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Vincitori Premio Asimov Edizione V 2019 - 2020








L’urlo dell’Universo


      Santarelli Manuel Andrea Bafile ( L' Aquila, Abruzzo )

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In questo libro Dario Menasce ci accompagna in un viaggio nello spazio profondo e nella storia della scoperta di uno dei fenomeni più elusivi e complessi che si siano mai presentati all’essere umano: le onde gravitazionali.

Compito arduo quello di Menasce, anche per un fisico e ricercatore del suo calibro, che ha lavorato presso alcuni dei più importanti istituti di ricerca scientifica del mondo (il Fermi Laboratory di Chicago e il CERN di Ginevra). Spiegare anche solo la portata di un evento simile, far cogliere ad un lettore presumibilmente inesperto la sua estensione e la sua natura straordinaria, in funzione della grande importanza che tale scoperta
riveste, presenta più di un'insidia.
Immaginate di essere nel cosmo profondo, inabissati nell’infinita immensità dello spazio, al cospetto di due colossali corpi celesti che volteggiano in una danza frenetica e di inaudita violenza; così ha inizio il viaggio alla ricerca dell’urlo dell’Universo.

Menasce affronta con disarmante semplicità il grande tema delle onde gravitazionali, ma senza mai rinunciare alla specificità del linguaggio scientifico; dapprima presentando il quadro storico che ha condotto a tale scoperta, passando in rassegna i personaggi che più di tutti si sono distinti nello studio e nella sua ricerca; ma parallelamente, servendosi di un audace espediente letterario, la storia di Jacopo e Carlo,
fornisce all’inesperto lettore le nozioni basilari di fisica quantistica e relativistica (che le scuole non danno) per una comprensione approssimativa di un evento di notevole complessità.
Le vicende che legano il giovane Jacopo Martelli con il ricercatore del laboratorio internazionale di Virgo, Carlo Bradaschia, rappresentano per un giovane lettore un momento di distacco da un tipo di trattazione che potrebbe risultare eccessivamente metodica e pedante.
La struttura dualistica escogitata da Menasce è indubbiamente molto efficace: concorre a formare un filo diretto tra lo scrittore/precettore e il lettore/studente, ciò è favorito enormemente dall'uso di un regime dialogico e dalla presenza di numerosi prospetti illustrativi.
Nonostante la buona organizzazione dell'impianto narrativo, nella storia del giovane contadino e del ricercatore impantanato è possibile cogliere più di un elemento inverosimile: l’accidentalità dell’incontro, la pronta disponibilità dei molti ricercatori alle lunghe spiegazioni, ecc. Il tutto
contribuisce a dare del laboratorio di Virgo l'immagine di un ambiente idillico, caratterizzato da una tenera cordialità, scevro da qualsiasi umano sentimento di invidia o arrivismo, come sarebbe lecito aspettarsi.

Nel suo complesso il libro possiede una notevole efficacia espositiva e didascalica: glissa su approfondimenti che altrimenti esulerebbero dai suoi scopi, fornisce un compendio ben dettagliato riguardo la storia della scoperta delle onde gravitazionali, e in merito alla loro natura offre una argomentazione superficiale, in quanto "un trattato esaustivo risulterebbe come un corso di laurea in fisica". Rende bene l’importanza che riveste tale scoperta e di come questa “cambi profondamente la nostra capacità di sondare l’universo: come se si fosse spalancata una nuova finestra davanti ai nostri occhi”.

L'urlo dell'Universo è un invito ai giovani a perseguire la ricerca, ad abbandonarsi al richiamo dell'ignoto e lasciarsi guidare dalla loro curiosità, per "far compiere all'uomo i progressi che l'hanno portato sin qui".

      Camagna Daniele Istituto Istruzione Superiore Celestino Rosatelli ( Rieti, Lazio )

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Lassù

Musica. Una dolce, flebile musica. Un’armonia leggera e composta.
Una forza della natura speciale e dirompente, una melodia silenziosa ma stupefacente.
Ecco cos’è un’onda gravitazionale per un fisico, anzi, per l’intera umanità.
Stremate ed affievolite, queste onde ci raggiungono dagli abissi spazio-temporali dell’universo, dove astri sconosciuti gridano di disperazione poiché vittime di forze incontrollabili. Sono destinati ad una fine poetica: sì, perché è poesia l’ultima ed estrema richiesta di aiuto di una stella che sta per morire, o quella di due buchi neri o due stelle di neutroni sul punto di scontrarsi definitivamente, dopo essersi rincorsi per millenni. È un’energia terribile e fortissima quella che si riversa tutt’intorno, l’ultimo impeto di rabbia sprigionato verso un cosmo indifferente…


Quaggiù

…Eppure non tutto il cosmo è indifferente. Su uno dei tanti pianeti dispersi in una delle tante galassie, c’è chi se ne interessa. Non lo sapevo. L’ho scoperto grazie a Dario Menasce. Perché “L’urlo dell’Universo” è un viaggio che ci porta a scoprire le tappe e i luoghi di una complessa attività scientifica, presentati con grande semplicità e spontaneità da personaggi come Carlo e gli altri fisici. Tutti loro ci accolgono all’interno dei laboratori di Virgo, invitando noi e Jacopo – vero protagonista e simbolo dell’uomo curioso assetato di conoscenza – a sentirci parte di una comunità, di un ambiente internazionale ma al contempo familiare, dove regnano il rispetto e la cooperazione. Il rapporto con questi personaggi fa sì che il contenuto delle spiegazioni sia presentato come dialogo, quindi in maniera più efficace. Infatti Jacopo pone delle domande che verrebbero in mente a qualsiasi non professionista, ricevendo risposte utili per la comprensione. Immersi in questo clima, scopriamo moltissimi concetti, quali le brillanti intuizioni di Einstein e i meccanismi di funzionamento degli interferometri per la rilevazione delle onde gravitazionali. Inoltre, grazie alle sfumature con le quali Menasce colora il racconto, ci si rende conto di tutto l’aspetto prettamente umano che si nasconde dietro la scienza, spesso vista ed etichettata come fredda e razionale. In realtà, dietro ogni studio e ricerca, ci sono uomini e donne con le loro emozioni, il loro entusiasmo, i loro sacrifici, successi e “purtroppo” anche delusioni. I loro sforzi vengono ripagati però da scoperte grandiose, a volte frutto addirittura del caso, seme sensazionale di serendipità, la quale ci dimostra come la natura sappia “sempre stupire gli scienziati, ben più di quanto si aspettino”.


Di nuovo lassù

“L’urlo dell’Universo” è un viaggio che non si esaurisce con la fine delle pagine, ma è aperto, proiettato direttamente verso il futuro. Numerose sono le porte che ci vengono spalancate, ad esempio, dalla fisica multimessenger, la quale permette di studiare i fenomeni dell’universo più a fondo grazie a sofisticati strumenti di rilevazione basati su diverse proprietà. Questa è un’opportunità che permetterà di ottenere con il tempo importanti risultati. Siamo di fronte a una svolta epocale, un potenziamento delle nostre tecnologie nel “sentire” l’universo.
Un sentire che affascina l’uomo dagli albori della sua esistenza e lo convince ad indagare senza sosta con la fiducia, l’ottimismo e la determinazione dei veri scienziati che hanno fatto la storia.
Una storia che continua…

      Moretti Silvia Liceo Statale " Galileo Galilei " ( Caravaggio, Lombardia )

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Un'affascinante chiacchierata con la fisica

Jacopo, diciannovenne che lavora nell’azienda agricola del padre, e Carlo, fisico presso il laboratorio internazionale per l’osservazione delle onde gravitazionali di Virgo: apparentemente questi due curiosi personaggi sembrano non avere nulla in comune, ma mai fidarsi delle apparenze.
Dario Menasce nel suo “L’urlo dell’Universo” ci dimostra che tutto quello che a un semplice contadino può sembrare incomprensibile in realtà, usando le parole giuste, non lo è : quello che viene solitamente dipinto come un mondo complicato e accessibile solo a pochi eletti, il mondo della fisica, viene presentato in modo relativamente semplice e senza troppi giri di parole che, come Carlo spesso ribadisce, rischiano solo di confondere.
La storia di amicizia tra Jacopo e Carlo, nata da un guasto alla moto del fisico nei pressi dei campi in cui lavora il giovane, fa da sfondo perfetto a quello che altrimenti sarebbe stato un noioso trattato di fisica.
Menasce accompagna mano nella mano il lettore partendo dai semplici dilemmi che portano a confondere la gravità con il peso per arrivare, attraverso un’attenta osservazione di ciò che accade nell’Universo, allo studio delle onde gravitazionali.
Piano piano si riescono a comprendere concetti che sentiamo fin dalle scuole medie, ma la cui spiegazione, forse poco esaustiva, non è riuscita a saziare la nostra, a volte repressa, fame di sapere: ecco che finalmente si capisce che cos’è un buco nero, una stella di neutroni, un’onda gravitazionale.
Attraverso questo percorso si imparano cose nuove, ma non solo: alcuni concetti che credevamo di conoscere, come il concetto di tempo, vengono quasi completamente sconvolti e presentati sotto una nuova chiave di lettura.
Arrivati al tredicesimo capitolo ci si rende conto che fisica non significa solo risolvere i problemi del liceo; fisica è molto di più: è guardare la volta celeste ed essere consapevoli di star osservando il passato, fisica è sentirsi così piccoli e impotenti davanti all’immensità dell’Universo, anche se Menasce ci dimostra fino alla fine che così impotenti non siamo.
Tutti noi siamo Jacopo: siamo affascinati dalle mille sfaccettature della fisica, ma, nella maggior parte dei casi, ci accontentiamo di quello che ci dicono a scuola senza cercare di capire a pieno il significato di ciò che ci viene insegnato. Almeno fino a quando la moto di Carlo non si guasta nel nostro campo di incertezze e curiosità.
Questo libro, però, non è da prendere con leggerezza: gli argomenti trattati, come l’autore in svariati modi non manca di ricordare, sono accessibili a tutti, ma è necessario, a mio parere, un piccolo impegno personale per riuscire a cogliere a pieno il significato di tutto ciò che viene descritto. Non è un libro da leggere sul treno o durante quei cinque minuti prima di addormentarsi: svegli e lucidi bisogna cercare di isolarsi dai “rumori di fondo”, interni ed esterni, che possono disturbare la nostra ricezione e, magari con l’ausilio di un disco di immortale musica classica, tuffarsi in questo meraviglioso percorso che porta ad esplorare le mille e meravigliose sfaccettature della fisica e che è ancora capace di lasciare a bocca aperta.

      Nuti Rebecca Liceo Scientifico " Ulisse Dini " ( Pisa, Toscana )

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L'urlo dell'universo è un testo espositivo a carattere divulgativo scritto, in uno stile semplice e comprensibile, da Dario Menasce. L'autore, fisico ricercatore presso l'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) ha al suo attivo altri testi di divulgazione scientifica ed è spesso protagonista di incontri con il pubblico, sopratutto in ambito scolastico.
Il libro, edito da Hoepli Editore nel 2018, narra l'episodio della recente scoperta delle onde gravitazionali avvenuta grazie a moderni e sofisticati rivelatori di segnale, quale Virgo, situato nella piana di Cascina, in provincia di Pisa. La rilevazione del fenomeno è stata possibile grazie alla teoria già formulata da Einstein, il quale non disponeva all'epoca di sistemi in grado di registrare le onde graviazionali, e si configura come una brillante conferma della teoria.
Nel testo il lettore è accompagnato lungo l'impervio percorso tra buchi neri, supernovae, lontane galassie e stelle di neutroni, da spiegazioni puntuali e della descrizione di semplici esperimenti in grado di rendere comprensibile la materia anche ai non addetti ai lavori.
Il personaggio di Jacopo, giovane contadino appassionato di fisica, dona leggerezza all'intreccio narrativo che si snoda grazie alle domande talvolta ingenue, ma sempre pertinenti poste dal ragazzo al suo mentore, un professore impiegato nello sviluppo del programma Virgo.
Fin dalla dedica iniziale alla nipote Sofia, “che vedrà mondi che io ho solo sognato”, si percepisce l'enorme arco temporale nel quale si svolge il testo che, partendo dai giorni nostri, torna indietro fino al Big Bang, passando per il momento in cui si teorizza siano state generate le onde gravitazionali rilevate nel 2015: niente meno che 1,3 miliardi di anni fa!
Il concetto stesso di spazio-tempo viene esposto con semplicità dai personaggi (tutti ricercatori del programma Virgo) che appaiono al contempo alieni per il lavoro che svolgono quotidianamente e familiari per la gentile disponibilità dimostrata nei confronti di Jacopo.
La riflessione sulla stretta correlazione tra scienza, arte e storia rende affascinante una narrazione, ricca, per necessità esplicativa, anche di formule e dimostrazioni matematiche . Il racconto dettagliato del ritrovamento di una nave romana di duemila anni fa con il suo carico di lingotti di piombo ormai inerte dal punto di vista radioattivo ed impiegato pertanto nella costruzione del Laboratorio Nazionale del Gran Sasso, colloca nella storia a noi familiare le recenti scoperte scientifiche.
L'autore riesce a coinvolgere il lettore anche inducendolo a riflettere sulla passione, la perseveranza e la dedizione che caratterizzano gli scienziati, sostenendoli nelle difficoltà quotidiane .
Tema sempre attuale è quello della multiculturalità che viene affrontato nel libro dal punto di vista dell'ambiente della ricerca scientifica, dove menti di diversa nazionalità e formazione collaborano ad un fine comune.
La semplicità e la scorrevolezza del linguaggio rendono il libro estremamente gradevole ed adatto a tutte le fasce d'età.
Unica manchevolezza, in un testo così ben corredato da schemi, grafici e disegni, è l'assenza di una fotografia del rivelatore Virgo, che sarebbe stata necessaria per visualizzare come appare realmente questo dispositivo di cui si è tanto parlato nel libro.