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Vincitori Premio Asimov Edizione V 2019 - 2020








Il pianeta umano


      Di Sabatino Francesca Liceo Scientifico " A. Einstein " ( Teramo , Abruzzo )

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L’INTRECCIO TRA IL PIANETA E L’UOMO PORTA UN NOME...

Hot Art Exhibition , così Alper Dostal, “il celebre designer che scioglie i capolavori”, ha definito il progetto d’arte con cui quotidianamente cerca di raffigurare il mondo di oggi attraverso i quadri che rappresentano dei capolavori della storia dell'arte di tutti i tempi. Dai “Girasoli “ di Van Gogh alla sua “Notte stellata”, dai quadri di Monet alla “Persistenza della memoria” di Dalì, Dostal, con le sue opere provocatorie, cerca di “mettere in guardia “ tutti noi, esseri umani, su quanto la nostra presenza stia cambiando le sorti della nostra storia, o meglio, della nostra Terra. Come questo artista contemporaneo anche Simon L. Lewis e Mark A. Maslin hanno cercato di farci riflettere sulla realtà del nostro pianeta, attraverso la pubblicazione del loro libro, dal titolo “Il pianeta umano. Come abbiamo creato l’Antropocene” (Einaudi, 2018). I due autori hanno cercato di spiegare a tutti noi il nome che porta il fenomeno che ha cambiato la vita, fenomeno a volte sconosciuto o a volte incompreso. Nel saggio si afferma, infatti, che l’uomo ha cambiato l’ambiente determinando una nuova epoca: L’ANTROPOCENE, che rappresenta “l’intreccio fra la storia umana e la storia della Terra”. Gli studiosi ci spiegano anche, in modo semplice ed efficace, tutte le conseguenze da essa derivate. Ed è così che il fascino della storia dell’umanità ci travolge nel vortice del libro; dalla comparsa dell’uomo sulla terra fino alla globalizzazione, dalla prima rivoluzione energetica alla “grande accelerazione”. I due geniali scienziati, docenti di Global Change Science ed Earth System Science, dimostrano la loro capacità nell’affrontare ciò che al giorno d’oggi rappresenta un motivo di dibattito, andando quindi a svolgere una riflessione sulle conseguenze delle azioni umane. Il libro non si limita solo a raccontare quella che è la semplice “storia” che ci ha condotti fin qui, ma si pone il problema di legare insieme tutti gli ambiti della vita sociale, politica e scientifica, dalla creazione fino ad oggi. Attraverso tabelle e grafici, inoltre, i due autori cercano di agevolare il lettore nella comprensione di fenomeni anche complessi e ci riescono grazie ad un linguaggio specialistico ma allo stesso tempo semplice e comprensibile. Dall’epoca dei cacciatori-raccoglitori alla prima era glaciale, dallo studio degli incrementi di anidride carbonica al conseguente scivolamento nel periodo glaciale fino ad arrivare ad oggi: un mondo dominato dalla Globalizzazione, poiché “l’Antropocene racchiude tutti gli effetti immensi e di vasta portata delle azioni umane sulla Terra.”. Un richiamo non indifferente al risvolto negativo delle azioni umane nel confronti dell’ambiente, che deve farci riflettere tutti, abitanti attuali e posteri, affinchè agiamo con un giusto raziocinio sulla realtà ma prendiamo consapevolezza sul “come”comportarci. Come ha affermato uno degli autori, durante la conferenza sul Premio Asimov tenutasi a Pescara (a cui noi studenti abbiamo partecipato), questo libro si pone anche l’obiettivo di “insegnare ad ognuno di noi come salvare il pianeta”. Un problema che al giorno d’oggi è fondamentale per la società e che gli autori hanno affrontato con grandi capacità, dando un aiuto per prendere una posizione decisiva e incisiva, al fine di cercare di combattere il riscaldamento globale, poichè -come afferma la stessa Greta Thunberg nel suo libro- “E’ ora di andare in scena.”

      Venturi Alessandra Liceo E. Fermi ( Bologna, Emilia Romagna )

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Il pianeta umano, scritto da Simon L.Lewis e da Mark A Maslin, pubblicato dalla casa editrice Einaudi, è un saggio scientifico che tratta dell’impronta dell’uomo lasciata sul nostro pianeta. Quale miglior tema per un libro uscito nel 2019 se non quello dell’uomo e delle alterazioni da lui causate? I due autori ci accompagnano alla scoperta dell’antropocene, cioè, secondo la loro definizione, l’epoca dalla quale l’uomo diventa una superpotenza geologica in grado di lasciare segni permanenti alla storia del nostro pianeta. In questa analisi non viene considerato solo il piano scientifico, ma i fatti sono interpretati anche da un punto di vista economico, filosofico, e politico. Il viaggio parte dagli albori della vita sulla terra, da ciò che ne ha permesso la nascita, , iniziando dalla più semplice cellula procariote, passando per una pianta, dal primo predatore, fino ad arrivare alla comparsa dell’uomo, prima cacciatore, poi agricoltore, poi capitalista e infine consumista, non curante delle impronte lasciate alle sue spalle.
E in futuro? I due autori sono estremamente schietti sull'ipotetico scenario futuro e le precauzioni da prendere, come ad esempio le azioni da intraprendere per mantenere l’aumento della temperatura terrestre al di sotto dei 2 gradi centigradi, il quale sta già causando gravi danni al ciclo ambientale.
Il testo è stato scritto con grande attenzione alla stesura, infatti la sua lettura scorre molto piacevolmente, nonostante l’elevato numero di informazioni che si ricevono riga per riga. Tuttavia spesso si incontrano punti in cui la numerosità di nomi e termini specifici fa perdere il reale messaggio che il testo dovrebbe trasmettere; a causa di ciò il libro risulta essere un testo scolastico, o universitario, più che un libro consigliabile ad un ampio pubblico di lettori. Oltre quanto già detto, forse a causa dell’importanza che i giovani stanno finalmente dando al tema “cambiamenti climatici”, le conoscenze lasciate dalla lettura di questo libro sono una ripetizione di quelle che già un ragazzo possiede; ed è dunque per questo che il libro è consigliabile ad un pubblico di adulti, i quali ancora negano o ignorano la rilevanza del tema….

      Polini Sofia Istituto Istruzione Superiore Fazzini Mercantini ( Grottammare, Marche )

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Quanto è profonda l’influenza delle azioni umane sulla Terra? Più di quanti molti riconoscano. Siamo diventati i superpredatori del mondo, dominiamo il Pianeta pensando di avere tutto sotto controllo, illudendoci di esserne i padroni assoluti. Il problema è che non stiamo agendo con saggezza. Siamo consapevoli che un giorno non ci saremo più. Nemmeno sapere che le generazioni future vivranno in un mondo sempre più contaminato ci dà la giusta motivazione per cercare di cambiare le cose. Sono le azioni dell’uomo che ci hanno portato all’Antropocene, una nuova epoca geologica.
La rivoluzione industriale causò problemi ambientali, contro alcuni di essi stiamo ancora lottando. L’inquinamento atmosferico è il quarto fattore di rischio di mortalità globale. I gas serra antropogenici stanno modificando il clima, rendendo più probabili ondate di caldo estremo o piene improvvise. Per non parlare del considerevole ritiro del ghiaccio marino o della riduzione dell’estensione del manto nevoso. Quello che ci vogliono far capire gli autori del libro è che questi cambiamenti significativi della stagionalità ci riguardano a pieno e nonostante ciò continuiamo a convertire le foreste in terreni e a bruciare combustibili fossili. Per Lewis e Maslin siamo in una “trappola per il progresso”.
Il loro è un saggio completo che parte dagli albori della storia del nostro pianeta, passando per la comparsa dell’Homo Sapiens, fino alla nascita degli esseri umani moderni.
Mi colpisce come la morfologia del bacino nel corpo della donna sia cambiata per permettere la nascita di bambini con il cervello di dimensioni maggiori, lo sviluppo della cultura cumulativa o del pensiero astratto. Con la scoperta dell’America avvenne un mescolamento biologico globale che lo storico Alfred Crosby ha chiamato “scambi colombiani”. Milioni di patogeni, piante e animali viaggiarono da un continente all’altro. Sotto questo profilo ci fu una globalizzazione delle specie presenti in tutto il mondo in modo omogeneo. La navigazione transcontinentale iniziò a ricollegare i continenti che duecento milioni di anni fa erano uniti e formavano la Pangea. Inizia così l’Antropocene, un'età geologica associata ai primi impatti globali dello scambio sopra citato. Interessante è lo studio dell’epidemiologo Nathan Wolfe che ci spiega come la maggior parte delle epidemie in Eurasia e in Africa siano dovute al contatto con animali allevati che hanno incubato virus poi passati agli uomini!
Nel libro ho trovato efficace l’utilizzo di esempi. I due scienziati sono dei divulgatori per eccellenza. Utilizzano un linguaggio specialistico che non è mai fine a sé stesso ma finalizzato a dare al lettore gli strumenti per avvicinarsi alle necessarie conoscenze scientifiche. È un testo che può avvicinare alla scienza anche i giovani. Procedere attraverso quesiti incuriosisce ogni tipo di lettore, lo sprona a un continuo approfondimento. Il libro dà risposte all’ansia del futuro che sta iniziando a bussare alle porte di chi oggi si fa le giuste domande. È bene che si diffonda un po' di allarmismo sociale, che faccia prendere seri provvedimenti ad un mondo spesso distratto e incosciente. Il dubbio dovrebbe cominciare a trovare il suo spazio dentro di noi e nella società delle certezze assolute. Il "mito del progresso" oggi rappresenta una linea retta verso il meglio? Va contrastato o va ancora accolto? Stiamo andando nella giusta direzione o è necessario un cambiamento di rotta?

      Pleticha Gabriel Liceo Quinto Ennio ( Gallipoli Prov. Lecce, Puglia )

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Il "pianeta umano" è un saggio di cultura scientifica che arriva a una constatazione fondamentale. Per la prima volta nella storia del nostro pianeta un'unica specie ne sta decidendo il futuro. In passato i meteoriti, i vulcani, le placche tettoniche influenzavano il clima e le forme di vita che lo popolavano, mentre ora esiste una nuova forza naturale che trasforma il pianeta: noi. Tale constatazione segna l'inizio di una nuova epoca geologica: l'Antropocene. Ma da quando l'uomo ha cominciato a piegare l'ambiente al proprio interesse, prima addomesticando animali, abbattendo foreste, sfruttando le risorse naturali fino a cambiare la stratigrafia e il clima? Come è potuto avvenire? La definizione di Antropocene è appropriata per descrivere l'epoca in cui viviamo, e su quali presupposti si fonda? L'impatto dell'uomo è reversibile e cosa ci aspetta in futuro? È proprio a questi interrogativi che gli autori Lewis e Maslin tentano di dare delle risposte. Il lettore si troverà di fronte a un sistema interconnesso di conoscenze, per una comprensione globale dell'argomento, un tema che costituisce uno spartiacque nella storia dell'umanità perché in base ad esso si deciderà il nostro futuro. Le pagine del libro scorreranno velocemente e si rimarrà affascinati nel seguire i ragionamenti dei due professori, che spazieranno dalla storia alla filosofia, alla geologia, alla biologia, alla politica, con un linguaggio chiaro, semplice e preciso, scientifico. Fin dall'inizio è chiara una cosa: sin dalle origini l'uomo ha avuto un impatto sull'ambiente in cui vive, subordinando ogni essere vivente al suo benessere, e il libro lo dimostra. I due autori ripercorreranno infatti con intelligenza e sensibilità la storia sociale umana attraverso quattro transizioni (due legate alla gestione dell'energia e due all'organizzazione della società) che modificarono gradualmente i nostri impatti ambientali sul sistema Terra. Il primo segno tangibile dell'attività umana si ha agli albori della civiltà, quando l'uomo, organizzato in comunità di cacciatori-raccoglitori, causò l'estinzione della megafauna (l'insieme dei grandi animali cacciati per nutrirsi), per poi arrivare alla Rivoluzione agricola, allo "scambio colombiano", alla Rivoluzione industriale, che vide un incremento esponenziale delle emissioni e dell'uso dei combustibili fossili, fino alla nostra epoca, l'epoca della globalizzazione e del capitalismo. È proprio negli ultimi 150 anni che l'uomo ha sconvolto gli equilibri della Terra, con un sovrasfruttamento delle risorse, modificando i cicli biochimici, inquinando i mari e l'aria. E la nostra "firma" fisico-chimica rimarrà nei sedimenti rocciosi. Per sempre. La Terra si riprenderà mai del tutto? Forse no (o almeno non subito), ma quello del libro è un messaggio di speranza. È giunto infatti il momento di superare differenze e conflitti e unirsi in nome del bene della Terra, del nostro bene. Il futuro dovrà essere caratterizzato dalla ricerca di nuove fonti di energia, dal riciclo, dalla rinaturalizzazione, da una crescita ecosostenibile, dal rispetto della biodiversità e da una riduzione delle emissioni. "Realizzarlo sarà difficile, ma non possiamo permetterci di fallire". Buona lettura!

      Mura Ludovica Liceo Classico Siotto ( Cagliari, Sardegna )

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Con una trattazione di circa 300 pagine, gli autori, docenti universitari di fama mondiale, illustrano come l’essere umano nel corso dei millenni sia riuscito ad influire sulle trasformazioni geologiche del pianeta al punto tale da dare origine a una nuova epoca, il cosiddetto “Antropocene”, che inizierebbe nell’età moderna, precisamente nel 1610, quando, come dimostrano le analisi dei ghiacci dell’Antartide, i livelli di anidride carbonica atmosferica raggiunsero il livello minimo mai registrato.
Seguendo una linea del tempo, si definiscono alcuni processi che hanno portato la nostra specie prima sulla cima della catena alimentare, poi allo status di “Dominatore del mondo”. Ad attirare subito l’attenzione del lettore è la varietà dei temi esposti, che offrono spunti non solo dal punto di vista scientifico, ma anche politico, sociale e soprattutto storico.
Grande importanza viene data, ad esempio, alla Rivoluzione agricola, che costituisce una tappa fondamentale nel processo evolutivo umano: sviluppatasi solamente 11.000 anni fa, trasformò una società nomade, il cui sostentamento si basava esclusivamente sulla caccia e sulla raccolta, in una sedentaria, capace di aggregarsi e di affinare le tecniche di coltivazione.
Un altro tassello rilevante di questo percorso sarebbe quello delle scoperte coloniali, che portarono oltre che allo sterminio dei nativi americani alla globalizzazione delle culture e dei prodotti, con benefici effetti in vaste aree del mondo.
Infine, a partire dall’800, il sorgere dell’industria segna la nascita della società di massa, cui poi fa seguito, dopo la pausa e il regresso delle guerre mondiali, il boom economico a partire dagli anni ’50 del XX secolo.
Se ora la popolazione mondiale ammonta a 7,5 miliardi lo dobbiamo a queste tappe fondamentali del cammino dell’uomo, che hanno contribuito, per un verso, al miglioramento delle condizioni di vita, ma hanno d’altra parte determinato il culto crescente del profitto economico e lo svilupparsi di un’ideologia sempre più pragmatica e sempre più anaffettiva nei confronti della natura, con l’abuso delle fonti energetiche disponibili e il progressivo depauperamento dell’ambiente in cui viviamo. Per questo motivo, il libro sarebbe una lettura consigliabile ai negazionisti che rifiutano di credere che i cambiamenti climatici siano determinati da una volontà autodistruttiva, che ha in noi, e in ogni nostro singolo gesto quotidiano, i diretti responsabili. Gli autori riescono pertanto a sensibilizzare i lettori sulla necessità della protezione dell’ambiente, riflettendo in particolare sul fatto che i paesi occidentali siano i maggiori responsabili delle emissioni globali di CO2, dato che all’intero continente africano è imputabile appena il 3% delle emissioni totali.
Il linguaggio utilizzato è in alcune parti specialistico, ma prevalentemente di agevole fruizione, grazie alla frequente adozione di esempi, di schemi grafici, di citazioni autorevoli e di articolate argomentazioni.
Degna di nota è la considerazione che riguarda l’eredità che l’uomo lascerà sulla Terra: “Nell’arco di milioni di anni lo strato influenzato dagli esseri umani finirà compresso nel normale processo di formazione di rocce sedimentarie. Le città, le discariche di rifiuti, l’inquinamento da plastica degli oceani, e molto altro ancora, diventeranno un marcatore sottile e netto nelle rocce del futuro”.

Chiarezza espositiva: 8
Capacità di coinvolgere il lettore: 8
Attualità tema: 10
Originalità: 7