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Vincitori Premio Asimov Edizione VI 2020 - 2021








Imperfezione. Una storia naturale


      D' Andrea Leonardo Iis Torlonia Bellisario ( Avezzano, Abruzzo )

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Una giornata grigia, tutto sembra essere irrimediabilmente destinato a non andare per il verso giusto, ma qualcosa di inaspettato ribalta improvvisamente la situazione: penso - doveva andare così - la fortuna a volte è necessaria. Poi rifletto, non esiste il necessario, il nostro è sempre uno dei tanti presenti possibili, ma ciò nonostante resta bello ritenere che un’eventualità, ogni tanto, sia proprio lì per te. Il finalismo è una di quelle imperfezioni della mente umana che cela la casualità dietro le vicissitudini della vita, così se c’è una conseguenza ne cerchiamo la causa e la fortuna è tale se ci è favorevole, viceversa, se va contro di noi, la chiamiamo sfortuna. Il vocabolo corretto, invece, sarebbe “contingenza”. Tuttavia spesso siamo abili nel cogliere l’occasione e, in modo analogo, anche l’evoluzione è capace di andare avanti ad occasioni, adattandosi alle opportunità presenti, riuscendo a raggiungere un compromesso nel caso migliore, sbagliando, nel peggiore. Ed ecco, questo è “Imperfezione”: una storia naturale che scorre in modo chiaro su pagine che ci portano da un probabile vuoto cosmico iniziale sino a homo sapiens, uno tra i più recenti risultati di un processo evolutivo regolato da vincoli di riuso e adattamento. Leggere le parole di Pievani significa addentrarsi in modo graduale nella contro intuitività del processo scientifico, un passo dopo l’altro si arriva a comprendere la fragilità della nostra esistenza. Proprio a causa dei pregiudizi innati della nostra mente, infatti, sarebbe troppo dire così, di getto, che siamo solo uno dei tanti organismi imperfetti catapultati su un sasso che ruota intorno ad una stella in un angolo periferico di una tra miliardi di galassie possibili. Perciò avvicinarsi gradatamente a ragionevoli verità è il modo migliore per destabilizzare un po’ alla volta il lettore, senza mai fargli perdere l’equilibrio. È proprio questo approccio, mediato da una serena chiarezza espositiva, ad evitare il rischio di rendere banali concetti trattati assai spesso, e benché a volte sembri essere un poco ridondante, il discorso si arricchisce nei momenti giusti di excursus ed esempi pratici con spiegazioni tecniche alla portata di tutti. Dopo un’affascinante narrazione dell’evoluzione, dai più basilari microrganismi fino alle prime scimmie antropomorfe, ricca di interessanti riferimenti a Darwin, l’autore giunge a trattare la specie umana, non potendo fare a meno di introdurre tematiche etiche che riesce però a disporre senza contrastare la razionale neutralità del discorso scientifico. I grandi “perché” della vita non trovano risposte, anzi tra gli intenti di Pievani c’è proprio quello di spiegare che di risposte non ce ne sono, piuttosto egli cerca di veicolare il senso di meraviglia davanti al fatto che, in mezzo a un oceano di possibili scenari, è solo il nostro quello che si è realizzato. Noi potevamo benissimo non esserci, forse un giorno non ci saremo più, ma adesso ci siamo. Proprio il nostro non essere necessari, la caducità della vita e dell’esistenza costituiscono la meraviglia di quello che è un processo creativo sempre in fieri: l’evoluzione imperfetta. Così è la fragilità a suggerire il senso di cura verso la diversità, in quanto più un insieme è vario più probabilità ci sono che la vita resista. “Quando Sua Altezza spedisce una nave in Egitto, si dà ella forse pensiero se i topi che sono nella stiva stanno comodi o no? - E allora che dobbiamo fare?”…“il faut cultiver notre jardin.”

      D' Andreamatteo Gioia Liceo " Corradino D' Ascanio " ( Montesilvano (pe) , Abruzzo )

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Il libro “Imperfezione. Una storia naturale”, del filosofo e professore Telmo Pievani, porta con sé un messaggio rivoluzionario: l’estrema importanza dell’imperfezione, del caos e della casualità.
Protagonista del libro è l’evoluzione, che viene considerata, fin dalle prime pagine, “la più geniale delle imperfezioni”: l’autore, infatti, avvalorando la propria tesi con le quattro leggi dell’imperfezione di Darwin, sostiene che se non ci fossero stati errori nella duplicazione di DNA, sicuramente non ci sarebbero stati cambiamenti e, molto probabilmente, noi oggi saremmo ancora degli organismi monocellulari incapaci di progredire.
Pievani, in un secondo momento, sottolinea come, talvolta, anche i risultati del processo evolutivo possono essere degli errori: basti pensare alle cellule cancerose, ma anche ai geni atavici, geni dormienti che, in circostanze particolari, si attivano e diventano responsabili della ricomparsa di caratteri ormai persi con l’evoluzione della specie.
Ciò che mi ha colpito maggiormente, però, è stata la scoperta delle imperfezioni su cui si basa lo strumento umano che ritenevo perfetto: il nostro cervello. Difatti, attraverso le pagine di questo libro, ho acquisito la consapevolezza che anche nella fitta rete neuronale vi sono delle imperfezioni, e che l’encefalo non è il risultato perfetto di un ingegnere, quanto piuttosto si avvicina al lavoro di un bricoleur: così come nel caso del genoma, anche il nostro cervello è frutto di numerosi aggiustamenti e modificazioni che lo rendono sicuramente imperfetto (come nel caso dei vuoti sinaptici).
Credo che ognuno di noi, almeno una volta nella propria vita, si sia sentito inadeguato rispetto all’ambiente circostante, quasi come se fossimo gli unici esemplari di dinosauri rimasti sulla Terra in seguito all’estinzione dell’intera popolazione rettiliana. Grazie a questo libro, però, ho capito come, nella vita, sia fondamentale non solo la resilienza (che, nell’esempio dei dinosauri, ci porterà ad essere dei magnifici esemplari di uccelli) ma anche l’accettazione del caos che domina il mondo, che non sempre riusciamo ad accettare di buon grado, come sosteneva anche Nietzsche, ma che non ci abbandona mai, come affermava invece Lucrezio.
Credo che questo libro sia nato dall’esigenza di fare i conti con la nostra natura umana, che, in quanto tale, è imperfetta: in un mondo sempre più basato sulla perfezione e sul massimo rendimento possibile, ritengo che sia fondamentale tornare ad elogiare l’imprevedibilità e l’irrazionalità e “Imperfezione. Una storia naturale” ne riassume in meno di 200 pagine tutte le motivazioni; basti ricordare che 13,82 miliardi di anni fa, se non si fosse verificata un’asimmetria nell’ordine cosmico, nulla sarebbe nato.
È solo accettando il caos e l’errore, che tanto ci spaventano, che sarà possibile effettivamente progredire e chissà, magari cedendo il posto all’imperfezione, potremmo dar vita a qualcosa di spettacolare: al nostro personalissimo Big Bang.

      Luciano Fabrizio Liceo Classico " G. D' Annunzio " ( Pescara, Abruzzo )

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Telmo Pievani, docente di Filosofia delle scienze biologiche all’università di Padova, descrive nel saggio “Imperfezione”, edito da Raffaello Cortina Editore, l’evoluzione dell’universo e della vita, dagli stadi primordiali a quelli più prettamente antropologici, e percorre la storia seguendo il fil rouge che lega ogni fenomeno naturale: la contingenza, e dunque l’imperfezione.
Pievani racconta infatti come l’imperfezione sia innanzitutto all’origine dell’universo: il clinamen di Lucrezio, il “turning point”, la deviazione originaria dell’isotropia del cosmo hanno fatto sì che la materia e la forza gravitazionale, prima distribuite in maniera uniforme (dunque perfetta), dessero origine ad un processo inflattivo che è stato all’origine dell’esistenza dello spazio e del tempo, così come la causa della diversificazione della materia stessa nelle sue componenti subatomiche. L’universo ha iniziato, da quel momento in avanti, a diventare sempre più difforme, eterogeneo, Dando origine alle stelle, ai pianeti e alle strutture cosmiche a noi note, le quali attraverso i miliardi di anni dell’esistenza dell’universo hanno contribuito alle condizioni necessarie alla nostra esistenza. O forse no?
L’autore, oltre ad illustrare come l’errore sia all’origine (e contemporaneamente l’essenza) della complessità, si concentra a demolire le tesi secondo le quali la nostra fortuita condizione non possa essere un caso. In particolare, Pievani ci dice che “il senno di poi è il peggior nemico per la comprensione dell’evoluzione”, perché pensare che la nostra esistenza si basi sulla fortuna di avere né troppo, né troppo poco, è chiaramente un giudizio a posteriori. La nostra mente, afferma l’autore, trascura che la natura non passa dall’imperfetto al perfetto, che il passato era “gravido” di molti “contro-futuri” che non sono rimasti irrealizzati per dare spazio alla nostra esistenza. Non siamo frutto di un disegno, ma di continue asimmetrie.
Così la nostra condizione di esseri pluricellulari non è affatto, come si potrebbe pensare, migliore di quella dei batteri; la pluricellularità è il più grande errore della storia evolutiva, e con essa la vita ha iniziato a diventare sempre più complessa e difficile da preservare.
Dunque questa continua evoluzione imperfetta ed approssimativa, che caratterizza ogni essere vivente, ci porta ad essere molto più lenti dell’ambiente in cui viviamo, cosicché risultiamo un’accozzaglia di geni atavici, organi vestigiali e strutture approssimative e inutilmente complicate, che testimoniano la mancanza di un disegno nella nostra progressione biologica, ma che allo stesso tempo ci permettono di adattarci all’occorrenza e alla bell’e meglio ai cambiamenti del mondo.
Allo stesso modo degli altri animali, così anche l’uomo vede nella sua evoluzione un percorso accidentato: il nostro cervello, il nostro genoma, i nostri corpi non sono altro che un insieme di compromessi, non sempre ottimali, che si sono dovuti dare in risposta ad un ambiente ostile e combattivo, a cui noi cerchiamo di resistere.
Insomma, la chiarezza espositiva e la semplicità con cui Pievani descrive la storia naturale rendono il saggio piacevole, scorrevole e comprensibile, ma soprattutto lo rendono uno strumento che risveglia efficacemente nel lettore la consapevolezza che la vita non è un miracolo, ma un semplice risultato di contingenza, compromesso, vincoli e riuso, quindi dell’evoluzione.

      Primomo Benedetta Liceo Scientifico Statale Galileo Galilei ( Lanciano (ch), Abruzzo )

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La PERFEZIONE sta allo “STATUS QUO” come l’IMPERFEZIONE sta al CAMBIAMENTO.
In questa semplice relazione si sintetizza l’interessante teoria sostenuta da Telmo Plevani, filosofo della scienza, nel suo libro.
Stimolando qualche sensibilità matematica, si potrebbe anche concludere che quanto più l’IMPERFEZIONE impatta sullo “STATUS QUO” di una condizione PERFETTA (apparentemente) allora si avrà che tanto più essa genererà un CAMBIAMENTO, un’EVOLUZIONE meglio ancora (dove il “tanto più” è da intendersi non necessariamente in termini quantitativi, ma certamente in termini qualitativi).
Il valore dell’IMPERFEZIONE nel processo evolutivo appare così evidente nei tanti esempi citati dall’autore che il lettore è coinvolto senza possibilità di ragionevoli critiche o posizioni sostanzialmente avverse.
Plevani prende per mano il curioso, il perplesso, l’esperto ed il neofita e conduce tutti in un viaggio in cui ogni tappa è segnata da una precisa e puntuale citazione di scoperte scientifiche e fenomeni evolutivi accompagnati da riflessioni filosofiche e letterarie (Voltaire, Shakespeare, Levi, Montaigne, Popper in particolare); per ogni tappa una imperfezione, per ogni imperfezione un adattamento naturale, per ogni adattamento un passo in avanti, un’evoluzione appunto.
Senza voler rivelare troppo, ma con il solo intento di stimolare l’appetito per una lettura realmente arricchente, propongo alcuni assaggi.
Si inizia con l’asimmetria che circa 14 miliardi di anni fa ruppe l’ordine precostituito e diede origine all’energia che generò l’universo, successive asimmetrie fecero nascere la vita nelle sue diverse forme, in maggior parte imperfette.
In un momento successivo, un metabolismo primitivo, autoreplicante, improvvisamente imparò a replicarsi e nacquero le catene di RNA che, portando in sé e modificando le informazioni del DNA, originarono milioni di specie pluricellulari nel tempo estinte o ancora permanenti e trasformate per necessità di sopravvivenza. L’evoluzione della specie (si accomodi pure Mr. Darwin! E porti con sé l’alce irlandese, la rana pescatrice e pure la giraffa, il koala e il panda) non è altro che un costante adattamento alle condizioni indispensabili per la propria conservazione.
In tempi più recenti le scoperte sul genoma umano (Jacob) e le ricerche sul cervello umano (Levi Montalcini) convergono nel definire questi due sistemi essenziali “palesemente imperfetti e inutilmente complicati” ma anche “ciò che di più straordinario la natura abbia mai prodotto su questo pianeta in tre miliardi e mezzo di anni”.
Del pari il corpo umano come la mente umana, dall’Homo Sapiens ad oggi, hanno attraversato impervi percorsi ed adattato strutture fisiche e psichiche a contesti ambientali, sociali e culturali via via trasformati.
A questo punto non resta che immergersi nell’esperienza della lettura di questo bel libro, incontrerete le “sei leggi dell’imperfezione” (della contingenza, del compromesso, dei vincoli, del riuso, “della Cipolla” e “della Regina Rossa”) ma non attraversatele velocemente, assaporatene la profondità.
Capiterà anche a voi, prossimi lettori, di planare su passi che, per quanto interessanti, vorrete e dovrete rileggere più volte; in ogni nuovo passaggio troverete nuovi spunti, nuove riflessioni, nuovi pensieri positivi ed aperti verso un futuro che a volte (com’è in questo triste tempo) non pare progredire ma che, inesorabilmente, anche l’IMPERFEZIONE di un miserabile virus porterà ad EVOLVERE…

      Timperio Ludovica Liceo Classico " G. D' Annunzio " ( Pescara, Abruzzo )

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TELMO PIEVANI
“IMPERFEZIONE. UNA STORIA NATURALE.”
RAFFAELLO CORTINA EDITORE

“Imperfezione. Una storia naturale” è un interessante e vivace saggio di Telmo Pievani, docente di Filosofia delle scienze biologiche all’Università di Padova.
Sin dai tempi più antichi, l’essere umano ha cercato di spiegare l’origine dell’universo e così Esiodo, nella “Teogonia”, tentava di ricostruire la nascita del tutto a partire dal Caos, quello stato primordiale di vuoto, quella sorta di buco nero, da cui sarebbero discesi uomini e dei.
Un vuoto che Pievani definisce tremolante, fluttuante nella sua energia e, proprio per questo, potenzialmente in grado di esprimere tutte le storie possibili.
Da questo vuoto sarebbe poi scaturita una pioggia eterna di particelle che gli atomisti dell’antica Grecia immaginavano cadere in modo regolare e parallelo.
Di lì a poco, la geniale intuizione di Epicuro, poi ripresa da Lucrezio, che introdusse l’attualissimo concetto di clinamen, un’improvvisa rottura dell’armonia che avrebbe prodotto la deviazione casuale delle particelle, una meravigliosa imperfezione che avrebbe dato origine a tutte le cose, persino alle nostre immagini e alla nostra anima.
Fu, questa, la primigenia percezione di quella che sarebbe diventata la ribellione degli inflatoni, la rottura di ogni armonia, di ogni equilibrio, che avrebbe fatto esplodere lo spazio-tempo a velocità incalcolabile.
E cosi, i clinamen di Lucrezio, riletti nel linguaggio scientifico del XXI secolo, sarebbero diventati i turning points, quei punti di svolta, quelle differenze, spesso impercettibili, che hanno fatto la differenza.
Il tutto, dunque, avrebbe avuto origine da una imperfezione, da una sorta di disobbedienza, da una impercettibile anomalia che sembra contraddire la convinzione secondo la quale il processo di evoluzione sarebbe ispirato al principio della giustezza, un passaggio, cioè, dal semplice al complesso, dal’inorganico alla materia che pensa.
Ad indurci in errore sarebbe il senno di poi, responsabile di far apparire necessario e compiuto, cioè perfetto, ciò che non lo è affatto.
Così la Terra, un posto infernale sul quale uno scienziato alieno di passaggio non avrebbe scommesso neppure un centesimo, colpita dal pianetino Theia, acquisì il suo satellite e, durante una tempestosa serie di colpi di bocce cosmiche, innescò una serie di imperfezioni, sconvolgimenti, turbolenze, che la resero imperfetta, ne moltiplicarono le diversità e germinarono la vita.
E cosi anche il DNA, il meraviglioso e grande libro della vita, oscilla continuamente tra stabilità e variazione, ben lontano dalla ricerca di una perfezione che, compiuta e immutabile, cesserebbe ogni forma di cambiamento e, dunque, di evoluzione.
In una società, in cui tutto sembra puntare all’obiettivo della compiutezza e della ineccepibilità, Pievani ricorda come il miracolo della vita, di ogni forma di esistenza, nasca e riesca ad evolvere soltanto grazie ad una meravigliosa imperfezione, che rende ciascuna infinitesimale particella stupendamente diversa dall’altra e splendidamente necessaria alla vita propria e a quella dei circostanti.

      Vallone Michela Liceo Scientifico " G. Galilei " ( Pescara, Abruzzo )

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“Imperfezione. Una storia naturale” è il saggio scientifico dell’accademico, filosofo ed evoluzionista italiano Telmo Pievani. È stato  pubblicato il 16 maggio 2019 dalla Raffaello Cortina editore, una casa editrice indipendente, specializzata nella pubblicazione di testi di carattere scientifico.
Questo saggio ci propone una storia vecchia 3,5 miliardi di anni che conosciamo già e che è stata raccontata centinaia di volte: la storia della creazione dell'Universo, del mondo come lo vediamo oggi... la storia dell’uomo. 
Allora cos’è che rende questo libro diverso dagli altri?
Pievani con le sue parole ci porta a leggere questa storia da una prospettiva diversa: quella dell’imperfezione. 
Il nostro Universo, il nostro pianeta e tutti gli esseri viventi che lo abitano sono il frutto di “una serie di imperfezioni che hanno avuto successo”: infatti anche il percorso evolutivo che ha portato alla creazione della vita, dai primi organismi unicellulari al complesso homo sapiens è imperfetto.
Vi è mai capitato di sentire l’espressione “l’uomo è una macchina perfetta”?  Ebbene Telmo Pievani ci spiega che non è assolutamente così: persino il nostro cervello è imperfetto, al suo interno imperversa una continua “lotta primordiale tra ragione e istinto”, concetto che si trova alla base dell’umana irrazionalità.
Sin dal primo capitolo del saggio viene discusso l’effetto negativo del “senno di poi”: questo ci induce a credere di essere speciali, a pensare che la nostra realtà non sia stata frutto della casualità, ma che si sia realizzata in quanto destinata ad esistere.
In realtà, come ci spiega l'autore, non siamo speciali, né tantomeno unici… eh già: solo nella Via Lattea ci sono più di 10 miliardi di pianeti che hanno caratteristiche estremamente simili a quelle della nostra amata Terra. 
Interessante, stimolante e per nulla scontato, questo saggio è perfetto per chi vuole approfondire le sue conoscenze sulla nostra storia, e per chi vuole cambiare il modo in cui guarda la realtà che lo circonda. Gli argomenti trattati da Pievani in questo libro sono molto complessi, ma ci vengono spiegati nel modo più semplice possibile, facendo anche ampio uso di citazioni; inoltre, nonostante questa sia una lettura che potrebbe risultare pesante, l’autore riesce abilmente a catturare il lettore grazie al suo modo di esprimersi, che spesso strappa anche un sorriso. 
Questo libro è perfetto? Certamente no, ma come abbiamo imparato proprio dalle sue pagine, la perfezione non esiste e questo testo è un’imperfezione che ha funzionato.

      Giammatteo Elisa I.i.s. G. Fortunato ( Rionero In Vulture, Basilicata )

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«La perfezione non esiste» è quello che si dice in molteplici occasioni per giustificare un errore, per consolarsi dopo una delusione o un fallimento. Telmo Pievani nel suo libro spiega dal punto di vista scientifico quanto questa affermazione sia veritiera e non sia solo un banale modo di dire. Tutto è imperfetto: l’uomo, il suo DNA, la natura, la Terra, l’universo. Vi era un unico elemento perfetto: il vuoto da cui tutto si è generato e, solo a causa di alcune anomalie e casualità, quest’ultimo si è trasformato nell’universo come lo conosciamo ora. Quindi da ciò ne deriva che «dove c’è imperfezione c’è qualcosa che accade, un evento, un processo, un mutamento, una relazione. Al contrario la perfezione è, per definizione, compiutezza atemporale. Dove c’è perfezione è già successo tutto». La nostra infatti, come dice Pievani, è una «vita imperfetta, dunque creativa, su un pianeta imperfetto, dunque fertile». Ebbene si, se fossimo esseri perfetti non riusciremmo a svolgere le nostre funzioni vitali e se il nostro fosse un pianeta perfetto non funzionerebbe: «non è il massimo, ma funziona».
L’autore non solo offre diverse prove concrete e certe dell’imperfezione, ma insegna anche quale sia la giusta prospettiva da cui osservare le inesattezze e imprecisioni che ci circondano: senza l’imperfezione l’uomo non potrebbe godere di tutto ciò che la natura offre e non sarebbe come effettivamente è oggi; basti pensare alla minima fluttuazione nel vuoto quantistico che probabilmente ha generato ogni cosa che può essere paragonata al clinamen, ovvero alla deviazione casuale di un atomo, che secondo Epicuro aveva «innescato la storia del cosmo in tutta la sua magnificente imperfezione».
Certamente Pievani ci dà gli strumenti per apprezzare l’imperfezione, ma nel suo libro cerca anche di ampliare il nostro campo visivo e renderci consapevoli che la realtà che si è effettivamente compiuta è solo una delle tante realtà possibili e che un’evoluzione simile alla nostra potrebbe essersi contemporaneamente verificata in altre migliaia di zone dell’universo, quindi non dovremmo sentirci unici e speciali. Potrebbe sembrare una visione cinica e forse un po’ troppo pragmatica, ma ha solo lo scopo di ridimensionare le nostre credenze e supposizioni.
Non solo il nostro mondo non è speciale, ma lo stesso essere umano non deve considerarsi perfetto e soprattutto superiore agli altri esseri viventi, in quanto ha sicuramente delle capacità superiori, ad esempio per quanto riguarda il linguaggio o l’apprendimento, ma ha anche delle mancanze e delle facoltà inferiori, ad esempio è sicuramente meno rapido nel suo sviluppo rispetto ad altri animali e si adatterebbe meno facilmente ad un repentino cambiamento ambientale al contrario di alcuni esseri primitivi come i batteri.
Dunque l’uomo non è perfetto e non è speciale. A primo acchito potrebbe sembrare che Pievani ci inviti a vivere un’esistenza passiva data dalla consapevolezza della piccolezza dell’uomo in confronto all’universo, in realtà egli sottolinea, a conclusione della sua opera, che l’imperfezione non è sorella del nichilismo, quindi non dovremmo arrenderci di fronte al disordine delle cose umane e naturali. «C’è molto da fare nel mondo dell’imperfezione. Potremmo almeno ribellarci alle imperfezioni umane rimediabili».

      Giudice Gloria Maria Pia I.i.s. G. Fortunato ( Rionero In Vulture, Basilicata )

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Il saggio intitolato ≪Imperfezione. Una storia naturale≫, edito da «Raffaello Cortina Editore≫ nel 2019, è stato scritto da Telmo Pievani, filosofo della scienza.
Il testo propone un’insolita ed approfondita interpretazione della caratteristica comune a tutti i processi biologici e ai loro risultati: l'imperfezione. L’universo ha avuto origine da un’imperfezione risalente a miliardi di anni fa che, al pari del "clinamen" lucreziano, ha dato vita a particelle primordiali, alcune tuttora esistenti, che costituiscono le galassie, le stelle e i pianeti: prodotti contingenti, ossia possibili ma non necessari, di imperfezioni che si sono susseguite, minime variazioni responsabili di importanti ed irreversibili mutamenti.
Lo scrittore mette in luce l’importanza dell'incompiutezza e della subottimalità, riscontrabili in ogni singola forma di vita, superando l’idea di equilibrio naturale che numerosi documentari scientifici portano all’attenzione del loro pubblico, e giungendo all’enunciazione di sei leggi dell’imperfezione. In natura la fragilità rappresenta una risorsa, una possibilità di miglioramento della vita fino ad allora esistita, risultato dell’azione dei processi evolutivi che non mirano al bello o al raggiungimento di canoni ben precisi, ma agiscono in contesti cangianti in cui ciò che maggiormente conta è garantire la vita. I processi naturali preferiscono non creare dal nulla, ma utilizzare, con le dovute modifiche, ciò che già esiste. Per questo parti non più utili degli organismi, non vengono eliminate, a meno che non risultino dannose, oppure strutture preesistenti sono adattate alle nuove necessità, risultando spesso non del tutto ottimali.
Neanche l’uomo, sebbene ami crederlo, è esente da questi meccanismi naturali. Ad esempio, il cervello umano nasce proprio dalla sovrapposizione di strutture vecchie e nuove, rispettivamente determinanti per le reazioni istintive e razionali. In questo risiede l’origine di uno dei problemi sociali attuali: mentre si afferma un tipo di pensiero improntato al cosmopolitismo, la nostra componente cerebrale più primitiva ci suggerisce ancora atteggiamenti retrivi come la discriminazione tra gli uomini sulla base delle loro fattezze.
Il libro, a mio avviso, costituisce un interessante rovesciamento della visione antropocentrica, esacerbata al giorno d’oggi, e al contempo un efficace invito ad un approccio più realistico, e cioè più scientifico, alla realtà che ci circonda. Una concezione libera da una costruzione umana per eccellenza, come la perfezione, porta alla distruzione di una visione gerarchica e all’apprezzamento di tutti gli individui per la loro diversità, in termini di sopravvivenza un valore aggiunto. Nonostante ciò l’idea dell’uomo che l’autore ci consegna è tutt'altro che depotenziata: l’assenza di un progetto già definito e la presentazione di una realtà contingente determinano la concessione di maggiori poteri all’uomo, capace di determinare con le sue scelte, anche se in minima parte, l’avvenire.
Dunque Pievani, con un linguaggio ricco di metafore, similitudini e di esempi immediati, è in grado di coinvolgere anche i più giovani nella lettura di un testo che, a partire dalla teoria darwiniana, ci libera dall’ irrazionale vincolo di un destino concepito “a posteriori” e ci consegna la consapevolezza di essere soltanto una delle imperfezioni che hanno funzionato meglio, tra le molteplici possibili.

      Lacerra Antonio Lucio Liceo Classico " Quinto Orazio Flacco " ( Potenza, Basilicata )

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Telmo Pievani ha il merito di avvicinare argomenti scientifici complessi a lettori che operano in campi diversi e, quindi, non hanno background, ma sono interessati a conoscere questi temi e discuterne, fino anche a cambiare le proprie opinioni. In particolare, il suo libro Imperfezione consente di riflettere sul tema dell’evoluzione riportando nei capitoli tante evidenze, che non solo servono a sostenere la teoria che l’imperfezione sia il motore dell’universo, ma “costringono” il lettore ad arrivare fino alla fine del libro. Alcune di queste spiegazioni sono anche divertenti, come ad esempio quella relativa al posizionamento delle lettere sulla tastiera del computer o quella che redime chi accumula cose inutili nel garage. Nell’ultimo capitolo Pievani riepiloga: “Dove c’è imperfezione, c’è qualcosa che accade, un evento, un processo, un mutamento, una relazione. Al contrario la perfezione è, per definizione, compiutezza atemporale. Dove c’è perfezione, è già successo tutto.” In questo modo riscatta tutti coloro che nella vita vanno avanti nelle loro attività ed esperienze, nonostante difetti, lacune e imperfezioni, e riescono a compiere imprese eccellenti perché conservano l’entusiasmo e la curiosità di apprendere, e non hanno paura di sbagliare, nella consapevolezza che l’errore è quello che apre nuove possibilità, nuove strade di sviluppo. Nella nostra società, d’altro canto, troppo spesso sono elogiati i bravi, i “perfezionisti”, quelli che riescono a curare ogni particolare, ma Pievani ci ricorda che l’imperfezione è la regola e quando tutto è perfetto si esaurisce la spinta ad andare avanti e subentra la noia, allora “è già successo tutto. L’ingranaggio non fa gioco. Le alternative sono finite. Non rimane più nulla da narrare.” Ma la società non è arrivata a questo punto, ancora. “Ma ad oggi l’evoluzione dell’uomo, si è compiuta o è ancora in corso?”, ho avuto modo di chiedere all’autore durante un incontro di presentazione del libro, e lui mi ha spiegato che è ancora in corso, non ce ne accorgiamo nella scala temporale che scandisce l’esistenza degli uomini ma ancora c’è possibilità di migliorare alcune cose, fortunatamente. L’autore stravolge le nostre certezze anche quando dice che “L’inutilità è una fonte di innovazione anche nel DNA perché geni che hanno perso una certa funzione, o ne hanno diverse, possono essere ingaggiati per svolgerne di nuove”. Nel nostro tempo, contraddistinto dal mito della perfezione fisica ed estetica, questa affermazione è davvero una svolta poiché ci dà la possibilità di indugiare in cose che per i più sono inutili. Tutti dovrebbero leggere il libro poiché, oltre a fornire un interessante punto di vista sull’evoluzione, si può configurare come una importante chiave di lettura per la vita, soprattutto per i giovani, e può essere la rappresentazione del percorso di crescita e di formazione di ognuno di noi. “Quindi la perfezione dipende dall’imperfezione. Possiamo coglierla cioè soltanto per via indiretta, tramite l’imperfezione appunto.”
Il mio voto al libro è 9 (non 10 perché l’imperfezione è motore di sviluppo essenziale) e il mio giudizio è estremamente positivo perché il libro stravolge consolidate convinzioni e ci invita a pensare che l’ordine universale non deve necessariamente assecondare il progresso evolutivo della sua specie eletta. In sintesi “l’imperfezione è una sorgente di “evolvibilità”, cioè di capacità di evolvere, di generare novità evolutive”.

      Esposito Federica Liceo Scientifico Statale Leonardo Da Vinci ( Reggio Calabria , Calabria )

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Immagina di essere sotto la doccia, il livello di dopamina nel cervello accresce e stimola la corteccia prefrontale, allora, immerso nei tuoi pensieri, inizi a porti domande sulla vita: Chi sono? Perché esisto? Qual è il mio destino? Immagina di passeggiare in riva al mare, arriva il tramonto, ti fermi, lo guardi e pensi che non ci sia niente di più perfetto. Immagina di fare un’escursione in montagna, lasci il sentiero e ti inoltri nel bosco in cerca d’avventura, rimani affascinato dal susseguirsi degli arbusti su linee simmetriche. Tutto ti appare come qualcosa di magnifico, come se madre natura avesse preso le misure con squadrette e righello per realizzare la propria opera. Sembrerebbe, dunque, che un determinato albero sia lì, perché quella è la sua posizione perfetta, che quella famiglia di uccellini ci abbia fatto il nido sopra non per caso, ma perché l’albero era stato pensato per essere la sua casa, che la Terra non sia né troppo vicina né troppo lontana dal Sole per consentirci di abitarla. Nulla è lasciato al caso, fa tutto parte di un grande progetto architettonico. Tutto ciò esiste perché ha ragione di esistere. Eppure non è così. È questo che mette in luce il filosofo ed evoluzionista Telmo Pievani nell’opera “Imperfezione”, un saggio scientifico, pubblicato il 16 maggio 2019, in cui il nostro autore traccia un percorso che si protrae dal Bing Bang fino al delinearsi dell’ultimo stadio della catena evolutiva, l’Homo sapiens (appunto noi), capovolgendo ogni ottica di perfezione che ormai è prefissata nella mente degli uomini, anche a causa del fuorviante “senno di poi”. Pievani ci offre la possibilità di ritracciare la nostra storia e guardarla da una prospettiva differente, secondo cui la forza motrice che regola l’andamento del cosmo è il caso. Ogni casualità, a partire da quella nella notte dei tempi, ha dato vita ad una serie di imperfezioni e proprio grazie a queste noi esistiamo. Durante questo viaggio alla scoperta del mondo, scopriremo che possono essere individuate sei leggi dell’imperfezione, che spiegano l’evoluzione. La lettura di questo saggio, oltre ad essere illuminante, risulta molto piacevole: innanzitutto per l’originalità e la straordinarietà delle tesi che vengono presentate, ma anche per il linguaggio tecnico ma, allo stesso tempo, non troppo impegnativo, che utilizza l’autore. Un’altra nota originale è l’inserzione di alcuni passi del “Candido, o l’ottimismo” di Voltaire all’inizio di ogni capitolo. “Imperfezione” ti dà una risposta, che non avresti mai immaginato prima, a quelle domande che ti sei fatto sotto la doccia. Ti dice che siamo il frutto di una miriade di coincidenze: nessuno ci ha ideato, nessuno ci ha voluto e quindi non c’è un valido motivo per cui noi esistiamo. La nostra vita è praticamente una vincita alla lotteria. Al di là delle argomentazioni di Pievani, supportate da precisi studi scientifici, quest’opera tocca delle corde ben più profonde. Dalla lettura del libro, infatti, scaturiscono varie riflessioni, in particolare sul futuro. La prospettiva secondo cui tutto è affidato al caso può essere vista con sgomento, soprattutto per chi ha un frenetico bisogno di certezze, ma può anche essere un invito a vivere la propria vita al meglio, non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà e non arrendersi, poiché nulla è stato deciso, ed è ancora tutto da scrivere.

      Grasso Giulia Liceo Classico Statale Bernardino Telesio Cosenza ( Cosenza, Calabria )

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Recensione
“Imperfezione. Una storia naturale” di Telmo Pievani (Cortina Raffaello, 2019)

“Imperfezione. Una storia naturale”, saggio di Telmo Pievani, docente di Filosofia delle Scienze Biologiche all’Università di Padova, propone un viaggio alla scoperta del valore dell’imperfezione, considerata la base dell’evoluzione. Essa non è un effetto collaterale spiacevole e imprevisto, ma una risorsa, che ci rende diversi l’uno dall’altro, creativi e di successo. L’autore con valide argomentazioni rema contro lo stereotipo di una natura perfetta, vista come fonte di equilibrio e bontà, poiché ritiene che la natura sia insita nell’evoluzione stessa. Charles Darwin, infatti, sosteneva che bisogna studiare gli esseri viventi imperfetti, perché, dove c’è imperfezione, c’è cambiamento; invece, dove c’è perfezione, è già successo tutto.
L’esaltazione dell’imperfezione induce Pievani all’uso del concetto di clinamen lucreziano, che, rivisitato secondo la scienza moderna, fa pensare che l’universo sia nato da una fluttuazione casuale. Noi stessi siamo un’enciclopedia di contingenze: nel libro, infatti, due dei più complessi sistemi, il genoma e il cervello, sono considerati indubbiamente imperfetti. Il cervello umano è frutto di parti vecchie, le quali interagiscono con quelle più recenti, che insieme portano alla formazione di qualcosa che funziona, ma nulla di perfetto. Anche il DNA è pieno di ridondanze: ancora non si sa a cosa serva il suo 80%. Sydney Brenner, biologo molecolare, attraverso una metafora, definiva “Junk DNA” (DNA spazzatura) questa parte, che non aveva alcuna funzione ed era lasciata lì per evenienza. Così, attraverso l’accumulo di mutazioni casuali, poteva saltare fuori un gene più potente, poi utilizzato. Noi umani abbiamo ragioni in più per essere imperfetti, trasformiamo il mondo che ci circonda, come nessun’altra specie ha mai fatto, nel bene e nel male, obbligati ad adattarci a un ambiente che cambia a causa nostra. Pievani, nell’ultimo capitolo del libro, dice che una specie così imperfetta e limitata, come la nostra, oggi domina il pianeta, avendo a disposizione strumenti biotecnologici potentissimi. Quella dell’imperfezione è la storia che caratterizza ogni cosa, dall’universo all’uomo, l’impulso che mette in moto l’evoluzione, che in tre miliardi e mezzo di anni ci ha condotto alle ingerenze della plastica e di Trump. Prima della lettura di queste pagine, da cui sono rimasta affascinata, non pensavo ad altro che al raggiungimento di quella perfezione ideale, che mi portava a vedere il mondo attraverso una visione gerarchica: adesso, invece, grazie a questa brillante narrazione, che tratta in modo scorrevole ed efficace, argomenti non semplici, comprendo che la perfezione non esiste, perché, se esistesse, non ci sarebbe crescita e sviluppo. Noi siamo tutti così meravigliosamente diversi, perché siamo imperfetti, e sono proprio le nostre imperfezioni a renderci unici e geniali e dobbiamo fare di queste il punto di forza, perché proprio in esse si trova la perfezione.

      Grimaldi Mariarosaria Liceo Scientifico " E. Fermi " ( Cosenza, Calabria )

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Telmo Pievani: ‘Imperfezione. Una storia naturale’.
Recensione
Viviamo un’epoca che ‘costringe’ tutti alla perfezione e, in alcuni casi, schiaccia verso l’ideologia del ‘vincente’.
Ben venga, allora, il saggio del filosofo Telmo Pievani, ‘L’imperfezione. Una storia naturale’, che ci riporta sulla terra e ci ricorda, in modo anche ironico, che l’imperfezione (essere imperfetti) è forse la parte migliore di noi, perché è quella più autentica.
Essa ci impone il dubbio, dunque ci evolve, inducendo a ripensare noi stessi; è, insomma, una risposta a tutto quello che la società conformista e consumista ci prescrive come forza, identità, rigore, tradizione.
L’imperfezione, come ci spiega il sottotitolo dell’opera di Pievani, è ‘una storia naturale’, una ‘piccolissima, infinitesimale anomalia, divenuta scaturigine di ogni cosa’.
La storia dell’universo e dell’uomo è costellata da una lunga sequenza di asimmetrie che hanno scompaginato quello che sembrava il disegno deterministico iniziale, dando luogo ad un deragliamento che ha creato la ‘magnificente imperfezione del cosmo’. Per questa ragione, per l’autore, l’evoluzione ripudia l’idea di ‘giustezza’ che non appartiene affatto alla natura, caratterizzata invece da cose inutili ed elementi disarmonici, solo in apparenza progettati bene.
Lo stesso Darwin aveva compreso che laddove c’è perfezione non c’è storia; tutto è già accaduto e non c’è nulla da raccontare, è un equilibrio senza tempo, è appunto storia che ha fatto perdere le sue tracce e, per tale ragione, solo nell’imperfezione si può ricercare un processo, un evento, una relazione.
Anzi, proprio il fatto che l’evoluzione dell’universo sia ancora in corso è una dimostrazione che questa precarietà e caducità rendono il creato perfettibile, non perfetto! È questo il paradosso: la perfezione può essere colta solo indirettamente, attraverso l’imperfezione e quest’ultima rappresenta per l’uomo un vantaggio difficilmente raggiungibile. È il caso delle macchine e dell’intelligenza artificiale, create e programmate per contrastare l’imperfezione umana: sono perfette in potenza di calcolo, memoria, ripetitività e velocità. Tuttavia, in virtù di questa (sedicente, proprio così) perfezione non penseranno mai di scrivere una poesia o contemplare un’opera d’arte, in quanto scevre di quel guizzo irrazionale che tende all’imperfezione e per nulla malleabili come l’essere umano; è questa la ragione che le rende stucchevolmente ottuse!
Del resto, come ci spiega l’autore, la natura umana ha trasformato le sue fragilità in una forza; ad esempio: la conformazione sopra-faringea che ci permette di parlare, ma che costituisce un costoso adattamento perché rischiamo di soffocarci; o il nostro linguaggio, caratterizzato da imprecisione, ridondanza ed ambiguità. D’altronde se fosse infallibile, chiaro e cristallino non potremmo assaporare la bellezza dei doppi sensi, dell’ironia, del cabaret e delle battute di spirito.
Senza imperfezione, in sostanza, la vita sarebbe noiosa, monotona, grigia, triste. In questo senso, rappresenta un vero e proprio riscatto biologico.
Costituiamoci, anzi, rassegniamoci all’imperfezione, nella consapevolezza che è qualcosa da cui non rifuggire e, addirittura, una salutare arte da apprendere, anche per disobbedire all’ordine precostituito.
Il prezzo da ‘pagare’, dopotutto, è qualche attimo di felicità!

      Iannotta Maria Pia Liceo Scientifico Statale " A. Diaz " ( Caserta, Campania )

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“L’uomo è, invero, un soggetto meravigliosamente vario, vano e oscillante. E’ difficile farsene un giudizio stabile e uniforme. E’ una miserabile e meschina creatura che non è neppure padrona di sé stessa in un universo altrettanto vario e imperfetto.” Una citazione di Montaigne che Pievani utilizza in questo solerte saggio per descrivere a pieno la sua tematica; ossia l’imperfezione.
Il titolo, “Imperfezione. Una storia naturale”, è l’itinerario di un viaggio dove le argomentazioni a sostegno dell'imperfezione del cosmo e della natura stessa sono scientificamente documentate e esposte da Pievani che si conferma un ottimo scrittore e divulgatore scientifico, in particolar modo quado espone l’incredibile complessità del DNA e di come esso possieda un ambivalenza cruciale che consiste nella sua stabilità, che permette la trasmissione dell’informazione genetica, ma al contempo la sua variabilità, in quanto altrimenti non ci sarebbe stata l’evoluzione.
Con uno stile semplice e chiaro accompagna il lettore in un’istruttiva esplorazione nell’imperfezione che è la Vita. E la Vita è una soltanto e noi altro non siamo che una delle tante espressioni di essa, ritenendoci erroneamente un qualcosa di unico e speciale. Chiaro esempio di imperfezione.
Inoltre credo che il punto cruciale di questo libro sia proprio alla fine, quando viene esposta la vera e propria tematica, e cioè che “non significa che tutto è frutto del mero caso e che le nostre azioni sono irrilevanti. C'è molto da fare, nel mondo dell'imperfezione. Potremmo per esempio trasfigurare il disincanto in ironia, ritagliarci un rifugio, ribellarci almeno alle imperfezioni umane rimediabili, quelle che per ingordigia e vanità di pochi generano futilmente ingiustizie e diseguaglianze per molti".
Per cui penso sia un libro indispensabile perché serve per spazzare via l’idea che la natura sia perfetta. La natura è imperfetta e non potrebbe essere altrimenti, l’imperfezione genera opportunità che a loro volta generano vita. L’uomo, tuttavia, è ostinato e intravede la perfezione o una sua parvenza anche quando non ci sono, ma Darwin ha insegnato che la natura è diversità, non gerarchia e questo libro lo illustra perfettamente. Ed espone come dall’origine dell’universo fino ad oggi secondo alcuni filosofi l’imperfezione sottile e ombrosa perseguita il mondo e l’uomo ed è grazie ad essa che è nata l’evoluzione, il piacere e la necessità di migliorarsi.
L’imperfezione, dunque, è di ieri, di oggi e di domani.

      Iorio Claudia Liceo Statale Salvatore Pizzi ( Capua (ce), Campania )

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“Il senno di poi fa apparire necessario e compiuto, cioè perfetto, ciò che non lo è per nulla. […] Come se non ci fosse mai stata davvero scelta. Come se tutto fosse già stato scritto nelle carte distribuite all’inizio. Come se la necessità avesse tessuto da sempre la sua tela. […] Il senno di poi è un veleno. Liberiamocene, e anche il futuro ci sembrerà più aperto”. (pp. 20, 22)
Con queste parole incisive e profonde Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista italiano, contesta in Imperfezione. Una storia naturale la convinzione umana secondo la quale tutto ciò che esiste sia perfetto. Mentre ancora oggi molti, scienziati e non, continuano a proclamare “con il senno di poi” la perfezione dell’universo e degli esseri viventi, seguendo una visione finalistica per la quale tutto sarebbe già scritto in partenza, Pievani sceglie di andare contro corrente e dimostra con argomenti scientifici e filosofici e con esempi concreti l’imperfezione di tutte le cose. Il filosofo ci fa capire come tutto quello che ci circonda potrebbe essere molto diverso da come è. Basta modificare qualche evento in uno degli innumerevoli punti critici della storia dell’universo e della vita per dare al divenire della natura una direzione del tutto nuova e inaspettata.
All’interno del suo libro Pievani parte dall’origine dell’universo fino ad arrivare alla comparsa sul pianeta Terra dell’Homo sapiens.
Uno dei passaggi del libro più significativi per capire come per Pievani l’imperfezione sia il motore dell’evoluzione, è l’analisi del concetto di bricolage, meccanismo già studiato dal premio Nobel François Jacob, che però assume in Imperfezione una portata molto più ampia. Afferma Pievani nel quinto capitolo: “L’evoluzione per selezione naturale fa di necessità virtù e raramente butta via il vecchio per sostituirlo da capo: sarebbe troppo costoso e pericoloso perché l’esigenza di sopravvivenza è continua” (p. 125)
Così, mediante la sovrapposizione del nuovo sul vecchio, che non viene mai gettato, si sono sviluppati il genoma, tutte le specie viventi e perfino uno strumento in apparenza grandioso e perfetto come il nostro cervello. A proposito del nostro cervello Pievani osserva: “È un po’ come se l’evoluzione avesse installato il motore di una Ferrari su una vecchia e gloriosa macchina da corsa del secolo scorso. L’effetto è elettrizzante, ma è plausibile che poi non tutto funzioni alla perfezione.” (p. 130)
Ed è così che, mediante un linguaggio carico di ironia, metafore, similitudini e riferimenti filosofici e scientifici, Pievani mantiene sempre viva l’attenzione del lettore. Imperfezione è un testo che fa riflettere, che sfata il mito dell’uomo copula-mundi e l’idea che l’evoluzione della natura segui un piano prestabilito. Con le sue riflessioni Pievani ci fa sentire meno sicuri di noi, fa vacillare sotto i nostri piedi quelle certezze su cui camminiamo pieni di boria. Eppure avere coscienza della nostra fragilità e del carattere contingente della nostra esistenza non è affatto una verità deprimente. Per Pievani è assumendo la nostra imperfezione che possiamo essere veramente liberi e imparare ad avere cura di noi stessi e dell’ambiente.

      Rinaldi Imma Liceo Carlo Urbani ( San Giorgio A Cremano, Campania )

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In principio fu l’imperfezione
Titolo: Imperfezione, una storia naturale
Autore: Telmo Pievani
Genere: saggio
Editore: Raffello Cortina Editore
Anno: 2019
Pagine 198
Partendo dal “principio”, l’autore ci accompagna in un viaggio e ci aiuta a ripercorrere l’origine dell’universo e la storia dell’evoluzione, eventi riletti, da Pievani, come il risultato di una serie di imperfezioni che hanno avuto successo. L’imperfezione viene descritta come evento CREATIVO, che genera nuova vita.
Se guardiamo la storia dell’evoluzione a ritroso, come riavvolgendo il nastro di un film, tutto appare come un progetto perfetto, come un disegno preordinato.
Ma a ben vedere, l’evoluzione si presenta, secondo l’autore, non come un progetto nelle mani di un ingegnere che cerca di ottimizzare le proprie invenzioni, ma come un artigiano che fa quel che può con il materiale disponibile, arrangiandosi, magari provando a rimediare a qualche errore avvenuto durante la “lavorazione”.
Andando avanti Pievani descrive il DNA e sottolinea come, nel suo duplicarsi, si verifichino, talvolta, delle piccole variazioni, che sono il “combustibile” dell’evoluzione.
Più ci si addentra nella lettura e più sorprendenti diventano le osservazioni dell’autore.
Egli descrive il genoma e il cervello umano come i più complessi e creativi sistemi mai inventati dall’evoluzione. Ma palesemente imperfetti, inutilmente complicati, figli di aggiustamenti e accrocchi.
Eppure sono ciò che di più straordinario la natura abbia mai prodotto…
IMPERFEZIONE, UNA STORIA NATURALE, un saggio scientifico di elevato spessore, che ci invita a riflettere e suscita nel lettore una domanda:
l’evoluzione è totalmente il frutto di un progetto intelligente o è solo il risultato di una serie di imperfezioni casuali?
Alla luce di quanto letto in questo saggio, interessante e scorrevole, ma non semplice per un giovane della mia età, arrivo alla conclusione che non si possa escludere, nella storia dell’origine dell’universo e dell’evoluzione, la presenza di un Dio onnipotente, a tratti “ingegnere”, a tratti “artigiano”, che rende le imperfezioni, opportunità creative.



      Testa Arturo Liceo Carlo Urbani ( San Giorgio A Cremano, Campania )

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“In principio fu l’imperfezione. Una disobbedienza all’ordine precostituito, una ribellione senza testimoni, nel cuore della più buia delle notti”. Con questa frase, accattivante, ma al tempo stesso carica di significato, Telmo Pievani, stimato scienziato nonché filosofo evoluzionista italiano, ci introduce alla sua opera, un vero e proprio excursus sulla storia del nostro universo, a partire dalla sua creazione, attraversando miliardi di anni, fino ad oggi, nell’era dominata dall’ Homo Sapiens. Questo saggio, però, non funge semplicemente da racconto, ma è atto a fornirci una nuova quanto intrigante rappresentazione della realtà, basata su un unico, rivoluzionario, elemento chiave: l’imperfezione. Abbiamo sempre ritenuto scontato che tutta la realtà attorno a noi avesse uno scopo, un fine, e che l’evoluzione non fosse null’altro che un processo intrinseco del mondo in cui viviamo, che ci avrebbe prima o poi condotto alla perfezione. Anche osservando la storia, col senno di poi, sembra ovvio che gli eventi che la compongono si siano susseguiti proprio in un determinato ordine, producendo determinate conseguenze. Questo miraggio della perfezione, l’ossessiva ricerca del finalismo in ogni cosa, in realtà può rivelarsi un errore fatale, che pregiudica la nostra capacità di comprendere realmente ciò che è stato, e ciò che è tutt’ora. Chiave di tutto non è che l’imperfezione: insicura, caotica, spesso nociva, ma pur sempre, come afferma l’autore stesso, “gravida di possibilità, di esiti alternativi”. Soltanto attraverso l’imperfezione è possibile il cambiamento, e con esso l’evoluzione, poiché un qualsiasi essere vivente che sia perfetto, in quanto tale mai sarà spinto al cambiamento. In questo saggio, Telmo Pievani ci porta alla scoperta del mondo, dominato dall’imperfezione che lo ha trasformato ripetutamente fino a renderlo ciò che è oggi, a partire dal Big Bang, passando in rassegna tutti gli esseri viventi, ciascuno con le proprie straordinarie imperfezioni, frutto di un processo evolutivo basato “sul riuso e sul compromesso”, scricchiolante e imperfetto, che però ha consentito a numerosissime specie di sopravvivere nell’ecosistema in cui vivevano.
È dunque degna di lode l’originalità dell’argomento, il quale non solo ci offre uno magnifico quanto interessante scorcio del nostro pianeta e delle specie che lo hanno abitato, ma anche una chiave di lettura alternativa per interpretare la realtà. La trattazione è svolta attraverso un linguaggio arguto, sobrio e ricco di esempi pratici, che contribuiscono ad una maggiore e più completa comprensione dell’argomento trattato, conferendo al tutto notevole scorrevolezza e facilità nella lettura. La presenza nel primo capitolo di termini scientifici, sebbene possano risultare “oscuri” al lettore medio, non inficia la comprensione e il coinvolgimento nella lettura: al contrario questi lemmi possono ulteriormente stimolare la curiosità dei lettori più interessati.

Chiarezza espositiva : 8
Capacità dell’autore di coinvolgere il lettore : 8
Attualità del tema : 9
Originalità : 9
Valutazione complessiva : 9

      Calandrino Chiara Liceo E. Fermi ( Bologna, Emilia Romagna )

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“Imperfezione, una storia naturale” è un saggio di divulgazione scientifica scritto dal filosofo ed evoluzionista Telmo Pievani, pubblicato nel 2019. L’autore tratta dell’evoluzione della vita sulla Terra partendo dal vuoto primordiale per giungere alla contemporaneità, accompagnando le nozioni scientifiche con citazioni di carattere filosofico tratte da “Candido” di Voltaire. Un viaggio decisamente imperfetto, con deviazioni inutili, atterraggi d’emergenza o cadute rovinose, ma in fin dei conti geniale. Un’evoluzione ricca di compromessi tra interessi diversi e spinte selettive antagoniste, di lucreziani clinamen, stranezze e catastrofi, che ci interroga sull’effettiva sapienza di Homo sapiens. La trattazione è specialistica ma comprensibile, con numerose spiegazioni affiancate ad esempi concreti. Le citazioni riportate vengono seguite dalla fonte, che dona attendibilità allo scritto. La scelta dei titoli di capitoli e sottocapitoli è alquanto singolare e incuriosisce immediatamente, generando nel lettore impazienza e interesse per la lettura, la quale è scorrevole, ma non perde il suo carattere riflessivo e profondo. Il libro è una grande fonte di conoscenza dalla quale attingere, seppur non capace di fornire verità assolute, in quanto molti fenomeni ci sono ancora sconosciuti. Gli argomenti trattati generano curiosità: il nanismo insulare, i microbi presentati come esseri che rasentano la perfezione, al contrario dei maschi campioni dell’imperfezione, gli ornitorinchi e altri strani animali. Vi sono poi temi su cui riflettere e spunti che possono dare vita a vere rivoluzioni personali. Viene infatti affrontato con sincerità disarmante il fenomeno della “trappola evolutiva”: noi cambiamo il mondo, e il mondo presenterà il conto. In questo modo stiamo apponendo la nostra firma nera sul pianeta, occultando le verità scomode. Per chi la firma nera vuole cancellarla, per chi, come direbbe Voltaire, vuole coltivare il nostro grande giardino, questo libro fornisce la giusta prospettiva del mondo. Mondo che mira alla perfezione, ignaro del fatto che dove c’è perfezione non c’è storia, e dove c’è imperfezione c’è qualcosa che accade.
La lettura del libro è consigliata a chi accetta di lasciarsi stupire e talvolta criticare, a chi non si ferma davanti alla complessità ma vi si immerge. Non serve essere scienziati o filosofi, laureati o studiosi, chiunque abbia voglia di apprendere e riflettere sarà in grado di apprezzare il meraviglioso viaggio nell'imperfezione.

      Hallissey Matteo Liceo Copernico ( Bologna, Emilia Romagna )

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LE IMPERFEZIONI DI IMPERFEZIONE

Ognuno di noi si è sentito dire almeno una volta che "il corpo umano è una macchina perfetta", a tutti è capitato di ammirare un paesaggio magnifico pensando che la bellezza di quel panorama non potesse che essere parte del disegno intelligente di una qualche creatura metafisica.

"Non posso immaginare che questo orologio esista e non abbia un orologiaio”, diceva Voltaire, cautamente affine alla visione del "grande progetto". Ed è proprio da Voltaire che comincia il viaggio dell'evoluzionista Telmo Pievani alla ricerca delle "leggi dell'imperfezione" che possano dimostrare esattamente il contrario di ciò che sosteneva l'illuminista francese nei pensieri riportati in esergo nei vari capitoli.

Non è tanto l'esistenza o meno del "progettista", però, che Pievani discute, bensì la credenza che universo e corpo umano siano macchine perfette, ingranaggi privi di errori e imperfezioni. Questi luoghi comuni sono passati al vaglio delle più recenti ricerche scientifiche attraverso paragrafi brevi e ben documentati, ricchi di riferimenti ed esempi efficaci. L'autore vuole infatti dimostrare che l'universo quanto il corpo umano è denso di casualità, errori, inutilità, adattamenti improvvisi e fragilità.

Anche nel libro, però, sono presenti numerose, troppe imperfezioni.

Innanzitutto non è un libro divulgativo, alla portata della casalinga di Voghera ardentemente desiderosa di conoscere il funzionamento di universo, genetica, mente umana e altri argomenti analoghi già non particolarmente semplici di per sé. Le scelte di un linguaggio spesso non semplice e di una prosa elitaria, poi, non rendono certamente comprensibili a pieno e coinvolgenti ai non addetti ai lavori i capitoli che pur trattano temi così potenzialmente interessanti.

Ma, d'altronde, da un "divulgatore" che tra i primi sottocapitoli del suo volume sceglie di intitolarne uno "Anisotropia", che i meno navigati potrebbero tradurre bofonchiando con "lasciate ogne speranza, voi ch'intrate", non possiamo aspettarci poi molto. E infatti il professor Pievani si ostina a non spiegare i pur complessi termini utilizzati, come a divertirsi nel far impazzire i propri lettori più ignoranti e imperfetti.

Il dispiacere più grande, però, sorge nello scorgere pagine di grande densità, paragrafi molto chiari, espressioni di estrema bellezza come zattere di vera divulgazione in un mare di spocchiosa sintesi di secoli - se non millenni - di storia evolutiva. La divulgazione poco divulgativa dell'autore risulta così contraddittoria e ambigua, ambivalente al punto da farci saggiare le possibilità della materia per poi non concedercela veramente, innalzandola sempre su un piedistallo di alte conoscenze pregresse date per scontate.

L'autore pare il timoniere di un'imbarcazione che, nonostante la profonda conoscenza dei mari in cui naviga, preferisce far venire il mal di mare ai poveri passeggeri che, rinchiusi nelle loro piccole cabine di curiosità, già si stanno pentendo di aver scelto quel battello.

Un testo particolare quanto irregolare, affascinante quanto imperfetto.

      Saccone Davide Liceo E. Fermi ( Bologna, Emilia Romagna )

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Imperfezione
Imperfezione, edito nel 2019, rappresenta una delle più recenti pubblicazioni di Telmo Pievani. Nato in provincia di Bergamo, Pievani vanta una laurea in filosofia della scienza presso l’Università degli Studi di Milano e una specializzazione negli Stati Uniti, dove ha condotto ricerche nell’ambito della Biologia evolutiva. Proprio sull’evoluzione si concentrano la maggior parte delle 230 pubblicazioni scientifiche, che sono valse all’autore Bergamasco fama, credibilità e alcuni premi nazionali e internazionali.
“Imperfezione, una storia naturale” rappresenta pertanto un testo di divulgazione scientifica, che racconta l’evoluzione del nostro pianeta a partire dalla formazione dell’universo, con numerose argomentazioni scientifiche, talvolta anche abbastanza tecniche, che tuttavia non precludono la lettura di questo libro a nessuno, poiché l’autore utilizza uno stile estremamente chiaro e le sue spiegazioni si rivelano sempre esaustive.
Il titolo già dichiara l’intenzione comunicativa di Pievani, intento a sgonfiare la credenza teleologica, secondo la quale la terra sia un pianeta eletto così come l’uomo, essere perfetto creato da Dio a sua immagine e somiglianza per primeggiare sulle altre specie, secondo la visione di numerose religioni, tra le quali Ebraismo e Cristianesimo. Non a caso, ciascuno dei sette capitoli del libro si apre con un passo del Candido di Voltaire, illustre autore illuminista che, spinto dal terribile terremoto di Lisbona, intendeva confutare le teorie ottimistiche, secondo le quali viviamo nel migliore dei mondi possibili.
Dunque, Pievani racconta magistralmente la storia dell’evoluzione, scandita da numerosi turning points che ci hanno portati alla realtà odierna, la quale tuttavia, ammonisce l’autore, poteva essere completamente diversa e non è detto che sarebbe stata peggiore. Per fare un esempio, il primo turning point si è verificato più di 13 miliardi di anni fa: in principio vi era il vuoto, l’unico momento di perfezione della nostra storia, c’era tutto e il contrario di tutto, come riferisce l’autore; tuttavia, a causa di una piccolissima imperfezione nell’equilibrio, determinata dalla ribellione degli inflatoni si venne a formare il nostro universo. Ebbene, senza accorgersene il turning point è già passato, infatti per ragioni ancora sconosciute la materia prevalse sull’antimateria determinando l’attuale realtà, che tuttavia poteva essere diametralmente opposta. Così iniziò la nostra storia, la storia dell’imperfezione, ingrediente fondamentale dell’evoluzione. Pievani, spiega come le caratteristiche dei viventi, siano determinate da spinte selettive spesso antagoniste, che pertanto richiedono un compromesso (imperfezione); spiega inoltre, la tendenza degli essere viventi a riutilizzare strutture precedentemente sviluppate per altri scopi, che pertanto si rivelano imperfette. Anche il DNA, quanto di più straordinario la natura sia riuscita a creare, è in realtà estremamente imperfetto, poiché costituito da varie stratificazioni dovute all’evoluzione, alcune delle quali completamente inutili, come dimostra il corredo genetico della cipolla, cinque volte maggiore a quello umano.
Per concludere, il libro si dimostra estremamente interessante e coinvolgente, sia per i ragazzi che vogliano approfondire e collegare i loro studi scientifici, sia per chi è totalmente estraneo a questi argomenti; sicché “Imperfezione” di Telmo Pievani è una lettura adatta e consigliata a tutti.

      Bardi Margherita Liceo Tito Lucrezio Caro ( Roma, Lazio )

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Coloro che intraprendono gli studi classici lo fanno forse per una personale intolleranza nei confronti del mondo scientifico ma probabilmente è più un'incomprensione o una poca vicinanza che si ha con esso. Questo libro può dunque essere considerato come una piccola porta di accesso ad un nuovo mondo, in realtà tutt'altro che lontano e anche più vicino di quanto si pensi: quello della scienza. In che modo? Molto semplicemente attraverso una chiave di lettura più apprezzata dai classicisti, quella della filosofia. Le spiegazioni precise e metodiche che l'autore riporta nel libro sono accompagnate da esempi semplici da comprendere, ma ciò che realmente ne fa comprendere il loro significato è una spiegazione più ampia.
Il mondo illustrato dallo scrittore, nato solo grazie ad un "errore", è un mondo, per l'appunto, imperfetto, sviluppatosi attraverso infinite e diverse imperfezioni che si sono susseguite una dopo l'altra solo grazie al caso e al bisogno. All'interno del racconto troviamo un personaggio, il dio Giano (ecco il lato filosofico) che rappresenta la doppia faccia delle imperfezioni (ecco il lato scientifico): il volto positivo che è motore dell'evoluzione e della diversità e l'altro, quello negativo perchè le mutazioni possono portare una cellula a perdere il controllo.
Noi, stessi, il nostro corpo, il nostro cervello che riteniamo essere una macchina perfetta altro non sono che un continuo adattamento al mondo che ci circonda, un continuo compromesso e un uso e riuso, oggi asincrono, con il mondo che cambia intorno a noi. Dunque il risultato è semplicemente il massimo che funziona ed è fatto grazie a ciò che si poteva ottenere con quel poco e confuso che si aveva, fino a definirlo un bricolage.
Telmo Pievani per coinvolgere il lettore lascia parlare Lucrezio con il clinamen, Darwin con l'evoluzionismo e infine cala i suoi esempi nel mondo attuale, facendoci riflette su un oggetto di uso quotidiano e sul quale mai forse ci saremmo soffermati con tanta curiosità a riflettere.
Ecco dunque che si può considerare la semplicità come il metodo utilizzato dall'autore per avvicinare il lettore al mondo della scienza, attraverso uno sguardo che va ben oltre alle definizioni o alle leggi darwiniane ma che rende consapevoli che non c'è solo un perché, un come o un quando, ce ne sono tanti e diversi e che ciò può essere solo che di stimolo a porsi davanti alle situazioni con maggiore umiltà, e non arroccandosi dietro a dei preconcetti piuttosto, e lo si può fare da ottimisti perché la storia ci ha dimostrato che in un modo o nell'altro c'è sempre una soluzione.

      Bruno Matteo Liceo Ginnasio Statale Virgilio ( Roma, Lazio )

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Imperfezione: il trionfo della contingenza.



Imperfezione è un libro di Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista italiano, pubblicato da Raffaello Cortina Editore nel 2019.

Come il titolo suggerisce, il libro parla della storia dell’evoluzione delle specie da un punto di vista raramente messo in evidenza, quello dell’imperfezione che caratterizza questo processo.

Partendo dai primi attimi di esistenza dell’universo, l’autore conduce il lettore lungo un percorso durato 14 miliardi di anni, la storia che ha portato alla nascita dell’homo sapiens. Questo percorso, seppur caratterizzato da innumerevoli e variegati eventi, ha una caratteristica immutabile: la contingenza di tutti i fenomeni che hanno portato alla comparsa della razza umana. L’autore calca particolarmente la mano su questo dettaglio, in realtà particolarmente rilevante, e facendolo condiziona irreversibilmente il modo in cui il lettore concepisce la realtà. È più che comune infatti, forse anche a causa di una tradizione religiosa millenaria, l’idea che il mondo in cui viviamo sia l’unico possibile risultato di un processo necessario e perfetto. Ebbene, la biologia, la teoria dell’evoluzione delle specie, ma anche la teoria del big bang stessa, ci raccontano una realtà ben diversa, che Pievani descrive in modo chiaro e puntuale in tutto il libro: ogni piccolo step evolutivo è frutto di una mutazione genetica puramente casuale, perfettamente contingente. E soprattutto, l’evoluzione è un processo profondamente imperfetto. I risultati sono infatti spesso bizzarri e l’autore non manca di citarli, garantendo così al libro anche qualche pagina più leggera e a tratti piuttosto divertente, intervallando i momenti di riflessione filosofica sull’evoluzione con curiosi aneddoti.

Nonostante l’alto profilo scientifico della trattazione, il libro è accessibile a chiunque abbia coscienze di biologia di base grazie al linguaggio che difficilmente diventa troppo tecnico e alle chiare e precise spiegazioni di ogni fenomeno illustrato. Ciononostante può offrire interessanti spunti di riflessione anche a chi ha già una profonda coscienza dei processi evolutivi poiché Pievani mostra una nuova prospettiva con cui analizzare un processo già noto ai più. Imperfezione è dunque un libro altamente consigliato a chiunque sia interessato a conoscere più a fondo gli eventi che hanno portato alla nascita dell’'homo sapiens ma bisogna tenere a mente che resta una lettura piuttosto impegnativa e quindi non adatta a tutti.

      Castelli Federica Liceo Scientifico G.b. Grassi ( Latina, Lazio )

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L'Imperfezione è un libro scritto da Telmo Pievani, un professore di Filosofia delle scienze biologiche all'università di Padova. 
Con questo libro ci porta in un viaggio attraverso cui racconta le molteplici imperfezioni di cui è fatto l'universo, dalle galassie alla specie umana e i suoi comportamenti. È proprio dal vuoto quantistico primordiale da cui sono nati i pianeti e la Terra che tutto ha inizio, con una piccola imperfezione che ha generato un intero cosmo. 
Così come la nascita delle prime forme di vita pluricellulari (nate da un'imperfezione degli unicellulari), la creazione delle varie specie di animali e la loro evoluzione fino ai sistemi più complessi prodotti dalla natura come il nostro cervello e il nostro DNA sono un susseguirsi di imperfezioni. 
"L'evoluzione non è perfetta ma frutto di compromessi instabili e precari che per lo più funzionano ma non sempre" così riporta Pievani in un capitolo del suo libro, per spiegarci che questi punti critici a volte sono favorevoli o "contrari" all'evolversi della natura. Pensiamo, per esempio, alle mutazioni genetiche che hanno permesso di avere differenze uniche in ogni individuo con conseguenze positive (la capacità di adattarsi e sopravvivere) o negative. Ed è sulla base di queste osservazioni l'autore enuncia la prima legge dell'imperfezione (nota come la legge della contingenza) che spiega come il caso può migliorare o peggiorare l'evoluzione e come tutto ciò che è perfetto può diventare imperfetto. 
Anche le altre 5 leggi sono state formulate sulla base del concetto di evoluzione, su come le specie viventi, dalle piccole cellule ai grandi dinosauri, si siano adattate e sviluppate anche quando l'ambiente sembrava "correre più forte di noi" e su come abbiano riutilizzato e tramandato strutture già esistenti per garantire la propria sopravvivenza. 
Telmo Pievani ci spiega facendo uso di molta ironia tutte le sue osservazioni e le sue riflessioni mettendo anche al centro del suo racconto l'uomo, la creazione della natura che, secondo il parere di molti, viene definito "la macchina perfetta". Ma sarà davvero così?
Non secondo il professore che non manca di criticare la specie umana, il modo in cui pensa e il modo in cui comunica ciò che pensa. Infatti, il linguaggio, un'invenzione apparentemente perfetta è il mezzo attraverso cui si creano più incomprensioni possibili anche tra persone che parlano la stessa lingua nello stesso contesto. Questo rende tale strumento una piacevole imperfezione senza la quale non ci sarebbero battute, umorismo e ironia. La specie umana non è perfetta altrimenti non si ammalerebbe, non morirebbe e non camminerebbe su due piedi in posizione eretta. Anche il nostro essere bipedi è frutto di un'imperfezione, di una strana posizione in cui si mettevano i nostri antichi predecessori primati. 
Questo è tutto ciò che ci narra Telmo Pievani alternando una sana ironia ad uno stile narrativo molto articolato e scientifico. 
Esprimendo il mio parere posso dire che è stata una lettura molto interessante: mi ha fatto viaggiare con la mente ripercorrendo la nostra storia fin dalla creazione dell'universo facendomi pensare (attraverso anche accurate osservazioni dell'autore) a come siamo infinitamente piccoli rispetto al mondo che ci circonda e su come siamo notevolmente imperfetti. 
Concordo pienamente con le riflessioni del professor Pievani che ha fatto nascere in me una profonda curiosità che spero di saper far fruttare. 

      Ettori Viola Liceo Tito Lucrezio Caro ( Roma, Lazio )

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Il libro “Imperfezione: una storia naturale” è stato scritto dal filosofo italiano Telmo Pievani, che lo pubblicò nel 2019 in collaborazione con la casa editrice “Raffaello Cortina Editore”. In questo libro l’autore ripercorre la storia dell’evoluzione, sottolineando le imperfezioni in essa che ci hanno portati alla nostra attuale situazione. Il processo di evoluzione infatti non fu lineare come siamo soliti pensare, e se lo fosse stato non ci troveremmo nella condizione in cui ci troviamo oggi. Lo scopo dell’evoluzione non è quello di dar vita a dei sistemi perfetti, ma dei sistemi che funzionino e che ci permettano di vivere in essi.
Questo saggio dunque fa in modo che il lettore guardi la realtà da un punto di vista differente da quello a cui è abituato: difatti da sempre siamo portati a pensare che ciò che funziona, funziona poiché perfetto, e che l’armonia sia l’ideale, ma non è così. Secondo Pievani gli uomini prediligono la perfezione perché la nostra mente ha una forte predisposizione ad interpretare la realtà in modo finalistico.
L’autore individua imperfezioni importanti anche negli esseri umani, infatti lo stesso cervello e DNA sono pieni di disarmonie, al contrario di quello che siamo soliti credere.
Telmo Pievani è uno dei primi a prediligere gli “errori” nella storia e nel presente, non solo perché sono fondamentali ma anche perché la perfezione porta a molti pericoli, come quello di pensare che si possano fare gerarchie di valore tra chi è più perfetto e chi lo è di meno.
L’autore cerca di analizzare l’imperfezione riconoscendo in essa sei leggi: la legge della contingenza, la legge del compromesso, la legge dei vincoli, la legge del riuso, la legge della cipolla e per ultima la legge della Regina Rossa. Ho trovato molto interessante e particolare questo metodo di analisi. Dalla lettura di questo saggio si può percepire la competenza dell’autore, che, pur trattando argomenti nuovi e complicati, utilizza un lessico e uno stile chiaro e preciso rendendo il libro scorrevole e molto interessante.

      Mazouni Jacopo Liceo Tito Lucrezio Caro ( Roma, Lazio )

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L’imperfezione, il fenomeno alla base dell’universo per come lo conosciamo oggi, motrice e generatrice dello scibile cosmico. Tutto ha origine dal nulla, che al contempo era tutto, in seguito ad una rottura della simmetria, ad uno squilibrio nell’equilibrio, si innescò una repentina reazione a catena che, nel giro di un secondo, gettò le basi per la nostra realtà.

Questo, in breve, è il messaggio chiave del saggio scientifico-filosofico “Imperfezione. Una storia naturale”, ossia, il cosmo non è perfetto come molti credono, neanche l’uomo è perfetto, nulla è perfetto; il che è solo una cosa estremamente positiva, la perfezione è la stasi dell’evoluzione, non ci può essere progresso di nessun tipo senza la rottura dell’equilibrio.
È questa premessa, indubbiamente accattivante, che mi ha portato a scegliere l’opera di Telmo Pievani; poiché molti hanno la concezione di una Terra, o più generalmente di una realtà perfetta, percepiscono la stessa parola imperfezione con accezione negativa. L’imperfezione è un dogma. Il contesto culturale in cui siamo nati ed in cui viviamo ha da sempre impostato come punto di arrivo la “perfezione”; inoltre, si sente spesso denominare l’uomo come una macchina perfetta, per questo l’imperfezione viene repulsa, è un concetto alieno, diverso da noi.
L’argomento in questione viene esposto tramite l’utilizzo di ponderazioni filosofiche, fatti e illazioni scientificamente riconosciute, risultando in un gradevole compromesso che spazia fra cosmologia ed arriva all’attualità, passando per riflessioni sulla biologia umana o, più nello specifico, sul DNA. Riguardo ciò particolarmente interessante il discorso legato al DNA della cipolla, un essere vivente così poco sviluppato rispetto a noi, ha ben cinque volte il nostro patrimonio genetico, questo la rende imperfetta, l’abbondanza non implica un miglioramento in questo caso, ma il risultato opposto.
Così, l’imperfezione all’interno della natura viene espressa con sfumature diverse da Pievani, l’imperfezione che ha originato l’universo era una rottura dell’equilibrio, mentre nella cipolla è identificata come un uso inefficiente del DNA. Non esiste un singolo tipo di imperfezione dunque.

Con il senno di poi, altamente criticato all’interno del saggio in un paragrafo dedicato, reputo la mia personale scelta del libro ottimale, di conseguenza ne consiglio vivamente la lettura; sono convinto possa aprire gli occhi; sdoganando la nostra, in quanto esseri umani, comune concezione di perfezione; e fornire una diversa chiave di lettura per il mondo nel quale viviamo.
L’utilizzo combinato della scienza e della filosofia, fondamentale per descrivere determinati argomenti, rende l’opera interessante e più scorrevole, a parer mio, di un testo contenente solamente una delle due materie. Certamente bisogna fare una distinzione tra ciò che è solamente teorizzato e ciò che è effettivamente provato scientificamente; questo è lasciato al giudizio critico del lettore, ma non ho personalmente riscontrato difficoltà.


Voto del libro: 8/10

      Pirvu Denisa Valentina Liceo Scientifico Statale G. Vailati ( Genzano Di Roma, Lazio )

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Vi siete mai sentiti imperfetti?
Dubito possiate rispondere di no.
L’imperfezione, se la si intende come drammatica condanna al difetto, ha sempre fatto parte della vita dell’uomo: il sentimento di inadeguatezza tipico dell’infanzia e dell’adolescenza, la sensazione di smarrimento che colpisce la maggior parte dei giovani adulti, l’impressione di star vivendo approssimativamente, di star galleggiando sulla superficie della vita: insomma, l’essere ed il contingente sentirsi imperfetto non è cosa estranea all’uomo.
In egual modo, la consapevolezza di tale condizione ha portato l’homo sapiens a bramare un continuo e costante miglioramento, a compiere viaggi “folli” ai limiti del mondo e delle conoscenze, a svelare i segreti più gelosamente celati dalla scienza, dalla storia, dalla Terra stessa; l’uomo ha sempre tentato di colmare le proprie lacune
ricercando nel passato e nel futuro una perfezione a cui attingere.
E se invece questa perfezione non esistesse? Se spazio, tempo, vita, dipendessero solo ed esclusivamente da un cosiddetto clinamen, ovvero da una casuale deviazione di atomi?
In altre parole, se tutto fosse nato da una primigenia imperfezione?
Questi grandi quesiti vengono trattati e sviluppati da Telmo Pievani, professore di Filosofia delle scienze biologiche presso l’Università di Padova ed evoluzionista, nel suo libro “Imperfezione: una storia naturale”.
"Imperfezione" potrebbe essere descritto come un viaggio che parte dalla genesi dello spazio-tempo, attraversa le varie tappe evolutive della vita sulla Terra per poi giungere ad un’approfondita analisi dell’homo sapiens, del suo genoma, del suo cervello e del suo atteggiamento in relazione all’evoluzione.
Inevitabilmente, una lettura dal carattere scientifico può risultare impegnativa, specialmente se non si è abituati al genere.
La terminologia appare piuttosto tecnica, le scelte lessicali e i vari latinismi potrebbero incutere un leggero timore: tuttavia, l’abilità dell’autore nell’attenuare queste potenziali difficoltà del lettore è evidente sin dal primo capitolo, e risulta costante nell’intero testo.
Pievani, per l’appunto, utilizza spesso paragoni, similitudini e metafore al fine di trasmettere i concetti efficacemente: d’altra parte, ciò che più rende i singoli capitoli avvincenti ed impressionanti sono le domande retoriche poste, solitamente, a fine capitolo.
Queste ultime hanno il fine di revocare il dubbio nel lettore, catturare la sua attenzione, coinvolgerlo in prima persona e stimolare riflessioni che portino allo sviluppo, chiaramente graduale, di una maggiore consapevolezza ed analisi critica della realtà.
Inoltre, pur trattando tematiche indubbiamente complesse, fornendo esempi altrettanto compositi, l’autore riesce a rendere la sua opera organica, fluente ed estremamente attuale; ad esempio, spiegando il meccanismo di reazione attivato dal nostro cervello al cospetto del diverso, Pievani articola anche importanti riflessioni sul tema del razzismo e della propaganda, dunque su come il “capolavoro biologico” dell’uomo possa essere effettivamente manipolato.
Segnatamente, egli mette in contrapposizione anche la tipica tendenza umana al pensiero teleologico con la realtà fisica, improntata invece al determinismo.
In conclusione, si può senz’altro affermare che il libro di Telmo Pievani meriti l’attenzione di qualsiasi lettore, dal più al meno esperto, che garantisca un’esperienza di crescita e che favorisca l'approccio alla lettura scientifica.

      Agamennone Carolina Liceo Scientifico Statale O. Grassi ( Savona, Liguria )

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IMPERFEZIONE: UN TITOLO PERFETTO
“Dove c’è imperfezione, c’è qualcosa che accade, un evento, un processo, un mutamento, una relazione. Al contrario la perfezione è, per definizione, compiutezza atemporale. Dove c’è perfezione, è già successo tutto”: queste le parole del filosofo e storico della biologia Telmo Pievani che, all’interno del saggio “Imperfezione, una storia naturale”, pubblicato dalla casa editrice Raffaello Cortina Editore, descrive la storia della nascita e dell’evoluzione del cosmo, per poi soffermarsi sul genere umano.
Il trattato si apre con la presentazione di un vuoto quantistico primordiale compiuto e perfetto, da cui sarebbe scaturita una primigenia anomalia che avrebbe in seguito dato origine a un Universo imperfetto. Il mondo che abitiamo, infatti, non rappresenta il risultato di un preciso programma della natura finalizzato a raggiungere una situazione ottimale, ma deriva piuttosto da una serie di errori evolutivi casuali e da ere di sconquassi, squilibri e imperfezioni che, nonostante tutto, hanno avuto successo. L’evoluzione è il frutto di compromessi precari e instabili che consiste nel cambiamento e nell’esplorazione delle possibilità e che, in numerosi casi, sfocia inevitabilmente nell’imperfezione: è nostro compito comprendere però che, al contrario di come siamo soliti pensare, essa può costituire un fattore positivo e insegnarci a vedere le cose non solo per quello che sono, ma anche per quello che potrebbero essere.
Il saggio è opera del filosofo, accademico ed evoluzionista Telmo Pievani, insegnante di Filosofia delle scienze biologiche presso l’Università di Padova e autore di più di 230 pubblicazioni scientifiche.
Il testo, per essere compreso integralmente, è consigliato a coloro che possiedono conoscenze approfondite a livello scientifico, e in particolare biologico. Nonostante ciò, la lettura risulta approcciabile anche da chi manca di familiarità con le tematiche trattate, grazie alla sintassi semplice e alla suddivisione in brevi capitoli che mantiene viva l’attenzione del lettore.
L’intento dell’autore è quello di fornire un’interpretazione alle grandi domande che l’uomo si pone da millenni e a cui ha sempre cercato di dare una spiegazione ricorrendo al fato, alla magia, alla religione e infine alla scienza, partendo dall’errato presupposto che l’evoluzione fosse un processo derivato da uno schema logico avente come fine ultimo il raggiungimento della perfezione. Pievani ribalta tale convinzione e mette in guardia dal rischio di cadere nella “apofenia”, che descrive come “l’umana propensione a vedere figure e schemi pieni di significato [...] o a trovare funzionalità a tutti i costi anche laddove non ci sono affatto”.
Grazie alla visione proposta dall’autore, ci viene offerta l’opportunità di cambiare prospettiva e osservare lo stato delle cose, o come direbbe Lucrezio "rerum natura", da un differente punto di vista: l’imperfezione ci rende consapevoli dei nostri limiti e portatori di differenze che fanno di ciascuno di noi un essere unico.

      Berlat Fesjola Liceo Statale Angelico Aprosio ( Ventimiglia, Liguria )

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"Imperfezione" di Telmo Pievani è un libro ricco di riflessioni, incentrato sull’evoluzione, sul DNA, sul cervello umano e sull’imperfezione dell’Homo Sapiens.
Attraverso la filosofia e la scienza l’autore argomenta la tesi secondo cui sia l’imperfezione la spiegazione di molti perché, partendo dal vuoto primordiale da cui è nato l’universo fino ai giorni nostri.
L’autore accompagna il lettore nei vari capitoli, citando “Candido” di Voltaire, un richiamo verso un mondo migliore, così come il “De rerum natura” di Lucrezio e il pensiero dei grandi filosofi greci.
Ogni capitolo è un tuffo alla scoperta degli effetti dell’imperfezione, dei compromessi della vita e della natura.
Spiega quanto l’essere imperfetti abbia determinato l’evoluzione, che secondo Pievani, non si basa sull’aggiustamento dell’esistente ma sul modificare le stesse strutture nel tempo e nello spazio.
L’autore narra in modo coerente, e per alcuni tratti severo, la storia iniziata miliardi di anni fa e la creazione della vita, evidenziandone i limiti di quella che in altri versi è un’opera straordinaria.
Questo viaggio viene analizzato da uno dei principali risultati dell’imperfezione, l’homo sapiens, l’individuo più evoluto e complesso, dotato però, come dice Pievani, di un cervello selettivo, parziale.
Quindi per noi è inevitabile avere pregiudizi, che inducono in errore e allontanano dal vero.
Vediamo il mondo da un pertugio tutto nostro, ma così come fece dire Shakespeare ad Amleto, “ci sono più cose in cielo e in terra, di quante se ne possano sognare nella propria filosofia”.
E Pievani sottolinea che il possibile è più vasto del reale, il nostro punto di vista è qualcosa di molto ridotto rispetto alla natura, più grande di tutte le nostre teorie per comprenderla.
È perciò un errore guardare il mondo dal punto di vista della perfezione, è un errore pensare col senno di poi, "un veleno che fa apparire perfetto ciò che non lo è affatto, che ci spinge a considerare solo determinati eventi o scelte e a pensare solo per finalità".
Essendo selettivi consideriamo le diversità come scarti di quello che dovrebbe essere l’ideale e il diverso ci incute timore e diffidenza.
Imperfezione perciò, è la storia di ognuno di noi, imponente e grandiosa nella sua origine, raccontata da Telmo Pievani in maniera geniale.
Inizialmente può sembrare un libro faticoso, caratterizzato da un lessico elevato per chi non ne è esperto, ma pian piano che si procede con la lettura appare come quello che è in realtà un libro interessante scritto in modo scorrevole, raccontato nei minimi dettagli e a parer mio in modo formidabile poiché Pievani è riuscito a sintetizzare un argomento complesso, rendendolo chiaro ed entusiasmante.
È molto coinvolgente, poiché gli argomenti introdotti, sono affiancati da esempi vicini a noi, così come i temi affrontati verso il finale del libro, da un semplice esempio dell’imperfezione di una tastiera a Donald Trump.
Fa riflettere su quello che abbiamo intorno, sul fatto che siamo sempre impegnati a cercare la perfezione, a cercare di risultare perfetti davanti ai nostri occhi e a quelli delle altre persone, quando semplicemente dovremmo accettare che la diversità implichi imperfezione, che l’imperfezione sia il motore dell’evoluzione e che senza di essa non ci sarebbe un mutamento, un processo, qualcosa per cui vivere, qualcosa da raccontare.


      Dirosa Carlotta Liceo Vieusseux ( Imperia, Liguria )

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Imperfezione

Associamo sempre l’armonia del mondo e, più in generale, dell’universo a un’idea di perfezione irraggiungibile e quasi inconcepibile, eppure nonostante ciò, continuiamo a pensare di potere raggiungere quella perfezione che tanto ci rassicurerebbe e ci farebbe sentire accettati da un mondo in cui la mediocrità ha assunto un’accezione esclusivamente negativa e che ci chiede ogni giorno di fare di più, allontanando il traguardo di quell’assoluta bellezza che in realtà ci logora dentro e appiattisce la nostra autenticità. Il saggio di Pievani ci pone davanti ad una realtà finalmente imperfetta che ci sorprende perché non siamo più abituati a lei.
Siamo soliti cercare l’ordine in ogni cosa e associamo, invece, il disordine al genio della follia e, per pura assurdità, rimaniamo più affascinati dalla noia di ciò che è lineare e, impauriti, da ciò che non lo è. Pievani ci parla dell’ordine oltre il disordine, facendoci ragionare su come siamo soliti pensare alla grandezza della natura come perfetta e fatta da frattali precisi e identici eppure ci dice che questa bellezza in cui viviamo è nata e si evolve grazie al congiungersi imperfetto di atomi casuali accennando alla teoria del Clinamen di Lucrezio.
L’idea di imperfezione che Pievani ci fa conoscere è il frutto di una grande cultura filosofica e classica non scindibile dalla scienza. Tutto nasce da un animo turbato che si pone davanti interrogativi a cui quasi mai riesce a dare risposta. Se noi fossimo perfetti e se il mondo fosse perfetto a sua volta, non ci porremmo quelle domande che hanno fatto la storia e anzi saremmo in possesso di assoluta conoscenza. Siamo solo esempi di infinite possibilità in cui il caso ha giocato da protagonista e anzi ha fatto in modo che fossimo il meno peggio di quello che saremmo potuti essere. Una personalità come Pievani è riuscita a scrivere di scienze esatte, che poi forse esatte non sono, mantenendo il filo logico della filosofia e citando i nomi di quei giganti sulle cui spalle noi abbiamo avuto la fortuna di nascere.
Montaigne e Pascal ci parlavano già della fragilità dell’essere e della condizione tragica dell’uomo e grazie a quei pensieri e a quei dubbi sono diventati immortali. Pievani ci incoraggia a fare della nostra tanto odiata debolezza una forza guardando all’immensità imperfetta della natura e ci fa aprire gli occhi su come la scienza che studia la “totalità del tutto”, alla fine proceda sempre e soltanto per errori.

      Merialdi Sara Liceo Scientifico Statale O. Grassi ( Savona, Liguria )

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Imperfezione: un nuovo modo di guardare l’evoluzione

Se pensate che l’evoluzione della natura sia un processo perfetto che ha prodotto strutture impeccabili, Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista, con il suo libro “Imperfezione. Una storia naturale” è pronto a farvi cambiare totalmente punto di vista. Pubblicato per la prima volta nel 2019 dalla casa editrice Raffaello Cortina Editore, questo saggio di divulgazione filosofica e scientifica presenta tutti i motivi per i quali bisognerebbe smettere di pensare che la natura sia formata da strutture perfette.
Il saggio si apre con la descrizione dell’origine del mondo, per poi soffermarsi sull’uomo e su una visione del futuro.
Tutto è scaturito da un’imperfezione ed ha continuato ad evolversi attraverso la sperimentazione di possibilità, spesso non funzionanti, che hanno provocato la comparsa di infiniti caratteri inefficaci ed imperfetti. La selezione naturale, il riutilizzo di strutture già esistenti, il caso e i compromessi hanno reso sempre più frequente la presenza di strutture difettose nel mondo naturale. L’uomo, per esempio, è imperfetto da diversi punti di vista: il genoma e il cervello, nonostante siano strutture straordinarie, sono “imperfetti e inutilmente complicati”; la nostra capacità di adattamento è molto scarsa (non sopravviveremo al riscaldamento climatico, a differenza della biosfera). Noi umani fatichiamo ad adeguarci perfino a ciò che abbiamo creato noi stessi. Le tecnologie, ad esempio, stanno cambiando il mondo così velocemente da provocare un nostro ritardo nell’adattamento.
Nell’ultimo capitolo, l’autore presenta la sua visione critica nei confronti dell’uomo. Durante il corso della storia l’homo sapiens (in realtà, poco sapiens) ha cercato di distruggere tutto ciò che aveva precedentemente creato. Passando dall’avanzamento della ricerca scientifica all’inquinamento, dalla formazione di comunità ai disumani campi di sterminio, l’uomo ha continuamente prodotto e distrutto, e, per evitare che certi momenti della storia si ripetano, dovrebbe affidarsi ad un razionalismo critico e autocritico, come consiglia Primo Levi.
Avendo acquisito, con questa lettura, una visione critica nei confronti dell’uomo, struttura imperfetta e pericolosa che ha il controllo sul mondo, “comprereste un’auto usata da homo sapiens?”
Con l’utilizzo di citazioni del “Candido” di Voltaire all’inizio di ogni capitolo, l’autore dimostra che il punto di vista scientifico e quello umanistico si sovrappongono. In questo modo, rende il libro adatto ad un pubblico ancora più ampio, includendo anche le mentalità meno scientifiche.
Il lessico e le nozioni presentate, a tratti, sono leggermente complicati per chi non ha già una certa cultura specifica, ma il concetto più generale che ha voluto trasmettere Pievani si comprende con facilità: siamo circondati da imperfezione, dobbiamo accettarla ed amarla, perché dove c’è vita non può esserci perfezione.

      Montaldo Elena Istituto Di Istruzione Superiore " Primo Levi " ( Ronco Scrivia (ge), Liguria )

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Telmo Pievani è professore di Filosofia delle scienze biologiche presso l’Università di Padova e attivo divulgatore scientifico.È autore del libro“Imperfezione.Una storia naturale”.
Iniziando la lettura,possiamo focalizzare l’attenzione sul titolo del primo capitolo:“Una sottile imperfezione.E tutto cominciò”.Questa frase, come il lettore capirà,racchiude il senso del libro.
Pievani parlerà di anisotropia,di compromessi,di pluricellularità,di microbi,di DNA,dell’Homo Sapiens…
“Giustificherà” e parlerà di questi elementi utilizzando una semplice parola;“imperfezione”.Essa per l’autore è la ricetta universale,l’unica che può portare quasi sempre a risultati strabilianti e insoliti.La Terra è la manifestazione assoluta della potenza dell’imperfezione;non è nata a seguito di processi preorganizzati,ma grazie a una serie di disordini e di instabilità.
Si focalizzerà anche sull’imperfezione del DNA;se non esistessero le mutazioni genetiche,presenteremmo tutti caratteristiche simili e ciò porterebbe a difficoltà di adattamento e di sopravvivenza.
Si soffermerà anche sul fatto che un organo indispensabile possa diventare in seguito un problema.Prenderà come esempio l’alce irlandese;in un primo momento i suoi palchi simboleggiano la sua maestosità e poi ingombrano.
Pievani concluderà il libro riportando le 6 leggi dell’imperfezione.
L’autore si serve di titoli e sottotitoli ironici e a volte bizzarri,pensati per attirare l’attenzione del lettore e per stuzzicare la sua immaginazione.
Il suo stile è coinvolgente e scorrevole e utilizza un lessico semplice.Gioca con la curiosità dei lettori e riporta spesso esempi per giustificare le sue idee.Talvolta ricorre all’ironia,citando bizzarrie naturali.
Una scelta di Pievani che ho apprezzato particolarmente,è stata quella di introdurre ogni capitolo con una citazione di Voltaire. Questi richiami hanno predisposto la mia mente a seguire con più attenzione e interesse lo svolgimento del capitolo.
L’unico aspetto che mi sento di criticare negativamente,è stato l’utilizzo di periodi lunghi,privi di un’adeguata punteggiatura;ciò mi ha portato a rileggere più volte la stessa frase.
Questo libro non è un comune trattato scientifico,può essere letto da tutti,partendo dagli adolescenti e arrivando ad interessare un pubblico adulto.Non necessita di particolari conoscenze di base e neanche di una determinata passione per la scienza;richiede attenzione e una mente aperta.Infatti può essere un’occasione per confrontarsi con altri,perché offre vari spunti di riflessione.Reindirizza la mente nei luoghi più nascosti del nostro cervello,riportando alla luce i dubbi e le credenze che si sono formate nel corso della nostra vita e che inconsciamente abbiamo abbandonato in un angolino.
Sono convinta che chiunque abbia letto questo libro,abbia automaticamente rivalutato molte conoscenze e fatti che sembravano ovvi,ponendosi nuove domande e arrivando alla conclusione che non tutto ciò che è banale ai nostri occhi è da sottovalutare.
Leggendo questo testo,la mia attitudine verso le cose di origine naturale a cui prima non prestavo la dovuta attenzione,è cambiata;ho capito che è fondamentale conoscere, almeno in parte,la loro origine e le loro mutazioni.
Questo mio nuovo modo di pensare e di predispormi di fronte a tutto ciò che mi circonda,mi apparterrà per sempre;ho appena iniziato e continuerò a pormi interrogativi e sono quasi sicura che tutte le mie risposte avranno un aspetto fondamentale comune:l’imperfezione!

      Muscatiello Chiara Liceo Vieusseux ( Imperia, Liguria )

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“Imperfezione Una storia naturale”

Nel XXI secolo siamo tutti trascinati verso un'affannosa corsa per raggiungere una perfezione che spesso sembra essere un valido lasciapassare per l'accettazione sociale; ma cosa accadrebbe se ci accorgessimo che tutto ciò che rincorriamo altro non è che un ideale irraggiungibile? E se realizzassimo di essere figli di un passato e progenitori di un futuro entrambi brulicanti di anomalie e difetti essenziali e inevitabili?

Così Telmo Pievani esemplifica con magistrale capacità espressiva il nodo gordiano di imperfezioni, intese come eventi, fenomeni e soluzioni, ben lontane dall’ideale consueto di “perfezione”, ma paradossalmente (o razionalmente) utili e funzionali, le quali hanno generato con il loro susseguirsi temporale l'Universo e la Natura e nel contempo sono intervenute con notevole rilevanza nel fenomeno che da tempo affascina e attira centinaia di scienziati e filosofi: l'Evoluzione.

L'autore ci esorta ad allontanarci dall'abituale, e quindi più comodo e rassicurante, punto di vista e ci conduce a guardare al passato senza implicazioni finalistiche e ad immaginare le concause di eventi con una forza che potremmo far risalire alla speculazione filosofica di Democrito, Epicuro e Lucrezio.

Con lo scorrere della lettura saremo portati a rivalutare i pilastri delle nostre certezze e a sentirci invece discepoli del pensiero ellenistico che ricorre alla “Tuche” e al” Kayròs” per spiegare quanto non risponde ad una logica consequenziale e immediata. La prospettiva di una vita fragile, finita e imperfetta assume un nuovo valore.
L'imperfezione, mutevole e feconda di varianti e di possibilità, non spodesta forse una perfezione sterile, statica e quindi inconcludente?

E se è vero che la derivazione etimologica latina di imperfezione indica il "non-compiuto", l’enunciato sembra trovare splendida concretizzazione nel "non-finito" michelangiolesco, nel quale le statue abbozzate hanno, parimenti all'imperfezione e al contro-futuro di cui parla Pievani, il potenziale di differenziarsi in qualsivoglia forma; lo stesso potenziale che dall'inizio dei tempi, condizionato da vincoli storici, fisici, strutturali agisce senza essere da noi percepito sull'esistente, modificandolo e adattandolo ininterrottamente. Ed è proprio dove finisce la ricerca e l’interpretazione dell’autore che inizia quella individuale del lettore, il quale giunge al termine della lettura fiero di affermarsi “imperfetto”, e quindi prossimo al miglioramento e all’adeguamento, rispetto ad un Essere perfetto, modello troppo spesso incentivato e abusato dal contesto sociale che ci circonda.

      Porro Filippo Ittl Nautico San Giorgio, C. Colombo ( Genova, Camogli, Liguria )

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Fuori dalle righe, è avvincente.
Così potrei definire “Imperfezione. Una storia naturale” di Telmo Pievani.
Un libro ben strutturato, con un lessico appropriato, funzionale agli argomenti trattati ma non fastidioso.
Il testo va ben oltre gli standard della letteratura odierna e suscita una riflessione personale.
La prima part del libro, fa riflettere sua quanto sia imperfetto l’universo, e lo è davvero!
Incredibile quanto ci possa sentire stupidi, ignoranti (o meglio, ignari) dopo la lettura di questo libro pensando di aver detto almeno una volta nella vita:”Com’è perfetto questo universo”, quando di perfetto non ha niente.
L’universo non ha riscontrato la perfezione semplicemente perché non era quello il suo obiettivo. Quando c’è di mezzo la sopravvivenza non si pensa alla perfezione, e questo mi ha fatto pensare al fatto che abbia creato particolari fantastici ma anche terribili, quasi tutti con un particolare in comune: lasciarmi senza fiato.
Un aspetto piacevole di avere riscontrato è la visione di dati scientifici, seppur semplici, inseriti senza un indirizzo di pensiero.
É bello poter ragionare e riflettere su argomenti che vengono trattati tutti i giorni senza l’intervento di parti terze e guardarli nella loro semplicità ed assolutezza, proprio come il divario dei sessi, messo in ridicolo oggigiorno con dibattiti poco raccomandabili e sicuramente poco costruttivi.
È interessante vedere la reazione a livello neurologico della visione di due Homo Sapiens di cultura ed aspetti differenti. È l’amigdala presente nel nostro cervello che scatta per prima e riconosce l’altro come nemico o come un soggetto non appartenente ad un “Noi”.
Il fatto che esistano dei geni dormienti nella catena filante che ci caratterizza in tutta la nostra forma psicologica, fa pensare alle infinite possibilità evolutive avremmo potuto incontrare e di conseguenza, anche a quello che è stato l’effettivo processo di evoluzione fosse uno dei migliori (e non è cosi) è impossibile affermare (e sarebbe alquanto sconsiderato farlo) che abbiamo raggiunto un punto di perfezione, perché proprio come riporta Pievani:”Dove c’è imperfezioni c’è qualcosa che accade, un evento, un processo, un mutamento, una relazione. Al contrario, dove c’è perfezione, è già successo tutto, non rimane più nulla da narrare.”.
Gli ultimi capitoli, spaziano via ogni preconcetto nella mente ed eleva una domanda essenziale che mai ci si pone:”Quale è il mio impatto nel mondo? Come mi sto comportando?”. Parlo in prima persona ma se la dovrebbe porre l’intera umanità. Siamo una specie strana noi Homo Sapiens, buffa.
Gridiamo quando dovremmo rimanere in silenzio e ci ammutoliamo quando dovremmo farci sentire.
Questa è la specie che si è creata una società in cui conta soltanto l’apparire.
É la specie che finge di informarsi, ma rimane inerte ai propri preconcetti ed è pronta a giudicare quelli degli altri.
È l specie che ha dovuto creare le religioni, per poter credere in qualcosa di superiore e dare un senso alla vita.
È la specie che in fin dei conti ha creato questo meraviglioso ma anche terrificante magma, ed è giunta qui razzia alla sua sopravvivenza, grazie all’affascinante anisotropia dell’universo che ha dato possibilità infinitesimali di sviluppo alla sua materia, che Telmo Pievani è riuscito a spiegare eccelsamente e mi ha fatto passare le notti a guardare il soffitto in cerca della spiegazione di tutto ciò.

      Rusca Bartolomeo Liceo Scientifico Statale O. Grassi ( Savona, Liguria )

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Perfetti si nasce o si diventa?
Immaginatevi un mondo perfetto: tutto è al suo posto, tutto ha una posizione precisa e un'utile finalità, il singolo è in armonia con il tutto e il tutto si rispecchia nel singolo. Ora cancellate tutto e partiamo da capo.
L’universo è perfetto? La Terra è perfetta? L’essere umano è perfetto? Tu sei perfetto? Cos’è la perfezione?
Con il nuovo libro di Telmo Pievani (insegnante di Filosofia delle scienze biologiche all’università di Padova), ed. Raffaello Cortina, abbiamo una prospettiva ben lontana dall’ideale di perfezione. Il libro ne propone una per cui l'ordine delle cose avviene per una necessità che include il caso, non richiede un ordine e una finalità precisa. L’imperfezione è madre di tutto e il suo contrario è solo frutto degli uomini. La perfezione è sempre relativa al contesto, l’imperfezione no. Questa casualità non può essere spiegata dall’uomo, ma è anche ciò che lo rende curioso: la sua incapacità nel fornire risposte immediate lo rende scienziato.
Partendo dalla deviazione di un atomo nel vuoto, rifacendosi ai filosofi della Grecia antica, l’autore ci spiega come spazio e tempo e tutto ciò che ne consegue hanno avuto un’origine casuale. Con metodo deduttivo scende al particolare analizzando l'imperfezione come base dell'evoluzione. Il principio di imperfezione rende possibile l’evoluzione proprio perché il genoma degli esseri viventi non compie delle trascrizioni perfette, ma attraverso gli errori garantisce la sopravvivenza della specie. Sì, può funzionare, ma sarà un completo disordine che non va letto come un’associazione gene-scopo, ma piuttosto come una sovrabbondanza di geni: la maggior parte di essi non viene utilizzato, ma può essere utile affinché venga adattato a svolgere un’altra funzione. L'evoluzione è compromessi, adattamenti, inutilità, tutti sinonimi di imperfezione. In questo libro possiamo vederli e scoprirli uno ad uno percorrendo le tappe fondamentali dell’evoluzione nel corso della storia fino ad arrivare alla storia dell’essere umano. Come le altre specie siamo frutto dell’albero dell’imperfezione: è imperfetto il nostro linguaggio, la nostra andatura bipede, il nostro cervello durante l’apprendimento. Il filo conduttore del ragionamento dell'autore si snoda attraverso il pensiero dei padri della scienza, attraverso epigrafi di Voltaire, citazioni di Darwin, per poi passare a scienziati più attuali come F. Jacob e di R. Levi Montalcini che ci fanno capire come l’imperfezione sia oggetto di studio fondamentale.
"Imperfezione. Una storia naturale" ci fornisce una prospettiva sicuramente più interessante nell’ambito della scienza e nel potere dell’essere umano e dalla sua ragione: anche lui è figlio dell’imperfezione, però la sua esperienza ha modulato un cervello non solo capace di adattarsi all’ambiente, ma anche di poter adattare l’ambiente attorno a lui. Con questo ci possiamo meravigliare dei nostri poteri, ma anche spaventare delle conseguenze che ne deriveranno…Questo libro mi ha offerto tanti spunti di riflessione ed ho potuto ricercare le teorie dei filosofi studiati all’interno delle sei leggi dell’imperfezione, che hanno scandito un buon ritmo: generalizzazioni ben argomentate che concludevano l’analisi di un oggetto di indagine e aprivano altre porte su svariati campi scientifici. La scienza naturalmente imperfetta deve essere proposta fin dalla scuola materna, perché è l’imperfezione a renderci scienziati, artisti, musicisti e in generale persone pensanti.

      Boselli Sibilla Liceo Classico E Scientifico " A. Volta " ( Como, Lombardia )

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Tutto ha inizio in un millesimo di secondo: una semplice imperfezione, che rompe lo schema perfetto dell’armonia gravitazionale, diffondendo la luce dopo 300 milioni di anni di buio. Questo è il principio della storia dell’evoluzione naturale, che continua ancora oggi e che Telmo Pievani analizza con un’innovativa chiave di lettura.
Ripercorre così i passi più importanti della scienza, spaziando dalla storia dell’universo, alla duplicazione del nostro DNA, al nostro cervello e a particolari specie animali. Ognuno di questi racconti, sebbene di argomenti differenti, presenta una caratteristica ricorrente, che sarà da spunto per la vera riflessione dell’autore; niente di tutto questo è la conseguenza diretta di qualcosa di prestabilito, ma è quanto di più caotico e imprevedibile esista. Con uno stile piacevole, a tratti ironico, ma pur sempre serio e divulgativo, Pievani sottolinea come le imperfezioni non siano effetti collaterali, ma piuttosto le cause dell’evoluzione stessa.
Il genoma e il cervello sono due dei più esemplari sistemi a non rispettare i canoni di perfezione, nonostante siano gli stessi che ci permettono di compiere tutte le azioni, pensare, parlare e controllare il resto del nostro corpo.
Come fa qualcosa di così geniale e perfettamente imperfetto ad essere sbagliato? L’imperfezione è davvero qualcosa da condannare?
Si tratta di un libro educativo: non solamente sugli argomenti scientifici, che sono trattati in modo accurato e scrupoloso, ma persino su quelli etici e morali, da adottare nella vita quotidiana.
Non è necessario aspirare ad un prototipo di perfezione, se è possibile imparare a rendere le proprie fragilità un punto di forza e di crescita: la scienza ci insegna che anche dei minimi errori, nel complesso, possono portare a qualcosa di buono.
Inoltre, con un briciolo di fantasia interpretativa, si può leggere tra le righe di “Imperfezione” una sottile speranza, che la pandemia che stiamo vivendo da un anno a questa parte non sia solamente distruttiva, ma che domani possa portare ad una nuova fase evolutiva dell’uomo.

      Busci Alberto I.i.s. Salvador Allende ( Milano, Lombardia )

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Chiarezza espositiva : 8
Capacita di coinvolgere il lettore : 9
Attualità tema : 9
Originalità : 10
Valutazione complessiva : 9
Chi di noi non ha mai sentito dire o non ha mai pensato almeno una volta nella propria vita che l’uomo fosse una straordinaria ed efficiente macchina in cui ogni ingranaggio scorre sull’adiacente in una perfetta sinfonia meccanica? Chiunque.
Tutto falso.
Ma come è possibile? L'uomo fa forse parte della prole del difetto?
La sonora e sconcertante risposta che Telmo Pievani fornisce nel suo libro è una e certa: sì.
“Imperfezione. Una storia naturale” potrebbe essere riassunto proprio in tali termini. Ciascuno raccoglie le proprie convinzioni in merito alla perfezione dell’evoluzione e della specie umana, legge attentamente il libro e scopre di essere terribilmente nell’errore (con non indifferente rammarico).
L’autore vuole mostrare come l’imperfezione, elemento solitamente demonizzato e ostracizzato dai più, specialmente in una società in cui perfezione e armonia sembrano essere l’assoluto, sia in realtà il motivo grazie al quale oggi l’uomo popoli la Terra controllando le altre specie e costruendo straordinarie amenità.
Partendo da una citazione tratta dal pamphlet “Candido” di Voltaire, che costituisce l’incipit di ogni capitolo, Pievani prende per mano il lettore con invidiabile abilità e straordinaria arguzia guidandolo nel prodigioso mondo dell’imperfezione, dal clinamen lucreziano sino ai turning points biologici, che, per usare le parole dell’autore, “costituiscono differenze, talvolta minuscole, che hanno fatto la differenza”.
Variazioni stocastiche e accidenti imprevedibili costituiscono difatti la vera essenza dell’uomo, avendo scritto il suo DNA e impattato persino sul cervello.
Tutti tentativi mal riusciti che però hanno funzionato e determinato ogni tassello dell’evoluzione, processo di natura demiurgica, che lavora e plasma la materia già presente e che non mira all’ottimizzazione delle proprie produzioni come farebbe un ingegnere.
La genialità e la mente poliedrica di Telmo Pievani emergono in maniera evidente, tant’è che il testo sembra invero essere scritto a più mani.
La capacità di coinvolgere il lettore sommata all’originalità del tema rende poi la lettura desiderabile e a tratti vorace, mentre la materia trattata non sempre risulta essere di facile comprensione; le nozioni fisiche e biologiche presentate nel dispiegarsi dei capitoli richiedono difatti molta attenzione, ma costituiscono una conditio sine qua non affinché si apprenda a fondo la trattazione. L’autore fornisce però tutti gli strumenti necessari ai “non addetti ai lavori” per apprendere quanto detto e per apprezzare sino all'ultima pagina la perturbante rilevanza dell'imperfezione.
In conclusione, “Imperfezione” è un libro che consiglio vivamente, la lettura potrebbe sembrare di primo acchito difficile, apparentemente confusa, ma se si riesce a strappare questo inziale velo di Maya, la prospettiva che si aprirà sarà totalizzante e certamente illuminante.

      Canova Caterina Liceo Classico Statale Giuseppe Parini ( Milano, Lombardia )

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Imperfezione di Telmo Pievani è un saggio divulgativo, sapientemente scritto in toni vivaci e piacevolissimi, che invita, stimolando i lettori, a riscoprire la bellezza e la necessità dell’imperfezione, smontando l’ossessione di un mondo che ci vuole uguali, perfetti e appiattiti in un’omologazione conformistica.
Imperfezione è un teatro che inscena la storia di un universo pericoloso, un palcoscenico di cambiamenti perenni, travolgenti e imprevedibili, è il racconto della precarietà dell’universo imperfetto perché mancate di compiutezza.
La tesi di fondo di Pievani è che la storia del cosmo è una storia di “magnificente imperfezione”.
Lucrezio e prima ancora Epicuro hanno immaginato che tutto abbia avuto inizio da una rottura dell'armonia, dalla deviazione della traiettoria di un atomo che ne ha urtato un altro e un altro ancora. All'origine del tutto c'è un deragliamento.
Trovo rincuorante che sia una prospettiva solidamente scientifica a legittimare l’evolversi dell’imperfezione, ripercorrendo la storia dell’universo e dell’uomo sulle tracce di quest’ultima. Questo è un saggio che inevitabilmente ci coinvolge tutti: invece di denigrare, con intenti pungenti e polemici, la natura della difformità, ne analizza ogni aspetto, esaltandolo. Penso a come Pievani, per spiegare il cancro come esempio di egoismo individualistico unicellulare che divora un organismo pluricellulare, ricorra al paragone, straordinariamente efficace ed evocativo, dell'evasore fiscale che non paga le tasse, ma quando è malato sfrutta le cure degli ospedali pubblici, pagati con le tasse versate da altri: allo stesso modo -sostiene l'autore- quella tumorale è una cellula egoisticamente prepotente che uccide l'organismo di cui lei stessa è parte, senza rendersi conto che così facendo uccide progressivamente anche se stessa. "Pura stupidità sul piano evolutivo", commenta icastico Pievani. Toccante anche la riflessione sull’origine del parto: Pievani in questo caso fa affiorare la drasticità, la fatica e il dolore che l’imperfezione causa alla donna, nella difforme e negativa transizione al bipedismo. Non sarebbe stata forse più semplice una procreazione, un parto, dall’addome, senza “l’improvvisazione” di una gravidanza di nove mesi, che inevitabilmente implica rischi spinosi e, a volte, deleteri? Citando Darwin, Pievani ci ricorda che dove c'è perfezione non c'è storia. Solo l'imperfezione genera movimento e evoluzione. E' proprio la nostra intrinseca imperfezione a farci percepire e vivere il senso del tempo, e la sensazione della nostra caducità. Chiude con un inno alla consapevolezza dell'imperfezione, che non deve sfociare nel nichilismo o nella convinzione che le nostre azioni siano irrilevanti. Al contrario, bisogna -diceva Voltaire- "coltivare il nostro giardino", prenderci cura della Terra. Consapevoli della nostra caducità e irrilevanza, dei nostri limiti, ma anche capaci di sostituire il disincanto con l'ironia, e di batterci per impedire che “l'ingordigia e la vanità di pochi” generino fatalmente “ingiustizie e disuguaglianze per molti”. Il Finale è sottilmente ironico e abbandona per un attimo la tendenziale impassibilità e neutralità dello scienziato: “ci sono voluti tre miliardi e mezzo di anni - sogghigna Pievani - per passare dall'ameba a Donald Trump”. In un paese ad alto tasso di analfabetismo scientifico come il nostro, saggi come questo possono incuriosire anche noi giovani, e dare un contributo significativo alla democrazia della conoscenza.

      Guerriero Anna Iis Benedettitommaseo ( Venezia, Lombardia )

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Il saggio di Telmo Pievani, docente di Filosofia delle scienze biologiche all’Università di Padova, appassiona il lettore capovolgendo il punto di vista comune nel quale si trova quotidianamente immerso e che individua il massimo valore nella perfezione. La tesi sostenuta è infatti che tutti i difetti presenti nel mondo naturale non debbano essere considerati effetti collaterali derivati da deviazioni da un processo programmato di perfezionamento delle forme viventi, ma siano invece proprio il motore dell’evoluzione e della prodigiosa biodiversità che oggi ci circonda.
Il saggio risulta essere, in effetti, un elogio dell’imperfezione, origine della nascita dell’universo, della formazione della vita sulla Terra, dell’evoluzione delle specie. L’autore ci guida attraverso tutti i vari passaggi spiegando concetti scientifici complessi con un linguaggio chiaro ed esempi accattivanti, curiosi e divertenti (come il caso dei microbi inventori del sesso), conducendoci in un lungo viaggio tra cosmologia ed evoluzionismo sino ad incontrare Charles Darwin, che per primo intuì come in Natura fosse l’imperfezione, e non la perfezione, la regola.
Ognuno dei sette capitoli in cui è organizzato il saggio è preceduto da una citazione tratta da Candido, o l’ottimismo di Voltaire. La scelta è significativa perché l’opera del filosofo francese confutava con ironia le tesi di Leibniz che sosteneva l’idea di una armonia prestabilita per giustificare l’esistenza dell’universo e arrivare a definire il nostro come il migliore dei mondi possibili, frutto della scelta ponderata di Dio. La trattazione dei diversi argomenti affrontati da Pievani nei vari capitoli sembra infatti seguire l’esempio di Voltaire, sviluppandosi e assumendo sempre una posizione contraria al ritorno dell’idea di un disegno prestabilito. Basandosi sulle conoscenze scientifiche, Pievani ci illustra le “leggi dell’imperfezione” presentandoci l’universo e i viventi che lo abitano come il risultato di una sorta di continua ribellione all’ordine e alla simmetria fatta di fortunate casualità e deviazioni anche minime ma dalle conseguenze straordinarie e imprevedibili, spesso prive di senso ma sempre funzionanti.
L’uomo stesso, che domina il pianeta, è risultato da una serie di imperfezioni che tuttavia funzionano: basti pensare al nostro genoma e al nostro cervello che, come afferma Pievani pur essendo “due tra i più complessi e creativi sistemi mai inventati dall’evoluzione” risultano “reticolari, ridondanti, palesemente imperfetti, inutilmente complicati, figli di rabberci, aggiustamenti, accrocchi e compensazioni”.
Nel saggio di Pievani, appassionante come un racconto d’avventura, si susseguono davanti ai nostri occhi le improvvisazioni dell’evoluzione, uno spettacolo multiforme, inarrestabile e disordinato, che procede sbagliando e riprovando, senza temere neppure l’estinzione di specie trasformandola sempre in opportunità di sopravvivenza per altre. Una lettura rinvigorente che sollecita una riflessione su noi stessi stimolandoci a considerare anche le nostre personali imperfezioni non soltanto come difetti, ma come possibili opportunità.

      Taiana Giovanni Liceo Classico E Scientifico " A. Volta " ( Como, Lombardia )

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“Imperfezione” è un libro poliedrico, che affronta un’incredibile varietà di argomenti, ciascuno con la medesima cura e passione. Partendo dall’attimo in cui tutto ebbe origine, Pievani arriva a scrivere dell’homo sapiens, la nostra specie, in un viaggio che, passando tra batteri, dinosauri, creature preistoriche e antichi primati, trova nell’imperfezione il suo denominatore comune. La penna scorrevole dell’autore illustra con chiarezza come noi e il mondo che ci circonda siamo l’esito di una serie di fortunati errori che ci hanno portati a sopravvivere e a progredire, affrontando con successo le sfide imposte da Madre Natura. Il nostro corpo, da sempre rappresentato come un ingranaggio perfetto, si dimostra pieno di imperfezioni, così come il modo in cui ci riproduciamo e quello in cui parliamo. Sono proprio le imperfezioni a testimoniare che cos’è e come funziona l’evoluzione: non, come siamo abituati a pensare, un processo “finalizzato a”, che porta ad un finale stadio di eccellenza, ma un fenomeno lento e costante, in cui il caso e la fantasia giocano il ruolo principale. “Imperfezione” è un testo che, nella complessità dei temi, si rivela leggero e piacevole, grazie alle note umoristiche e alla spiccata ironia con cui Pievani arricchisce numerosi capitoli. In questo libro anche la letteratura antica trova spazio: accanto alle battute di spirito si collocano infatti i numerosi riferimenti a Lucrezio e al suo poema “De rerum natura”, fatto che testimonia non solo la finezza dell’autore, ma anche la possibilità di leggere l’opera con diversi livelli di approfondimento e interpretazione. Se la prima parte è piuttosto enigmatica e lontana dalla nostra percezione, dopo i primi capitoli il tutto si fa più chiaro, e il libro procede in un crescendo di bellezza.
Aldilà degli aspetti più particolari e nozionistici, - ebbene sì, “Imperfezione” non è solo un libro di divulgazione scientifica! - profondo ed estremamente attuale è il messaggio di fondo del libro: in un mondo in cui i social media, la pubblicità e le mode spingono all’omologazione e alla perfezione, la bellezza dell'imperfezione e del diverso si rivela il bene più prezioso che il “bricolage evolutivo” ci ha portato, motivo per cui deve essere valorizzata, e non discriminata.

      Barbarossa Nadin Liceo Scientifico " Vito Volterra " ( Fabriano, Marche )

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Proprio come troviamo sul retro di questo libro “noi siamo il risultato di una serie di imperfezioni che hanno avuto successo”. Come nello sport: non è necessario giocare una partita perfetta, l’importante è fare meglio del tuo avversario. Non c’è alcuna perfezione in questo mondo. Noi, infatti, siamo solo il risultato di un’evoluzione basata sull’accettazione di imperfezioni riconosciute e migliorate. Tutto ciò, però, con delle fondamenta già ben salde e non costruite da zero, in modo tale da poter “risparmiare”. Telmo Pievani, con questo suo saggio, ci porta alla scoperta delle 6 leggi dell’imperfezione, facendoci un quadro generale: dall’inizio di questo tutto in cui abitiamo, iniziato miliardi e miliardi di anni fa con la distruzione di una simmetria, un ordine; fino ad arrivare proprio a noi. Otterremo informazioni e spiegazioni aggiuntive sugli studi di Darwin e leggeremo alcune citazioni del filosofo Voltaire all’inizio di ogni capitolo, tratti dalla sua opera “Candido, o Ottimismo”, come ad esempio: “non c’è effetto senza causa”. Esploreremo il mondo animale, vegetale ed umano, fino a venire a conoscenza dei maggiori “errori” che credevamo non esistessero. Ce li spiegherà facendoceli toccare con mano; con esempi concreti, proprio come se fossimo lì ad osservarli e ad immaginarli. Scopriremo che le cose che prima credevamo perfette, come ad esempio il cervello ed il linguaggio, sono tutt’altro. Come accennato prima, ci parlerà: di azioni “costose”, come l’accoppiamento ed il “restauro” senza una base concreta di fondo; di caratteristiche rivelate anch’esse tali, ed un esempio sono le grandi corna dell’alce irlandese, indispensabili per primeggiare sugli altri, ma estremamente scomode ed ingombranti in altre situazioni. Ma anche di quanto la moda possa influire sullo sviluppo e, soprattutto, sul mercato. In poche parole, ci aprirà gli occhi su aspetti sui quali non ci ponevamo domande e che ritenevamo andassero bene così. Avremmo una smentita scientifica sulla frase sentita ovunque, ovvero:” siamo tutti uguali”. Certo, dovremmo avere tutti gli stessi diritti, ma non per forza gli stessi pensieri e modi di essere. Come conseguenza di quest’errore commesso dalle cellule nella duplicazione del DNA, non dovremmo assolutamente preoccuparci di non essere uguali alla massa. Il fatto di non avere gli stessi gusti nella moda, nella musica e in tutto ciò che ci riguarda non dovrebbe procurarci alcun tipo di turbamento. Non dovremmo assolutamente vergognarci di essere diversi. Anche perché, proprio come dice l’autore di queste pagine, dobbiamo convivere costantemente con questa imperfezione.

      Chakraborty Pooja Liceo Scientifico " Vito Volterra " ( Fabriano, Marche )

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“Imperfezione” di Telmo Pievani, filosofo delle Scienze Biologiche, è un libro che ci illustra la teoria dell’Evoluzione sotto una prospettiva completamente diversa da quella a cui siamo solitamente abituati.
L’autore sostiene infatti che l’evoluzione non sia un lungo processo dal quale consegue un miglioramento delle capacità degli esseri viventi al fine di renderli più vicini alla perfezione, bensì una sequenza di avvenimenti casuali e non che conducono gli organismi ad uno stato di imperfezione.

Il nostro Universo è infatti nient’altro che “l’incessante metamorfosi di uno stato perfetto di vuoto”, dice l’autore, metamorfosi grazie alla quale siamo giunti da primitivi batteri unicellulari a quello che è l’Homo sapiens così come lo conosciamo oggi.

Per quanto possa sembrare semplice come idea, il concetto è capace di coglierci di sorpresa.
Questo perché la nostra mente tende spesso a dare per scontata l’idea che siamo stati creati per un fine preciso, quando in realtà è stato tutto un mero caso. Tendiamo ad escludere il fatto che le cose sarebbero potute benissimo andare in un modo totalmente diverso.
È per questo che quello di Pievani è un libro che apre la mente. Ci fa fermare un attimo e ci porta a riflettere sulla nostra esistenza. Ci regala una buona dose di umiltà, che fa sempre bene, perché alla fine dei conti non siamo chissà cosa rispetto agli altri esseri viventi; è indubbiamente vero che l’evoluzione ci ha donato delle capacità che ci mettono in netto vantaggio rispetto ad altri animali, ma con esse finiamo inevitabilmente per soffrire di tutte le imperfezioni che ne conseguono.

Pensare che siamo il risultato di un’incessante selezione degli organismi che casualmente possiedono le qualità più favorevoli alla sopravvivenza, processo il quale è avvenuto mediante continui scarti, compromessi e riciclaggio, e nonostante ciò, in un modo o nell’altro, ce la siamo benissimo cavata, riesce a far vedere al lettore il mondo sotto un’ottica di positività, cosa che rende la lettura decisamente molto più piacevole. Inoltre, I frequenti commenti ironici dell’autore contribuiscono a rendere il libro più accattivante e ad appassionare il lettore.

In sintesi, “Imperfezione” di Telmo Pievani è il tipo di libro che ti porta a cambiare punto di vista, a farti realizzare quanto sia straordinario il nostro Universo, pur nei suoi numerosi difetti.

      Colella Rosa Aurora Polo Scolastico 2 " Torelli " ( Fano, Marche )

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Telmo Pievani, filosofo della scienza e dedito a ricerche attinenti alla biologia evolutiva e alla filosofia della biologia ci spiega con “Imperfezione” la nostra evoluzione, ciò che lui chiama “bricolage evolutivo” del nostro essere, analizzando con intelligenza ironica il mondo e la psicologia umana.
Tutto nasce da un’imperfezione, un episodio di clinamen, che fece scaturire un’esplosione da cui nacque poi l’universo. E’ strano pensare che tutto ciò che ci circonda, uomo compreso, sia nato da ,e per una semplice casualità e pure coincidenze. Il nostro essere finalisti, però ,ci invita a pensare che tutto quello che è successo, succede e succederà ancora in futuro è frutto di un disegno prestabilito, e allo stesso modo a cercare risposte per tutto, non tenendo conto che quest’ultime non esistano. Non siamo l’esito di un disegno creato dal destino o da Dio, ma solo un punto realizzato di una lunga lista di punti possibili e irrealizzati di cui l’universo era e forse è ancora pieno. Pievani infatti afferma che l’evoluzione non si comporta come un architetto che aveva già premeditato il suo lavoro, bensì come un artigiano, che si arrangia sul momento con elementi che può riutilizzare per altri scopi, o lasciare anche se non prettamente utili, poiché sconveniente togliere, nel suo nuovo progetto. E’ proprio da qui che nasce l’imperfezione di ogni cosa, presente sia nella biologia degli esseri viventi che nell’ambito della psicologia umana. Anche la cosa che riteniamo più irrazionale dell’uomo in realtà ha un antenato (basti pensare al razzismo, derivato da un istinto animale).
Telmo con questo libro ci dà una visione completa e dettagliata della nostra storia evolutiva utilizzando frasi (a volte con parole difficili, non rendendo comunque il libro troppo complicato ma dandogli solo l’aspetto scientifico che gli appartiene), e parlando di concetti ,con ironia che equilibra un po’ il resto (cosa che a me piace molto) che il nostro essere già sapeva ma aveva lasciato da parte per accogliere, al suo posto, superstizioni e credenze solo perché trovavano questa via più semplice rispetto alle altre. Siamo macchine per credenze solo a causa del nostro stupido modo di pensare. E’ proprio detto ciò che mi collego ad un punto di estrema importanza che questo libro mi ha portato ad accogliere e accettare; ormai si sa, la nostra generazione, la generazione z, è la gioventù bruciata, è la generazione digitale, quella che passa ore e ore a guardare lo schermo di un cellulare, o quella che con un solo click può distruggere l’autostima di un adolescente.
Noi stessi, la nostra storia evolutiva si è impegnata così tanto per creare la cosiddetta “macchina perfetta” (che poi perfetta non è) che è l’uomo per arrivare fino a qui? Non siamo nati per questo, non siamo nati per criticare gli altri, non siamo nati per cercare di essere perfetti e migliori di chiunque. Come possiamo mai essere perfetti se siamo nati e ci siamo evoluti da una serie di imperfezioni?
A mio parere è un messaggio importantissimo; quello di accettare le nostre imperfezione, che ci rendono belli così come siamo, di accettare allo stesso modo quelle altrui e di trasformarle insieme in risorse, in punti di forza che ci aiuteranno a vivere al meglio il nostro futuro e a non cascare in quelle trappole che a volte creiamo da soli. Grazie a questo libro ora vedo la parola "imperfezione" come una cosa positiva, e non più negativa.

      Greganti Gianmarco Liceo Scientifico E.medi ( Senigallia, Marche )

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“Imperfezione. Una storia naturale” è un libro scritto da Telmo Pievani, uno dei filosofi della scienza più apprezzati nell’ambito della divulgazione scientifica, che propone ai lettori un viaggio alla ricerca delle origini della biodiversità che porta alla scoperta del valore inaspettato dell’imperfezione, fattore che ha messo in moto l’intera storia naturale, che comprende una serie di eventi che vanno dall’origine della vita all’evoluzione degli esseri viventi più complessi.
La tesi sostenuta nel libro infatti è che le imperfezioni che si osservano nel mondo biologico non siano le cause di un progressivo adattamento delle forme viventi, ma costituiscano i tratti fondamentali dell’evoluzione, perciò la varietà di organismi che riusciamo ad osservare, non ha come fine ultimo la perfezione, ma è il risultato di una serie di variazioni e mutazioni inattese.
Come ci ricorda Pievani, noi stessi siamo il prodotto di una combinazione irripetibile e imprevedibile di eventi contingenti: “due tra i più complessi e creativi sistemi mai inventati dall’evoluzione, il genoma e il cervello, sono reticolari, ridondanti, palesemente imperfetti, inutilmente complicati, figli di rabberci, aggiustamenti, accrocchi e compensazioni”, ma anche l’universo è il risultato di una sequenza di asimmetrie infatti la sua origine ebbe inizio quando la simmetria primordiale si ruppe a causa di una infinitesima variazione. L’imperfezione quindi non riguarda soltanto il mondo biologico ma accomuna anche l’universo e l’umanità, frutti di innumerevoli possibilità e non di un processo con esito prevedibile.
L’autore, attraverso solide argomentazioni, discute sul fatto che ancora oggi è molto diffusa l’idea di una natura volta a conquistare la perfezione attraverso la ricerca di soluzioni ideali. A tal proposito Pievani propone invece una natura molto distante dalla perfezione: è il caso del panda che, pur essendo potenzialmente onnivoro, da molto tempo si nutre da erbivoro ma non possedendone né la dentatura né lo stomaco, è costretto a trascorrere la giornata masticando in continuazione. Un altro esempio è il Koala che si è adattato alla vita arboricola ma ha ancora il marsupio rivolto verso il basso come il suo antenato, ma questo non è un punto a favore della natura perché può capitare che l’animale faccia cadere i suoi piccoli.
Nell’insieme l’opera di Pievani si presenta con una lettura molto scorrevole, capace equilibrare il carattere vivace di una narrazione avvincente e il rigore della divulgazione scientifica che accompagnano momenti di ironia descrittiva. Non mancano citazioni dei grandi pensatori del passato, come quella del filosofo illuminista Voltaire che critica la pretesa di “vivere nel migliore dei modi possibili” e parlando di Charles Darwin, l’autore sottolinea che fu tra i primi scienziati a intuire che la natura rispondesse alla legge dell’imperfezione.

      Re Elisa Liceo Classico Linguistico G.leopardi ( Macerata, Marche )

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L’uomo è naturalmente spinto a vedere nell’evoluzione un congegno meccanico, ideato al fine di purificare ogni essere da tutte le sue imperfezioni, trasportando conseguentemente la vita da uno stadio unicellulare a uno pluricellulare, che è proprio dell’Homo Sapiens.

È Telmo Pievani, filosofo della scienza e professore universitario, autore del libro “Imperfezione. una storia naturale” a toglierci l’etichetta che ci siamo auto conferiti di “protagonisti dell’universo”, portati a vedere in noi stessi e nella nostra completezza l’obiettivo ultimo di ogni evento, che esso sia il Big Bang o un accadimento di minor portata. Con una critica quasi Spinoziana al finalismo, egli evidenzia la casualità dell’evoluzione e ci spiega come il nostro non sia il migliore dei mondi possibili, citando alcuni passi di “Candido”, la più celebre opera del filosofo Voltaire, ma figlio di fenomeni accidentali e proprio per questo meraviglioso. Non c’è progettualità o pianificazione, dunque, negli innumerevoli impatti tra pianeti e satelliti che hanno modellato l’Universo fino a conferirgli la forma odierna, così come l’uomo non è che un termine di quell’equazione complessa chiamata “evoluzione”, e non il suo risultato.

Lo scrittore lombardo si cimenta in quello che appare come un vero e proprio encomio dell’incompletezza che tanto ci terrorizza, spiegando che “la perfezione dipende dall'imperfezione” e che, per tendere al miglioramento, bisogna necessariamente partire da una base che non sia già irreprensibile.

Ci spiega dunque come noi, caratterizzati da smanie di perfezione e grandezza, abbiamo dei progenitori particolari: i microbi, che “c’erano prima di noi, hanno trasformato chimicamente il pianeta, senza di loro non potremmo vivere, e tutto lascia pensare che continueranno a dominare la Terra anche dopo la dipartita di Homo Sapiens”, citando un passo del libro.

Con una prosa tanto comprensibile quanto accattivante, Pievani cattura il lettore giocando con esempi e curiosità che lo riguardano in prima persona e che forniscono alla sua tesi a favore della casualità validità e tenacia. È spostando l’attenzione su noi stessi che ci appare chiaro come la parola “inutile” non riguardi l’evoluzione, la quale aggiunge piuttosto che togliere. Troviamo, difatti, l’"inutilità" anche nel nostro DNA, dove ci sono all’incirca 2000 geni (più o meno il 10% del patrimonio genetico totale) attualmente disattivi, in quanto non più utili, ma un tempo funzionali. L'evoluzione non ha eliminato quei geni, ha preferito lasciarli dormire poiché, in futuro, il loro risveglio potrebbe essere utile alla sopravvivenza dell'uomo.

“Imperfezione. una storia naturale” assume, dunque, il ruolo di analisi introspettiva dell’uomo, rivaluta e annienta l’antropocentrismo e ci colloca nel ruolo di figli del caso. L’ardente bisogno di perfezione è ciò che ci rende, volenti o nolenti, biologicamente difettosi.

      Bellini Sabrina Liceo Scientifico Galileo Ferraris ( Torino, Piemonte )

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Siete fermamente convinti che la scienza si limiti a spiegare solamente i come e non i perché? Allora “Imperfezione”, un saggio di Elmo Pievani, insegnante di filosofia delle scienze biologiche all’università di Padova, è senza dubbio il libro più adatto a voi.
Partendo dalla storia dell’universo, nelle infinite fluttuazioni del vuoto quantistico originario, si può notare quanto l’imperfezione abbia giocato un ruolo chiave nella formazione del cosmo per come lo conosciamo ora. Tutto sarebbe iniziato da un inflatone ribelle, una particella cugina del bosone di Higgs che avrebbe rotto la simmetria perfetta del vuoto, causando un’esplosione dello spazio-tempo che sarebbe da identificare con il Big Bang. Questa prima e cruciale deviazione di particelle è stata soltanto l’inizio di un continuo susseguirsi di deragliamenti e imperfezioni che ci ha condotti fino ad oggi.
Se si pensa al termine “imperfezione”, l’essere umano tende subito ad associarlo a un malfunzionamento, a un tratto difettoso e malriuscito. Essere imperfetti è una caratteristica contornata da un’accezione ingiustamente negativa, ma è sufficiente guardarsi un attimo intorno per capire che si tratta solo di una convinzione. Basta guardare i microbi e i batteri, ben lungi dall’essere complessi e perfetti: gran parte della vita sul nostro pianeta proviene da essi e nell’intestino umano brulicano centinaia di questi semplici microrganismi unicellulari. Il nostro genoma è pieno di materiale genetico in eccesso e all’apparenza inutile ma, in realtà, esso costituisce un’incredibile fonte di cambiamento. Alcune mutazioni casuali possono portare al miglioramento delle funzioni di un gene e all’assunzione di nuovi caratteri. Il linguaggio umano, che talvolta appare un guazzabuglio di parole ridondanti ed equivocabili, dal punto di vista comunicativo funziona.
L’evoluzione non è la diretta conseguenza di meccanismi sofisticati che ha portato ad organismi perfettamente funzionanti ed intelligenti. Ma se allora non esiste nulla di perfetto e preciso nella storia della terra e dell’uomo, come mai crediamo ancora che tutto questo sia così speciale ed unico? Attraverso un linguaggio scorrevole e fluido ma allo stesso tempo dettagliato ed adeguato, Pievani spiega come la perfezione sia la caratteristica principale dell’immobilità: nulla può più cambiare perché tutto si è già compiuto. Come l’autore ribadisce più volte, non solo le imperfezioni sono una fonte inesauribile di “evolvibilità”, ma sono soprattutto la risposta a molti perché della scienza. Perciò, la riflessione finale che Pievani vuole suscitare è rivolta direttamente a noi esseri umani, collocati in un’epoca in cui è sempre più difficile mantenere un rapporto tra individuo e società. Siccome niente all’inizio era stato programmato e molte altre realtà più o meno imperfette della nostra sarebbero state possibili, il futuro dell’uomo è così aperto ed imprevedibile da poter essere modellato in infiniti modi. L’invito è quello di prendere in mano le redini del nostro futuro e provare ad influenzare gli eventi non con una razionalità perfetta ma autocritica. In qualsiasi modo vada, come lo stesso Pievani afferma, ci attenderà comunque un futuro imperfetto. La differenza è che l’uomo ha il potere di renderlo diversamente imperfetto e quindi migliore.

      Bojian Debora Liceo Scientifico Galileo Ferraris ( Torino, Piemonte )

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«In principio fu l’imperfezione»: così Telmo Pievani inizia il suo libro “Imperfezione – una storia naturale”. Il filosofo dell’evoluzione offre uno strumento formidabile che assume le sembianze di una macchina del tempo cartacea e quasi tascabile, trasportando il lettore nell’incredibile e affascinante viaggio dell’evoluzione e della vita, partendo dall’esatto momento in cui nel vuoto così giusto e misurato l’armonia si ruppe e la gravità iniziò a mettere in moto il grande sistema dell’universo.
Il clinamen, ovvero il concetto caro a Epicuro e Lucrezio di deviazione del moto delle particelle che scompiglia il fragile equilibrio, osserva una concatenazione di eventi che spingono 3,5 miliardi di anni fa un organismo a dividersi; da questo punto in avanti, l’evoluzione porterà le prime forme di vita unicellulari a sviluppare meccanismi sempre più complessi e sarà fondamentale per l’origine degli organismi pluricellulari e per il differenziamento delle loro cellule. Gli esseri viventi saranno costretti ad adattarsi alle condizioni più varie e imprevedibili e a mutare il loro aspetto per soddisfare nuove necessità; l’unica regola importante sarà saper riutilizzare elementi già esistenti per creare una nuova struttura che, seppur imperfetta, funzioni. Il viaggio prosegue attraverso la meravigliosa ridondanza del nostro genoma, misteriosa dispensa dei più svariati geni, da quelli atavici cioè dormienti, attraverso quelli riadattati a nuove finalità, fino ai geni ereditati persino dall’esterno, come dai virus responsabili di passate infezioni. L’autore procede con l’analisi di un organo altrettanto grandioso quanto imperfetto che è il nostro cervello il quale, scolpito dagli stimoli e dalle esperienze dell’individuo, è frutto di uno sviluppo disarmonico e complicato e come tale presenta conseguenze negative quali i disturbi mentali. L’epilogo di questo itinerario attraverso le caratteristiche più sorprendenti e inaspettate della vita consiste nell’osservazione delle particolari qualità degli esseri umani come il linguaggio, il bipedismo e la neotenia, ovvero il mantenimento di caratteri giovanili negli individui adulti; tutti questi aspetti assai imperfetti funzionano al loro meglio, rendendoci capaci di azioni talvolta pregevoli, avvalorate ancor più se pensiamo di essere frutto di un lentissimo processo che ci ha portato fino a dove siamo adesso, davanti ad un libro che ci svela questo susseguirsi di casi e vicende che dovrebbero farci sentire assai fortunati perché alla fine un po’ tutti abbiamo vinto alla grande lotteria della vita.
Un libro che si apprezza per diversi aspetti, primo tra tutti il coinvolgimento da parte dell’autore attraverso un tema attuale e largamente discusso come l’imperfezione; grazie ad una grande chiarezza espositiva e alla possibilità di lettura su vari livelli di complessità, il pubblico a cui è rivolto non si sente mai estraneo a ciò che viene illustrato poiché si segue sempre un valido filo conduttore che suscita curiosità e molte domande. L’imperfezione viene presentata come una caratteristica naturale che non deve raffigurare a priori un qualcosa di negativo anzi, ci fa comprendere la bellezza della vita e della sua capacità di adattarsi. L’originalità è sicuramente uno degli aspetti vincenti di questo libro che stravolge totalmente i soliti punti di vista riguardo all’imperfezione, lasciandoci con moltissime domande e nuove riflessioni.

      Ciancia Federico Istituto Amedeo Avogadro ( Torino, Piemonte )

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L’uomo, soprattutto nella società in cui viviamo oggi, è da sempre alla costante ricerca della “perfezione”. Accetta solo ciò che è perfetto e ciò che è diverso o “sbagliato” viene emarginato. Eppure questo “essere perfetti” non fa parte della nostra natura e della nostra storia.
In “Imperfezione: una storia naturale”, pubblicato da Raffaello Cortina Editore nel 2019, Telmo Pievani, docente di filosofia delle scienze biologiche all’Università di Padova, ripercorre in modo accurato tutta la storia che ci precede, a partire da ciò che c’era prima del Big Bang fino ai giorni nostri. Il suo obiettivo è quello di dimostrare, in modo scientifico e filosofico, la sua tesi: il cosmo è imperfetto e di conseguenza, anche coloro che vi abitano, compreso l’uomo. Sono numerosi gli argomenti che l’autore propone a sostegno di ciò, sia che fanno parte del nostro corpo, sia della materia che ci circonda. Esamina attentamente tutti i passaggi che hanno fatto sì che arrivassimo dove siamo ora, facendo risaltare agli occhi del lettore ciò che è comune a tutti questi cambiamenti: non sarebbero stati possibili senza la natura imperfetta della materia, evidenziando anche che sono proprio le imperfezioni e gli errori che rendono possibile l’evoluzione. Senza l’imperfezione, non ci sarebbero infatti diversità e cambiamento. Sono le nostre imperfezioni a darci la possibilità di evolverci e, quindi, a renderci ciò che siamo.
Telmo Pievani, come osservato già nei suoi scritti precedenti, ad esempio “La vita inaspettata”, ha la capacità di esporre le proprie argomentazioni in modo avvincente, con un linguaggio non troppo complesso, offrendo esempi concreti riguardo i diversi concetti affrontati.
Il saggio offre al lettore nuovi spunti di riflessione e nuovi punti di vista riguardo alcuni degli argomenti più attuali, come la discriminazione; grazie a questo libro si riesce a far luce e a eliminare i dubbi riguardanti questi argomenti, poiché manda un messaggio molto chiaro: le nostre imperfezioni sono i punti di forza. Per cui non bisogna attaccare qualcuno solo perché diverso o imperfetto, ma, come disse anche Stephen Hawking: “Se qualcuno si lamenta di un vostro errore, rispondete che senza imperfezione né io né voi esisteremmo”.

      Naviglio Riccardo Liceo Scientifico Galileo Ferraris ( Torino, Piemonte )

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Imperfezione. È questo il titolo del saggio scientifico scritto da Telmo Pievani e pubblicato nel 2019 per conto di Raffaello Cortina Editore. È essenziale soffermarsi inizialmente sulla figura di questo prolifico autore, professore universitario e soprattutto filosofo della scienza. Ad un primo pregiudizievole acchito i termini filosofia e scienza possono apparirci come un ossimoro, ma è lo stesso Pievani a spiegarci, in un'intervista, la bellezza di questo incontro: la filosofia “mantiene i piedi per terra” e rimane strettamente connessa alla realtà, mentre la scienza perde la sua “aridità” e si rende conto del suo ruolo essenziale nella cultura e nell'etica. Egli è quindi al tempo stesso concreto, in quanto scienziato, e profondo, in quanto filosofo.
Il suo stile di scrittura è alquanto coinvolgente, talvolta comico, mai noioso e privo di complessi tecnicismi e astrusi giri di parole: queste ultime non risultano mai superflue bensì aggiungono sempre ulteriori sfumature.
Il titolo è il perfetto compendio di ciò che si leggerà: il viaggio nella storia naturale saltando da un'imperfezione all'altra.
Si inizia…dall'inizio. Com'è nato il mondo?
Naturalmente l'autore non espone una certa e incontestabile verità, ma un’ipotesi: nel perfetto vuoto quantistico, nella compiutezza atemporale, nel tutto in potenza e in perfetto equilibrio, qualcosa andò storto, avvenne una feconda anomalia: da cui scaturì la vita. “Il seguito fu una cascata di altre asimmetrie, ramificazioni e aggregazioni”. Il nostro tour comincia dagli scontri e dagli incontri di masse di materia, poi le stelle, la Terra, i primi organismi e ancora le anomalie del genoma, del cervello, della motricità e del linguaggio, delle invenzioni del "Homo sedicente sapiens" e, per concludere, di alcuni caratteri generali della psicologia umana ("gli stereotipi ci fanno impazzire", "non siamo equipaggiati per la lungimiranza").
In questo lungo sentiero l'autore inserisce, come delle pietre miliari, le cosiddette leggi dell'imperfezione. Attraverso queste può esporre la sua tesi sull'evoluzione e dare unità e continuità ai diversi capitoli. Il suo pensiero può essere condensato, con estrema brevità, dicendo che il processo evolutivo non è rettilineo bensì cambia sempre "destinazione" in funzione dell'ambiente esterno che è in continuo e casuale mutamento (Legge della contingenza). Inoltre un organismo apporta modifiche a se stesso non partendo da zero bensì da quelle prodotte in precedenza. ("ricombina l'esistente"). L'autore vuole infine eliminare quella concezione comune intrinseca alla mente umana che, quando guardiamo “a ritroso una storia contingente”, ci fa “ragionare nei termini fatalistici del destino e del disegno".
Se invece, per un attimo, volgessimo uno sguardo libero da pregiudizi al passato, ci sorprenderemmo di tutti i “conto-futuri di cui era gravido” e “apprezzeremmo la bellezza di tutte le storie possibili che non si sono realizzate”.
Personalmente ho trovato molto interessante questo saggio nonostante non sia un appassionato di biologia, poiché gli argomenti non sono trattati unicamente da un punto di vista scientifico bensì anche filosofico e antropologico. Quest'ultima parte legata all’agire umano è quella che più mi ha entusiasmato: l'autore, mentre espone imperfezioni su imperfezioni, riesce a soffermarsi sulle radici arcaiche di comportamenti umani che da sempre ci sono e per sempre ci saranno.

      Donateo Angela I.i.s.s. " S. Trinchese " ( Martano, Puglia )

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Molto spesso si pensa che “l’evoluzione cosmica e biologica vada dall’imperfetto al perfetto, dal semplice al complesso, dall’inorganico alla materia che pensa.” Telmo Pievani attraverso il libro “Imperfezione. Una storia Naturale” permette invece di capire come tutti gli aspetti del mondo in cui viviamo siano il prodotto di ere di disordini e casualità che hanno funzionato e hanno condotto alla realtà di oggi, nella quale l’imperfezione domina in ogni aspetto.
Nel libro, il filosofo della scienza ed evoluzionista Pievani, partendo dal clinamen di Lucrezio e facendo riferimento a diversi scienziati e pensatori di ogni epoca, ripercorre tutta la storia dell’evoluzione, dall’istante in cui la simmetria primordiale si ruppe per un’infinitesima deviazione dalla quale sarebbe scaturito tutto, passando poi a raccontare le casualità che hanno portato alla nascita della Terra, fino ad arrivare a parlare della nascita e delle caratteristiche dei suoi esseri viventi e della nostra specie, l’Homo Sapiens. Il tema dell’imperfezione risulta sempre presente sia che si tratti dell’evoluzione dell’universo, del mondo biologico o dell’uomo stesso e del suo DNA.
Pievani insiste nel ricordare che ciò che siamo non è un esito prestabilito e calcolato, ma solo il risultato del tutto casuale di innumerevoli possibilità. Tutto sarebbe potuto andare in molti modi diversi, e da ciò possiamo comprendere che la perfezione, così come l’eleganza, non è un criterio della natura, perché in natura “basta che funzioni”.
Il libro appare ben strutturato attraverso una divisione in sette capitoli divisi a loro volta in sotto capitoli che rendono molto più chiaro il discorso e gli argomenti analizzati. È interessante la scelta di inserire all’inizio di ogni capitolo alcune parti del “Candido, o l’Ottimismo” del filosofo francese Voltaire.
Mediante un linguaggio assolutamente scorrevole e mai eccessivamente complesso, Pievani cattura l’attenzione del lettore, argomentando ampiamente le sue considerazioni attraverso tesi scientifiche. Il saggio è reso coinvolgente anche dalla sottile ironia dell’autore, dalle numerose domande retoriche e dalle similitudini tra concetti scientifici e aspetti della vita quotidiana che permettono la comprensione anche a chi non possiede una conoscenza approfondita degli argomenti trattati o a studenti di scuola superiore che intendono approcciarsi a libri di genere scientifico.
Nel libro stupisce la capacità dell’autore di spiegare come ogni cosa che ci circonda si basi sull'imperfezione, tanto che persino il nostro cervello, per quanto complesso e funzionale, è in realtà ricco di imperfezioni. Ma non per questo traspare un’immagine negativa di essa, al contrario, l’autore sembra elogiarla. Anche un libro di tipo scientifico può quindi aprirci gli occhi su questo argomento e farci capire che è inutile ricercare la perfezione, dal momento che la nostra vita deriva da processi imperfetti.

      Sbocchi Gaia Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci ( Maglie, Puglia )

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‘’Imperfezione, una storia naturale’’ è un saggio a carattere scientifico-divulgativo, edito da Raffaello Cortina Editore.
Lo scrittore, Telmo Pievani, docente di Filosofia delle Scienze Biologiche presso l’Università di Padova ed evoluzionista, ci fa da guida, come un Virgilio dantesco, in un viaggio al contrario nelle cornici dell’evoluzione, partendo dal vuoto quantistico primordiale, ‘’pieno di tutto e del contrario di tutto, compiuto e perfetto in sé’’, per arrivare all’imperfetto Homo Sapiens.
Ci viene naturale, in quanto umani, pensare che l’evoluzione vada ‘’dall’imperfetto al perfetto, dal semplice al complesso, dall’inorganico alla materia che pensa’’, e così, molto più simili a Pangloss di quanto potessimo immaginare, presupponiamo, partendo da considerazioni fatte a posteriori, che nell’universo tutto abbia un fine, che siamo parte di un progetto superiore e, addirittura, specie eletta nel piano divino.
Ma il senno di poi è nemico della comprensione dell’evoluzione, fa apparire tutto necessario e perfetto quando in realtà è stata proprio una minuscola e contingente perturbazione dell’equilibrio iniziale a dare vita ad una serie di imperfezioni, carburante dell’evoluzione, perché dove c’è imperfezione ci sono eventi, processi e mutazioni.
Così, una natura imperfetta e in disequilibrio rende necessari dei compromessi, altrettanto imperfetti, tra spinte selettive antagoniste, una sorta di giusto mezzo aristotelico.
La selezione naturale non perfeziona gli organismi in ogni loro parte, tende solo a renderli più adatti all’ambiente in cui devono sopravvivere, utilizzando strutture già esistenti e tollerando quelle in eccedenza.
Dunque anche il nostro corpo è caratterizzato da una serie di compromessi, che sono insieme la nostra forza e la nostra condanna, e, articolando il suo discorso intorno alle leggi dell’imperfezione, Telmo Pievani ci da prova di questo.
Le strutture ridondanti del nostro genoma e del cervello, che, non a caso, Rita Levi Montalcini riteneva un ‘’accrocco’’, non sono altro che due degli esempi più eclatanti di una lunga serie di imperfezioni ‘’che hanno avuto successo’’, frutto di un adattamento ad un mondo spontaneamente in movimento da una parte e dei cambiamenti di quest’ultimo di cui noi siamo artefici dall’altra.
Nonostante un’Arcadia sia impossibile, e il libro ce lo ricorda, quello di Pievani non è un messaggio nichilista, c’è molto da fare per convivere con l’ imperfezione.
Si tratta piuttosto di una critica alla apofenia, tendenza innata e irrazionale dell’uomo, e di un invito all’abbandono di ogni forma di pensiero finalista che paradossalmente non ci permette di cogliere le possibilità evolutive che l’imperfezione concede.
L’autore si è dimostrato un ottimo retore e con un linguaggio semplice ma sempre rigoroso, ironico e rassicurante a volte e più serio altre, ci fa meditare sulle nostre capacità e i nostri limiti.
Quello di Pievani è un saggio stimolante, che non solo permette di conoscere i segreti dell’evoluzione darwiniana, ma fornisce anche spunti di riflessioni riguardo tematiche politiche e sociali estremamente attuali.
Gli effetti dannosi delle nostre azioni sull’ambiente che ci si ritorcono contro, le atrocità della bestia umana di Primo Levi, il razzismo e la propaganda politica vengono osservati con occhio critico e descritti in chiave scientifica.
D’ora in poi ogni volta che utilizzerò una tastiera qwerty mi ricorderò della mia dolorosa, ma spesso utile imperfezione.

      Scaringi Martina Liceo Scientifico Valdemaro Vecchi ( Trani, Puglia )

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Imperfezione. Una storia al naturale.

Recensione del saggio di Telmo Pievani

Quella che ci racconta Telmo Pievani nel suo ultimo saggio Imperfezione, una storia naturale (Raffaello Cortina Editore, 2019) è la storia dell’esistenza come trasgressione ad una simmetria, l’avventura dell’universo che erompe dalla rottura di un ordine. Diciamo subito che il paradigma dell’autore è che la perfezione sia un ingrediente sterile, mentre l’imperfezione è una ricetta imprevedibile gravida di possibilità. La grande varietà che osserviamo non è figlia di una teleologia, non persegue il fine ultimo della perfezione, ma è soltanto un esito contingente, figlio di fluttuazioni e di deviazioni inattese, uno tra i tanti possibili. Noi stessi siamo frutto di una combinazione non ripetibile di eventi e contingenze, il risultato imprevedibile di una serie di imperfezioni di cui portiamo traccia. Come ci ricorda Pievani: “due tra i più complessi e creativi sistemi mai inventati dall’evoluzione – il genoma e il cervello – sono reticolari, ridondanti, palesemente imperfetti, inutilmente complicati, figli di rabberci, aggiustamenti, accrocchi e compensazioni”. Esempi bizzarri e stupefacenti si susseguono incalzanti nella scrittura esilarante di Pievani, come l’alce irlandese, che finisce vittima dei suoi stessi palchi, prima trionfanti poi ingombranti. Accade spesso infatti, che un’abilità o un organo indispensabile, si trasformi in un’ invadenza morfologica fatale. Improvvisazioni anatomiche, corazze obsolete o ali in disuso come quelle dei pinguini, la vita non avanza pianificando ma sbagliando e riprovando. Quella di Imperfezione è la storia di ciascuno, maestosa nella sua origine spaziale, ma raccontata in modo brillante. Pievani narra in maniera pungente e scientificamente rigorosa la nostra infanzia di enzimi e pesci, fino ad ora, con le ingerenze della plastica e di Trump. Lontano da ogni visione nichilistica, l’autore ci offre anche una riflessione sulla nostra condizione esistenziale, ricordandovi che, anche in una realtà sfuggente e imprevedibile alimentata dall’imperfezione, all’uomo resti ancora molto da fare. Nel mondo dell’imperfezione, infatti, le nostre azioni sono forze in gioco e tutt’altro che irrilevanti: “I punti critici, i clinamen dell’evoluzione insegnano che il passato in più occasioni è stato aperto a esiti differenti. Non c’era una strada prefissata. Molti contro-presenti possibili, più o meno imperfetti del nostro, non si sono realizzati, ma avrebbero potuto. Non vi è allora motivo per pensare che il futuro sarà diverso. Anch’esso è aperto.” Homo sapiens, in questo albero genealogico a più zampe e branchie, è una specie recente, occupa una piccola nicchia, sopravvive in limitatissime condizioni ambientali, e il suo cervello è un guazzabuglio di stratificazioni. Sempre indeciso tra immediatezza e lungimiranza, per ragioni ataviche che non riconosce più. Incidenti genetici e accomodamenti sempre arrangiati si sono affastellati nel nostro cranio, l’ultimo è il web, assemblaggio celebrale che si realizza fuori dal corpo. Sta a noi fare della nostra imperfezione una risorsa, come ha fatto l’eroica piattezza della platessa. Oppure, niente paura, perché lasceremo la nostra eredità a ratti e batteri, campioni di adattamento.



      Silvestris Stefano Liceo Scientifico Valdemaro Vecchi ( Trani, Puglia )

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Recensione di “Imperfezione. Una storia naturale” di Telmo Pievani

Il filosofo e accademico, nonché esperto di evoluzione, Telmo Pievani, espone nelle poche pagine di “Imperfezione. Una storia naturale” il vulnus attorno al quale ruota buona parte della sua produzione scientifica e filosofica. Tratto distintivo del libro è la volontà dell’autore di coniugare la filosofia con il linguaggio e il rigore dimostrativo propri della scienza. Se ogni capitolo inizia con una citazione di Voltaire, l’autore ha cura di inserire numerosi esempi tratti dalla letteratura scientifica a supporto delle sue argomentazioni. Pievani dimostra con eleganza e rigore logico come l’imperfezione non sia affatto associabile al concetto di “errore”, ma al contrario ci suggerisce, in opposizione alla mentalità imperante, che la ricerca della perfezione sia perfino controproducente. Con un’impostazione tutt’altro che retorica, Pievani elogia anche l’imperfezione che noi quotidianamente sperimentiamo e asserisce acutamente che proprio le nostre fragilità e debolezze costituiscono il miglior incentivo all’automiglioramento e alla curiosità di cui disponiamo. Pur essendo noi uomini frutto di una casuale e, appunto, imperfetta modificazione del codice genetico dei nostri antenati, ambiamo per natura alla perfezione. L’uomo deve questa sua innata aspirazione alla sua lettura della realtà il più delle volte asettica, improntata alla ricerca di un supposto equilibrio formale che ignora l’esistenza nella natura di modelli perfettamente funzionanti che contraddicono questa costruzione teorica.
Tuttavia l’autore arriva a trattare dell’imperfezione connaturata alla nostra specie solo dopo una lunga e pregnante disamina di tutte quelle imperfezioni sparse nella storia dell’universo che hanno permesso la nostra stessa esistenza. Pievani, dando prova di notevole modernità, ribalta il determinismo, come classicamente inteso, constatando che il nostro universo non è altro che uno degli infiniti mondi possibili e si è evoluto secondo le leggi della meccanica quantistica, che, fondandosi sui principi della statistica, ammettono la casualità all’interno della scienza deterministica per eccellenza, la fisica. Parimenti, nella biochimica si sottolinea come le imperfezioni nella duplicazione del DNA, che è una molecola incline alla stabilità quanto alla mutazione imprevista, sono essenziali alla biodiversità e indispensabili nell’evoluzione delle specie viventi, in quanto proprio da mutamenti aleatori del codice genetico si sono potuti sviluppare quei tratti caratteristici che hanno determinato la sopravvivenza di alcune specie a scapito di altre. Pievani individua una caratteristica comune a tutti i vari fenomeni naturali indagati: la ridondanza. Di per sé dispendiosa dal punto di vista energetico si rivela essenziale, paradossalmente, al verificarsi del cambiamento, poiché solo l’iterazione ab libitum di un medesimo processo chimico o fisico può essere terreno fertile per le accidentali imperfezioni che consentono la diversificazione. Gli apparenti ossimori ripetitività-cambiamento e imperfezione-successo evoluzionistico, costituiscono i teoremi fondamentali della singolare visione del reale che Pievani esprime in questo libro e fungono da moniti per il lettore in virtù dei loro inaspettati risvolti pratici.





      Stefanelli Cristina Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci ( Maglie, Puglia )

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Una storia avvincente, travolgente e stravolgente. Una storia scritta da un Homo Sapiens per un suo simile. La nostra storia. Tutti noi uomini dovremmo leggere l’opera di Telmo Pievani. Lui palesa con realismo, eleganza linguistica ed audacia comunicativa l’essenza dell’essere umano, definito dallo scrittore “potente e sconsiderato”. L’uomo ogni giorno, sin dalla sua nascita, ricerca smaniosamente la perfezione. E poi, arriva lui, il grande Telmo il quale urla al mondo che ogni cosa, soggetta al tempo, al divenire, all’evoluzione, è incompiuta, quindi distante dalla assoluta e finita perfezione. Forse lo sappiamo già. Infatti riversiamo l’amarezza dovuta alla nostra mancanza sulla natura, che oggetto di deforestazione, selvaggia urbanizzazione, inquinanti agricoli ed industriali, sta preparando il suo conto: talmente esoso da provocare la nostra estinzione in un futuro più vicino che lontano. Questo saggio risponde alle domande “Perché non posso raggiugere la perfezione?”. Semplice, spiega Pievani, perché discendiamo da una specie che per sopravvivere ha dovuto trovare il giusto mezzo tra affidabilità e velocità, ha dovuto trasformarsi con il mutare dell’ambiente, ha dovuto “arrangiarsi”. Quest’ultima, afferma lo scrittore è la parola d’ordine per la sopravvivenza. La natura crea, senza progetti definiti, poi l’evoluzione, come un artigiano, non un ingegnere, plasma sul momento, in base alle situazioni variopinte che il caso le pone dinanzi. Tutto è grondante di imperfezioni che, dice Pievani, seguono sei leggi prìncipi. Sin dagli albori, l’universo è stato forgiato da estinzioni, cambiamenti ecologici, derive genetiche, mutazioni che hanno avuto delle ripercussioni sui suoi abitanti. Il fine di ogni specie vivente è conservarsi, per adempiere tale compito è necessario saper far fruttare ogni parte di sé, rendendo quelle negative ottimali e quelle eccedenti diverse, cercando sempre un accordo tra interessi differenti e spinte evolutive. Pievani dice “basta che funzioni”. Oggi si ricerca la perfezione ovunque, nel lavoro, nel mercato, nelle relazioni, nella propria quotidianità, e poi arriva Pievani che ci informa che tutti i nostri sforzi sono velleitari. Questa storia sfata alcuni secolari miti di pienezza come il DNA o il cervello. Infatti il primo presenta 2000 geni atavi che o dovrebbero intraprendere un’opera di bricolage o potrebbero servire come “orologio dell’evoluzione”; il secondo si è formato tramite l’accumulazione del nuovo sul vecchio, quindi per mezzo di un palinsesto che potrebbe condurre a sofferenze psichiche. Pievani afferma, però, che non tutto quello che c’è serve, potrebbe solo essere sinonimo di traccia della storia evolutiva come il mento o l’uretra in mezzo alla prostata negli uomini. L’uomo vanta doti eccelse, invece Pievani spiega come egli non esisterebbe se i microbi 2,7 miliari di anni fa non si fossero associati per dar luce alle prime cellule eucariote. Quindi, quando credete che l’evoluzione sia stata votata all’intelligenza, ricordate che i microbi sono i nostri progenitori, inventori e conservatori. Siamo tutti debitori ad un clinàmen, tutti figli della fine degli altri. Questo trattato presenta un linguaggio tanto tecnico quanto coinvolgente, trabocca di esempi chiari che concorrono ad un’ottimale esplicazione dei concetti. Questo saggio ci sollecita a convivere con l’idea che è l’imperfezione, il nemico che l’uomo rifugge da sempre, ad essere il solo motore dei processi biologici.

      Masala Chiara Liceo Scientifico Alberti ( Cagliari, Sardegna )

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L’Imperfezione, una storia naturale (Raffaello Cortina Editore, 2019) è un libro dalle mille nozioni esposte grazie ai molteplici temi trattati nel corso della lettura, dalla nascita dell’universo alla teoria evoluzionistica.
“In principio fu l’imperfezione. Una disobbedienza all’ordine precostituito”: esordisce così Telmo Pievani, filosofo della scienza ed evoluzionista, professore presso il Dipartimento di Biologia dell'Università degli studi di Padova. L’Imperfezione è una deviazione della perfezione avvenuta fortuitamente, ma è nel contempo causa di tutto ciò che noi siamo in grado di scrutare oggi, una “disobbedienza all’ordine precostituito” appunto. Già dalle prime pagine del saggio è possibile intraprendere il viaggio che nel corso di 198 pagine, mira a farci conoscere le imperfezioni della nostra specie e della biodiversità che abita il mondo, attraverso le sei leggi dell’imperfezione. Quest’ultima si rivela fondamentale: infatti, è lei il motore dell’evoluzione, è lei che causò la rottura della simmetria che 13,82 miliardi di anni fa diede origine all’universo. L’essere vivente stesso discende da una serie di imperfezioni e contingenze che ancora oggi sono più che evidenti nella sua fisionomia.
Ogni capitolo si apre con delle citazioni del Candido o de L’Ottimismo di Voltaire che, grazie ad altre figure citate nel corso dell’opera, e che hanno lasciato un segno immane nella cultura mondiale quali Rita Levi Montalcini o Charles Darwin, mette in risalto la notevole conoscenza dell’autore dei temi trattati. Il linguaggio utilizzato risulta discorsivo e facile da comprendere. Si tratta di un testo divulgativo, ma, nonostante ciò, non perde il suo scopo scientifico: infatti, al suo interno vanta concetti di natura filosofica, fisica, ma soprattutto scientifica, narrati con una piacevole ironia e vivacità: una scelta astuta quella di Pievani, che ha voluto in qualche modo compensare la mole di informazioni presenti all’interno del libro attraverso attimi di leggerezza e simpatia, utili per richiamare l’attenzione e la curiosità del lettore. Nonostante la leggerezza attraverso la quale vengono trattati i temi, nel complesso, il libro appare a tratti ridondante: spesso i concetti sono spiegati più volte con parole diverse e se si somma questa ridondanza alla enorme mole di nozioni e aneddoti forniti dall’autore, si crea una grande confusione nella mente del lettore.
Nonostante i suoi difetti è un libro che consiglierei anche a chi, come noi giovani lettori e lettrici, non ha molte competenze in ambito scientifico, ma ha, nel contempo, il desiderio di fare un viaggio attraverso l’origine dell’Universo e i suoi abitanti.
“Imperfezione: ciò che è imperfetto, incompleto”, afferma il vocabolario, ma attraverso questo libro, l’autore mira invece a farci scoprire, in un mondo in cui l’essere umano va unicamente alla ricerca del “perfetto”, l’essenzialità dell’Imperfezione che, nonostante abbia una connotazione negativa, può dare vita a numerosi scenari finora neanche immaginabili.

      Pasqua Laura Iis " Giorgio Asproni " ( Iglesias, Sardegna )

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"L'imperfezione" è un'opera di Telmo Pievani, filosofo, accademico ed evoluzionista italiano, che si presenta come una profonda analisi sull’origine di tutto, volta ad abbattere l’egocentrismo umano, carattere radicato nella società odierna. Un libro che esplora la vita in tutte le sue sfaccettature, focalizzandosi in particolar modo sulle cause che stanno all’origine dei fenomeni; da ciò è facile evincere che pensare per finalità non porterà alla comprensione del senso della nostra esistenza, ma forse condurrà lentamente l’umanità ad appiattire la caratteristica che lo differenzia da qualsiasi altro animale, ossia la razionalità. L’autore ci induce a riflettere su una questione esistenziale: siamo realmente convinti che l’evoluzione cosmica e biologica sia in continuo accrescimento? (dall’imperfezione alla perfezione). Questo è un mito da falsare, in quanto risulta semplice giudicare le scoperte e le idee che gli uomini del passato, con i loro mezzi limitati, hanno compiuto. E’ sicuramente positivo il fatto che la scienza si dimostri interessata a superarsi di volta in volta, aspetto particolarmente visibile ai tempi del corona virus, ma è importante percepire lo sviluppo come una serie di eventi, scoperte, ma anche errori che hanno condotto l’umanità a cambiare, spesso anche retrocedendo. “Ci sono più cose in cielo e in terra di quelle che l’evoluzione abbia mai sognato”: la mente umana, sebbene possa giungere a vari aspetti del reale, non potrà mai comprendere le vere essenze della natura.
La vita scaturisce dall’imperfezione, dall’unione di cellule, è un ciclo eterno in cui gli individui sono soggetti a mutazioni nel corso del tempo, fattore che andrà a garantire la sopravvivenza alla selezione naturale, sebbene spesso piccoli errori del DNA portino alla morte per cancro milioni di persone. Ma, come precisato da Pievani, la Terra è un pianeta spietato, una sfida che ogni giorno ci porta a combattere nel nostro piccolo contro difficoltà spesso incomprensibili alla mente umana. Lo stesso universo è nato da una deviazione nel vuoto quantistico primordiale, ossia da un'imperfezione originaria.
L’autore, utilizzando un lessico specifico e talvolta complesso, ha presentato una lettura abbastanza scorrevole, e ha mostrato una grande capacità di coinvolgimento del lettore, accompagnandolo passo passo verso una riflessione profonda sull’esistenza individuale e sociale. Risulta particolarmente piacevole il fatto che questo libro si distacchi della celebrazione dell’uomo e della Terra come enti perfetti, ma mostri con estrema schiettezza le innumerevoli debolezze e incongruenze di essi.

      Pittau Francesca Liceo Scientifico " Antonio Pacinotti " ( Cagliari, Sardegna )

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La scelta di questo libro è stata fortemente influenzata dal suo titolo. Ho fatto ciò che non si dovrebbe fare: giudicare e scegliere un libro dalla copertina. Ma come posso essere biasimata vivendo in una società il cui motore sembra proprio essere la ricerca della perfezione?
L’autore di ‘Imperfezione. Una storia naturale’, Telmo Pievani, cerca infatti di sradicare questo concetto di perfezione, di assoluta simmetria e di finalismo dal processo evolutivo che ha portato all’homo sapiens.
Pievani riprende il termine ‘clinamen’, che in Epicuro e in Lucrezio assume il significato di deviazione casuale, e lo adopera come concetto-base per spiegare tutta la storia del nostro universo, della nostra galassia e del nostro piccolo pianeta. Non c’è nessuna intelligenza superiore che ha deciso il futuro, non c’è nessun progetto, nessun fine che deve essere perseguito: solamente un insieme di fortunate casualità che hanno portato a questo unico risultato. Ma ci viene ricordato costantemente che questa unicità non può essere eguagliata alla perfezione. Il mondo è così solamente perché in passato una contingenza è stata più favorevole di un’altra e ha determinato questo presente che, per quanto possa sembrare assurdo, non è sicuramente il migliore di tutti gli altri contro-presenti (anch’essi imperfetti probabilmente) che si sarebbero potuti realizzare. Questa riflessione viene poi trapiantata sulle varie specie e in particolare su quella umana: l’evoluzionista afferma che il nostro organismo è un sistema complesso e ricco di asimmetrie ed imperfezioni, che però fino ad ora sono riuscite a svolgere la loro funzione ed ancora ci permettono di sopravvivere.
Nel mezzo dell’esposizione delle sue riflessioni, l’autore giunge alla formulazione di 6 leggi definite ‘dell’imperfezione’, che a mio parere riassumono al meglio il senso del libro e del suo titolo: l’imperfezione è, paradossalmente, la guida perfetta della nostra evoluzione, che ci obbliga a migliorare ed adattarci a nuove condizioni sempre meno feconde. Probabilmente a un certo punto questo meccanismo si arresterà e quei diffusi e facili ottimismi sulla grandiosità dell’uomo saranno una volta per tutte smentiti.
Appena iniziata la lettura, ho pensato di aver sbagliato a scegliere questo libro per via del guazzabuglio di termini scientifici in cui la mia mente si perdeva. Superato questo primo momento di confusione, sono andata avanti e alla fine mi sono ritrovata pervasa dallo stupore. La ragione di ciò è riconducibile non solo all’interessante contenuto, ma anche allo stile adoperato: colloquiale ma arricchito con termini tecnici e specifici. E’ prevalentemente il modo, anche divertente, in cui le nozioni e il pensiero dello scrittore arrivano al lettore che lo rende un libro così apprezzabile. L’impiego di metafore e similitudini riesce a far comprendere meglio il contenuto dell’esposizione e contemporaneamente a farti distanziare da esso, che se trattato diversamente, nonostante la mia propensione ad imparare cose nuove, sono sicura mi avrebbe annoiato. Per i vari motivi esposti lo consiglierei pressoché a chiunque.
Concludendo, affermo con convinzione che la positività del mio giudizio risiede nell’aver apprezzato la capacità dello scrittore di trasportare la scienza su un altro piano e di riuscire a trasformarla in una conversazione silenziosa con il lettore che ascolta con piacere un amico che gli espone in modo accattivante la storia della nostra galassia e la sua enigmaticità.

      Aiello Andrea Giuseppe Iis Concetto Marchesi ( Mascalucia (ct), Sicilia )

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Recensione del libro Imperfezione - una storia naturale di Telmo Pievani

La storia di tutte le forme di vita terrestri è formidabilmente colma di errori e possibili biforcazioni e mutazioni mai avvenute. Questo libro, scritto da Telmo Pievani, risveglia da un sonno dogmatico le coscienze di chi crede che tutto accada per un motivo; infatti mette in discussione, e nega, il finalismo di tutto quello che ci circonda e addirittura tutto ciò che siamo. L’uomo, infatti, ha da sempre l’insolente abitudine di attribuire ad ogni cosa ed essere vivente, se stesso incluso, un fine; è propenso, quindi, a pensare che tutto tende alla perfezione o è stato creato da un essere superiore. Grazie ai risultati che la scienza ha ottenuto, fino ad oggi, siamo in grado di smentire con certezza l’idea precedente ed accertare che tutto quello che ci circonda è imperfetto e continuerà ad esserlo. L’unica perfezione che si pensa possa mai essere esistita è il nulla originario, quando tutto esisteva ancora solo in potenza. Questo “tutto potenziale” per una causa, a noi sconosciuta, dalla sua perfezione statica si increspò e generò il nostro universo che nacque quindi imperfetto; con il passare di ogni istante imperfetto diventò sempre più imperfetto fino ad arrivare a noi: l’imperfezione delle imperfezioni. Anche se queste imperfezioni, a primo impatto, sembrerebbero avere una connotazione negativa, è solo grazie a queste, che ci hanno preceduto, che noi esistiamo. Infatti la natura in cui siamo immersi è ostile, cambia continuamente e noi, per adattarci, dobbiamo mutare. Ma cosa è la mutazione? Un'imperfezione dettata da uno dei tanti malfunzionamenti di un DNA, anch’esso imperfetto, che, non solo contiene in maggior numero informazioni inutili o non essenziali ma addirittura può subire danni capaci di uccidere la forma di vita o di farla cambiare, in meglio o in peggio che sia, a seconda delle circostanze in cui quella mutazione si presenta. Un esempio può essere la mutazione che ha fatto ingigantire le chele di una particolare specie di granchio che, nonostante il maggior consumo di energie e la minore agilità, ha acquisito un vantaggio importante ovvero una maggiore protezione dai predatori. L’importanza di questo esempio consiste nel capire che questo granchio oggi, grazie a quella mutazione, ha ottenuto un vantaggio ma non è escluso che nel futuro questo vantaggio possa essere anche la causa della sua estinzione; un organismo necessita di una costante evoluzione per sopravvivere e questa non avviene dal nulla ma viene costruita partendo da strutture preesistenti. Da questo possiamo intuire che l'evoluzione, più che essere paragonabile ad un minuzioso ingegnere, dovrebbe essere paragonata ad un artigiano con strumenti limitati ma con un’inventiva infinita. Il saggio di Pievani non è rivolto solo ad un pubblico appassionato di argomenti scientifici poiché contiene molto di più. E` un insegnamento di umiltà che non si limita ad esporre: spiega le motivazioni per cui noi non possiamo sentirci superiori neanche a dei semplici e microscopici batteri dinanzi ai quali non possiamo fare altro che non inchinarci.


      Lo Gaglio Ginevra Liceo Classico " G. Garibaldi " ( Palermo, Sicilia )

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Prima di iniziare la lettura di un testo, è utile, in base alla biografia dell’autore, capire a che tipo di lettura ci si stia approcciando. Nel caso di Telmo Pievani, ci si rende conto di essere di fronte ad un filosofo, uno scrittore e un evoluzionista. In base al percorso formativo dell’autore, si potrebbe temere di essere di fronte ad un testo puramente scientifico, di non facile comprensione se non per gli addetti ai lavori, quando in realtà non è così.
L’inizio è sicuramente stimolante, la lettura è scorrevole, comprensibile ed estremamente attuale.
Probabilmente ognuno di noi si è chiesto da dove tutto ha avuto inizio, quesito che non troverà mai risposta certa, ma la scienza e la ricerca proveniente da diverse dottrine ci hanno fornito nei secoli nuovi strumenti per ottenere, se non proprio delle certezze, quanto meno delle risposte.
L’approccio laico ci parla di un enorme buco nero, miliardi di anni di evoluzione, quasi una perfezione assoluta di eventi, di corpi celesti, di esplosioni, quasi regolamentati da una regia, per un fine ultimo che non ci è dato da sapere.
Probabilmente è molto più semplice di così, e forse anche meno sensazionale e romantico, visto che l’evoluzione della specie non è poi stata così perfetta per come abbiamo immaginato ed il fine ultimo è solamente quello prosecuzione delle cose.
Come in molte teorie, sembrano esserci delle regole senza le quali nulla può proseguire, non c’è linearità se non nella perfezione; eppure c’è un semplice concetto, che nella sua banalità, può stravolgere tutto: il caso. Potrebbe verificarsi un’incognita che può cambiare tutto, causato da qualcosa di non previsto né prevedibile, che potrebbe concretizzarsi con qualsiasi evento naturale. C’è da capire se si è in grado di adattarci, sfruttando o costruendo su quello che ci troviamo di fronte. L’autore ci spiega il suo punto di vista e come la meraviglia e la prosecuzione delle cose stia nella biodiversità, nei compromessi della natura, e nel caos provocato dalla casualità degli eventi. Quasi un inno all’imperfezione.
Dalla citazione della dottrina lucreziana “clinamen”, circa le svolte provocate da deviazioni minime dell’universo, la genesi ha avuto inizio da un vuoto quantistico; l’inizio della materia e la sua vittoria sull’antimateria.
Nella complessità degli argomenti trattati emerge la capacità dell’autore di farci comprendere come dal caos tutto ha avuto inizio, dalla nascita dei pianeti al resto.
I microbi, ad esempio, che nel nostro immaginario rappresentano un cumulo non uniforme e quasi sgradevole di una qualche entità, in realtà hanno dato vita al genere umano e non solo, ed il loro ruolo continua ad essere fondamentale nella protezione di ognuno di noi e nella prosecuzione della specie.
La fine di qualcuno poi, si rivela, quasi ironicamente, la possibilità di inizio per qualcun altro. Non sempre l’estinzione della specie, quindi la sua morte, è una privazione all’interno di un sistema perfettamente imperfetto.
Tra branchie scomparse e lotte tra mitili, arriviamo ai nostri giorni, e non si sa quale sarà il passo successivo.
Sta a noi adattarci e sfruttare al meglio la nostra imperfezione.

      Pulvirenti Nino Istituto D' Istruzione Superiore Enrico Medi ( Leonforte, Sicilia )

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L'IMPERFEZIONE SECONDO TELMO PIEVANI
Immaginate per un attimo un vuoto assoluto, fisso e perfetto. Decisamente noioso. Ora immaginate una rottura, un'irregolarità che sconvolge l'equilibrio ma che dà vita a tutto ciò che conosciamo. Da questo principio prende l’avvio Imperfezione - Una storia naturale. Il saggio, edito da Raffaello Cortina nel 2019, nasce dalla penna di Telmo Pievani, affermato evoluzionista, filosofo e accademico italiano fra i più celebri nel panorama scientifico attuale.
In sette capitoli Pievani prova a raccontare la coerenza universale dell’imperfezione, attraversando fisica, biologia, filosofia e approdando infine ad un’attenta analisi dell’agire umano. Il percorso espositivo intrapreso dall’autore prende spunto da vari esempi tratti dai più disparati contesti, che però finiscono per confluire tutti verso un’unica tematica di fondo.
Il fulcro attorno al quale ruota tutta la riflessione di Pievani è la concezione che il nostro universo e la natura siano basati su una fitta e indispensabile rete di asimmetrie: in altre parole, l’evolversi naturale degli eventi non risponde tanto alla perfezione formale, quanto invece alle leggi della convenienza e dell’esigenza immediata.
Questo tema viene sviluppato nel saggio in tre sezioni: la prima, cosmologica, affronta l’origine dell’universo; la seconda, la più ampia, riguarda l’evoluzione delle forme di vita sulla Terra e dell’uomo, con particolare attenzione al DNA e al cervello; la terza riguarda la tecnologia realizzata dall’uomo, con un lungo excursus sullo sviluppo “imperfetto” delle macchine. Così il lettore viene condotto pian piano alla riflessione centrale sull’imperfezione, giungendo alle medesime conclusioni da più punti di vista, come tante declinazioni di uno stesso tema.
Ad accompagnare l’intera trattazione del libro è il costante rimando alla filosofia, con puntuali riferimenti a Lucrezio o a Voltaire: il saggio non si riduce ad un’analisi tecnica del dato scientifico, ma lo interpreta anzi in chiave filosofica, com’è prerogativa di tutti gli scienziati di maggior calibro (si pensi alla fisica di Carlo Rovelli).
Tale interpretazione verte sulla critica al pensiero finalistico di vedere nella natura e nell’evoluzione il compimento di un progetto perfetto. A questa concezione Pievani contrappone già nel primo capitolo la contingenza dell’universo e, più tardi, l’idea che l’evoluzione tenda all’immediatezza, al risparmio, alla sovrascrittura, al riutilizzo, a mantenere l’eccesso perché, qualora non deleterio, eliminarlo sarebbe troppo costoso.
Il tutto viene presentato rimandando sempre agli stessi concetti scientifici di base: l’idea di compromesso, l’influenza imprevedibile dell’ambiente, la metafora del “bricolage”, l’idea che non si riparta mai da zero, così come le frequenti citazioni da Montaigne, Primo Levi, Rita Levi-Montalcini, Charles Darwin o Bill Hamilton.
Sebbene in più punti, e soprattutto nell’ultimo capitolo, la descrizione dell'agire umano, tra istinto e deliberazione, sia affidata a collegamenti forse troppo macchinosi, per non dire tendenziosi, nel complesso, tuttavia, si può certamente affermare che lo stile divulgativo di Pievani, ricco di esempi concreti e non privo di ironia, riesca nell'impresa di rendere perspicui financo i passaggi teoricamente più ostici.

      Anselmi Giusy Istituto D' Istruzione Superiore Statale " A. Poliziano " ( Montepulciano, Toscana )

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Chi di noi non si è mai sentito imperfetto? Credo nessuno o, perlomeno, quasi nessuno. Ognuno di noi, forse anche per via della società moderna, tende a reputarsi inferiore rispetto a qualche altro individuo o modello presente in natura. Spesso il perfetto viene inconsciamente associato a qualcosa che a primo impatto riesce a stupire magari perché caratterizzato da una forma specifica e il più delle volte simmetrica. Ho deciso di "addentrarmi" nel mondo dettato dall'imperfezione di Pievani, inizialmente per vedere se fosse stato mai possibile rompere gli schemi, persino quelli della natura, ma allo stesso tempo spiegare quello che in realtà è il complesso insieme che ci circonda, tutt'altro che imperfetto. Sin dal titolo mi sono fatta un'idea del libro in generale, ho notato che oltre ad avere come intento principale quello della divulgazione di nozioni scientifiche, a mio avviso, ha anche come fine quello del trattare il fascino dell'imperfezione in un mondo che tendenzialmente ci fa sentire imperfetti. Pievani scrive delle imperfezioni legate alla base del nostro essere, al DNA, al nostro cervello e per finire al nostro corpo, accostando a queste circostanze quella dell'evoluzione, presente sin da sempre. L'evoluzione, il cambiamento, l'adattamento comportano infatti la non presenza di un'unica armonia, adeguandosi ad ogni eventuale situazione, dunque, si raggiunge una complessità in cui la perfezione è quasi sempre inesistente, d'altronde, fosse stato tutto perfetto, persino l'uomo, nulla sarebbe mutato e migliorato, qualsiasi individuo si sarebbe ritrovato in situazioni già vissute da altri senza aver modo e tantomeno intenzione di cambiarle. Dalla prima comparsa del genere umano ad oggi, sicuramente sappiamo e notiamo che sono variate moltissime cose, non solo riguardo ciò che ci circonda ma addirittura in noi stessi. Grazie ad un excursus storico (in cui si ritraggono le varie ambientazioni del passato fino a quelle del presente) e alla riflessione sul cambiamento legato all'imperfezione, Pievani riesce a fondere scienza e attualità in un'unica cosa e, attraverso esempi semplici e vocaboli prettamente scientifici, a raggiungere il lettore in maniera distintiva introducendolo alla tematica anche nel caso in cui questo non presenta conoscenze nell'ambito. Tenendo conto di quest'ultima premessa, ho ritenuto geniale il pensiero di Pievani riguardo l'evoluzione tanto da condividerlo pienamente, l'autore esprime apertamente e con termini non ricercati che le imperfezioni presenti in un corpo di qualsiasi genere tendono ad essere continuamente modificate per raggiungere una differente situazione ma senza mai arrivare ad una condizione definitivamente stabile, questo poiché la perfezione consiste nella capacità di essere soggetti a metamorfosi, se necessario, per acquisire una forma o semplicemente una posizione fisica o biologica differente rispetto alla precedente. Differente e non migliore, questo perché in base al caso, che può essere "favorevole" o meno, avviene l'evoluzione (un po' come i dinosauri che si sono estinti, caso direi abbastanza negativo). Concludo dicendo che la perfezione sta davvero nell'imperfezione, che bisogna tener conto del processo evolutivo e aver cura non solo della natura che ci ospita ma anche di noi stessi, tutto e tutti possono migliorare. Non mi pento assolutamente della scelta del libro, al contrario, lo consiglio a chiunque si senta curioso di scoprire quali e quante sono le imperfezioni della natura.

      Beligni Lorenzo Istituto D' Istruzione Superiore Statale " A. Poliziano " ( Montepulciano, Toscana )

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In queste vacanze di Natale un po’ strane sono rimasto particolarmente colpito dal libro che ho letto “Imperfezione: una storia naturale”, scritto dal filosofo della scienza ed evoluzionista Telmo Pievani. In realtà io non ho semplicemente letto un libro, ma sono entrato in un nuovo mondo, da me inesplorato, guidato dalle parole di un umile scrittore: mi sono rispecchiato nelle sue opinioni e nelle sue considerazioni chiaramente esposte, mi sono immerso in un racconto appassionante, che ripercorre la storia dell’imperfezione e quindi oserei dire dell’uomo, essere imperfetto per eccellenza, con continui riferimenti divertenti al mondo concreto (legge della cipolla, alce irlandese, bricolage cerebrale…). L’imperfezione è quella parola che descrive lo stato di ciò che non è perfetto, di ciò che ha un difetto, una mancanza, che non raggiunge quell’ideale oggettivo di perfezione, di eccellenza che l’uomo si è creato nella propria testa nel corso del tempo. Da ciò si possono ricavare due proprietà fondamentali: la prima come il concetto di imperfezione sia relativo e la seconda come sia intrinseco alla realtà. Il primo punto si spiega con il fatto che se la perfezione è una creazione dell’uomo, quindi relativamente vera in rapporto ad un concetto convenzionale, allora anche l’imperfezione, subordinata a essa, è relativa. Il secondo punto è molto più articolato e viene sviluppato in questo libro, in quanto l’autore cerca di dimostrare, avvalendosi di una vastità di fonti scientifiche e filosofiche, il rapporto intimo tra l’imperfezione e la realtà, o meglio la sua appartenenza a tutto ciò che ci circonda, a partire dall’uomo stesso per arrivare all’universo. Ma in che modo riesce nel proprio obiettivo e soprattutto perché secondo lui tutta la realtà è imperfetta? Volete sapere la risposta? Leggete questo libro. Siete stati assaliti da dubbi esistenziali avvolti dalla misteriosa origine dell’imperfezione? Non deve essere una costrizione da parte di una persona esterna, ma è il nostro intelletto, la nostra mente, la nostra voglia di scoprire le cose che non si fermerà fin quando non abbiamo letto questo libro, perché, citando Machiavelli, “la natura ha creato gli uomini in modo che possano desiderare ogni cosa e non possano conseguire ogni cosa”. L’uomo non potrà mai raggiungere la perfezione, ma impiegherà tutte le proprie risorse per arrivare ad essa e per sapere tutto di lei e così facendo conoscerà anche l’imperfezione e la sua natura. Lo scrittore, a questo proposito, decide di ripercorrere tutta la storia dell’universo definendo tutti i principali avvenimenti come delle imperfezioni (il big bang, il “gioco” dell’auto-replicazione, e così via) ed arrivando a dimostrare con successo e con valide argomentazioni la sua tesi in un libro scorrevole e soprattutto piacevole. La straordinarietà del libro, alla fine, è la vera e propria piacevolezza che il lettore prova nel leggerlo, grazie alla quale riesce a immergersi negli eventi, a capirlo a fondo, il tutto condito dalla grande abilità dell’autore nel saper attualizzare i propri contenuti, cioè nel saperli confrontare con il mondo di oggi. In conclusione, se volete andare in fondo alla faccenda, se volete approfondire, appagare tutte le vostre curiosità e addentrarvi in un mondo completamente nuovo, non vi resta che leggere il libro scritto da Pievani e forse così saprete rispondermi davvero se comprereste una macchina usata da un Homo Sapiens oppure no.
Valutazione 10/10

      Pallini Ludovica I.i.s.enea Silvio Piccolomini ( Siena, Toscana )

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“In principio fu l’imperfezione”: modo bizzarro per iniziare a raccontare la nascita del nostro universo, eppure è così che Telmo Pievani, filosofo della scienza ed evoluzionista, apre “Imperfezione: una storia naturale”. In questo libro composto da sette capitoli (ciascuno introdotto da una citazione di Voltaire da “Candido, o l’Ottimismo”), l’autore propone una versione interessante della storia del cosmo a partire dalla piccola anomalia che 13,82 miliardi di anni fa ha dato inizio a quello che chiamiamo “universo”. Come è stato possibile? Semplice: una ribellione. Ebbene sì: gli inflatoni, particelle che potremmo definire “cugine” del ben più noto bosone di Higgs, spezzarono in miliardesimi di secondo il delicatissimo equilibro dell’ambiente primordiale in cui si trovavano, scrivendo la prima pagina della storia. Da quel momento hanno iniziato a susseguirsi delle reazioni a catena che avevano come unico criterio l’imperfezione, che oggi più che mai domina questo pianeta. Nella nostra inguaribile psicologia di homo sapiens tendiamo a pensare che l’evoluzione, la nostra come quella delle altre specie, sia avvenuta grazie ad una accurata selezione naturale che ha ormai terminato il suo lavoro perché giunta all’apice della perfezione con il genere homo, quando in realtà non è affatto così. La selezione c’è effettivamente stata (come dare torto a Darwin del resto?!), ma l’evoluzione ha fatto ben altro che eliminare quanto di grezzo e incompleto c’era in natura: il processo evolutivo non è stato altro che un insieme di “accrocchi” grazie ai quali le specie viventi sono riuscite a sopravvivere ai numerosi cambiamenti dell’ambiente, aggiustando o cambiando il ruolo delle parti del loro organismo.
Telmo Pievani accompagna il lettore nel viaggio alla scoperta delle imperfezioni che hanno caratterizzato la vita fin dalla sua nascita, offrendo spunti di riflessione attraverso esempi concreti e portandoci dunque a rivalutare il modo in cui tipicamente osserviamo la natura. Il linguaggio è semplice ed ironico, cosa che rende accessibili a tutti argomenti piuttosto complessi che di solito sono trattati con termini molto più ricercati.
In una società come la nostra, in cui la ricerca della perfezione è sempre più esasperante (si guardino, ad esempio, i canoni estetici), Telmo Pievani mostra come sia in realtà il “non essere perfetti” che ci mantiene vivi e dunque come l’uomo, che ricerca la compiutezza assoluta, non sia sapiens sapiens, quanto più…stupidus stupidus!

      Pecchi Sofia Liceo Scientifico Sacro Cuore Di Gesu' ( Siena, Toscana )

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Il titolo del saggio di Telmo Pievani è molto significativo in un momento storico in cui gli esseri umani sembrano ossessionati dalla perfezione, sia essa fisica e/o mentale, e dal costruire e possedere oggetti che danno l’impressione di avere enormi potenzialità. Un’ossessione che si manifesta anche nell’atteggiamento opposto, ossia nel convincersi che la perfezione non esiste per evitare l’ansia da prestazione.
Il testo di Pievani si presenta complesso sia dal punto di vista linguistico sia concettuale. Per quanto le difficoltà diminuiscano nel corso del libro, fino a raggiungere una grande chiarezza nella conclusione, comunque questo saggio non è adatto a un pubblico vasto che potrebbe essere scoraggiato soprattutto dalla lettura del primo capitolo.
Il ragionamento dell’autore si sviluppa su due diversi livelli. Il primo, più prettamente scientifico, il secondo connesso alla quotidianità del vissuto umano. Particolarmente interessante, su questo secondo livello, la riflessione secondo cui la velocità con cui l’essere umano sta trasformando il proprio ambiente è in disarmonia con i tempi dell’evoluzione naturale, facendoci sentire inadeguati rispetto al mondo che cambia e che noi stessi abbiamo trasformato. In questo contesto sono bellissime le riflessioni sulla disarmonia fra le parti del cervello, secondo cui la neocorteccia non ha ristrutturato il cervello arcaico che ha continuato a svolgere le proprie funzioni biologiche basilari per la sopravvivenza dell’individuo. Questo comporta che le due parti del cervello possono entrare in conflitto tra di loro quando sono poste davanti a ciò che è diverso da noi. Le parti nuove della neocorteccia agiscono in una modalità più razionale quando il contesto culturale ed educativo è favorevole alla diversità e all'inclusione dell'altro. Al contrario quando il cervello è sottoposto all'indottrinamento e alla propaganda, le parti più arcaiche del nostro cervello si attivano e possono portare a comportamenti distruttivi e criminali. Su questa dicotomia speculano quelli che l'autore definisce i “pubblicitari” e i “capipopolo” che fanno leva, purtroppo con successo, sui peggiori pregiudizi umani giocando con il fuoco della storia che si ripete.
Non è vero quindi che l'evoluzione ci avrebbe “progettato” in modo da renderci razionali e logici; al contrario sono proprio i nostri errori cognitivi, i pregiudizi, i condizionamenti del contesto in cui viviamo ad avere una radice evolutiva. Al contempo, la nostra razionalità debole e imperfetta, ha la tendenza a instaurare relazioni di causa effetto fra fenomeni del tutto sconnessi, pensando che una correlazione implichi una causalità: così cerchiamo a posteriori di trovare una giustificazione perfetta agli eventi che accadono. Proprio per questo ragionamento non ha senso cercare la perfezione di quelle facoltà conoscitive che a volte definiamo come “superiori”. Noi ereditiamo una natura ambivalente e duale, per cui è la cultura può condurci verso il bene o verso il male. Ciò non significa che l'imperfezione sia "perfetta" ma che dobbiamo accettare che essa sia il motore dell'evoluzione con tutto il dolore e gli errori che essa porta con sé.

      Turini Ginevra Liceo Scientifico Ulisse Dini ( Pisa, Toscana )

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Ciò che siamo, ciò che abbiamo intorno, la nostra grande casa comune e il cosmo sono il risultato temporaneo di una serie di condizioni che funzionano.
Un po' per comodità, un po' per abitudine tendiamo sempre a cercare la completezza fornendo cause e conseguenze ad ogni evento, convinti che tutto abbia un fine.
Telmo Pievani con il suo libro "Imperfezione. Una storia naturale" ci induce a concepire la storia dell'evoluzione come un'insieme di molteplici scenari che svaniscono con il prevalere di un evento rispetto all'altro.
Ma all'evoluzione piace cambiare le carte in tavola: non c'è niente nel suo gioco che non sia un'arma a doppio taglio deleteria.
La selezione naturale, motore dell’evoluzione, non è dedita ad un miglioramento casuale disinteressato bensì, all'interno di una comunità, lavora per rendere ciascun membro migliore rispetto a un altro componente. Migliore, non perfetto.
E nell'enorme varietà di bisogni da soddisfare, niente rende l'evoluzione più imperfetta di una mediazione tra utili diversi. L'evoluzione non è impeccabile, non vuole distinguersi per il buongusto. L'evoluzione ama l’efficienza.
In più, non tollera lo spreco, preferisce riutilizzare quello che è già presente; perché gettare qualcosa che si può riadattare? Ovviamente solo se è conveniente.
Non è adesso difficile comprendere quanto la storia del genoma, presente nel DNA di ogni specie, sia articolata e che continuerà su questa linea.
Modifica, taglia, riordina e incolla ed ecco che l'evoluzione fa il suo corso e come lei anche l'ambiente.
Così’ capita che noi, non essendo al passo, iniziamo una maratona per tornare in pari, per sentirci completi. Ma come un appassionato di atletica leggera sa, non sempre si vince, talvolta si può cadere e mentre ci si rialza è già passato troppo tempo.
"Imperfezione. Una storia naturale " è decisamente coinvolgente e piacevole.
Tutte le considerazioni fatte nel saggio sono ben approfondite e supportate da esempi avvincenti che suscitano nel lettore curiosità immensa.
Il testo è ricco e ordinatamente strutturato, il che permette a colui che legge di riuscire a mantenere il filo del discorso.
Ho particolarmente apprezzato la presenza di un velo ironico che ha alleggerito il viaggio nella storia naturale.
Telmo Pievani racchiude l'essenza dell’imperfezione in sei leggi che organicamente riassumono il senso del libro.
Concludendo il saggio con uno sguardo rivolto a noi ‘sapiens’ l'autore inserisce una critica dedita a mettere sotto i riflettori quanto l'uomo d'oggi sia affamato di perfezione trascurando di essere tutt'altro per pensiero, comportamenti ed azioni.
Sinceramente consiglio la lettura di "Imperfezione. Una storia naturale" a tutti ma principalmente a coloro che come me amano la scienza perché ne rinnova l'interesse e fomenta la voglia di scoprire ciò’ che ci circonda.
Non siamo perfetti ma va bene così.

      Antonelli Lorenzo Liceo Jacopone Da Todi ( Todi, Umbria )

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“Stato, qualità di ciò che è eccellente, esente da difetti, non suscettibile di miglioramenti”, così il vocabolario Treccani definisce la parola “perfezione”. E chi di noi leggendo questa definizione non penserebbe spontaneamente al nostro mondo, al nostro corpo, al nostro cervello, al nostro genoma, alla nostra memoria o a tutto il patrimonio naturale che ci circonda? E se ci venisse chiesto di scegliere quale tra questi capolavori non corrisponde a tale condizione, chi si avventurerebbe in una scelta così ardua? Di primo acchito ognuno di noi sarebbe pronto a scommettere che tutto ciò che afferisce al nostro macro-micro cosmo di Homo sapiens sia l’esempio più “perfetto” di perfezione. Eppure, se ognuno di noi leggesse questo libro sarebbe miseramente e fatalmente smentito. Nulla, infatti, secondo l’autore Telmo Pievani, insigne filosofo, accademico ed evoluzionista italiano, è più imperfetto della storia naturale di cui noi siamo sicuramente il risultato più vulnerabile e perfettibile. Procedendo tra citazioni, esempi, riferimenti ed aneddoti, attraverso un linguaggio accattivante ed esplicito, l’autore spiega l’inizio della storia dell’universo usando il termine lucreziano “clinamen”, inteso come il “deragliamento”, l’allontanamento, la deviazione da quel “vuoto quantistico, pieno di tutto e del contrario di tutto” che, all’inizio dei tempi, era un esempio perfetto di equilibrio e simmetria. Eppure, in un crescendo dinamico e rivoluzionario dalla ribellione di piccolissime particelle, gli inflatoni, all’azione della forza gravitazionale fino alla vittoria della materia sull’antimateria, quell’equilibrio e quella simmetria primigeni si infransero per sempre! Da allora in poi, la storia naturale divenne la storia delle imperfezioni, delle asimmetrie e delle contingenze che via via hanno modificato il percorso o deviato l’esito del processo evolutivo. E’ l’imperfezione del genere Homo sapiens, dunque, che ci “fa apparire necessario e compiuto, cioè perfetto, ciò che non lo è per nulla”, sottovalutando gli infiniti risultati “alternativi che sarebbero stati possibili a partire dalle stesse condizioni”. Enunciando e dimostrando a piccoli passi “le sei leggi dell’imperfezione”, l’autore “smonta” pezzo dopo pezzo quelli che siamo soliti chiamare “capolavori ingegneristici”, dal DNA al sesso, dall’occhio al cervello, dal bipedismo al linguaggio, dal piacere alle più avanzate e strabilianti tecnologie, definendoli, invece, come quanto di più imperfetto si possa immaginare. A ben guardare, infatti, l’evoluzione e con essa ogni sua creatura non sono il “frutto di un disegno ottimale” bensì il risultato dell’ opera di un abile “bricoleur”, come direbbe il biologo francese François Jacob, l’effetto di un continuo processo di “exaptations”, o riciclaggi opportunisti, di riadattamenti di materiale già esistente, di miglioramenti dettati dall’ambiente o dalle occasioni contingenti, di compromessi e di difetti ottimizzati o cooptati. L’ovvia conclusione è , quindi, che , solo accettando la sua imperfezione come la migliore delle perfezioni possibili, solo trasformando quella stessa imperfezione in una risorsa positiva eppur sempre imprevedibile, il genere Homo sapiens potrà finalmente capire quanto grandiosa è stata, è e sarà la “meravigliosa avventura della vita” e, potrà, perché no?, divenire tanto “perfetto” da tenere in mano “le chiavi dell’astronave Terra” o vendere un’auto usata senza che la sua affidabilità sia messa in discussione!

      Carlotti Diletta Liceo Scientifico Galileo Galilei ( Perugia, Umbria )

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Telmo Pievani è impegnato sul fronte dell’Evoluzionismo e ha pubblicato una trentina di saggi, centrati in prevalenza su questo argomento.
In “Imperfezione: una Storia naturale”, del 2019, sono analizzate le ipotesi su come l’evoluzione si manifesti e quali siano le sue leggi: ne vengono citate sei, rielencate nella conclusione, che si discostano dalla posizione Darwiniana, secondo cui la selezione naturale privilegerebbe gli elementi ‘migliori’. Ma, come evidenziato nel saggio, questa tendenza verso la perfezione finisce per ammettere l’esistenza di una specie di Demiurgo platonico, che ‘sa’ cosa va fatto per individuarli e riprodurli perché migliori.
Invece Pievani espone una teoria alternativa, sostenuta da osservazioni scientifiche e avanzamento delle conoscenze biologiche, secondo cui è il ricorso all’imperfezione la molla di tutto. Nello sforzo di ciascuna specie per non estinguersi (non sempre con successo: oltre il novanta per cento sono scomparse e il fenomeno è in atto potendo addirittura interessare l’homo sapiens), ogni replica è eseguita con una certa ‘noncuranza’, generando entità imperfette. Molte lo sono a tal punto da non potersi riprodurre, mentre altre sfruttano le imperfezioni – e i casuali miglioramenti – per trasformazioni sempre più atte alla sopravvivenza.
Insomma, l’imperfezione delle repliche sta alla base della evoluzione. Oltre due terzi del testo analizza le scoperte, relativamente recenti (pochi decenni) che riguardano il Genoma, ossia il meccanismo che trasmette le informazioni ‘costruttive’ da una generazione alla successiva, ma in precedenza l’Autore ha elencato, a sostegno della continua imperfezione, la presenza di organi ormai inutili in molte specie: come le ali in alcuni volatili che non volano più affatto (oltre il Kiwi io aggiungerei anche pollame e tacchini).
Molte caratteristiche di un essere ritenuto perfetto (si cita l’Uomo vitruviano), sono invece assai imperfette: come la presenza dell’appendice, dell’apparato mammario nei maschi, e di alcune scelte che appaiono insensate nel percorso di fasci nervosi, di vene e arterie. Non solo, il progressivo avanzamento di conoscenze biologiche e neurologiche non fa che aumentarne l’elenco, anche se l’Autore non sembra preoccuparsene: esaminando i due dispositivi viventi più complessi, il genoma che riguarda tutte le specie e il cervello dell’Homo sapiens, il numero di imperfezioni cresce senza fine.
La scoperta del DNA e il recente completamento della mappatura di quello umano hanno evidenziato che oltre l’ottanta per cento non viene affatto utilizzato per trasmettere informazioni costruttive alla discendenza e Pievani analizza la posizione dei sostenitori della teoria del “Junk DNA”, liquidato sbrigativamente in Italiano come “DNA spazzatura”, ricordando che in Inglese “Junk” riguarderebbe oggetti inutili, superati, oppure riparabili, che vengono messi da parte per un futuro riutilizzo.
Il testo ha intento divulgativo, ma di alto livello, al punto che talvolta risulta anche un po’ spigoloso, almeno per chi è culturalmente lontano dalla Biologia e dalla Genetica. Viene però alleggerito da aneddoti e osservazioni umoristiche, che lo rendono piacevole e assai leggibile. A parte le gradevoli epigrafi dei Capitoli, tutte citazioni del Pangloss Voltairiano e che appaiono assai centrate, basterà ricordare la frase di chiusura del saggio: “…questa meravigliosa avventura della Vita, che in tre miliardi e mezzo di anni ci ha portato dall’ameba a Donald Trump”.

      Divarov Maria Liceo Scientifico Galileo Galilei ( Perugia, Umbria )

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“Imperfezione una storia naturale” è un breve saggio di natura scientifica che, nella sua brevità e semplicità espositiva, riesce a far aprire lo sguardo al nostro universo che, come l'autore stesso dice è solo il risultato di una serie di contingenze. Esso, quindi, non ha niente a che vedere con il destino o con la volontà di Dio. E' questo che ci insegna Pievani nel suo libro e, per farlo, si serve di una "strada argomentativa" che seguirà dalla prima all'ultima riga, che darà il titolo all'opera e che resterà al centro di tutta la faccenda. L'impronta di cui sto parlando è il concetto di imperfezione.
Cos'è l'imperfezione? E' quando ti spunta un brufolo sul viso, quando non hai studiato abbastanza per un esame, quando il fratellino nasce con malattie o disabilità, o ancora quando, camminando per strada, ti trovi davanti un quadrifoglio e credi che quella sarà la tua giornata fortunata.
L'imperfezione l'abbiamo sempre considerata, per nostra abitudine culturale, con un'accezione negativa, portatrice di disagi, e da noi stessi definita come quando qualcosa ''[...]non risulta conforme al proprio prototipo, ideale o materiale.'' (dal dizionario italiano di Google)
Non abbiamo mai riflettuto, però, sull'ipotesi che forse questa tanto odiata imperfezione potrebbe essere stata la causa della nostra vita sulla terra e la nostra àncora di salvezza quando ci siamo ritrovati (più volte) sull'orlo dell'estinzione. Essa è infatti il carburante che rifornisce il motore dell'evoluzione di ogni singola specie. Se non ci fosse niente da aggiustare non ci sarebbe cambiamento, non ci sarebbe progresso, non ci sarebbe il concetto della lungimiranza e della necessità di raggiungere il futuro nelle condizioni migliori che si possono ottenere dal presente.
Pievani afferma inoltre che dai tanti ''punti critici'' per i quali è passata la storia si sono diramate tutte quelle biforcazioni che andavano incontro a futuri che si sono compiuti o che si sarebbero potuti compiere in circostanze differenti. Questa riflessione ci fa pensare che forse anche il tempo è imperfetto, perché è proprio quella corrente che smuove, rivoluziona e stravolge tutto e che ci fa tendere sempre in avanti.
Attraverso sei leggi Pievani spiega, in modo semplice, moderno, ironico, geniale e beffardo, tutte le sfumature e i colori, che la natura ha usato più o meno saggiamente, per dipingere questo straordinario paesaggio che noi oggi chiamiamo mondo. La natura infatti capiamo che non è saggia; è come un animale che si arrabatta, scende a compromessi, fa sacrifici o sfrutta occasioni, tutto per un unico scopo: la sopravvivenza. Vista in quest'ottica cinica e materialista la vita umana sembra un inezia in confronto al lungo succedersi degli eventi in 13,7 miliardi di anni di storia; una storia viva e pulsante. Una storia fatta di fallimenti e di meravigliose piccole conquiste. L'uomo che cosa rappresenta in confronto a tutto questo? A me non sembra altro che un ragazzino maldestro e viziato a cui è stata affidata una fragile pallina di vetro.
La vera genialità di questo libro sta proprio in questo, nel prendere la realtà e spiegarla per quella che è, senza artificiose congetture di carattere fatalistico o divino sul motivo del perché noi possiamo costruire i grattacieli e i pesci no.
L'ho adorato.