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Vincitori Premio Asimov Edizione V 2019 - 2020








L’algoritmo e l’oracolo


      D’elicio Irene Liceo Scientifico Galileo Galilei ( Potenza, Campania )

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PREDIRE IL FUTURO CON LA STREGONERIA? MEGLIO GLI ALGORITMI
“Io non ho in tasca le soluzioni ai grandi problemi che il nuovo mondo degli oracoli digitali ci pone di fronte. Quello che ho provato a fare con questo libro, però, è di dare un contributo alla diffusione di consapevolezza”. Così Alessandro Vespignani conclude il suo libro “L’algoritmo e l’oracolo”. Vespignani non vuole incantare il lettore con un linguaggio specifico che solo gli esperti potrebbero comprendere; utilizza un linguaggio chiaro e, soprattutto, si affida ad esempi che fanno parte della nostra vita quotidiana per informare i lettori circa il ruolo ricoperto dagli algoritmi oggigiorno. Un algoritmo può prevedere, dopo aver accumulato i dati necessari, le vendite di un libro, il vincitore di uno show televisivo o gli esiti di una partita di calcio; basandosi sul tipo di ricerche, sull’orario e sulla data durante i quali vengono compiute e sul luogo in cui si trova il dispositivo elettronico, l’algoritmo ci può catalogare e scegliere i risultati di ricerca da proporre a seconda che ci abbia considerati uomo o donna, giovane o anziano. E questi sono solo alcuni esempi proposti dallo scienziato.
Nell’epilogo, Vespignani sembra addirittura accusare il sistema educativo italiano: nel 2019, anno di pubblicazione del libro, è ancora necessario studiare approfonditamente il latino piuttosto che insegnare ai ragazzi la logica della programmazione algoritmica? È normale considerare ignorante il ragazzo che non conosce uno scrittore piuttosto che quello che si disinteressa della tecnologia? Non si tratta di screditare nessuna disciplina, bisognerebbe semplicemente mettersi al passo con i tempi: solo eliminando l’analfabetismo computazionale si può diventare più consapevoli del potere dei nuovi oracoli digitali senza essere manipolati dalla casta sacerdotale che li mantiene in vita.
Il libro si è rivelato un ottimo spunto per riflettere sulla società di oggi e sulla sicurezza che solo la scienza può dare. Nel passato, le ricorrenti e terribili pestilenze riuscivano a seminare panico e morte: la peste di Atene del V secolo, raccontata da Tucidide; la peste di Firenze del 1348, descritta da Boccaccio; la peste di Milano del 1630, ritratta da Manzoni. Oggi, possediamo un’arma da impugnare per sconfiggere il male prima che lui sconfigga noi: gli algoritmi. Essi possono identificare le zone maggiormente a rischio e trovare un vaccino contro il morbo. Vespignani, grazie all’utilizzo degli algoritmi e la collaborazione del suo team, riuscì già nel 2014 a prevedere con mesi di anticipo la diffusione di un virus, l’Ebola. Più che mai oggi, nel 2020, c’è bisogno di credere nei segni matematici della “datificazione”, nei metodi numerici per contenere e fermare un virus mortifero nato in Cina, il Coronavirus, che si aggira per il mondo, a prescindere dalle spiegazioni avanzate sulla sua genesi: un accidens, una pura casualità naturale; un prodotto diabolico di laboratorio cinese o americano.
Cui prodest? A chi giova il libro? Sicuramente a tutti coloro i quali non si rendono conto di come la scienza possa predire il futuro e cambiarlo: non bisogna rimanere ancorati al passato, ma disancorarsi e vedere anzitempo nel presente ciò che sarà, per approdare a un futuro migliore. D’altro canto, stupirà coloro i quali si illudono di vivere la vita liberamente, senza controllo e vincoli: amara sarà la delusione di scoprire di essere intrappolati nella maglie dell’intelligenza artificiale.

      Izzo Arianna Iiss P. Gobetti ( Scandiano (re), Emilia Romagna )

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E se tutto fosse prevedibile?
Lasciamo perdere il volo degli uccelli, il movimento degli astri e i fondi del caffè, in modo da dare spazio a quelli che sono gli aruspici contemporanei: gli algoritmi.
Scritto nel settembre 2019 dal professore universitario di fisica e informatica e dirigente del Network Science Institute di Boston Alessandro Vespignani, il volume L’algoritmo e l’oracolo affronta in otto avvincenti capitoli la moderna scienza delle predizioni.
È assurdo pensare che, nell’era dei Big Data, non ci rendiamo quasi conto di quanto ogni nostra azione quotidiana sia in grado di rivelare innumerevoli informazioni su di noi: ed ecco che, usando l’intelligenza artificiale con algoritmi (procedimenti sistematici di calcolo in grado di definire con estrema precisione una sequenza di operazioni) e machine learning (la capacità di tali algoritmi di perfezionarsi autonomamente), ci sembra già di possedere il nostro domani. Previsioni metereologiche, picco di influenze e diffusioni di malattie infettive, il successo commerciale di un prodotto o il possibile vincitore delle elezioni politiche: è tutto previsto, grazie a una tecnologia che non fa altro che utilizzare i dati che le sono forniti gratuitamente da un cellulare, un computer, un tablet. Spotify e Youtube ci consigliano le canzoni che più potrebbero piacerci, Facebook e Instagram ci suggeriscono gli amici con cui potremmo andare d’accordo, Google Books ci mostra i libri che potrebbero interessarci.
L’attuale scienza delle predizioni si basa su meccanismi e dispositivi che imitano il cervello umano e sono in grado di giungere a risultati straordinari, anche se, come l’autore sottolinea, definire un’etica di tale attività è tanto complicato quanto importante: le predizioni non sono alla portata di tutti, ma soprattutto, siamo sicuri che siano sempre usate a fin di bene o potrebbero rappresentare un pericolo? Vespignani vuole rendere il lettore consapevole del fatto che, per non vivere in un mondo dominato da indovini digitali, è necessario smettere di avvolgere la moderna scienza delle predizioni con un alone di mistero e comprenderla consapevolmente: l’ignoranza consegnerebbe un potere immenso a sistemi che di potere ne hanno già fin troppo.
Un titolo pungente e azzeccato per un volume dal tema originale e attuale, trattato in modo molto chiaro e comprensibile: una sintassi semplice e fluida, accompagnata da un lessico specifico, ma accessibile, grazie alle frequenti note (anche se parecchio scomode in quanto collocate alla fine del libro) e alle spiegazioni fornite, seppur sia consigliabile a un pubblico medio/giovane, quotidianamente a contatto con la tecnologia. Pur trattando di un tema scientifico-tecnologico, il libro è abbordabile perché riesce a trovare un giusto compromesso tra parti prettamente teoriche e altre più discorsive e meno specifiche: in tal modo il ritmo narrativo non è troppo lento e stagnante, ma si mantiene incalzante e coinvolgente. L’intento dell’autore appare completamente rispecchiato dal suo approccio al testo, che non manca mai di fornire nuovi espedienti per catturare l’attenzione e poterla mantenere, nonostante possa risultare un po’ ripetitivo l’ampio uso di esempi esplicativi.
Se Vespignani voleva informare, consapevolizzare, coinvolgere a pieno chi legge in ciò che è non solo il nostro futuro, ma anche il nostro presente, posso dire che con me ci è decisamente riuscito.

      Baccarini Tommaso Tito Lucrezio Caro ( Roma, Lazio )

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La Sibilla cumana e la Pizia delfica hanno una versione 2.0, l’algoritmo predittivo, una sorta di ‘indovino digitale’. Così lo definisce Alessandro Vespignani, professore di Fisica e Informatica alla Northeastern University di Boston, nel saggio ‘L’algoritmo e l’oracolo’, scritto con Rosita Rijano ed edito dal Saggiatore. Scopo dell’opera è evitare una nuova idolatria, quella nei confronti degli strumenti predittivi matematici e informatici, attraverso l’unico antidoto possibile: la conoscenza. Con un linguaggio discorsivo ma mai banale e con un taglio narrativo viene ricostruita la storia delle moderne previsioni, che sono passate dallo studio di fenomeni naturali e fisici a quelli sociali. Lo scienziato inizia la sua analisi da un articolo del 1972 apparso su ‘Science’ dal titolo ‘More is different’ sulla teoria dei sistemi complessi e fa riferimento ad altri modelli matematici, non sempre facilmente comprensibili per il lettore comune. Sono allora d’aiuto gli esempi tratti dalla nostra quotidianità, come il cammino della folla nei centri commerciali o le previsioni sulla squadra che vincerà il Campionato europeo di calcio, fino al campo epidemiologico, con l’epidemia di Ebola o quella influenzale. L’intelligenza artificiale, a cui è dedicato il paragrafo ‘Imitare il cervello’, può predire i nostri gusti, accontentare i nostri desideri, prevenire i nostri bisogni sulla base dei dati che lasciamo in ogni momento a disposizione della rete. Sembra tutto piacevole e innocuo ma, avverte lo scienziato, se le previsioni condizionano la concessione di un mutuo o l’assunzione in un posto di lavoro allora l’algoritmo si rivela incontrollabile per noi, sconosciuto e pericoloso. Inoltre i dati immessi da uomini riflettono i loro pregiudizi, le loro manchevolezze: la macchina ancora lavora su ciò che l’uomo le fornisce e possono esistere ‘algoritmi ingiusti’. Un altro rischio è un’ulteriore divario mondiale tra paesi, istituzioni, soggetti privati che hanno risorse e mezzi per trattare i famigerati ‘big data’ e quelli condannati ad avere un’informazione parziale, a vivere di ombre. Vespignani però non vuole trasmettere un senso di angoscia e di impotenza: ci sono istituzioni governative e scientifiche che hanno una funzione di controllo, si può utilizzare la ‘mappa del futuro’ per scelte positive che ancora dipendono dal libero arbitrio. La sfida ora, conclude lo scienziato, è nell’ individuare un’etica delle previsioni, ma a questo devono contribuire scienza, politica e filosofia. Intanto il saggio si propone di far comprendere ‘l’immenso potere insito nelle previsioni’, spingendo le nuove generazioni a studiare il linguaggio del computer per non essere ‘adoratori degli indovini digitali’ e ricordando che il fine di tutto dovrebbe essere sempre l'uomo.

      Miotti Stefano Salvador Allende ( Milano, Lombardia )

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Dai tempi dell'oracolo di Delfi alle attuali previsioni meteorologiche o predizioni elettorali, il desiderio di anticipare e governare il futuro ha sempre abitato nel cuore dell'uomo: questo è il tema al centro del libro "L'algoritmo e l'oracolo" di A. Vespignani. Ma se l'antica arte divinatoria era appannaggio esclusivo di pochi sacerdoti, con questo saggio l'autore ci conduce nel cuore dell'intelligenza artificiale e ce ne svela i misteriosi quanto affascinanti meccanismi.
"La scienza delle previsioni si è evoluta assimilando dati, modelli matematici, intelligenza artificiale, tramutando l'uomo in un atomo sociale e rendendolo quindi predicibile" (p.31). Tramite l'utilizzo dei social network, i movimenti bancari, gli acquisti online, ognuno di noi, quotidianamente, lascia innumerevoli tracce della propria personalità, dei suoi interessi, delle sue disponibilità economiche. Tutti questi dati sono raccolti ed elaborati da complessi algoritmi che consentono poi di prevedere e condizionare i nostri comportamenti futuri, non solo come singoli ma come collettività. A tale scopo, la scienza dei sistemi complessi ci aiuta a capire come un elevato numero di elementi in interazione sia in grado di generare comportamenti collettivi nella società, perché "il tutto è più della somma delle singole parti" (Aristotele).
Vespignani, con un linguaggio al tempo stesso scientifico, ma divulgativo e fruibile, accende un faro sul potere occulto dei nuovi oracoli digitali, nella convinzione che solo un' alfabetizzazione computazionale può renderci consapevoli dei benefici ma anche dei pericoli di un mondo predicibile. Infatti oggi chi detiene il potere dell'intelligenza predittiva viaggia con una marcia in più e non sempre ha interesse a condividere questo sapere a beneficio della collettività; spesso la disuguaglianza culturale si riflette anche in una disuguaglianza socioeconomica.
Ho trovato questo libro illuminante: i numeri mi hanno affascinato sin da bambino pur essendo ignaro del potere degli algoritmi. Oggi scopro che la matematica apre a scenari sconfinati eppure, se la scienza ha certamente la forza di condizionare le nostre vite, all'uomo resta il compito di definirne il limite e la facoltà di discernere ciò per cui vale la pena di impiegare la propria intelligenza.

      Russo Cristina Liceo Scientifico G. Ferraris ( Torino, Piemonte )

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Cosa accomuna un cantante emergente, la zanzara Zika e le statistiche di un match calcistico?
Nulla, all’apparenza. Un po’ confusi, e forse incuriositi dal bizzarro accostamento, decidete di affidarvi al vostro motore di ricerca di fiducia, certi che vi saprà fornire una risposta rapida e soddisfacente.
Se nel mondo antico la profezia colmava le lacune della comprensione umana, oggi un algoritmo è in grado di fare lo stesso, non cercando di scandagliare un’imperscrutabile mente divina, bensì setacciando dati tra i meandri "oscuri" del web.
È ciò su cui verte “L’Algoritmo e l’oracolo-Come la scienza predice il futuro e ci aiuta a cambiarlo”, saggio di Alessandro Vespignani e Rosita Rijtano.
Docente di Fisica ed Informatica alla Northeastern University di Boston, nonché voce autorevole nell’ambito dello studio dei sistemi complessi, si dichiara mosso dall’intento di rendere consapevoli i lettori del ruolo preminente che la “scienza delle predizioni” assume nel mondo odierno. Come tale, l’opera si indirizza ad un’ampia platea, conciliando la rigorosità del lessico scientifico con la scorrevolezza tipica dello stile divulgativo, anche grazie alla sapiente ed equilibrata mescolanza tra argomenti prettamente tecnici e risvolti biografici. Ripercorrendo la sua esperienza da ricercatore, Vespignani si districa tra gli snodi cruciali nella storia della sua affascinante disciplina, senza mai cedere a facili trionfalismi, anzi, ponendo l’accento sull’importanza avuta dai fallimenti ai fini del perfezionamento di una materia per sua natura dinamica e in continua evoluzione. Infatti, l’autore smentisce la credenza che vede nell’informatica una scienza distante dall’Uomo, dimostrando invece quanto esse siano fatalmente correlate: la società appare come un vero laboratorio vivente in cui le più variegate diversità costituiscono una mescolanza variopinta che la mano dell’intelligenza artificiale riordina come pixel di una sola immagine. Non è dunque secondaria la scelta della copertina, che colpisce per l’efficacia straordinaria con cui un effetto ottico coglie l’essenza di quella che sembra essere tra le più importanti e paradossali chiavi di lettura dell’opera. Una parola, FUTURO, emerge distintamente allontanando lo sguardo, mentre avvicinandosi troppo svanisce in una indecifrabile nebbia di cifre colorate, quasi a supportare l’opinione dell’autore secondo cui “il nostro futuro è il passato”: come un modello matematico necessita di essere alimentato da dati e dinamiche del passato, per prevedere il futuro è talvolta necessario porre il proprio punto di vista da più lontano, nel tempo e nello spazio. Molto apprezzabile è l’onestà intellettuale con cui l’autore ammette che uno dei limiti umani nell’approccio alla tecnologia della previsione è l’affidamento cieco e talvolta ingiustificato ai risultati delle macchine, una sorta di pericoloso dogmatismo digitale da cui scaturiscono manipolazioni e fake news. Vespignani quindi rilancia una sfida di considerevole portata: ritornare alla teoria e alla comprensione del pensiero della Macchina, “aprire le scatole nere”, invertendo paradossalmente l’ordine logico e cronologico della frase di un filosofo del passato:
“E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te.”(F.Nietzsche)
Una sfida da cui nessuno può sottrarsi, poiché, come dice Vespignani, “le previsioni diventano parte stessa del sistema che cercano di prevedere”. Anche da ciò dipende il futuro del vivere umano.

      Esposito Francesco Liceo Classico Siotto ( Cagliari, Sardegna )

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Futuro è la parola che meglio riassume l'argomento del libro "L'algoritmo e l'oracolo" e non a caso il termine viene messo in evidenza sulla copertina. Scritto da Alessandro Vespignani, considerato uno degli scienziati più quotati e riconosciuti al mondo, dirigente del Network Science Institute di Boston, ci racconta in particolare come il futuro sia sempre più governabile e prevedibile grazie all'utilizzo di algoritmi e modelli di previsione. Questa scienza nasce e si sviluppa grazie alla rivoluzione digitale e le immense moli di dati che noi in prima persona generiamo, fornendo informazioni sui nostri spostamenti, acquisti o gusti personali. Ed è questo che principalmente rende così interessante e stimolante questa lettura: il fatto che tratti situazioni i cui protagonisti siamo noi e che lo studio dei dati che noi "seminiamo" renda possibile simulazioni e previsioni che vanno dal comportamento umano nella società alla diffusione delle epidemie; questi dati sono fondamentali per i nuovi "indovini digitali" che, sfruttandoli, riescono a controllare e modellare il futuro a loro volere. Ciò presenta sicuramente numerose virtù, ma anche altrettanti pericoli, dato che le organizzazioni che se ne occupano sono per lo più private, e non è quindi scontato che i buoni intenti di cui si fanno portavoce siano quelli reali. L'autore tratta entrambi gli aspetti di questa nuova rivoluzione affermando che l'unico modo per controllare il lavoro degli "indovini" sia conoscere la loro lingua, quella dei computer.
Per questo "L'algoritmo e l'oracolo" è una lettura consigliabile a tutti, ma specialmente ai giovani, i quali più di tutti producono la "materia prima" di cui si nutrono queste previsioni e perciò sono più esposti ai pericoli sopraccitati. A favorire la diffusione del libro tra i ragazzi è anche la sua comprensibilità, aspetto che ugualmente colpisce: l'autore, infatti, seppure scriva con molta competenza e certe volte tratti argomenti piuttosto specifici, mantiene un linguaggio semplice e spiega in modo chiaro concetti difficili, rendendo il libro leggibile per tutti.

      Orlandi Maria Luisa Liceo Scientifico Statale " Galeazzo Alessi " ( Perugia, Umbria )

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Indovini digitali e intelligenze artificiali, ovvero cosà sarà del nostro futuro
“Algoritmi”: una parola ormai sulla bocca di tutti, che, quasi come una formula magica, ci aiuta a spiegare perché ci sembra che internet e i media sappiano sempre cosa vogliamo.
Esattamente come per le formule magiche, solo pochi sembrano essere veramente a conoscenza dei segreti che li riguardano, ma noi non addetti ai lavori sapremo gestire una realtà tecnologica sempre più presente se la trattiamo come qualcosa di misterioso e, appunto, magico?
Proprio la speranza di rendere il grande pubblico più informato circa gli algoritmi e la scienza delle previsioni è l’obiettivo di “L’algoritmo e l’oracolo” di Alessandro Vespignani che apre gli occhi sulla presenza intorno a noi di quelli che chiama “indovini digitali”.
Il libro, che si articola in otto capitoli, tratta della storia degli algoritmi fino ai loro sviluppi e pericoli futuri, di intelligenza artificiale e di come insieme possano essere usati per predizioni di vario tipo, dal meteo al calcolo del successo di un artista o di un libro, fino ad arrivare allo schema migliore da adottare su un campo di calcio.
Già nell’introduzione la nostra curiosità è soddisfatta dalla definizione di algoritmo: "serie di istruzioni precise ed espressioni matematiche che usiamo per trovare associazioni e identificare tendenze" e, capito chi è, questo indovino non ci sembra più così inavvicinabile. Possiamo così affrontare il nostro viaggio tra i primi rudimenti della scienza dei sistemi complessi per poi addentrarci nell’affascinante mondo delle intelligenze artificiali.
Ci troviamo quindi tra le mani un manuale? Non proprio, perché per esplicita volontà dell’autore, “L’algoritmo e l’oracolo” si basa sui racconti di sue esperienze lavorative e personali. Questo lo rende accattivante e incuriosisce il lettore, sia fornendogli un esempio concreto delle tematiche trattate, sia rendendo avvincenti anche le spiegazioni meno attraenti. Tutti noi, ad esempio, ci divertiamo ad azzardare previsioni sul nostro talent show preferito con gli amici, quindi leggere di come, nel 2012, il prof. Vespignani e i suoi colleghi abbiano realizzato una piattaforma computazionale all’avanguardia partendo dallo stesso piacevole passatempo, è molto più efficace di mille spiegazioni. In più, Immaginare un gruppo di scienziati “divertirsi” unendo il loro campo di ricerca a un’attività già popolare, crea un’immagine abbordabile e amichevole dell’uso degli algoritmi e della statistica che aggancia il lettore e resta nella mente più a lungo di un diagramma.
“L’algoritmo e l’oracolo” ha assunto, poi, in questo ultimo periodo una rilevanza tutta nuova alla luce della necessità di predire l’andamento del nuovo coronavirus SARS-COV-2, che pur non avendo provocato una pandemia, catalizza l’attenzione dei media da settimane. Il capitolo 6, infatti, si apre proprio su uno spunto molto interessante: “Mappare la prossima pandemia”.
Insomma, tra riflessioni, spiegazioni, aneddoti e un riferimento ai romanzi della “Fondazione” di Isaac Asimov, che da appassionata ho apprezzato immensamente, Vespignani ci accompagna fino al momento di salutare la nostra nuova conoscenza: l’indovino digitale che ci indica la strada in questa nostra meravigliosa, caotica, società moderna e, per citare le ultime righe del libro, “ora che sappiamo chi sono e come funzionano, anche il futuro non sarà più uguale a prima”.