avvolti nel mistero.
Una delle frasi chiave dell’intero libro è “non dobbiamo concentrarci su cosa possiamo prendere dalla natura, ma su cosa possiamo apprendere”. In un’era in cui il progresso sembra essere irreparabilmente associato ad uno sfruttamento intensivo della natura e dei suoi elementi, la scrittrice propone di guardare al mondo che ci circonda come ad un modello dal quale poter apprendere trucchi e segreti che ci permettano di migliorare la nostra vita senza compromettere il mondo stesso.
Per fare ciò tuttavia è necessario distaccarsi da una visione del mondo circostante e degli altri esseri viventi tipicamente antropocentrica, nel senso che per analizzare attentamente la natura e carpirne i segreti non possiamo utilizzare sempre la nostra specie come modello di riferimento e l’esempio più lampante di questo atteggiamento viene proprio dall’idea comune che si ha delle piante.
L’autrice per spiegare tale concetto parte dalla parola vegetale, che oggi associamo a qualcosa che non è in grado più di muoversi, di non attivo, caratteristiche generalmente attribuite alle piante. La scrittrice invece ci mostra chiaramente attraverso numerosi esempi come la presenza di un cervello, la velocità o un linguaggio non siano presupposti fondamentali all’intelligenza, al movimento o alla comunicazione. La fitta rete di relazioni che collega le piante e gli alberi appena sotto i nostri piedi è molto più complessa di quanto immaginiamo e potrebbe essere definita, in un originale paragone, Wood Wide Web.
La quantità di curiosità, informazioni e meccanismi che non conosciamo sul mondo vegetale è molto ampia e l’autrice ne fornisce alcuni esempi in un linguaggio talmente chiaro, semplice ed efficace da rendere la lettura godibile, scorrevole e comprensibile anche ai non esperti : dalle piante carnivore alle piante rampicanti fino ad una scoperta, nel capitolo finale, potenzialmente rivoluzionaria.
La Natura geniale dunque è un libro che si propone di allargare la nostra mente, per superare i paletti che separano campi come la tecnologia e lo studio della natura, che dovrebbero andare di pari passo, perché solo così, ragionando e sapendo guardare oltre i preconcetti saremmo in grado di evolverci e trovare nuove soluzioni che ci permettano di progredire e salvaguardare al tempo stesso il mondo, dobbiamo “concederci di essere visionari, porci obiettivi che ci costringano a proiettarci oltre gli steccati, dopotutto la storia ci ha insegnato che ciò che oggi appare un sogno, domani sarà discusso come reale soluzione”, ed in questo non possiamo che fare riferimento alle più grandi menti del passato come Darwin o Leonardo, che seppero intuire il potenziale immenso della natura.


      Merli Desiree Liceo Scientifico Statale Leonardo Da Vinci ( Reggio Calabria , Calabria )

Leggi recensione     
OGGETTO: Recensione del libro “La Natura Geniale”

AUTRICE: Barbara Mazzolai
EDITORE: Casa editrice Longanesi
DATA DI PUBBLICAZIONE: Marzo 2019
NUMERO DI PAGINE: 192

Il libro intitolato ‘’La natura geniale’’ della biologa italiana Barbara Mazzolai, pone il tema centrale nella conoscenza dell’uomo per un futuro ecosostenibile tramite il rapporto esistente di due discipline strettamente connesse tra loro per il progresso sociale: biologia e tecnologia.
Tra le tante invenzioni di robot umanoidi e animaloidi, una donna italiana ha progettato e realizzato il "Plantoide", un robot ispirato al regno vegetale. Dopo anni di studi, ricerche e applicazioni, la Dott.ssa Barbara Mazzolai è riuscita a creare una "fusione" tra biologia e tecnologia, apprezzata (dopo qualche diffidenza) anche dagli ingegneri "puristi" della meccatronica. L'invenzione del Plantoide è nata dalla passione che la scienziata ha avuto sin da bambina per tutto quello che riguardava la natura e l'ecosistema marino; per di più era un'attenta osservatrice degli alberi e delle piante, che curava il papà nel terreno attiguo alla propria abitazione, delle quali seguiva la crescita e l'adattamento alle mutazioni ambientali.
Il Plantoide è un robot che migliorerà le condizioni di vita dell'uomo dal momento che potrà essere utilizzato in diversi settori:
- in agricoltura, soprattutto quella biologica, perché sondando il terreno in mobilità, rileverà in tempo reale la presenza di sostanze sia nutritive che nocive;
- in medicina, come strumento endoscopico, perché non è invasivo e non danneggia i
tessuti;
-in ambito spaziale per l'esplorazione dei suoli di altri pianeti, tanto è vero che l'E.S.A. ha partecipato al finanziamento della ricerca.
Gli argomenti trattati dall'autrice sono vari: intelligenza artificiale, robotica bioispirata, invenzioni e progetti con esempi dettagliati, come il velcro, che trae le sue origini dai fiori di cardo alpino e il progetto della torre Eiffel, elaborato sugli studi della robusta giunzione tra femore e anca del corpo umano. La lettura è stata piacevole e coinvolgente, l'autrice "conducendoci" nel lungo percorso, lento e naturale, del Regno vegetale, pur trattando argomenti complessi, ha utilizzato un linguaggio comprensibile e paragonabile (con le dovute distinzioni) ai toni colloquiali, pacati e chiari di un documentario tv di Piero Angela.
Il libro rientra nell'ottica dell'autrice e della casa editrice, di divulgare e far conoscere lo straordinario rapporto interattivo tra natura e tecnologia.

      Liguori Mariavittoria Liceo Scientifico Statale Alfred Nobel ( Torre Del Greco, Campania )

Leggi recensione     
La sete di conoscenza, la voglia di scoprire e di andare oltre l’inesplorato è ciò che da sempre connota l’animo umano. Per avere un’idea di quanto il nostro ingegno sia avido di sapere, si potrebbe tracciare un lungo filo conduttore partendo dagli albori, con personalità come Leonardo da Vinci o Charles Darwin e proseguendo con innumerevoli scienziati degni di nota dei giorni nostri come Robert Whittaker o Hiroshi Ishiguro. Ed è proprio quello che è stato fatto in questo libro, in maniera del tutto esaustiva e mai pedante.
Barbara Mazzolai, biologa con un Dottorato di ricerca in Ingegneria dei Microsistemi e un Master Internazionale in Eco-Management alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dirige il Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera. Partendo da un piccolo excursus storico sul contributo scientifico e ingegneristico apportato dalle migliori menti, facendo ad esempio riferimento a l'ornitottero, l’iconica invenzione di Leonardo, o alle metodologie di catalogazione degli organismi proposte da Carlo Linneo, l’autrice condivide con noi i segreti della bioispirazione attraverso l’uso di singolari campioni presi ad esame. Che sia un animale o una pianta, nessun essere vivente ha in sé segreti impossibili da carpire; e l’obiettivo della bioispirazione è esattamente questo: sfruttare l’insegnamento nozionistico derivante dal loro studio per “riprodurne” le particolarità evolutive e creare robot bioispirati da utilizzare a vantaggio dell’uomo. Un ragguardevole esempio è costituito dal RobotSoft, una particolare tipologia di androide che vede in sé la commistione tra componenti meccaniche e soffici, al fine di poter immettersi anche nei pertugi più insidiosi ed essere quindi usato in svariati ambiti applicativi.
“La Natura Geniale” è la lettura adatta per chi, da “profano”, nutre il desiderio di implementare la propria conoscenza. In poco meno di due centinaia di pagine l’autrice riesce, con grande abilità e maestria, a trasmettere la passione per la ricerca e l’amore per la scoperta che sono proprie delle grandi menti e, perché no, anche dei piccoli “Leonardo da Vinci” del futuro. Attraverso le immagini di robot bioispirati al mondo animale o al mondo vegetale, con treni che imitano la forma del becco degli uccelli o plantoidi con capacità di allungamento, il lettore ottiene una visione a 360° del mondo che lo circonda e riesce a liberarsi di tutti quei pregiudizi che da secoli hanno tarpato le ali a chi, come Charles Darwin, aveva la capacità di “guardare oltre”.
“Più studio la Natura più rimango colpito con sempre maggior vigore da come i congegni e i meravigliosi adattamenti lentamente acquisiti in ogni parte trascendano in modo incomparabile i congegni e gli adattamenti che persino la più fertile immaginazione umana sarebbe in grado di inventare” (-Charles Darwin)

      Scauzillo Teresa Liceo Scientifico " F.quercia " ( Marcianise, Campania )

Leggi recensione     
Sin dai tempi antichi l’uomo non ha fatto altro che porsi domande. Da sempre è alla ricerca di risposte plausibili, con l’intento di placare la sua sete di conoscenza. Divincolava, sferruzzava ogni singola ipotesi per raggiungere la vetta su cui risiedeva la fatidica risposta; tuttavia gli è bastato aprire gli occhi e scovarla sulla superficie di ciò che più teme, ma allo stesso tempo di cui ha più bisogno, la natura. Ammetto di non essere quasi mai d’accordo col modo che l’uomo ha di interagire con ogni forma di essere vivente, sembra essere nato con l’intento di non voler mai apprezzare l’estrema bellezza che il mondo gli pone dinanzi, inteso come qualcosa che permette di ampliare i propri orizzonti. A volte mi chiedo come la natura, nonostante le continue torture subite dall'uomo, riesca ancora a condividere con noi le sue straordinarie opere. Ho riscontrato questa sensazione all’interno di questo libro, “la natura geniale”. Tratta di ciò che necessita di essere conosciuta: la realtà, senza alcun velo che ne impedisca l’intento. Ho appreso e amato questo libro che parla di come la natura sia indispensabile per l’uomo, di come l’intelligenza artificiale dipenda da essa, dell’animo dell’essere umano che, ancora sconosciuto, ha bisogno di essere trasmesso alle nuove tecnologie, di come le piante siano così pacifiste quanto agguerrite, delle varie sfaccettature e similitudini che si riscontrano tra l’uomo e la natura. Definita come geniale, vista come inferiore, essa è la vera fonte di vita per l’uomo, da cui dipende la sua intera esistenza, sia dal punto di vista fisico che intellettuale. Da come ve lo sto descrivendo, potreste forse pensare che questo libro metta in evidenzia solo la perfezione che si cela dentro questo incompreso mondo, il che è vero ma lo è ancora di più affermare che si tratta di perfezione intesa come imperfezione. “Aprire gli occhi” è uno degli obiettivi che ha intenzione di trasmettere la scrittrice. Ho adorato i vari riferimenti, paragoni, essendo un’amante, a film che trattano di fantascienza, di intelligenze artificiali; se anche voi siete degli appassionati, non lasciatevi perdere questa piacevole lettura. Libro davvero affascinante, leggero, scorrevole, se dovessi assegnargli un voto, gli attribuirei un 9. Adatto a tutti, ma soprattutto a chi, come me, desideri un approccio più umano, consapevole, maturo, con la genialità che costantemente ci circonda.

      Volpicelli Ilaria Liceo Scientifico Statale " A. Diaz " ( Caserta, Campania )

Leggi recensione     
È proprio vero: la natura è geniale. A farmi ben comprendere le motivazioni è stata la lettura del libro “La natura geniale. Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta” pubblicato per la prima volta nel 2019 dalla casa editrice Longanesi. Di certo la sua autrice, Barbara Mazzolai, non si approccia per la prima volta al mondo scientifico: ella mette in atto una sorta di rivoluzione tecnologica fondendo la sua conoscenza di biologa marina e di biofisica, scardinando le rigide concezioni sugli esseri viventi. Abbiamo sempre immaginato le piante come degli elementi statici, immobili, che si affacciano alla vita con una loro naturale tempistica, ma questo libro ci invita ad approcciarci ad una nuova realtà, permettendoci di conoscere fino in fondo i segreti del mondo vegetale (e animale) e aprendoci a nuove prospettive, secondo le quali la natura può essere utilizzata come ispirazione, anche per i più sofisticati progetti ingegneristici. Le figure centrali di questo testo sono animali e piante il cui comportamento a noi risulta scontato, ma che nasconde una ricchezza di contenuti: è il caso, per esempio, del geco, che senza dover esercitare il minimo sforzo riesce ad arrampicarsi su ogni superficie, anche quella più ripida. Ciò che sembra non avere nessun nesso logico diventa motivo di studio nell’applicazione della robotica: avreste mai pensato che la natura avvinghiante dei tentacoli di un polpo avrebbe potuto rappresentare il prototipo di un robot avente funzioni prensili? Immagino cosa pensereste, se vi dicessi che, la tanto ricercata forza di volontà in noi esseri umani è presente naturalmente nelle radici degli alberi che utilizziamo da anni come simbolo della mente umana, e che forse sono realmente “più di noi” dotate di intelligenza quando riescono a farsi strada contro ogni avversità. È bastato che qualcuno si soffermasse ad osservare questi semplici movimenti come spunto nell’applicazione della robotica ingegneristica.
Ciò che rende la lettura piacevole e coinvolgente è sicuramente la spontaneità con cui l’autrice si approccia al lettore e la naturalezza con cui lei regala la sua conoscenza senza mai apparire pedante e tediosa, caratteristiche che si possono talvolta riscontrare in chi scrive un testo scientifico: la peculiarità di questo libro consiste nel riuscire a trasformare un profano della cultura scientifica in un vero e proprio erudito. Se proprio dovessi essere costretta a trovarvi un punto di debolezza, vi direi, senza ombra di dubbio, che i lunghi periodi talvolta presenti mi costringevano a ritornare sulla lettura con un maggior proposito di concentrazione; tuttavia essi erano, forse per implicita missione dell’autrice, corredati di validi esempi che rendevano chiari i contenuti della frase. Personalmente ritengo che in nessun caso affiancherei, per quanto complessa, la natura alla robotica: in un mondo completamente gestito da sistemi informatici e tecnologici lascerei la natura libera, senza renderla oggetto di meticolose interpretazioni scientifiche, poiché essa è ancora l’unica realtà che ci lega alle nostre origini. Indubbiamente considero “geniale” e interessante la volontà dell’autrice di proporre questi temi in una chiave di lettura appassionante ed avvincente.

      Benedetti Ilenia Liceo Statale Volta-fellini ( Riccione, Emilia Romagna )

Leggi recensione     
La Natura Geniale, come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta, pubblicato nel 2019 dalla casa editrice Longanesi, è il libro di esordio di Barbara Mazzolai, ricercatrice italiana riconosciuta come una delle massime esperte mondiali nel settore della robotica.
L'opera è una porta di ingresso all’affascinante e rivoluzionario mondo della robotica ispirata alla Natura, settore di studio a cui B. Mazzolai si dedica da anni, ma anche un viaggio nella vita e nella visione scientifica dell’autrice, che ha fatto della sua passione il suo lavoro.
Convinta che le soluzioni più innovative capaci di migliorare la qualità della vita umana siano già insite nel mondo naturale e vadano solo da noi colte, interpretate e imitate con giudizio, B. Mazzolai richiama spesso l’esperienza di tre scienziati che allo stesso modo hanno creduto fermamente nel ruolo di maestra che la Natura riveste nei confronti della tecnica: Leonardo da Vinci, Galileo Galilei e Charles Darwin. “Concepire la biologia come una fonte di ispirazione per sviluppare l’ingegno umano”: questo è, dunque, lo scopo della robotica bioispirata e del lavoro dell’autrice, a capo del progetto europeo che nel 2012 ha ideato e creato il primo robot-pianta della storia dell’umanità, il Plantoide.
Ma perché, tra tutti gli organismi viventi, ispirarsi proprio alle piante per creare robot di ultima generazione? Perché le piante, spesso sottovalutate dall’uomo, sono, in realtà, il migliore esempio esistente di evoluzione, resilienza e spirito di adattamento e, pertanto, sono la chiave della futura sopravvivenza del genere umano in un mondo che dovrà fare i conti sempre più con il cambiamento che lui stesso sta provocando.
Coinvolgendo con la sua scrittura brillante e appassionata anche il lettore più inesperto, B. Mazzolai ci porta alla scoperta del suo mondo a cavallo tra biologia, ingegneria e robotica, con l’obiettivo di sensibilizzare il grande pubblico ai temi del rispetto dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile e delle tecnologie green.

      Borsari Camilla Istituto Statale Di Istruzione Superiore " P. Gobetti " ( Scandiano (re), Emilia Romagna )

Leggi recensione     
LA NATURA CI INSEGNA IL FUTURO
E se vi dicessi che le piante parlano tra loro? Oppure che un comune polpo ci ha insegnato come costruire ventose in grado di aderire a qualsiasi tipo di superficie? Tutto ciò sembra impossibile da credere! Ma è pura realtà!
Ce lo racconta Barbara Mazzolai, nota biologa con un Dottorato di ricerca in Ingegneria dei Microsistemi e un Master Internazionale in Eco-Management alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, nel suo primo libro pubblicato nel marzo 2019: La Natura Geniale, come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta.
Attraverso esempi di vita quotidiana, aneddoti tratti dalla sua esperienza personale, ma non solo, Barbara Mazzolai ci permette di fare un viaggio all’interno della natura come non l’abbiamo mai fatto prima.
Fin dagli albori della tecnologia l’osservazione della natura è stata alla base delle più grandi innovazioni scientifico-tecnologiche di tutti i tempi, si pensi a Leonardo da Vinci, grande uomo poliedrico che dedicò tutta la sua vita allo studio e alla conoscenza di ciò che lo circondava e che nel 1485, grazie all’osservazione e allo studio del volo degli uccelli, riuscì a progettare la Macchina Volante.
Oggi come ieri, nei più importanti laboratori di robotica bioispirata (o biomimetica), viene attuato proprio lo stesso procedimento: gli scienziati sono costantemente alla ricerca di organismi naturali che li possano aiutare nella realizzazione di robot sempre più evoluti ed ecosostenibili.
La Mazzolai, prima donna al mondo ad aver inventato un robot ispirato alle piante, mette dunque in relazione l’evoluzione degli uomini e più in generale degli animali, con quella delle piante: la prima caratterizzata soprattutto dal movimento mentre la seconda dalla capacità di resilienza. In questo modo ci pone un interrogativo che fino a prima della lettura non ci saremmo mai posti. Siamo sicuri che la nostra strategia evoluzionistica sia migliore di quella più sedentaria delle piante? Una risposta ancora non l’abbiamo, ma un dubbio in più su cui riflettere sicuramente sì.
Il titolo accattivante è esattamente lo specchio di ciò che troviamo avventurandoci tra le pagine del libro; notevole è la capacità dell’autrice di riuscire a trasmettere la sua passione per la robotica biomimetica e di spiegare concetti difficili utilizzando un lessico specifico, ma sempre spiegato e approfondito accuratamente con parole semplici alla portata di tutti. Sono poche infatti le note riportate e sono collocate in basso nella pagina, mentre le fonti (contrassegnate da un indice numerico) sono poste alla fine del testo, successivamente ad esse sono riportati anche consigli di lettura suddivisi per ognuno dei 13 capitoli, molto utili nel caso in cui il lettore fosse incuriosito da un determinato aspetto e volesse approfondirlo.
L’unica nota dolente del testo è l’abbondanza di esempi di storie di invenzioni bioispirate che, pur conferendo veridicità ed affidabilità al testo, a volte rendono la lettura un po’ ripetitiva.
Ma se l’obbiettivo della Mazzolai era quello di incuriosirci e avvicinarci al mondo della robotica ecosostenibile ci è riuscita alla grande!

      Molari Valentina Liceo Scientifico E Artistico A.serpieri ( Rimini, Emilia Romagna )

Leggi recensione     
“La natura geniale, come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta” è un libro pubblicato nel 2019 dalla casa editrice Longanesi. L’autrice, Barbara Mazzolai, è una biologa con un dottorato di ricerca in Ingegneria dei microsistemi, un master internazionale in Eco-Management alla scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dirige il Centro di Micro BioRobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera a Pisa. Barbara Mazzolai è stata inclusa dalla comunità scientifica internazionale degli esperti di robotica tra le 25 donne più geniali del settore. Nel 2012 ha partecipato al progetto europeo per la realizzazione del primo robot pianta al mondo, il plantoide, che è in grado di riprodurre il comportamento delle radici delle piante. Attualmente è a capo del GrowBot, un progetto per la creazione di robot in grado di adattarsi all’ambiente circostante come fanno le piante.
Questo libro parla di come l’autrice, dopo esperienze di vita e studi, ha cominciato ad attribuire alle piante le potenzialità che queste avrebbero potuto mettere a disposizione dell’uomo per migliorargli la vita.
Gli animali, umani compresi, hanno dovuto necessariamente evolversi sviluppando velocità e movimento; al contrario, le piante hanno conservato la loro immobilità e la loro lentezza. Queste caratteristiche opposte di animali e piante hanno sempre fatto pensare agli esperti a come applicare la robotica al mondo animale dato che erano richiesti movimento, controllo e intelligenza, mentre non si vedeva un’utilità nello studio delle piante rapportato allo sviluppo di robot. Per questo motivo non è stato facile, così racconta Barbara Mazzolai, iniziare a proporre una visione della robotica ispirata alla biologia delle piante.
Grazie allo studio delle piante si è arrivati a concepire dei modelli di robot in grado di muoversi anche in assenza di muscoli ma sfruttando la crescita, percepire l’ambiente, prendere decisioni anche in assenza di un cervello e di comunicare con altri organismi grazie a reti complesse nel sottosuolo.
Studiando le piante si può inoltre vedere una concreta possibilità di progettare nuove tecnologie in grado di abbassare il consumo energetico.
Leggendo questo libro mi ha molto incuriosito come l’autrice ha spiegato che i robot aiuteranno l’uomo nel migliorare la sua esperienza di vita e che collaboreranno (anche in questo momento in parte lo fanno) nella continua ricerca del sapere e della conoscenza.
Ho anche cambiato la mia visione sui robot: prima di leggere questo libro pensavo che i robot fossero, come vengono raffigurati nei film, delle figure somiglianti in qualche modo al corpo umano ma fatti di ferro. Ora riesco ad avere una visione molto più ampia e meno riduttiva di come i robot potrebbero essere delle creazioni rivoluzionarie e utili per migliorare sia l’uomo che il pianeta in cui viviamo.
L’autrice è riuscita a trattare dei temi complessi, specifici con semplicità e in modo avvincente, parlando della sua esperienza e portando esempi interessanti.
Consiglio la lettura di questo libro a tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro pianeta, può essere di ispirazione e un buon punto di partenza per avvicinarsi alla scienza perchè è spiegata in un modo comprensibile da tutti.

      Pellegrini Serena Istituto Statale Di Istruzione Superiore " P. Gobetti " ( Scandiano (re), Emilia Romagna )

Leggi recensione     
Quando pensiamo alla Natura e alla robotica, siamo convinti che questi due elementi rappresentino l’opposto l’uno dell’altro: credereste mai, invece, che la Natura sia diventata la musa ispiratrice della tecnologia moderna?
Se la risposta è no, è il momento di leggere La Natura geniale di Barbara Mazzolai, biologa pluripremiata nonché coordinatrice del progetto che ha realizzato il primo robot al mondo ispirato alle radici delle piante: pubblicato nel 2019, il libro si promette di farci conoscere il nuovo volto della robotica in appena tredici capitoli.
Ogni giorno ci capita di osservare delle piante: che siano i fiori che teniamo sul balcone, gli alberi che costeggiano la strada o le siepi che recintano i cortili. Ormai abituati alla loro presenza, questi esseri viventi non catturano nemmeno più la nostra attenzione. Eppure biologi e ingegneri non si rivolgono a quella stessa Natura con uno sguardo tanto annoiato: al contrario di noi, sono capaci di cogliere in essa un potenziale incalcolabile, in grado di cambiare radicalmente il nostro futuro. I robot che si ispirano alle piante, infatti, saranno in grado di portare cambiamenti rivoluzionari per quanto riguarda la medicina, lo studio dell’evoluzione dei viventi e della crescita dell’essere umano, l’esplorazione dei territori, la ricerca di tecnologie eco sostenibili e fonti d’energia rinnovabili. La Natura che tanto mutiliamo, insomma, ci offre non solo la chiave per il progresso, ma per la nostra stessa salvezza.
La Mazzolai attraverso quest’opera non solo tenta a gran voce di trasmetterci questa importante consapevolezza, ma cerca anche di contagiarci con la sua profonda ammirazione e gratitudine nei confronti della Natura, con l’obiettivo di risvegliare il rispetto nei suoi confronti: da essa ,infatti, non possiamo che prendere esempio e recuperare alcuni antichi valori, come quello della lentezza, che tanto contraddistingue le piante e che noi tanto abbiamo dimenticato.
Nonostante la particolarità dell’argomento trattato, che a primo impatto potrebbe spaventare per la sua complessità, l’autrice è perfettamente in grado di coinvolgere il lettore, introducendolo passo dopo passo nell’affascinante mondo della robotica bioispirata. Lo stile risulta semplice e incalzante, in grado di rendere la narrazione scorrevole. Questa è resa particolarmente piacevole dagli interventi personali dell’autrice o dai vari riferimenti ad opere moderne come libri o film, che avvicinano il pubblico più giovane alla narrazione. Il lessico utilizzato è molto ricco di termini specifici, che vengono sempre attentamente spiegati dalla scrittrice attraverso note, talvolta fin troppo prolisse, o brevi digressioni: proprio per questa ragione l’opera risulta accessibile a tutti, anche se è più consigliabile ad un pubblico giovane, solitamente più entusiasta nei confronti delle nuove tecnologie.
Se Barbara Mazzolai aveva intenzione di far riscoprire il fascino e la straordinarietà della Natura, ci è riuscita pienamente.

      Rossi Leonardo Liceo E. Fermi ( Bologna, Emilia Romagna )

Leggi recensione     
Cosa hanno da insegnarci organismi apparentemente tanto diversi da noi come una quercia, una pianta rampicante o un polpo? Quali dei loro segreti potrebbero aiutarci a costruire un futuro migliore e meno fosco di quello che oggi iniziamo a intravedere? La tecnologia sarà mai in grado di riprodurre la potenza nascosta e pulita del mondo vegetale?

In ​La natura geniale, ​Barbara Mazzolai ,biologa del Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera, ci mostra come la risposta a queste domande sia racchiusa nel suo lavoro: la biorobotica.
I robot che conosciamo oggi sono principalmente quelli nelle fabbriche, macchinari automatici che servono a produrre. Secondo l’autrice, sono ancora molto pochi i robot che lavorano fuori dalle industrie come quelli che affiancano l’uomo in campi di ricerca vari, come l'esplorazione degli abissi oceanici e dello spazio ( “arrivano dove noi non possiamo, sono i nostri occhi, il nostro braccio, le nostre gambe”) o nella vita domestica, come i robot aspirapolvere o i tagliaerba, tuttavia è in corso un’evoluzione della robotica che presto porterà i robot anche fuori dalle fabbriche nell’imprevedibile e mutevole ambiente esterno. E qual è il modo migliore per far si che i robot sì muovano con efficienza in tale mondo se non imitare la natura che da sempre si evolve e si adatta meglio di chiunque altro?
Il tema principale del saggio di Mazzolai è l’idea di ispirarsi alla natura per realizzare nuove tecnologie efficienti e soprattutto a basso consumo e rispettose dell’ambiente, in contrasto con il pensiero moderno di una tecnologia che “nasce su un’obsolescenza programmata, ovvero basata su una strategia industriale che prevede la morte prematura del prodotto per sostenere i consumi”, il che è insostenibile sul lungo periodo.
Barbara Mazzolai ci accompagna in una larga panoramica che introduce alle prime applicazioni della bioispirazione, il Velcro che è stato ideato partendo dall’osservazione del fiore di Arctium Lappa o il Geckskin, un innovativo nastro adesivo ispirato alle zampe del geco che riesce ad attaccarsi a qualunque superficie e regge fino a 300 chili senza l’aiuto di collanti. Infine l’autrice ci presenta il suo progetto: il plantoide.
Barbara Mazzolai ha portato una grande innovazione nell’ambito della biorobotica riuscendo ad immaginare un robot che, come un albero si muove tramite la crescita delle radici, percepisce l’ambiente circostante e comunica con altri organismi. Il libro è molto scorrevole e interessante, con una chiara divisione in capitoli ben organizzati, che trasportano il lettore attraverso i secoli, da Darwin ad Asimov fino ad oggi. E’ una lettura adatta a tutti, che coinvolge anche i non esperti in materia di robotica e, in generale, di scienze naturali, trattando di temi molto importanti primo tra tutti l’ecosostenibilità.

      Setti Chiara Liceo Scientifico Statale Sabin ( Bologna, Emilia Romagna )

Leggi recensione     
Mi sono imbattuta ne La Natura Geniale con lo stesso pregiudizio con il quale spesso noi tutti guardiamo e osserviamo il mondo vegetale. Ho sfogliato la prima pagina del libro convinta che non avrei decifrato una virgola di quello che stavo per leggere… invece l’autrice Barbara Mazzolai è riuscita ad attirare l’attenzione di una ragazza adolescente che vive nel mondo con il naso all’insù, proprio come me, su qualcosa che vive e si sviluppa ben saldo a terra: le piante.
La Mazzolai ci illustra nel suo libro un nuovo modo di vedere la natura che va ben oltre il colore dei fiori o le altezze vertiginose che raggiungono gli alberi di montagna. Apre il libro ponendosi una semplice e diretta domanda:” chi sono i veri alieni? Loro o noi?”
Gli alieni? Ma ci credete agli alieni! Le piante? Ma come potranno mai aiutarci se stanno ferme sempre in quel metro quadro di terreno nel quale per giunta le abbiamo seminate noi!
Beh, capitolo dopo capitolo quest’ultima affermazione si sgretola, parola dopo parola e pregiudizio dopo pregiudizio.
Il fine ultimo di questo libro risiede nel far crescere simultaneamente un concetto di uguaglianza tra regni diversi, animale e vegetale, e l’attenzione con la quale, dopo la lettura, noi tutti saremo in grado di guardare ben oltre un tronco e le sue foglie.
“La tensione generata da una singola foglia supera i 150volt, abbastanza per alimentare simultaneamente 100 lampadine a led”; la mente dell’uomo è un posto fantastico e super creativo ed ecco perchè, dopo aver letto questa frase, nel mio giardino non ci sono più alberi con delle foglie verdi ma bensì alberi con delle lampadine attaccate ai rami.
Tutto orbita, a parer mio, intorno a un concetto che la stessa autrice ammonisce: “l’intelligenza non deve essere necessariamente centralizzata in una visione antropocentrica”.
L’uomo è effettivamente la specie più dotata di intelletto; lo dimostrano tutte le evoluzioni che si sono e si stanno tutt’oggi susseguendo in molteplici ambiti quali per esempio la tecnologia e la scienza. Il problema però sta proprio nel fatto che l’uomo, considerandosi specie superiore alle altre, ha sviluppato un modo di pensare prettamente consumistico e teso allo sfruttamento degli altri coinquilini del pianeta Terra limitando, anno dopo anno, la loro attitudine principale, l’adattamento. La specie umana si è adattata ed evoluta per millenni ma arrivati a questo secolo, periodo nel quale io lettrice sono portata a crescere, la mente umana davanti agli ostacoli che il pianeta gli impone cerca solo di distruggerli. Ecco, sarà proprio questa tendenza umana al “distruggere” che porterà l’uomo ad autoeliminarsi; il nemico, brutalmente così definito, non si può uccidere sempre, la maggior parte delle volte bisogna imparare a conviverci e quindi, proprio come ci insegnano le piante, adattarsi.
Si arriva, così, facilmente alla conclusione e a comprendere perchè la Mazzolai e il suo team stanno portando avanti uno studio sull’intelligenza vegetale e sull’aiuto effettivo che la botanica può darci nella vita quotidiana: non più sfruttare il mondo vegetale ma bensì lavorarci sinergicamente insieme in un’ottica di futuro green e sempre meno consumistico.

      Zanzani Edoardo Liceo Scientifico E Artistico A.serpieri ( Rimini, Emilia Romagna )

Leggi recensione     
PIANTE E ROBOT
"La Natura Geniale: come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta" (Longanesi, 2019, pgg. 192, € 17.10) è l’opera d’esordio di Barbara Mazzolai. Biologa e direttrice del Centro di MicroBioRobotica dell’IIT, è un’eccellenza italiana nel settore della robotica bioispirata.
Le piante sono degli organismi straordinariamente complessi e capaci di svolgere compiti all’apparenza impensabili. Gli uomini sono abituati a esserne circondati, eppure la visione che ne hanno è spesso limitata e non riescono a discernere la loro ineffabile complessità funzionale. Le piante, infatti, sono capaci di comunicare e interagire sia con la parte aerea che con quella sotterranea, attuando un brillante esempio di intelligenza distribuita. Paragonate agli animali, le piante sono inoltre degli organismi estremamente lenti: ma lentezza non significa debolezza. Sono, invece, proprio questi i principali motivi che hanno portato la storia ad essere permeata di pregiudizio e scetticismo nei confronti delle piante, poste sempre in secondo piano rispetto ad altri organismi ritenuti superiori.
Barbara Mazzolai compie così un avvincente viaggio nel tempo per mostrarci come la natura abbia da sempre rappresentato una fonte d’ispirazione per le invenzioni dell’uomo il quale, fin dai tempi di Leonardo, ne ha compreso il fascino e l’eccezionalità. Neppure la fantascienza e la letteratura vengono tralasciate: del resto come disse Ungaretti, “la fantasia ha sempre preceduto la storia come una splendente avanguardia”.
L’autrice, tuttavia, intende riportare l’attenzione sulle piante, che considera un modello biologico con grandiose potenzialità, cercando di imitarne nei robot caratteristiche e capacità e sviluppando tecnologia all’avanguardia unica al mondo. Ne è un esempio il plantoide, un robot bioispirato che come una pianta riceve, tramite dei sensori, numerosi stimoli dall’esterno in base a cui si adatta, facendo persino crescere i suoi apici radicali grazie a delle piccole stampanti 3D.
Il libro è costellato di informazioni e spunti interessanti. La grande quantità di impieghi e porte che i robot aprono nei più disparati campi della scienza e della vita quotidiana fa riflettere sulle grandi potenzialità della tecnologia e dell’informatica, ma allo stesso tempo anche su come ce ne sia ancora scarsa consapevolezza. L’autrice inoltre, spostando con successo i riflettori sulle piante, fa comprendere come esse siano protagoniste a tutti gli effetti nello sviluppo tecnologico e riesce a convincere il pubblico a guardarle con occhi diversi. Tuttavia l’intento divulgativo non è l’unico obiettivo che la biologa si pone, c’è di più: la richiesta ai lettori di essere visionari, di vedere il futuro già nel presente, e ai ricercatori l’invito ad aprire le menti delle generazioni future.
Mazzolai racconta gli organismi verdi con un linguaggio comprensibile e alla portata di tutti: la lettura è scorrevole e mai stancante e tutti i tecnicismi sono spiegati adeguatamente. L’autrice equilibra bene gli argomenti e riesce a illustrare numerosi esempi: sarebbe però interessante un maggior approfondimento sul suo lavoro e i suoi studi, e forse non sono sempre apprezzabili i numerosi rimandi ai capitoli successivi e alcune ripetizioni concettuali.
Il giudizio complessivo è comunque molto positivo: "La Natura Geniale" è un libro che affascina e insegna. La novità del tema e la chiarezza espositiva ne fanno un più che valido testo divulgativo.

      Caceres Nicolas Antonio Liceo Tito Lucrezio Caro ( Roma, Lazio )

Leggi recensione     
"Imitare la natura per salvare il pianeta"
In quest'ultimo anno molti telegiornali hanno trasmesso immagini incredibili sull'ambiente che si riprendeva i suoi spazi a causa del forzato lockdown causato dalla diffusione del virus COVID-19, dimostrando che la natura è una macchina in costante evoluzione. Proprio la natura, con i suoi meccanismi tanto semplici quanto complicati, riesce ad essere incredibilmente efficiente e a garantire lo sviluppo della vita su questo pianeta. Con eventi come i cambiamenti climatici o i disastri ambientali, la natura è sempre più a rischio, ed è spesso colpa all’uomo, che non riesce né a conviverci e né ad amministrarla: per far fronte proprio a questi problemi, gli scienziati esperti di intelligenza artificiale si sono specializzati nella biorobotica, una branca della scienza dei robot che ha come obiettivo costruire degli automi ispirati alla natura. Barbara Mazzolai, ricercatrice esperta di biorobotica, nel suo libro “La Natura Geniale” scrive proprio di questo, di come trarre ispirazione dalla natura per salvare il pianeta: il libro spazia tra le spiegazioni di fenomeni naturali animali (come il funzionamento delle ventose di un polpo o la spiegazione del perché vediamo sempre i gechi a testa in giù) e vegetali (ad esempio la straordinaria intelligenza e reattività di piante come la dionea, la famosissima pianta carnivora), e i progetti di biorobotica che traggono ispirazione dagli esseri viventi analizzati. Si ha quindi vari robot con funzioni diverse, come Madeleine, il robot-tartaruga creato per studiare la locomozione subacquea e per capire come si sono evolute le creature acquatiche dagli originali plesiosauri che milioni di anni fa abitavano i mari, oppure il plantoide, una vera e propria pianta robotica dotata di sensori che simulano quelli di cui sono che hanno in natura i vegetali, in grado di crescere autonomamente. Con minuziosa pazienza, l’autrice spiega come questi automi possono migliorare significativamente la qualità di vita dell’uomo, e fa quindi capire ai lettori che solo la ricerca e il costante progresso scientifico possono aiutarci a salvare il pianeta. Una preziosa testimonianza quella di Barbara Mazzolai, la conferma che la scienza e l’uomo nel periodo post-COVID dovranno ripartire dalla costante che accomuna tutti gli esseri viventi: l’essere parte integrante di una stessa, unica, grande natura.

      Ferrari Chiara Liceo Tito Lucrezio Caro ( Roma, Lazio )

Leggi recensione     
"La natura geniale" è il libro scritto da Barbara Mazzolai, direttrice del Centro di Micro-Biorobotica dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera. Le sue ricerche innovative le hanno permesso di ricevere numerosi riconoscimenti e di entrare a far parte della classifica, stilata da Robohub, delle 25 donne più geniali del settore della robotica.
Il nucleo centrale di ogni capitolo si concentra sull'ispirazione che la natura può dare nella realizzazione di nuove tecnologie. Per la prima volta quindi uno scienziato riesce ad immaginare la creazione di un robot con le caratteristiche principali delle piante, senza ricorrere al solito studio sugli uomini e sugli animali. Lo dimostra il progetto coordinato dalla stessa Mazzolai, che, grazie alla sua concezione fuori dal comune del mondo vegetale, è riuscita a portare a termine il Plantoide, primo robot ispirato alle radici delle piante e simbolo di un futuro migliore, dove, secondo la biologa, gli automi rappresenteranno la possibilità per gli uomini di raggiungere più facilmente le proprie aspirazioni e di soddisfare ogni tipo di curiosità.
Nel corso del libro l'autrice afferma come l'analisi attenta e senza preconcetti delle piante possa fornire grandi insegnamenti agli uomini, quali il rispetto e la tutela di un ambiente che, come il nostro, sta morendo. Infatti la Mazzolai invita i lettori a studiare le capacità di adattamento del mondo vegetale e i numerosi comportamenti che lo contraddistinguono da quello animale e che spingono la biologa stessa a definirlo come un "laboratorio".
"La natura geniale" riporta la suo interno diversi esperimenti e progetti riguardanti il campo della robotica ispirata alla biologia. Si parla addirittura del biplano o della Torre Eiffel, costruita basandosi sulla struttura particolare del femore, in grado di resistere ad impatti di molti chili.
Inutile dire che la questione delle piante è accompagnata anche da un altro argomento che all'interno dei tredici capitoli acquista una rilevanza notevole, ovvero quello dei robot. Gli automi non vengono percepiti come qualcosa di negativo o distruttivo, ma semplicemente come futuri abitanti del nostro mondo e come "aiutanti" e "collaboratori" nelle ricerche e nelle scoperte umane. La realizzazione di robot bioispirati può inoltre contribuire allo studio dei comportamenti vegetali ed animali e all'accertamento/spiegazione di determinati eventi, come l'estinzione di certi esseri viventi o la loro conseguente evoluzione in un ambiente mutevole.
Nonostante si tratti di un libro dall'intento scientifico e che perciò presenta come tema principale un argomento complesso ed articolato come la ricerca, l'autrice è riuscita a rendere la materia comprensibile anche a chi di scienza se ne intende poco, sensibilizzando i lettori alla difesa dell'ambiente e soprattutto invitandoli alla ricerca di un rapporto più forte e più intimo con la natura, in particolare con il mondo vegetale.

      Matera Aurora Liceo Scientifico Statale " Augusto Righi " ( Roma, Lazio )

Leggi recensione     
“La Natura Geniale” racconta, con uno stile chiaro e scorrevole, dell’immensa fonte d’ispirazione che da sempre la natura ha rappresentato per biologi, chimici e fisici e di come recentemente lo sia diventata anche per il mondo della robotica.
Il lettore è costantemente invogliato a proseguire nella lettura, infatti viene trattata un’ampia varietà di temi, tutti ben collegati tra loro. Il testo spazia in più campi raccontando, in modo aderente all’opinione dell’autrice, come la robotica e così tutte le altre branche della scienza dovrebbero essere approcciate da un punto di vista interdisciplinare.
In più, per stuzzicare l’interesse c’è ricchezza di aneddoti e ricerche nonché il racconto dell’esperienza personale dell’autrice stessa. Esperienza che l’ha condotta ad unire le sue due passioni, la biologia e la robotica e farne il suo lavoro e il cui racconto rende interamente la sua instancabile curiosità per la natura.
Durante la lettura, ci si imbatte appunto in piacevoli excursus sulle soluzioni ingegnose che gli animali e le piante hanno adottato e di come esse siano state la base di partenza per nuovi sorprendenti robot. Questo è il caso dell’aderenza alle superfici delle zampe del geco, dell’incredibile forza perforativa sui terreni delle radici delle piante e della singolare deformabilità dei tentacoli dei polpi. Ognuna di esse è accompagnata da una descrizione del suo funzionamento e delle cause evolutive che l’hanno determinata. Queste descrizioni sono scritte in modo semplice, esplicativo e comprensibile a tutti.
Questo libro si distingue indubbiamente per originalità e attualità: non avevo mai sentito prima parlare di bioispirazione, di “soft robotic” e tantomeno dell’intelligenza delle piante. Fatta eccezione per la bioispirazione, esse sono infatti concezioni l’una dei robot e l’altra delle piante che gli scienzati hanno sviluppato solo abbastanza recentemente.
Gli argomenti analizzati sono largamente all’avanguardia tanto da sembrare quasi futuristici. Il plantoide, alla cui costruzione ha partecipato l’autrice stessa, e tanti altri sono esempi di come la bioispirazione rappresenti una strada fruttuosa per l’avanzamento della tecnologia. Inoltre apre interessanti spunti di riflessione, in quanto ci riguardano personalmente, su come il nostro futuro (e in parte il presente stesso) cambierà con l’impiego sempre più frequente dei robot. Infatti il nostro rapporto con i robot, su cui Asimov ha scritto numerosi racconti, è destinato a farsi più stretto man mano che essi si evolvono anche ispirandosi alla natura.
“La Natura Geniale” è perciò un libro di divulgazione particolarmente riuscito, capace di coinvolgere anche chi solitamente non si interessa di questi argomenti.

      Giorgini Giovanni Liceo Vieusseux ( Imperia, Liguria )

Leggi recensione     
LA NATURA GENIALE
Nel corso dei secoli l’uomo in quanto essere incompleto e limitato ha cercato di comprendere e talvolta di dominare la natura attraverso la ragione. Da tale dimensione nasce la visione scientifica che, non sempre in armonioso dialogo, ha cercato di studiare la natura per apprendere da essa i mezzi necessari alla nostra sopravvivenza, e perché no, al superamento dei nostri limiti. Dapprima la natura è vista come fonte di nutrimento; attraverso l’osservazione empirica i primi abitanti di questa Terra passarono da cacciatori raccoglitori ad agricoltori, gettando le basi per un primo passo evolutivo sociale. Successivamente i grandi filosofi del mondo classico, i primi grandi “pensatori” del genere umano, analizzarono la natura alla ricerca dell’Archè, l’origine primaria di tutte le cose. Da queste riflessioni, dopo molti secoli, nacquero grandi innovazioni che portarono ad un’altra evoluzione sociale: il metodo scientifico Galileiano e i primi progetti di biomimesi di Leonardo da Vinci, questi ultimi ambiziosamente avanguardisti. Ed ora, probabilmente, leggendo questo saggio della Barbara Mazzolai siamo davanti ad un’altra possibilità evolutiva sociale, in cui la natura diventa un serbatoio di ispirazioni ingegneristiche per la onnipresente tecnica.
In particolare la grande innovazione descritta dall’ autrice è quella di dirigere l’attenzione non solo al regno animale, ma anche e soprattutto al regno vegetale. Frutto maggiormente esemplificativo e innovativo di questa osservazione risulta essere il Plantoide. Questa particolare invenzione potrebbe essere una vera rivoluzione in moltissimi ambiti; grazie alla biomimesi del tropismo radicale e fogliare, si può ipotizzare l’uso di tale meccanismo in agricoltura, nel monitoraggio dei suoli, nell’ esplorazione di zone inaccessibili o pericolose per l’uomo e addirittura per l’esplorazione dei suoli di altri pianeti. Questo progetto è solo l’inizio di ciò che potrebbe essere una reale rivoluzione scientifica basata sullo studio delle forme vegetali e delle loro straordinarie caratteristiche, al fine di progredire tecnologicamente e di migliorare lo stile di vita di tutti noi attraverso un dialogo tecnica-natura mai visto prima nella storia dell’uomo.

      Caldarelli Camilla Liceo Classico E Scientifico " A. Volta " ( Como, Lombardia )

Leggi recensione     
Comunicazioni prive di linguaggio. Movimenti che non hanno bisogno dei muscoli per realizzarsi. Piante geniali. Robot ispirati alla Natura. Sono questi i punti su cui verte il libro edito da Longanesi: "La Natura Geniale. Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta", romanzo d’esordio di Barbara Mazzolai. L’autrice, biologa, dirige il Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera e coordina il progetto che ha portato alla realizzazione del Plantoide, il primo robot al mondo ispirato alle radici delle piante.

Scritto con rigore scientifico, ma con un linguaggio scorrevole e comprensibile anche dai non esperti, questo libro abbatte le barriere di stereotipi e pregiudizi presenti nella nostra società fin dall’antichità; ne è un esempio il pensiero di scienziati come Aristotele e Linneo, che consideravano le piante come esseri inferiori, immobili, incapaci di comunicare con l’ambiente e privi di un cervello. Perché, allora, i nuovi robot dovrebbero ispirarsi a organismi del genere?

La risposta si ottiene seguendo il percorso proposto dalla biologa, che ci consente di superare la nostra visione falsata della realtà. Questa è dovuta all’impossibilità, per l’uomo, di vedere i movimenti delle piante, o perché avvengono troppo lentamente per essere colti, o perché accadono di nascosto nel sottosuolo. E’ proprio lì che le piante hanno creato, ormai da milioni di anni, la Wood-Wide Web, la prima vera rete Internet formata dalle radici di ogni vegetale. Essa consente alle piante di comunicare tra loro, senza linguaggio, attraverso una catena di vita interconnessa. Ogni radice può essere paragonata a un centro di controllo, poiché è capace di orientare la crescita della pianta sulla base degli specifici parametri ambientali che percepisce. Pertanto, appare chiaro che i meccanismi di movimento, percezione e controllo, comunicazione e velocità su cui si basano i robot sono presenti anche nelle piante: la comunicazione non ha per forza bisogno del linguaggio, così come l’intelligenza non richiede necessariamente un sistema centralizzato come il cervello umano, ma può essere distribuita.

Le piante sono presentate come la nuova frontiera della robotica bioispirata. Tuttavia, leggendo questo libro, non mancano esempi di applicazioni tecnologiche influenzate anche dal mondo animale. Lo Shinkansen, treno giapponese ad alta velocità, riesce a superare i trecento chilometri orari proprio grazie alla sua forma che si rifà al becco del martin pescatore; e ancora, PARO, piccolo robot giapponese, con il suo aspetto amichevole di foca, porta a un miglioramento dell’interazione relazionale degli anziani e del livello di attenzione nei bambini con deficit cognitivi. E se i display dei nostri cellulari fossero soffici con diverse funzionalità associate alla variazione dei colori e della pressione, come la pelle del polpo?

Tecnologie innovative, animaloidi, plantoidi e umanoidi ispirati alla Natura si rincorrono per tutto il libro, facendo comprendere al lettore quanto i meccanismi descritti siano già visibili nella sua realtà quotidiana, o presenti in un futuro prossimo che aspira a una sempre più completa integrazione con l’ambiente.

      Cattaneo Giulia Liceo Classico E Scientifico " A. Volta " ( Como, Lombardia )

Leggi recensione     
In un mondo sempre più tecnologico come il nostro, stupire è diventato quasi impossibile perché viviamo in una società evoluta, che tende al progresso e al continuo miglioramento: pensare a macchine volanti non ci sembra più una realtà tanto lontana o fantascientifica, ma piuttosto un obiettivo concreto da poter realizzare. A meravigliare però restano sempre le piccole cose, come la perseveranza di un fiore che continua a crescere tra le mattonelle del vialetto, un polpo che si destreggia nelle profondità marine, un geco che sfida la gravità, arrampicandosi su pareti ripide senza mai perdere il controllo del proprio corpo, e infine, guardando verso l’alto, rimaniamo incantati dalla bellezza degli stormi che, durante la migrazione, si elevano in cielo formando figure straordinarie. Ciò che affascina è l’incredibile complessità che si cela dietro l’apparente semplicità della natura e in particolare come le tecnologie attualmente a disposizione dell’uomo possano interagire con essa, sviluppando così la branca della biorobotica. Con il suo libro “La natura geniale”, Barbara Mazzolai, biologa e ricercatrice conosciuta a livello internazionale, ha condensato molte delle sue conoscenze riguardo questo campo della scienza e ha riportato diversi esempi di come il mondo animale e vegetale siano fonte d’ispirazione per i modelli robotici che ne simulano le caratteristiche fondamentali. Attraverso il suo racconto, è possibile vedere con nuovi occhi tutti quegli elementi che potrebbero sembrarci banali, come un fungo o un ragno, o addirittura privi di vita, come nel caso di un fiore di loto, ma che in realtà nascondono peculiarità straordinarie. Quello che più affascina della narrazione è la semplicità con cui è raccontata: grazie a un linguaggio semplice e scorrevole, non risulta un trattato scientifico o prettamente nozionistico, ma piuttosto un varco per comprendere meglio ciò che ci circonda e apprezzarne l’infinita complessità e intelligenza. Sono tanti gli esempi che si potrebbero citare per invogliare maggiormente alla lettura di questo breve romanzo, come gli studi sul becco del martin pescatore, al fine di velocizzare i treni ad alta velocità all’ingresso in galleria, oppure le ricerche condotte per lo sviluppo del Plantoide; quello però che davvero stupisce sono la grande passione con cui vengono presentati i progetti e i robot a cui Mazzolai ha lavorato e soprattutto l’incredibile curiosità che l’ha spinta a intraprendere questo tipo di carriera lavorativa. Oltre a essere un libro interessante, avvincente e coinvolgente, con uno sguardo verso un mondo più ecologico, è anche uno stimolo per riflettere maggiormente su ciò che vediamo e soprattutto un incoraggiamento a perseguire i nostri sogni, portandoci così un giorno a “unire i puntini” della nostra vita.

      Contardi Eva Liceo Classico Statale Giuseppe Parini ( Milano, Lombardia )

Leggi recensione     
L’autrice del libro accompagna il lettore alla scoperta della robotica bioispirata o biomimetica, una nuova branca dell’intelligenza artificiale che fonde il sapere ingegneristico e quello biologico con lo scopo di elaborare macchine in grado di sopravvivere in ambienti mutevoli, che necessitano di capacità adattive sempre più elevate.
Per il raggiungimento di questo ambizioso scopo, spiega la Mazzolai, risulta a dir poco rivelatore uno sguardo più attento al mondo naturale, che sia capace di cogliere la grandiosità delle forme di intelligenza che lo abitano da millenni e di cui troppo spesso dimentichiamo di meravigliarci.
L’audace proposta del libro è quella di affinare la capacità di osservare la natura cercando di coglierne gli aspetti latenti che hanno permesso ad alcune forme di vita di resistere anche nelle situazioni più ostili per provare a riprodurli in un’ottica di intelligenza artificiale.
L’autrice ha accolto in prima persona questa sfida e ha scelto di concentrare la sua ricerca sul mondo delle piante, da sempre ritenute esseri ’meno intelligenti’ degli animali; tra gli altri, obiettivo della Mazzolai è anche scardinare questa visione fondata sul pregiudizio soffermandosi sulla possibile accezione di intelligenza come capacità di rispondere e adattarsi a diversi stimoli esterni, caratteristica propria delle piante.
Oltre a fornire innumerevoli esempi di plantoidi e animaloidi, descrivendone gli aspetti notevoli attraverso un’analisi accurata ma mai troppo specifica, l’autrice coinvolge l’autore con un linguaggio semplice ma evocativo, ricco di riferimenti che spaziano dalla filosofia al cinema.
“La natura geniale” non manca di spronarci a rivedere la nostra concezione di intelligenza naturale e artificiale, di continuare a interrogarci senza mai smettere di imparare ciò che di meraviglioso e a volte terribile la natura ha da insegnarci, sottolineando che “Il punto non è cosa possiamo prendere dalla Natura, ma cosa possiamo apprendere da essa.”
Unico limite del libro sembra invece essere la quasi totale assenza di aperture a riflessioni bioetiche, che in ambito di trattazione dell’intelligenza artificiale potrebbe fornire un apporto cruciale: come riuscire a non fare dei robot un punto di arrivo ma un punto di partenza per ristabilire un contatto genuino con la natura e smettere di imporci su di essa con atteggiamento di superiorità?
Sebbene questo e altri dubbi rimangano irrisolti, al termine della lettura risulta forte e chiaro l’appello a guardare alla natura con occhi nuovi, pronti a cogliere le sue mille manifestazioni di intelligenza, e a sperare che in un futuro prossimo la tecnologia venga realmente messa al servizio di questa genialità.

      Leone Lucia Liceo Classico Statale Giuseppe Parini ( Milano, Lombardia )

Leggi recensione     
“I robot bioispirati sono una delle strategie più brillanti con cui stiamo testardamente perseguendo il nostro più grande obiettivo: strappare alla natura le risposte che ancora si ostina a nasconderci”.
È interessante come nella frase sopra riportata, Barbara Mazzolai, autrice del libro La Natura Geniale e figura di spicco nel campo della ricerca italiana, illustri perfettamente una caratteristica peculiare dell’uomo: la curiosità di scoprire sempre di più del mondo che ci circonda, dovuta alla nostra ammirazione nei confronti dei molti e inviolati segreti celati nel cuore della natura.
Leggendo le pagine del libro La Natura Geniale, ci si trova travolti, capitolo dopo capitolo, dal fascino ipnotico del mistero del mondo naturale e di come gli scienziati si stiano avvicinando a comprenderlo attraverso la biomimetica, scienza che prende ispirazione dalla natura che ci circonda per applicare le sue magnifiche strategie nella vita di tutti i giorni.
Nonostante la complessità del tema trattato nel libro, l’autrice riesce a esprimere i concetti alla base della biomimesi con un lessico semplice ma preciso, in grado di raggiungere ogni lettore, dal più al meno esperto.
Barbara Mazzolai immerge il lettore in una situazione quotidiana e, creando un’intima intesa con chi sta sfogliando le pagine del suo libro, lo accompagna in un percorso attraverso cui illustra la sua fervente speranza nell’uomo e nella scienza, mostrando una visione totalmente nuova della robotica, in particolare la robotica bioispirata.
Nel nostro immaginario collettivo abbiamo intrinseca una visione negativa di questa scienza: i robot, nei film di fantascienza, sono spesso visti come nemici dell’uomo e, sempre o quasi, lo sviluppo della tecnologia prevede, nella nostra immaginazione, la distruzione della natura.
Ebbene, questo libro propone un’alternativa originale: i robot e la tecnologia possono essere usati per salvare il nostro pianeta, che è ormai in una situazione critica, imitando alcune caratteristiche delle piante e degli animali, non inquinanti e decisamente efficienti.
L’autrice, fornisce numerosi esempi, chiari e recenti, di come la biomimesi venga applicata per risolvere problemi quotidiani; per esempio come l’Arctium Lappa, l’odiosa pianta che si attacca sempre al pelo dei cani quando li portiamo a passeggiare, è stata usata come modello dal creatore del velcro.
La ricercatrice insiste quindi sul fatto che questa scienza, col tempo e con molta ricerca, potrà risolvere questioni ben più grandi, e che, attraverso un processo di imitazione creativa del mondo in cui viviamo, saremo in grado di adattarci ai notevoli cambiamenti che il nostro pianeta sta affrontando, magari un giorno anche con la dimestichezza delle piante.
Il percorso che l’uomo deve affrontare per comprendere i misteri della natura è ancora lungo, ma, come si può capire leggendo le pagine della Natura Geniale, basta osservare attentamente, con occhi curiosi, la natura attorno a noi, e chiederle con modestia il permesso di accedere a quelle verità che ci sembrano ora tanto lontane da raggiungere.

      Nessi Judit Liceo Scientifico Statale Galileo Ferraris Di Varese ( Varese, Lombardia )

Leggi recensione     
"La natura geniale" ci porta in un mondo in cui invenzioni umane e creazioni della natura si intrecciano: il futuristico mondo della robotica bioispirata, in cui prendiamo sempre più spunto dalle ingegnose soluzioni della natura per poter sviluppare macchine più efficienti e sostenibili, in grado di adattarsi all'ambiente e di interagire con esso.
Barbara Mazzolai, che con il suo gruppo di ricerca ha già sviluppato l'innovativo robot-pianta "Plantoide" e ne sta progettando un'altro di nome "GrowBot", conosce a fondo la biorobotica e cerca di trasmettere la sua passione al lettore, guidandolo alla scoperta di questa promettente branca tra biologia ed ingegneria che potrebbe essere la chiave del nostro futuro.
La bioispirazione non è in realtà di per sè un concetto nuovo: molti velivoli ad esempio hanno avuto forme tratte dal mondo naturale e già Leonardo da Vinci basava i suoi progetti sull'osservazione attenta della natura. Entrando nello specifico della robotica, l'autrice ci dà un assaggio di quello che è questo affascinante e misterioso ambito, proponendo suggestivi esempi che vanno da un braccio robotico di polpo fino a scarafaggi, pesci, salamandre e gechi, arrivando addirittura ai robot umanoidi.
Come possono però le piante, che sembrano così immobili ed inerti, essere un buon modello per delle macchine che dovranno muoversi ed interagire con l’ambiente?
Approfonditi studi e l'osservazione mediante la tecnica del time-lapse hanno permesso di apprezzare le differenze che il mondo vegetale ha rispetto a noi, e di svelare molti dei suoi segreti: abbiamo scoperto che le piante comunicano, che si aiutano tra di loro e che possono produrre la corrente elettrica! Altri studi hanno permesso di capire come si muovono questi misteriosi organismi, che hanno fatto del risparmio energetico e della lentezza il loro punto di forza.
È così potuto nascere il Plantoide: un capolavoro ingegneristico che potrà avere applicazioni dalla medicina fino all'esplorazione del sottosuolo, e che mette in pratica le conoscenze acquisite sul movimento e sulle capacità sensoriali delle radici delle piante, grazie ad un meccanismo senza precedenti nel mondo tecnologico: la crescita.
La ricerca scientifica ha ancora davanti a sè molte sfide da vincere per assicurarci un futuro in armonia con la natura, ma la strada della robotica bioispirata è quella che più di altre può portare a soluzioni rivoluzionarie, e che esercita un profondo fascino su chi entra in contatto con essa.
Consiglierei questo libro a chiunque sia interessato alle novità scientifiche o amante della fantascienza. Il libro è accessibile anche ai non esperti, dato che l’autrice affronta gli argomenti in modo chiaro e preciso. Unico difetto del libro è la struttura un po' dispersiva, e i lunghi elenchi di invenzioni in cui l’autrice a volte si dilunga, che però non rendono difficile o pesante seguire il discorso.
In conlusione “La natura geniale” di Barbara Mazzolai è una lettura piacevole e leggera che offre molti spunti di approfondimento scientifico, e che a chi sia pronto a scoprire qualcosa di nuovo sulla robotica e sulla natura può insegnare a guardare il mondo con occhi nuovi.

      Pascucci Jacopo Liceo Scientifico Vittorio Veneto ( Milano, Lombardia )

Leggi recensione     
Chi avrebbe mai pensato che per affrontare le sfide che ci riserva il futuro la Natura sarebbe stata il nostro Virgilio? Superbamente, credevamo di poterla dimenticare con la rivoluzione industriale, con l’avvento della macchina e dell’artificiale. La “Natura Geniale”, pubblicato da Longanesi nel 2019 e frutto dell’acuta mente di Barbara Mazzolai, biologo e ingegnere robotico, ci accompagna nella ri-scoperta del mondo animale e, con enorme sorpresa, del meraviglioso ecosistema vegetale.
L’osservazione della natura è alla base della ricerca scientifica e del progresso tecnologico. Non a caso, infatti, Leonardo, ancor prima di tutto un attento osservatore della natura, è considerato uno dei più grandi geni della storia. Si può dire che tecnologia e biologia siano due facce della stessa medaglia, in un circolo “virtuoso”: la prima, se supportata dall’altra, può progredire in fretta, migliorando la nostra vita. A sua volta però una maggiore conoscenza di strumenti sempre più sofisticati favorisce l’approfondimento della seconda. Per convincerci l’autrice propone un’attenta analisi, a partire proprio dalla descrizione della natura, dei suoi meccanismi e dei robot che ne sono ispirati. Il tutto è reso affascinante da esempi incalzanti e un linguaggio accessibile a chiunque. Molti forse non sapranno che i treni più veloci al mondo assumono la loro forma a partire dal becco di un uccello, che la Torre Eiffel riproduce un femore e che la fibra ottica è ispirata alle spugne. Eppure questi sono solo alcuni dei molteplici esempi e curiosità che la ricercatrice fornisce, al fine di rendere chiara la comprensione, supportata in ogni istante dall’evidenza scientifica e da un completo apparato di note e bibliografia.
Barbara Mazzolai ci insegna a guardare con altri occhi, di ammirazione e non di disdegno e superficialità, la complessità e l’intelligenza intrinseca della Natura. In particolare, cerca di distoglierci dall’ahimè comune pregiudizio sul mondo vegetale, ritenuto, a torto aggiungerei, statico e inferiore. Dopo la lettura del libro, ha preso piede in me la consapevolezza che le piante costituiscano il passato, il presente e il futuro di questa pianeta, e solo se saremo in grado di comprendere il loro reale potenziale, usandolo a vantaggio della nostra specie, potremo considerarci abili, in quanto capaci di imitare quest’enorme perfezione che ogni giorno è visibile dalle nostre finestre.
È stata proprio la ricercatrice, insieme al suo team di sviluppo di Pontedera, a progettare il primo plantoide, un robot ispirato a una pianta, capace, esattamente come il suo modello, di crescere per muoversi! Ancora una volta, una di tante durante la lettura del saggio, sono rimasto piacevolmente stupito dall’apprendere che le piante non solo possano muoversi, ma anche parlare, aiutarsi, contare e, notizia più stupefacente, illuminare in futuro le nostre case!
Logicamente, essendo l’intento dell’autrice quello di sensibilizzare il grande pubblico su quanto ancora abbia da offrirci la Natura, il testo è privo di dettagliati approfondimenti, per cui sarebbero state necessarie conoscenze pregresse. A tal proposito, ho apprezzato la scelta di allegare un catalogo di testi per lo studio personale, che denota una reale passione per l’insegnamento, nonché un interesse concreto per la diffusione della cultura scientifica. Detto ciò, ritengo che il voto più giusto sia 9, per una lettura tanto scorrevole, quanto stimolante, che ha aperto piacevolmente il mio 2021.

      Bergamaschi Gaia Liceo Scientifico E Musicale G.marconi ( Pesaro, Marche )

Leggi recensione     
“La Natura Geniale, come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta” è un saggio scientifico, scritto dalla biologa, Barbara Mazzolai, edito a Milano nel 2019 per conto della casa editrice “Longanesi”. La narrazione si sviluppa seguendo i passi codificati dal metodo scientifico, osservazione, raccolta di dati empirici e di studi precedenti, analisi e formulazione di un’ipotesi, verifica dell’ipotesi ed infine le conclusioni (plantoide ed il suo futuro). Questo schema narrativo risulta particolarmente piacevole poiché distacca i robot dalla classica visione “fantascientifica”. Attraverso i vari capitoli, il saggio delinea sempre più la realtà scientifica dell’intelligenza artificiale. L’esposizione inizia con una descrizione del rapporto giornaliero tra uomo e tecnologia, non ce ne accorgiamo ma i robot sono ovunque, e sono destinati ad acquisire mansioni sempre più notevoli. Proseguendo nella trattazione, la ricercatrice espone la storia della robotica, nata grazie all’osservazione della vita vegetale e animale. La natura è riuscita ad adottare soluzioni di sopravvivenza, e gli scienziati ne hanno tratto ispirazione per i progetti più disparati, non solo riguardanti la robotica. La tecnologia progredisce, e con ciò anche la nostra visione del mondo. Come ci invita Barbara Mazzolai, abbiamo il dovere di rivolgerci alla natura con occhi rinnovati pronti a capirla ed accettarla. La nostra tecnologia può anche essere usata per comprendere la natura stessa. Per esempio il robot SoFi, un robot pesce, che monitora e registra la vita sottomarina, o il robot salamandra realizzato all’EPFL che ha riempito il gap evolutivo avvenuto tra il Devoniano e il Carbonifero quando sono comparsi i primi anfibi. Nei capitoli successivi vengono presentate le osservazioni e le analisi sul mondo vegetale ed in particolare sui tropismi. Grazie all’osservazione, all’analisi, agli studi di altri scienziati, Barbara Mazzolai ha progettato il primo robot ispirato al mondo vegetale: il plantoide. Verso la conclusione del libro la biologa ci presenta delle nuove osservazioni sull’intelligenza vegetale e sulle piante rampicanti da cui nascerà il nuovo progetto: GrowBot, un robot bioispirato il cui comportamento emulerà quello dei vegetali sopracitati. Le conclusioni, che ho molto apprezzato, creano un filo rosso che collega le informazioni presentate nei vari capitoli e chiarisce tutti i dubbi sorti nella lettura. Seppure il saggio non sia estremamente lungo (174 pagine circa), risulta infatti esaustivo e completo in ogni sua parte. Grazie al suo approccio, alla sua passione, allo stile scorrevole, la biologa è riuscita a farmi capire e farmi appassionare ad una disciplina a me inizialmente sconosciuta. Ciò che ho apprezzato maggiormente è l’unione che la scrittrice è riuscita a trovare tra biologia e tecnologia. Sin da bambini siamo portati a studiare le materie a compartimenti stagni, senza riconoscere che a volte la fisica e la chimica, l’italiano e la matematica, o addirittura l’inglese e la filosofia possano connettersi abbattendo quelle cortine di ferro che inutilmente creiamo. Molto interessanti anche le note bibliografiche, la biologa fa grande utilizzo di studi scientifici altrui, come se volesse sottolineare l’importanza del lavoro di squadra. Ho apprezzato anche in particolar modo i consigli di lettura perché la scienza non si deve fermare al primo studio alla prima pubblicazione ma deve continuare ad osservare il futuro e a non fermarsi mai.

      Diomedi Eva I.i.s. Francesco Filelfo ( Tolentino, Marche )

Leggi recensione     
Ci crederesti se ti dicessi che un albero può avere contemporaneamente parti millenarie e apici radicali di pochi anni? E se ti dicessi che «le piante “parlano” tra loro, comunicando ad esempio situazioni di pericolo in seguito all’attacco di parassiti»? Insomma, che l’uomo è un “animale sociale” lo abbiamo sempre saputo, lo sapeva anche Aristotele ventiquattro secoli fa, ma le piante?
Acquistare “La natura geniale” di Barbara Mazzolai significa comprare il biglietto per un viaggio sorprendente, mozzafiato attraverso le peculiarità, le proprietà e le capacità nascoste di piante e animali, continuamente visti, ma mai veramente osservati. Dunque, chi si immerge tra le pagine di questo libro apre gli occhi davanti alla vera natura di svariati organismi viventi e li spalanca di fronte alla loro incredibilità. Il suo interesse è suscitato in gran parte dai numerosi e interessanti esempi riportati dall’autrice e testimonianti l’estrema formazione professionale di quest’ultima. Barbara Mazzolai, biologa con un Dottorato di ricerca in Ingegneria dei Microsistemi e un Master Internazionale in Eco-Management alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, è il “Virgilio” del lettore e lo guida in queste scoperte, illustrandole una per una. In particolare, l’autrice mostra come con la robotica bioispirata si possa partire dall’osservazione di organismi animali e vegetali per realizzare, non tanto attraverso una copia quanto grazie all’astrazione dei principi che ne regolano il funzionamento, robot in grado di aiutare l’uomo nelle più svariate situazioni: dalle attività domestiche all’esplorazione di luoghi resi pericolosi da catastrofi naturali. Ad esempio, Gustave Eiffel fu in grado di costruire la celeberrima torre, prendendo la distribuzione delle trabecole nell’osso del femore, studiata dal paleontologo tedesco Hermann von Meyer, come modello per la disposizione delle sbarre di ferro del monumento. In realtà, però, le ossa umane sono molto più complicate. La realizzazione di tale costruzione, infatti, è stata resa possibile da un processo di astrazione e semplificazione da parte dell’ingegnere.
L’autrice ha ben evidenziato l’importanza dell’interazione tra molteplici discipline al fine di raggiungere risultati a dir poco rivoluzionari.
È fondamentale, però, che l’innovazione tecnologica sia accompagnata da una profonda attenzione verso l’ambiente, in modo da non danneggiare i delicati ecosistemi in cui viviamo.
In conclusione, trovo che il libro sia estremamente coinvolgente, anche grazie alla chiarezza espositiva, allo stile fresco e al linguaggio che, sebbene sia spesso tecnico, non risulta mai noioso.
Insomma, non resta che aspettare la pubblicazione del prossimo libro di questa talentuosa scienziata!

      Gerini Riccardo Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci ( Jesi, Marche )

Leggi recensione     
La natura geniale. Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta - Barbara Mazzolai (Longanesi)

Da Lamarck, passando per Darwin ed arrivare fino all'epigenetica. Si apre così il primo capitolo dell'incredibile “La natura geniale” di Barbara Mazzolai, direttrice del Centro di Micro-BioRobotica dell'IIT di Pontedera. Ripercorrendo lo sviluppo del settore informatico e dell'intelligenza artificiale giunge alla robotica bioispirata, cioè modellata sulle caratteristiche degli esseri viventi.

Al contrario di quanto si pensa, la disciplina non ha origini attuali: Leonardo da Vinci, con le sue macchine volanti, può essere considerato uno dei precursori. La Torre Eiffel è un esempio più recente. Progettata in occasione della prima Esposizione Universale, possiede un'architettura basata sul femore umano. Infatti, come nell'osso, l'istallazione presenta una struttura a nido d'ape, più vantaggiosa perché scarica il peso sulla sezione più robusta. Questa non è l'unica sorpresa in cui ci si imbatte leggendo. Sapevate che la parte anteriore dello Shinkansen è modellato sulla forma del becco del martin pescatore? Ecco il segreto della sua aerodinamicità. Tra gli animaloidi presentati c'è la salamandra robotica dell'EPFL di Losanna, la cui locomozione è molto simile a quella dell'animale. La macchina si è rivelata un'importante strumento per approfondire le dinamiche attraverso cui, nel Denoviano, i pesci si sono evoluti per conquistare la terra ferma.

Il fulcro dell'opera è l'ottavo capitolo che illustra il lavoro del team di ricerca dell'autrice sui plantoidi, macchine d'ispirazione vegetale. Nel 2012 il suo impegno l'ha resa coordinatrice del progetto “Plantoid” finanziato dalla Commissione Europea con l'obiettivo di creare il primo robot che riproduce la crescita delle radici. Dentro ogni apice una stampante 3D si attiva in base alle informazioni che i sensori rilevano nell'ambiente esterno. All'interno la struttura è cava per ospitare i fili. Le applicazioni di questo macchinario potrebbero essere molteplici: l'esplorazione di siti pericolosi per l'uomo, la ricerca di reperti storici o il monitoraggio del suolo. L'ultimo capitolo presenta una scoperta straordinaria: gli alberi
possono produrre elettricità. Lo strato di tessuto superiore delle foglie infatti, con quello inferiore, funziona come un condensatore se toccato da particolari materiali, grazie ad un fenomeno conosciuto come “elettrificazione da contatto”. Si stima che una singola foglia può arrivare a produrre l'energia necessaria ad accendere circa cento lampadine a LED!

Le numerose citazioni a studiosi e testi scientifici invogliano il lettore ad approfondire gli argomenti trattati. Le tematiche sono presentate con linguaggio semplice ed appassionante. Gli studi in campo robotico e biologico alla base dei prototipi sono esposti in modo convincente, le note a margine chiariscono anche concetti basilari. Purtroppo queste macchine non troveranno impiego prima di ulteriori ricerche. Sicuramente esistono pochi altri testi che esplorano l'argomento, mostrando invenzioni straordinarie che non avremmo mai immaginato fossero ispirati al mondo animale o vegetale. Nel complesso sono più che soddisfatto di questa lettura che ha risvegliato in me la curiosità verso la biorobotica della quale, all'inizio, non nutrivo interesse. La consiglio a tutti quelli che sono attratti dalla botanica, l'anatomia e la robotica, anche a chi non ha una formazione scientifica alle spalle.


      Bertone Eleonora Liceo Scientifico Galileo Ferraris ( Torino, Piemonte )

Leggi recensione     
“Coinvolgere le nuove generazioni ad aprire le loro menti" verso altre forme di vita: questo l’obiettivo che Barbara Mazzolai, biologa e ricercatrice italiana, ha annunciato nel suo intervento al TedxMilano. Questo l’obiettivo del suo libro, intitolato La natura geniale, in cui osservazione della natura e progresso tecnologico si fondono per trovare soluzioni, sostenere nuove progettualità, migliorare la qualità della vita e dell'ambiente, coinvolgendo vari campi dell’agire umano da quello industriale a quello ingegneristico, dall’agricolo e al chirurgico, fino alla dimensione domestica.
É infatti in via di sviluppo un nuovo settore tecnologico, la biorobotica, che si occupa della realizzazione di robot ispirati agli animali e alle piante. L'autrice spiega come questa nuova area della scienza possa portare ad un cambiamento, nonché alla salvezza, del nostro pianeta, soffermandosi sul progetto del plantoide da lei coordinato.
Il plantoide è il frutto di uno studio approfondito sulle proprietà e caratteristiche delle piante. La Mazzolai e il suo gruppo di ricerca dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) hanno sviluppato un robot simile in tutto e per tutto ad una pianta e capace di ricrearne le strutture flessibili, le modalità di comunicazione, di movimento e di crescita.
La sezione più coinvolgente del libro è quella focalizzata su questo progetto, dove vengono spiegate con cura e dovizia di particolari le singole parti del robot e i principi su cui si basa, per capire come l’idea sia nata, come si sia sviluppata, quali siano state nello specifico le piante prese in considerazione e le soluzioni che hanno utilizzato i ricercatori per meglio imitarle.
La parte iniziale, invece, dedicata alla biorobotica come scienza e ad altri esempi di tecnologie ispirate a animali e piante, risulta meno appassionante per i non addetti ai lavori. L'autrice, probabilmente per ottenere una maggiore chiarezza espositiva, ha inserito molti dettagli e numerose digressioni, che rischiano di raffreddare un po’ l’entusiasmo della lettura. Nonostante ciò, il fatto che sia stato dato spazio anche al lato ecosostenibile della tecnologia, che punta per esempio ad utilizzare in futuro materiali totalmente biodegradabili e riciclabili, spinge il lettore ad approfondire il tema cercando sul web immagini, interviste e video.
Le parole della Mazzolai ci chiamano in causa: più passano gli anni più i problemi dovuti al cambiamento climatico diventano consistenti e preoccupanti ed è necessario che siano le nuove generazioni a porre rimedio a ciò che quelle passate hanno causato. Come? Guardando il mondo non come un oggetto da sfruttare che appartiene all'uomo ma come un modello con cui convivere e imparare, come ci insegna l'autrice. La tecnologia dovrà essere quindi un'alleata per raggiungere questo fine e voltare pagina verso un futuro ecosostenibile e in armonia con la natura.

      Carrozzini Gaia Liceo Scientifico Galileo Ferraris ( Torino, Piemonte )

Leggi recensione     
Questo saggio è il primo libro della biologa Barbara Mazzolai, che nel 2013 ha ricevuto la Medaglia del Senato della Repubblica italiana per il suo considerevole contributo alla comunità scientifica e tratta della Natura e di ciò che possiamo apprendere da quest’ultima per realizzare strumenti ad alta tecnologia che siano al servizio dell’uomo.
Il discorso si articola in tredici capitoli in cui l’autrice esprime le proprie considerazioni in modo chiaro e preciso, utilizzando termini scientifici seguiti spesso dalla loro definizione per permettere ai destinatari di comprendere ciò che stanno leggendo. Il linguaggio utilizzato è quindi tecnico e settoriale ma non incomprensibile grazie alle opportune esemplificazioni.
L’autrice incomincia con un accenno storico menzionando scienziati come Leonardo da Vinci, Galileo Galilei e Charles Darwin, i quali si sono occupati dell’osservazione di ciò che li circondava e che, secondo la Mazzolai, dovrebbero essere un’inesauribile fonte di riflessione e ispirazione: essi hanno pensato fuori dagli schemi e sono giunti a risultati semplicemente sorprendenti per la loro epoca. Infatti è stato proprio Leonardo a progettare il primo automa umanoide della civiltà occidentale.
Nel libro vengono illustrati numerosi studi e ricerche condotti su organismi di diversa natura come gechi, polpi e fiori di loto, tutti accomunati dal fatto di essere veri e propri modelli per la progettazione di strumenti ad alta tecnologia. Questi ultimi hanno rispettivamente ispirato il Geckskin, uno scotch privo di collante che regge fino a trecento chili di peso, delle ventose artificiali e il velcro, impiegato nelle chiusure a strappo.
È impressionante come l’uomo sia addirittura riuscito a creare dei robot che assomiglino ad esseri viventi appartenenti sia al Regno animale sia a quello vegetale attraverso una minuziosa analisi delle varie specie. Gli scopi e le funzioni degli automi sono numerosi e sono applicabili in diversi ambiti che vanno dallo spazio alla medicina fino a giungere all’agricoltura. Tuttavia oltre a quelli impiegati per lavori manuali esistono dei modelli creati appositamente per comprendere al meglio determinati organismi. Un esempio è Madeleine, un robot che ricorda una tartaruga di mare il cui obiettivo è testare la validità di una teoria evoluzionistica riguardante le cause che hanno portato i vertebrati a prediligere la locomozione subacquea a due arti rispetto a quella a quattro.
Ciò che più mi ha incuriosita quando stavo leggendo le varie trame dei libri proposti per sceglierne uno è stato il fatto che si parlasse dell’esistenza di plantoidi, ovvero robot ispirati a piante. La maggior parte delle persone ha infatti molti pregiudizi infondati sugli organismi vegetali e li considera inferiori. Personalmente sono d’accordo con l’autrice e ritengo che sebbene essi non possiedano un cervello siano comunque esseri dotati di intelligenza.
Barbara Mazzolai è riuscita a trasmettermi la passione che possiede per il proprio lavoro e l’idea che anche una donna possa affermarsi in un ambito prevalentemente maschile. Credo pertanto che il suo saggio potrebbe incoraggiare tutte le ragazze che si sentono insicure ad intraprendere un percorso di studi scientifici. È straordinario il fatto che il suo amore per la Natura e per la vita sia in grado di passare attraverso le pagine del libro e arrivare al lettore con una tale intensità.

      Panaro Paola Liceo Scientifico Galileo Ferraris ( Torino, Piemonte )

Leggi recensione     
“Io credo sia proprio questo sguardo diverso - curioso e mai sazio - il giusto modo di osservare gli esseri viventi che ci circondano, per poterli comprendere davvero e dunque imparare anche ad imitarli.” In questa frase è riassunto il nucleo un libro grazie al quale l’autrice, Barbara Mazzolai, Direttrice del Centro di Micro-BioRobotica (CMBR) dell'Istituto Italiano di Tecnologia, ci accompagna in un viaggio attraverso la storia della robotica bioispirata dai primi studi sulla natura agli ultimi progressi di questa branca della robotica. Attraverso i suoi occhi andiamo alla scoperta di tutti quei mezzi artificiali, nati dopo un attento sguardo alla natura, che adesso popolano la nostra vita quotidiana e che in futuro potrebbero cambiare il mondo. Il saggio, un’ascesa graduale attraverso la storia e la scienza, ci racconta come, partendo da Darwin, abbiamo sempre più acuito il nostro sguardo verso la natura, andando quindi a studiarla e a comprenderla, per infine utilizzarla in vari campi al fianco delle scoperte del sempre più sviluppato campo della tecnologia. La scrittrice riesce in modo molto efficace ad accompagnarci nell’analisi di questa nuova branca della robotica con graduali passaggi. Ci guida partendo dalle basi attraverso cui la robotica bioispirata si è sviluppata, esponendo in modo chiaro le scoperte fatte nel corso dei secoli sia nel mondo animale che in quello vegetale nello specifico portando alla luce le capacità comunicative e di movimento delle piante che spesso, anche nella storia, sono state trascurate e che invece nei suoi progetti sono state particolarmente rilevanti. Propone efficaci esempi di quelle che sono le applicazioni tecniche di questi studi, come le ali di Leonardo da Vinci, il treno Shinkansen e l’applicazione delle proprietà idrofobiche delle foglie del loto. Per poi proseguire con più nuovi robot bioispirati, tartarughe e salamandre utilizzati per lo studio dei processi evolutivi oppure la branca della soft robotics che studia i movimenti degli animali e che potrebbe essere impiegata in lavori come la chirurgia. Infine negli ultimi capitoli espone il Plantoide e il Growbot, progetti portati avanti da lei e dal suo gruppo di ricerca, con tutti i processi che hanno portato alla loro creazione e che spiegano i loro funzionamenti. Un esempio di applicazioni tecniche :“L’invenzione del più celebre sistema di chiusura a strappo mai creata dall’uomo si deve alla fervida osservazione di un ingegnere svizzero, George Mestral, che portando a spasso il suo cane notò come gli uncini di bardana rimanessero attaccati al manto dell’animale in modo quasi inestricabile.[…] Aveva inventato il Velcro, una delle soluzioni adesive industriali più utilizzate al mondo”. L’abilità della scrittrice di attirare l’attenzione portando esempi di vita comune rende il saggio estremamente interessante e invoglia alla ricerca di nuove tecnologie bioinspirate, riesce a coinvolgere aumentando la voglia di continuare a leggere per scoprire quali altri strumenti siano collegati al mondo della natura. Inoltre benché sia un libro di natura scientifica è molto facile alla lettura ed è quasi privo di parole troppo tecniche che la renderebbero più pesante. In generale l’ho ritenuto un libro molto piacevole da leggere e soprattutto molto interessante e informativo, riesce bene a far comprendere quelle tecnologie che di solito ci sembrano lontane e prepara anche ad un possibile futuro.

      Parisi Giorgio Istituto Amedeo Avogadro ( Torino, Piemonte )

Leggi recensione     
RECENSIONE “LA NATURA GENIALE”
 
La natura geniale è un libro scritto da Barbara Mazzolai e pubblicato nel Marzo 2019 dall’editore Longanesi. L’autrice ha al suo attivo numerosi premi tra cui il “Marisa Bellisario”. Nel 2015 viene nominata da RoboHub tra le 25 donne più influenti nel settore robotico.
La natura geniale tratta argomenti relativi alla biorobotica, alla natura e a cosa potremmo ancora imparare da essa per il nostro futuro. La risposta a questa domanda ce l’ha data l’autrice di questo libro, inventando il primo robot della storia ispirato al mondo delle piante.
La protagonista principale del libro è la natura. I personaggi che vengono menzionati sono delle piante o degli animali che secondo l’autrice potrebbero salvare il mondo se l’uomo prendesse spunto dalle loro caratteristiche. Ad esempio, il polpo viene studiato per le sue eccezionali capacità di mimetismo, esplorazione e intelligenza  a cui si sono ispirati per costruire il robot OCTOPUS in silicone a otto braccia. Con questo s’intende la bioispirazione da cui nasce la biorobotica e tutte le invenzioni che possono essere usate per scopi pratici come ad esempio l'esplorazione di luoghi -difficilmente raggiungibili dall’uomo- con la capacità di prelevare dei campioni di materiale.
L’autrice propone una tesi attuale e sostiene che creare dei bio robot, prendendo spunto dal mondo animale e vegetale, sia necessario per lo sviluppo tecnologico e ambientale. Tutto questo viene spiegato all'interno del libro in maniera abbastanza fluida e con alcuni termini specifici.
Qualunque bambino con spirito di osservazione si ricorderà, al pari dell’autrice che ne parla apertamente nel libro, dei fiori che comunemente chiamiamo soffioni. La biologa li descrive come esempio per la creazione di particolari paracaduti, realizzati studiando il comportamento di questi semi capaci di spostarsi lontano per la loro forma e leggerezza grazie al minimo soffio di vento.
Il libro è molto coinvolgente per chi è appassionato di questi argomenti, ma allo stesso tempo non risulta noioso per chi non ha gli stessi interessi. La lettura è stata molto interessante ed immersiva, ha permesso di imparare e conoscere meglio il mondo della bio robotica e di condividere le idee proposte dall’autrice. Sono apprezzabili i suoi progetti per il futuro, ovvero migliorare le tecnologie esistenti e allargare la loro produzione.
Il testo ha qualcosa di speciale per quelle persone che sono interessate alla scienza, ma può essere stimolante anche per coloro che si avvicinano per la prima volta al tema della biorobotica. Questo è anche il motivo per cui varrebbe la pena di consigliare la lettura di La natura geniale ad un amico.
Voto 8

      Vallero Alice Istituto Istruzione Superiore P. Martinetti ( Caluso , Piemonte )

Leggi recensione     
Barbara Mazzolai è una biologa con un Dottorato in Ingegneria dei Microsistemi e dirige il Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera.
Questo suo primo libro di narrazione scientifica, "La Natura Geniale" (Longanesi), è un testo con un linguaggio scorrevole, semplice e comprensibile a tutti, che apre una finestra sulla scienza robotica e di come essa interagisca con il mondo animale e vegetale.

Il sottotitolo, "Come e perché le piante cambieranno e salveranno il pianeta", ci guida in un mondo in cui le piante si sono adattate del tutto all’ambiente circostante, facendo della propria lentezza l’origine della loro resistenza. Incredibile e curioso come la Natura ispiri la scienza nella realizzazione di modelli robotici, tanto da raggiungere l’utilizzo dei medesimi in ambienti di lavoro, in ospedali a scopo terapeutico, e sia un costante oggetto di studio al fine di migliorare la qualità della vita.
Con la sua esperienza nel campo della micro-biorobotica, l’autrice mette a conoscenza di come i robot siano realmente “compagni di vita dell’uomo”, come già sostenuto da Isaac Asimov.

Il testo si divide in capitoli brevi, con argomenti legati tra loro che trattano di robot, Intelligenza Artificiale ed abilità particolari ed impressionanti di certi animali e piante, attraverso esempi pratici che rendono semplici le definizioni scientifiche grazie a citazioni dell’autrice e di altri ingegneri e scienziati, esempi di nuove scoperte, rimandi a film e altre letture, che vengono affrontati in modo attuale, insieme ad altri argomenti importanti di biologia.
Inoltre, questo libro descrive nei minimi dettagli la capacità della comunità scientifica di rapportarsi con la Natura, prendendo spunto da essa: "l’uomo non è il re della creazione, “piazzato” nel mondo da una volontà divina, bensì un animale con indubitabili affinità con il proprio antenato, la scimmia" (citazione tratta dal libro).

E’ un libro molto interessante, coinvolgente e ricco di dettagli al quale darei come voto un 8.
Non avrei mai pensato di leggere un libro di questo genere prima, forse perché mi aspettavo una lettura difficile da comprendere e invece è stata una sorpresa!
Sono convinta che sarebbe una lettura adatta a tutti coloro che sono interessati alla scienza, più precisamente alla robotica, ma indubbiamente un libro che consiglio di leggere a chi ha tanta voglia di sapere ed imparare.

      Ammirabile Valentina Liceo Simone Morea ( Conversano, Puglia )

Leggi recensione     
Barbara Mazzolai, La Natura Geniale, Milano. Longanesi, 2019 p. 192
“Come per tutt’i viaggi si po' imparare. Questa benigna natura ne provvede in modo che per tutto il mondo tu trovi dove imitare.”
Esordisce così Barbara Mazzolai nel suo sorprendete libro “La Natura geniale”, citando Leonardo da Vinci, scienziato e artista che ha ispirato il suo percorso.
Come può un innocuo organismo vegetale o animale insegnarci a vivere sulla nostra Terra? Barbara Mazzolai, biologa tra le 25 donne più geniali al mondo nel 2015, dalla comunità scientifica Robohub, risponde alla domanda in maniera chiara. La scienziata ci apre le porte di un mondo, ancora per molti, ignoto: la biorobotica, settore scientifico che fonde robotica, bioingegneria e biologia e che può avere innumerevoli applicazioni nella vita quotidiana, descritte nel libro. Le nuove tecnologie possono ispirarsi al mondo naturale, rivoluzionando il nostro modo di vivere e il nostro approccio con il mondo esterno. Ad esempio, il treno giapponese ad alta velocità Shinkansen è stato progettato studiando il becco del martin pescatore (un uccello estremamente veloce); oppure l’Octopus è un robot ispirato al polpo, in grado di muoversi con agilità in acqua e potrebbe essere sfruttato in pozzi o in mari pericolosi, per l’esplorazione o il recupero di oggetti. Ci sono numerosi sorprendenti esempi che consiglio vivamente di scoprire con la lettura di questo libro, ma l’invenzione che più mi ha affascinato è Paro. Paro è un robot ispirato al cucciolo di foca, con un’importante funzione terapeutica: riesce a migliorare le relazioni sociali e i comportamenti di individui con disturbi psichici, soprattutto di persone anziane affette da demenza. Apparentemente questo libro potrebbe sembrare difficile da comprendere, considerati gli argomenti scientifico-tecnologici che tratta; in realtà la dottoressa Mazzolai sembra raccontarci una favola, in cui l’eroe, che salva l’uomo dai pericoli terrestri e dal suo stesso ego, è proprio la “Natura geniale”. Inoltre la scrittrice adotta un linguaggio specifico, ma al tempo spesso comprensibile da chiunque; infatti il suo scopo è coinvolgerci il più possibile: ella afferma nel capitolo due: “con la speranza che io riesca a trasmettervi almeno una frazione della passione che nutro per questa nuova frontiera del sapere”. Obiettivo raggiunto!
Questo libro ha davvero stravolto il mio modo di concepire il rapporto tra uomo, natura e progresso; argomento che ha affascinato Galileo Galilei, Charles Darwin, Giacomo Leopardi, Giovanni Verga. Oggi la rivoluzione scientifico-tecnologica è un treno che sfreccia senza sosta, l’uomo capitalista non fa altro che sfruttare la Terra, senza badare a ciò che la Terra stessa ci comunica. La Natura può comunicare? Certo, Barbara Mazzolai lo ha ben spiegato nel suo capolavoro. Il riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacciai, l’estinzione di numerose specie viventi, l’esaurimento delle risorse non rinnovabili, l’inquinamento di ogni genere sono segnali che la Natura ci manda. Questo libro ci fa perfettamente capire come l’uomo può imparare dalla Natura, a creare dispositivi e robot, in grado di rivoluzionare positivamente il nostro approccio con la conoscenza e con il mondo esterno. Se l’uomo osservasse e “ascoltasse” la Natura, se l’uomo collaborasse con essa, con rispetto e razionalità, il mondo sarebbe un posto migliore, perché il progresso non si evolverebbe a discapito della Natura, ma al suo fianco.
Buona lettura!

      Spagnolo Alessandra Iiss " Galileo Ferraris " ( Taranto, Puglia )

Leggi recensione     
A che punto è la robotica nel XXI secolo? Le scoperte del secolo scorso ci avevano portato a credere che il futuro sarebbe stato solo delle macchine, ma siamo in una fase di stallo in cui non riusciamo a sfruttare appieno le potenzialità delle scoperte scientifiche e trovare nuove strade per lo sviluppo di macchine intelligenti che aiutino l’ambiente, i settori in crisi, che salvino vite umane. La soluzione proposta da Barbara Mazzolai ne “La natura geniale” è fermarsi, tornare a osservare la natura, imitarne le risorse, alimentare con essa il nostro ‘genio’ come il titolo stesso suggerisce.
Ma come fa una pianta a ispirare creazioni tecnologiche? Illuminante l’esempio sviluppato nel capitolo 13: il movimento delle piante è dovuto al movimento dell’acqua all’interno dei tessuti vegetali, questo è stato d’ispirazione per progettare motori a ridotto consumo energetico, gli attuatori osmotici, meccanismi capaci di riprodurre il processo osmotico delle piante utilizzando ingredienti semplici come acqua e sale da cucina.
L’autrice è abilissima nel proporre fenomeni al limite fra scienza e mistero per stimolare la curiosità e invitare ad osservare con attenzione e con occhi critici. La terminologia usata è tecnica, ma viene spiegata chiaramente consentendo una maggiore comprensione dei concetti espressi anche servendosi di note a piè di pagina: il risultato è che non solo il lettore riesce a comprendere ciò che legge, ma riesce a farlo proprio, arricchendo sia il vocabolario scientifico, sia le proprie conoscenze. Un esempio può essere la distinzione fra i termini “bioispirazione” e “biomimetica”, che pur avendo ugual radice sono due discipline diverse: “la bioispirazione si limita a imitare l’aspetto dei modelli naturali, senza capirne il reale funzionamento”; la biomimetica “studia a fondo i principi biologici dell’organismo vivente scelto come modello di studio, con lo scopo di trasformare queste caratteristiche biologiche in soluzioni artificiali”. Il libro non solo ci fa cogliere in maniera netta la stretta interconnessione tra l’osservazione di una pianta o di un animale e la creazione di un robot a scopo terapeutico come PARO in Giappone, o iCub realizzato in Italia con lo scopo di indagare gli aspetti cognitivi del nostro cervello, ma ci fa capire anche che dobbiamo preservare il mondo naturale che ci circonda perché dal suo equilibrio dipende il nostro benessere.
Piccole e grandi verità della natura catturano l’attenzione capitolo dopo capitolo: affascinante è scoprire che i polpi sono animali con un sistema nervoso molto sviluppato e che la maggior parte dei loro neuroni si trova nelle otto “braccia”, che oltre ad essere la sede dei neuroni, ospitano le ventose attraverso le quali manipolano oggetti e percepiscono predatori. E subito il collegamento con la tecnologia, con i tentativi che l’uomo fa di imitare la natura imparando da essa: le ventose del polpo sono state fonti d’ispirazione per realizzare delle ventose utilizzabili su qualunque substrato e in grado di afferrare oggetti delicati senza apportarvi alcun danno; queste ventose potrebbero essere utilizzate sia in ambito industriale che in ambito domestico.
Un libro esplicativo, ricco di esempi, che passa agevolmente dall’ambito scientifico alla riflessione etica, che fa riflettere oltre che informare. Nel complesso un’opera utile e affascinante, scorrevole e appassionante sia per addetti ai lavori che per neofiti o semplici curiosi.

      Vitale Mariaclaudia Liceo Cagnazzi ( Altamura, Puglia )

Leggi recensione     
Barbara Mazzolai, autrice del libro "La Natura geniale", è una biologa e coordinatrice di un progetto che ha portato alla creazione del primo Plantoide. Barbara Mazzolai, sembra avere una visione del mondo che ci circonda del tutto innovativa anche per una società in fase di grande sviluppo e soprattutto aperta al progresso come la nostra. La Mazzolai ha cercato di indurre il lettore verso una nuova visione del mondo e della natura che ci circonda. Il principale obiettivo del libro sembrerebbe proprio essere questo: far sì che tutto ciò che ci circonda venga osservato con occhi totalmente diversi. Ad affiancare il titolo stesso vi è una frase che suscita grande curiosità nel lettore “Come e perché le piante cambieranno e salveranno il pianeta”. Con i continui progressi nel campo della scienza, ma soprattutto della tecnologia, le piante sarebbero le ultime ad esser prese in considerazione per salvare il nostro pianeta dalle continue catastrofi che lo indeboliscono sempre più. Saranno le piante stesse a dare nuovamente prosperità e vita alla nostra terra, al contrario di quanto si possa pensare. Per essere più precisi sarà la robotica, ispirandosi al sistema e funzionamento delle piante, a salvare il pianeta e a permette di attuare innumerevoli progressi in ambito scientifico. Sin dai primi capitoli del libro il lettore viene introdotto al mondo della robotica, spesso sconosciuto. Indubbiamente ciò induce una grande riflessione nel lettore su questo settore tecnologico di recente nascita. Oggi ci sembra impossibile pensare che un robot possa provare qualunque tipo di sentimento umano, infatti la robotica è la scienza che si occupa della costruzione di macchine, non si accenna in alcun modo a macchinari che possiedono emozioni o sentimenti umani. Alla luce di questa riflessione si può far riferimento ad un film basato su un racconto di Isaac Asimov “L’uomo bicentenario” in cui centrale è la figura di un robot che essendo continuamente in contatto con il mondo umano inizia ad emulare i propri comportamenti a quelli degli stessi esseri umani, diventando realmente umano. Sicuramente l’idea che un robot possa essere programmato in modo da emulare le sensazioni e i sentimenti umani ci affascina, ma allo stesso tempo ci spaventa. Ma è davvero così lontano da noi tutto ciò? Sorprendentemente no, infatti nelle pagine del libro stesso vengono addotti alcuni esempi di robot che hanno scopi terapeutici. La stessa autrice evidenzia come ci siano robot che possono essere costruiti con la capacità di interagire con l’essere umano, risultando essere utili per gli anziani o anche bambini con deficit cognitivi. L’autrice si sofferma soprattutto sulla biomimetica, disciplina che studia la natura come fonte di ispirazione, infatti proprio i robot ispirati alla natura hanno la capacità di arrivare dove l’uomo non può. Si rimane estasiati da quanto la tecnologia dipenda dalla natura stessa. Grazie anche ad un linguaggio che risulta essere semplice agli occhi di un lettore totalmente inesperto in materia, il libro coinvolge totalmente il lettore catapultandolo in una realtà del tutto sconosciuta. Dopo una approfondita e attenta lettura del libro è inevitabile osservare il mondo vegetale con degli occhi completamente nuovi e, più in generale, avere una rinnovata visione dell’intera realtà che ci circonda essendo consapevoli che i progressi in ambito tecnologico non dipendono che dalla Natura stessa.

      Baldussu Alessio Liceo Classico " Giovanni Siotto Pintor " ( Cagliari, Sardegna )

Leggi recensione     
Se dovessi pensare alla Natura come musa ispiratrice mi verrebbero in mente tanti esempi: penserei alle poesie ottocentesche di Emily Dickinson, molte delle quali dedicate alle piante, alle famose ninfee dell’impressionista Claude Monet, a “Plantasia”, l’album musicale di Mort Garson ma anche ai raffinati découpage floreali di Mary Delany. La Natura, infatti, nel corso dei secoli, ha sempre affascinato poeti, pittori, scrittori, musicisti, insomma gli artisti più disparati. Se non avessi letto il saggio della biologa Barbara Mazzolai, intitolato “La Natura geniale, Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta” probabilmente non avrei mai pensato alle piante sotto un’ottica scientifica e tecnologica, tralasciando inevitabilmente gli studi di tutti quegli scienziati che hanno dedicato la loro vita all’analisi del mondo vegetale. L’autrice Barbara Mazzolai spiega come le piante continuino a stupirci, affascinarci e ad insegnarci qualcosa, anche nel XXI secolo, “all’alba del terzo millennio”, l’era dei robot e della tecnologia. Devo ammettere che inizialmente la lettura di questo saggio mi lasciava un po’ perplesso ma poi, a libro finito, mi sono dovuto ricredere. Si parte da una breve analisi del concetto e della storia della robotica: “la scienza che si occupa della costruzione di macchine dotate di capacità di movimento, percezione e cognizione”, per usare le stesse parole della biologa. Si passa dunque dal greco Erone con i primi esemplari di robot, dall’anatra robotica di Jacques de Vaucanson, sino ai robot moderni: veicoli dalla guida autonoma, robot chirurgici, domestici e industriali. In particolare il libro tratta della robotica biospirata, ovvero quell’area di ricerca della biorobotica che si occupa di studiare la Natura per la costruzione di robot che abbiano le stesse caratteristiche di animali e piante. L’autrice, quindi, illustra al lettore i primi esemplari di robot animaloidi: OCTOPUS, il polpo in silicone, ma anche robot ispirati alle salamandre, agli scarafaggi, ai pesci, ai gechi. Non si tratta di fantascienza bensì si tratta del risultato di ricerche approfondite e specializzate da parte di studiosi esperti del settore. Il progetto che ho trovato più interessante è quello che riguarda il Plantoide, realizzato da un gruppo di ricercatori coordinati dalla stessa Barbara Mazzolai presso l’Istituto Italiano di Tecnologia. Particolarmente curioso è lo studio delle radici delle piante, riprodotte fedelmente nel Plantoide, descritto in modo esaustivo e approfondito ma non per questo risulta essere di difficile comprensione, sicuramente anche grazie all’inserimento di alcune fotografie seguite da didascalie dettagliate. Altri passaggi del saggio, però, risultano essere piuttosto complicati se non si possiedono delle competenze specifiche in queste materie. “La Natura geniale” è un libro perfetto per chi ama il mondo vegetale e la tecnologia più moderna, ma è anche adatto a chi vuole avventurarsi in una lettura scientifica che gli permette di immergersi in un vero e proprio laboratorio di robotica, avendo la possibilità di approfondire la recente dichiarazione di Barbara Mazzolai rilasciata in un’intervista su Vanity Fair: “Le piante sono degli esseri speciali perché sono sempre in crescita, si muovono, percepiscono l’ambiente circostante, cambiano morfologia e creano strategie di adattamento senza un cervello ma usando capacità di controllo distribuite lungo la loro struttura”.

      Cao Arianna Liceo Scientifico Statale Pitagora ( Selargius, Sardegna )

Leggi recensione     
C’è un’affinità tra il mondo della robotica e quello naturale, nonostante sembrino così lontani? Può essere che la barriera tra tecnologia e biologia sia più sottile di quanto crediamo, se non addirittura inesistente? Esattamente, cosa è la bioispirazione?

Troviamo risposta a queste domande nel libro esordio della scienziata Barbara Mazzolai: La natura Geniale, come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta, acquistabile in formato cartaceo a 17,10 € e in formato digitale a 9,99 €.

Come suggerisce il titolo, il libro si concentra sul ruolo della natura nella tecnologia, più in particolare nella robotica. Lo stretto legame tra le due si basa sulla bioispirazione, che vede la natura come prima fonte di ispirazione della robotica.

L’autrice è un importante esponente in questo campo, ha un Dottorato in Ingegneria dei Microsistemi e un Master Internazionale in Eco-Management, è tuttora la direttrice del Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera, e si occupa di progetti di robotica bioispirata. Nel 2012 ha coordinato il progetto che ha dato vita al Plantoid, il primo robot ispirato alle radici delle piante, con l'obiettivo di esplorazione e monitoraggio ambientale.

La Mazzolai presenta il tema in modo esaustivo ma allo stesso tempo accessibile, persino per chi non ha familiarità con questo argomento.
Permette al lettore di vedere la robotica sotto una luce diversa da quella ormai abituale, che disegna i robot come possibili nemici dell’umanità, mostrandoli invece come possibili alleati. Un esempio di ciò lo troviamo nel bambino robot iCub, che tuttora in 36 laboratori in tutto il mondo aiuta a studiare lo sviluppo dell’intelligenza nei bambini. Ma anche pensando più in piccolo, troviamo robot alleati nella vita di tutti i giorni, nei nostri elettrodomestici, auto, telefoni, computer, ecc., che rendono la nostra vita di gran lunga più semplice.

Ci accompagna nella storia della robotica, arricchendo l’esposizione con esempi pratici del suo progresso, dagli automi di Erone in Alessandria al Plantoid, e anche se a tratti possono essere pesanti, si rivelano molto interessanti e favoriscono la comprensione. Mi hanno incuriosito particolarmente gli esempi sulla bioispirazione animale, come il robot-geco StickyBot, che eredita dal suo ispiratore l'abilità di scalare svariate superfici a 90 gradi; il robot-salamandra, ideato per fare un “salto indietro nel tempo” e approfondire il passaggio dalla vita acquatica a quella terrestre; e i numerosi studi e progetti basati sulla misteriosa natura del polpo.
Spiega come la bioispirazione non si limiti a umani e animali. Viene distrutto lo stereotipo che la lentezza e stazionarietà delle piante le renda completamente estranee e inutili alla robotica, svelandone invece la loro funzione chiave.

La narrazione scorrevole e il tono cordiale dell’autrice possono ingannare, non è una lettura esattamente leggera; ma se si vuole approfondire le conoscenze sull’argomento, e cambiare totalmente la prospettiva da cui vedere il mondo vegetale e animale, è la scelta perfetta.

      Papoff Carlotta Liceo Scientifico " Antonio Pacinotti " ( Cagliari, Sardegna )

Leggi recensione     
Quando andiamo in Francia a visitare la torre Eiffel, non pensiamo che Gustave Eiffel si sia ispirato al femore umano per una simile costruzione.
Quando per viaggiare prendiamo il treno, siamo ignari del fatto che la locomotiva segua le forme del becco di un uccello, per poter viaggiare a grandi velocità.
Quando stringiamo le scarpe per andare a correre, non sappiamo che il velcro alla quale ci stiamo affidando, per tenere ben strette le nostre sneackers, sia stato ideato osservando una pianta rimasta attaccata al pelo del cane.
Beh, ora ne sono consapevole, grazie a questo libro che non solo mi ha fatto scoprire queste cose, ma anche tanti altri particolari interessantissimi.
Chi avrebbe mai pensato che la tecnologia sia così tanto legata alla natura, una cosa così innovativa ed artificiale che dipende dalla rusticità e dalla complessa sempicità della natura.
Così tanti robot, costruiti ispirandosi a degli animali o a delle piante; il Soft Robotic Fish del MIT,ideato per lo studio dell’ ambiente acquatico,con caratteristiche di insetti
PARO, il robot Giapponese che rassomiglia ad una foca, creato per scopi terapeutici,
e tanti altri.
Oramai i robot imitano anche la natura umana, come in Giappone, dove ci sono i così detti "umanoidi", che presentano le forme del corpo e del viso simili alle nostre è molto, possiedono una copertura che rassembra, per composizione e visivamente, la nostra pelle.
Il libro, ovviamente, si sofferma molteplici volte sui scienziati e studiosi, alla base della biologia e di conseguenza della tecnologia: Charles Darwin, Carlo Linneo, Leonardo Da Vinci, Isaac Asimov.....
Dimostra che, senza la loro curiosità e i loro complessi studi, oggi non avremmo tutte queste conoscenze e comodità.
La scrittrice, Barbara Mazzolai è non solo, per l’appunto, una scrittrice, ma anche una biologa ed ingegnera interessata alla MicroBioRobotica.
Durante la lettura, parla della sua passione per la natura e le scienze, nata quando era in tenera età, cresciuta in un piccolo paese, circondata da animali.
Parla degli interessanti progetti svolti da lei e altre persone, come la creazione di robot "plantoidi"(che prendono a modello le piante),
Oppure "le ventose artificiali" utili per tenere o spostare oggetti di grande fragilità, costruite come le ventose di un comune polpo.
Dopo aver letto questo libro, oltre ad essermi incuriosita per quanto riguarda i rami della biologia e della tecnologia che, appartengono allo stesso albero "la natura",
Posso veramente dire che LA NATURA SIA GENIALE.

      Porrà Miriam Liceo Scientifico Statale Pitagora ( Selargius, Sardegna )

Leggi recensione     
Quanto è piccolo il mondo! Chi di noi non ha mai utilizzato o sentito pronunciare questa frase almeno una volta? Penso proprio nessuno. Ma ci siamo mai chiesti se in verità non fossimo noi a non osservare realmente ciò che ci circonda ignorando il fatto che non siamo gli unici esseri viventi “intelligenti” che abitano il Pianeta Terra? “La Natura Geniale” di Barbara Mazzolai mi ha aperto la mente in maniera rivoluzionaria mostrandomi nel corso dei suoi 13 capitoli (all’interno di un viaggio nell’evoluzione della robotica boispirata partendo da studi condotti dai padri della scienza quali Darwin fino a raggiungere quelli odierni) realtà alle quali non avevo mai prestato troppa attenzione, perché, detto tra noi, chi avrebbe mai immaginato che il regno delle piante potesse essere capace di comunicazione o che potessero produrre energia elettrica? Io no, eppure queste due sono soltanto una piccola parte di ciò che le piante sono in grado di fare perché a differenza del pensiero comune che ci porta a pensare alle piante come esseri inanimati, poco intelligenti e deboli (puri pregiudizi), in realtà tutti i benefici che queste sono in grado di portare sono il futuro più sostenibile che possiamo desiderare. È molto attuale infatti, in questo periodo, il concetto di ecosostenibilità, grazie al fatto che anche nelle scuole si stia studiando una nuova materia, educazione civica, grazie alla quale noi studenti entriamo a contatto con i 17 obiettivi dell’agenda 2030 che puntano all’educazione per la realizzazione di un mondo sostenibile entro il 2030 in modo tale che si rispettino l’ambiente e le sue meravigliose risorse.Siamo cresciuti circondati da dispositivi digitali quali cellulari, computer e robot per pulire i pavimenti, ma non avremmo mai pensato a dei possibili plantoidi (robot pianta) i quali, in un futuro potrebbero essere utilizzati per sostituire l’uomo in alcune missioni pericolose e ad oggi lo aiutano nella scoperta di “nuovi mondi”. Infatti, grazie ai robot (sia plantoidi, che animaloidi) la comunità scientifica, grazie a studi di alcuni istituti e in particolare da parte dell’IIT (Istituto Italiano di Tecnologie di Pontedera) è stata in grado di spiegare comportamenti di alcune specie di animali o fenomeni riguardanti il mondo vegetale che fino alle costruzioni dei primi robot pianta non si sarebbero riusciti a spiegare, perché noi non ci rendiamo nemmeno conto di ciò che accade sotto i nostri piedi, nel sottosuolo, nel quale è possibile scorgere un “secondo mondo” vasto e inimmaginabile tanto che, come la stessa autrice ci racconta, anche la comunità scientifica era molto scettica riguardo i benefici che i robot pianta avrebbero potuto portare alla comunità stessa e i passi che hanno dovuto compiere per fare in modo che i loro studi e progetti venissero approvati sono stati molteplici, ma finalmente la robotica bioispirata venne accolta e dobbiamo esserne grati perché senza di essa non avremmo potuto conoscere alcuni comportamenti delle piante, perché per poter fare innovazione è necessario osservare la natura. L’obiettivo della robotica boispirata è quello di riuscire a creare un legame tra le ingegnose strategie della natura e la ricerca umana dato che le piante (comparse circa 450 milioni di anni fa) hanno dovuto studiare per adattarsi all’ambiente, soluzioni completamente diverse da quelle umane che potrebbero risultare molto utili per la ricerca.
Siamo ancora così sicuri di conoscere realmente il mondo nel quale viviamo?

      Ciotto Andrea Iis Concetto Marchesi ( Mascalucia (ct), Sicilia )

Leggi recensione     
A cura della casa editrice Longanesi, La natura geniale è il primo e unico libro della ricercatrice
Barbara Mazzolai, Direttrice del Centro di Micro-BioRobotica di Pisa. Pubblicato nel 2019, è un’opera
di divulgazione scientifica in cui largo spazio hanno le esperienze dell’autrice, il suo trascorso, gli
studi, l’iniziale riluttanza della comunità scientifica internazionale, semplice testimonianza che ci
conduce attraverso un’esperienza multidisciplinare; Natura, tecnologia ingegneristica (e altro
ancora) sono analizzate con uno “sguardo diverso” che ci mostra, nonostante l’apparente distanza,
la reale e paradossale vicinanza. Da questo incontro nasce la biorobotica (biomimetica), un nuovo
modo di vedere le cose e soprattutto una sintesi di conoscenze attraverso cui è possibile trovare
soluzioni prima impensabili a problemi da risolvere, sempre nel pieno rispetto della Natura, punto
di partenza e fine ultimo.

“Dall’intersezione tra queste due discipline, stanno senza dubbio nascendo alcune tra le soluzioni più
promettenti per immaginare un futuro diverso e migliore alle generazioni che verranno, un futuro
sostenibile, avanzato e finalmente in armonia con la Natura.”

Tali soluzioni sono appunto delle macchine, ispirate per forma e funzionamento alla Natura tutta;
riduttivo parlare infatti di regno animale quando ad offrire maggiori e più efficienti possibilità sono,
in realtà, le piante che, solo se viste di sfuggita, potrebbero sembrare inermi e senza valore,
soprattutto se rapportate ad una robotica che trae ispirazione dalla Natura. Proprio a causa di
questa “svista collettiva”, le piante furono ignorate, addirittura da scienziati e ricercatori, collocate,
fin dall’antichità, in disparte rispetto al campo di indagine della ricerca scientifica. Fortunatamente,
dopo anni di studio controcorrente, pregiudizi e preconcetti che ci hanno fortemente influenzato e
condizionato, sono stati superati e smontati, pezzo a pezzo, sulla base della loro infondatezza,
permettendoci di osservare come, invece, la diversità che ci distingue dalle piante è solo frutto di
un processo evolutivo differente e non sinonimo di inutilità ma, al contrario, di potenzialità per molti
anni rimasta inespressa.

“L’osservazione senza pregiudizi delle piante ci ha insegnato come progettare nuovi dispostivi... a
minor consumo energetico, ma anche che... intelligenza non vuol dire... necessariamente cervello,
così come scambio di informazioni e comunicazione non passano necessariamente per il linguaggio.”

La natura geniale appare dunque come un perfetto connubio tra scienza e quotidianità. Il linguaggio
è chiaro ed esauriente nel pieno rispetto della prosa divulgativa, con l’uso di termini specialistici solo
quando necessario senza abusi che renderebbero difficile la comprensione del testo. Non manca, di
certo, il punto di vista dell’autrice; tra le pagine del libro, rigorosamente in prima persona, largo
spazio rivestono ricordi ed esperienze ma anche commenti e citazioni, aneddoti e curiosità, di
interesse scientifico e non: un susseguirsi interessante e stimolante in cui personalità del presente
e del passato, da Darwin a van Gogh, da Leonardo da Vinci ad Alberto Sordi, accompagnano e
avvalorano, chi in un modo chi in un altro, gli studi, le ricerche e le tesi affrontate, mai in maniera
banale o scontata.

      Indaco Giosuè Liceo Scientifico Galileo Galilei ( Catania, Sicilia )

Leggi recensione     
Scheda del libro
Titolo: La Natura Geniale
Autrice: Barbara Mazzolai
Città e anno di pubblicazione: Milano, 2019
Editore: Longanesi
Genere del libro: saggio scientifico
Recensione
Barbara Mazzolai, biologa marina, dirige l'istituto italiano di tecnologia di Pontedera. Oggi coordina il progetto europeo Growbot, che mira a trasformare la natura delle piante in tecnologie intelligenti e sostenibili. Ha scritto "La Natura Geniale" (Longanesi 2019), "Perché i robot sono stupidi?" (Editoriale scienze 2021). La natura geniale è un saggio di argomento scientifico che ci parla di uno dei più innovativi settori di robotica: quello che si ispira in particolare alle piante.
Ad oggi quando si sente parlare di "robot" e di "robotica" sorge immediata l'associazione a luoghi comuni diffusi, trasmessi dai media e dalla cultura di massa: i robot arriveranno a dominare l'uomo e la terra, oppure ancora, l'invasione dei robot determinerà la sostituzione dell'uomo nei vari ambiti occupazionali. L'autrice mette in evidenza, nel corso del libro, come il rapporto collaborativo tra uomini e robot, se pur ancora all'inizio, si consoliderà sempre di più; inoltre, ciò che emerge con forza dalle parole della Mazzolai è il suo intento di rendere il lettore consapevole e cosciente delle nuove prospettive innovative della robotica.
L'uomo è stato sempre mosso dal desiderio di conoscenza, da quella "curiositas", come il personaggio greco di Ulisse, raccontato da Dante, che per questo bramoso desiderio di scoperta sacrificherà la vita propria e dei compagni pur di raggiungere luoghi mai visti e fare esperienze mai vissute prima di lui. Se Odisseo aveva dalla sua l'intelligenza e una piccola imbarcazione a coadiuvarlo nell'itinerario esplorativo verso l'ignoto, l'uomo moderno è invece supportato dalla tecnologia e in particolare dai robot che, come afferma la scrittrice, ci coadiuvano nella ricerca del sapere.
La scrittrice, accompagna il lettore lungo il percorso, costellato di ostacoli e di difficoltà, che ha dovuto affrontare per smorzare le resistenze opposte in campo scientifico alle sue ricerche della robotica ispirata alla biologia delle piante. Fino al 2009, anno in cui per la prima volta la Mazzolai presenta alla Commissione europea il progetto del robot “Plantoid”, la ricerca robotica si ispirava quasi esclusivamente al mondo animale. E’ stato solo dopo tre anni che questo progetto ha finalmente visto l’approvazione da parte della comunità scientifica consentendo la sua realizzazione. Utilizziamo le parole della scienziata per sottolineare la portata innovativa di tale scoperta: “ E’ il primo robot mai costruito che cresce e cambia la propria morfologia, esattamente come il suo modello biologico, la radice di una pianta”. Ispirarsi al mondo vegetale ha consentito di osservare e riprodurre le funzioni essenziali svolte dalle radici delle piante: raccogliere informazioni sulle proprietà fisiche e sulla composizione chimica del suolo che stanno attraversando e le usano per decidere in quale direzione continuare a crescere. Tutto questo avviene con un impiego di energia notevolmente ridotto rispetto alla robotica ispirata al regno animale.
Il libro della Mazzolai, pur essendo un saggio scientifico è caratterizzato oltre che dal rigore dell’argomentazione, anche dal desiderio di coinvolgere il lettore, in particolare quello non appartenente al mondo della scienza.

      Maugeri Valentina Iis Concetto Marchesi ( Mascalucia (ct), Sicilia )

Leggi recensione     
La Natura Geniale è un saggio scientifico pubblicato nel 2019 dalla casa editrice Longanesi e scritto da Barbara Mazzolai, direttrice del Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia e che, nel 2015, è stata nominata tra le 25 donne più influenti nel campo della robotica.
‘Mi piace pensare che la robotica ispirata ai principi di base degli esseri viventi possa giocare un ruolo importante negli anni a venire, nel promuovere un modello più sostenibile di uso delle risorse del nostro pianeta e anche nello sviluppo di tecnologie più ‘green’.
Questo saggio scientifico permette di schiudere l’orizzonte della conoscenza sul mondo vegetale e su una natura che è ancora abbastanza nascosta e foriera di incredibili scoperte. L’opera è dedicata alla branca della robotica ispirata alla natura e in particolare alla biologia delle piante, una robotica che guarda alla natura come modello da imitare e riprodurre. In questo libro, la classica visione dei robot come delle macchine che annientano l’uomo sostituendolo è superata a favore di una visione di robot come macchine che supportano l’uomo, aiutandolo in molti contesti, soprattutto nelle sue attività quotidiane. Gli esseri viventi sono una fonte inesauribile di idee per creare nuovi dispositivi a servizio dell’uomo e per migliorare la qualità della nostra vita. Ciò ci induce, inevitabilmente, a guardare il mondo che ci circonda con gli occhi aperti e sempre pronti a indagare sulle meraviglie che la natura geniale può donarci benignamente .
‘La Natura può insegnarci tanto, basta guardarla con occhi diversi, cercando la luce speciale che la rende unica. E imparare a rispettarla.’
Attraverso questo saggio, la scrittrice ci conduce in un coinvolgente ed emozionante viaggio di esplorazione della natura, in primis tra volatili dai nomi affascinanti e poetici come il martin pescatore o piccoli rettili come i gechi poi tra bizzarri animali e piante dalle capacità singolari ed inimmaginabili. Un buon modo per riflettere sul presente e apprezzare meglio il nostro pianeta. Attraverso anche il racconto di episodi quotidiani, la scrittrice ci rivela di essere appassionata per tutto ciò che riguarda il mondo vivente sin da quando era una bambina. Ciò spiega l’utilizzo di un linguaggio semplice, accompagnato però, per la maggior parte, da un linguaggio più complesso, trattandosi sempre di un saggio scientifico.
La Natura Geniale permette di comprendere che non c’è nessun ostacolo tra mondo tecnologico e mondo naturale. Bisogna solo comprendere meglio gli esseri viventi e le loro scelte adattative, anche quando appaiono stravaganti. Solo così il pianeta forse potrà salvarsi.
‘La Natura ha già fatto tutto il lavoro, basta saperlo interpretare e imitare con giudizio.’

      Monaco Simone Iis Concetto Marchesi ( Mascalucia (ct), Sicilia )

Leggi recensione     
La recente pubblicazione di Barbara Mazzolai "La natura Geniale. Come e perché la piante cambieranno (e salveranno) il pianeta (UTET, 2019 € 14,00)" è un’appassionante romanzo-saggio scritto in prima persona che trova, come tesi di fondo, la convinzione, peraltro condivisibile e adeguatamente corroborata da numerosi esempi, che la robotica bioispirata rappresenta il presente e il futuro per l’umanità. E’ una scienza della progettazione e della realizzazione di sistemi robotici d’ispirazione biologica (come vegetali o animali), per sfruttarli in vari ambiti. Va da sé che notevoli energie sono state profuse nella ricerca anche per capirne, e se possibile mettere in pratica, la loro funzionalità, tramite repliche robotiche che possono servire per innumerevoli campi: archeologia, medicina, primo soccorso, architettura, trasporto. Il robot trae ispirazione da animali e piante e ne replica il movimento, la forma e la funzione.
È un libro adatto per chi è molto appassionato di robotica o, ancor di più, di biologia, proprio come l’autrice che, insieme al suo gruppo di ricerca, si è cimentata nell’osservazione e nello studio di svariate specie di piante per comprenderne il loro funzionamento in base ai movimenti, ai sensi (quali il tatto), alla loro struttura e a molto altro!
Fin dalla prima pagina il testo di Barbara Mazzolai ha risposto a questa esigenza in modo molto efficace. In primo luogo, il lettore viene introdotto a rassicuranti esperienze di vita quotidiana in cui vari dispositivi robotici assistono gli esseri umani nello svolgimento delle loro mansioni; quindi, viene indotto a riflettere sulla natura più profonda dei compiti che i robot sono destinati a svolgere nella società. L’autrice, attraverso un excursus storico-scientifico davvero avvincente, svela al lettore che la bioispirazione è stata oggetto di studio e di interesse di molti “giganti” del passato (giusto per citarne qualcuno, Leonardo Da Vinci, Charles Darwin e Gustave Eiffel).
L’autrice ci prende per mano e ci mette nella condizione di riflettere sulla genialità della natura, attraverso una divulgazione rigorosa e rilassata della scienza per condurre emozionanti viaggi mentali nella natura, esplorando animali bizzarri, piante con abilità misteriose e ciò con cui gli scienziati stanno ancora lottando oggi. Il suo libro fornisce spunti e riflessioni illuminanti per comprendere meglio il presente e offre un’efficace contributo per iniziare a immaginare il futuro del nostro pianeta.
Lo stile di scrittura è molto semplice, ma articolato in alcuni passi, allorquando vengono trattati argomenti di tipo scientifico. Difatti, molti capitoli spiegano le funzionalità (vitali, motorie, …) delle piante, utilizzando termini che, a primo impatto, non vengono recepiti per il loro significato, ma che, successivamente, risultano chiaramente intellegibili.
Insomma, Barbara Mazzolai gioca un ruolo di primo piano nella rivoluzione tecnologica in atto, conducendoci in un'entusiasmante esplorazione naturale con rigore scientifico e facile comprensione di una realtà che, secondo il comune sentire, sembra scontata, ma che, invece, possiede dei veri e propri concetti degni di essere studiati e approfonditi.

      Nicosia Gabriele Boggio Lera ( Catania, Sicilia )

Leggi recensione     
La natura geniale. Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta. Questo è il titolo del primo libro di Barbara Mazzolai, nota biologa e dirigente del Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera, pubblicato nel 2019 dalla Longanesi.
La scienziata è una delle più autorevoli e capaci nell’ambito della robotica e biologia, e decise di scrivere un libro che tratta proprio degli studi e innovazioni da lei stessa intrapresi.
Il libro sfata anche dei miti e degli stereotipi sui robot idealizzati dalle fiction cinematografiche, analizzando dapprima l’utilità dei robot nelle nostre vite e la loro presenza nella nostra routine quotidiana, aiutandoci anche nelle cose più futili e nelle incombenze di tutti giorni, fino ad arrivare al vero scopo e punto centrale del libro: aprire e creare delle prospettive più innovative nel mondo della scienza e della robotica in particolare. Ciò a cui si cerca di arrivare – che è ciò di cui si parla soprattutto nel libro, è reinventare ed innovare il modo di pensare ai robot come non solo ad un “aiuto domestico” e porsi degli obiettivi più grandi, come condurre grandi scoperte e aiutare nel processo di evoluzione della scienza, lasciandosi trasportare dalla semplice curiosità.
Si pensa e si lavora perché entro non molti anni, i robot usciti dalle fabbriche potranno abitare il nostro mondo, prenderne parte completamente ed aiutare nello sviluppo della società e della scienza. La particolarità e caratteristica principale è il fatto che i robot per cui, come dice anche già nei primi capitoli la biologa, stanno lavorando, prendono ispirazione se non “copiano” lo straordinario mondo della natura (ed ecco spiegato anche il vero e più profondo significato del titolo). Per quanto possa essere anche solo difficile immaginarlo, questi robot del tutto innovativi prendono spunto più dal mondo vegetale che da quello animale. È solo grazie ad una più attenta considerazione ed osservazione verso il mondo vegetale che si è potuti arrivare alla nascita di un nuovo indirizzo nella ricerca robotica, costituita da soluzioni più efficienti e a minor consumo energetico. Possiamo osservare queste “soluzioni” nella vita di tutti i giorni attraverso tecnologie ed opere con cui conviviamo, come la Torre Eiffel, il biplano ed il paracadute; e speriamo di osservarne di nuove grazie al lavoro degli scienziati che se ne stanno occupando e che stanno facendo progressi con l’invenzione di nuove tecnologie, ideate dalla Mazzolai ed il gruppo di ricerca con cui lavora, come il GrowBot ed il plantoide.
Questo nuovo indirizzo è molto più complesso di qualunque altro e richiede degli spazi e degli ambienti adeguati per osservare l’adattamento ed il modo di agire dei robot nel mondo circostante, per cercare di renderli più efficaci e sempre più indispensabili nella ricerca scientifica (che come si afferma nel libro, rimane il punto fondamentale).
Ci siamo così imbattuti nello straordinario mondo della natura e speriamo che quest’ultima possa ispirarci ed aiutarci per un fine ed una causa maggiore: evolverci e conoscere cose nuove.

      Scuderi Sofia Liceo Classico " G. Garibaldi " ( Palermo, Sicilia )

Leggi recensione     
Barbara Mazzolai, con il suo primo libro, avvicina il lettore ad una nuova visione del mondo naturale associata alla robotica.
L’autrice vuole condurci verso la scoperta di questa nuova visione, tentando di ampliare la conoscenza anche dei meno esperti nell’ambito.
Barbara Mazzolai ci suggerisce che ogni essere vivente, da un piccolo organismo ad un grande albero, rappresenta l’insieme dei Regni che compongono la natura.
Le piante hanno sicuramente caratteristiche evolutive ben diverse da quelle del mondo animale, ma non per questo dovrebbero essere escluse dalla possibilità di diventare un modello per i robot che già ai giorni nostri rappresentano un elemento fondamentale in alcuni settori lavorativi e che nel futuro entreranno ancor di più a far parte della nostra vita quotidiana.
Il libro apre la visione verso nuovi orizzonti e nella direzione di qualcosa che non si è abituati ad immaginare: robot che hanno come oggetto di studio e modello un organismo vegetale, piuttosto che basati sulle fattezze animali o umane.
L’autrice ci insegna che l’intelligenza non è esclusivamente frutto del cervello e che lo scambio di informazioni non avviene necessariamente attraverso il linguaggio, le piante sono sicuramente un esempio di tutto ciò.
La pianta è l’unico essere vivente che associa il movimento alla crescita, lo fa per tutta la vita, adattando il proprio corpo all’ambiente e al tempo stesso.
La lettura del testo mi ha fatto riflettere sulle numerose e complesse sfide, principalmente di tipo cognitivo, che ci attendono nel mondo della robotica e dell’Intelligenza Artificiale.
Il testo cattura fin da subito l’interesse del lettore, il linguaggio è semplice e chiaro e conduce in un percorso di esplorazione e conoscenza di una materia nuova, ignota e che, in quanto tale, suscita curiosità.
Nel corso della lettura è inevitabile fare delle riflessioni sul senso e il significato di ciò che intende trasmetterci l’autrice, la quale riesce a rivelare contenuti importanti con un approccio diretto ed esplicativo.
Consiglio vivamente la lettura di questo libro, che oltre ad avvicinarci ad uno studio scientifico, rende l’osservazione della natura parte fondamentale di esso.


      Alberti Anna Liceo Xxv Aprile ( Pontedera (pi), Toscana )

Leggi recensione     
"La natura geniale" di Barbara Mazzolai, è chiaramente un libro che punta, possiamo dire, allo "sconvolgimento" della visione di tecnologia e robotica che hanno la maggior parte delle persone e alla creazione di un nuovo interesse comune, volto all'idea che sviluppo naturale e robotico vadano di pari passo. In un mondo dove ormai la tecnologia è al primo posto nella vita di tutti i giorni, e dove lo sviluppo scientifico ed economico dipendono quasi unicamente da essa, l'idea di Barbara Mazzolai di creare robot bioispirati dalle piante, a mio avviso, può essere considerata un "lampo di genio", che va a coniugare due elementi fondamentali e, sicuramente, più longevi dell'essere umano stesso. Più e più volte, specialmente negli ultimi tempi, è stata fortemente evidenziata l'imprescindibile importanza che ha la natura anche nei confronti dell'uomo: essa ci rende capaci di vivere, di arricchirci, di nutrirci e tante altre cose ancora. Unendo la natura alla tecnologia (in questo caso robotica) che, come detto in precedenza è, in un certo senso, garante dello sviluppo umano in ogni aspetto, andando per estremi la creazione di tecnologie bioispirate potrebbe anche arrivare a rappresentare un baluardo per la sopravvivenza della stessa umanità. Queste nuove tecnologie "green" hanno, a mio avviso, solo lati positivi, primo tra tutti il minore impatto ambientale che comporta la loro creazione e utilizzo. Quindi oltre a rappresentare un vantaggio per l'uomo, lo è anche per il mondo che ci circonda. "La natura geniale" spiega abbondantemente e nei particolari le varie fonti di ispirazione da cui l'autrice ha ricavato il suo intero lavoro; personalmente ammiro come Barbara Mazzolai sia riuscita a raggiungere un così grande obiettivo riguardante un ambito che l'ha interessata fin da piccola. Le descrizioni puntigliose che ci rende riguardo ad animali e piante, che sono talvolta per noi anche molto familiari, rende più che chiara la passione dell'autrice per il suo lavoro; la Mazzolai riesce quindi perfettamente in uno dei primi obiettivi che si pone all'inizio del libro: trasmettere almeno un poco della sua passione ai lettori. Ho trovato interessantissimo lo zoom sulle varie specie di animali e piante, che in un certo qual modo mi ha portato ad osservare con più curiosità gli elementi naturali che mi circondano. Il linguaggio utilizzato è molto specifico, tecnico, ma ben abbordabile e comprensibile dopo una lettura attenta dei primi capitoli. Il periodare è semplice, la lettura non risulta affatto pesante, anche grazie ai continui esempi e digressioni utilizzati dall'autrice, che conferiscono all'intera opera un tono e un ritmo quasi narrativo. Non mi ritengo una persona appassionata di tecnologia, ma questo libro ha creato molti spunti interessanti che mi hanno incuriosito non poco. Trovo che il lavoro di Barbara Mazzolai sia incredibile, indice di una grande intelligenza, fantasia e personalità decisa. Siamo tutti abituati a concepire la tecnologia con le immagini del cellulare e del portatile, la robotica tramite film post-apocalittici sul futuro del pianeta. "La natura geniale" ha il grande merito di "aprire gli occhi" ai lettori, e porli nell'ottica della biorobotica come fondamento per il futuro non solo del mondo, ma anche della specie stessa. Consiglio caldamente la lettura di questo libro a chiunque; basta mantenere la concentrazione e la vostra visione di tutto sarà rivoluzionata.

      Bazzichi Nicola Liceo Scientifico Statale " Barsanti E Matteucci " ( Viareggio, Toscana )

Leggi recensione     
La natura è sempre stata un essenziale punto di riferimento per l’uomo, che non può fare a meno di subirne il fascino, il mistero: la sua maestosità ha da sempre ispirato molte delle nostre opere. Anche in quest’epoca, in cui le nostre vite sembrano così lontane dal contatto con il mondo naturale, la comunità scientifica guarda con occhio attento e rapace ai suoi più piccoli segreti. Ed è in un viaggio stranamente omogeneo tra animali, piante e robot, che Barbara Mazzolai ci accompagna attraverso il suo libro La Natura Geniale.
La bio-ispirazione, ovvero la progettazione di materiali e strutture ispirate alle soluzioni presenti nei sistemi biologici, è il fulcro dell’opera, che offre prima un’ampia panoramica sulle tecnologie sviluppate a partire dallo studio del mondo animale e delle loro innumerevoli applicazioni, per passare poi ad un ambito di ricerca relativamente nuovo e promosso proprio dal gruppo guidato dall’autrice stessa: la realizzazione di un robot ispirato al mondo vegetale, il Plantoide. Da sempre le piante sono state considerate inferiori agli altri organismi viventi: basti pensare che Aristotele descrive l’anima dei vegetali come solamente in grado di nutrirsi e riprodursi, incapace di ricevere qualsiasi input sensoriale; nel libro tutti questi preconcetti vengono scardinati e delegittimati, attribuendo questo infondato pregiudizio solo ai nostri limiti.
Lo stile del libro è chiaro e conciso, perfettamente scorrevole; anche la struttura ne facilita molto la lettura: il saggio è infatti suddiviso in brevi capitoli e paragrafi, ognuno dei quali è propedeutico al successivo. Nonostante tratti argomenti molto tecnici raramente vengono usati tecnicismi, in uno spirito divulgativo che rende il testo facilmente leggibile anche per coloro che non hanno mai approfondito gli studi scientifici, e che verranno sicuramente catturati dalla splendida copertina, nella quale una significativa forbice-foglia riassume perfettamente il contenuto dell’opera.
Forse è proprio questo che l’autrice ci ha voluto mostrare: i primi incerti passi verso un mondo in cui tecnologia e natura non saranno l’una l’opposto dell’altra, ma vivranno in simbiosi; un futuro in cui l’uomo riuscirà, grazie alla tecnica, ad imparare a vivere rispettando la natura, non solo con le parole ma anche con i fatti. Il primo passo verso questo mondo consiste nel ritrovare quello spirito di curiosità e fascinazione che ha animato la ricerca di Leonardo, Galileo e Darwin.

      Braga Francesca Convitto Nazionale Statale Cicognini ( Prato, Toscana )

Leggi recensione     
Leggendo questo libro non ho potuto fare a meno di appassionarmi ad argomenti tanto interessanti quanto attuali. Pagina dopo pagina mi sono addentrata in un sapere nuovo. Come dice l’autrice “uno scienziato ha bisogno di creatività per sviluppare nuove idee”, condivido pienamente il pensiero e sottolineo di essermi ritrovata varie volte a riflettere proprio su questo aspetto. Quando pensavo alla Robotica mi venivano in mente semplici creazioni di robot giocattolo perché non sapevo che questa scienza fosse così estesa da comprendere sistemi bioispirati e che fosse collegata con la biomedicina. Adesso sono consapevole dei collegamenti che esistono tra questa scienza e l’ingegneria e mi spiego tanti eventi naturali ai quali ho assistito sempre inconsapevolmente. Quando passeggio nei boschi, so di essere immersa in una connessione di rete sotterranea lunga chilometri, un’orchestra di alberi che con le proprie radici si trasmettono segnali di comunicazione, talvolta di pericolo, per proteggersi per esempio da attacchi di parassiti. Se guardo un albero o una pianta, cerco di scoprirne i movimenti o l’energia che genera attraverso le sue foglie, con le quali in futuro probabilmente produrremo elettricità. GrowBot è un robot che cresce e si arrampica adattandosi all’ambiente. Il Plantoide crea la propria struttura interagendo con l’umidità dell’aria ed è plastico come la radice di una pianta. Le piante sono per me i legni di questa orchestra immaginaria, dove a suonare gli ottoni collocherei gli animali. Il geco, lo scarafaggio, il martin pescatore hanno caratteristiche eccezionali da analizzare e studiare per recuperare idee da usare nella tecnologia. Anche gli atteggiamenti emergenti nei vari gruppi, come stormi o sciami di api, generano comportamenti di alto livello da tenere d’esempio per creare robot animaloidi. C’è una serie di esempi come lo scarafaggio I-Sprawl da usare in ambienti angusti, il pesce Sofi che esplora i fondali marini, il polpo Octopus, robot soffice a otto braccia e la tartaruga Madeleine. Sempre nella mia orchestra metaforica, negli archi metterei i robot umanoidi dove un corpo agisce in base a una mente artificiale. Atlas, Paro, ICub, sono esempi di come si stia sempre più perfezionando un robot che si ispiri ad un essere vivente. Paro mi ha colpito molto per la sua funzione terapeutica. Wabian-2R è un robot umanoide capace di camminare come un uomo. ICub è un bambino robot creato per studiare lo sviluppo dell’intelligenza umana nell’età della crescita. Quindi unendo questi aspetti e incastrando archi, ottoni e legni ovvero piante, animali e uomo, la scienza quale direttore d’orchestra ha la possibilità di raggiungere traguardi di alto livello da usare in svariati campi come quello medico, geologico, energetico e dell’inquinamento ambientale. Mi affascina pensare che un giorno l’uomo e i robot interagiranno utilizzando probabilmente creatività e chissà forse empatia, per risolvere i problemi che oggi condizionano la vita. I robot una volta perfezionati ci aiuteranno a combattere i virus, a trovare soluzioni valide per salvare il pianeta come ricreare “i polmoni verdi” in gran parte distrutti, a sostenerci nei momenti di crisi; ci daranno forza per ricostruire un mondo migliore, più pulito e positivo. Per noi giovani è bello poter credere in una futura collaborazione uomo-robot perché dà speranza di vita e stimola lo sviluppo dei nostri ingegni, affinché possano essere messi al servizio della ricerca e dell’umanità.

      Milani Francesca Giulia Convitto Nazionale Statale Cicognini ( Prato, Toscana )

Leggi recensione     
L’uomo ha sempre cercato di trovare delle spiegazioni ai fenomeni naturali e ha sempre tentato di riprodurli, o comunque di trarne ispirazione: sicuramente un pioniere in questo senso è Leonardo da Vinci, che con la sua osservazione attenta della natura, ha cercato di applicarla a svariati ambiti, quali possono essere l’arte, l’ingegneria, basti pensare agli studi sulle ali degli uccelli che gli permisero di progettare una “macchina volante”. L’unico neo nella genialità di questo intellettuale è che molte delle sue idee non vennero mai alla luce, rimanendo solo uno straordinario progetto, molto spesso perchè era talmente avanti con i tempi, da non avere neanche le tecnologie o i materiali per trasformare in realtà i suoi bozzetti.
La cosa sorprendente è che Leonardo, come ricorda l’autrice, non si focalizzò solo su un aspetto della biosfera, ma li toccò tutti: rivoluzionando il modo di rappresentare l’anatomia umana e il modo di approcciarsi alle forme vegetali.
Dal regno animale molti hanno preso ispirazione per svariati motivi: in Giappone partendo da un becco, sono riusciti a costruire un treno ad alta velocità, dalle ventose del polpo sono riusciti a costruire le ventose artificiali, che permettono di afferrare oggetti molto delicati senza danneggiarli.
Il tipo di robot, a noi più familiare, grazie ai film o ai libri, è l’umanoide, molto utilizzato nella cura sperimentale, come è spiegato accuratamente nel sesto capitolo, di malattie come l’autismo.
Se con il modello del regno animale l’elaborazione di apparecchi è stata più “semplice”, per sviluppare un nuovo prototipo che si ispirasse alle piante,il processo è stato lungo e complesso, perché così come avveniva per Leonardo molti scienziati tra i quali la stessa autrice sono stati etichettati come “folli” a causa delle loro idee innovative e dei pregiudizi in ambito di robot plantoidi.
Concordo pienamente con la posizione dell’autrice la quale sostiene che se non ci fossero stati degli innovatori, sicuramente la tecnologia non sarebbe progredita, tuttavia non siamo certamente arrivati ad un punto dove non è più possibile trovare nuove soluzioni, anzi, questo nuovo mondo ha bisogno di continue idee e proposte che se in un primo momento si possono rivelare assurde o fantasiose, nulla vieta che tra dieci o trent’anni, si possano realizzare.
Un libro molto interessante, che racconta la natura in tutte le sue forme e di quanto noi che siamo in cima alla catena alimentare, in realtà rispetto alla varietà e alla complessità delle altre forme di vita, siamo solo “un piccolo granello di sabbia”, e grazie alla nostra curiosità e immaginazione, studiando e osservando i complessi meccanismi, possiamo imparare per migliorare il nostro stile di vita, attraverso la creazione di robot, che ispirandosi agli organismi naturali, riescano ad aiutarci nel nostro vivere comune.

      Forasiepi Francesco Liceo Scientifico Galileo Galilei ( Perugia, Umbria )

Leggi recensione     
Ciò che mi ha spinto a scegliere questo libro e intraprendere con spirito curioso e interessato la sua lettura è stato il titolo “La natura geniale”.
In particolar modo ciò che ha determinato l’acquisto di questo saggio scientifico è stato il sottotitolo: “Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta”.
Fin da piccolo il mondo animale e vegetale ha suscitato in me interesse e curiosità, la laboriosità dei piccoli insetti, il comportamento degli animali domestici, l’osservazione delle piante, è stato uno dei piccoli passatempi nei pomeriggi assolati di primavera.
Capire come la natura e il regno animale potessoro dare una svolta green, ecologista al nostro pianeta, caratterizzato da disastri ambientali e in serio pericolo, è stato l’imput che mi ha consentito di sfogliare questo libro con motivazione.
Sono rimasto un attimo spiazzato nel capire che l’argomento portante era legato alla robotica bioispirata, questo argomento infatti, seppur interessante, non ha mai stimolato la mia curiosità e nel percorso di studi intrapreso, non c’è stata mai l’opportunità di parlarne.
Con un linguaggio semplice, con una scrittura scorrevole, Barbara Mazzolai è riuscita ad accompagnarmi alla scoperta di questo mondo così complesso e misterioso con delicatezza, accuratezza, rendendo l’argomento agevole da capire e affascinante.
L’autrice parla di robotica, di interconnessioni tra il mondo tecnologico e il mondo naturale con un entusiasmo contagioso ed accompagna il lettore nel mondo animale e vegetale tenendo alto il livello di attenzione e curiosità.
Lo studio biorobotico, prende in considerazione gechi, polpi, salamandre, scarafaggi, tartarughe marine per realizzare robot animaloidi per studiare animali estinti, per esplorare fondali marini, ambienti impervi, per regalarci soluzioni artificiali funzionali alla nostra vita.
Monitoraggio ambientale, esporazione e ambito medico sono possibili applicazioni di questi piccoli robot, creati con materiali eco-compatibili, che si ispirano all’affascinante mondo degli animali e piante.
L’autrice ha realizzato, con il suo gruppo di ricerca, un Platoide, il primo robot ispirato alle al regno silenzioso, inesplorato e misterioso delle radici dellle piante, imitandone la capacità di movimento, comunicazione e percezione di questi esseri “alieni”.
Questi robot bioispirati hanno la capacità di muoversi attraverso la crescita, sono dotati di plasticità, di capacità adattiva, di sensori per misurare acqua, temperatura, sostanze chimiche presenti nel suolo.
Il mondo vegetale, con la sua lentezza e resilienza, capacità di adattamento ed esplorazione può ispirare macchine al servizio dell’uomo ma può essere prezioso per il nostro pianeta e per la sua salvaguardia, fonte di ispirazione e insegnamento.
Una natura geniale che chiede a gran voce di essere ascoltata e imitata, lancia una sfida a scienze e tecnologia per guardare al futuro con fiducia per creare nuove forme energetiche, per tutelare l’ambiente e garantire la nostra sopravvivenza, con un’intelligenza che può essere tranquillamente paragonata a quella umana.
Una lettura affascinante, una scrittrice che ci permette, come affermava Leonardo da Vinci, di ammirare attraverso il suo occhio, finestra dell’anima, le infinite opere della Natura, fonte essenziale di ispirazione e insegnamento.

      Leonardi Gianluca Iis Gandhi ( Narni, Terni, Umbria )

Leggi recensione     
Questo libro di Barbara Mazzolai, pubblicato a dicembre 2020 da Longanesi è incentrato sul rapporto che esiste tra natura e scienza.
L’autrice con questo saggio intende spiegare al lettore “Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta”, e direi che è riuscita a pieno nel suo intento; e non solo, infatti è riuscita anche a incuriosirmi e a suscitare il mio interesse verso gli argomenti trattati.
Il titolo senza dubbio riassume il senso del libro, in quanto proprio il messaggio che viene trasmesso è la genialità della natura, osservata nelle sue manifestazioni più brillanti, alla quale talvolta si ispirano le tecnologie più avanzate. Come ad esempio la salamandra robotica: anfibio costruito dal team di Auke Jispert all' Ècole politecnique fédérale di Losanna, ispirato a due specie viventi di salamandra, in grado di spostarsi, respirare e sopravvivere sia sulla terra ferma che in acqua.
La lettura del libro risulta piacevole, grazie a uno stile snello ma preciso, e a un lessico specifico ma non complesso, che entra nel particolare senza l’adozione di parole e avverbi di difficile comprensione.
La divisione in capitoli è adeguata e aiuta il lettore a spaziare tra i vari argomenti trattati con facilità e senza confusione. È difficile individuare un capitolo più interessante degli altri, perché ad ogni pagina si imparano concetti nuovi e realtà finora sconosciute, ma il capitolo più affascinante è quello riguardo i plantoidi: macchine che si ispirano al mondo vegetale, in quanto racchiude al suo interno tutto il senso del libro: l’incontro tra natura e tecnologia, e cosa può imparare la scienza dai fenomeni naturali.
Il fatto che nel libro l’autrice si rivolga al lettore in prima persona, riguardo argomenti della propria esperienza personale rende il testo intrigante e di facile comprensione, rendendo la lettura veloce e appassionata.
Consiglio di leggere il libro approfonditamente e con attenzione, in modo da poter scovare ogni singolo particolare descritto e poter meditare sul significato di ciò di cui si legge, ma anche in modo da cogliere la varietà dei temi trattati.
Ma la particolarità di questo libro è che non solo illustra una notevole quantità di argomenti, ma porta anche a una ricerca personale del lettore di fenomeni simili a quelli descritti.
Infine l’autrice ci lascia la speranza che il mondo possa veramente cambiare, e magari questo cambiamento può essere ispirato o influenzato dalla natura, e da tutti quei meccanismi che mantengono giorno dopo giorno ogni equilibrio e processo vitale.

      Moroni Thomas Iis Gandhi ( Narni, Terni, Umbria )

Leggi recensione     
LA NATURA GENIALE
La natura geniale, come e perché le piante cambieranno ( e salveranno) il
pianeta, edito dalla casa editrice Longanesi è stato pubblicato nel mese di
marzo 2019. L’autrice, Barbara Mazzolai è una biologa con Dottorato di
ricerca in Ingegneria dei Microsistemi e un Master Internazionale in Eco-
Management alla scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Barbara Mazzolai vive
a Castiglioncello, un piccolo paese della Toscana, dirige il Centro di Micro-
Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera. Questo è il suo
primo libro.
La natura geniale è un saggio intrigante, fin dalle prime pagine scopriamo un
affascinante intreccio tra biologia e tecnologia, una continua esplorazione
della natura che accompagna il lettore alla scoperta della creatività
nell’inventare micro-robot con qualità perfezionate da uno sguardo attento,
curioso e mai sazio del mondo degli esseri viventi. Trovandosi tra le mani
questo breve libro è logico chiedersi come può la biologia avere un
collegamento diretto con l’intelligenza artificiale. L’autrice, che ha coordinato il
progetto per la realizzazione del plantoide (primo robot al mondo inspirato
alle radici delle piante)scrive: ”Concepire la biologia come fonte di ispirazione
per sviluppare l’ingegno umano, questo è il fine della robotica
bioispirata”(pag. 34).
La natura geniale ci conduce, attraverso una osservazione minuziosa della
natura, alla realizzazione di prototipi biospirati. In natura ci imbattiamo
continuamente in comportamenti autonomi, esperienze e conoscenze, in
pensieri razionali e libero arbitrio; analizzando proprio questi comportamenti è
stato possibile realizzare svariati robot. L’autrice ci conduce alla scoperta
della connessione tra la torre Eiffel e la struttura di un femore umano; ci
suggerisce l’ispirazione tratta dal becco del martin pescatore per la
realizzazione dello Shinkansen, si sofferma sullo studio attento e sistematico

delle caratteristiche e dell’organizzazione gerarchica delle strutture che
compongono le dita delle zampe di un geco che ha permesso la realizzazione
della stampante 3D.
Il lessico è ricco di termini scientifici, in alcuni passaggi potrebbe sembrare di
non facile comprensione per i “non addetti ai lavori”. L’autrice sopperisce a
questa specifica terminologia con una immediata e abbondante spiegazione,
semplice e lineare. Barbara Mazzolai predilige paragrafi brevi con argomenti
che vengono di volta in volta rielaborati, approfonditi e accuratamente
sintetizzati. Avvincente e coinvolgente è lo studio che ha portato alla
realizzazione del plantoide, al riguardo La Mazzolai afferma: “ quando si trattò
di immaginare e progettare un robot che fosse in grado di esplorare il suolo
muovendosi al suo interno, venne naturale rivolgerci alle piante in cerca di un
modello cui ispirarci”(pag. 106). Proprio quest’ultimo esemplare di robot ha
catturato la mia costante attenzione, mi ha stimolato il desiderio di volerne
sapere di più, pagina dopo pagina la mia curiosità aumentava alimentando
quella “sete” di sapere, conoscere, leggere e interpretare i vari studi che
hanno condotto gli scienziati alla realizzazione di un prototipo veramente
eccezionale. Ho scoperto molti segreti del mondo degli esseri viventi, ho
cambiato il mio modo di osservare la natura, ora ho una sguardo più attento,
vigile e introspettivo.
E voi? Che aspettate? Leggete questo libro e quell’albero nel vostro giardino
non vi sembrerà più solamente ….. un albero!